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Autore: Lucash99    14/02/2014    1 recensioni
Erano passati circa tre mesi da quel giorno speciale nel quale i ragazzi avevano salvato la loro amicizia finita sull'orlo di un precipizio, tutto era tornato alla normalità nel gruppo, che si era poi diviso durante le vacanze estive per ritrovarsi successivamente all'inizio dell'anno scolastico, Neiv non aveva più ripensato a quelle voci nella sua testa e si era lasciato quell'istante di malessere alle spalle, anche se in quel periodo non ne aveva compreso il significato. Dalla parte opposta c'era Dortmund, impegnato in tribunale per difendersi dalle accuse di corruzione, l'esito del processo era atteso impazientemente dai giovani giocatori di Cuballs di tutto il mondo, sarebbe stato un gran sollievo quello di sapere che colui che aveva cercato di bruciare Giv non avrebbe più messo piede ad alcun torneo.
Dopo 6 mesi arriva il continuo di "Cuballs", mi impegnerò al massimo con l'intento di soddisfarvi, emozionarvi e divertirvi anche in questa seconda storia della serie, buona lettura!
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cuballs'
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Era cominciata da poco la sfida tra Grodig e Zadi, anche se soltanto in apparenza, dato che nessuno dei due aveva ancora mosso un dito né aperto bocca; chi però, pur non proferendo parola, stava agendo intaccando notevolmente il morale della controparte era il ventenne, la studentessa, infatti, si sentiva sotto pressione come accaduto già antecedentemente in giornata: “é la stessa sensazione che ho provato quando hanno svelato il mio abbinamento, fin da quei momenti ero così a disagio, é una situazione terribile... ma devo reagire, punto a scoprire qual é il motivo di tutto ciò, non accetto di abbandonare così facilmente i miei obiettivi, non devo assolutamente comportarmi come fatto tempo fa dopo il litigio con Grey, il mio spirito si é fortificato in questi mesi, devo sbrigarmi!”

Finalmente si era convinta, non era affatto il caso di abbattersi, a quanto pare le esperienze passate le erano state molto utili per divenire più sicura di se stessa, meno titubante e capace di affrontare senza paure i problemi che avrebbe senza alcun dubbio incontrato durante il cammino, fu in questa maniera che riacquistò lucidità mentale ed escogitò una strategia per dare il via alla dispute: “ci sono, posizionerò dei piccoli tappeti elastici nell'intero campo da gioco e in seguito lancerò una raffica di missili che continueranno a colpire il suo cubo rimbalzando sui tappeti, anche se in primo luogo dovrò utilizzare l'abilità capace di rimpicciolire la mia Cuball, così da renderla immune ai colpi da me sferrati, é un'idea fantastica.”

Mentre lei ragionava e si apprestava a mettere in atto quella geniale illuminazione, l'altro aveva già compreso quali erano i suoi piani: “So cosa progetti di fare stupida mocciosetta, te lo leggo negli occhi, la tua espressione non é più la stessa.”

Sembravano poteri paranormali i suoi, ma non lo erano, non era certo in grado di vedere ciò che si celava nella mente degli avversari, ma riusciva a comprendere lo stato d'animo, le intenzioni e la loro psicologia esclusivamente fissandoli.

“A quanto pare non é più intimorita da me, perciò devo passare all'attacco e batterla sul tempo.”

«Aumenta l'ampiezza della sua Cuball con la tua abilità dell'ingrandimento.»

Rimase parecchio meravigliata da quella iniziativa così ingegnosa del rivale: “io volevo renderla meno voluminosa, lui per contrastarmi ha causato l'effetto opposto, questa non é una semplice coincidenza, mi ha beffato anticipandomi, ma come avrà fatto... come é possibile che sappia come sto per muovermi prima che ciò accada, chi é realmente questo individuo?”

Era senza ombra di dubbio qualcuno che era riuscito a paralizzarla in più occasioni, i misteri nella sua mente si infittivano, non si sentiva sicura e come al solito la controparte lo captava: “come sei fragile piccoletta, non ti facevo così facilmente condizionabile, ma adesso... é arrivato il momento di ammutolirti definitivamente.”

Era pronto a chiuderla, pochi attimi e si sarebbe conclusa un'altra avventura, le speranza della ragazza diminuivano sempre più, pietrificata lì da uno sguardo carico d'odio a lei indirizzato, era giunta la fine?

L'intero gruppo di suoi amici urlava a squarciagola allo scopo di aiutarla a risvegliarsi da quella strana circostanza, a quello si era unito addirittura Gord, un evento più unico che raro, erano presenti tutti i presupposti per la sua vittoria, erano presenti i suoi compagni ad incitarla ed era presente la sua intelligenza con la quale avrebbe potuto sfuggire al pericolo che incombeva su di lei, ma ogni elemento risultava inutile se era essa stessa ad essere assente, non era adatta forse a fronteggiare Grodig, era purtroppo, come lui aveva intuito, altamente fragile, era sprofondata nuovamente, dopo un'apparente ripresa, in una condizione di confusione totale, così come era avvenuto successivamente alle sconcertanti rivelazioni di Neiv mesi addietro. Il futuro vincitore si rallegrava dinanzi a quell'immagine, i sogni infranti dell'adolescente davano l'impressione di metterlo di buon umore, un'anomalia; si godeva quegli istanti in attesa di spezzare radicalmente quelle ambizioni, ma chissà da dove proveniva tale infamia, se non sicuramente da trascorsi passati dei due... da dove? Qual'era il nesso che univa persone che non si erano mai trovate faccia a faccia prima? Si stava per scoprirlo, perché il match terminava lì:

«Sconfiggila con un masso gigante.»

Passò accanto alla sconfitta, ma quando codesta gli tese la mano lui voltò il capo e si dileguò, anche se la sua corsa venne frenata da un Giv largamente infuriato:

«Perché non hai salutato la mia amica? Cosa ti disturba in lei?»

L'altro replicò stuzzicandolo ancor di più:

«Amica? Osi chiamarla amicizia questa?»

Il giovane non comprendeva il senso di quelle parole:

«Cosa intendi dicendo ciò? Cosa ci sarebbe di anomalo nel nostro rapporto?»

Mentre tutti osservavano la scena attoniti, il maggiorenne prolungava la polemica illustrando il suo movente:

«Ritieni necessario conoscere il fattore che più disprezzo nei ragazzini della vostra età? È la falsità, già... vi definite amici di chiunque, però appena arriva l'occasione giusta... siete pronti ad approfittare l'uno dell'altro. Non ci sono distinzioni da fare, vi fingete leali compagni in attesa di pugnalare chi non vi ha mai tradito, senza porvi problemi, perché in seguito inventerete ogni genere di scusa allo scopo di far credere alla massa che avete soltanto commesso un innocente errore, penseranno tutti “non fa nulla, é piccolo, tutti sbagliamo qualche volta da piccoli”. Ti rispecchi perfettamente in questa descrizione, anche se la tua indole sleale non ti permetterà mai di ammetterlo.»

Giv, raggiunto quel punto, non seppe più trattenersi, Grodig faceva di tutta l'erba un fascio e questo a lui non andava proprio giù:

«Non ti rendi conto che hai adesso commesso tu un gravissimo errore, potrebbe sembrarti strano sentire da me che non tradirei per alcuna causa un compagno, ma é la verità.»

Il suo nemico (ovviamente sotto il profilo concettuale) non demordeva e spingeva avanti la sua tesi:

«Complimenti, ottima interpretazione, reciti benissimo rispetto a molti, ma questo non ti rende migliore, stupido presuntuoso. Hanno utilizzato gli stessi termini già in precedenza nei miei confronti, poi si sono rivelati per ciò che erano nel profondo.»

«Ti consiglio di piantarla, non ci conosci da vicino e non ti permetto di dare giudizi a nostro riguardo. Stai generalizzando, ed il fatto che qualcuno abbia sbagliato anni fa non ti concede il diritto di scaricare la rabbia su di noi!»

Gli spiriti erano letteralmente infuocati e nessuno desiderava interrompere l'acceso scambio di opinioni:

«Dovrei smetterla... e perché dovrei? Cosa mi accadrebbe in caso contrario? Forza, dimmelo!»

Zadi soffriva interiormente alla vista di quella “oscena” scena nella quale il ventenne sollevava per il colletto della maglia il suo coetaneo, eppure lei, al completamento di certe giornate grigie, aveva quasi creduto di non poter più ammirare in vita sua ad altri episodi simili, per altro su di un palcoscenico così spettacolare come quello del “Cuballs International Tournament”, ed invece si stava verificando l'identica storia, le pareva quasi una replica, con nuovamente protagonista Giv.

“Viene afferrato bruscamente ed alzato dal terreno, in seguito subisce accuse prive di fondamento, é tutto identico a quella volta, tutto... siamo già arrivati al limite della rottura mesi fa e adesso le crepe formatesi in quel periodo potrebbero riaprirsi, noi ci troveremmo ancora di fronte alle stesse difficoltà, ma potrebbe non andare ogni cosa per il verso giusto anche stavolta, se l'ostacolo fosse troppo arduo da superare il filo che ci lega potrebbe spezzarsi. Io non voglio che tali mie predizioni si tramutino in realtà, ma sono presenti innumerevoli somiglianze tra le due situazioni e questo mi porta ad avere un brutto presagio, spero solo di aver torto.”

E sotto gli occhi allibiti degli spettatori il triste spettacolo proseguiva:

«Hai esaurito la voce? Oppure hai finalmente notato che chi si trova dalla parte del torto sei unicamente tu? Non so se hai fatto caso ad un particolare molto importante che caratterizza questa vicenda... dove sono i tuoi “amici”? Non si precipitano a liberarti dalle mie grinfie? Mi risulta bizzaro ti stiano abbandonando proprio nella fase del bisogno, e mi sorprendo specialmente di quella tipetta, non eravate profondamente uniti? Non dovrebbe correre qui in tuo aiuto al posto di restare lì impalata a fingere di star male per te? Questi dettagli non coincidono a pieno con quella carinissima storiella fatta di fiducia e principi morali, vero Giv?»

Aveva sempre mantenuto un tono moderato e pacato, ma l'arroganza di Grodig, che stava toccando un argomento per lui fondamentale, era smisurata ed aveva mutato radicalmente l'espressione del suo volto:

«La voce non l'ho persa, la pazienza sì... ti suggerisco vivamente di sospendere la discussione e domandare scusa loro, recepisci il messaggio?»

Nonostante quella rabbia, il maggiorenne persisteva nel deriderlo:

«Scusarmi con dei mocciosetti e con quella lì che continua a frignare? Sognalo pure.»

Giv controbatteva tentando di illustrargli la complessa personalità di Zadi:

«Ignorante, lei é sensibile e sta piangendo proprio a causa del diverbio che stiamo avendo, le abbiamo fatto tornare alla mente alcuni ricordi che avrebbe voluto cancellare per sempre, sta soffrendo perché é impaurita, teme che il passato possa riproporsi oggi. Chiudiamo questo inutile siparietto adesso, lei non sopporta vedere me attaccato violentemente da un'altra persona ed io non sopporto più di vedere lei ridotta così. Basta, freniamo certe ostilità, non ce n'é la necessità.»

Il suo tentativo di riappacificazione fu però vano, le provocazioni si facevano a mano a mano più pesanti e la faccenda degenerava ancora:

«Sensibile lei? Non farmi ridere, il solo termine adatto alla frignona é “egoista”, sta mettendo in piedi quella recita unicamente per scansarsi dal dovere di venire in tuo soccorso, ma come al solito tu non vuoi accettare l'amara realtà, così ti fai facilmente abbindolare da una banda di ipocriti. Sei tu l'ignorante, ti stanno sfruttando e manipolando a loro piacimento, ma... d'altronde é il classico comportamento di chi rientra nella vostra fascia d'età.»

«Hai ampiamente sorpassato il limite, é l'ultima occasione in cui te lo ripeterò... basta... ora taci!»

L'urlo fu udito da ognuno nello stadio, attraversò le mura e raggiunse quasi anche coloro che erano situati al di fuori della struttura, la curiosità del pubblico poi fece sì che tutti gli sguardi si spostassero e fossero puntati sui protagonisti dello scontro ben diverso da quelli svolti precedentemente.

«Qual terribile sciagura si abbatterebbe invece sul mio corpo qual'ora non eseguissi i tuoi ordini?»

Nonostante l'ira, che progressivamente cresceva, Giv riusciva comunque a conservare quel briciolo di lucidità che gli era rimasto:

«Ti sei fatto un'idea di me non proprio corretta, non potrei mai scegliere di risolvere la faccenda tramite la violenza, il tuo fisico può stare tranquillo, non subirà attacchi. Ti piacerebbe vedere dimenarmi e tirare pugni a vuoto, giusto? Avresti l'occasione per confermare la tua tesi contro noi giovani, ma ho l'impressione che la perderai.»

«E tu... con un trucco talmente banale auspichi di ingannarmi? Credi non sappia che attenderai io abbassi la guardia per colpirmi?»

Con ribrezzo lo scaraventò sul terreno e cercò di dileguarsi, ma un gruppo di addetti alla sicurezza lo bloccarono e lo portarono via; l'evento passò però in secondo piano per i ragazzi, che si preoccuparono principalmente delle condizioni del compagno, lo accerchiarono ed Oster gli domandò:

«Giv, stai bene?»

Ma lui pareva essere indifferente a qualunque quesito gli veniva posto, guardava fisso nel vuoto, era inerme.

«Stai male? Giv, rispondi!»

L'appello fu improduttivo, il giovane aveva la testa da tutt'altra parte: “ha osato definirci dei traditori, bugiardi ed occasionali, come é possibile pensare ciò di noi... daremmo anche la vita se fosse necessario ad aiutarci a vicenda, Zadi lo ha fatto per me... ed io per tale motivo non accetto l'affronto di Grodig, inoltre... ci ha feriti nello spirito, lei continua a versare lacrime ed io non posso capacitarmene, era tornata di buon umore ed ora... a causa di un imbecille rivive le dolorose esperienze che avrebbe voluto eliminare. Perché... perché... si era ristabilito un equilibrio nel nostro gruppo, perché quell'essere infame ha voluto rovinarci, perché? Cosa potrà averci guadagnato? Avverte un senso di sollievo nell'offendere degli adolescenti privi di ogni crimine? Non... non... non riesco a togliermelo dalla mente, il suo é stato un gesto deplorevole...”

Mentre lui esaminava i fenomeni appena verificatisi, Neiv provvedeva ad avvisare gli uomini dell'infermeria, che furono immediatamente lì:

«Il vostro giovanotto é sano come un pesce, mostra un piccolo graffio sanguinante rimediato in seguito alla caduta e null'altro, gli applicheremo una fasciatura e avremo risolto.»

“Ciò che lo turba non é la leggera ferita, non é la botta fisica subita ad estraniarlo da noi, ma quella morale.”

L'analisi svolta dal biondino era sfortunatamente corretta, avevano davanti una nuova peripezia da combattere assieme: degli alunni di seconda media sarebbero stati pronti a respingere l'ennesima minaccia oppure il sottile filo si sarebbe definitivamente sciolto?

«La bendatura é apposto, ti lascio con i tuoi amici.»

Con un “filo” di voce giunse il riconoscimento:

«Uhm... grazie mille.»

«Non c'é di che, giovincello.»

L'atteggiamento socievole del medico non bastava per risolvere la sua inquietudine interiore, infatti lui, trascorsa una breve quantità di secondi, cominciava a scalciare, le panche modificavano collocazione ogni istante, erano smosse senza tregua da quella stessa gamba malandata, il cui non perfetto stato non infastidiva Giv, concentrato su pensieri di natura totalmente dissomigliante; i coetanei, affacciati alla porta, osservavano l'affligente avvenimento e assimilavano al volo il concetto: ne uccide più la lingua che la spada.

  
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