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Autore: Fenrir_23    16/02/2014    2 recensioni
Storia ambientata 25 anni dopo la partenza di Ash da casa. Il protagonista è il figlio di Ash.
"Qual era il Pokèmon migliore per lui? ... Quello che sicuramente l’attirava di più era Charmander."
La pokéball non ebbe nemmeno bisogno di dondolare. Si chiuse al primo tocco. La ragazza misteriosa la raccolse da terra e si avvicinò a Mat, porgendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi.
“Piacere, io mi chiamo Maky. E tu?”
Ash osservò il microscopico apparecchio nella mano del professore.
“Un microchip…” Sussurrò, leggendo la piccolissima scritta incisa su di esso. “Team Rocket, fabbrica Dark Pokémon.”
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Delia Ketchum, Gary, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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                                    LA MEDAGLIA ARCOBALENO
                                                                               
Matthew spinse l’enorme portone in legno della palestra di Caledon City, facendosi avanti fra piante rampicanti. L’interno era proprio come gliel’avevano descritto: una foresta al chiuso. 
L’erba alta gli arrivava fino alle ginocchia, rendendogli difficoltoso avanzare. Mat si accorse che l’edificio non aveva pavimento, poggiava direttamente sulla nuda terra. Al centro, si stagliava la figura di un albero le cui radici vagavano per l’interno della palestra, formando uno strano reticolato di vegetazione.
Sotto di esso, sedeva il capo palestra: un ragazzo magro dai lineamenti femminei e i lunghi capelli biondi, che portava una corona di margherite in testa.
Il giovane, che sembrava avere l’età di Maky, si alzò salutando con un sorriso e un gesto della mano.
“Ho davanti ai miei occhi uno sfidante?” Chiese, con voce flautata.
Mat si sistemò il cappellino.
“Sono Matthew Ketchum, di Pallet Town.”
Lo sguardo assente del ragazzo si fece interessato. “Oh, il figlio del famoso maestro di Pokémon.” Gli porse la mano. “Sono Hernest, capo palestra di Pokémon erba. Sarà un vero piacere accettare questa sfida.”
Un fruscio fra l’erba alta fece scattare Matthew: non si era accorto della presenza di qualcuno. Era una ragazza piccola rispetto a Hernest, che gli somigliava molto.
“Candice è mia sorella. farà da arbitro.” Spiegò il ragazzo.
Mat andò a posizionarsi all’estremità opposta del ring di combattimento, studiandolo. L’erba sul campo di battaglia era ben tagliata, cosa di cui fu lieto, ma grosse radici lo rendevano piuttosto insidioso. Sarebbe stato facile inciampare, per uno dei suoi Pokémon.
Hernest prese la sua prima Pokéball.”Sarà un incontro con tre Pokémon a testa, se per te è ok.” Suggerì. I suoi occhi verdi si fermarono su Mat, sondandolo.
Il ragazzino annuì.”Per me è ok.”
“Vai Pokéball!”
Un Tangela entrò in campo, avvolto nelle sue mille liane di color bluastro. Matthew non esitò: ”Charmander, è il tuo turno.”
Il piccolo cubone tirò fuori la testa dallo zaino del ragazzo, per osservare l’incontro.
“Char!”
La lucertola di fuoco fece ondeggiare la coda infuocata, lasciandosi sfuggire uno sbuffo di fumo.
“Charmander, vai col turbo fuoco!”
Il ring di combattimento s’incendiò, ma tangela non si fece intimidire, sfruttò le liane per aggrapparsi agli alberi e stare lontano dal pericolo. Hernest aveva istallato un insolito congegno nella palestra, che non permetteva di prendere fuoco alle piante fuori dal ring di combattimento.
Matthew non perse tempo:”Lanciafiamme!”
Charmander cercò di colpire Tangela, ma il Pokémon d’erba era rapidissimo a spostarsi da una pianta all’altra. Mat lo notò solo dopo qualche minuto; Tangela si stava avvicinando impercettibilmente a Charmander, fra uno spostamento e l’altro, forse per tentare un attacco diretto.
Una delle liane colpì in pieno il pokémon di fuoco, facendolo finire fuori dal campo, nel folto dell’erba alta.
“Muro di fumo!”
Una cappa scura avvolse l’intera palestra, impedendo ai due rivali di vedere quello che accadeva.
“E ora … turbofuoco!”
Lingue infuocate si diressero in tutte le direzioni, in un tripudio di fiamme degno di un vero e proprio incendio. Quando la nube nera si dissolse, Tangela era K.O, presa in pieno dall’attacco del nemico.
“Il primo round va allo sfidante!” Annunciò la sorella del capo palestra, mentre lui richiamava il suo Pokémon senza fare una piega. Era talmente tranquillo che a Mat parve chiaro che a fine incontro avrebbe rivelato il suo asso nella manica, quindi doveva stare attento.
“Te la senti di continuare, amica?” Chiese Matthew al suo Pokémon. Lei annuì, lasciandosi sfuggire una lieve fiammata. Non sembrava molto provata.
“Vai, Weepenbell!”
Charmander squadrò il suo avversario con una nota di disappunto. Con quella grossa bocca e l’aspetto buffo, non sembrava molto temibile. Mat la mise comunque in guardia, raccomandandole di fare attenzione.
“Attacco velenpolvere!” Una nube di spore viola uscì di getto dalla bocca del Pokémon d’erba, tanto veloce che Charmander riuscì a schivarle per un pelo. Rispose con un lanciafiamme, ma Weepeenbell scartò di lato con inaspettata prontezza, tentando ancora col velenpolvere. 
Charmander rispose con un turbo fuoco, dando però evidenti segni di stanchezza.
“Foglielama!”
L’attacco riuscì a prendere di strisciò il Pokémon di fuoco, tagliandolo sul muso. Le liane del nemico afferrarono saldamente Charmander, avvolgendola in una stretta ferrea da cui non aveva scampo.
“Chaaaaar!” Chaaaaaar!”
I lamenti della lucertola di fuoco resero Mat piu teso di quanto avrebbe voluto essere. Il Pokémon nemico teneva charmander abbastanza lontano da sé da non permettergli di colpirlo con la coda, mentre lo strangolava con la sua micidiale stretta.
“Chaaaar! Chaaar!”
I lamenti di Charmander si fecero forti. Mat si morse le labbra.
“Mi arrendo.” Disse, richiamandola nella sfera.”Questo Match l’hai vinto tu.”
Hernest sorrise.
“Vedo che sei un allenatore giudizioso. Mi piace il tuo stile.”
Matthew non permise a se stesso di perdere la concentrazione. Lanciò in campo il suo secondo Pokémon: Pidgeotto.
Aveva intenzione di sconfiggere Weepeenbell con un solo attacco.
“Ventagliente!”
“Giòòòò Giò giò giòòòò!”
Affilate folate di vento spazzarono via il Pokémon avversario, facendolo schiantare contro un albero.
“Weepenbeell non è in grado di combattere.” Stabilì la sorella di Hernest.
Hernest prese la sua ultima sfera: era un Ball particolare, di colore verde, decorata con frutti tropicali.
“Tropius, è il tuo turno!”
Mat capì perché il capo palestra aveva deciso di tenerlo come ultimo Pokémon; i Tropius, da quel che sapeva, erano Pokémon di grossa mole, ma quello era a dir poco gigantesco, tanto che gli riusciva difficile muoversi nella palestra.
La sorella di Hernest prese un telecomandino dalla tasca dei pantaloni, premendo un tasto rosso: il soffitto dell’edificio iniziò a muoversi, spalancandosi.
“Che ne dici di un incontro aereo?” Suggerì il capopalestra, spostandosi i capelli dagli occhi.
Tropius si alzò in volo con la sua gigantesca mole, seguito da Pidgeotto. Mat deglutì a fondo, non era affatto sicuro che il suo Pokémon sarebbe stato in grado di sconfiggere un simile bestione. Era veloce, certo … ma non abbastanza forte da fargli danni seri.
“Raffica, Tropius!”
Le enormi foglie sulla schiena del Pokémon si mossero con un movimento meccanico, smuovendo una quantità d’aria che fece perdere quota al povero Pidgeotto.
“Veloce Pidgeotto, salì!”
Il piccolo Pokémon di tipo volante si esibì in una serie di spettacolari acrobazie aeree, facendo del suo meglio per evitare gli attacchi del nemico. Una foglia lama gli tagliò una delle belle piume sul capo, gesto non apprezzato.
“Giò’ttòòòò!”
Pidgeotto partì all’attacco a tutta velocità, incurante del pericolo. E Hernest approfittò dell’occasione:” Solarragio.”
Tropius era esposto ai raggi solari e gli ci vollero solo pochi attimi per caricarsi. L’attacco prese in pieno il povero Pokémon di tipo volante, scagliandolo verso terra a tutta velocità.
Pidgeotto atterrò nel ring di combattimento con un sonoro tonfo, ma si rimise in piedi stupendo allenatore e capo palestra.
“Torna qui, hai fatto abbastanza.” Mat decise di richiamarlo, per timore che si facesse male, ma per la prima volta il Pokémon disobbedì respingendo la sfera con un’ala.
“Giò’ttòòòòò!”
Gli occhi di Pidgeotto sembravano voler dire”Voglio dimostrare di essere al suo livello, non mi farò sconfiggere.” E Matthew capì.
“Va bene, fai vedere a tutti di che pasta sei fatto.”
Pidgeotto si scagliò di nuovo verso l’alto a gran velocità, lanciandosi in un attacco raffica molto potente, che costrinse il nemico a prendere quota.
“Ora, attacco rapido!”
I colpì del Pokémon di Mat arrivavano da tutte le parti: dal basso la figura del grosso Pokémon di tipo erba e volante somigliava ad un gigantesco bestione infastidito  da un insetto. Pidgeotto stava facendo del suo meglio, ma era fisicamente troppo debole per vincere.
Tropius finì per infastidirsi particolarmente, e lo scagliò nuovamente sul campo di combattimento della palestra, con un colpo del grosso collo.
Mat deglutì: questa volta era finita per il suo Pokémon: ma Pidgeotto tentò nuovamente di rialzarsi. Matthew non l’aveva mai visto così determinato a vincere.
“Forza, ce la puoi fare!”
“Giòòòòòòòòòòòòòòòòòòòtttòòòòòòòòòòòòòòòò!”
Pidgeotto spalancò le ali, e accadde: il suo corpo s’ illuminò di una luce bianca. Per prime si allungarono le piume tagliate sulla sua testa, poi le ali, ora diventate poderose ed eleganti, infine, il corpo del Pokèmon si fece grosso e robusto. Becco e artigli diventarono affilatissimi.
“P’giòòòòt!”
Pidgeot era una dei Pokémon piu belli che Mat avesse mai visto. Aveva occhi dal taglio affilato e aggressivo, che brillavano di determinazione. Fu uno spettacolo vederlo alzarsi in volo spalancando le grosse ali e scagliarsi ad una velocità da paura verso il nemico.
Tropius non ebbe nemmeno il tempo di reagire; e questa volta, il suo avversario, ce l’aveva la forza per fargli male.
“Giòòòòòt!”
Il Pokémon spalancò le grandi ali, iniziando a muoverle con forza sempre maggiore. In breve, si formò un tornado che si caricò di potenza, abbattendosi contro tropius. L’intensità dell’attacco sradicò diverse piante portandole in alto, verso il cielo.
A Mat sfuggì un sorriso di orgoglio: Pidgeotto era stata il primo Pokémon che aveva catturato – quando era solo un Pidgey – e vederlo combattere, così forte, gli fece venire le lacrime agli occhi. Tropius atterrò sul ring di combattimento sfondando il terreno e facendo tremare le mura a causa dell’impatto.
Era fatta, Pidgeot aveva vinto.
Hernest richiamò il suo Pokémon, lasciandosi sfuggire un sorriso amaro. Aveva subito una vittoria schiacciante: lo sfidante non aveva nemmeno dovuto utilizzare il suo ultimo Pokémon.
Si avvicinò a Mat stringendogli la mano.
“Il sangue del campione si fa vedere.” Gli disse, porgendogli la medaglia.
Il ragazzino la accettò senza dire nulla, fissandola intensamente prima di metterla nel porta medaglie:  al centro c’era un piccolo fiorellino bianco, circondato da petali dei colori dell’arcobaleno.
Un ottimo trofeo per celebrare quella bella vittoria e l’evoluzione di Pidgeot. Lo richiamò nella sfera, avviandosi al centro Pokémon a passo svelto. L’intensità dello scontro l’aveva sfinito, aveva una fame boia e doveva far riposare i suoi Pokémon.




Saaalve, rieccomi qui.
Scusate l’enorme ritardo: ho avuto problemi col pc, problemi in famiglia, problemi di pigrizia e … insomma; problemi! Ma non ho abbandonato la fic!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, è una delle vittorie piu eclatanti di Mat… mi scuso ancora per l’enorme ritardo, cercherò di aggiornate in tempi brevi!

   
 
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