Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Aka_Yuki    15/02/2014    1 recensioni
Un daimyo maledetto. Una figlia devota. Sakè, katane, demoni e violenza.
La giovane miko Kagome dovrà districarsi da segreti ed apparenze illusorie, in un mondo dove l'apparenza e la sostanza raramente si corrispondono.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XXI: Vendetta e un Sorriso

“Cos’è successo, Sango?” domandò malamente il più giovane dei due uomini accorsi. L’altro, più paffuto ed anziano, nel frattempo si era inginocchiati accanto ai compagni feriti e tramortiti. Sango guardò il giovane, sollevando il mento e lisciandosi i lunghi capelli bagnati.

“Non lo so, stavo facendo il bagno.” rispose altera. L’uomo si avvicinò a lei con passo marziale e le afferrò il mento con due dita, guardandola fissa con un mezzo sorriso che gli tagliava il viso aguzzo e imberbe.

“Sei sempre stata così arrogante, non so perché il capo ti permetta un tale atteggiamento.” sibilò malignamente, facendo scorrere lo sguardo lungo tutto il suo corpo, mentre si umettava le labbra facendo serpeggiare la lingua.

“Probabilmente pretendeva da te determinati pagamenti... alternativi.” Sango gli diede un forte schiaffo alla mano, liberandosi dalla sua presa, mentre lo guardava disgustata.

“Come osi insozzare così il mio onore?!” L’uomo la guardò ancora e rise sguaiatamente.

“Onore? Tu?” La ragazza dovette stringere i pugni finché le nocche non le sbiancarono e le unghie affilate non le squarciarono i palmi. Si morse le labbra, perché sapeva di dover guadagnare tempo e affondargli un pugnale nel petto, per quanto sarebbe stato molto liberatorio, non avrebbe fatto che far precipitare le possibilità che il suo piano funzionasse. Le serviva però molto autocontrollo.

“Una donna sola trai banditi. Nessuno potrebbe pensare che non sei una prostituta.” ridacchiò l’uomo. Sango raggelò. Era vero, nessuno avrebbe pensato che non era una prostituta. Deglutì amaramente. Sebbene niente fosse al mondo più lontano dal vero di quell’affermazione, nessuno al mondo le avrebbe creduto. Per un attimo sentì che le era impossibile sfuggire dalle grinfie di quegli uomini, anche scappando lontanissimo, anche non essendo più sotto il loro giogo, l’effetto che avevano si di lei le sarebbe rimasto addosso come un marchio infuocato. E probabilmente lontano da loro non avrebbe avuto una vita... Nessun uomo l’avrebbe voluta, sfregiata nell’anima e nel corpo com’era. Non c’era una famiglia a cui ritornare, non c’era una casa o un luogo che non le provocasse un dolore profondo. Alla fine a sfuggire da quella gente, avrebbe guadagnato solo una pesante libertà e un ancora più pesante debito. Deglutì ancora. Le sarebbe bastata, la libertà le sarebbe bastata.

“Ehi, questo si sta svegliando!” esclamò l’altro uomo, piegato su un moribondo che cercava di aprire gli occhi e parlare. Sango sentì un brivido correrle lungo la schiena. Sentiva l’uomo che masticava le parole faticosamente. Sentiva che il suo nome stava per uscire da quelle labbra aride. Sapeva che avrebbe dovuto agire. Ma non sapeva se era il momento giusto. Forse era troppo presto e l’unica creatura a cui lei teneva, sarebbe morta nello stesso istante in cui avrebbe affondato la lama nel petto di quei due uomini. Non sapeva se poteva fidarsi di Inuyasha o di Kagome. Non sapeva se quel monaco l’avrebbe aiutata. Non sapeva nemmeno cosa sarebbe successo se tutto fosse andato bene. Era paralizzata.

“È... è... è stata...” biascicò l’uomo mentre l’altro, chino su di lui, gli teneva una mano. Ma non finì mai di parlare. Sango fissò la scena quasi come la vedesse al rallentatore. Il monaco parve apparire dal nulla e tramortire l’uomo con il suo bastone. Poi, lentamente, sollevò il viso osservando lo sguardo del bandito. Gli sorrise, prima di assestargli un pugno in pieno volto che lo mandò lungo disteso. L’altro uomo ebbe giusto il tempo di voltarsi ed estrarre la spada, che Sango, scrollandosi di dosso qualsiasi indecisione, lo trafisse da lato a lato. L’uomo cadde in ginocchio, voltando poi lievemente il volto per incontrare lo sguardo di lei e, prima di cadere, biascicò:

“Forse alla fine avevi più coraggio di quanto pensassi.” Lei lo fissò con gli occhi sgranati. Miroku si inginocchiò accanto a lui, girandolo. Gli sentì i battiti e guardò la ferita. Poi si sollevò ad osservare Sango.

“Non morirà probabilmente se quando i suoi compagni si riprenderanno avranno cura di lui nel modo giusto. Ma già lo sai questo, vero?” disse alzandosi e ripulendosi dalla polvere.

“Tutto bene?” le chiese, evitando accuratamente di toccarla. Lei rimase immobile e silenziosa, con gli occhi fissi e spalancati per un attimo, poi alzò il volto a fissare quello del monaco. Lui rimase un attimo sorpreso, perché finalmente i suoi occhi sembravano sereni.

“Sì. Sì, ora starò bene.” rispose sorridendo.

  
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