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Autore: Firnen bjartskular    16/02/2014    4 recensioni
Un punto verde baluginó all'orizzonte.
Non poteva essere lei, non poteva essere tornata cosė, senza preavviso per rompere la pace e il debole equilibrio che si erano formati negli anni in cui avevano perso il contatto, eppure il suo amore per lei restava immutato, un sentimento profondo e sincero, un ardore forse anche aumentato nel corso degli anni con il desiderio di vederla
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya, Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Eragon/Arya
Note: Lime | Avvertimenti: Bondage
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- Questa storia fa parte della serie 'Breoal'
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Il viaggio di Arya
Arya aprė gli occhi di scatto e sorrise, si meravigló di aver fatto un sogno cosė piacevole dopo tre anni di incubi.
Ismira si teneva stretta a lei, quella bambina aveva il potere di calmarla.
Poi si mosse e si stropicció gli occhi
- zia Arya, hai pianto sta notte, cos'hai sognato?
- Non me lo ricordo
mentė lei
- zia ma perchč molto spesso sei triste?
Chiese la bambina con voce talmente dolce e infantile che l'elfa non potč fare a meno di dirglielo, seppur omettendo qualche particolare.
- Vedi Ismira, c'č un ragazzo che mi piace tanto, solo che, dato che l'ho respinto tante volte lui se n'č andato via, in un villaggio sulla dorsale
- come si chiama??
Chiese la " nipote " in tono mellifluo, come se avesse gia intuito il nome
- ehm... Eranogh. 
Rispose lei con voce per niente sicura
- perchč non vai da lui?
- oh Ismira tu la fai facile, e poi non so neanche se mi ama ancora
- Arya vai da lui, almeno per vederlo un'ultima volta, di persona.
Si intromise Firnen
- io vado a fare colazione 
- sė, vai pure 
rispose la regina in tono assente
- Firnen, lo sai bene quanto me che sarebbe una delusione per entrambi, non ci potremmo pių rivedere, e poi ho alcune questioni importanti da sbrigare qui a Ellesmera. Non č la scelta pių razionale.
- Lo vedi, č sempre stato questo il tuo problema! Fai le cose solo in modo razionale, l'amore non segue le logiche, lascia che te lo dica: SONO STUFO!!
Ribattč il drago con tono freddo e duro, chiudendosi in se stesso. Gli faceva male litigare con lei, ma era necessario smuoverla da quello stato di torpore.

Ormai era sola, non un'anima viva in quella stanza oltre a lei, perfino il suo compagno di mente e di cuore l'aveva lasciata lė a rimuginare. 
Poi l'immagine di Eragon si fece strada nella sua mente contorta e capė, capė che era stata una stupida ad averlo lasciato andare, capė di averlo amato fin dal primo momento. Capė che era il tempo di agire. 
Si alzó e prese un semplice zaino in pelle, vi ripose dentro lo stretto necessario e lo mise in spalla, poi spalancó la porta e, quasi correndo, si incamminó verso i giardini del palazzo, sorda alle riverenze e i saluti che le rivolgevano gli elfi di passaggio. 
Arrivata in una piccola radura chiamó Firnen; il drago arrivó sedutastante e la germė con gli artigli d'avorio, l'elfa si mise comoda sulla sella, non ebbero bisogno di parlarsi, lui sapeva esattamente dove voleva andare il suo cavaliere ed era pienamente d'accordo
- non vedo l'ora di rivedere Saphira 
Fu il suo ultimo pensiero prima di iniziare il lento viaggio verso l'ignoto.

Per cinque giorni non si fermarono nč per riposare nč per mangiare: atterrarono in una radura riparata da una folta foresta, ma mai al pari della Du Weldenvarden, sul ciglio di un ripido burrone.
Appena Arya mise un piede a terra le gambe cedettero facendola cadere a peso morto, fu solo con l'aiuto di Firnen che riuscė ad'accendere un fuoco. Appena ebbe finito di mangiare si accoccoló sotto l'ala del suo posente drago e si addormentó all'istante.

Quando il sole stava tramontandofinalmente scorsero le luci di una cittā in lontananza: erano arrivati.

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Come era solito fare Eragon era seduto con Arategh e Jalika ad ammirare il tramonto quando all'improvviso un punto verde baluginó all'orizzonte. 
Non poteva essere lei, non poteva essere tornata cosė, senza preavviso, per rompere la pace e il debole equilibrio che si erano formati negli anni in cui avevano perso il contatto, eppure il suo amore per lei restava immutato, un sentimento profondo e sincero, un ardore forse anche aumentato nel corso degli anni con il desiderio di vederla. 
Eragon quasi non ci credeva, ma il drago color smeraldo si avvicinava sempre di pių senza lasciare ombra di dubbio: era davvero lei, era tornata.

Quando Firnen li raggiunse si tuffó in picchiata, ad appena due iarde da terra aprė le ali che si gonfiarono violentemente, Arya scese agilmente. A Eragon prese un accidente quando l'elfa corse verso di lui e si gettó nelle sue braccia piangendo; per un istante rimase rigido, poi la strinse a se, non gli importava il motivo per il quale piangesse, in quel momento voleva solo consolarla. Fu lei la prima a sciogliere l'abbraccio, con gli occhi puntati a terra, per la prima volta incapace di sostenere il suo sguardo mormoró
- Eragon io...
Ma non fece in tempo a finire la frase che svenne tra le possenti braccia del cavaliere che prontamente la prese e la adagió a terra.
  
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