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Autore: Necromance_theatre    14/02/2014    5 recensioni
Che cosa succederebbe se agli avenged sevenfold proponessero una stramba sfida, per esempio... fare un tour mondiale in ottanta giorni? Certo, con gli odierni mezzi questa non sembra una cosa così difficile, ma...
Genere: Avventura, Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ma saaaaalve gente! *cri cri cri*

Lo so, lo so, son quaranta giorni che non aggiorno. E' un sacco di tempo!

Ma beh ecco, volevo fare un bel lavoro, quindi ci ho messo un  po'. 

Spero che il capitolo valga l'attesa, ora la smetto di parlare da sola che è meglio... ci sentiamo in fondo!

A tra poco miei cariiii *sguardo da killer*

Necromance_theatre

 

“Prossima fermata Milano, Stazione Centrale.”

La fredda voce meccanica proveniente dagli altoparlanti del treno si intromise nel sonno di Zacky.
Sbadigliando, aprì pigramente gli occhi e si ritrovò davanti i suoi quattro amici ancora addormentati, che si godevano il loro meritato riposo.
Spinto da quella tenera visione (se vogliamo considerare tenera la vista di tre omaccioni più un piccolo ragazzino spanzati su delle poltroncine malmesse a russare come dei vecchietti con problemi alle adenoidi) decise di non svegliarli e andare a prendere lui i bagagli.
“Che bravo ragazzo che sono” borbottò tra se e se mentre apriva lo sportello dello scompartimento valige.
Afferrata la sua, si stupì del suo peso.
“Che cavolo?!” Pensò subito. “Questo dev’essere Brian che mi ha riempito la borsa di lacca, me lo sento.” Un po’ infastidito , la lasciò cadere pesantemente per terra per prendere quella di James.
“Hey tu, puoi fare un po’ più piano? C’è gente che cerca di riposare qua.”
Il chitarrista fece un balzo all’indietro di un paio di metri, spiaccicandosi terrorizzato sulla parete del vagone.
“Chi.. Chi cavolo ha parlato?!” Mormorò spaventato, guardandosi attorno. Fuori dal finestrino, Milano si intravedeva in lontananza.
Danielle, armeggiando con la cerniera interna della valigia, si aprì un varco, uscendo sotto lo sguardo incredulo di Zacky.
“Tu?!” Sbraitò il chitarrista confuso.
“Beh? Che ti aspettavi, un cadavere parlante?” Borbottò la ragazza scazzata, iniziando ad armeggiare con la valigia di Matt e tirando fuori Easter S.
“Oh. Salve buon uomo. Siamo già arrivati a destinazione?” Borbottò la rossa stiracchiandosi.
“Frena frena frena. Che cavolo ci fate voi qua?” Zacky non sapeva se ridere o piangere.
“Mi pare ovvio: scrocchiamo un passaggio per Milano… Anzi, fammi un favore… Non so che cavolo ci tieni in questa valigia ma puzza davvero tanto… Credo che provenga da quel sacchetto là, fossi in te ci darei un’occhiata… In genere i virus zombieschi si diffondono sempre per cazzate simili…”
Danielle lanciò addosso al chitarrista un sacchetto maleodorante.
“Effettivamente…” Mormorò Zacky disgustato. Aprendo la busta si illuminò.
“Ommerda. La mia collezione di formaggini Susanna! Sono andati a male!” Esclamò di colpo.
“Ehm… La prenderò come una cosa normale…” Ridacchiò Easter S.
“Parla quella che si nasconde in una valigia.” Rispose Zacky acido.
“In ogni caso…” Iniziò. “Come cavolo vi siete infilate qua dentro?” Chiese.
“Beh, il tuo amico spilungone è facile da corrompere, è bastata un po’ di lavanda…”
“Ma certo!” Il chitarrista si sbattè il palmo sulla fronte. “Avrei dovuto sapere che dietro la gentilezza di James c’era qualcosa di losco… Ma ora agli altri cosa dico? Haner non sarà molto felice di vedervi, credo si arrabbierà parecchio…”
“Beh, non c’è bisogno di dirgli niente…” Mormorò Easter S. con fare da cospiratrice. “Abbiamo giusto una cosuccia per te qua, tanto per essere sicuri che non svuoterai il sacco con gli altri…”
“Non se ne parla nemmeno” la interruppe il ragazzo bruscamente. “Non mi faccio corrompere con… Della lavanda!”
“Ma certo che no…” Continuò la rossa. “Sappiamo che sei un tipo più raffinato, per questo abbiamo qualcosa di prima scelta… Roba buona mio caro, roba buona…”
Danielle tirò fuori un pacchetto dall’enorme tasca della sua salopette a strisce arancioni e nere e lo porse al chitarrista.
Appena lo scartò, il volto di Zacky si illuminò.
“Mi piace come ragionate voi due…” Borbottò annuendo.
“In pratica io faccio finta di niente, prendo le valige e vi lascio andare per la vostra strada, e voi mi lasciate questo… Questo tesoro?!”
Chiese ghignando.
“Certamente. Tutto tuo… Buon divertimento…” Detto questo, Danielle e Easter S si incamminarono verso la porta.
“Ah, giusto… Zacky, vero?” Chiese Danielle voltandosi verso di lui per l’ultima volta.
Il ragazzo annuì.
“Sii comprensivo, esci un paio di minuti dopo di noi, non vorremmo mai destare qualche sospetto, mi capisci, no?”
Il chitarrista biascicò un si stretto stretto, intento a contemplare il suo piccolo tesoro.
Quelle ragazze sì che sapevano fare affari, pensò tra se, mentre richiudeva il pacchetto con cura.

[…]

“Zacky! Che cavolo ci fai qua!” Sussurrò James schiantandosi contro l’amico all’entrata del vagone bagagli.
“Sono venuto a prendere le valige… Perché?” Chiese lui sospettoso. “C’è qualcosa che devi dirmi, Jiiiim?”
“Merda.” Borbottò il batterista nervosamente. “Le hai…”
“Sì, sì, ma questa cosa resta tra noi. Mi hanno detto di non dire nulla in cambio di… Cavolo, fratello, ancora non ci credo…”
Il chitarrista tirò fuori dalla tasca un pacchettino avvolto nella carta di giornale.
“Non ci credo! Ti sei fatto dare dell’altra lavanda?!” Il volto di Jimmy si illuminò.
“Meglio amico, meglio.”
Vengeance porse il pacco all’amico.
“Non ci credo. Oh mio dio, non ci credo. Questa roba… Questa roba è fuori commercio da un decennio! Come se la sono procurata?!” James era euforico.
“Non ne ho idea. Ma, sinceramente, non mi interessa… Cioè, è… Boh, non credevo che mi sarebbe più capitata un’occasione del genere… Ora però dobbiamo solo liberarci degli altri e goderci questo tesoro per conto nostro… Conoscendoli, si prenderebbero il meglio solo per loro…”
Zacky si guardò intorno, poi richiuse il pacchetto furtivamente e se lo infilò in tasca.
Jimmy lo strinse in un abbraccio strizza polmoni. “Cavolo amico, è il miglior regalo del mondo!” Esclamò con le lacrime agli occhi.
“J-jim, lasciami andare che mi uccidi!” Sputò il chitarrista liberandosi dalla stretta del batterista.
“Comunque acqua in bocca, mi raccomando. Non una parola!” Sussurrò afferrando le valige e aprendo la porta.
“Dai, aiutami a portare ’sta roba.”
“Ma certo!” Esclamò Sullivan sollevando con noncuranza un paio di zaini da venti chili ciascuno. “Starò muto come un… Gatto?”
“Pesce”
“Si beh, il senso è quello.” Borbottò, dirigendosi verso il loro scompartimento.

[…]

“Buongiorno belli addormentati! Il sole è alto nel cielo e la stazione è vicina! Che ne dite di iniziare ad avviarci verso l’uscita?”
Esclamò James saltellando intorno agli amici.
“Ma io ho ancora sonno!” Biascicò Johnny stropicciandosi gli occhi con le manine.
“Su, su, non lamentarti che siamo pure andati a prendervi le valige!” Borbottò Zacky mentre lo sollevava di peso dal sedile, lasciandolo poi cadere con noncuranza al suolo.
“Aaaah! Che succede?!” Urlò Brian svegliandosi di colpo a causa del tonfo provocato da Johnny.
“Ah.” Borbottò poi, scansando il bassista che cercava di afferrassi alla sua gamba per risollevarsi in piedi e facendolo cadere di nuovo. “Siamo arrivati?” Chiese poi.
“A quanto pare…” Matt sbadigliò, aiutando Johnny ad alzarsi. “Cerchiamo di non uccidere il nano, okay? Ci serve intero per il prossimo concerto.”
“Ma io…”
“Su su, forza, non c’è tempo da perdere!” Lo interruppe James mentre il treno rallentava stridendo. “Italia, arriviamooo!”
Urlò poi in mezzo al corridoio, attirando le occhiatacce di un bel po’ di passeggeri.
“Wow.” Mormorarono i cinque in coro appena scesero dal veicolo.
“Questa stazione è… Bella!” Esclamò Zacky guardandosi attorno.
“Effettivamente…” Si concesse Brian.
“Questo vuol dire che la città sarà ancora meglio! Per non parlare dei locali dove suonare, no?” Chiese Johnny stringendosi bene la custodia del basso in spalla.
“Esattamente!” Jimmy tirò fuori da chissà dove una macchina fotografica improvvisandosi turista giapponese e correndo verso l’uscita, non senza far cadere un paio di cestini della spazzatura.
“Santo cielo qualcuno lo fermi prima che distrugga tutto…” Sospirò Matt preparandosi ad una lunga giornata.

“Cos’è questa cosa artistica?” Chiese Johnny ritrovandosi davanti all’enorme facciata del duomo Milanese.
“Un museo!” Esclamò Zacky.
“Mannò scemo, non vedi che è una chiesa? Ed è anche famosa! Forza su, fammi una foto decente…”
Borbottò Brian rivolgendosi prima al chitarrista e poi a Jim.
“Ooookay, dì apellefigliodiapollofeceunapalladipelledipollo…”
“Apellefigliodi… Oh, andiamo, scatta e basta.” Brian sorrise altezzoso verso l’obiettivo.
“Bene, dopo che Gates ha fatto le sue pose da donnina, possiamo andare a cercarci un ingaggio?” Chiese Matt, che si stava incominciando a stancare di quel lungo giro turistico. In fondo erano là per lavorare, non per divertirsi!
“Donnina a chi?” Borbottò il chitarrista offeso. “Comunque prima sarebbe meglio trovare un albergo dove dormire, no?”
“Effettivamente…” Ribatté Shadows stupito dal fatto che per una volta Brian aveva avuto una buona idea.
Johnny tirò fuori dal suo zaino una lista degli alberghi finanziati dalla Famelik Records.
“Dunque… Hong Kong, Pechino, Oslo, oh, ecco, Milano!” Esclamò indicando l’indirizzo agli amici.
Zacky aprì la cartina della città che avevano comprato poco prima.
“Dice che per arrivarci bisogna prendere la Metropolitana…”
“Fantastico, ancora treni…” Borbottò Brian sbadigliando. “Dai, andiamo, prima partiamo prima arriviamo.” Biascicò illuminando tutti con la sua perspicacia.

Appena saliti sulla metro, James si accostò a Zacky.
“Amico, stavo pensando… Sta notte…”
Il chitarrista si voltò verso di lui con fare da cospiratore.
“Ho capito quello che intendi. Io, te, camera doppia e il mio tessssoro…” Mormorò con una strana luce negli occhi.
“Esatto!” Esclamò Jim prima di venire interrotto da Matthew.
“Ehi, voi due, ci sono due posti a sedere qua, se non vi muovete qualcuno ve li fotte!” Esclamò con la sua classica finezza.
“Arriviamo, arriviamo.” Borbottarono i due facendosi spazio tra i pendolari.
Dopo una ventina di minuti, fu annunciata la loro fermata, che era proprio di fronte all’albergo.
“Che bettola.” Fu tutto ciò che Johnny riuscì a dire, ritrovandosi davanti alla facciata malmessa di un “hotel” con una sola stella (penzolante, per giunta).
Si era fatto buio, e i cinque si erano messi d’accordo per rimandare la ricerca di un posto dove suonare al giorno dopo.
“Buonasera!” Esclamò una voce femminile appena varcarono la porta.
“Ehm… Chi ha parlato?” Chiese Brian guardandosi intorno confuso.
“Oh, giusto, scusate… Datemi un secondo…” Continuò la voce, seguita da una serie di rumori provenienti da sotto il bancone prenotazioni.
“Eccomi!” Una donna sulla quarantina, con un ammasso di capelli ricci e arancioni fluorescente spuntò da dietro il bancone, aggiustandosi gli occhiali.
“Tutto bene?” Chiese Matt osservandola scettico.
“Certo, certo, figurati… È che stavo cercando il mio… Ehm… Topolino domestico, Richard…” La donna ridacchió nervosamente.
“Sapete, è un vero birichino, ogni volta che arriva un cliente si nasconde da qualche parte… Siete pure in cinque voi, figuriamoci… Comunque piacere, io sono Vanessa… desiderate prenotare?” Chiese ammiccando.
“Mmmsì.” Borbottò il cantante guardandola di sottecchi.
“Bene!” Urlò la donna facendoli sussultare.
“Una camera? Due camere? Venti camere? Abbiamo tutte le camere che volete!” Esclamò gesticolando animatamente.
Brian sospirò. “Chissà come mai…” Sussurrò, facendo scoppiare a ridere Johnny.
“Oh, ma che carino, avete pure un bambino!” Esclamò lei, girandosi di scatto verso il bassista.
“E la tua mamma dov’è?” Chiese poi. “Oh no, ho capito! Scusate, non volevo offendervi, è chiaro che è vostro figlio!” Urlò poi fissando Zacky e Jimmy. “Io non ho nessun problema con le coppie… Gay!” Sussurrò con fare da cospiratrice.
“Cosa?!” Sbottarono in coro i due, mentre gli altri cominciavano a ridere.
“Cioè, cioè, no, aspetta… Tu ci hai scambiato per i genitori gay di questo nano?!” Esclamò Zacky guardando Johnny inorridito.
“Beh, non sarei un cattivo figlio” borbottò il bassista facendo spallucce.
Matt cercò di darsi un contegno, mentre Brian e Jimmy continuavano a ridere sotto lo sguardo sconvolto di Zacky.
“Ehm, no, c’è stato un fraintendimento. Siamo una band, cinque amici…” Disse, scandendo bene l’ultima parola.
“E comunque ora vorremo prenotare una camera… Abbiamo fatto un lungo viaggio, se non le dispiace ci piacerebbe andare a dormire…”
“A questo proposito…” Lo interruppe James facendosi serio. “Io e Zacky prendiamo una camera doppia.”
Il cantante si voltò confuso verso di lui, mentre Brian e Johnny rincominciavano a ridere.
“Jim? Sei serio?” Chiese Matt.
“Beh, ecco… Sì…” Borbottò il batterista mentre Vengeance arrossiva come un pomodoro.
“L’avevo detto io!” Esclamò l’albergatrice consegnandogli due chiavi.
“Buona notte miei cari… E ricordate: se vi serve qualcosa basta che mi chiamate!” Esclamò facendo l’occhiolino a Zacky, che da rosso come un peperone diventò bianco come una mozzarella.

“Okay. Adesso mi spiegate questa storia.” Esclamò Matt non appena furono arrivati davanti alle porte delle loro camere.
“Ehm.. Ecco…” Zacky cercò aiuto lanciando un’occhiata preoccupata a James.
“Beeeh…” Iniziò il batterista, mentre Brian e Johnny si sedevano nel corridoio sgranocchiando popcorn. “Praticamente… Ci ha contattato… Ehm… Il caaaaapo degli Avengers (hahaha avenged… Avengers? No eh? No. NDA) e…”
“James.” Matt lo interruppe prima che potesse dare inizio ad una storiella demenziale. “Sono serio. Ragazzi, se c’è qualcosa che dovete dirci fatelo… Siamo amici, insomma!”
Johnny e Brian annuirono continuando a masticare.
“Nononono, guardate, ci state fraintendendo. Davvero!” Esclamò Zacky non sapendo più cosa fare per tirarsi fuori da quel malinteso.
“A questo punto tanto vale dirglielo…” Borbottò Jimmy.
“Dirci cosa?!” Chiesero i tre amici in coro.
Vengeance tirò fuori dalla tasca il pacchetto, porgendolo agli amici.
“Ecco, guardate… Volevamo tenerci questo tesoro solo per noi ma a quanto pare questo è il male minore.” Borbottò.
“Brutti figli di buona donna.” Esclamò Brian alzandosi in piedi di colpo. “Volevate tenerci all’oscuro di questo?”
“Esatto! Che razza di amici siete?!” Chiese Matt risentito.
“Ehi, ragazzi, se non vi abbassate non riesco a vedere di che state parlando!” Li interruppe il piccolo Johnny saltellando invano. “Opporcamucca.” Esclamò quando finalmente poté capire COSA conteneva quel pacchetto.
“Beh, insomma… Vogliamo stare qua a lamentarci ancora a lungo o iniziamo a goderci la serata?” Esclamò Jimmy riportando la pace.
“Andiamo!” Urlarono gli altri quattro in coro, spalancando la porta della camera più grande.

“Ragazzi! Sono venuta a portarvi il desseeeeeert! Sapete, è tanto che non avevo clienti, quindi… Un momento. Ragazzi?”
La stramba albergatrice si guardò intorno confusa.
Era entrata con il suo passe-partout nella camera di Zacky e Jimmy, ma di loro non c’era traccia.
“Ehm… Ragazzi?” Chiese ancora, spaventata.
Un urlo si levò dalla camera vicina.
“Aaaaah! Toglimelo di dosso! Ti prego, toglimelo di dosso!”
La donna lasciò cadere il vassoio carico di pasticcini e corse verso la camera da cui provenivano le voci.
“Non temete, figliuoli! Sto arrivando!” Urlò, sfoderando una katana da un suo stivale.
Con un calcio spalancò la porta, e si ritrovò davanti una scena… Particolare.
Brian aveva addosso un’enorme pantegana, e urlava come una femminuccia, Johnny era sommerso da una serie di lattine e bottiglie di birra che Odino solo sa dove si era procurato, Zacky e Matt stavano trafficando con delle candele e un… palo per la lap dance mentre Jimmy riprendeva il tutto con una videocamera.
Vanessa lasciò cadere la katana a terra.
“Richard!” Urlò correndo verso Gates.
“Veramente io sarei Brian…” Borbottò lui, riuscendosi finalmente a liberare della pantegana.
La donna, invece di fermarsi al capezzale del chitarrista, lo schiacciò con noncuranza, prendendo in braccio il topo.
“Oh piccolo mio! Che cosa ti hanno fatto questi cattivoni! Ma la mamma è arrivata, non temere…” Sussurrò accarezzandolo.
“Mi faccia capire bene…” Si intromise Matthew “quello è il suo ‘topolino’?!”
“Ho il diritto di accudire tutti gli animali che voglio.” Borbottò lei risentita.
“In ogni caso: che state facendo alla mia bella camera d’albergo?” Chiese confusa.
Zacky si parò in posa plastica davanti al palo per la lap dance, cercando di coprirlo.
“Nieeeente, perché?” Chiese Jimmy continuando a filmare.
“Ragazzini, insomma, potrei essere vostra madre! Non crederete di potermi nascondere una cosa così evidente!” Esclamò la donna.
“Ehm…” Borbottarono i cinque in coro.
“Ma suvvia, per questa volta lascio passare…” Borbottò. “Ma che non succeda più: il tappeto va steso senza pieghe! Altrimenti rischiate di inciampare e farvi la bua!” Continuò, piegandosi a sistemarlo.
“Vabè, buona serata!” Esclamò uscendo dalla stanza con ancora il topo in braccio.
“Quella è completamente fuori!” Esclamò Johnny alzandosi dalla montagna di lattine.
“Puoi dirlo forte amico… Ma chissenefrega!” Esclamò James. “È tutto pronto là?” Chiese rivolto a Matt e Zacky, che stava accendendo le ultime candele.
“Siamo pronti!” Urlarono in coro.
“Bene… Johnny! Portami dell’acqua!” Borbottò il batterista con aria solenne.
“Quanta ce ne vuole?” Chiese lui, armeggiando con il rubinetto.
Jimmy inforcò gli occhiali e si mise a leggere il foglietto illustrativo del misterioso flaconcino.
“Qui dice che basta un bicchiere!” Esclamò poi.
Brian, che nel frattempo si era ripreso dallo shock causato dal ratto, si avvicinò all’amico.
“Siete tutti pronti?” Chiese rivolto agli altri.
Loro annuirono.
“Bene, facciamolo!” Jimmy iniziò a versare il contenuto del flacone nel bicchiere, mentre gli amici lo guardavano impazienti.
“Ancora una mescolatina e…”

PUFF

Cinque ragazzi super lampadati e muscolosi si pararono davanti ai Sevenfold.
“Ebbene, chi ci ha comprati?” Chiese uno di loro guardandoli curioso.
“Ehm… J-james…” Iniziò Zacky. “C’è qualcosa che non va…”
Matt era sbiancato.
“Che cavolo?”
“Ci dev’essere un errore…” Johnny sembrava sul punto di piangere.
“Okay, se ci avete ripensato fa lo stesso. Cento dollari a testa per il disturbo e noi ce ne andiamo…” Esclamò uno dei “gorilla”.
“Jimmy, fammi un bel favore… Passami quel flaconcino.” Brian sembrava essere l’unico ad aver capito il malinteso.
“Qui c’è scritto ‘STRIPPER LIOFILIZZATI’” esclamò mostrando agli altri l’etichetta. “Liofilizzati. Non liofilizzate. Abbiamo preso un granchio.” Esclamò gettando a terra il flacone.
“Non può essere… Ci hanno fregati!” Zacky iniziò a mangiucchiarsi le unghie.
“Quindi niente spogliarelliste?” Chiese Johnny tristemente.
“A quanto pare…” Rispose Matt, non riuscendo proprio a tornare del suo colorito normale.
“Ma che peccato tutto questo ben di dio sprecato!” Esclamò Vanessa spuntando da un armadio.
“AAAAAAH!” Esclamarono tutti in coro, spogliarellisti compresi.
“Da dove cavolo sei uscita tu?!” Urlò Brian scansando il ‘piccolo’ Richard che zompettava allegramente verso di lui.
“Beh, mi pare ovvio!” Rispose lei indicando il mobile. “Comunque si da’ il caso che ho casualmente assistito alla scena… E pensavo che se voi non ve ne fate niente potrei prendermi io questi bei maschioni!” Esclamò ammiccando verso i cinque gorilla.
“Tutti tuoi. Ora vi prego, fuori da qui. Voglio solo andare a dormire e dimenticarmi di questo fallimento.” Borbottò Matt che ormai aveva raggiunti il suo limite di sopportazione.
Cacciati fuori albergatrice, Pantegana e spogliarellisti, i cinque amici si lasciarono cadere sui rispettivi letti e divani.
“Che giornata di merda.” Borbottò Zacky.
Johnny strinse a se una bottiglia di birra. “Piccola mia, tu non mi deluderai mai!” Le sussurrò dolcemente, accarezzandola.
“Non voglio più sentire parlare di spogliarelliste liofilizzate in vita mia, va bene?” Chiese Brian, coperto leggermente dal rumore di Matt che bel giro di un paio di secondi già russava beatamente.
Jimmy, del canto suo, aveva riavvolto il filmato della videocamera e se lo stava riguardando ridendo da solo come un bambino.
“Certo però che ne è valsa la pena! Insomma, guardate le vostre facce!” Esclamò rivolto agli amici.
Come risposta ottenne solo il silenzio, dato che si erano già addormentati tutti.
“Ah, vergogna! La notte è ancora giovane!” Borbottò tra se e se uscendo dalla stanza e dirigendosi in quella che aveva inizialmente prenotato con Zacky.
Tirò fuori dalla tasca il vero flacone di spogliarelliste liofilizzate e ci aggiunse un po’ d’acqua.
“La notte è ancora giovane!” Ripetè tra se e se, ridacchiando.

...

Haha! dopo questo papiro ritorno a rompervi le ovaie!

Premetto che nessun/a spogliarellista liofilizzato/a è stato sfruttato in questo capitolo, sono tutti molto contenti e ben ripagati lol

Insomma, se non siete morti dopo tutto questo tempo sarei felice di sentire un vostro parere... in sostanza, recensite, mi raccomando!

Alla prossima e buon san valentinooo *apre flacone di spogliarelliste liofilizzate*

Necromance_theatre 

  
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