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Autore: RedMarauder    13/02/2014    27 recensioni
Il suo sorriso, quel sorriso che riusciva a farla arrossire ogni volta, lo stesso sorriso che le rivolgeva ora, era spietato, disarmante...bello.
Troppo bello. Ma lei era troppo orgogliosa per ammetterlo, per mostrarsi debole. Hermione Granger doveva avere sempre il controllo della situazione. Sempre!
- Attenta a giocare con il fuoco, Granger. E' pericoloso!-
- Perché?- rispose, alzando il mento - Potrei scottarmi?-
Di nuovo quel sorriso. - Sì, ma il problema è che..potrebbe piacerti!-
Tanti cari saluti al suo controllo e alla sua tempra morale. Come poteva resistere quando quegli occhi la guardavano in quel modo? Così profondi, così intensi..così perfetti! Valeva la pena lasciarsi andare. Valeva la pena affondare le mani in quel fuoco, nel fuoco dei suoi capelli. Valeva la pena scottarsi!
Infondo, ad essere sincera, non era poi così male perdere il controllo!
Genere: Comico, Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Ginny, Weasley, Harry, Potter, Hermione, Granger, Ron, Weasley | Coppie: Angelina/George, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny, Luna/Neville
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Capitolo 27
Tiri Vispi e Stelle
 
 
 
 
 
 
 
- Non capisco perché devi partire così presto!- sbottò Jean, incrociando le braccia e appoggiando la spalla allo stipite della porta.
Hermione si voltò verso di lei. Aveva sempre saputo da chi aveva ereditato il cipiglio severo e l’espressione scocciata e autoritaria. Sua madre. Una versione più adulta della stessa Hermione. Dai capelli più morbidi, ma comunque molto simile.
- Mamma, te l’ho già detto..è per..Non posso dire il suo nome! Meno sai, meglio è!- concluse Hermione, lanciando due libri nel baule già pieno.
Sentì sua madre sbuffare, in silenzio. Hermione si morse un labbro. In parte, era una bugia. La verità era che non riusciva a dirlo a voce alta. A volte stentava a credere ai suoi stessi ricordi. Avanzò verso la cassettiera e prese dei vecchi rotoli di pergamena ancora intatti. Il suo sguardo catturò il riflesso dello specchio.
Dall’altra parte, una ragazza dai capelli folti e ricci ricambiava lo sguardo. Le iridi color nocciola sembravano spenti. Le occhiaie intorno agli occhi erano testimoni di un’altra notte insonne. Hermione scostò delicatamente il lembo della maglietta e vide una cicatrice rosea stagliarsi sulla carnagione chiara. La nascose, prima che la madre potesse notare qualcosa. Il suo ricovero era passato inosservato. Non aveva detto ai genitori dello scontro al Ministero, né di essere quasi morta per colpa di una fattura lanciata da un Mangiamorte.
Non aveva raccontato ai genitori di Sirius. Aveva solamente detto che un loro caro amico era morto durante uno scontro e che lei sarebbe andata via  per stare con la famiglia Weasley e Harry. Aveva detto ai genitori che sarebbe stata molto più al sicuro. Lo stesso valeva per loro. Non aveva detto dove andava. Non aveva detto nemmeno il nome di Sirius.
Una morsa le strinse il cuore. Sirius..
Lacrime minacciarono di rigarle le guance. Hermione le trattenne e si voltò verso la madre con un sorriso.
- Mi aiuti con il baule?- chiese, con tono gentile.
La madre annuì. Era arrabbiata. Hermione poteva comprenderne la ragione. I suoi genitori la vedevano una volta all’anno. Per poche settimane. Questa volta, era rimasta solo una settimana. Hermione doveva scappare da quella casa. La sua presenza lì era come veleno. Non aveva ricevuto minacce, ma perché rischiare? Perché offrire ai Mangiamorte un pretesto per interrogare e torturare i suoi genitori?
La Tana era protetta da incantesimi e sortilegi scudo. Sarebbe stata al sicuro. E aveva anche un’altra ragione per tornare, ma anche quello era un dettaglio celato agli occhi dei genitori.
- Sarai con i Weasley?- chiese la madre, per l’ennesima volta.
- Sì..- mormorò Hermione. mentre il suo cuore si fermava.
Fred. Cosa sarebbe successo? L’ultima volta che l’aveva sentito, era piuttosto nervoso. Voleva partire subito per raggiungerla a Hogwarts, ma lei glielo aveva impedito. Era riuscita a calmarlo per puro miracolo. Dalla rabbia, Fred era passato alla preoccupazione. Poi era tornato alla rabbia. Hermione aveva violato la sua regola più importante: era andata incontro a morte certa! Si era salvata, ma era stata molto fortunata. Sirius non ce l’aveva fatta..
Di nuovo, le lacrime minacciarono di gonfiarle gli occhi. Tossì, cercando di sciogliere il nodo che aveva in gola.
- Dove andrete?- chiese Jean.
- Non posso dirtelo, mamma, lo sai!- rispose Hermione, accarezzandole una spalla.
La donna sospirò. – Mi basta sapere che sarai al sicuro!-
Hermione annuì. – I maghi migliori del mondo saranno al mio fianco!-
Tutti tranne uno..
- Non posso nemmeno sapere chi è questo tuo amico?-
- Te l’ho già detto, è morto per combattere la nostra causa. Saperlo vi rende vulnerabili e..-
- No, tesoro. Non parlavo di quello che è morto!- la corresse la madre, con un sopracciglio alzato.
Hermione rimase un secondo a bocca aperta, le parole bloccate sul nascere. – Che intendi?- chiese poi, riprendendosi.
La madre sorrise. – Non ho mai visto così tanti gufi, da quando frequenti Hogwarts. Harry e Ron hanno la costanza di un bradipo nel mandare lettere, e Ennol..-
- Errol..- corresse Hermione.
- Quello che è.. Errol porta le lettere di Ginny. Quando arrivano me lo annunci sempre. Ma ci sono lettere che raccogli e leggi in camera tua, senza nemmeno dirmi chi le manda. Quindi: chi è questo tuo nuovo amico?- ritentò la madre, con un sorriso complice.
Si assomigliavano davvero troppo. Stesso acume, stessa intelligenza. Stesso sguardo indagatore.
Dannazione..
Hermione sospirò. – Mamma, io non..-
Jean sollevò una mano, bloccato il tentativo della figlia. – Non mi rifilare la scusa della sicurezza!-
- Ma è vero, non è una scusa!- protestò Hermione. Ed era la verità!
Sospirando, Jean prese la mano della figlia e la costrinse a sedersi sul letto con lei.
- Va bene, come vuoi. Dimmi solo quello che posso sapere!- la incitò.
Hermione si passò una mano fra i capelli. Era una prova alquanto complicata da superare. Quanto poteva sbilanciarsi? Quanto poteva rivelare del suo mondo?
In un lampo, vide i Mangiamorte. Vide Bellatrix e Lucius torturare i suoi genitori, in cerca di informazioni. Un nome sussurrato tra i gemiti di dolore e i sospiri di agonia, i corpi agonizzanti, le labbra tese per la sofferenza..vide quel sussurro lasciare le labbra della madre..un nome..un nuovo corpo torturato..un nuovo cadavere su cui piangere..
Hermione sobbalzò, quando la mano della madre passò sulla sua spalla.
- Tesoro, stai bene? Sei pallida!- si preoccupò Jean.
Hermione riprese a respirare, il cuore a mille e il petto ansante. Lo aveva visto accadere. Aveva visto quanto la mente potesse giocare brutti scherzi. L’arma peggiore. La manipolazione dei pensieri. Erano caduti nella trappola di Voldemort facilmente. Non poteva condannare i suoi genitori allo stesso destino.
Odiava mentire. Ma ormai era diventata brava.
- Non è niente..- rispose Hermione sorridente. – E non darti troppa pena per quelle lettere. Non c’è molto da sapere. Ci sentiamo tutti vulnerabili da quando..- pausa ad effetto. Sospirò.-..be’, avevamo bisogno di sentirci. Harry e Ron stanno soffrendo molto e..- Hermione scosse le spalle. -..rimango sola perché piango, mamma. Sempre. E non voglio che tu mi veda così!-
Bugiarda. Una bugiarda che aveva appena scacciato un po’ di tenebre dal futuro dei genitori. Jean, incredibilmente, non scovò la menzogna. Accarezzò commossa la guancia della figlia e sorrise.
- Tesoro..tu non sei debole! Non lo potrei mai pensare. E noi ci saremo sempre per aiutarti!-
Hermione ricambiò il sorriso. – Lo so, ma ci sono demoni che devo affrontare da sola!-
Jean annuì. – Lo capisco, piccola. Senti, se è quello che vuoi, va bene. Vai con i Weasley. Ci vedremo a Natale!-
Hermione sospirò di sollievo. Di slancio, abbracciò la madre. E mentre si riparava in quell’abbraccio, Hermione lasciò che le lacrime scorressero. E sperò. Sperò con tutta se stessa che quello non fosse l’ultimo.
 
 
 
 
 
 
 
Diagon Alley era deserta e tetra. Il vento spazzò le foglie dal selciato sconnesso della vita principale. Pozzanghere d’acqua riflettevano le nuvole nere che sovrastavano il cielo estivo. Era freddo, per essere giugno inoltrato.
Hermione alzò la cerniera della giacca fin sotto il collo. Il baule l’aveva lasciato al Paiolo Magico, da Tom. Sarebbe passata a prenderlo più tardi. Camminava sola per le strade deserte di quella che un tempo era stata una delle vie magiche più popolate della città. I negozi erano vuoti, le vetrine spente e silenziose. Olivander era stato smantellato. Il proprietario era stato rapito.
Hermione strinse forte le braccia al petto e affrettò il passo. Quell’aria così tetra non le piaceva per niente. Il luogo in cui era diretta sarebbe sicuramente stato più allegro. All’angolo del numero 93, infatti, vide la gigantesca e colorata insegna dei Tiri Vispi Weasley. Sorridendo rincuorata, scattò in avanti con una leggera corsa. Spalancò la porta, ma lo scampanellio fu quasi inudibile. Il negozio era così pieno di gente che Hermione si chiese se fosse possibile agglomerare così tanti umani in quello spazio, grande, ma pur sempre limitato!
Hermione  lasciò vagare lo sguardo intorno a sé. Il posto era magnifico. Degno di Fred e George, poco ma sicuro. Dal pavimento al soffitto si estendevano mille e più generi di prodotti diversi. Studenti e uomini e donne di ogni età vagavano per il negozio in cerca dello scherzo giusto, o del Fuoco Forsennato più esilarante. Riempivano fino all’orlo i cesti e poi correvano alla cassa. Hermione schivò per un soffio una scintilla volante, che centrò in pieno un ragazzino di undici anni così piccolo che poteva passare sotto lo scaffale dei Filtri d’Amore e confondersi con il mobilio. Hermione scavalcò un ragazzetto piuttosto in carne che era scivolato sulla sua stessa Gelatina Scivolosa, e cercò di aprirsi un varco per arrivare alla cassa. In quel momento, le sue spalle urtarono contro un grosso scatolone di legno.
- Oh mi scusi..Granger!- esclamò una voce dietro lo scatolone.
Gemendo per il dolore alla spalla, Hermione si voltò. – George!- esclamò, sorridendo.
Il ragazzo lanciò a terra la scatola e la afferrò per la vita, ridendo e facendola girare in tondo. Spaesata da quell’attacco, Hermione si aggrappò alle sue spalle e si lasciò andare a una risata liberatoria. Da quanto non rideva davvero?
- Ma tu che ci fai qui?- chiese George, il sorriso da orecchio a orecchio.
- Una sorpresa!- spiegò Hermione, scrollando le spalle.
Ridendo, George la lasciò di nuovo a terra e la guardò negli occhi. Qualcosa nel suo sguardo allegro si incrinò. Hermione sentì qualcosa stringerle lo stomaco. Il suo sorriso si spense. George fece di tutto per mantenere il suo, ma qualcosa era cambiato nel suo sguardo.
- Come..come stai?- chiese.
Hermione si schiarì la voce. – Vorrei poterti dire bene..- mormorò. – Tu?-
George scosse le spalle. – Vorrei poterti dire lo stesso..Harry..?-
Hermione non aveva bisogno di rispondere. Lo sguardo parlava da sé.
Un velo di tristezza scese su quell’incontro che era stato così gioioso fino a un minuto prima. Il dolore della perdita subita sembrava troppo insopportabile per essere superato. Ma se c’era una cosa che George sapeva fare, era distrarla. E, precisamente, conosceva una frase magica, dall’effetto lampante!
- Fred è in magazzino!- disse, schioccandole un occhiolino e un sorriso vispo.
Hermione si finse sorpresa. – Fred?-  chiese, con il tono di voce un po’ spaesato, come se fosse un po’ tonta.
George batté le mani e poi alzò il pugno in segno di vittoria. – Lo sapevo! L’ho sempre saputo: è me che vuoi veramente!-
Hermione scoppiò a ridere e gli diede un pugno scherzoso sul braccio. – Credo che lascerò ad Angelina questo tremendo destino!-
- Non credo che ti ringrazierà!-
- Dov’è il magazzino?- chiese Hermione curiosa.
George sfoderò un ghigno e indicò un punto alle sue spalle. – Perché lo vuoi sapere?- canticchiò.
Hermione sospirò. – Devo affrontare il mio, di destino!-
 
 
Superati altri due corridoi intasati, Hermione evitò una pallina blu elettrico che era appena rimbalzata sulla testa di un anziano barbuto, e arrivò viva e vegeta alla porta del magazzino. Abbassò la maniglia e aprì. Se anche avesse cigolato, Hermione non se ne sarebbe accorta, visto il baccano che c’era nel negozio.
Il magazzino era grande quasi quanto il negozio, ma Hermione sapeva che era un incantesimo. Era uno dei dettagli che era riuscita a estrarre dalla mente di Fred, quando lo aveva tartassato di domande nella speranza che lui si distraesse dal punto principale: l’avventura di Hermione al Ministero!
Luci allegre illuminavano pile e pile di scatoloni incisi con la W dei Tiri Vispi. Hermione aguzzò l’udito, in cerca di segni di Fred. Era spaventata ed entusiasta al tempo stesso. Non vedeva l’ora di rivederlo, di stringersi fra le sue braccia, di baciarlo..ma a quale prezzo? Sospirò silenziosamente. Be’, una leggera sfuriata se la sarebbe meritata. Oppure no. Infondo, bastava essere veloci e tappargli la bocca.
Ecco cosa succede, quando sei obbligata a stargli lontana per due mesi..
Dal fondo del magazzino, giunsero dei rumori. E dei borbottii. Hermione sorrise e cominciò a incamminarsi. Poi, all’improvviso, ci fu uno schianto tremendo e una nuvola rossa si sollevò da uno dei corridoi di scaffali a destra. Hermione scattò in avanti e cominciò a correre. Arrivò tossendo proprio in mezzo alla nube. Con le mani cominciò a scacciare il fumo. Intravide una figura rannicchiata contro lo scaffale. Fred tossiva, ma sembrava incolume. Il panico abbandonò i polmoni di Hermione. Il fumo no.
- Dannata polvere..- borbottò Fred.
- Che accoglienza ad effetto, Weasley!- esclamò Hermione.
La reazione terrorizzata di Fred spaventò Hermione. Scattò come se qualcuno lo avesse attaccato alle spalle, e probabilmente trattenne a stento un grido di puro orrore. Quando la vide, Fred sgranò gli occhi e spalancò la bocca. Il fumo si era diradato e della nube di polvere rimaneva solo qualche granello galleggiante nell’aria. Fred era ricoperto dalla testa ai piedi di macchie rosse e polverose.
- Ma sei matta!- sbottò, premendosi una mano sul cuore. – Mi hai fatto venire un infarto!-
Hermione inarcò le sopracciglia, sfoderando uno sguardo severo. – Quante volte ti ho detto di non giocare con le polveri pericolose? Lascia fare a chi è capace!-
- E’ semplice polvere colorata, non è pericolosa. Fa solo tossire!- protestò lui.
- Ma se ti è esplosa fra le mani!-
- Ho bucato il sacchetto per sbaglio!-
- Questo perché, come sempre, hai la delicatezza di uno Schiopodo..-
- Ripetilo e ne rompo un altro!- la minacciò.
Improvvisamente, rimasero entrambi a corto di parole. Due mesi che non si vedevano. E stavano lì a bisticciare? Evidentemente, avevano realizzato entrambi la stessa cosa, allo stesso momento.
Fred sfoderò un sorriso e fece per avvicinarsi, ma Hermione sollevò di scatto una mano.
- Cosa c’è?- chiese lui, preoccupato.
Hermione trattenne un sorriso, e indicò i suoi vestiti. – Non ci pensare nemmeno, Weasley!-
- Due mesi che non mi vedi, e fai tante storie per un po’ di polvere?- sbottò lui offeso.
Hermione arricciò le labbra e scosse le spalle. – Questione di priorità..-
Non era vero. Non era assolutamente vero.
- Tanto per cominciare, - commentò lui, sfoderando un sorriso vispo, - stai mentendo. E seconda cosa..- mormorò indicando i vestiti di Hermione. – I tuoi sono messi peggio!-
Perplessa, Hermione abbassò lo sguardo sui propri vestiti. Riuscì ad avere giusto il tempo di registrare un’enorme macchia rossa sulla maglietta e sui jeans, e varie striature lungo le braccia. Poi, però, le braccia di Fred la catturarono, e le macchie sui vestiti vennero dimenticate. Hermione sollevò lo sguardo e trovò i suoi occhi. Profondi, allegri e intriganti. Erano sempre gli stessi. E quelle braccia..quanto le erano mancate! Non capì nemmeno se avesse pensato prima di agire. Lo fece e basta. Sorridendo, si aggrappò alle sue spalle, circondandogli il collo con le braccia, e lo baciò.
Fuoco. Gelo. Calore. Fiamme. Acqua fresca. Aria.
Un vortice di emozioni la trascinò in mezzo a una vera e propria tempesta. Dietro l’aria polverosa, Hermione sentì l’inconfondibile odore di cannella. Deliziata da quel profumo, cercò la sua lingua e una scarica potente le percorse la spina dorsale. Il bacio divenne più intenso, più desiderato, più passionale. Più ne avevano, più ne volevano.
Hermione aveva sognato quel bacio per due mesi. Aveva sognato quelle braccia per due mesi. Aveva avuto bisogno di lui. La passione li travolse così intensamente che persero l’equilibrio e finirono per schiantarsi sul pavimento. Hermione ignorò la fitta alla spalla, traumatizzata per la seconda volta in pochi minuti, e lo strinse a sé ridendo.
Sorridendo, Fred le morse il labbro, per poi trascinarla in un altro lungo e profondo bacio. Le accarezzò la guancia, poi lasciò vagare la mano fra i suoi capelli. Hermione gli accarezzò i fianchi, scoprendo che non aveva dimenticato niente di quel corpo perfetto. Anche se i ricordi non reggevano sicuramente il confronto con la realtà di averlo lì, accanto a lei.
Lentamente, le labbra di Fred si separarono dalle sue.
- Mi sei mancata..- sussurrò.
Hermione sorrise, sfiorando di nuovo la sua bocca. – Anche tu..-
- Ma dobbiamo parlare..-
- Fred..- si lamentò Hermione, senza riuscire però a cancellare il sorriso dalle labbra.
Fred sospirò. – Ti concedo una tregua!-
- Che clemenza!- scherzò Hermione.
Lui sorrise e incatenò gli occhi a quelli di lei. – Ti amo-
- Ti amo anche io!- rispose lei.
- Santo Merlino, quanto siete adorabili!- esclamò una voce accanto a loro.
Hermione si lasciò sfuggire un grido e strinse istintivamente le dita sulla stoffa della camicia di Fred. Entrambi si voltarono di scatto e videro Lee, appoggiato contro lo scaffale, con un sorriso ebete e tre scatole fra le braccia.
- Dico sul serio, siete meravigliosi!- continuò imperterrito.
- Ma ti pare il modo di saltare fuori?- sbottò Fred, ancora paralizzato per lo spavento. – Mi volete morto, per caso?-
Lee aggrottò le fronte. – Eh?-
- Lascia perdere..-
- Comunque tranquilli: sono appena arrivato!-
- Fantastico..non vedevamo l’ora..- borbottò Fred, cominciando ad alzarsi.
Hermione afferrò la sua mano e tornò in piedi. Il cuore riprese a battere normalmente. Era indecisa se uccidere Lee subito o rimandare a un momento più consono.
- Granger, che ci fai qui?- chiese il suddetto, sorridendo allegro.
Lei lo fulminò con lo sguardo. – Secondo te?-
- Pessimo momento? Scusate, ripasso più tardi!- rispose Lee, sorridendo come un bambino dispettoso. Fece per voltarsi ma poi cambiò idea. Alzò un indice, reggendo le scatole tra l’altro braccio e il torace. – George ti cerca!-
Fred sbuffò. – Digli che arrivo..-
- Però ha detto che puoi fare con calma!-
- Allora perché sei venuto a cercarmi?- sbottò Fred, esasperato.
- Perché quella zucca vuota non mi aveva detto che c’era lei!- rispose Lee, puntando l’indice contro Hermione. – Me la svigno, prima che mi ammazzi!-
- Buona idea!- commentò Fred. Poi agitò la bacchetta tra lui e Hermione, e i vestiti di entrambi tornarono puliti.
Hermione seguì lo scambio, poi scoppiò a ridere, guadagnandosi un’occhiata perplessa di Fred. Lee era già a metà del corridoio che portava alla porta del negozio.
- Sono felice di rivederti, Lee!- gli gridò dietro Hermione.
- Anche io, Granger!- rispose lui, senza voltarsi.
Hermione si girò verso Fred e lo vide sorridere. Ricambiando il sorriso, si avvicinò per baciarlo. Lui la afferrò per la vita e la strinse a sé. Per un momento, Hermione si lasciò trasportare da quel contatto. Quanto le era mancato..
- Devi tornare al lavoro!- puntualizzò lei, scostandosi dalle sue labbra.
Fred sospirò con un sorriso. – Adesso sì che ti riconosco!-
Hermione alzò gli occhi al cielo.
- Come mai sei qui?- chiese Fred, incuriosito.
Hermione sorrise. – Volevo farti una sorpresa –
- Ci sei riuscita!-
- Lo so..- rispose lei, con aria di superiorità.
Fred alzò gli occhi al cielo. – D’accordo, Granger. Non vantarti!-
Ridendo, Hermione cercò di nuovo le sue labbra. Separarsi divenne un’impresa quasi impossibile. Il bisogno di ritrovarsi era inarrestabile. Erano rimasti lontani per troppo tempo. Quello era il momento di riaversi, di tornare a stringersi. Di tornare a essere insieme. Insieme, erano più forti. Insieme, erano perfetti.
Fred le accarezzò dolcemente la guancia e le sfiorò le labbra. – Stai bene?- chiese all’improvviso.
Hermione trattenne il respiro. Aveva senso mentire?
- No – rispose, con un piccolo sorriso. – Tu?-
Qualcosa nello sguardo di Fred si incrinò. – Non posso credere che sia..- sospirò, senza riuscire a terminare la frase.
Hermione passò un dito sulle sue labbra. – Nemmeno io..- ammise.
- Harry?-
- Sopravvive – rispose Hermione. Era la risposta adatta per descrivere la stato d’animo del suo migliore amico.
Fred annuì, poi la prese per mano. – Vieni!-
- Dove andiamo?-
Le rivolse un sorriso, ma non rispose. Hermione lo seguì senza proferire parola. Attraversarono il magazzino e raggiunsero un’altra porta che Hermione non aveva notato, tra il labirinto di scaffali. Fred le aprì e la trascinò su per una rampa di scale di legno. In cima, aprì un’altra porta. Si ritrovarono in un appartamento adibito quasi a secondo magazzino.
- E’ questo il famoso appartamento?- chiese Hermione, guardandosi intorno.
Fred annuì. – Dobbiamo ancora sistemare tutto. Per ora lo usiamo solo in caso di necessità. Lee passa qui più tempo di noi!-
- Perché?- chiese lei perplessa.
- Katie..- borbottò Fred, facendola ridere.
Fred arrivò fino a una pila di casse di legno vuote e si sedette. Strinse la vita di Hermione, attirandola a sé, poi rimase in silenzio a guardarla negli occhi. Hermione sospirò. La tregua era finita?
- Scusa..- mormorò Hermione.
Fred sorrise. – Vorrei che mi promettessi che non lo farai mai più, ma sarebbero parole sprecate!-
- Lo so, e lo sai bene anche tu!- commentò Hermione, accarezzandogli lenta il braccio.
- Racconta..- mormorò Fred.
Qualcosa si mosse nella mente di Hermione. Ricordi. Un fiume in piena che rompeva gli argini, impaziente, divampante e inarrestabile. La sua bocca si aprì e le parole uscirono quasi senza controllo. Hermione attraversava quelle immagini e parlava, raccontava, lasciava che il fiume scorresse fuori. E Fred ascoltava. In silenzio.
La visione di Harry, la fuga, i Thestral, il Ministero..
L’Ufficio Misteri, le Profezie..
La lotta.
La fuga.
La fattura che l’aveva quasi uccisa..
La sensazione che qualcosa di infuocato le avesse bruciato il cuore.
Il buio.
Il risveglio.
Sirius.
Una lacrima le scivolò sulla guancia. Il silenzio calò nella stanza.
Fred la asciugò. Poi le sue dita scivolarono sul suo collo, lente. Arrivarono fino al petto di Hermione, che si sollevava lento. Fred intravide la cicatrice e la accarezzò.
- Adesso ne ho una anche io..-mormorò Hermione, cercando di fare dell’ironia.
Lui alzò lo sguardo. – C’è poco da scherzare!-
- Detto da te..- sbottò Hermione.
Dopo un secondo di tensione, le labbra di Fred si stesero in un sorriso. – Hai fatto la cosa giusta!-
Hermione sgranò gli occhi. – Scusa?-
- Hai sentito benissimo!- commentò lui, alzando gli occhi al cielo. – Non dico che non sia stato stupido e incosciente, ma hai fatto la cosa giusta. Volevi proteggere Harry e salvare..Sirius – disse, tremando leggermente. – La colpa è mia, dovevo essere lì a proteggerti!-
- No!- esclamò Hermione. – Non è colpa di nessuno! E tu c’eri..- mormorò Hermione, ricordando improvvisamente i propri pensieri prima di entrare nell’Ufficio Misteri. – Tu eri qui..- disse, toccandosi il cuore. – E mi bastava! Sono sopravvissuta per questo!-
- Sei sopravvissuta perché anche i Mangiamorte impallidiscono davanti alla tua abilità con la bacchetta!- ribatté Fred, un po’ per scherzo un po’ seriamente.
Hermione si concesse una risata. – Quindi sono stata perdonata?-
Fred sospirò. – Sai che non riesco a tenerti il broncio!-
Lei alzò gli occhi al cielo. – Diciamo che adesso siamo pari!-
- No, non siamo pari. Ti sei presa il mio trono di Capo dei Ribelli!- sbottò, offeso.
Ridendo, Hermione si avvicinò per baciarlo. – E non te lo restituirò, Weasley!-
- Reggerai il peso della fama?-
- Me la caverò. Sono brava, a cavarmela!-
- Parole sante, Granger..-
- Lee è ancora convinto di essere il Capo?- chiese Hermione.
Fred annuì. – Non fa altro che parlarne! Potrei smontare le sue convinzioni in un secondo..-
- Meglio se lasci perdere. Povero Lee!- commentò lei, con un sorriso.
Sorridendo, Fred le prese il viso fra le mani. – Mi sei mancata davvero tanto – mormorò.
- Anche tu – rispose lei.
Scivolarono in un altro lungo e profondo bacio, consapevoli che ora, il tempo, sarebbe stato dalla loro parte per un po’. Potevano viversi lentamente, potevano ritrovarsi pian piano. Avevano un’intera estate da passare insieme. Forse, pensò Hermione, avrebbero avuto una vita intera. Ma dovevano conquistarla, pezzo per pezzo. La guerra incombeva, il male avanzava. E loro erano lì, in un appartamento pieno di scatole. Isolati dal resto del mondo. Isolati dal tempo. Erano insieme. Dopo due mesi. Per quel che valeva, era come viversi in eterno.
 
 
 
 
- Reggi questo!- esclamò Fred, passandole una scatola.
Hermione sbirciò il contenuto. – Filtri d’Amore?- chiese scettica.
- Funzionano, davvero!- confermò George.
- Li hai testati tu, George?- lo prese in giro Hermione. Si stava palesemente riferendo alle quattro ragazze di Grifondoro che gli avevano rifilato il Filtro, imbottendo dei pasticcini a forma di Bolide.
Il gemello la fulminò con lo sguardo, poi si girò verso Fred. – Comincia a starmi antipatica!-
- E’ più furba di te: è questa la ragione!- commentò Fred, prendendo la scatola dalle mani di Hermione.
Da quasi mezz’ora li stava aiutando a sistemare uno scaffale del negozio. Il problema era che venivano continuamente interrotti dai clienti, sempre più numerosi. Lee non riusciva a gestirli da solo, e Angelina non sarebbe arrivata prima delle sei.
In quel momento, Lee chiamò George a gran voce e lui scappò via lanciando a Hermione uno sguardo minaccioso. Hermione gli fece la linguaccia e si voltò verso Fred.
- Dicevi?-
Fred agitò la bacchetta e le scatole si disposero in ordine sulla mensola. – Non mi ricordo. Di cosa stavamo parlando?- chiese, con un sorriso malandrino.
Hermione alzò gli occhi al cielo. – Parlavamo di Bill e Fleur!-
- Ah sì, Flebo sta facendo impazzire mia madre. Oh, a proposito! Questo argomento ci riporta a una cosa importante che devo dirti!- annunciò sorridendo.
Hermione si preparò all’apocalisse. – E sarebbe?- chiese, quasi tremando.
- Rilassati, Granger! Volevo scrivertelo, ma ho pensato fosse meglio dirtelo di persona!-
- Piantala di tergiversare, o ti rifilo una Pasticca Vomitosa!- minacciò lei.
Fred sgranò gli occhi. – George ha ragione..ahia!- imprecò, quando lei lo colpì con la scatola vuota dei Filtri.
- Parla!- sbottò Hermione.
- I miei sanno di noi!- annunciò Fred, con un sorriso vispo.
La scatola sfuggì di mano a Hermione e atterrò con un leggero tonfo sul pavimento. Fred sorrise tranquillo e si chinò a raccoglierla. Quando riemerse, Hermione era ancora lì con la bocca aperta e l’espressione allibita.
- C-cosa?- balbettò.
Fred spostò una scatola di Filtri. – I miei sanno della nostra storia!- rispose tranquillo.
Hermione boccheggiò, indecisa se schiantarlo o ucciderlo. – E quando pensavi di dirmelo?-
Fred si voltò e sorrise. – Ehm..adesso!-
Hermione era in preda al panico. Nel giro di qualche ora sarebbe arrivata alla Tana. No. Non era pronta ad affrontare quel momento. Non poteva più varcare la porta come Hermione Granger. L’avrebbe varca come “Hermione la ragazza di Fred”. C’era molta differenza? Ma che importava..non era pronta!
- Ma..- iniziò.
Fred le tappò la bocca con un bacio. – Rilassati! Mia madre è al settimo cielo, mio padre continua ad abbracciarmi da quel giorno. Erano così contenti che mi hanno assillato per due mesi. Non vedono l’ora di vederti!-
- Adesso sì che posso stare tranquilla..- borbottò Hermione.
Fred le sorrise e le accarezzò una guancia. – Andrà tutto bene, Granger!-
Hermione sbuffò e cercò di nascondere il panico dietro un’espressione di arrendevole spavalderia. – Prima o poi sarebbe arrivato questo momento!-
- Questo è lo spirito giusto!-esclamò Fred, schioccando le dita.
Qualche ora dopo, Fred e George serrarono le porte del negozio. Lee era passato al Paiolo Magico a recuperare il baule di Hermione, ed era già partito per la Tana. Da quando Angelina era arrivata, circa un’ora prima, Hermione era rimasta con lei in un angolo tranquillo del magazzino a parlare. Erano rimasta abbracciate a lungo, senza bisogno di aggiungere altro. Poi avevano cominciato a parlare d’altro, evitando accuratamente l’argomento più scottante. George aveva raccontato la verità ad Angelina, che era entrata a far parte ufficialmente dell’Ordine. Da quel giorno, anche lei aveva compreso finalmente il quadro generale della situazione del Mondo Magico in quel momento. E aveva capito la fuga di Harry e degli altri. Aveva capito il gesto di Sirius. E la sua morte.
In quel momento, Hermione e Angelina erano sedute sul bancone e aspettavano i gemelli. Quando George comparì, prese Angelina per mano.
- Ci vediamo alla Tana!- canticchiò George, in direzione di Hermione.
Lei stava per afferrare una Cioccorana e tirargliela, ma Angelina fu più veloce. Lo colpì con la mano aperta dietro la nuca e poi lo prese per un orecchio. Si girò a rivolgere un sorriso dolce a Hermione.
- Sta tranquilla!- sillabò silenziosamente.
Hermione ricambiò il sorriso e poi rimase immobile, mentre Angelina e George giravano rapidamente e sparivano. Fred la raggiunse poco dopo. Hermione lo guardò allarmata.
- Io e te non ci Smaterializziamo, vero?- chiese.
Fred le rivolse un sorriso vispo. – Paura Granger?- la prese in giro.
L’accusa rimbalzò contro la corazza da Grifondoro testarda di Hermione. Alzando il mento in segno di sfida, Hermione si lanciò giù dal bancone e prese la mano di Fred.
- Vediamo che sai fare, Weasley!- lo sfidò con un sorriso.
Fred scoppiò a ridere e, senza darle il tempo di prepararsi, ruotò rapido su se stesso, tenendole saldamente la mano. Ci fu uno schiocco. Hermione sentì uno strappo all’altezza dell’ombelico, prima di venire risucchiata in un vortice così soffocante da stringerle le costole. Non riusciva a respirare, non riusciva a muoversi. Aveva coscienza solo della mano di Fred, ancora stretta alla sua. Sarebbe morta. Non aveva più aria.
Poi, improvvisamente, l’aria tornò. Un altro potente schiocco e la terra arrivò dura e impavida sotto i suoi piedi. Hermione perse l’equilibrio, ma riuscì a rimanere dritta. Un capogiro rischiò di farle crollare le ginocchia. A pensarci bene, aveva voglia di vomitare..
Ridendo, Fred la sostenne per la vita e le prese il viso fra le mani.
- Respira, è finita!- le disse.
Hermione prese alla lettera il suo consiglio. Cominciò a immagazzinare carichi di ossigeno sufficienti a concederle aria per parecchie ore. La testa girava ancora. La nausea rischiava di mandarla al tappeto.
- Sto bene..- mormorò.
- Ron ha vomitato, tre giorni fa. Ti prego, mostrati superiore!- la prese in giro Fred.
Hermione gli rifilò un debolissimo pugno sul braccio. Fred sorrise e le accarezzò la testa. Dopo un istante, Hermione cominciò a sentirsi meglio. L’aria entrava regolarmente nei suoi polmoni. Aveva ancora tutti gli arti attaccati al posto giuro. La testa si era fermata.
Si girò verso Fred con un sorriso.
- Niente male, Weasley!-
Fred le scoccò un occhiolino. – Sai che sono il migliore!-
Sbuffando, Hermione si incamminò da sola verso la Tana. Le luci della casa svettavano nel crepuscolo. Un ghirigoro di fumo usciva dal comignolo in cima al tetto. Era il posto migliore del mondo. Hermione lo aveva sempre pensato. Si era sempre sentita a casa, alla Tana.
Ridendo, Fred la raggiunse e le prese la mano. Insieme attraversarono il giardino. L’aria fresca della sera cancellò gli ultimi rimasugli della sua nausea. Dalla cucina della Tana proveniva l’odore della cena in via di preparazione. Hermione inspirò l’odore di dolci alla cannella.
Si voltò rapida verso Fred, che le sorrise.
- Le hai detto di preparare i dolci alla cannella?-  chiese sorpresa.
Fred sfoderò un ghigno. – Le ho detto che li adori perché ti ricordano il profumo della mia pelle!-
La nausea tornò. Prima che potesse ucciderlo, Hermione fu fermata dalla risata di Fred.
- Granger, sto scherzando. Le ho detto che li volevo io!-
Hermione sbuffò. – Due mesi sono troppo pochi...-
Borbottando un commento sarcastico, Fred varcò la porta aperta della cucina. Hermione strinse involontariamente la sua mano. Dov’era finita la spavalderia di cinque minuti prima?
- Rilassati..- mormorò Fred con un sorriso.
- Piantala! – sbottò Hermione.
In quel momento, un gridolino catturò l’attenzione di Hermione, che si voltò giusto in tempo per vedere un frustata di capelli biondi e un sorriso brillante, prima che qualcuno la stritolasse in un abbraccio spaccaossa. Quasi soffocando, Hermione inspirò un odore di fiori che sovrastò quello intenso della cannella.
Fleur la stava abbracciando. Fleur Delacour la stava abbracciando.
Goffamente, Hermione lasciò scivolare le braccia attorno alla vita sottile della ragazza.
- Ermioné, sono cosi felice di riabbrasciarti!- squittì Fleur, scostandosi leggermente per prenderle il viso fra le mani.
Hermione tossì imbarazzata e sfoderò un sorriso, sperando di essere convincente. – Anche io, come stai?-
- Très bien! E tu?-
- Me la cavo..- mormorò lei, con una smorfia che poteva passare per un sorriso.
- Arrì, come sta lui?- chiese la bionda, sfoderando un’espressione dispiaciuta.
Hermione rilassò le spalle, davanti a quella sincera preoccupazione. – Starà bene – rispose semplicemente.
Fleur annuì, poi sfoderò un altro sorriso smagliante. – Bill mi ha invitata qui per le vaconse. La famiglia Weasley è così adorable!- disse, con la voce di un’ottava sopra la media consentita. Poi si girò verso Fred e gli rivolse un sorriso luccicante, che lui ricambiò.
Hermione sentì la piovra serrare i suoi tentacoli attorno al suo stomaco. Sollevò un sopracciglio con sguardo scettico e Fred cancellò immediatamente il sorriso dalla sua faccia.
Fleur continuò a parlare, ignara di quel piccolo e silenzioso scambio di idee. – Vado a vedere se Bill ha bisogno di moi! Molly sta venendo a guardare i dolsci!- squittì.
In quel momento, un’esausta signora Weasley attraversò la porta che collegava la cucina al salotto. La sua espressione esasperata fu sostituita da un sorriso radioso, quando vide Hermione. Fleur, sentendosi probabilmente di troppo, schioccò due sonori baci sulle guance di Hermione e si girò, colpendo l’aria con i suoi capelli volteggianti.
- Molly, Ermioné è arrivata!- annunciò la ragazza.
Hermione cercò di capire se fu solo una sensazione, ma le parve di vedere i denti della signora Weasley stringersi in una morsa traboccante di rabbia.
- Sì, Fleur, ho notato!- sbottò lei.
Fred si lasciò sfuggire un sorriso, che l’espressione omicida di Hermione cancellò subito. Mentre Fleur chiedeva qualcosa alla signora Weasley sulla cena, Hermione sussurrò: - Ha salutato tutti così, al suo arrivo?- chiese, cercando di contenere il livello di acidità che le aveva invaso la saliva.
Fred si grattò la fronte. – Sì e no..-
- Ma come è adorable..- borbottò Hermione, traboccante di sarcasmo.
- No, tu sei adorabile!-
- Chiudi la bocca Fred!-
- Hermione!- esclamò Molly e lei scattò come se l’avessero pungolata con una forchetta.
Si voltò verso la signora Weasley e vide Fleur immobile accanto alla porta, un’espressione decisamente offesa a deturpare i suoi lineamenti da Veela. Forse la ragazza era stata pietrificata, o forse la signora Weasley l’aveva semplicemente interrotta, usando Hermione come diversivo.
Molly strinse Hermione in un abbraccio bisogno di conforto. Sorridendo, Hermione si rilassò fra le sue braccia e ricambiò la stretta. La presenza di Fleur aveva un po’ attutito la sua preoccupazione. Infondata, tra l’altro. Era come riabbracciarla dopo ogni estate, o alla fine di ogni anno scolastico. Era sempre la signora Weasley, la donna che si era presa cura di lei e di Harry come se fossero stati figli suoi. La donna coraggiosa che lottava per amore della sua famiglia. La donna che aveva fondato quell’amore sulla giustizia e sulla bontà. La donna che aveva messo al mondo l’idiota di cui si era innamorata.
Con quell’abbraccio, Hermione cercò di infonderle un po’ di coraggio. Infondo, Fleur non era poi così male. Era un po’ eccentrica. Un po’ petulante. Un tantino fastidiosa..ma non era poi così insopportabile. Bisognava solo armarsi di pazienza. Baciavi tutti un po’ troppo spesso. La piovra nello stomaco di Hermione si mosse nervosamente.
La signora Weasley sciolse l’abbraccio e prese il volto di Hermione fra le mani. Le rivolse un sorriso caloroso e chiese: - Stai bene?-
Mille e più significati in una sola domanda.
- Sì – rispose Hermione, ricambiando il sorriso.
- Bene, sono contenta! È bello che tu sia qui – disse Molly teneramente.
- Sfrutta l’occasione per cercare di convincerla a non commettere un omicidio!- intervenne Fred, indicando con un cenno della testa il salotto dove Fleur era appena sparita.
Molly gli scoccò un’occhiata in tralice. – Prega sempre che non sia il tuo turno, Fred Weasley!-
Hermione trattenne una risata. Fred afferrò un biscotto dal cestino posto in mezzo al tavolo e rispose: - Non puoi uccidermi: lei non vive senza di me!-
Indicò Hermione e diede un grosso morso al biscotto. Lei si prese il disturbo di arrossire.
Molly prese un strofinaccio dal tavolo e lo colpì.
- Vai ad aiutare tuo fratello in giardino!- ordinò severa. – E di a George di andare a chiamare Ginny!-
Fred alzò gli occhi al cielo e ingoiò il boccone. Poi rivolse un sorriso a Hermione e sparì. Lo sguardo della signora Weasley lo seguì fino a quando non lo vide sparire dietro l’angolo del cortile. Poi tornò a concentrarsi su Hermione, che era rimasta immobile come una pietra, le spalle ancora saldamente incastrate fra le mani di Molly.
Le rivolse un sorriso dolce. – Tu vai pure a riposarti! Mangeremo appena arriveranno Tonks e Remus!-
Hermione scosse la testa. – No, non sono stanca. Posso aiutare  a preparare?-
- Ci penseranno i ragazzi appena tornano, cara. Rilassati, davvero!- insisté la signora Weasley.
Hermione era nota per la sua testa dura. Alzò una mano e indicò la porta. – Di là c’è lei?- chiese, abbassando la voce.
Il sorriso della signora Weasley vacillò. – Temo di sì..-
- Posso farle compagnia qui un cucina?- chiese Hermione, speranzosa.
Ridendo, Molly la strinse in un altro forte abbraccio e poi le indicò la sedia. Dal forno proveniva il profumo dei dolci alla cannella. Hermione respirò quella fragranza ad occhi chiusi. Ora sì che si sentiva a casa! La signora Weasley iniziò a preparare lo stufato, bombardando Hermione con milioni di domande. “Come sono andati gli esami?”; “Che voti ti aspetti?”; “Qual è stato il più difficile?”; “Cosa avete imparato quest’anno?”; “Ron si è comportato bene?”; “E’ stato un bravo prefetto?”; “Harry sta bene?”; “Come vanno le cose fra Lavanda e Ron?””; e via discorrendo.
Hermione evitò accuratamente di raccontare una svariata serie di avvenimenti: l’ES, gli scherzi, la ribellione contro la Umbridge, la fuga al Ministero.
Molly evitò accuratamente di introdurre argomenti come: il Ministero, Sirius, la Umbridge, le punizioni.
Hermione se ne stava seduta con le gambe raccolte sulla sedia e le braccia strette attorno alle ginocchia, e parlava. Scoprì quanto fosse facile parlare con la signora Weasley di argomenti banali come gli esami, la scuola o le materie nuove. Era rassicurante starsene lì, nella cucina della Tana, a parlare di cose semplici, come se gli orrori della guerra fossero a miglia e miglia di distanza da quella casa.
Inevitabilmente, finirono a parlare dei gemelli.
- Avrei voluto che anche loro si diplomassero!- borbottò la signora Weasley, versando delle carote nella pentola.
Hermione si morse il labbro. – Sarebbe stato meglio. Se non altro, hanno trovato la loro strada!- li difese.
Molly annuì e le rivolse un sorriso. – Già, e sono fiera di loro per quello che hanno fatto. Spero solo che vada tutto bene!-
- Lo spero anche io..- commentò Hermione, con un sorriso timido.
Molly si soffermò a guardarla, come se la vedesse veramente per la prima volta. Hermione si irrigidì e il suo cuore perse un battito. C’era qualcosa di strano nell’espressione della signora Weasley. Non era ostile. Era come se fosse sospesa fra un pensiero e l’altro. Sorrideva ancora, ma sembrava assorta, preda di qualcosa che aveva catturato la sua attenzione, nella sua mente.
- Va tutto bene?- chiese Hermione, molto più coraggiosa di quanto si sentisse veramente.
Molly parve tornare con i piedi per terra. Annuì. – Certo. Stavo solo pensando..be’ pensavo ai miei figli!- ammise.
Con un sorriso, Hermione spostò le gambe e le accavallò. Poi fece cenno con la mano alla sedia accanto alla sua. Molly esitò un momento, poi si lasciò cadere sulla sedia, girata verso Hermione.
- Sono diventati grandi. Tutti. Anche Ginny!- aggiunse, con un sorriso tenero.
- Lei è quella più matura!- commentò Hermione, facendola ridere.
- Questa storia con Harry le fa bene. Sai, molte mamme non approverebbero. Io invece penso che si siano trovati. È come se non potessero vivere l’uno senza l’altra. E questo è importante, soprattutto se pensiamo a ciò che sta per succedere. Abbiamo bisogno di amare, semplicemente per sopravvivere!-
Hermione sentì gli occhi gonfiarsi, ma respinse le lacrime. Erano le parole più belle che avesse mai sentito. Allungò una mano verso Molly e le accarezzò il braccio. La donna si asciugò una piccola lacrima e le rivolse un sorriso tenero.
- Chi mi ha stupita veramente, siete stati voi due!- esclamò.
Hermione arrossì. – E’ un bene o un male?- chiese, quasi tremando.
Molly la fissò come se si fosse improvvisamente trasformata in una piovra. – Un bene, è ovvio! Sei la ragazza migliore che una madre vorrebbe vedere affianco al proprio figlio. Certo, avevi un’ampia scelta e ancora non mi spiego come tu sia arrivata a Fred..- scherzò, rivolgendole un sorriso vispo molto simile a quello del figlio. – Ma sono orgogliosa di lui, e di voi!-
- Grazie – mormorò Hermione, arrossendo ancora.
Molly le passò delicatamente una mano sulla guancia. – La vostra felicità conta per me più di qualsiasi altra cosa. E sapere che Fred ha te al suo fianco, mi rende non solo felice e orgogliosa, ma anche più tranquilla. So che saprai proteggerlo e so che potrai sempre contare su di lui, perché è un bravo ragazzo. Un po’ idiota, ma è cresciuto bene!- ammise.
Hermione scoppiò a ridere. – Sì, ho già fatto i conti con la sua immaturità!-
- E dovrai continuare a farlo, mia cara! Ma ti ama. Questo è tutto quello che ti serve sapere!-
Hermione annuì. – Lo so. E non ho bisogno di altro!- rispose, sorridendo.
Molly le prese la mano. – Siamo la tua famiglia, ora più di prima!-
- Grazie!- disse lei, con un sorriso commosso.
Sorridendo teneramente, la signora Weasley la strinse in un forte abbraccio. – Ti capirò, se un giorno vorrai scappare via!- scherzò, alleggerendo quel momento molto intenso.
Hermione rise ma appoggiò la guancia contro la sua spalla. – Non potrei mai. Nessuna famiglia è migliore di questa!-
- Lieta di sapere che lo pensi, cara!- rispose Molly, ridendo. Si udì un sonoro crack, e Molly si separò dal loro abbraccio. Sbirciò oltre la porta aperta sul cortile. – Sono Tonks e Remus. Bene, così potremo finalmente cenare! Andresti a chiamare Fred e Ron? Dovrebbero essere vicino al capanno!-
- Corro!- rispose Hermione.
Nel giardino buio attorno alla Tana, Hermione aguzzò la vista, finché non intravide due figure chine su una cassa di legna. Ron sistemava i pezzi a mano, in una pila che si innalzava contro la parete del capanno. Fred li stava spostando con la magia. Hermione alzò gli occhi al cielo. Con un solo colpo di bacchetta avrebbe potuto risparmiare la fatica a Ron e sistemare i pezzi di legno, nel giro, forse, di un secondo. Ma era Fred Weasley..
- La cena è quasi pronta!- annunciò Hermione, avvicinandosi.
Ron lanciò un pezzo di legno nel buio dietro di sé e scattò con un sorriso nella sua direzione.
- E tu quando sei arrivata?- chiese, soffocandola in un abbraccio.
Ridendo, Hermione si aggrappò alle sue spalle. – Poco fa. Scusa se non sono venuta a salutarti!-
- Chiacchieravi con mia madre?- si intromise Fred, con un ghigno malandrino.
Hermione assottigliò lo sguardo. – Parlavamo male di te!-
- Non sei convincente!-
- Remus e Tonks?- chiese Ron, lasciandola andare.
Hermione indicò le luci della Tana. – Appena arrivati!-
- Corro dentro a salutarli. Sono felice che tu sia qui!- disse Ron, scompigliandole i capelli. Poi si voltò e corse via.
Hermione si voltò verso Fred, che la prese per mano.
- Allora, ti sei calmata finalmente?- la prese in giro.
Hermione alzò gli occhi al cielo. – Penso che prenderò in considerazione l’avvertimento di tua madre!-
- Cioè?-
- Scappa!-
Ridendo, Fred le prese il viso fra le mani e la baciò. Hermione si lasciò trasportare da quel bacio. Erano insieme da poco più di sei ore, eppure le sembravano settimane. Come se quei due mesi non fossero mai esistiti. Tornare fra le sue braccia era stato come tornare in vita. Il suo corpo aveva ripreso forma, la sua mente aveva ripreso colore. Il suo cuore era leggero, pulsava allegro, indisturbato. Con un sorriso, Fred aveva scacciato i demoni di quelle due ultime settimane. L’orrore era scomparso. Il dolore per Sirius era diventato più facile da sopportare. Hermione aveva ripreso vita. Come se avesse rinunciato all’ossigeno per troppo tempo e ora stesse respirando un’aria fresca e nuova, carica del profumo che più preferiva. Il suo.
- E se saltassimo la cena?- propose Fred, con un sorriso malizioso.
Hermione sospirò, poi gli rivolse un sorriso dispiaciuto. – No. Ci sono i dolci alla cannella. E sei stato tu a chiederli!-
- Mi sto odiando per questo..-
In realtà, Hermione era stata veramente tentata di rispondergli di sì. La lontananza gravava parecchio sul suo equilibrio già precario. Rivedere Fred, tornare fra le sue braccia, sentire di nuovo quelle labbra sulle sue..un colpo sferzato duramente al suo equilibrio e al suo autocontrollo.
Infondo, gli altri se ne sarebbero accorti?
Sì. Inutile illudersi. Tutti si sarebbero resi conto della mancanza di due persone al tavolo della cena. E non due persone a caso. Hermione immaginò il resto della famiglia, Remus e Tonks fare due più due nelle loro menti e arrivare alla conclusione. No. Non poteva sopportarlo. Era troppo imbarazzante. Tanto valeva resistere. Aveva aspettato due mesi? Poteva aspettare un altro paio d’ore..no?
Le labbra di Fred tornarono sulle sue. La accarezzò lentamente, cullando quell’indecisione e disturbando il suo equilibrio. Stava giocando con lei, un classico! La stava tentando, le stava chiedendo di mollare la sua amata razionalità e scendere nella tana del leone. Le stava chiedendo di sfidarlo. Come sempre.
Con la mano, Fred accarezzò i suoi fianchi e scivolò sotto la sottile maglietta. Hermione rabbrividì, nonostante quella fosse una delle prime sere calde dell’estate.
- Sicura di non voler saltare la cena?- sussurrò Fred al suo orecchio.
Un secondo brivido si insinuò nelle sue vene. Hermione avvicinò istintivamente il corpo a quello di lui, stringendosi nel calore del suo abbraccio. Chiuse gli occhi, sapendo di andare incontro all’oblio del buio, e lasciò che gli altri suoi sensi si ampliassero. L’odore della sua pelle e dei suoi capelli la investì. Era molto più buono dei dolci alla cannella. Il calore che emanava la sua pelle sapeva di estate, di casa. Le sue mani scorrevano delicate sulla sua pelle, dolci e familiari, come se le avesse sentite anche in quei due mesi.
La sua bocca era un rifugio di passione, anima e tentazione. Poteva davvero resistere?
- Sto distruggendo le tue buone intenzioni?- chiese Fred, accarezzandole il collo con le dita.
- Ci stai andando molto vicino..- ammise Hermione, riaprendo gli occhi.
Fred si scostò da lei e le sorrise. – Fantastico! Ho raggiunto il mio obiettivo: adesso possiamo andare a cena!- esclamò allegro.
Poi la prese per mano e la tirò verso casa. Hermione alzò gli occhi al cielo, ma lo seguì ringraziando mentalmente il continuo bisogno di scherzare di Fred: se avesse continuato, avrebbe mandato tranquillamente la diavolo la cena. Ma forse era meglio non dirlo ad alta voce! Scherzare andava bene, ma era pur sempre Fred!
Visto che in cucina non potevano entrarci tutti, i signori Weasley avevano sistemato il tavolo fuori nel giardino. Hermione venne assalita da Ginny, e non ebbe nemmeno il tempo di salutarla. Si ritrovò stretta in un abbraccio così forte che poté giurare di aver sentito una costola incrinarsi. Hermione ricambiò con la stessa energia, e quello slancio le fece perdere l’equilibrio. Lei e Ginny si ritrovarono stese per terra, sul terreno fresco del giardino.
- Santo Merlino, quanto mi sei mancata!- esclamò Ginny, baciandole dolcemente una guancia.
- Ma se non vi vedete da due settimane!- puntualizzò George, ricevendo un’occhiataccia da parte di Angelina.
- Anche tu mi sei mancata!- mormorò Hermione, stringendola di nuovo a sé.
Rimasero stese per terra, a guardarsi e sorridersi. Dopo un tempo che le parve infinito, la signora Weasley uscì dalla porta della cucina con la bacchetta alzata e le varie portate della cena che le volteggiavano intorno.
- Sedetevi, tutti! Ron, smetti di infastidire quello gnomo! George, smetti di infastidire Ron..e qualcuno raccolga quelle due!- aggiunse, lasciandosi sfuggire una risata.
Fu Tonks a raggiungerle e porgere loro le mani. – Ragazze, mi siete mancate!- esclamò, stringendole entrambe in un abbraccio tenero.
- Anche tu Tonks!- rispose Ginny.
- Tantissimo!- aggiunse Hermione. – Stai bene?-
Tonks annuì incerta, poi cambiò argomento. – Venite a sedervi accanto a me!-
La cena fu caotica e festante, come sempre. Bill tentava di insegnare qualche pronuncia difficile a Fleur, che sembrava più concentrata sul viso del suo fidanzato che sulle sue parole. Il tutto, sotto lo sguardo rassegnato ma piuttosto sereno di Molly. Arthur e Tonks consigliarono a Fred e George alcuni settori su cui puntare con il loro negozio di scherzi. Ron si lanciò in una lunghissima discussione con Ginny e Angelina sul futuro della squadra di Quidditch di Grifondoro.
Per tutta la cena, l’argomento Sirius fu evitato. Hermione notò quanto fosse trasandato e pallido Lupin. La sua stanchezza, sommata al dolore per la perdita del suo migliore amico, sembrava lacerare ancora di più i lineamenti giovani dall’aspetto così vecchio. Era sempre più ingrigito, come se il tempo gli stesse giocando un brutto scherzo. Hermione gli rivolse un paio di sorrisi di conforto che lui, nonostante tutto, riuscì a ricambiare. Cercò anche di distrarlo. Prima del dolce, si sedette accanto a lui e raccontò di tutti gli incantesimi imparati grazie a Harry durante le Esercitazioni. Poco dopo, Ginny, Ron e Fred si unirono a loro.
- E quasi tutti abbiamo evocato un Patronus!- esclamò Hermione.
Lupin rimase piacevolmente colpito. – Anche gli studenti del terzo anno?-
- Be’, loro hanno più che altro evocato della nebbia luccicante, ma può essere comunque utile, no?- intervenne Ron.
Lupin annuì sorridendo. – E’ già sorprendente che siano riusciti a creare uno scudo! Che forma assumono i vostri?-
- Una lontra!- rispose Hermione.
- Il mio è un cane!- rispose Ron.
- Un cavallo – fu il turno di Ginny.
- Il mio è una iena!- rispose Fred, con un occhiolino.
Lupin scoppiò a ridere. – Deve averti letto bene nella mente!- commentò.
Mangiarono i dolci alla cannella in compagnia del loro ex professore, che sciorinò consigli su come difendersi e come perfezionare le tecniche già imparate. Era quasi mezzanotte, quando Molly li obbligò a salire in camera per andare a dormire. Visto che la casa sarebbe stata più affollata del solito, quell’estate, alcuni cambi di disposizione erano stati necessari. Di lì da due settimane sarebbero arrivati anche Lavanda e Harry.
Bill occupava la sua stanza con Fleur. Fino all’arrivo di Harry, Hermione avrebbe condiviso la stanza con Ginny e Angelina. Fred e George sarebbero rimasti nella loro vecchia stanza e Ron nella sua. Lupin e Tonks avrebbero dormito lì per un paio di notti, occupando rispettivamente la vecchia stanza di Charlie e quella di Percy.
Quando arrivarono in camera, Hermione si rese conto di quanto fosse stanca. Era stata una giornata lunga e intesa, soprattutto dal punto di vista emotivo. Crollare fra le coperte era il suo unico desiderio. Si gettò nel letto vestita, mentre Ginny e Angelina riprendevano l’argomento Quidditch, lasciato in sospeso. Hermione allungò la mano sotto il cuscino. Le sue dita incontrarono qualcosa di simile alla carta. Le sue orecchie udirono Angelina incitare Ginny a fare i provini per la squadra.
Accigliata, Hermione afferrò la carta e la estrasse da sotto il cuscino. Era un pezzo di pergamena. Sorridendo, Hermione lo lesse.
 
 
“Cortile sul retro, fra un’ora!
 
F.”
 
 
Hermione scosse la testa sorridendo.
- Che hai?- chiese Ginny.
Senza dire una parola, Hermione le lanciò il foglietto e tornò ad appoggiare la testa sul cuscino.
- Non smetterà mai di stupirti!- commentò Ginny, leggendo con un sorriso.
- Dici?- scherzò Angelina, togliendo un identico frammento di pergamena da sotto il suo cuscino.
Ridendo, Hermione si sollevò a sedere. Angelina lanciò il biglietto nella sua direzione e Ginny saltellò sul suo letto per leggerlo assieme a lei.
 
 
“Fra un’ora quell’idiota se ne va!
 
G.”
 
 
- Rettifico!- esclamò Ginny. – Non smetteranno mai di stupirvi!-
Hermione e Angelina si rivolsero un’aria complice. Poi Hermione circondò le spalle di Ginny con un braccio.
- Questa stanza sarà tutta tua, quando Harry tornerà!- la consolò.
Ginny sfoderò un sorriso malizioso. – Puoi dirlo forte!-
 
 
 
 
 
 
 
Hermione attraversò in punta di piedi il prato spazzato dalla brezza notturna dell’estate. Si rese conto di quanto fosse ridicolo camminare a passo felpato. Chi poteva sentirla? I gufi?
Sospirando fra sé, tornò a poggiare normalmente i piedi a terra. La notte aveva portato una leggera frescura nella campagna attorno alla Tana. I fili d’erba ondeggiavano al vento. Il cielo era coperto di stelle, la luna era sottile e bassa. Era troppo freddo per essere estate, Hermione lo sapeva. Quel cambiamento climatico era dovuto a un cambiamento nell’equilibrio del mondo stesso: l’ascesa dell’oscurità. Hermione decise di cacciare quei pensieri dalla mente. Non le servivano a niente, in quel momento.
Girò l’angolo del capanno e vide Fred appoggiato contro la catasta di legna sistemata da Ron.
- Granger, stavo piantando le radici!- scherzò, fingendosi irrequieto.
Hermione alzò gli occhi al cielo. – Spiacente di aver interrotto: magari le radici ti cucivano la bocca!-
- Quanto mi mancavano le tue battute..-
- Le tue, invece, non mi mancavano affatto!-
- E anche le tue bugie..-
- Forse era meglio se rimanevo a casa mia!-
- Forse è meglio se chiudi la bocca!- sussurrò Fred, con un sorriso divertito, prima di chinarsi a baciarla.
Hermione decise di archiviare una risposta spietata in un angolino della sua mente, per rimandarla a un momento più opportuno. Era decisamente troppo presa da quel bacio, per preoccuparsi di ribattere. Si sollevò sulle punte, avvicinandosi al suo viso. Circondò il collo di Fred con le braccia, aggrappandosi a quella schiena forte che le era così tanto mancata. Saggiò le sue labbra, riscoprendo quel sapore che riusciva a inebriarla e invaderla. Lasciò che lui la abbracciasse e la stringesse. Ora si sentiva al sicuro. Si sentiva veramente a casa. Le sue dita giocarono con i capelli di Fred, rossi come il tramonto. Quella familiare sensazione di calore le risalì la schiena, insinuandosi sotto la sua pelle, scaldandole il sangue. Era il calore del fuoco, quello che solo le fiamme dei suoi capelli riuscivano a regalarle. Era il riparo del suo corpo, della sua pelle, che non aveva ancora sentito sulla sua..
Improvvisamente, Fred si separò da lei. La testa di Hermione vorticò pericolosamente. Perdere il contatto dalle sue labbra era stato strano, quasi surreale. Come perdere ossigeno dopo un’apnea. Fastidioso.
Hermione sollevò le sopracciglia in un’espressione interrogativa e quasi scocciata. Perché si era fermato?
Ridendo, Fred la prese per mano. – So che non riesci a resistermi, ma sotterra i bollenti spiriti ancora per un po’: devo mantenere una promessa!- spiegò.
Hermione aprì leggermente la bocca. Non sapeva come cominciare. Insultarlo per l’insinuazione di dubbio gusto, - che per altro poteva tranquillamente rivolgere a se stesso!- , o se chiedere ulteriori chiarimenti sulla promessa.
Optò per entrambe: - Non ho nessun bollente spirito da soffocare: pensa ai tuoi! E di che razza di promessa parli?- chiese.
Fred le rivolse un sorriso malandrino e cominciò a trascinarla verso la stradina che portava alla collina. Risalirono il pendio in silenzio. Nella notte serena, solo il vento infrangeva il silenzio. Qualche grillo cantava. Hermione vide una lepre sgattaiolare via. Per il resto, la campagna era silenziosa. Quella pace così naturale le ricordava la foresta nella Stanza delle Necessità. Sorrise fra sé, mentre alcuni ricordi riaffioravano nella sua mente. Strinse la mano di Fred, consapevole che il protagonista di quei pensieri era accanto a lei.
In cima alla collina, Fred la portò fra gli alberi che sorgevano formando una specie di barriera naturale su una radura. Il campo improvvisato di Quidditch. La famiglia Weasley usava quello spiazzo da anni per allenarsi durante l’estate. Era abbastanza protetto. Il segreto era volare basso. Anche Hermione aveva partecipato a qualche partita, senza riuscire a dare il suo contributo alla squadra, per ovvie ragioni! Lei e quello sport non sarebbero mai andati d’accordo. Lei e le scope, in generale, non sarebbero mai andate d’accordo!
Accanto al limitare degli alberi, Fred si fermò. Le prese le mani e la guardò negli occhi, con un sorriso vispo.
- Mentre eravamo lontani, ho promesso a me stesso che ti avrei portata a vedere le stelle. So che le hai già viste un sacco di volte. Ma non con me!- aggiunse divertito.
Hermione sorrise. – Quindi è un’occasione speciale?-
- Esatto, prendere o lasciare!-
Ridendo, Hermione si sollevò sulle punte per sfiorargli le labbra con un bacio delicato, decisamente molto più innocente di quello di pochi minuti prima. Poi si separò da lui e si lasciò scivolare sull’erba. Sorridendo, Fred la raggiunse. Rilassarono la schiena sul terreno morbido coperto di erba e muschio. Hermione alzò lo sguardo verso il cielo e vide le stelle. Non erano stelle qualunque. Era un cielo immenso, infinito, trapuntato di milioni di diamanti splendenti nella notte. Solo a Hogwarts si potevano vedere delle stelle cosi. Era uno spettacolo unico nel suo genere. L’assenza della luna piena permetteva alle stelle di brillare con più intensità. Nessuna luce ostacolava la loro.
- E’ bellissimo!- mormorò Hermione, senza staccare gli occhi dal cielo.
Fred aprì la bocca per commentare, ma Hermione sollevò una mano e gli fermò le labbra con due dita. – No..- mormorò divertita.
Si voltò a guardarlo. Aveva un misto di stupore e perplessità negli occhi vispi e un’aria quasi offesa. Hermione rise piano, notando soprattutto quel vago senso di risentimento.
- So cosa stavi per dire..- spiegò.
Fred scosse la testa e scacciò con un bacio le sue dita. – Non puoi saperlo!-
- Se indovino, cosa vinco?- lo sfidò lei.
Fred le rivolse un sorriso vispo. – Una splendida estate in mia compagnia!-
Hermione aggrottò la fronte. – Puoi fare di meglio!-
- Scorta di Cioccorane a vita?-
- Mhm..-
- Il resto dei tuoi giorni al mio fianco?-
- Vada per le Cioccorane!-
Effettivamente, Hermione fu veloce a schivare il mucchietto di muschio che Fred le tirò. Sfoderò la sua espressione da cucciolo ferito e incrociò le braccia. Solitamente, Hermione sarebbe riuscita a resistere a quello sguardo sofferente e offeso. Ok, forse non era proprio del tutto vero. In quell’occasione, comunque, fu ancora più difficile del previsto.
Hermione alzò gli occhi al cielo e strisciò su di lui. Sorridendo, scese sulla sua bocca. Mordicchiò dolcemente il labbro inferiore e poi lo baciò. Se lei non era capace a resistere, Fred era davvero molto abile a cedere! Impiegò nemmeno il tempo di un sospiro, prima di catturare le sue labbra in un bacio vero, intenso e profondo. Le sue braccia si sciolsero e la strinsero per la vita, avvicinandola ancora di più a sé. Hermione quasi tremò in quell’abbraccio così improvvisamente passionale. La sensazione di essere di nuovo accanto a lui, ancora, le dava le vertigini. Era incontrollabile. Non poteva fermare quel calore e non poteva lottare contro quella sensazione di leggerezza che le scorreva nelle vene. Infondo, poi, perché avrebbe dovuto? Era esattamente quello che voleva.
Lentamente, Fred sfiorò le sue labbra in un bacio delicato, e poi sfoderò un sorriso di sfida. – Allora, Granger, cosa stavo per dire?-
Hermione rise sulle sue labbra. – Prima voglio conoscere la posta in gioco?-
- Grifondoro fino al midollo, eh?- la prese in giro Fred, rivelando, in realtà, quanto fosse fiero di lei.
- Puoi scommetterci il Boccino d’Oro, Weasley!- esclamò lei, con un ghigno.
Fred scosse la testa divertito. – Da quando ti ispiri al Quidditch?-
- Colpa di Harry e Ron. Ma questa me l’ha insegnata Angelina! Stai tergiversando!-
- Dovresti sapere che è un vizio!-
- Prego ogni volta che tu possa superarlo..-
- E’ perché sono maledettamente bravo..-
- Io sono brava ad affatturare le persone!- borbottò Hermione.
- Niente magie fuori dalla scuola!-
- Fred!-
- Ok, hai vinto, Prefetto testardo!- concluse lui, ridendo. – Se indovini, ti lascio dormire nella mia stanza per il resto dell’estate?-
- Con George?- scherzò Hermione.
- Sì, io me ne starò qui di fuori..- borbottò Fred.
- Dimenticavo: diventi davvero adorabile quando sei geloso..-
- Non sono geloso..-
- Devo cominciare a parlare di McLaggen?-
- Fa pure se vuoi. A proposito, lo sai che Fleur prepara dei biscotti davvero buoni?-
La freddezza negli occhi di Hermione fece scoppiare Fred in una risata contagiosa, che finì per stravolgere anche lei. Per un momento, Hermione finse di offendersi e lottò con decisione per sfuggire al suo abbraccio, ma Fred fu veloce..e molto convincente! Il modo in cui le accarezzò i fianchi, insinuandosi sotto la maglietta, la fece rabbrividire. Risalì lungo la schiena, sfiorando la sua pelle calda. Qualcosa si incendiò nelle sue vene. La foresta rischiava di ospitare un rogo? Molto probabile..
- Granger, accetti o no? Decidi entro la fine dell’estate, o perderai l’occasione d’oro!- la provocò lui, con un sorriso fin troppo malizioso.
Hermione deglutì a vuoto. La saliva dov’era finita? Evitò di preoccuparsi.
- Va bene Weasley. Anche se avrei dovuto pretendere di meglio..-
- C’è sempre George!-
- Piantala!-
- Scusa..dicevamo?- chiese Fred, con un sorriso vispo.
Hermione gli puntò il dito contro. – Prometti di essere sincero. Se indovino, indovino! Punto!-
Fred si posò una mano sul cuore. – Lo giuro solennemente!-
Hermione scrutò Fred con sguardo severo, ma lui non batté ciglio. Decise di fidarsi. Tanto che possibilità aveva?
- D’accordo!- commentò. – Stavi per dire: Non quanto te!-
Anche volendo, Fred non avrebbe potuto mentire. Rimase così sorpreso da quella risposta, che non si prese la briga di chiudere la bocca. Hermione aveva indovinato, l’espressione da colpevole colto sul fatto di Fred ne era la prova!
- Però, Granger!- esclamò, riprendendosi. – Sei brava!-
Hermione arricciò le labbra. – Ho i miei assi nella manica..- mormorò.
- Ti sto insegnando troppe cose!-
- Colgo un filo di invidia..- lo prese in giro lei.
- Non puoi superarmi, mettiti il cuore in pace!- ribatté Fred, sorridendo.
- Se crederci ti fa stare bene..comunque abbiamo tutta l’estate per parlarne!-
- Ben detto, Granger! Perciò ora chiudi la bocca..- scherzò, sollevando il viso in cerca delle sue labbra.
Hermione si scostò e spinse Fred sulla fronte con l’indice. – Ehi, quella è una mia battuta!-
Ridendo, Fred le catturò i polsi e, con una mossa fulminea, ribaltò le posizione. Nemmeno il tempo di battere le ciglia, e Hermione si ritrovò stesa sul prato morbido, il viso di Fred a pochi centimetri dal suo e il cielo stellato a fargli da sfondo.
- Lo so, Granger!- mormorò lui, sfiorandole la guancia con le labbra. – E tu sai che non sono capace a giocare secondo le regole..-
Hermione arrossì, ricordando quanto fosse vera quell’affermazione. Regole. In quel gioco, il loro gioco, le regole non esistevano. E i piani andavano in fumo. Sempre.
Un brivido le percorse la spina dorsale, mentre la bocca di Fred scendeva sul suo collo. Gli occhi di Hermione trovarono le stelle. Brillavano, sembravano quasi oscillare, come se stessero respirando.
- Tu non rispetti mai le regole..- ribatté Hermione, concentrandosi sul torpore che le stava risalendo le gambe.
Fred sorrise sulla sua pelle. – E per te non è mai stato un problema!-
Suo malgrado, Hermione sorrise. – Hai mandato in fumo tutti i miei piani!- protestò.
Fred morse delicatamente la sua pelle, scuotendo la testa. Un brivido le attraversò le vene nello stesso istante in cui una fiamma si accese nel suo cuore.
- Tutti tranne uno..- sussurrò Fred, percorrendo il suo collo con la lingua.
Hermione provò a immaginare di quale piano si trattasse, ma qualcosa nel suo cervello si stancò di pensare. Improvvisamente, rimase priva di immagini, parole e idee. Rimase priva di ogni cosa. Percepiva solo il profumo di cannella, l’odore della notte estiva, il calore della pelle di Fred e le fiamme dei suoi baci.
Brivido e fiamma. Calore e gelo. Quell’altalena di sensazioni contrastanti riuscivano sempre a farla sentire completa. E gli era mancato tutto questo. Ogni singolo giorno.
- Quale sarebbe?..- sussurrò, incapace di resistere alla curiosità.
Fred risalì lungo il suo collo e le posò un bacio dolce sulle labbra. Poi i loro occhi si incontrarono, profondi, illesi, vicini più di quanto lo fossero i loro stessi corpi.
- Quello di innamorarti di me – rispose Fred.
Hermione ricambiò il sorriso. – Quello era il tuo piano..-
- No, era il nostro piano!- puntualizzò lui, accarezzandole una guancia con l’indice.
- E’ per questo che non è andato in fumo?-
Fred annuì. – Finché restiamo insieme, niente può andare storto..-
- Allora restiamo insieme..-
- Amo la tua intelligenza!-
- Quanto sei idiota..-
- Mi ami per questo!-
Hermione alzò gli occhi al cielo ma sorrise. Sì, lo amava per quello. E per altre mille ragioni che non aveva bisogno di elencare. Fred le sapeva già. Forse ne conosceva più lui di lei. Ma aveva importanza? Erano insieme. Cosa poteva allontanarli? Erano soli sotto una volta di stella. Nel buio della notte, stesi su un prato fresco, mentre l’estate ronzava attorno a loro. Erano insieme. Bastava quello.
Hermione sfoderò un ghigno. – E comunque..parli sempre troppo!-
- Vuoi chiudermi la bocca?- scherzò Fred, con un sorriso malizioso.
Hermione sospirò. A volte, Fred dimenticava quanto fosse cresciuta. Hermione Granger non arrossiva più davanti a certe insinuazioni. O meglio, lo faceva. Ma aveva imparato a contrattaccare, da un bel po’. E, se possibile, era diventata addirittura più pericolosa e letale del suo maestro.
Con un sorriso seducente, Hermione strinse fra le dita la sua maglia e lo attirò sopra di sé, avvicinandolo al suo corpo. Gli accarezzò le gambe con le sue, lentamente. Nel suo sguardo, si accese una fiamma di desiderio che, fino a quel momento, Hermione era riuscita a contenere tra pareti troppo sottili, destinate a crollare.
Hermione non rispose alla provocazione di Fred. I suoi occhi bastavano. Le parole sarebbero state superflue. Avrebbero spezzato quegli sguardi così profondi e intriganti. Avrebbero spezzato quella piccola magia. Fred scese su di lei, in cerca delle sue labbra. Hermione le avvicinò, e insieme scivolarono in un bacio ardente, carico di passione e desiderio. Erano liberi. Liberi di amarsi di nuovo, liberi di amarsi di nuovo.
Dopo la lontananza, dopo la prigionia, poteva vivere insieme quella libertà. Crollarono le catene, crollarono le sbarre di quella prigione, il fuoco divampò. Bruciò ogni angolo di mondo che non fosse il loro. Indomabili e inarrestabili, le fiamme li travolsero. Avrebbero potuto vivere senza? No. Mai. Avevano bisogno di quel contatto, avevano bisogno di trovarsi e amarsi. Non poteva esistere, senza. Era la ragione che li spingeva a vivere.
Era così che tutto era nato. Da una fiamma. Da una passione. Da una sfida. Il loro gioco. Il gioco senza regole, senza esclusione di colpi, senza nessuna disciplina. A pensarci bene, Hermione capì che non esistevano sconfitte, in quel gioco. La vera sconfitta sarebbe stata rinunciarci. Potevano esistere solo la vittoria e la sete di aversi e bramarsi. La sete che avevano l’uno dell’altra. Quell’amore così travolgente che li aveva colpiti con la forza di una tempesta. Si era nascosto dietro piccole nuvole grigie e poi era sceso su di loro come un fulmine. Non avevano altra scelta. L’elettricità che li univa era tentazione continua, era una voglia incessante di continuare a giocare.
Era amore. La magia più semplice e potente del mondo.
Hermione chiuse gli occhi e lasciò che ogni cosa, in lei, lottasse per appartenere a Fred. La sua pelle, morbida e fresca, che finalmente veniva rapita dalle sue mani. La sua bocca schiusa che lasciava sospiri nell’aria estiva, ora di nuovo unita alla sua. Le sue stesse mani, che ritrovavano il calore del suo corpo scolpito. Le sue dita che scorrevano sulla cicatrice di quella partita maledetta. Le dita di lui che sfioravano la maledizione che l’aveva colpita. E fu come tornare indietro nel tempo, a quella prima volta nell’ala isolata del sesto piano. Lontani dal mondo, preda di una follia travolgente: quella della passione. Fu come tornare indietro, e rivivere quel giorno in cui tutte le regole del gioco erano svanite. Dove lei, Hermione Granger, la coraggiosa strega, aveva abbandonato ogni certezza per scivolare fra le sue braccia. Aveva venduto la sua razionalità per cadere nell’oblio. E aveva scoperto di aver fatto la scelta migliore del mondo. Era ciò che voleva. Non avrebbe mai potuto desiderare altro. Aveva Fred. Amava Fred. Le bastava. Forse per il resto della vita.
Erano rimasti soli, senza vestiti e senza ostacoli, sotto un cielo infinito. Inafferrabile. Hermione aprì gli occhi e rivide le stelle. Brillavano ancora. E sembravano galleggiare. Quel sottile velo sfuocato che le circondava.... Sembrava quasi che respirassero. Sorridendo, Hermione cercò le labbra di Fred e gli circondò i fianchi con le mani. Tentazione. Desiderio. Passione. Era stanca di resistere. Fred scivolò in lei, guidato dalle sue mani. E i loro sospiri, si unirono a quelli delle stelle.
 
 
 
 
 
Un coniglio zampettò nell’erba alta. Fiutò l’aria, sospettoso, e intercettò l’odore di due esseri umani a pochi metri di distanza. Allarmato, il coniglio si voltò e le sue zampette scattanti lo riportarono subito al sicuro nel folto del boschetto.
Hermione sorrise e strisciò la guancia sul petto di Fred. La mano di lui scorreva lenta lungo la sua schiena nuda. Hermione rabbrividiva, lui sorrideva soddisfatto.
- Penso che si sposeranno!- concluse Fred.
Stavano parlando di Fleur e Bill e di quanto fosse cambiata la vita alla Tana da quando la ragazza vi aveva messo piede.
- Tua madre darà in escandescenza!- commentò Hermione.
Fred sorrise. – Cercheremo di aiutarla a non impazzire!-
- Forse tu e George non siete esattamente le persone più indicate – borbottò lei.
- Ma la conosciamo fin troppo bene. Sappiamo cosa fare!-
- Certo, siete i gemelli Weasley!- lo canzonò lei.
- Molto divertente, Granger! Vorrei ricordarti che siamo considerati come leggende, a Hogwarts!-
- Dimentichi che ho avuto anche io la mia parte, Weasley!-
Fred annuì. – Sei stata una degna erede, ma riamiamo comunque delle leggende!-
Hermione alzò gli occhi al cielo. – Non mi ricordavo del tuo fastidioso egocentrismo..-
- Lo sai, mi mancavano un sacco i nostri bisticci!- esclamò lui.
Sorridendo, Hermione sollevò il viso e cercò le sue labbra. Fred le accarezzò la schiena e le passò un braccio attorno alle spalle per stringerla a sé.
Rimasero su quel tappeto d’erba per un tempo che a Hermione parve infinito. Stava quasi per sorgere l’alba quando, mano nella mano, risalirono silenziosamente le scale che portavano alle loro stanze. Hermione aprì la porta della sua camera e vide che Angelina non c’era. Forse si era addormentata da George. Con un cenno della testa, Hermione indicò a Fred di entrare. Richiuse piano la porta e attraversò la stanza in punta di piedi, seguita da Fred. Si rintanarono nella freschezza delle lenzuola e del soffice materasso. Hermione era così stanca che faticò quasi a tenere gli occhi aperti.
Fred sfiorò il suo orecchio con le labbra e sussurrò. – Ti amo, Granger –
Hermione sorrise. – Anche io, Weasley –
 
 
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
 
 
Vivere alla Tana era un po’ come vivere a Hogwarts. Al posto dello studio, c’erano compiti come ripulire il giardino dagli gnomi, spazzare la soffitta, ridipingere le pareti, radunare e sfamare il pollame, abbellire il giardino e selezionare le vecchie cianfrusaglie da buttare. C’erano sempre i gemelli a portare scompiglio, alla Tana come a Hogwarts. Si poteva assistere alle sfuriate della signora Weasley, che assomigliavano a quelle dei professori, ai misericordiosi atti eroici di Arthur, che poteva essere scambiato per il Silente della situazione quando cercava di placare le acque, e non mancavano mai una buona dose di scherzi indirizzati ai più piccoli. Be’, in quel caso, la categoria si riduceva a un solo elemento: Ron! Nonostante i tentativi di Molly di schermare il figlio maschio più piccolo dall’attacco dei gemelli, e di un Bill tornato un po’ bambino, Ron capitò spesso in situazioni spiacevoli, come asciugamani che sparivano appena usciva dalla doccia, o ali di pollo che spiccavano letteralmente il volo dal suo piatto. Cibo volante significava cibo fuggitivo, e quindi niente cibo! Per Ron era una specie di maledizione. Peggiore, sicuramente, di quella dell’asciugamano.
Hermione e Ginny impararono presto a guardarsi le spalle, nel caso ci fossero trappole nascoste, piazzate in giro per la casa per cogliere Ron di sorpresa. Non potendo usare la magia, le ragazze rivestirono solo il ruolo di spettatrici. Ogni tanto riuscirono a salvare Ron da qualche scherzo, giusto per pulirsi la coscienza, ma per il resto dovettero entrambe ammettere quanto fosse divertente vedere Ron uscire di soppiatto dal bagno con il libro di Pozioni come “asciugamano”, o vederlo correre per la casa intento a seguire un pollo più cotto che vivo, ma comunque volante!
Quei momenti di sano divertimento cominciarono a coinvolgere anche un taciturno Arthur Weasley, che fingeva di punire i gemelli e poi si appostava dietro la porta per vedere Ron in preda a una lite funesta con un asciugamano che voleva scappare dalla finestra. Per fortuna, constatò Hermione, quel giorno Ron si era portato i jeans in bagno!
 
 
L’arrivo di Lavanda alla Tana segnò un importante traguardo. La signora Weasley fu davvero felice di conoscerla e la accolse in famiglia con lo stesso calore che aveva riservato a Harry, Hermione e Angelina.
Gli unici che riuscirono a interrompere quel momento di profonda emozione, furono proprio Fred e George. Appostati dietro la madre, in modo che non li vedesse, inscenarono una piccola commedia: Ron, interpretato da George (In seguito, Ginny e Hermione scoprirono che si era beccato quella punizione perdendo a Sparaschiocco contro il gemello!) colpiva Lavanda, malamente imitata da Fred, con un incantesimo che sembrava assomigliare a un corda legata attorno al collo. Difficile dirlo con certezza. Nella scenetta, Lavanda cadeva ai piedi di Ron, per poi abbracciarlo e guardarlo come se fosse una stella del Quidditch o un Duellante di prima categoria. Il fatto che Fred e George esagerassero al massimo le espressioni facciali dei due innamorati, fu deleterio. Ginny scoppiò a ridere troppo forte. Molly si girò appena in tempo per vedere Fred e George rivolgere un’espressione sognante al soffitto e formare dei cuori con le dita unite. La reazione della signora Weasley fu così veloce ed esplosiva che Hermione dovette temere per l’incolumità di Fred. Un colpo di bacchetta e i gemelli si ritrovarono con la bocca serrata, come se le labbra si fossero incollate, e le mani saldamente legate da un nastro nero dall’aria decisamente resistente. Dopo una sfuriata, Molly li obbligò a rintanarsi nella loro stanza. Hermione e Ginny li seguirono ridendo. Ron e Lavanda arrossirono, per poi tornare fra le braccia di nuovo tenere e amorevoli della signora Weasley.
 
Nella stanza dei gemelli, i ragazzi tentarono invano di liberarsi, senza alcun risultato. Hermione, forse, conosceva qualche contro-incantesimo utile, ma non essendo maggiorenne aveva, ironicamente, le mani legate! Cominciò comunque a guardare fra i suoi libri, in caso le venisse in mente qualcosa.
- E’ un incantesimo piuttosto semplice. Dovrebbe comunque dissolversi fra circa sei ore!- disse, leggendo le pagine del libro.
Entrambi i gemelli la scrutarono come se fosse uscita di testa.
- Non fate quelle facce!- commentò Ginny. – In ogni caso, cosa potremmo fare noi?-
- No, non guardarmi così!- esclamò Hermione, puntando il dito contro Fred. – Non infrango la Traccia per te!-
Fred alzò gli occhi al cielo, ma George azzardò un sorriso.
Quando Angelina arrivò, Hermione le disse che aveva indovinato l’incantesimo giusto.
I gemelli rimasero immobili mentre le tre ragazze, acquattate in un angolo, discutevano fra loro a bassa voce. In realtà, era tutta scena. Hermione e Angelina si erano capite semplicemente scambiandosi due parole, e Ginny le aveva appoggiate subito, cogliendo al volo il loro piano.
Fu così che decisero di lasciarli lì.
- Conosciamo l’incantesimo..- annunciò Hermione.
I gemelli si scambiarono uno sguardo di puro sollievo e poi tornarono a rivolgere l’attenzione alle fidanzate e alla sorella.
Angelina rivolse a George un ghigno. – Ma siccome è arrivato il momento di insegnarvi a non sottovalutare il nemico..-
-..abbiamo deciso di lasciarvi lì!- concluse Ginny.
Fred aggrottò la fronte in quello che doveva essere uno sguardo minaccioso. Hermione gli fece un occhiolino e poi uscì dalla stanza, salutando con la mano. Angelina e Ginny la seguirono.
Per tutto il pomeriggio, le ragazze si rilassarono al sole, godendosi quel momento di gloria. Sarebbe stato breve, lo sapevano. Tanto valeva approfittarne fino infondo! Il sole di giugno stava scaldando finalmente le colline attorno alla Tana. Il terreno era rovente e la brezza riusciva a malapena a rinfrescare le gocce di sudore sulla fronte di Hermione.
- Secondo voi si vendicheranno?- chiese Ginny, rivolgendo il viso al sole.
Angelina e Hermione si scambiarono un’occhiata e insieme risposero: - Puoi giurarci!-
Ginny aprì gli occhi e le guardò con soddisfazione. – Fortuna che sono solo la loro sorellina!-
- Non abbassare la guardia..- le consigliò Hermione. – Ricordi il serpente?-
Ginny rabbrividì e Hermione scoppiò a ridere.
Mentre il sole le scaldava le guance, Hermione pensò alla possibile vendetta di Fred. Un’idea le guizzò in testa. Si chiese se Fred potesse arrivare alla stessa conclusione. Era probabile. Molto probabile. Infondo, non era stata lei a chiedergli di legarla?
 
 
Quella sera, la cena si svolse nel cortile, come spesso accadeva durante le ultime settimane. Remus e Tonks si unirono a loro. Arrivarono giusto cinque minuti prima di Fred e George. Ron era stato costretto dai gemelli, durante la loro prigionia, a scrivere una lettera a Lee per dirgli che lui e Katie si sarebbero dovuti occupare da soli del negozio, quel pomeriggio, chiusura compresa. Come fossero riusciti a spiegarsi, o come Ron fosse riuscito a interpretare i loro gesti, rimase un mistero.
Quando Fred uscì dalla porta della cucina, cercò immediatamente Hermione con lo sguardo. Lei rimase immobile, fiera e spavalda, a ricambiare quell’occhiata intensa e provocatrice. Sì, si sarebbe vendicato. I suoi occhi parlavano chiaro. Un brivido le risalì lungo la spina dorsale. Era davvero curiosa di scoprire quella vendetta. Stava impazzendo? Doveva essere ricoverata al San Mungo?
Le labbra di Hermione si tesero in un sorriso. Be’, se doveva cedere davvero a quella follia, allora avrebbe trascinato anche Fred, fino infondo. Lui ricambiò il sorriso e si avvicinò a lei. Molly interruppe quello scambio, scaraventando fra le braccia di Fred un enorme pentolone pieno di stufato.
- Fred, appoggialo a tavola!- ordinò.
Fred distolse lo sguardo da Hermione e si concentrò su quel compito: ustionare qualcuno con lo stufato sarebbe stato solo un fastidioso contrattempo. La serata doveva filare liscia e doveva finire rapidamente. Hermione se lo sentiva!
Tutti si sistemarono intorno al grande tavolo nel cortile della Tana. Quella sera, si erano uniti anche Katie e Lee, che era venuto ad informarsi sulle misteriosi condizioni di salute di Fred e George. Per tutta la sera, gli ospiti furono intrattenuti con il racconto della prigionia dei gemelli. L’incantesimo, come Hermione aveva previsto, si era dissolto dopo quasi sei ore. La corda nera era svanita e le loro labbra si erano finalmente separate.
- Promettiamo vendetta!- mormorò George, quando fu certo che gli adulti fossero concentrati su altro.
- Vendetta per le nostre carceriere!- aggiunse Fred.
- Ma non vi aveva imprigionati vostra madre?- chiese Lee, con cipiglio perplesso.
- Buono, Lee!- esclamò Katie, accarezzandogli i capelli. – E’ al di là della tua comprensione!-
Quella battuta scatenò una serie di risate che distrassero l’attenzione dall’argomento principale. Hermione, però, non aveva dimenticato. Come poteva? Quando Fred parlava di vendetta, allora significava che era giunto il momento di mettersi il cuore in pace e aspettare, senza mostrarsi troppo entusiasta. Ragionando ancora sulla sua possibile caduta nella pazzia, Hermione cercò di rimanere attenta alla conversazione che Lee e Ron avevano intrapreso sul mercato degli scherzi. Zonko aveva chiesto alcuni brevetti a Fred e George, e loro avevano accettato. Ora il negozio più famoso di Hogsmeade vendeva i prodotti marchiati Tiri Vispi. Era un grande traguardo. Hermione ignorò le possibili implicazioni: più merce illegale a Hogwarts; più lavoro per lei; Prefetto contro Fred Weasley. Ci rinunciava. Ormai era una battaglia persa in partenza. A voler essere molto sincera, poi, in quel momento stava pensando a tutt’altro..
Niente che rientri nei miei doveri di Prefetto..
Hermione tossicchiò, scacciando un pensiero improvviso che le aveva invaso la mente. Nemmeno lei sapeva perché, ma si era ritrovata a pensare alla McGranitt. Cosa avrebbe pensato della sua studentessa modello? L’avrebbe mai immaginata in una situazione come quella di quella sera? In bilico fra il desiderio di una vendetta e l’intrigante attesa di una nuova sfida? Meglio non pensarci. Hermione scosse la testa, costringendo il viso della McGranitt a sparire dalla sua testa.
Fred le rivolse un’occhiata perplessa e lei scosse le spalle, come a voler chiudere l’argomento prima ancora che lui potesse chiederle a cosa stesse pensando.
Quando la cena terminò, la signora Weasley li spedì tutti a letto. Ginny sbuffò un paio di volte e cercò di aggirare l’attenzione dei genitori, per poi inchiodare Remus contro un muro e assillarlo con domande sul destino di Harry. Quando sarebbe arrivato? Dove lo avrebbero portato? Cosa stavano facendo per proteggerlo? Ma lui non ne sapeva niente. Sconsolata, Ginny raggiunse Hermione, e insieme ad Angelina tornarono nella loro stanza. I gemelli si erano Smaterializzati pochi minuti prima. Ron e Lavanda erano saliti di sopra, mano nella mano, e con sorrisi fin troppo soddisfatti, per i gusti di Hermione. Era sempre il suo migliore amico, ma meno sapeva della sua storia con Lavanda meglio era!
- Harry non ne sa niente..- mormorò Ginny, rassegnata.
- Andrà tutto bene, Ginny!- la rassicurò Hermione. – Fra poco sarà qui!-
- Lo spero tanto!-
Angelina si unì a loro e le accarezzò una spalla. – Sono sicura che è già tutto pianificato. Forse Silente ha un piano, ma non l’ha condiviso con gli altri dell’Ordine per sicurezza!-
Ginny annuì, sorridendo. Era un po’ più tranquilla. Hermione approfittò di quel momento per sgattaiolare in bagno. Mentre lavava i denti, notò l’effetto del sole di quel pomeriggio. Il suo viso non era molto scuro, ma la sua pelle sembrava brillare in modo diverso dal solito. Sorridendo, raccolse i capelli e uscì dal bagno, per dirigersi nella stanza. A metà del corridoio, udì un sonoro crack e si ritrovò fra le braccia di Fred.
- Mi spieghi come fai a prevedere l’arrivo con così tanta precisione?- sbottò Hermione, infastidita.
Fred le rivolse un ghigno. – Non lo prevedo: è semplice fortuna!-
Hermione alzò gli occhi al cielo. – Adesso si spiegano tante cose..-
Sorridendo, Fred premette le labbra sulle sue e un campanello suonò rumorosamente nella mente di Hermione. La vendetta! Si era distratta al punto di dimenticarsene.
- Andiamo..- mormorò Fred.
- Dove?- chiese Hermione con aria scettica.
Fred le rivolse un sorriso malandrino. – Dammi un minuto, e ti spiegherò ogni passaggio del mio piano!- rispose, con evidente sarcasmo.
- Dov’è Angelina?- chiese, curiosa. Se non poteva attaccare Fred, allora poteva attaccare indirettamente George.
- George l’ha portata a Villa Malfoy –
- Non sei simpatico!-
- E tu non sei brava a ficcanasare..-
- Ma..-
- Shh..- la zittì lui, posando le dita sulle sue labbra. Poi si portò l’indice accanto all’orecchio e contò a ritroso sulla mano libera.
Tre..due..uno..
Un grido squarciò il silenzio. Hermione trasalì e il panico minacciò di farla gridare a sua volta. Ma non ne ebbe il tempo. Udì un suono secco. Poi uno strappo, come una lenza improvvisamente attanagliata al suo ombelico, la sollevò di peso dal pavimento. La luce divenne ombra e l’aria svanì. Soffocava, di nuovo compressa in quel muro solido e impenetrabile. La testa le girava, il mondo era solo un vortice di ombre e immagini sconnesse, dove tutto era presente, ma niente aveva forma. Soffocava, non poteva respirare..
Di nuovo uno schiocco e l’aria tornò. Fresca, limpida. Hermione si appuntò mentalmente di respirare molto più intensamente e di soffermarsi più spesso a godere delle gioie dell’ossigeno e dall’aria pura.
Tossendo, si aggrappò alle braccia di Fred, che la sostenevano, salde e forti. Ancore di salvezza anche nel più tempestoso dei mari.
- Stai bene?-
- Credo che la cena si stia agitando infondo al mio stomaco..-
- Respira!- le disse, accarezzandole la guancia.
Hermione si concesse un po’ di lunghi e profondi respiri. Era così buio che non realizzò subito dove si trovasse. Non le importava nemmeno. In quel momento, contava solo respirare e immagazzinare quanta più aria potesse. Era la sua unica preoccupazione. Quando la nausea passò, Hermione si inumidì le labbra e annuì in direzione di Fred, che vedeva a malapena in penombra.
- Meglio?-
- Sì, ora sto bene!-
- Sei stata bravissima!-
- Ma se non ho fatto niente!- obiettò Hermione.
Fred alzò gli occhi al cielo. – Ragionare con te è impossibile..-
- Non c’era molto su cui ragionare..-
- Granger, da quando si sono invertiti i ruoli?- scherzò Fred, passandole una mano sui fianchi.
Hermione si zittì. Non che lo avesse proprio deciso. Fu una reazione istintiva. Il sorriso di Fred le fece venire voglia di riaprire la bocca per insultarlo, ma lui non le diede veramente il tempo di reagire. La sua bocca calò sul suo collo. Le gambe di Hermione tremarono. Si aggrappò alle spalle di Fred, bisognosa di quel sostegno. Le sue labbra e la sua lingua la torturavano. La pelle di Hermione cominciava a scottare sotto quei baci languidi e travolgenti. Le mani di Fred scivolarono sotto la sottile maglietta di Hermione, e alle fiamme si unirono i brividi. Hermione chiuse gli occhi e lasciò che il buio la invadesse, lasciò che il mondo svanisse. Era pronta a lasciarsi andare completamente. Voleva semplicemente dividersi dal mondo reale e scendere in quella dimensione perfetta, quella in cui era unita a Fred.
Ma qualcosa si intrufolò nei suoi pensieri. Qualcosa di seccante e fastidioso..qualcosa che chiedeva di essere ascoltato..qualcosa che l’aveva spaventata..spaventata..l’urlo!
I muscoli di Hermione si tesero e i suoi nervi rischiarono di spezzarsi. Allontanò Fred dalla sua pelle, spingendolo con una mano contro il petto.
- Fred, quel grido..- iniziò, ma lui posò due dita sulle sue labbra, come pochi minuti prima alla Tana.
La Tana..un momento..ma dov’erano?
Hermione aprì di nuovo la bocca contro le sue dita, ma fu fermata dal sorriso di Fred. Era tutto nei piani? Ovviamente sì..
- L’avevo detto che ci saremmo vendicati..- sussurrò Fred.
Hermione sospirò, mentre le dita di Fred scendevano delicate dalle sue labbra al suo mento, per poi scivolare lentamente verso la gola.
- Ginny..- iniziò Hermione.
Fred annuì.
- Un serpente?-
- No, troppo banale. Questa volta abbiamo usato una tarantola. Chissà se Ron avrà occasione di vederla..- mormorò, parlando più con se stesso che con lei.
Hermione aggrottò la fronte. – Dubito, vista la fretta con cui si è chiuso nella sua stanza con Lavanda!-
Ridendo, Fred lasciò scorrere le dita lungo il corpo di Hermione. Scese sull’incavo fra i seni, poi giù, verso la sua pancia. Risalì lungo il fianco, fino alla spalla e poi tornò giù seguendo la linea del suo braccio nudo. Hermione rabbrividì, completamente rapita da quella semplice carezza, così sottile e fragile, delicata e quasi invisibile. Eppure sembrava intensa, molto intensa.
- Dove siamo?- chiese Hermione, quasi tremando.
Fred sorrise. – L’appartamento sopra il negozio – rispose.
Hermione rifletté su quella risposta. Le aveva detto la verità. Scrutò nel buio e vide delle scatole marchiate Tiri Vispi. Quindi erano davvero a Diagon Alley. Le aveva rivelato il luogo in cui si trovavano. Cattivo segno. Oppure ottimo, a seconda dei punti di vista! Cosa stava per succedere? Che cosa aveva in mente?
- Hai intenzione di legarmi?- chiese Hermione, ostentando una malizia che aveva recuperato da qualche parte nei meandri dei suoi pensieri.
Fred rise sulla sua pelle. – Sì...e no...non posso dirtelo..-
Hermione sbuffò contrariata. – Perché?-
Fred non rispose subito. Scese dal suo collo e le baciò una spalla. Con lentezza studiata, tracciò una scia di baci dal braccio alla clavicola, poi di nuovo risalì lungo la pelle sensibile del suo collo. Le sfiorò il mento con le labbra e poi catturò le sue in un bacio profondo e così travolgente che Hermione perse il suo già precario equilibrio. Fred la afferrò per i fianchi per sostenerla e per spingerla verso il fondo della stanza. Le gambe di Hermione cozzarono contro qualcosa di duro e morbido al tempo stesso. Le sue facoltà mentali erano state minate dai baci di Fred, e impiegò più di quanto fosse necessario per accorgersi che era appena caduta su un letto.
Sotto il peso delicato di Fred, Hermione sentì il suo corpo sfiorarla. Aveva caldo, dannatamente caldo. Era preda di una vertigine euforica e travolgente, come un’onda destinata a infrangersi sulla sabbia calda e a tornare nel freddo oceano, in un vortice potente e inarrestabile. Non poteva fermarla, non poteva resistere alla potenza di quell’onda. Lasciò che tutto crollasse. Pensieri, tensioni, paure. Era fra le braccia di Fred. Il posto migliore del mondo.
Fred appoggiò il peso al gomito sinistro e lentamente accarezzò i suoi fianchi con la destra. Hermione sentì la sua mano sfiorarla, per poi scendere sotto la sua schiena. All’inizio non capì. Poi sentì qualcosa scorrere fra la coperta e la sua schiena. Le labbra di Fred sparirono. Hermione aprì gli occhi e nel buio vide il profilo del viso di Fred. Un sorriso vispo illuminava le sue labbra e i suoi occhi.
- Non posso dirtelo..- sussurrò di nuovo.
Poi sollevò la mano destra. Lo sguardo di Hermione percorse il buio oltre il suo viso e cadde su qualcosa di nero che si intrecciava fra le dita di Fred.
Con un sorriso, seducente, profondo e intrigante, Fred fece scivolare la stoffa nera fra le dita come se fosse liquida. Ricadde lentamente sul viso di Hermione, che serrò gli occhi d’istinto. La stoffa scivolò oltre le sue tempie. Hermione sentì la mano di Fred afferrarne gli estremi e fermarli dietro la sua nuca. Nell’oscurità più completa, lontana dal potere della vista, Hermione galleggiò in una dimensione completamente nuova.
Non vedeva. Però sentiva.
Sentì il fruscio della coperta sotto le mani di Fred.
Sentì il suo respiro avvicinarsi.
Sentì l’aria solleticarle l’orecchio e la pelle.
Udì quelle parole, sussurrate da labbra molto vicine..
- ...Ma posso mostrartelo..-
 
 
 
 
 
 
Dice l’Autrice:
 

Ricomincia la Sagra dell’Odio: non cruciatemi, vi prego!! Era da troppo tempo che non vi lasciavo con un Cliffhanger, ammettetelo: vi mancavano!!
Scherzi a parte, so che ho troncato questo capitolo sul più bello! E non è la prima volta, lo so! Ma è anche vero che, in via eccezionale, il capitolo 28 lo posterò lunedì! Perciò l’attesa sarà più breve :D Ergo: perdonatemi!!
Vorrei ringraziare come sempre le meravigliose persone che seguono questa storia, che la leggono e che mi regalano recensioni così meravigliose da commuovermi! Questa storia esiste grazie a voi. Siete l’anima della storia, davvero! Grazie infinite! Detto questo: ho ufficialmente suddiviso i capitoli finali e vi posso comunicare che la storia terminerà al capitolo 35! Perciò..ci siamo quasi!
Angolo citazioni: ovviamente il finale del capitolo: “Non posso dirtelo, ma posso mostrartelo” è una citazione presa dal secondo film della saga! Nel libro la frase era leggermente diversa. Ho scelto quella del film! Diciamo che l’uso che ne ho fatto è..un tantino diverso dall’originale :D
Dunque, attendo le vostre recensioni con tantissima ansia: che ne pensate di questa coppia che si è ritrovata dopo due mesi di lontananza?
Grazie mille ancora di tutto!
Baci di Mielandia :)
Amy 
  
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