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Autore: Sognatrice_2000    16/02/2014    1 recensioni
Cosa è accaduto veramente tra Shiho e Gin,prima che la scienziata abbandonasse l'organizzazione?
Un giorno,dopo un inaspettato incontro per le vie del centro,entrambi rievocheranno i loro ricordi,accorgendosi che dentro di loro continuano a palpitare leforti emozioni del passato.
Ai dovrà affrontare una scelta difficile,che metterà in discussione il suo futuro,ma che sarà resa più piacevole dall'amore di una persona speciale.
(GinxSherry)
Buona lettura!
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Gin, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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La neve scendeva dal cielo lenta,ovattata,coprendo il suolo  e rendendo più soffici i passi delle persone che vi camminavano sopra.
In quella fredda sera d’inverno,la città di Tokyo era animata da uno spirito allegro e natalizio. Molte persone affollavano le strade : famiglie con bambini piccoli,coppie,e altre da sole avvolte nei loro pesanti cappotti dalla più svariate tonalità,tutte con lo sguardo felice. Nelle vetrine dei negozi vi erano vari dolci ed enormi panettoni,e le insegne erano illuminate da luci a intermittenza di ogni colore , varie decorazioni,e piccoli Babbi Natale dall’aria paffutella.
Tra le tante persone che affollavano le strade,vi erano anche due bambini di circa sette anni,accompagnati da un signore anziano con i baffi. Uno dei due bambini era un maschio dall’aria intelligente,con i capelli mori e gli occhi azzurri,mentre l’altra bambina che camminava pensierosa accanto a lui aveva un caschetto castano,e i lineamenti del suo viso pallido erano sottili e armoniosi. Aveva un’aria stranamente matura per la sua età,e sembrava che qualcosa la preoccupasse perennemente.
“Ehi,Ai,cosa ti prende?”domandò il piccolo,rivolgendosi alla sua amica.
La bambina sbarrò gli occhi,come se si fosse accorta di essere nel mondo reale solo in quel momento.
”Niente,mi ero distratta un attimo. Allora,cosa dovevamo comprare?”accellerò il passo,volgendo lo sguardo verso la vetrina di un negozio,fingendo di essere particolarmente interessata ad un vestito rosso fiammante.
Il piccolo Edogawa sbuffò. Si immaginava quella risposta. Ai era sempre così riservata,e non poteva capire cosa le stesse passando davvero per la mente.
Fece finta di niente e si avvicinò a lei.
“Vorrei che tu mi consigliassi un regalo da fare a Ran. Secondo te,cosa potrebbe piacerle?”domandò.
Ai sfoggiò un sorrisino ironico.
”Ma guarda … allora lo scopo di quest’uscita è quello di fare un dono romantico alla tua fidanzata. Ti sei deciso a dichiararle il tuo amore,finalmente?”
Conan volse lo sguardo altrove,arrossendo imbarazzato.
“Non prendermi in giro … voglio solo mandarle un regalo in veste di Shinichi per farle vedere che non l’ho dimenticata,e che continuo a pensare a lei … “farfugliò confusamente.
“Allora vedrò aiutarti a scegliere un regalo carino. Non si deve mai deludere la propria ragazza … ” commentò sarcastica con un risolino malizioso.
“Smettila … “borbottò allora Conan,cercando di mascherare il rossore che era comparso sulle sue guance.
Il dottor Agasa,nel frattempo,ascoltava i loro battibecchi con un sorriso bonario. Sapeva che Ai voleva molto bene a Conan,nonostante non l’avrebbe mai ammesso.
Ai intanto curiosava qua e là tra le vetrine,sbirciando vestiti di vari modelli e colori. Ad un tratto,ferma davanti alla vetrina di un negozio di fiori,notò un enorme mazzo di rose rosse. Era il suo fiore preferito. Senza accorgersene,si appoggiò al vetro trasparente con le mani appoggiate su di esso,fissandole con sguardo assorto.
Come quel giorno di qualche anno fa … era Natale,e lui le aveva regalato delle rose rosse. Era colpa sua se erano diventate il suo fiore preferito,il suo profumo le riportava alla mente quei bellissimi momenti,dolci e amari allo stesso tempo.
Sobbalzò. Avvertiva una strana presenza alle sue spalle … un’aura di terrore. E all’improvviso lo vide,riflesso nella vetrina. Era lontano di qualche passo,la fluente chioma bionda che si agitava al vento e l’inseparabile impermeabile nero che si gonfiava ad ogni passo,a causa delle folate di vento gelido.
“Gin … “mormorò,in preda al panico.
Le emozioni che aveva provato in passato la travolsero,lasciandola per qualche secondo senza fiato. Non poteva credere di aver amato quell’uomo un tempo.
Conan fu scosso dal cambio di colore del suo viso,e le si avvicinò preoccupato.
“Ai,cos’hai? Ti senti male?”
La bambina era rimasta immobile,pietrificata dalla paura,ma nel sentire la sua voce si animò nuovamente.
Lo afferrò per un braccio e lo trascinò via,intimando al dottor Agasa di seguirla. Sperava con tutto il cuore che non l’avesse vista.
“Ai,cosa fai? Lasciami … “il detective cercò di liberarsi dalla sua presa,stupito.
“Shh,fa silenzio. Forse non ci ha visti”mormorò Ai. Finalmente si fermò in un vicolo buio e semi deserto,lasciandolo e appoggiando la schiena al muro,con un sospiro di sollievo.
”Come? Di chi stai parlando?”domandò il bambino,incerto.
“Gin … stava passando di lì,spero che non ci abbia notati”rispose,ancora scossa.
“Cosa?”sbottò Conan.
Adesso anche lui era agitato,i battiti del cuore si erano fatti più veloci.
“Credo sia il caso di tornare a casa,ragazzi”intervenne il dottor Agasa,che fino ad allora non era intervenuto.
Entrambi accettarono di buon grado,e dieci minuti dopo erano di nuovo tutti nel grande salotto dalle poltrone azzurre della casa del dottore.
Quest’ultimo sparì in una stanza,lasciando i due ragazzini da soli,perché aveva riconosciuto nello sguardo di Shinichi un bagliore di preoccupazione seria. Era convinto che volesse parlare di qualcosa di molto importante ad Ai.
La bambina,invece,era seduta sul divano accanto a Conan,sorseggiando un bicchiere per calmarsi. Quello spiacevole incontro le aveva fatto tornare alla mente ricordi sgradevoli sul suo passato che cercava in tutti i modi di dimenticare. A dir la verità,quei ricordi erano belli e pieni di dolcezza,ma per la scienziata rappresentavano un passato che l’aveva macchiata di colpe terribili.
Non voleva amare una persona cattiva,voleva amare solo persone buone.
E ancora una volta si ritrovò a pensare a quell’uomo e ai suoi bellissimi occhi verdi. Quegli occhi sempre spietati,che però in sua presenza si trasformavano,diventando pieni di calore e di dolcezza.
Lei l’aveva amato profondamente in passato,e non riusciva a concepire più il motivo di quel sentimento,dato che adesso lo odiava profondamente per aver ucciso sua sorella.
Immersa in questi pensieri,non si accorse che il giovane detective la stava fissando con sguardo ansioso.
“Cosa c’è?”domandò,fingendosi del tutto tranquilla.
“Sei proprio sicura che Gin non ti abbia vista? In caso contrario,non ci metterebbe molto a fare due più due e a scoprire la tua vera identità. Devi stare attenta,non so cosa passi per la mente di quel pazzo”proferì,con un velo di sincera apprensione.
A quelle parole,Ai sobbalzò come una molla,guardandolo dritto negli occhi.
“Cosa intendi dire?”la sua voce tremava leggermente. Che Shinichi avesse capito … ? era troppo intelligente per non accorgersi di nulla.
Conan la fissò a sua volta.
“Questo dovresti dirmelo te. Non conosco il motivo della sua ossessione verso di te,ma immagino che tra di voi sia successo qualcosa,altrimenti non si spiega questo attaccamento.”
Nel sentire quelle parole così dirette,Ai rabbrividì leggermente. Non voleva essere costretta a ricordare il passato,un amore che la faceva sentire al centro del mondo,ma che in realtà scoprì non esistere affatto. Gin provava verso di lei un desiderio morboso,quasi unicamente fisico.
Non voleva ammettere di essersi lasciata ingannare,di aver creduto in un’illusione. Eppure a quei tempi ci credeva davvero,lo amava davvero. Per lei era stato la persona più importante al mondo.
“Scusami,forse sono stato troppo brusco.”aggiunse,capendo di aver urtato la sua sensibilità ” Quello che volevo dirti è che semplicemente devi fare attenzione. Non potrei mai perdonarmi se ti succedesse qualcosa”gli regalò un grande sorriso,che ebbe il potere di rasserenarla.
“Non ti preoccupare,tanto tra me e lui non è successo niente. Non so minimamente il motivo per cui sia tanto ossessionato da me”mentì,anche se in realtà quel motivo lo conosceva benissimo.
“Adesso torna a casa,è già molto tardi e Ran potrebbe preoccuparsi”gli disse la prima scusa che gli era venuta in mente,sperando che lui ignorasse l’argomento e seguisse il suo consiglio.
Conan,con suo grande sollievo,guardò l’orologio e decise che era il momento di tornare a casa.
”allora ci vediamo domani a scuola. Buonanotte,Ai”disse velocemente,prima di alzarsi e dirigersi verso la porta.
La bambina mormorò un saluto e con lo sguardo lo osservò allontanarsi. Si ritrovò a pensare che era stato davvero gentile a non farle altre domande e a lasciar cadere la cosa.
Anche se non poteva sapere che Shinichi,in realtà,aveva solo fatto finta di niente,perché era un ragazzo educato e rispettoso dei suoi sentimenti,e voleva aspettare che lei decidesse quale fosse il momento adatto per parlargli di ciò che la tormentava.
Perché ,lui ne era convinto più che mai,Ai nascondeva nel suo cuore un oscuro segreto.
Dopo che Conan se ne fu andato, la piccola scienziata si diresse verso la sua camera. Indossò la sua camicia da notte bianca,con una leggera scollatura sul davanti,e si rannicchiò sotto le coperte.
Quel soffice piumone rosa la faceva sentire al sicuro,come se tutti i pericoli che c’erano fuori non potessero sfiorarla.
Volse lo sguardo verso la finestra,da dove si intravedeva uno spicchio di luna avvolto nelle tenebre.
Rimase per un po’ ad osservare quello spettacolo,poi,stranamente,si accorse che una goccia le era caduta sulla mano. E poi un’altra,e un’altra ancora.
Si ritrovò a singhiozzare convulsamente,senza capirne fino in fondo il motivo. O forse lo sapeva,ma non voleva dirlo. La verità era che la sola vista di Gin,quel pomeriggio,aveva richiamato in lei tutte le emozioni provate qualche anno fa,tutti i ricordi che lei cercava disperatamente,ma invano,di soffocare.
Realizzò solo in quel momento  che le mancava qualcuno che la facesse sentire speciale,che le donasse il proprio affetto senza chiederle niente in cambio. Voleva provare la gioia dell’amore vero e incondizionato,voleva semplicemente qualcuno che la aiutasse a dimenticare il passato e a vivere il presente.
Strinse forte il lenzuolo,mentre il suo viso candido era ancora bagnato dalle lacrime.
La sola ipotesi era sciocca,ma quell’uomo le mancava. Le mancava perché lei lo aveva amato così profondamente,che alla fin fine non era mai riuscita a scordare completamente quel forte sentimento verso di lui,anche dopo aver scoperto che lui la voleva solo come sfogo fisico.
Anche lei,in fondo,era dotata di sentimenti puri e intoccabili,proprio come sua sorella Akemi.
Ma non era quello il momento di piangere : doveva essere forte,e cercare di ignorare il suo dolore.
D’altronde,ormai doveva esserci abituata.
Non poteva lasciarsi andare ai sogni e a quelle effimere illusioni. Per lei i sogni,oramai,avevano perso qualsiasi significato. Avrebbe dovuto sacrificare la sua felicità e i suoi sentimenti,come aveva sempre dovuto fare.
 
 
 
 
 
 
 
 
Era ormai notte fonda,le stelle illuminavano il cielo con il loro tenue chiarore,e il vento si faceva sempre più forte e freddo.
Le persone avevano terminato la giornata,alcune felici,altre meno. C’era però chi non si era ancora addormentato,e si soffermava a riflettere sulle sue preoccupazioni.
Quello era proprio uno di quei casi.
In una stanza,la luce era ancora accesa,e un uomo sedeva ad una grande scrivania in legno.
Era molto alto e robusto,gli occhi verdi erano gelidi e spietati,i lunghi capelli color oro adagiati sulla sua schiena.
Stava fumando una sigaretta, mentre la mano destra stringeva una cornice con una fotografia all’interno.
Sullo sfondo un cielo azzurro,e lui che cingeva le spalle di lei,della sua bellissima Sherry,che in quell’immagine aveva l’aria più spensierata,e gli occhi emanavano un bagliore di gioia.
Anche gli occhi di Gin erano diversi in quella foto : più dolci,più caldi.
Egli rimase a fissare l’immagine della donna per un po’ di tempo : il bellissimo corpo dalle forme sinuose accentuato ancor di più dal vestito rosso che indossava,gli occhi azzurri determinati,la pelle bianca come il latte.
Ogni sera guardava quella foto,perdendosi nell’immagine della ragazza che aveva amato.
 Anche se aveva tradito l’organizzazione,e i traditori andassero uccisi,lui non riusciva a smettere di pensare a lei.
Lei era il suo chiodo fisso,la sua ossessione,il pensiero che non riusciva a scacciare dalla sua mente.
Era il suo primo pensiero quando si svegliava e l’ultimo di quando si addormentava.
Quella sera si era ritrovato a pensare particolarmente a lei perché,nel pomeriggio,quando camminava per le strade del centro,aveva intravisto una bambina che assomigliava moltissimo a Sherry,e ciò aveva risvegliato in lui i ricordi di quei momenti e la passione.
In un primo momento,vedendo la bambina,aveva provato lo stesso desiderio del passato,tanto che era arrivato a sospettare che lei e la scienziata potevano essere la stessa persona.
Tuttavia il pensiero venne scacciato rapidamente. Non era in un film di fantascienza,una cosa del genere andava oltre l’impossibile.
Era semplicemente ossessionato così tanto,che la rivedeva in ogni persona.
Sospirò,posando la foto sulla scrivania.
Dal vaso lì accanto estrasse una rosa rossa : il fiore che le aveva regalato al loro primo appuntamento,quello divenuto il simbolo del loro amore.
Per lui,Sherry era una meravigliosa rosa rossa. Aveva lo stesso profumo seducente ed inebriante che emanavano quei fiori. Mentre la annusava,le sembrava quasi di risentire la fragranza della pelle della sua dolce Sherry.
Sherry. Quel bellissimo nome racchiudeva in se tutte le sfumature più belle della vita. Lei era tutto per lui. Era un obbiettivo che doveva raggiungere a tutti costi,era colei che lo faceva sentire vivo.
In poche parole,era colei che dava un senso alla sua vita.
Si ritrovò ancora a pensare al primo regalo che le aveva fatto : un abito nero lungo fino al ginocchio,che lasciava vedere la schiena nuda e dalla provocante scollatura. Quel giorno lei emanava un dolcissimo profumo di ciliegia. E da quel giorno prese ad amare anche quel frutto,perché gli ricordava terribilmente il nome della ragazza,quel nome che gli dava un senso di soddisfazione ed eccitazione solo pronunciarlo.
In quel momento il suo desiderio di averla,di baciarla,di toccarla,di abbracciarla era davvero fortissimo.
Doveva ritrovare ad ogni costi quella ragazza particolare che  gli aveva,in un certo senso,scombussolato la vita.
Lei lo aveva fatto impazzire,era arrivato persino ad uccidere la sorella della ragazza,che voleva portare Sherry lontano da lui.
Invece Sherry doveva essere sua,soltanto sua. Non avrebbe permesso che qualcun altro la toccasse,a parte lui.
“Mia adorata Sherry … presto potrò riaverti. E allora non avrai più via di scampo,non potrai più sfuggirmi”pensò,mentre una risata sadica e malvagia invadeva la stanza buia.
 
 
  
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