Anime & Manga > No. 6
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Autore: floricienta    16/02/2014    2 recensioni
Incantato.
Era questa la parola che più si addiceva a Shion in quel momento, mentre ascoltava la soave voce di Nezumi che cantava come la più preziosa delle ninfe dei boschi.
Non riusciva a staccare gli occhi da quel ragazzo alto solo qualche centimetro in più di lui e nel suo cuore si propagava un calore indescrivibile. Era un qualcosa di ancora più soddisfacente della sensazione di esser vivo, quel calore che sprigiona ogni essere vivente e che lo rassicurava del fatto che Nezumi fosse ancora al suo fianco.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nezumi, Shion
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno a tutti! Non ho resistito, dovevo scrivere ancora di Nezumi e Shion! Solo che questa volta mi sono voluta complicare la vita scrivendo dal punto di vista di Shion!!! Santo cielo!!! Quel ragazzo è impossibile! Posso farlo agire e parlare quanto volete, ma i suoi pensieri sono la cosa più difficile che possa esistere su questa terra!! Scrivere dal punto di vista di Nezumi, a confronto, è come sbattere le ciglia!! Non sto scherzando, ahah! Ha assolutamente ragione Nezumi a non capire nulla dei pensieri di Shion, è un qualcosa di oscuro a tutto l'universo, ora lo so anche io u.u
A parte questo, spero che sia comunque riuscita a scrivere qualcosa di buono xD Buona lettura :)

La Tua Voce


Incantato.
Era questa la parola che più si addiceva a Shion in quel momento, mentre ascoltava la soave voce di Nezumi che cantava come la più preziosa delle ninfe dei boschi.
 Non riusciva a staccare gli occhi da quel ragazzo alto solo qualche centimetro in più di lui e nel suo cuore si propagava un calore indescrivibile. Era un qualcosa di ancora più soddisfacente della sensazione di esser vivo, quel calore che sprigiona ogni essere vivente e che lo rassicurava del fatto che Nezumi fosse ancora al suo fianco.
Proprio così, era un calore diverso, quasi martellante e che gli donava brividi in tutto il corpo, simili a quelli della paura, ma allo stesso tempo i più meravigliosi che avesse mai percepito.
Nezumi ondeggiava leggermente avanti e indietro, proprio davanti alla stufa che trasmetteva un lieve senso di caldo in quei giorni così freddi nel West Block, mentre compiva gesti con le braccia e le mani, rendendo il tutto ancora più aggraziato e l’albino non poté che poggiare il mento sulle braccia incrociate sopra al tavolino e continuare ad osservarlo da quella bassa posizione, seduto per terra.
Stava provando per una recita che sarebbe andata in scena a breve. Mai esibiva il suo talento al di fuori del teatro, se non in qualche avvenimento speciale, quindi Shion si chiese se fosse così importante questa volta dal doversi esercitare persino nel sotteraneo dove vivevano e sotto la doccia.
La magia si spezzò quando Nezumi finì di cantare e si diresse verso il bagno.
Shion continuò a seguirlo con lo sguardo, sentendo nella testa la sua voce rilassante, come se non si fosse mai fermato. Capiva perfettamente perché il teatro fosse sempre gremito di gente agli spettacoli di Eve, così si faceva chiamare come nome d’arte il ragazzo dagli occhi grigi, e avrebbe voluto parteciparvi anche lui. A tutti quanti.
Sospirò alzandosi dal pavimento e si avviò anche lui verso il bagno, senza saperne il motivo, forse sperava che Nezumi stesse canticchiando ancora, ma l’altro uscì dalla stanza, andando a sbattere contro il suo petto.
Shion indietreggiò per il colpo subito.
“Dannazione, Shion!” Lo schernì Nezumi, spostandolo dalla sua strada e andando a sedersi sul divano dopo aver preso un libro dallo scaffale.
“Scusa...” sussurrò come risposta.
Shion nuovamente lo seguì e si sedette al suo fianco, con le mani strette a pugno poggiate sulle ginocchia e lo sguardo basso. Voleva sentirlo ancora cantare, voleva inebriarsi ancora della sua voce e voleva guardarlo dritto negli occhi per ritrovarsi in un magico regno immaginario dal quale non sarebbe voluto andarsene per tornare nel freddo e spregevole West Block.
Nezumi sentiva il corpo dell’altro vicino al suo, che non emetteva parola e se ne stava semplicemente fermo, forse immerso nei suoi pensieri, ma non se ne curò e  continuò la lettura.
Improvvisamente Shion si mise a canticchiare, con le labbra serrate, lo stesso motivo che aveva intonato Nezumi, senza quasi rendersene conto, e sul suo viso si formò un sorriso perché nella sua mente riecheggiava la figura dell’altro che cantava al suo posto.
Sto diventando pazzo, pazzo a causa di Nezumi. Pazzo di Nezumi.
Pensò l’albino, arrossendo violentemente e sentì lo sguardo di Nezumi su ogni centimetro del suo corpo. Era vulnerabile sotto quegli occhi metalizzati che lo scrutavano, penetrando nell’anima fino in fondo e la spirale intorno al suo corpo cominciò come a pulsare dall’agitazione.
“Cosa stai facendo?”
“Canto.” Rispose semplicemente, ancora con del rossore sulle gote “Ti sto disturbando?”
Nezumi scosse la testa e Shion si alzò, farfugliando anche qualche parola che si ricordava di quella melodia, si sedette davanti alla stufetta e allungò le braccia per scaldarsi, poi sentì la risata dell’altro.
“Cosa c’è?” chiese Shion, voltandosi subito verso di lui.
“Se devi cantare, almeno fallo per bene.”
“Non ne sono capace.”
“Hai mai provato?”
Shion negò con il capo e Nezumi gli si avvicinò.
“Per prima cosa: alzati.” Gli ordinò, prendendolo per un braccio e tirandolo su di peso “Sua maestà.” Lo prese in giro, come era solito fare.
“Ma che...?” l’albino sentì il calore di quella mano addentrarsi fin sotto il maglione e raggiungere la pelle e si sentì in qualche modo rassicurato.
“Stai dritto con la schiena, testa alta, petto in fuori, pancia in dentro.” Nezumi continuò a impartirgli ordini, sistemandolo per bene con le sue stesse mani, poi si mise dietro di lui e avvicinò la bocca al suo orecchio, sussurrando “Adesso respira quanta più aria puoi. Cosa senti?”
Quel sussurro, la prima cosa che ho sentito di te insieme alla tua stretta sul mio collo. Percepisco il tuo fiato che picchia sull’orecchio e mi rendo conto che sono nello stesso tempo impaurito e attratto da te e dai tuoi modi di fare.
Shion ingoiò a vuoto prima di prendere un respiro.
“È gelida.”
“Non preoccuparti.” Si avvicinò ancora di più a Shion, sfiorando con le labbra la sua pelle “Si riscalderà dentro di te.”
“N-Nezumi!” Shion avvampò a si girò di scatto verso l’altro, come per rimproverarlo del fatto che gli stesse facendo perdere la ragione, ovviamente Nezumi non poteva saperlo, o forse lo stava facendo apposta. Non riusciva a darsi una risposta su questo fatto.
Il ragazzo dagli occhi grigi lo mise nuovamente in posizione eretta, poi si portò davanti a lui, fissandolo.
Poi ho notato subito i tuoi occhi e ho pensato di non aver mai visto qualcun altro con uno sguardo del genere. Potresti risucchiarmi da un momento all’altro e farmi del male, eppure io non scapperei.
Nezumi intonò tutta la scala musicale “Ora tocca a lei, altezza.” Lo ammiccò e si mise le braccia sui fianchi.
Shion esitò un momento, poi provò anche lui e andarono avanti ad esercitarsi per un po’ di tempo.
 
“È stato faticoso.” Shion cadde esausto sul divano, sbuffando.
“Sciocchezze.” Nezumi si sedette al suo fianco.
“Te lo fai quasi tutti i giorni. Fantastico.”
Nezumi scosse la testa, incapace di comprendere come l’altro potesse esaltarsi per ogni singola stupidaggine, e accennò una risata.
All’improvviso Cravat, un topolino bianco al quale Shion aveva dato il nome, si arrampicò sulla spalla di questo, squittendo e grattandosi il muso con le zampette.
“Vuoi che ti legga qualcosa?” chiese l’albino con un sorriso e si alzò, andando verso la libreria, cercando il libro che più lo attirasse, ma fu fermato da un pensiero “Posso venire a vederti?”
“Cosa?”
“A teatro intendo... Per questo tuo spettac-...”
“Neanche per sogno.” Rispose tranquillamente, interrompendolo prima della fine della frase.
“Perchè no?”
“Non puoi sprecare i soldi in questo modo.” Incrociò le braccia e lo fissò con sguardo tagliente.
“Ma sono i miei soldi!”
“Nostri.”
“Li ho guadagnati da Inukashi, posso farne quello che voglio.” Ribatté.
In effetti non era proprio il caso di andare in giro a sperperare i soldi quando non sapevano neanche se sarebbero vissuti fino al giorno dopo e riusciti a procurarsi del cibo, ma la tentazione di poter vedere Nezumi sul palco era un qualcosa di troppo forte.
“Perfetto. Da oggi prenderai i tuoi soldi e andrai a fare la spesa da solo e ti comprerai tutto quello che vorrai.” Si spostò sul letto, sdraiandosi e chiudendo gli occhi.
“Nezumi?”
Il ragazzo non rispose e Shion si sentì stringere il cuore. Erano di casa i litigi tra loro, ma non avrebbe voluto che accadessero, non in quel momento dove si sentiva turbato dalla presenza di Nezumi. In realtà non era una vera e propria discussione quella, ma il fatto che l’altro non lo stesse prendendo in considerazione era davvero terribile. Voleva sentirlo ancora cantare, voleva che i suoi occhi argentati lo folgorassero e che le sue dita gli imprigionassero le ciocche albine, in perfetta armonia con il colore della pelle dell’altro, quasi di ceramica.
“Nezumi?” ripetè, avvicinandosi al letto e sedendosi all’altezza del bacino del ragazzo “So che non stai dormendo.”
“Tsk...” ottenne solo come risposta.
“Hai ragione, forse non dovrei usare in questo modo i soldi.” Si arrese subito, sovrastato dalla voglia di risentire ogni suo gesto.
 “Almeno sei in grado ancora di ragionare.” Si rimise seduto “Certo, c’è voluta una spinta.” Fece un piccolo ghigno di vittoria e gli accarezzò i capelli bianchi, arruffandoli, facendolo arrossire lievemente.
“Però un giorno verrò a vederti...” insistette e Nezumi sbuffò.
“Quando non avrai il pensiero del cibo e si sarà tutto sistemato, allora verrai a teatro.” Concluse lì il discorso, usando la sua voce da Eve, sperando di ammaliare il ragazzo in modo da farlo desistere e, fortunatamente, fu così.
Sento il bisogno di te, Nezumi, in ogni singola forma. Dammi dello stupido, ma morirei se un giorno decidessi di non rivolgermi più la parola per uno stupido litigio.
 
I giorni antecedenti lo spettacolo passarono in fretta e quella mattina Nezumi era uscito presto di casa, lasciando solo Shion nel letto ancora che dormiva. Quando questo si svegliò, quasi si impaurì di non trovare l’altro al suo fianco, se non fosse stato che la sera precedente l’avesse avvisato che sarebbe dovuto andare a lavorare prima del solito.
Quel giorno sarebbe stato solo per tutto il tempo, non doveva neanche andare da Inukashi per lavare qualche cane e Nezumi sarebbe tornato solo la notte, dopo la rappresentazione teatrale. Si annoiò per tutto il giorno, avrebbe voluto prendere una boccata d’aria, ma le parole di Nezumi erano state chiare “Non azzardarti ad uscire!” gli aveva detto tenendo le braccia incrociate.
“Perché?” borbottò Shion.
“Non voglio che te ne vai in giro da solo, potrebbe succederti di tutto...”
Shion sorrise timidamente nel ripensare alla conversazione di qualche ora prima, contento del fatto che Nezumi si preoccupasse per la sua incolumità. Però la solitudine di quella stanza lo devastava.
Ormai era tardo pomeriggio e Shion aveva già cenato con un pezzo di pane e del formaggio, quando  si lasciò prendere dall’istinto e si mise il cappotto, abbandonando il rifugio sotterraneo.
Si incamminò verso il teatro, senza neanche sapere il perché. Cercava di dare il meno possibile nell’occhio, preoccupato per qualche faccia losca che sbucava ogni tanto da qualche angolo ed evitò di addentrarsi in alcune piccole vie, poi finalmente arrivò, ma si rese conto che era chiuso.
Aggrottò le sopracciglia, confuso.
 Che Nezumi mi abbia mentito? E dove sarebbe stato in tutti questi giorni? Ha anche provato per ore a casa... Dove sei Nezumi?
Non riusciva a capire il perché di tutti quei dubbi che scoppiarono improvvisamente dentro di lui, anzi, era più che normale dato che qualcosa non quadrava, così riprese a camminare a testa bassa, vagando a caso per il West Block, tenendo le mani in tasca per riscaldarle un po’, mentre la sua mente continuava a farsi domande, impaurito che Nezumi gli avesse sempre mentito, che in realtà non avesse la minima fiducia nei suoi confronti. Si sentiva distrutto, ma nonostante ciò non poté controllare il fatto che improvvisamente cominciò a canticchiare quella canzone che ormai sapeva a memoria da quante volte l’aveva sentita negli ultimi tempi, in qualche modo si sentiva rasserenato nel pensare alla sua voce e fu come se l’avesse perdonato in un attimo, incantato ancora una volta anche se con un pensiero.
Cominciò a preoccuparsi per davvero, non riconosceva neanche più i luoghi per cui stava girovagando, ma non gli importava molto, quello su cui stava riflettendo era il comportamento di Nezumi.
Proprio in quel momento sentì come se la voce nella sua testa si stesse amplificando sempre di più, diventando realtà. Smise di pensarci, ma gli sembrò impossibile, non riusciva a cancellarlo dalla testa, solo dopo pochi secondi capì che Nezumi era proprio a qualche passo da lui, circondato da una folla, per la maggior parte di bambini, che lo ascoltavano estasiati.
Era quella canzone e lui era lì in piedi, proprio al centro.
I capelli sciolti che ricadevano sulle spalle e la frangia perfettamente pettinata, quel leggero trucco su tutto il volto e sulle labbra, che lo rendevano femminile e attraente agli occhi degli altri e quella voce. La voce che aveva catturato Shion, anche se non rispecchiava proprio quella originale del ragazzo, ma era perfetto anche così.
Si avvicinò con il sorriso sulle labbra, cercando un buco dal quale poter ammirare Nezumi, noncurante che l’avrebbe potuto scoprire in qualsiasi istante. Ondeggiò lievemente a tempo, mentre i suoi occhi viola non potevano staccarsi da quelli grigi dell’altro, sperando che prima o poi si incatenassero, sperando che Nezumi si accorgesse di lui e che cantasse solo e unicamente per lui.
Ogni dubbio che aveva sul ragazzo era sparito così come era arrivato. Si perse solo un istante, dove si rese conto della reazione che provocava negli altri, anch’essi incantati come lo era lui, i bambini divertiti e tutti appagati e rincuorati, come se avessero ripreso conoscenza della parola speranza.
Ed ecco che accadde.
Nezumi scorse Shion tra la folla e non batté ciglio, rimanendo professionale, anche se dentro di lui avrebbe voluto urlargli contro e chiedere il perchè non fosse rimasto a casa e voleva anche prenderlo per mano e farlo cantare insieme a lui. Da quel momento nessuno dei due girò lo sguardo e l’albino cominciò a mimare le parole con la bocca.
Appena la canzone finì, scoppiò un applauso che durò per qualche minuto e Eve si inchinò, ringraziando tutti, per poi sparire nella casa dietro di lui e al suo posto entrò in scena un altro ragazzo che ringraziò il pubblico per essere venuto allo spettacolo e lo congedò.
Shion seguì il ragazzo dentro l’edificio e lo trovò a parlare con un uomo, già tornato con i suoi soliti abiti e senza più trucco.
“Nezumi?” lo chiamò a bassa voce, avvicinandosi a lui.
“Arrivo subito, aspettami fuori.” Lo liquidò e continuò a parlare con questa persona, sembrava stessero per mettersi a litigare, l’unica cosa che era riuscito a sentire era la parola soldi, molto probabilmente stavano discutendo sul pagamento.
Shion uscì e si sedette sul marciapiede, ripensando al volto di Nezumi mentre cantava esclusivamente per lui, proprio come aveva voluto fin dall’inizio. Si chiese anche chi fosse quell’uomo, ma non ebbe modo di darsi nessuna risposta perché Nezumi l’aveva già raggiunto.
L’albino scattò in piedi felice.
“Cosa ci fai qui?” disse Nezumi, con le mani in tasca e guardandolo con gli occhi taglienti, facendo scomparire in un secondo tutta la gioia dell’altro, che non riuscì a ribattere “Ti avevo detto di non venire!”
“Ma non era mia intenzione!” fece un passo verso il ragazzo “Stavo camminando e ho sentito la tua voce...” abbassò lo sguardo, convinto che sarebbe stato ripreso e che Nezumi si sarebbe arrabbiato.
È lei che mi ha condotto da te. È sempre stato così, non posso starti lontano. Era lei che mi manteneva in vita mentre lottavo contro la vespa parassita e la morte.
“Torniamo a casa.”
Shion lo sentì sospirare e sentì anche la sua mano contro la propria guancia e rialzò lo sguardo, vedendo il volto sorridente di Nezumi.
Non parlarono fin quando non arrivarono nei pressi della loro casa, vicino alle rovine di quello che sicuramente doveva essere un parco giochi. Shion si bloccò improvvisamente e di conseguenza anche l’altro, che si voltò verso di lui.
“Scusami.”
“Per cosa, Shion?”
“Non ti ho ascoltato e sono uscito di casa.”
“Come hai fatto a sapere dov’ero?” gli prese il mento con il pollice e l’indice, accarezzandolo.
“Non lo sapevo.”
“Mi hai trovato per caso?” una piccola risata uscì dalla sua bocca “Questa sì che è bella!”
“Ho visto tutte quelle persone che ti ascoltavano. Sei stato magnifico e tutti ti amano.” La mano di Nezumi passò dal mento al collo, tastando l’attaccatura dei capelli e il cuore di Shion stava pian piano accelerando il ritmo.
“È il mio lavoro, così la gente paga di più per venirmi a vedere.”
“Non credo che tu lo faccia solo per soldi, prima stavi discutendo con quell’uomo...”
“Il mio manager.” Lo interruppe “Stavamo parlando del mio compenso, ovvio che lo faccio per soldi.”
“Non è vero, tu non sei così.”
“Non sai come sono...”
“Posso non sapere il tuo nome o il tuo passato, ma so perfettamente come sei qua dentro.” Gli posò una mano sul petto, sentendo che anche il battito dell’altro era lievemente accelerato “Non era uno spettacolo come gli altri, altrimenti l’avresti fatto a teatro, poi c’erano tutti quei bambini.”
“Tsk, sei sveglio.” Ammise, prendendo la sua mano e spostandola dal cuore, senza comunque lasciare la presa “Era solamente per ridare il sorriso ai bambini, non si pagava il biglietto.”
“Quindi l’hai fatto per beneficenza.” Sorrise Shion e l’altro annuì “Allora cosa voleva il manager?” chiese sospetto.
“Non era affatto felice che non avrebbe guadagnato un bel niente e che io mi fossi esibito al di fuori di un suo spettacolo.”
L’albino stava scoprendo un lato in più di Nezumi, una cosa che non aveva mai colto dai suoi comportamenti, non pensava che potesse fare qualcosa del genere quando era il primo che lo rimproverava del fatto di aiutare il prossimo. Forse era proprio per non essere scoperto che gli aveva proibito di andarlo a vedere.
Alla fine hai ragione te, non so chi tu sia, nascondi sempre qualcosa, a una persona mostri un lato e ad un’altra quello opposto. Io vorrei solamente che me li mostrassi tutti, che tu sia te stesso di fronte a me e che ti fidassi come io mi fido di te. Vorrei che quando parlo anche tu penda dalle mie labbra come faccio io nei tuoi confronti, che io sia importante come tu lo sei per me.
“Sono geloso.” Quelle due parole gli erano uscite da sole, non aveva neanche dovuto pensarci, lo percepiva dentro di sè. Nezumi alzò un sopracciglio, non capendo a cosa si riferisse “Vorrei poterti sentire cantare tutti i giorni e sapere che tu lo stai facendo solo per me.” Ecco che aveva dato sfogo a quel suo volere egoista.
Il ragazzo dagli occhi grigi scoppiò a ridere, rafforzando la presa sulla mano di Shion, come ad esprimere un qualcosa di totalmente diverso dalla sua reazione.
“Sono serio!” esclamò l’albino, sfoggiando un sorriso imbarazzato e prendendo anche l’altra mano del ragazzo, stringendola come la prima.
“Ti sembrano cose da dire?” lo schernì.
“È quello che penso.”
“Non devi dire sempre quello che pensi.”
Shion sentiva le lacrime pungergli gli occhi, si sentiva contrastato dalle parole di Nezumi, ma nello stesso tempo felice di quel calore che per l’ennesima volta provava nel cuore stando vicino al ragazzo.
Fu Nezumi a spezzare il silenzio che si era creato, avvicinandosi di più all’albino e lasciando un piccolo bacio sulla sua fronte, premendo le labbra in modo da far rimanere ben impresso quel gesto.
 
Tornarono nuovamente nel loro appartamento, se così si poteva chiamare, e Nezumi si gettò subito sul letto, sfinito dalla giornata. Shion non sapeva cosa fare, quindi lo raggiunse, sistemandosi per bene sotto le coperte.
“Shion...”
“Cosa c’è?”
Il ragazzo dagli occhi argentati si voltò verso di lui, per poterlo guardare in viso anche nell’oscurità “Quando canto a teatro e la gente mi guarda è una bella sensazione di certo, capisco che posso aiutare qualcuno semplicemente con la mia voce, ma non devi essere geloso...” l’albino si sentì fremere non appena la mano di Nezumi andò ad accarezzare il suo volto e non capiva dove volesse arrivare con quel discorso “Non appena ti ho visto tra il pubblico è cambiato tutto. Stavo cantando per te.” Lo disse come un sussurro, forse impaurito dal fatto che qualcuno lo potesse sentire mentre si lasciava andare a certi sentimentalismi.
Era proprio quello il motivo per cui non voleva che Shion lo andasse a vedere a teatro, aveva paura che tutti si accorgessero di quanto ci tenesse al ragazzo, perchè se l’avesse scorto tra la folla non sarebbe stato in grado di voltare lo sguardo e si sarebbe concentrato solo su di lui e lo terrorizzava il fatto che potessero molestarlo in qualche modo, magari gelosi perchè poteva stare sempre al fianco del loro salvatore Eve.
Ovviamente tutto questo Shion non poteva neanche immaginarlo, invece in quel momento stava pensando alla felicità che gli stava scaldando ancora una volta il cuore, alla voce di Nezumi, che anche come sussurro, definiva perfetta, attraente e importante per la sua vita.
“Guarda cosa mi fai dire!” esclamò Nezumi, dando le spalle all’albino e chiudendo gli occhi cercando di dormire e di allontanarsi da quella scena imbarazzante.
Shion rise lievemente e avvicinò il proprio corpo a quello dell’altro, posando una mano sul suo fianco e stringendo tra le mani la sua maglia.
Nezumi la prese, intrecciando le dita tra loro e spostandola sul suo stomaco, rimanendo così vicini e uniti.
“Buonanotte, Shion.”
“Buonanotte.”
Vorrei che fosse sempre così. Addormentarmi con la tua voce e svegliarmi con la tua voce. Non importa se sia un sussurro, un grido o quella femminile di Eve, mi basta poterti sentire e saperti al mio fianco.
Mi basta la tua voce, Nezumi.




Ed ecco questo parto decigemellare (?) è stata in cantiere per un po' di tempo questa storia perchè non riuscivo ad andare avanti, poi mi è venuto un lampo di genio ed eccola qua finita :) è anche molto più lunga delle altre due mie one-shot e più complessa, ma è sempre colpa di Shion direi e della sua complessità ahah (sempre colpa sua, sì u.u). Facendo il punto della situazione, direi che davvero la voce di Nezumi è un qualcosa che dà a Shion la forza di continuare a vivere e resistere, ma anche semplicemente il fatto che Nezumi è lì davanti a lui... Ad un certo punto Nezumi si è lasciato andare xD Scusate, ma il grande potere d'attrazione di quel ragazzo è più forte di qualsiasi altra cosa e quindi ho dovuto mettere quella cosa alla fine di lui che ha paura che gli portino via Shion...e credo che d'ora in avanti, se scriverò ancora di loro, Shion farà da spettatore! Ahahah viva il punto di vista di Nezumiiii!! xD
Ringrazio tutti quelli che leggeranno e mi farebbe piacere leggere qualche commento :) Ringrazio anche tutti quelli che metteranno tra preferiti, seguite ecc...
Alla prossima! 
Flor ^-^
   
  
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