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Autore: scythemeister_MakaAlbarn    14/02/2014    9 recensioni
Frammenti e bazzecole di una vita disastrata.
Frammenti e bazzecole di una città folle.
Frammenti e bazzecole di paura, amore e follia.
Senza un filo conduttore. Spero che vi piacciano!
step 1: At First
step 2: Cream! (lime)
step 3: Soup and Syrup
step 4: Connection
step 5: Restraint (lime)
step 6: Sweet Evening
Frammenti e bazzecole...semplicemente.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Soul/Maka
Note: Missing Moments, Nonsense, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Scraps and Trifles
 
 

Soup and Syrup
 
 
Il giovane scattò abbastanza velocemente da afferrare il fazzoletto accartocciato sul comodino, prima che lo starnuto gli esplodesse in mano.
Il suo naso era rosso e screpolato a furia di strofinarlo con quel lurido pezzo di stoffa. Maka aveva insistito perché utilizzasse i fazzoletti di carta che, a dir suo, “irritavano meno la pelle”.
Lui aveva sospirato e l’aveva guardata storto.
Ora si rendeva conto che forse avrebbe fatto meglio ad ascoltarla…
C’era poca luce quel pomeriggio. Era piovuto tutta la settimana. Di tanto in tanto si sentivano ancora le gomme delle automobili slittare sulle pozzanghere. Se ne formavano sempre molte a Death City a causa della pavimentazione dei viali principali. Le fenditure tra i grandi blocchi di pietra con il tempo si erano allargate e l’acqua facilmente si fermava a ristagnare.
Soul si lasciò crollare sui quattro cuscini appoggiati contro lo schienale del letto. Da due notti, ormai, dormiva praticamente seduto. Dormiva…si fa per dire.
La tosse lo assillava ed era diventato rauco. Ad ogni colpo la gola bruciava da impazzire.
Sapeva che il rimedio c'era e lo stava aspettando in cucina, nella sua bella confezione verde acqua. Maka l'aveva comprato apposta per lui, sistemandolo nell'armadietto dei medicinali. "Estratti di bava di lumaca" recitava l'etichetta. Non lo avrebbe mai preso. La sola idea bastava a fargli rivoltare lo stomaco.
Imprecò. Gli occhi gli bruciavano. Erano gonfi come due arance. E poi lacrimavano, lacrimavano terribilmente. Faceva fatica a tenerli aperti e la vista era annebbiata.
Fissò il soffitto per un po’. La vernice gli appariva di una celeste appannato.
Starnutì ancora. Il muco gli ciondolò per un istante dal naso, prima di venir asciugato alla svelta con la manica del pigiama. Poi il braccio gli rovinò nuovamente in grembo.
Avrebbe preferito spaccarsi una gamba piuttosto di buscare un raffreddore di quella portata. Una bella frattura scomposta, magari tibia e perone insieme. Sì, forse sarebbe stato meglio.
Non sopportava di non potersi muovere. Il suo corpo gli sembrava talmente pesante…
Era inchiodato a quel letto. Qualche giorno prima gli era anche salita la febbre. E ora i suoi postumi non lo abbandonavano più. Qualche linea ce l’aveva ancora e la testa rombava. Quando chiudeva gli occhi si faceva tutto rosso. Quindi aveva semplicemente smesso di farlo.
Aveva forse dormito un paio d’ore dall’ultima notte, ed un paio d'occhiaie, più profonde del solito, macchiavano il suo volto. Non aveva neanche la forza per mandare a fanculo tutto e tutti.
Quando la compagna comparve nel riquadro della porta le rivolse uno sguardo vacuo. Lei bussò un paio di volte sullo stipite e agitò il termometro, accennando ad un sorriso. Raggiunse il letto dondolando un po’ sui talloni e poggiò il vassoio che reggeva sopra le gambe dell’albino. Era uno di quei ripiani da colazione a letto, con due aste metalliche ripiegate in modo da farlo stare in equilibrio sulle coperte. Sopra, mezza bottiglietta d’acqua, un barattolo di vitamine, l’ennesima aspirina e un piatto contenente un liquido torbido e fumante. Soul scrutò quest’ultimo con circospezione, poi tornò a guardare la giovane.
“Apri la bocca, su.”
“Cos’è ‘sta brodaglia?”- affannò lui.
Maka sospirò scocciata, infilandogli il termometro in bocca.
“Non devi preoccuparti di cosa sia, mangia e basta.” E gli porse un cucchiaio scintillante.
Il ragazzo grugnì, recuperando la posata. Maka estrasse dalla tasca del grembiule un pacchetto di fazzoletti e glielo lanciò.
“Quello scempio io non lo tocco…”- fece sarcastica, indicando il pezzo di stoffa che il giovane stingeva in una mano. “Mi fa impressione.”
Lui mugugnò, infastidito.
“Forse potremmo usarlo come arma chimica.”
Non succedeva spesso di poter prendere in giro Soul con tanta facilità, fondamentalmente perché non si ammalava quasi mai. Ma quando si trovava in quelle condizioni pietose, senza neanche la forza di reagire, Maka non riusciva a trattenersi. Non si sentiva un’opportunista, considerava invece quelle occasioni come una specie di rivincita. Soul la derideva in continuazione…
Era preoccupata per il compagno? Certo! Tuttavia, la sua piccola vendetta personale aveva la precedenza. Quegli occhi lucidi, il pallore livido della pelle… No, non l’avrebbero sicuramente fermata.
“Zombie.” disse soltanto.
 Dopo cinque minuti gli sfilò il termometro dalle labbra e lo osservò, strizzando gli occhi smeraldini.
“Trentotto e sette.”- fu il responso.
Soul sembrò afflosciarsi sul materasso, come risucchiato dalle lenzuola. Sperava si fosse abbassata di più.
Torno a guardare la meister, con insistenza.
“Quindi questa brodaglia fangosa...?” Spessi grumi verdastri affioravano qua e la.
“Ti ho detto di mangiarla e basta, è verdura!”
“Ma ribolle!”- tossicchiò, gracchiante. La voce gli era diventata stridula. Era difficile prenderlo sul serio con quel tono ridicolo, ma non voleva demordere.
Lei inarcò le sopracciglia e alzò le spalle.
“Sono brava a fare i dolci…”
Era sott’inteso che non tutto le riuscisse alla perfezione ai fornelli.
Soul abbassò lo sguardo, punzecchiando uno di quei blocchi granulosi con l’aria di chi non ha alternative. Che fossero broccoli? Cavolfiori?
Avrebbero benissimo potuto essere pompelmi. Mangiare uno dei suoi minestroni era come sfidare il boss finale di un videogioco. Per il resto se la cavava piuttosto bene.
Trangugiò in primo boccone ad occhi chiusi, sentendo scendere il fluido bollente giù per la gola. Era vagamente appiccicoso. Un retrogusto dolciastro gli inondò la bocca e il calore gli ustionò la lingua. Afferrò frettolosamente la bottiglietta, bevendo con malagrazia. L’acqua colò ovunque.
Il naso tappato – ringraziò il cielo – aveva attenuato il sapore vero e proprio della minestra.
“Ma che diavolo ci hai messo dentro!?” sbraitò, lacrimando copiosamente.
Maka fremette. “Fa così schifo?”
“Sì!”
Lei parve fare mente locale, parlottando tra sé e sé. Aveva un’espressione falsamente dispiaciuta stampata sulla faccia.
“Carote, patate, zucca… Ma poca, altrimenti sarebbe diventata troppo dolce. Piselli, cavolfiore…”- si fermò un attimo -“Zucchine, una punta di noce moscata, sale, pepe nero...”
Soul scrollò il capo, sconfitto. “E allora come diavolo può fare così schifo?”
Maka guardò oltre le sue spalle, con le palpebre a mezz’asta. “Sarà per quel pompelmo che ho aggiunto alla fine…?”
Silenzio.
Soul rimase per qualche secondo con gli occhi sbarrati.
“Io lo sapevo…”- sussurrò, esasperato.
Lei sghignazzò. “Su su, scherzavo.”
L’albino parve rimanere deluso. Dunque Maka era davvero incapace.
Sospirò. Se ne sarebbe fatto una ragione, dopotutto per lei ne valeva la pena. Spostò fiaccamente il vassoio appoggiandolo sul comodino. Una delle aste metalliche urtò la sveglia che si ribaltò all’indietro. Il piatto e il suo contenuto vacillarono.
“Devi mangiare, scemo…”
Lui aggrottò il mento, come un bambino capriccioso. “Mi rifiuto.”
Maka gonfiò le guance, scuotendo la testa. Le codine bionde volteggiarono, fendendo l'aria. “Ma…”
“No, sul serio. Non penso di farcela.”
La ragazza si gonfiò ancor di più, rossa per la rabbia. “Allora fottiti!” Ruotò sui talloni, mirando alla porta. In fondo voleva soltanto aiutarlo! E invece lui… Non lo sopportava, non lo sopportava proprio!
Rimase immobile quando sentì la mano gelida di Soul intrecciarsi alla sua, un piede bloccato a mezz’aria. Il ragazzo la strattonò un poco per farla girare verso di sé e le doghe stridettero.
I suoi occhi amaranto erano velati dalla stanchezza. La fissavano. Maka rimase a bocca aperta.
“Non andare via…”
Non poteva nulla d’innanzi a quegli occhi, il suo sguardo era tanto intenso da risucchiarla. Ogni volta. Sospirò, sconfitta. Amava e odiava quella sensazione.
Soul si spostò appena più un là, facendole segno di sedersi con la mano. La ragazza ubbidì, vagamente imbronciata. Si accoccolò contro di lui, poggiando la guancia sul suo petto. Lo faceva ogni volta che poteva. Chiudeva gli occhi e tratteneva il respiro, lasciando che il battito del suo cuore le riempisse la testa.
L’albino tossicchiò, cingendola con un braccio solo. La sua testolina bionda sembrava troppo grande e pesante se comparata al resto del corpo, così minuto. Fare i capricci non era da lui. Si sentiva come un marmocchio malaticcio che non vuole lasciar andar via la sua tata. Poco cool
In quel caso però era diverso.
Maka non era la sua tata.
Maka era Maka, e allora andava tutto bene.
Tossì ancora forte, ribaltando la testa all’indietro per non sputacchiarle addosso. Lei non si mosse nemmeno.
“Ohi…”- gracchiò infine, carezzandole i capelli, senza preoccuparsi di nascondere la dolcezza di quel gesto. Erano così morbidi, attorcigliati tra le dita lunghe. Si scostò un poco abbassando il volto per vederla bene. I ciuffi biondo cenere della frangia a volte le nascondevano troppo gli occhioni. Sollevò le sopracciglia, accennando con la testa in direzione della minestra. “Che ci hai masso dentro?”
Ormai era curioso di sapere cosa diavolo avesse fatto per generare quell’abominio. La osservò con cipiglio.
Lei guardò altrove, sbuffando e mordendosi l’interno delle guance, vergognosa. Non aveva scelta.
“Lo…sciroppo per la tosse…”
 




 
 
 
ANGOLO A ME:

Di questo disegno vado fiera! Fa parte della tavola di bozzetti che ho preparato a scuola per la progettazione di una decorazione per un paio di scarpe... E Soul Eater mi pareva un ottimo tema! ^^
Avevo appena concepito la trama della storia.

 

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Dunque...
Personalmente amo lo sciroppo alla bava di lumaca. Ma le opinioni possono facilmente variare.
E se a Soul fa schifo allora peggio per lui!
Sì, sono di nuovo qui! Volevo provare a scrivere qualcosa del genere...
Maka "infermierina" e Soul...più morto che vivo, per così dire. E dire che lei era mossa dai più dolci intenti!  Prendersi cura del partner. Sfotterlo un po' era imprescindibile. Ma il fine era buono!
Ma Soul è Soul...ed essendolo riesce sempre e comunque a rovinare l'atmosfera e rigirare la frittata a suo piacimento...
E...niente. Li trovo irresistibili!
Bene. Questa fic non mi convince troppo ma la pubblico almeno per augurarvi un buon San Valentino! Perchè sono una romanticona cronica, scusate.
E Vill...ti faccio del male e non ti fai sentire!!
Grazie infinite a Whiteney Black, urara98 (Ucchan! Se trovi errori avvertii, mi raccomando!), NonChiamatemiEvans e Layla_Morrigan_Aspasia che hanno gentilmente recensito il precedente capitolo.
Un abbraccio a Whiteney Black e a NonChiamatemiEvans che hanno inserito la raccolta tra le preferite, e uno anche a JinxD, Layla_Morrigan_Aspasia, Maka 98, SilverSoul, Sol_chan, urara98 e _KaMi_ che l'anno inserita tra le seguite. Mi fate commuovere...
Grazie davvero.
E recensite, se ne avete voglia!
APPRESTOOOO!!
scythemeister_MakaAlbarn
 
  
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