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Autore: Ocean_Lily    14/02/2014    0 recensioni
Costanza Laila d'Altavilla è il futuro X boss della famiglia Altavilla che si ritroverà in Giappone con i suoi guardiani per scoprire il mistero che si cela dietro la scomparsa di Zakuro e Kikyo sotto gli ordini congiunti del IX Vongola e IX Altavilla.
-Salve! Questa è la prima volta che scrivo una fan fiction, spero che vi piaccia. Sono aperta a qualsiasi tipo di critiche (sia positive che negative) quindi non estate a dirmi come vi sembra la storia. -
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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«Costanza non ci pensare. Ci sarà rimasta male perché non poteva venire, ma Anna non rimarrà arrabbiata per sempre. » Mary tentava di tirare su il morale. Erano nel jet privato della famiglia di Costanza l'una di fronte all'altra. Non si erano mosse di lì per tutta la durata del viaggio, mentre Mary tentava di non farle pensare la sua ultima visita all'orfanotrofio.
«Quando arriviamo a terra le chiamo. »
«Vedrai che sarà felice di sentirti. » disse con un sorriso.
Arrivarono in Giappone qualche ora più tardi. L'aria era calda e il cielo limpido. Le ragazze accesero i cellulari che avevano tenuto rigorosamente spenti per tutto il viaggio. Quando il pilota uscì dalla sua cabina per salutare le ragazze, una bambina, di circa otto anni con dei corti capelli neri e gli occhi di un azzurro cristallino, scese di corsa le scale che portavano verso il suolo dell'aeroporto.
«Anna che diavolo ci fai tu qui?! » il tono di Costanza era diventato severo.
«Volevo venire con te! »
«Te lo avevo già detto che non potevi. Ora ritorni in Italia, saranno tutti preoccupati! » era arrabbiata e lo si sentiva nella voce. Gli occhi della bambina si riempirono di lacrime. «No! Resto qui! »
«Anna lo sta facendo per il tuo bene!» intervenne Mary.
«Voglio restare con lei!»
Costanza non sapeva più che fare. Era affezionata alla bambina e non voleva che fosse coinvolta. «Lo sai che è pericoloso? » la bambina annuì.
«E va bene. Puoi restare, ma a una condizione: devi fare tutto quello che ti dico. » la bambina le sorrise e le prese la mano.

Un’auto nera le stava aspettando, i bagagli erano già dentro il bagagliaio.
«Dove vi porto? »
«All'hotel di Tokyo. » rispose in un impeccabile giapponese. Il guidatore accese l’auto e si diresse verso l’hotel. «Anna sai parlare il giapponese? »
La bambina scosse il capo.
«Non ti preoccupare ti insegnerà Mary. » disse sorridendole. L'hotel non era molto distante dall'aeroporto e non ci volle tanto prima che arrivassero. Una volta spiegato il disguido di una persona in più alla reception entrarono nella loro suite. Era grande con una sala da pranzo, il bagno in camera e tre letti situati in una camera separata. Mary e Anna iniziarono a ispezionare la suite guardando la cabina armadio e le varie stanza.
«Fra un po' dovremmo ricevere visite. » avvisò Costanza. Mary la guardò incuriosita.
 
Il treno andava ad alta velocità percorrendo quelle strade di campagna in pochi minuti.
«Reborn sei sicuro che devo venire io al posto di Tsuna-kun? »
«Si Enma. Tu la devi incontrare per primo e mi raccomando non dire niente a Tsuna. » Enma sembrava un po' preoccupato doveva incontrarsi con una persona che non aveva mai visto, eppure Reborn gli continuava a dire che lontanamente erano parenti. Il treno si fermò poco dopo alla stazione di Tokyo.
«Siamo arrivati. Vieni Enma. »
Seguì Reborn fino a un taxi senza dire una parola. L’auto si fermò davanti ad un albergo dall’aria lussuosa.
«Grazie infinite.» disse Enma un po’ impacciato dopo che scese e pagò. Reborn era già entrato, la hall era ampia, arredata con mobili di alta qualità e decorata con vasi di fiori e quadri. Enma era appena entrato e restò incantato alla vista di un albergo di tali dimensioni.
«Seguimi. » Reborn aveva sempre quel suo tono serio e professionale che, per un bambino, era alquanto strano. Entrarono in un ascensore che li portò all’ultimo piano. Quando le porte si aprirono, si trovarono di fronte una ragazza dai lunghi capelli neri.
«Ben arrivato Reborn. » disse con un sorriso.
«Ciao Costanza. Lui è Enma Kozato il discendente del primo Simon e decimo boss. »
Costanza li porse la mano. «Piacere. Costanza Laila d’Altavilla; decimo boss della famiglia Altavilla. »
«Piacere…» disse stringendo la mano che le porgeva.
«Se non sbaglio il Primo Simon e il Primo Altavilla erano cugini di terzo grado. »
«Non ti sbagli Costanza.» disse Reborn. «Sei molto informata. »
«Ho una buona rete d’informatori. » disse con un sorriso invitandoli a sedere nel divano della suite. «Passiamo comunque a cose più serie. Devo restare a Tokyo per un paio di giorni e vorrei che voi controlliate la situazione a Namimori.»
«Il Nono mi aveva accennato a qualcosa ma non mi ha dato molte informazioni. Che cosa devi fare a Tokyo?»
«Possiamo dire “reclutare”. Ho trovato una ragazza che ha qualcosa a che fare con la mia famiglia. »
«Di quanto tempo hai bisogno?» chiese Enma.
«Penso massimo cinque giorni, ma vedrò di essere da voi entro tre. »
«Ne sei così sicura? » chiese Reborn da dietro il suo cappello.
«Assolutamente. » disse con tono deciso.
Reborn le fece un sorriso complice che la ragazza ricambiò.«Bene. Gradite una tazza di tea o caffè? »
«Per me del caffè. »
«Io prendo volentieri una tazza di tea. »
La ragazza sorrise e andò a prendere il tea e caffè.

Poco dopo i due erano fuori dall’hotel diretti alla stazione. Il cielo era diventato scuro e l’aria iniziava a farsi più fresca.
«Anna hai portato anche qualche cambio? » chiese Costanza dal bagno. La bambina iniziò a balbettare. «N-no… »
La ragazza uscì con indosso un pigiama e sorrideva ad Anna. «Tranquilla. Prenditi pure una delle mie magliette per la notte.» si rivolse verso Mary che era seduta sul letto a sgranocchiare qualche patatina. «Mary bada tu ad Anna domani e portala a comprare qualche vestito. »
Le patatine le andarono di traverso. «Ma Laila! »
«So badare a me stessa, e poi tu non sei neanche iscritta.»
«Come vuoi.» continuò a mangiare le patatine senza obbiettare e dopo un po’ le luci si spensero e tutte andarono a letto.
Il giorno dopo Costanza si alzò presto per prepararsi. Si mise la divisa scolastica che un uomo di suo nonno le aveva preso e fece una colazione veloce. Scese nella hall, dove aspettò un taxi che aveva mandato a chiamare quando era ancora in ascensore. La accompagnò fino alla scuola. Era un istituto solo femminile molto grande e con un ampio ingresso. La campana suonò e Costanza entrò nella sua classe la 3-1. Non le ci volle molto per trovare la ragazza che cercava. Aveva i capelli corti e castani e gli occhi verdi dallo sguardo simile a quello di un felino. L’aveva vista tante volte in foto e riusciva a riconoscere subito i suoi lineamenti.
“La giornata sarà interessante.”

A Namimori...
«Enma! » qualcuno aveva urlato il suo nome. Si voltò per guardare chi fosse.
«Tsuna-kun… »
«Enma corri!! » dietro di lui un cane nero lo inseguiva. I due correvano più forte che potevano e si ritrovarono all’interno della scuola media Namimori.
«Non c’è nessuno… »
«Ih siamo in ritardo. Se Hibari-san ci scopre siamo morti. » Tsuna si irrigidì. Da dietro le sue spalle proveniva un intento omicida che conosceva fin troppo bene.
«Che ci fanno due erbivori come voi ancora qui fuori? »
«Hi-Hibari-san noi stavamo giusto… » Hibari aveva già estratto i tonfa.
«Vi azzanno alla gola. »
   
 
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