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Autore: Ocean_Lily    13/02/2014    0 recensioni
Costanza Laila d'Altavilla è il futuro X boss della famiglia Altavilla che si ritroverà in Giappone con i suoi guardiani per scoprire il mistero che si cela dietro la scomparsa di Zakuro e Kikyo sotto gli ordini congiunti del IX Vongola e IX Altavilla.
-Salve! Questa è la prima volta che scrivo una fan fiction, spero che vi piaccia. Sono aperta a qualsiasi tipo di critiche (sia positive che negative) quindi non estate a dirmi come vi sembra la storia. -
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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«State scherzando, spero?» Costanza si alzò di colpo dal divano. I lunghi capelli neri le ricadevano oltre le spalle, risaltando la sua pelle bianca e i suoi occhi color nocciola chiaro.
«Calmati e mettiti a sedere, Costanza.» vicino a lei era seduto un uomo anziano dai capelli bianchi tirati all'indietro.
«Calmarmi? Come posso stare calma nonno? Zakuro e Kikyo sono spariti nel nulla, Torikabuto non siamo mai riusciti a trovarlo e come faremo se spariscono anche Bluebell e Byakuran?» disse tutto d'un fiato.
«So come ti senti.» disse un uomo seduto in una poltrona di fianco al divano. «Per questo ti chiedo di andare in Giappone. Molto probabilmente cercano il mio successore e mi serve che tu sia lì per aiutarlo in caso le cose si complicano, e poi se non sbaglio devi andare a Tokyo per verificare delle voci giusto?» l'anziano le fece un sorriso radioso sotto quei folti baffi.
«Come vuole Nono.» disse rassegnata «Con il vostro permesso io ritorno alla villa.» chinò  lievemente il capo e uscì dalla stanza.

«Allora com'è andata?» una ragazza dai lunghi capelli rossi raccolti in una coda alta e dallo sguardo color verde acqua la aspettava fuori dalla porta.
«Dobbiamo partire per il Giappone, con ordini ufficiale da entrambi.»
«Solo questo?» la ragazza inclinò il capo.
«No Mary. Mi hanno riferito che Zakuro e Kikyo sono scomparsi.»
«Zakuro...» disse pensierosa. «Non era quell'uomo che ti faceva venire i brividi ogni volta che lo vedevi?» face un ghigno.
Costanza la fulminò con lo sguardo e Mary non disse più  nulla. Continuavano a percorrere i lunghi corridoi della villa della Famiglia Vongola pieni di quadri di pittori famosi, poi Mary ruppe il silenzio.
«Oggi non dovevi andare all'orfanotrofio?»
«Cosa? Non stavo ascoltando.» volse il suo sguardo alla ragazza e in qual momento andò  a sbattere contro qualcosa, o qualcuno.
«Ahi.» si portò la mano al naso ricoperto di lentiggini che continuavano fino alle guance.
«Costanza stai bene?» la voce era cupa e maschile.
«Iemitsu! Non ti ho visto, scusa.»
Iemitsu sorrise. «Non ti preoccupare piccola. » disse scompigliandole i capelli. «Sai ogni volta che ti vedo mi ricordo di mio figlio. È un anno più piccolo di te e... »
«Iemitsu me ne hai parlato tante volte!»
L'uomo rise. «Già  hai ragione. Buona giornata allora.» e si allontanò.

Fuori dalla villa era parcheggiata un'auto nera che la aspettava.
«Signorina.» disse l'autista quando le due ragazze entrarono in macchina. «Non aspettiamo il boss?»
«Il nonno deve ancora parlare d'affari con il Nono. Per il momento portatemi alla villa.»
L'auto si accese e partì. Fuori dai finestrini oscurati gli alberi scorrevano velocemente.
«Quando intende partire capo?» la voce di Mary ruppe il silenzio.
«Domani. Avevo già provveduto a cercarmi un albergo a Tokyo e l'iscrizione nella stessa scuola di quella ragazza. Una volta che si sarà unita a noi farò  il trasferimento a Namimori.»
«Ne è sicura che sia quella giusta?»
«Ho lo stesso presentimento che ho avuto quella volta con te.» disse con un sorriso raggiante. Mary non disse niente si limitò solo a sorridere anche lei. L'aveva scelta basandosi su un presentimento, non sapendo quasi niente di lei se non quello che era uscito da un'accurata ricerca, e alla fine quella sensazione era esatta. Costanza iniziò a fare telefonate prenotando voli e alberghi per il viaggio prima che arrivassero.
«Siamo arrivati signora.» disse l'autista spegnando l'auto e uscendo per aprire la portiera alle due ragazze.
«Wao! Ogni volta che la vedo mi sembra un castello!»
«Mary sei sempre la solita esagerata!»

Salirono la gradinata che portava alla porta d'ingresso e suonarono il campanello. Degli uomini in nero aprirono la porta della villa mostrando la sala d'ingresso. C'era un'ampia scala di marmo che si divideva in due direzioni, le pareti erano di un color crema tappezzati di dipinti di paesaggi e alcune porte di mogano che conducevano ad altre stanze e corridoi della casa.
«Ben tornata signorina d'Altavilla.»
«Ciao Joseph. Ciao Marco. Gabriele è ancora in casa?»
«Sì signora. Dovrebbe essere in giardino.» rispose Marco.
«Grazie.» disse con un caldo sorriso per poi avviarsi sul giardino nel retro della casa. Mary salutò i due uomini con un movimento della mano e un sorriso in viso e seguì Costanza che aprì una delle porte ed entrò in un'immensa biblioteca. La stanza era più alta delle altre con scaffali pieni di libri che arrivavano fino al soffitto e che potevano essere presi solo grazie ad una scala scorrevole attaccata nella parte superiore della libreria. C'erano anche un morbido divano dalla stoffa di un marroncino chiaro con delle poltrone abbinate e una scrivania di legno dello stesso colore della libreria. Mary si sentiva sempre a disagio quando entrava in quella stanza, ma per Costanza era diverso. Quello era il suo mondo e passava le intere giornate a cercare libri o quaderni con appunti appartenute alle generazioni precedenti leggendo avidamente il loro contenuto. L'unico lato della stanza lasciato libero da scaffali e libri era quello dove si trovava una grande vetrata che dava su una gradinata che portava al giardino. Il giardino (se cosi si poteva definire) era pieno di alberi ombrosi ed una piscina che usavano durante il caldo afoso delle giornate estive come quella. Seduto in una delle sdraio in legno c'era un ragazzo dai capelli scuri con riflessi verdi e accanto una ragazza in costume, dal fisico magro e atletico, i capelli color carota  raccolti in uno chignon e gli occhi uno color grigio e l’altro color verde, che prendeva il sole.
«Sarah non pensavo che avresti preso il sole accanto a questo maniaco!» disse Mary in tono di scherno.
«Mary angelo mio! Mi mancava il tuo dolce accento inglese!» stava per gettarsi addosso a Mary quando Sarah lo bloccò tirando dalla maglietta.
«Tieni a posto le mani!»
«Con il tuo accento tedesco farei qualunque cosa mi ordini, mia principessa, ma se non mi lasci soffoco... »
Sarah lasciò la presa e si alzò prima del ragazzo, che era rimasto fermo a riprendere fiato. Costanza guardò divertita la scena come sempre riuscendo ad accantonare quei pensieri che la tormentavano. Gabriel era il tipico don Giovanni e Sarah cercava di tenerlo in riga con il suo carattere dittatoriale. I suoi pensieri furono interrotti da una voce. «Qualcosa non va capo?» Sarah si era avvicinata per guardarla meglio. Da quando era uscita da quella casa non riusciva a pensare ad altro se non a quello che gli avevano detto i due boss.
«Entriamo in biblioteca, devo parlarvi di una cosa importante.» il volto dei due ragazzi divenne serio. Mary era l'unica a non aver perso il suo sorriso, che adesso era diventato un riso nervoso.
«Mi metto qualcosa addosso e arrivo subito.»

Sarah si era messa un paio di pantaloncini e una maglietta a maniche corte, dove uscivano i lacci del costume legati al collo. Si erano seduti nel morbido divano e aspettavano che Costanza iniziasse.
«Ieri Zakuro e Kikyo sono scomparsi. Il Nono mi ha chiesto di andare in Giappone per aiutare il suo successore in caso di bisogno. Sospettano che si siano recati lì.»
La ascoltarono senza interromperla. Capirono che la situazione era alquanto delicata e che non potevano tirarsi indietro se le cose andavano male.
«Che cosa vuole che facciamo capo?» fu Gabriele a rompere il silenzio che si era creato.
«Io e Mary andremmo in Giappone. Vorrei che Sarah vada in Francia per cercare quelle persone e che tu vada in Russia a cercare quella persona.»
«Mi servirà un soprabito pesante. Quand'è che dovremmo partire?»
«Domani. Avete una settimana di tempo dopodiché vorrei che veniate in Giappone con loro.»
I due la guardavano stupiti. «U-una se-settimana?» balbettò Sarah «Ma è impossibile!»
«Mi fido di voi e sono sicura che niente è impossibile. Ho già prenotato tutto a vostro nome. A breve dovrebbero arrivare i vostri biglietti.» si sentì qualcuno bussare alla porta «Avanti!»
Quando la porta si aprì, comparve la figura di una donna dalla pelle chiara, i capelli color biondo cenere e gli occhi nocciola.
«Tesoro sono arrivati questi per voi.» disse con un sorriso.
«Grazie mamma.» Costanza si era alzata per prendere delle buste che la madre le passava ricambiandole il sorriso, per poi andare verso la scrivania quando si chiuse la porta. Da un cassetto aveva tirato fuori dei passaporti che diede a ogni ragazzo insieme ai biglietti.
«Questi sono per voi. All'interno ci sono delle carte di credito valide in tutto il mondo. Mi raccomando se avete qualsiasi tipo di problemi contattatemi.»
Gabriele aveva già aperto il suo biglietto per controllare l'ora della partenza.
«Costanza sei sicura di aver fatto i biglietti correttamente?»
«Sì.»
«Allora perché il mio volo è fino in Romania?»
«Bè qualcuno ti ha offerto il suo jet privato.» Disse con un ghigno. Gabriele era sbiancato.
«Stai dicendo che Zefiro De Vries mi ha concesso di utilizzare il suo jet?!»
«L'alternativa era restare un giro da lui e siccome non ti voleva tra i piedi mi ha offerto il jet. Ora però andiamo a preparare le valige, non abbiamo tempo da perdere.»
I presenti si alzarono e ognuno andò nella propria stanza. Mary si bloccò davanti all’uscita.
«Costanza oggi devi andare all'orfanotrofio?»
«Ci andrò una volta finita la valigia. Se non ci vado ci resteranno male,  soprattutto Anna.»
Mary face un cenno col capo e uscì lasciandola sola.

Intanto in Giappone...
«Reborn se è uno scherzo non è divertente.»
« Ti sembra che sto scherzando imbrana-Tsuna?»
Tsuna andò nel panico. «E ora che si fa?!» poco dopo ricevette un colpo di martello di plastica sulla testa.
«Calmati. Ci ha già pensato il Nono. Mi ha riferito che ti manderà rinforzi per l'imminente battaglia. »
Un orribile pensiero invase la mente di Tsuna. «Non saranno i Varia?!»
«No, qualcuno che è al suo stesso livello.»
Reborn uscì dalla stanza con il suo solito sorriso che voleva dire che nascondesse qualcosa lasciando Tsuna nel dubbio.
   
 
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