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Autore: Elly24    14/02/2014    7 recensioni
Ogni tanto il vuoto che ho nel petto brucia, ricordandomi che non merito di essere felice. Mi ricorda che ero la ragazza di fuoco, che brucio proprio come sono bruciate tante persone. Proprio come è bruciata Prim.
In quei momenti devo chiudere gli occhi e respirare a fondo aspettando le braccia di peeta che mi circondano rassicuranti e mi fanno riflettere sul fatto che vivere non è un errore.
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beetee, Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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#  LACRIME

Le urla si fanno sempre più strazianti e acute tanto che il bambino si sveglia e si mette a strillare anche lui. Sono paralizzata nel letto e non so che fare. Vorrei svegliare Peeta, chiedergli perché fa così, cosa ha sognato, e alzarmi, cullare il bambino. Ma non riesco a fare niente. Così me ne sto semplicemente nel letto immobile nel mio terrore. All'improvviso nella penombra mi sembra che Peeta abbia aperto gli occhi. Le urla sono cessate e anche il bambino sembra essersi riaddormentato. 

È successo tutto così velocemente che sono ancora confusa. 

“Katniss?” Peeta ha la voce impastata di sonno e mi guarda perplesso. 

Sono rimasta così rigida che mi accorgo di avere i muscoli indolenziti. Ricomincio a respirare e poi gli butto le braccia al collo. “Peeta va tutto bene, sei al sicuro” 

Lui sembra sussultare e si ritira da quel gesto apparentemente innocuo. 

“Peeta che..” “Stai...stai lontana da me!” Indietreggia con le mani davanti al corpo. Mi avvicino a lui non capendo la gravità della situazione

 “Peeta va tutto bene! Era solo un sogno! È tutto ok!” Lui mi guarda con odio. È buio ma sembra che i suoi occhi abbiano una strana luce. La stessa luce che avevano quando quel giorno mi ha stretto le mani al collo. Quando ancora era considerato un “depistato” quando.... E proprio nel momento in cui capisco, non faccio in tempo a ritrarmi che Peeta afferra qualcosa, forse una sveglia, e mi colpisce in testa. L'ultima cosa che sento sono le nuove urla del bambino. 

Quando apro gli occhi deve essere mattino. Mi fa male la tempia destra e il sangue mi pulsa violentemente. La testa mi gira e non riesco a mettere a fuoco la figura che ho davanti. Strizzo gli occhi e alla fine riconosco lo sguardo preoccupato di Peeta che mi porge uno straccio bagnato e me lo appoggia sulla fronte. 

"KATNISS!” La sua voce è impregnata da puro panico e sembra ansimare. Istintivamente indietreggio di un balzo. Non è una cosa che volevo fare ma non ne posso fare a meno. Lui abbassa lo guardo rosso in viso. 

“Scusa....mi dispiace. Katniss sono un mostro! Non volevo non so cosa mi sia successo! Scusa....io...” Continua a torturarsi le mani e mi gira così violentemente la testa che non so così ribattere. È successo tutto così velocemente...

Mi ricordo solo una serata felice, con Wave, e poi delle urla e un forte mal di testa. Mi massaggio le tempie cercando di mettermi a sedere e sopratutto cercando di capire dove mi trovo. Sento del morbido ma non il cuscino. Credo di essere sul divano. Quasi non mi accorgo che nella stanza c'è anche un'altra figura. 

"Haymitch” “come va dolcezza?” Ne tiene fra le braccia un'altra. Wave! 

Finalmente tutto si fa un po' più chiaro. “Wave” ansimo. Stanotte anche lui piangeva e Peeta era fuori controllo. Che cosa gli ha fatto?

“Tranquilla il piccoletto sta bene” Haymitch mi si avvicina e me lo porge. Sospiro di sollievo quando il bimbo mi sorride accarezzandomi il volto con le sue piccole manine. 

Lo stringo al petto lieta che almeno lui stia bene. Ma Haymitch lo riprende quasi bruscamente. “È meglio che riposi dolcezza. Dopo quello che....” 

Alzo lo sguardo verso Peeta. Hai gli occhi gonfi e fissa il tappeto colorato. Piano piano i ricordi di ieri notte si fanno più vividi nella mia mente. Ero paralizzata a letto e Peeta ha sollevato qualcosa. La sveglia credo. E mi ha colpita. Peeta Mellark mi ha colpito alla testa. Io sono svenuta. Lo stesso ragazzo che ha cercato di uccidermi più e più volte. Lo stesso ragazzo che mi ha salvato. Più e più volte. 

Lo stesso ragazzo che ho detto di amare. Posa il sua sguardo su di me. Prova a fare un passo nella mia direzione ma per la seconda volta balzo all'indietro. 

È stato un gesto così istintivo e naturale che quasi mi sorprendo di me stessa. Non voglio fargli questo. Non posso fargli credere di essere quel mostro che era una volta. LUI NON LO È! 

Mi alzo dal divano e corro alla porta. È un gesto avventato e stupido ma lo faccio. Fuggo. Fuggo dai miei problemi. Dai miei incubi. Da Haymitch, da Peeta. Corro ma la testa mi gira. La piazza sembra ondeggiare. Le voci dei bambini che giocano sono ovattate e lontane anni luce. Tutto ondeggia, tutto prende fuoco nella mia mente. Non c'ero quando è successo ma mi immagino quei bambini che giocano spensierati un attimo prima che una ventina di Hovercraft lanci le sue bombe sul distretto. Bombe, fuoco, morte. 

 Barcollo per la strada e le mie gambe tramano visibilmente. 

Per fortuna sono quasi arrivata al bosco e mi accascio al primo albero che trovo per la mia strada. In verità il primo albero cui vado a sbattere. E, stranamente, mi ritrovo a piangere. Lacrime calde che mi inondano il viso quasi silenziose accompagnate da qualche spasmo per la lunga corsa. 

In tutti questi mesi non mi sono mai permessa di piangere. È un lusso che non mi sono mai potuta permettere. Quando mio padre è morto se avessi pianto nessuno avrebbe portato avanti la mia famiglia. Nell'arena era segno di debolezza. Davanti alle telecamere era pura finzione per lo spettacolo che i capitolini desideravano. Durante una rivolta non si piange. Durante una rivolta tutta l'umanità ti abbandona. Perché altrimenti non si riuscirebbe ad andare avanti dinanzi a delle oscenità disumane. E dopo....beh dopo ho urlato. Ho cercato di uccidermi. Ma non ho mai pianto. Perché piangere significa ricordare. E non posso permettermi di ricordare. 

Sono abbastanza vigliacca da non poter sopportare tutto il dolore che delle semplici immagini posso provocare. Ma adesso sono qui, all'ombra di un albero, dopo aver molto probabilmente subito una commozione celebrale, con gli occhi chiusi e la testa appoggiata al tronco, a piangere. Un pianto liberatorio, uno di quelli che mi trattenevo da quando avevo undici anni. Ma perché la vita è stata così ingiusta? La mia felicità era durata tanto poco. Quasi niente in realtà. 

Pensandoci....ero mai stata felice? Qualche frazione di secondo forse. Ma la vita mi ha portato sempre rancore. E io ho solo portato rancore verso gli altri. Come se loro fossero colpevoli di essere stata messa al mondo. In QUESTO mondo. 

Ancora la testa mi gira pericolosamente e non riesco a ragionare lucidamente. Mi impongo di aprire gli occhi. Beete. Devo...devo parlare con lui. 

Ma dove sarà adesso? Lui ha fatto quella macchina, per i ricordi. Non avrebbe dovuto riportargli la memoria? Perché mi ha colpito in testa? Aveva detto che avrebbe funzionato solo in parte ma aveva anche un limite di tempo?

Come la mia felicità, d'altronde. Se solo avessi qualcuno con cui confidarmi....

Vicino ai miei piedi c'è un fiorellino isolato dagli altri. È cresciuto da solo, quasi per miracolo. È una primula rosa appena sbocciata. 

“Prim, se solo tu fossi qui con me...” Un leggero venticello di primavera di alza dagli alberi accarezzandomi il volto dolcemente e scompagnandomi leggermente i capelli. Mi lascio cullare da quella brezza rassicurante immaginandomi un dolce abbraccio con la mia paperella. Quando riapro gli occhi il fiorellino non è più li. 

Lo cerco guardandomi intorno ma sembra sparito. Ed ero così sicura di averlo proprio qui...vicino ai miei piedi. 

“Katniss!Katniss!” Sento delle voci in lontananza,probabilmente provengono dalla piazza. Decido di ignorarle. Se sono intelligenti sapranno che il mio unico rifugio è il bosco. E se vengono al bosco mi troveranno subito visto che mi sono accasciata sul primo albero imbattutosi sulla mia testa. Tanto vale aspettare. 

Le voci si fanno sempre più lontane e deboli che capisco non verranno da questa parte. Deve essere sera quando comincia a darmi fastidio quel vento. È più umido e freddo, quasi a incitarmi a tornare a casa. Apro nuovamente le palpebre e il buio della foresta mi invade gli occhi. 

Mi alzo cautamente in piedi e comincio ad incamminarmi verso casa, non prima di aver dato un ultimo sguardo al prato in cerca di quel piccolo fiore. 

La porta di casa mia è semiaperta così mi basta spingere per entrare. Peeta è sull'uscio con gli occhi gonfi che mette dei vestiti dentro una grossa borsa. 

“Peeta che stai facendo?” Al suono della mia voce gira la testa di scatto e sospira di sollievo. 

“Katniss! Dove sei stata?” “Che stai facendo?” Ignoro la sua domanda. I miei occhi fissi sulla zip della borsa che si sta chiudendo. 

“Me ne vado da qui, sono troppo pericoloso. Torno a dormire a casa mia” Scatto in avanti e la mia mano afferra il suo polso prima che possa afferrare la maniglia. “No!” 

“Katniss sai anche tu quello che ti ho fatto ieri notte! Sono un pericolo per te! E lo sono anche per il bambino. Avevano ragione  loro. Sarebbe stato meglio con  Johanna e Gale. Non  qui con un pazzo  omicida” 

“Non dire così” “e se ti avessi colpita più forte? Ci saresti potuta rimanere secca! A quest'ora non saremmo qui a parlarne e io mi sarei già ucciso” 

"Peeta non...” Nemmeno io so cosa voglio dire veramente. 

“Non ho paura di te” l'ultima cosa che volglio è perderlo. Anche se dovesse colpirmi in testa tutte le notti, non posso saperlo lontano. Anche se solo di due metri. 

“Si ma io ho paura di me Katniss. Io” abbassa gli occhi e lo abbraccio dolcemente. 

Sussulta di sorpresa ma non si scansa. È già qualcosa. “Peeta non devi...è successo ma non è detto che ricapiterà. Chiederemo a Beete. Forse...forse era dovuto a tutto lo stress. Il ritorno di Gale, il bambino...” 

“Non possiamo rischiare” la sua voce ora è poco più che un sussurro. “Non mi lasciare da sola Peeta. Ti prego” 

“Semplicemente non posso permettermi di farti del male. Sai che non posso controllarmi. E se....e se per caso ti uccidessi? Secondo te come reagirei? Non credo che riuscirei più a sopportare di vivere perché l'unico motivo per cui il mio cuore batte ancora sei tu. Senza di te niente ha più senso” 

“E allora non ti allontanare da me! Ti prego” gli afferro le mani convinta e cerco il suo sguardo. “Katniss....” “Ti prego” ripeto perché ormai non so più che dire. Esita poi sospira. 

"D'accordo. Ma...domani chiami Beete ok?” “Va bene” 

Restiamo un attimo in silenzio poi mi ricordo di Wave. “Dov'è il bambino?” Chiedo con un sorriso. 

POV's PEETA

“È di la che gioca. Andiamo a giocare anche noi, Kat?” Chiedo con finta aria infantile. 

“ahah va bene ma io prendo il cavallino bianco. Tu quello nero” “uffa non è giusto!” Cerco di protestare soffocando una risata.

Wave è seduto a terra e appena ci vede ci indica felice. “Peeta, Peeta!” “Si! Bravo Fi...Wave!” Katniss si incupisce per un attimo poi ritorna a sorridere al piccolo. 

“Te l'ho detto. Lui è abituato a sentirsi chiamare in entrambi i modi. Puoi chiamarlo come vuoi. Se ti fa sentire meglio chiamarlo Finn non c'è nessun problema” lei abbassa lo sguardo e mi passa il cavallo nero di plastica.

“Pronto a perdere?” “Sono nato pronto” ribatto con aria di sfida. Wave sembra entusiasta.Batte  le mani con gusto e si mette a gattonare inseguendo il suo cavallino elettronico. Gli faccio anche il solletico e ride sereno con gli occhi felici e tranquilli che tutti i bambini dovrebbero avere. 

Ad un certo punto mentre sto per finire la mia torre di carte perfetta,Katniss mi prende alle spalle facendomi sobbalzare e cade tutto. 

“Katniss! Non vale!” La prendo per la vita e la atterro sul tappeto tra le sue risate provocatorie. “Vuoi la guerra, donna? L'avrai!” Comincio a fare il solletico anche a lei mentre mi implora di smettere. Mi sento orgoglioso perché sono quasi sicuro che in questo momento non sta pensando a nessuna guerra, a nessuna morte. 

Niente di niente. È felice. Lo leggo nel grigio dei suoi occhi limpidi. Quando mi interrompo per darle un po'di pace, ansima sconfitta. “E va bene, Mellark. Mi hai battuto. Niente da fare. Anche se...?” 

“Anche se cosa?” Sembra pensarci e colgo un guizzo di malizia nei suoi occhi. Sto per insospettirmi quando improvvisamente  mi balza addosso e mi inchioda  al suolo. “Anche se non è ancora finita!” Ride poi si fa seria quando nota che la sto fissando e inarca le sopracciglia. 

I nostri corpi sono uno sopra l'altro e sento il suo petto alzarsi e abbassarsi sotto un respiro affannato. Le nostro labbra si avvicinano come attratte da una forza invisibile. Si sono appena sfiorate quando una vocina flebile bofonchia qualcosa. 

“Tniss!” Giriamo la testa di scatto nella direzione del bambino e Katniss si alza. Sorride. “Dai ci sei quasi! KAT-NISS” il bimbo sembra sforzarsi. Socchiude gli occhi e stringe le labbra. Ritenta. “Kattiss” ci guarda speranzoso per capire se aveva detto giusto. Lei si inginocchia alla sua altezza. “Katniss” gli sussurra con voce dolce. 

Wave sembra perso ad osservare il suo viso ed è attratto dalla sua voce soave. “Katniss” ripete. 

“Bravo! Bravo Wave!” Esultiamo quasi in coro e lui sfodera un sorriso radioso che mi ricorda terribilmente quello di Finnick. Mentre esultiamo e battiamo le mani, il piccolo starnutisce. Katniss ridacchia e si alza per andare a prendergli un fazzoletto. 

Si avvicina alla porta quando Wave la chiama. “Katniss!” Lei si gira sorpresa. Lui gattona nella sua direzione poi, all'improvviso si alza sulle gambe. Fa un grande sforzo evidentemente e sono così paralizzato dalla sorpresa che ci metto qualche secondo ad avvicinarmi a lui in suo soccorso prima che cada. Fa due passi vero di lei con le sue gambette paffute e poi ricade sul pavimento. Per fortuna lo afferro al volo prima che la testa tocchi terra. 

Lo sguardo di Katniss si illumina. Mi chiedo quanto questo le possa ricordare i primi passi di sua sorella , ai quali magari ha assistito. Lo accarezza dolcemente. “Ehy! I tuoi primi passi! Sei bravissimo, Finn!” Passiamo un'ora a cercare di fargli tentare di riprovarci ma non sembra molto motivato ed è piuttosto stanco quindi alla fine lasciamo stare. Starnutisce di nuovo e ci ricordiamo del fazzoletto. Si rialza e sparisce oltre la porta. 

Proprio in quel momento Finn riprova ad alzarsi ma stavolta non per seguirla. Vuole giocare credo. Lo sostengo ma prende la corsa. CORSA? Ma...ha imparato a camminare oggi! Come cavolo fa a correre? Girovaga per la stanza e cerco di stargli dietro perché ci sono molti oggetti appuntiti e non voglio che si faccia male. 

“Fermati Wave! Fermo!” Gli grido alla fine mentre si dirige verso un tavolinetto basso di cristallo con due vasi di vetro sopra.

“Che cosa state combinando?” La voce allegra di Katniss risuona dalla stanza accanto. 

Non rispondo, troppo impegnato a impedire che uno dei due vasi che sta oscillando , gli cada in testa. Non faccio in tempo a fermarlo. Una cascata di vetri gli piove addosso e alcune schegge mi finiscono sul viso. 

Sono paralizzato dalla paura. “WAVE!” le urla di Katniss provengono dalla porta. Mi giro nella  sua direzione. Si porta le mani alla bocca. I suoi occhi sono pieni di terrore. Alterna il suo sguardo tra le mie mani insanguinate e il corpo esanime di Wave steso a terra in una pozza di sangue. 

Angolo autrice: 

Ciao popolo di efp! *si difende con il corpo di Peeta* lo so che vorreste uccidermi ma non potete fare del male a lui! Scusate il ritardo!!!! Scusate scusate scusate! L'arena mi succhia via tutte le forze. Sto combattendo per la sopravvivenza. Non è facile, credetemi. Va beh sparate le mie solite cavolate volevo scusarmi se all'inizio  il capitolo può  risultare confuso. Ma è proprio questo che volevo rappresentare. La confusione  di Katniss, la sorpresa, la rabbia. Anche la scena con  Prim è un po' il suo  stato di shock. mi scuso anche per come ho fatto terminare il mio capitolo. (come al mio solito eh eh nutritevi di suspance) Come avrete capito la nostra bella Katniss pensa sia stato Peeta il colpevole in quanto ha dei pezzi di vetro anche lui in mano. Come continuerà? Ormai siamo arrivati a 33 persone che mi seguono e non ci posso davvero credere, grazie. Siete fantastici! Davvero.....Un bacione enorme alla prossima e....sponsorizzatemi se volete che esca viva dall'arena! Basta una piccola recensione! 

P.s. Mi sembra orribile questo capitolo....fatemi sapere :(

Elly24
  
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