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Autore: Lena Mason    13/02/2014    2 recensioni
La Guerra ha visto la Shinsengumi sfaldarsi ed i suoi componenti morire sotto i colpi di fucile e cannone. Hijikata Toshizō ha combattuto con onore anche contro Kazama Chikage che riconoscendone il valore gli ha dato un nuovo nome da oni: Hakuouki. I due combattenti giacciono sotto i ciliegi in fiore mentre una donna piange la scomparsa dell’uomo che amava. È davvero questa la fine che due combattenti si meritano?
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chikage Kazama, Chizuru Yukimura, Hajime Saitou, Nuovo personaggio, Toshizou Hijikata
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Ottavo

 

Kimigiku tornò nella locanda dove alloggiava con la promessa di tornare accompagnata da Senhime.

Chizuru era sollevata nel sapere che le due donne stavano bene, ma la tristezza per le notizie portatele sui capitani della Shinsengumi ne adombravano la felicità: sia lei che Toshizō sapevano che, probabilmente, non li avrebbero più rivisti, ma averne ora la certezza era struggente.

Non avrebbe più visto il sorriso sardonico di Souji, non avrebbe sentito le risate e gli scherzi di Sanosuke, Shinpachi e Heisuke né gli sguardi tra il divertito e l’irritato di Sannan-san quando questi esageravano con il rumore.

L’unica flebile speranza che le era rimasta risiedeva in Hajime Saitou: le notizie su di lui non erano né molte né certe dopo tutto.

Pregava i kami di rivederlo, prima o poi.

La voce di Miyako la richiamò all’interno dell’abitazione: vide le tre donne sedute davanti al kotatsu con davanti una tazza di the e dei dango che Hanae aveva comprato in paese prima della loro missione.

Chizuru aveva capito che Miyako era irritata da qualcosa, o da qualcuno, ma non si azzardava a chiedere nulla: quella ragazza la intimidiva sia per il suo carattere un po’ iracondo sia per la totale mancanza di timore verso Chikage.

La vide mangiare senza apparente soddisfazione i dango che Asako le aveva porto e fu proprio la donna a soddisfare la crescente curiosità della ragazza su cosa avesse fatto alterare Miyako.

«Quell’oni» disse la ragazza, rivolgendosi a Chikage «Si è presentato nella nostra stessa locanda ed a causa sua non ho potuto partecipare alla missione, lasciando tutto nelle mani di Hanae e Kimigiku-san!».

«L’importante è che la missione sia andata a buon fine, no?» le disse Asako per calmarla almeno un po’.

«Certo! Peccato che non sia limitato ad obbligarmi a versargli del sakè con la minaccia di spifferare il nostro segreto, ma mi ha anche insultata dicendo che non era in grado di avere nessuna attenzione da parte degli uomini, nemmeno se erano ubriachi! E ha anche avuto il coraggio di dire che è questa la reale motivazione che mi ha spinta a diventare kunoichi!» sbottò la ragazza, addentando il terzo dango con foga.

Le altre donne presenti la guardavano stupite: non era la prima volta che Miyako si offendeva per certe insinuazioni, ma quella volta sembrava che le parole dell’oni l’avessero colpita molto più a fondo

«Come mai te la prendi tanto? Non credevo che la sua opinione ti importasse poi molto» le chiese Hanae, ricevendo uno sguardo di fuoco dall’amica.

«Infatti non mi interessa la sua opinione, ma vorrei evitare di essere giudicata da chi a mala pena mi conosce» disse la ragazza, alzandosi e dirigendosi a passi pesanti verso la camera da letto.

Non lo sapeva, ma Chikage aveva ascoltato le sue confidenze alle altre donne ed era soddisfatto di aver almeno intaccato lo smisurato orgoglio di quella ragazzina impertinente.

*

Durante la notte Chikage sentì degli strani movimenti provenire dal cortile anteriore della casa: si alzò controvoglia, indossando lo yukata da notte e decise di controllare, poiché sembrava che le altre coinquiline non si fossero accorte di nulla.

Ciò che vide fu Miyako, con i capelli raccolti, abbigliata con una strana veste nera e una katana tra le mani, che si allenava in solitaria: parate e affondi si alternavano contro un nemico immaginario.

«Non credo sia l’ora più adatta per allenarsi» la interruppe, facendola bloccare a metà di un affondo. Notò anche che non si era spaventata segno che aveva avvertito la presenza di uno spettatore.

«Mi dispiace averti svegliato» gli disse solamente, asciugando il sudore con un fazzoletto.

La veste che indossava era molto simile a quella che indossava lo shinobi affiliato alla Shinsengumi di cui non ricordava il nome.

Indossava dei pantaloni neri, infilati in calzari dal collo alto, mentre la parte superiore era uno strano miscuglio tra un kimono e una giacca occidentale.

Tutto ciò che indossava non era però molto adatto ad una donna, poiché l’aderenza degli abiti studiati per rendere i movimenti liberi e fluidi non lasciavano molto spazio all’immaginazione di chi la vedeva.

«Non sono abiti adatti ad una ragazza» le disse.

«Si suppone che nessuno mi veda vestita in questo modo. O chi mi vede non dovrebbe essere più in grado di raccontarlo o di giudicare, azione che a quanto pare ti piace particolarmente» gli rispose.

L’oni rimase in silenzio, mentre la ragazza si rimetteva in posizione e riprendeva gli allenamenti. Osservandola si convinse che chi l’aveva istruita aveva fatto un ottimo lavoro, ma soprattutto che quella ragazza aveva delle doti particolari per la lotta.

I suoi movimenti erano fluidi e gli ricordarono altri grandi combattenti, facenti parte della Shinsengumi. Miyako non era al loro livello, ma se si fosse impegnata con un buon maestro poteva migliorare molto.

La vide poi riporre la katana e con un gesto fluido estrarre dei kunai e degli shuriken per lanciarli contro il tronco di una albero in fondo al cortile. Nessuna delle armi mancò l’obbiettivo e la ragazza si diresse a recuperarli, quando un rumore la fece estrarre nuovamente la katana.

Si voltò di scattò, senza però perdere la fluidità nei movimenti, e si trovò davanti ad un ragazzo di circa la sua età.

Entrambi avevano le katana sguainate e uno la puntava al collo dell’altra.

Si fissarono per qualche istante, quando la voce di Chikage interruppe lo scambio di sguardi.

«Abbassate le armi. Non siete nemici» disse semplicemente.


Miyako entrò di corsa in casa quando Chikage gli disse chi fosse quel ragazzo e svegliò le altre donne.

La prima ad uscire fu proprio Chizuru che quando vide chi fosse l’ospite, si mise a piangere di felicità: la videro correre incontro al ragazzo, fermandosi a pochi passi da lui e dirgli, continuando a piangere:

«Sono felice di vedere che stai bene, Hajime-kun».

Invitarono il maestro di katana, che conoscevano di fama, ad entrare in casa: Miyako preparò il the, mentre Chizuru si informava sulle condizioni del suo amico.

La ragazza dai capelli corvini era rimasta scioccata nello scoprire che un tale maestro di katana avesse la sua età e che fosse decisamente attraente: i capelli corti e di uno strano color indaco associati agli occhi blu penetranti l’avevano fatta fremere da capo a piedi quando avevano incrociato le lame.

Se Chikage non fosse intervenuto e avesse combattuto contro di lui, lo sapeva dall’inizio, avrebbe miseramente perso, poiché non solo era ad un livello troppo basso nell’arte della katana per fronteggiare un simile maestro, ma in più lui era mancino e ciò rendeva difficoltoso trovare un modo di contrastare i suoi attacchi.

Portò il the nella sala dove erano tutti riuniti, Chikage compreso, il quale fingeva di non vedere il profondo odio e risentimento che Hajime gli riservava.

«Miyako-chan. Dovresti cambiarti. Il tuo abbigliamento e poco consono di fronte a degli uomini» le riprese Asako, facendola avvampare: l’arrivo di Hajime le aveva fatto completamente dimenticare cosa indossasse.

Profondendosi in scuse scappò fuori dalla sala, in direzione della camera da letto.

«Quella ragazza è una kunoichi, vero?».

«Ebbene sì. Lo siamo tutte, anche se questo dovrebbe rimanere un segreto» ammise Asako, sorridendo all’ospite.

«Non una parola uscirà dalla mia bocca. Lo giuro sul mio onore» disse Hajime.

«Ve ne sono grata».

«Hajime-kun» lo chiamò Chizuru « Hijikata-san è qui ed è vivo».

Lo stupore del ragazzo fu evidente e attese che la ragazza gli spiegasse tutto, compresa la presenza di Chikage.

Miyako nel frattempo era rientrata nella sala e fu obbligata a sedersi proprio di fianco all’oni dai capelli biondi.

Chikage le riservò una veloce occhiata che però non sfuggì ad Hajime, il quale prese a domandarsi quale fosse il rapporto che legasse quell’oni ad una ragazza umana.


Nonostante le insistenze, Hajime se ne andò in paese dove avrebbe cercato alloggio con la promessa di ritornare una volta che si fosse sistemato: aveva trovato le donne su indicazione di Kimigiku, la quale lo stava anche aiutando a trovare un posto dove stare.

Hanae, una volta rimasta sola con Miyako e Chizuru disse: «Posso ammettere che Saitou-san è davvero affascinante?».

«Se non lo facessi, saresti cieca» le rispose Miyako facendo sghignazzare Chizuru.

«Lo è davvero e non siete le sole a pensarlo. Lui non se ne rendeva nemmeno conto, così come gli altri capitani, ma quando passavano in paese durante i pattugliamenti diurni erano molte le donne che sospiravano» confessò la ragazza.

Miyako intanto aveva per la testa un’altra idea: sapeva di non essere particolarmente abile nell’uso della katana, non quanto lo era con i kunai e gli shiriken, e aveva l’intenzione di chiedere ad Hajime di diventare il suo nuovo sensei.

Se Chikage non fosse stato così odioso lo avrebbe chiesto a lui tempo prima, ma l’incompatibilità tra loro era troppa per permettergli di allenarsi insieme.

*

Hajime e Kimigiku non si fecero vedere che tre giorni dopo: Chizuru tirò finalmente un sospiro di sollievo quando li vide arrivare e la sua felicità aumentò quando vide che con loro vi era Osen.

Le due ragazze si abbracciarono con gioia, facendo storcere il naso a Chikage per il troppo rumore dei loro convenevoli. La oni rivolse poi la sua attenzione alle altre donne, in attesa che Chizuru le presentasse alla sua amica.

«Osen-chan queste donne sono le mie salvatrici. Hanno curato Hijikata-san in modo impeccabile ed è grazie a loro che sta bene» disse la ragazza presentandole poi con i loro nomi.

L’attenzione di Osen fu catturata in particolar modo da Asako: il nome della donna era molto conosciuto nell’ambiente delle kunoichi al quale la oni aveva accesso grazie a Kimigiku.

Hajime, invece, era più interessato a Chikage: non lo aveva mai visto così pacifico, poiché ogni qual volta le loro strade si incrociassero, si scontravano.

Invece sembrava che l’oni fosse lì solo per attendere Toshizō e portarsi via Chizuru.

Ovviamente né lui né il suo capitano lo avrebbero permesso, ma sapeva che uno scontro non sarebbe stato facile.

Inoltre sembrava che Chikage fosse particolarmente interessato alle due giovani donne, Hanae e Miyako: probabilmente il loro essere kunoichi lo incuriosiva, poiché aveva sempre ritenuto le donne umane troppo deboli per la lotta.

Da quello che Hajime aveva visto, invece, Miyako sembrava particolarmente predisposta ad uccidere e combattere.

Asako fece accomodare gli ospiti nella sala, nonostante non fosse così grande da intrattenere tutti, e offrì loro di rimanere a pranzo che preparò con l’aiuto di Miyako e Hanae, mentre Chizuru parlava con Osen e gli altri di tutto ciò che era successo.

«Asako-sama, ho una richiesta da farvi» disse dal nulla Miyako, evitando lo sguardo della sua mentore.

«Dimmi pure».

«Vorrei chiedere a Saitou-san di farmi da maestro per l’uso della katana».

La donna rimase stupita dalla richiesta della sua protetta, ma con un sorriso le diede il permesso, sempre se il ragazzo avesse accettato.

«Avresti dovuto chiederlo a Chikage-sama» le prese in giro Hanae.

« Così a quest’ora sarei bella che morta!» rispose al gioco la ragazza, ridendo con le altre due.


Chikage, nonostante fosse infastidito dal doverlo fare, chiese ad Osen se avesse notizie di Kyō e Kyuujyu.

«In verità li ho incontrati poco prima di partire per venire qui. Non sapevo della tua presenza, Chikage-san, altrimenti li avrei avvisati».

«Quindi sono vivi?».

«Sì, vivi e in salute» confermò la donna.

«C’è un modo di informarli del luogo in cui mi trovo?» chiese di nuovo l’oni.

«No» rispose Miyako al posto di Osen «Non vogliamo un invasione di oni guerrafondai, grazie. Riprenderai i contatti una volta che te ne sarai andato».

«Nessuno ha chiesto la tua opinione, donna».

«Ti ricordo che fino a prova contraria qui sei ospite».

«Un ospite che conosce il vostro segreto» rimbeccò Chikage, mentre il resto dei commensali guardava l’uno o l’altro dei due contendenti. Osen e Hajime erano stupiti nel vedere con quanto poco rispetto la ragazza trattasse l’oni, ma soprattutto come lui la lasciasse fare senza tentare di ucciderla.

«Chikage-sama» s’intromise Asako, sicura che Miyako sarebbe sbottata a breve «Non posso davvero permettere che i suoi compagni vengano qui. Sia per mancanza di spazio, che non mi permetterebbe di accoglierli a dovere, sia perché la presenza di così tanti uomini in una casa di sole donne potrebbe risultare poco consona» spiegò la donna.

«Non c’è bisogno di accoglierli o di farli rimare qui. Prenderanno alloggio in una delle locande del paese» disse l’altro, ormai convinto di richiamare i suoi sottoposti.

Le tre donne non seppero più che dire per evitare un invasione. Osen voleva davvero aiutarle, ma nemmeno lei trovava una motivazione valida per tenere Kyō e Kyuujyu lontani.

«Porterai un messaggio da parte mia» le ordinò Chikage, facendole storcere il naso.

«Potresti essere più cortese nel chiedere un favore, ma poiché Kyuujyu-san mi ha chiesto di informarlo qualora ti trovassi e in quanto non ho nulla contro di lui, che si è dimostrato sempre molto gentile con me, farò quello che mi chiedi. Devo tornare indietro domani in mattinata» disse la oni, mentre Miyako si tratteneva dal pugnalare Chikage con i bastoncini.

*

Quando i tre ospiti presero la via del ritorno in paese, Miyako chiamò Hajime: il ragazzo le si avvicinò e, per una volta, la ragazza si ritrovò ad abbassare lo sguardo.

Quello di lui era troppo intenso e profondo per poter mantenere il contatto visivo.

«Saitou-san, perdonatemi, ma potrei chiedervi di farmi da maestro nell’arte della katana?» gli domandò facendo fermare tutti, in attesa della risposta.

Il ragazzo parve ponderare i pro e i contro e poi rispose: « D’accordo. Inizieremo domani mattina all’alba» prima di voltarsi e raggiungere le due donne che lo attendevano.

 

Miyako, quando fu sicura che i tre se ne fossero andati, si lasciò andare alla felicità di avere come maestro un simile prodigio.

Chikage la osservava sorridere e ridacchiare con Hanae e Chizuru, la quale disse:

«Ora devi sono stare attenta a non innamorarti di lui, Miyako-chan!».

Per la prima volta da quando l’aveva conosciuta, Chikage vide un violento rossore crescere sulle guance di lei e ne fu disgustato.

 

 

   
 
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