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Autore: Sognatrice_2000    22/02/2014    1 recensioni
Cosa è accaduto veramente tra Shiho e Gin,prima che la scienziata abbandonasse l'organizzazione?
Un giorno,dopo un inaspettato incontro per le vie del centro,entrambi rievocheranno i loro ricordi,accorgendosi che dentro di loro continuano a palpitare leforti emozioni del passato.
Ai dovrà affrontare una scelta difficile,che metterà in discussione il suo futuro,ma che sarà resa più piacevole dall'amore di una persona speciale.
(GinxSherry)
Buona lettura!
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Gin, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Era passata da poco la mezzanotte,per le strade soffiava un vento gelido,ma allo stesso tempo vi era anche un’atmosfera stranamente tranquilla,resa ancor più ovattata dal tenue chiarore delle stelle che brillavano nel cielo scuro.
In una piccola camera,all’interno di casa Agasa,si sentiva il respiro lento e misurato di una bambina dai capelli castani,che dormiva rannicchiata sotto le coperte.
Il tempo era scandito soltanto dal lieve ticchettio che producevano le lancette della sveglia rossa,poggiata sul comodino di fianco al letto di Ai.
Un braccio scendeva giù dal letto,lasciando intravedere la manica immacolata della camicia della camicia di notte. La faccia era affondata nel morbido cuscino,la chioma castana leggermente spettinata.
Aveva però l’espressione seria e preoccupata,come se stesse facendo un sogno spiacevole.
Era un ricordo molto frequente,che la tormentava da innumerevoli notti. Un flashback ambientato prima di tradire l’organizzazione e prima della morte di sua sorella Akemi,quando lei aveva appena compiuto diciotto anni, dopo che aveva lasciato Gin, che le faceva capire che lei non l’aveva dimenticato,e forse neppure lui,ma che era davvero spiacevole …
 
 
Era una sera d’estate,il clima era dolce e mite.
Lei era chiusa in quel laboratorio,come sempre,gli occhi azzurri fissi sullo schermo di un computer,intenta ad analizzare una quantità incredibile di formule e varie combinazioni,anche se per uno scopo oscuro e ancora avvolto nel mistero,ma che a lei non piaceva affatto.
Avrebbe volentieri messo a disposizione la sua intelligenza per uno scopo buono,non per il male,cosa che invece era costretta a fare.
Sospirò,interrompendo il groviglio dei suoi pensieri. L’orologio segnava la mezzanotte,forse era ora di tornare a casa.
Si sfilò il camice bianco e uscì dal laboratorio,diretta verso il suo appartamento. Indossava solamente una maglia rossa a maniche corte e una gonna nera,che lasciava intravedere le gambe lunghe e snelle,e per quella sera l’abbigliamento era particolarmente adatto,data l’aria calda e soffocante.
Svoltò distrattamente in un vicolo buio,illuminato solo dalla fioca luce di un lampione. Ad un tratto le parve di scorgere chiaramente una sagoma che cadeva a terra,e si avvicinò,credendo di essere stata vittima di un’allucinazione dovuta alla stanchezza.
Invece,mosso qualche passo,spalancò gli occhi per lo stupore. Davanti a lei vi era un uomo dai lunghi capelli biondi,gli occhi verdi,e un lungo impermeabile nero coperto di sangue.
Shiho si morse il labbro. Dopo che aveva deciso di lasciarlo,Gin era decisamente l’ultima persona che voleva vedere.
Ma qualcosa dentro di lei si mosse,come se fosse dispiaciuta di vederlo in quello stato. Il viso era contratto in una smorfia di dolore,mentre sulla strada era sparsa una pozza di sangue denso.
“Sherry … ” Gin sollevò lo sguardo,pronunciando il suo nome quasi con sollievo. Non riusciva a parlare bene,e il respiro era affannoso.
Shiho gli si avvicinò,sempre senza dire niente. Non chiese neppure che cosa fosse successo. Immaginava che avesse avuto a che fare con qualche traditore dell’organizzazione che gli aveva dato del filo da torcere,e da lì fosse partita l’ennesima sparatoria. Oppure con un cecchino particolarmente bravo di qualche altra banda criminale. Non che la cosa la interessasse più di tanto. Non voleva farsi vedere ansiosa e preoccupata nei suoi riguardi.
“Il solito mestiere pericoloso del serial killer”sussurrò con sarcasmo.
A quel punto l’uomo le lanciò un’occhiataccia,ma non riuscì a dire niente per via di un improvviso colpo di tosse.
Shiho gli si inginocchiò accanto,esaminando le ferite che aveva.
”Non guardarmi così. Ho solo detto la verità. Faresti meglio a smettere di cacciarti in queste situazioni,la prossima volta potresti non essere così fortunato da trovare me ad aiutarti”aggiunse con ironia.
”Queste ferite devono essere medicate. Ce la fai ad alzarti?”domandò.
Lui annuì,ma dovette appoggiarsi alla parete per non cadere.
“Sempre il solito orgoglioso. Ti aiuto io ” Shiho sbuffò,mise il braccio dell’uomo intorno alle sue spalle e lo aiutò a muovere lentamente qualche passo.
Si sentiva un po’ a disagio. Lo aveva lasciato,eppure perché sentiva il bisogno di aiutarlo e curarlo?
Che ne fosse ancora innamorata? Non era possibile. Lui le piaceva molto,certo,e per un certo periodo aveva fatto dei progetti,immaginando la sua vita con lui,come una bambina fantasiosa e ingenua che si perde in sogni irrealizzabili,ma poi era dovuta tornare bruscamente alla realtà.
Doveva rendersi conto che Gin era un uomo crudele e violento,sebbene con lei sapesse essere molto dolce. Doveva ragionare,e rendersi conto che avrebbe sofferto a trascorrere la sua vita amando un uomo che si divertiva ad uccidere,senza provare alcun senso di colpa. Il loro modo di pensare era troppo diverso,non sarebbero mai andati d’accordo,gli aveva detto quando lui le aveva chiesto perché volesse lasciarlo. La loro era una storia impossibile.
Glielo aveva ripetuto Akemi più volte. E non era l’unico motivo. Anche Shiho si era accorta che lui pareva essere più ossessionato dal suo corpo,invece di amarla veramente. Era solo uno sfogo come tanti altri,lui non era capace di provare amore,o perlomeno,quello vero e profondo.
Allora come mai questo desiderio di aiutarlo,come mai questo sentimento istintivo che l’aveva spinta fare quello che aveva fatto?
Scosse la testa. Che sciocchezza,stava solo cercando di essere gentile. E di certo non poteva abbandonarlo in mezzo alla strada come se niente fosse.
Gin invece le lanciava delle occhiate di tanto. Quella situazione lo divertiva,Sherry sembrava quasi che si comportasse come una mamma con lui.
E forse si comportava in questo modo perché ne era ancora innamorata,dedusse lui. In effetti la motivazione che gli aveva dato per mettere fine alla loro relazione non stava in piedi.
Anche lui ne era ancora invaghito,e forse quella era proprio l’occasione giusta per fargli capire che non riusciva a dimenticarla,e che voleva di nuovo assaporare le sue labbra e la sua pelle diafana che profumava di rose.
 
Qualche minuto dopo,giunsero all’appartamento di Shiho,piccolo ma molto accogliente.
La ragazza spinse la porta,sempre sostenendo l’uomo. Ad un tratto lui si sbilanciò,quasi come se stesse per cadere,e lei fu costretta ad afferrarlo e stringerlo per evitare che cadesse.
“Cosa ti prende? Ti fa male da qualche parte?”Shiho era spaventata e anche un pochino in ansia per lui.
Inaspettatamente,Gin la strinse a sé.
“Ora che sono tra le tue braccia,mi sento meglio,Sherry”
Quelle parole la stupirono non poco.
”Cosa stai dicendo? Mi prendi in giro?” cercò di liberarsi da quella stretta,ma quell’uomo era incredibilmente forte e non riuscì nel suo intento.
“Non cercare di sfuggirmi e ascoltami bene. Tu non sai quanto abbia pensato a te in questi giorni,ti volevo accanto a me in ogni momento della giornata. Dì la verità,tu non sei convinta di quello che hai detto. Sei ancora innamorata di me,non è vero,Sherry?” le sollevò il volto,fissandola.
Shiho sentì il suo cuore aumentare i battiti. Ma che cosa stava facendo,ora era anche indecisa?
Doveva mettere la parola fine a quella storia,era la cosa giusta.
“Te l’ho già detto,noi due non possiamo stare insieme. Pensala come vuoi,ma non sono disposta a cambiare idea. Adesso lasciami.” Il tono era deciso,non ammetteva repliche.
Gin la lasciò andare e lei lo accompagnò nel salotto,facendolo sedere sul divano.
Lui cercò di controllare il dolore che aveva,e intanto osservava la ragazza estrarre da un cassetto una pinza per estrarre i proiettili,un batuffolo di cotone imbevuto di disinfettante e delle bende per fasciarlo.
Gli si avvicinò,sfilandogli delicatamente la giacca e il maglione,poi li posò su una sedia.
Per alcuni minuti estrasse tutte le pallottole penetrate nella carne,con movimenti sicuri e precisi.
In seguito disinfettò le ferite,fasciandolo alla vita e sull’addome.
“Puoi rivestirti. Adesso è meglio che tu non ti muova,ti faccio dormire in camera mia”dopo che Gin ebbe indossato nuovamente la maglia,lo condusse nella propria stanza.
Egli si adagiò piano sul materasso,ma prima che Shiho uscisse,la afferrò per un polso.
“Che c’è ancora?”chiese,alzando gli occhi al cielo.
“Non dormi qui con me?”domandò maliziosamente lui.
Shiho si divincolò.
“Non fare lo stupido. Io vado nel mio studio qui accanto,ad esaminare del materiale per le mie ricerche. Se mi sento stanca dormirò sul divano. Buonanotte “gli lanciò un’occhiata di fuoco,prima di uscire,chiudendo delicatamente la porta alle sue spalle.
Si diresse nel suo studio,chiudendo la porta a chiave. Accese le luci,accasciandosi sulla poltrona di pelle nera e sospirando.
La presenza di Gin in qualche modo la agitava : sentiva che l’uomo non aveva affatto rinunciato a lei,e aveva paura di una reazione da parte sua.
“Che si metta il cuore in pace,tanto non mi rimetterò mai insieme a lui”pensò Shiho,contrariata da quest’ossessione che Gin sembrava nutrire per lei.
Posò la testa sul piano di legno della scrivania,chiudendo gli occhi per ascoltare i pensieri e i dubbi che si affollavano nel suo cuore.
Senza accorgersene,un po’ per la stanchezza e un po’ per lo stress accumulato negli ultimi giorni,si addormentò.
Quella notte molti sogni e molti ricordi si accavallarono confusamente nella sua mente, impedendole di dormire tranquilla.
Alle prime luci dell’alba,quando capì che ormai le risultava impossibile riuscire a prendere di nuovo sonno,si alzò e si diresse in bagno,per fare una breve doccia mattutina. Come se con quella fosse riuscita a cancellare tutte le sue incertezze.
Quando fu sotto il getto d’acqua tiepida e i suoi capelli si intrisero d’acqua,ripensò agli avvenimenti della sera prima. Le sembrava così strano che lei,di solito così cinica e razionale,si fosse lasciata trasportare dai sentimenti.
Scosse la testa con un sorriso,mentre insaponava lo shampoo alla rosa sul caschetto ramato.
Sua sorella Akemi l’aveva contagiata,con la sua bontà e gentilezza,spingendola ad aiutare chiunque fosse in difficoltà.
Chissà cosa le avrebbe detto se l’avesse vista,fortuna che in quel periodo era in America,a svolgere una missione per conto dell’organizzazione.
Era in una situazione che a lei non piaceva molto,ma doveva prendersi le sue responsabilità.
Cercò di non pensare più a questo,e uscì dal box doccia,avvolgendo intorno al corpo un asciugamano rosa tenue di spugna,che metteva in risalto le sue curve perfette e modellate.
Spalmò sul suo corpo una crema che profumava di rose,il suo fiore preferito,per poi prendere l’asciugacapelli.
Dopo che ebbe asciugato la sua chioma ramata con il getto di aria calda,cercò la spazzola per pettinarsi,ma non la trovò.
Probabilmente l’aveva dimenticata in camera. Si diede mentalmente della sciocca,e senza pensarci attraversò il corridoio che portava alla sua stanza.
Davanti alla porta si bloccò,colta da un pensiero improvviso.
E se Gin si fosse svegliato,e l’avesse vista con solo quell’asciugamano addosso? Fece per tornare indietro,ma poi ci ripensò. Di cosa aveva paura? Doveva solo prendere una cosa e poi uscire,avrebbe fatto in un attimo.
Socchiuse la porta,entrando silenziosamente e sospirando di sollievo. Gin dormiva ancora per fortuna.
Si diresse verso la cassettiera,cercando freneticamente la spazzola.
”Accidenti,ma dove l’ho messa?” In quel momento,la trovò sotto una pila di magliette.
Si diresse verso la porta,sobbalzando quando sentì due mani forti afferrarle la vita.
“Buongiorno,mia amata Sherry”nel sentire quella voce,Shiho si voltò infastidita.
“Gin … mi hai fatto paura. Da quando ti sei svegliato?”il tono della ragazza era acido.
“In questo momento. È stato un buongiorno davvero stupendo,vederti così bella,mia adorata … “ le parole di Gin esprimevano un grande desiderio,che non fece altro che angosciare Shiho ancora di più.
Lo guardò tuttavia freddamente,cercando di apparire calma come sempre,priva di qualsiasi emozione.
“Risparmiami questi discorsi. Era tornata qui solo per prendere questa”sollevò la spazzola”ora vorrei andare in bagno,se non ti dispiace.”
“No,non ti permetterò di sfuggirmi ancora. Noi due dobbiamo parlare.”
“Riguardo a cosa?”Shiho era sempre più intimorita.
“Non ti lascerò andare come se niente fosse. Anche se sei decisa a non volermi più,io ti desidero ancora,voglio averti tra le mie braccia ancora una volta … “
Shiho capì cosa voleva dire,cercò di sgattaiolare, ma lui la afferrò saldamente per un polso. La spazzola cadde sul pavimento con un tonfo rumoroso,mentre lei era paralizzata. Non riusciva a muovere nemmeno un muscolo.
Con una spinta, lui la buttò sul letto e in un attimo le fu sopra. Inspirò il suo profumo,che tanto gli piaceva e la baciò prima sulle labbra,poi sul collo,assaporando lentamente la sua pelle.
Il cuore di lei accellerò i suoi battiti,si sentiva avvolta da un piacevole calore. Era quasi tentata di abbandonarsi a lui,ma si riscosse,quando lui le posò una mano sul petto,abbassandole l’asciugamano.
Con un’energica spinta,riuscì a scrollarselo di dosso,e si alzò prontamente dal letto. Voleva andarsene il prima possibile,ma decise che ne aveva abbastanza di giocare a nascondino. Doveva dire cosa provava veramente per quell’uomo,sperando che lui capisse,anche se secondo lei era praticamente impossibile.
Gli dava le spalle,mostrando la sua schiena nuda. Non aveva il coraggio di guardarlo,né tantomeno di vedere la sua espressione.
“Io ti ho amato molto,ma ora non è più così”cominciò,con gli occhi sempre fissi davanti a sé.
”La verità che non avrei mai voluto scoprire è che tu non mi ami affatto,io per te sono solo un’ossessione,un giocattolo nelle tue mani. E non voglio più soffrire per questo. Noi non possiamo farlo,è sbagliato . Per entrambi.”concluse,mentre cercava di calmare i battiti affannati del suo cuore.
Quella sarebbe stata l’immagine che Gin avrebbe ricordato anche in seguito : lei,nuda,che gli dava le spalle,con la bocca semiaperta mentre parlava,confessandogli ciò che non aveva mai avuto il coraggio di dirgli,ciò che per lei stessa era un grande,un immenso dolore.
Non voleva ammettere di aver creduto in un amore che in realtà non era mai esistito.
Stava per andarsene,ma Gin le si parò di fronte.
“Anche se tu sei convinta di questo,non è affatto vero. E comunque non ti lascerò andare,non adesso … ”
Shiho urlò,ma lui le tappò la bocca con una mano,spingendola nuovamente sul materasso.
Iniziò a dimenarsi,mentre le lacrime le bagnavano il volto. Quell’uomo continuava a darle dei baci per tutto il corpo,palpandola,mentre lei persisteva a urlare.
“No! Lasciami in pace,non toccarmi!”
”Ai,svegliati”una voce proruppe improvvisamente tra le sue urla.
“No! Non toccarmi!”continuava a gridare lei.
”Ai …”la voce si era fatta più preoccupata.
“Non toccarmi!”urlò a pieni polmoni, aprendo gli occhi e balzando a sedere sul letto. Era in un bagno di sudore,il viso bagnato di lacrime. Si accorse solo allora che stava sognando.
“Ai … hai avuto un incubo?”sentì una voce decisamente turbata vicino a lei.
Si girò,notando solo allora il dottor Agasa,che la fissava con un misto di preoccupazione e di ansia.
“Ehm … no,va tutto bene”passò il dorso della mano sugli occhi,asciugando le lacrime,un po’ imbarazzata.
“C’è qualcosa che posso fare per aiutarti?”domandò lui premuroso.
“No,non si preoccupi,va tutto bene,davvero … adesso vado a lavarmi e a vestirmi,altrimenti faccio tardi a scuola”si alzò dal letto,scostando le coperte,per poi correre verso il bagno. Non poteva raccontare quella storia orribile al dottor Agasa,per quanto lo considerasse come un padre e gli fosse immensamente grata per averla accolta e trattata come una figlia.
Passò l’acqua sul volto,cercando di apparire presentabile,anche se quel sogno era il suo pensiero fisso. Non osò farsi la doccia,perché altrimenti le sarebbe sembrato di sentire ancora le mani di quell’uomo sulla sua pelle.
Mentre si vestiva,non potè fare a meno di pensare che quell’insolito terrore che provava ogni qualvolta Gin era nei paraggi fosse nato proprio da quando lui l’aveva violentata. Ogni volta,le emozioni del passato si impadronivano del suo cuore,e immagini orribili affioravano nella sua mente,ricordando incessantemente quel momento. Era stata l’unica volta,ma che aveva contribuito a sconvolgerla. Quello che non sapeva,e che lui non le aveva mai detto,era che il suo amore era talmente forte da volerla a tutti i costi,quindi quello che era successo era stato solo un episodio occasionale,in cui lui aveva perso il controllo,a seguito delle parole della giovane che gli aveva detto che tra loro era finita.
Ma lei,da tutto ciò, aveva ricevuto l’ennesima conferma di ciò che pensava,tuttavia erroneamente: non era mai stata amata da lui, ma sempre e solo usata.
Ricacciò indietro le lacrime,mettendosi lo zainetto rosso cremisi in spalla.
Nel corridoio incrociò nuovamente l’anziano scienziato.
“Aspetta,Ai,non vuoi fare colazione? “la fermò,posandole una mano sulla spalla.
“No,mi scusi,ma mi è passato l’appetito”figurarsi,in quel momento aveva la nausea per l’incubo che aveva fatto,quella scena orribile in cui lui l’aveva posseduta contro la sua volontà. Non sarebbe di certo riuscita a mangiare niente,neanche i biscotti che Agasa le porgeva in un sacchetto.
“In caso tu avessi fame … “le porse la bustina,che però lei scansò.
“No,grazie,si sta facendo tardi,devo andare … Arrivederci,dottore!”uscì di corsa,prima che lui potesse farle altre domande sul perché del suo strano comportamento.
Egli la osservò mentre usciva dal cancello : aveva un’aria stranamente malinconica,come se qualcosa la angosciasse profondamente.
Quale segreto tanto oscuro poteva custodire nel suo cuore?
 
Ai inspirò l’aria ghiacciata del mattino,tremando e stringendosi ancora di più nel suo cappottino rosso. Il clima era particolarmente rigido,candidi fiocchi di neve continuavano a cadere dal cielo azzurro,formando una patina bianca sul terreno e sui rami spogli degli alberi. L’atmosfera era ovattata e irreale,da tanto silenzio vi era.
Stava percorrendo il viale alberato che l’avrebbe condotta all’edificio scolastico,e intanto rimuginava sul fatto che in classe avrebbe visto nuovamente Conan,che di sicuro si sarebbe accorto del suo turbamento.
Sospirò amaramente. Non era affatto facile nascondere sempre le proprie emozioni,e lei sapeva che non avrebbe potuto continuare a mentire ancora a lungo al suo più caro amico.
Shinichi era di certo molto intelligente,tuttavia era certa che fosse una frana nel capire i sentimenti delle donne. E quel terribile ricordo che la angosciava,ripetendosi ogni singola notte,doveva rimanere soltanto nei suoi pensieri,non avrebbe dovuto conoscerlo nessun altro.
Non aveva avuto nemmeno il coraggio di parlarne a sua sorella, nonostante lei le volesse molto bene.
Ad un tratto,avvertì una strana sensazione,di oppressione e angoscia,che la distolse dai suoi pensieri. Una sensazione incredibilmente familiare. Si sentiva osservata da uno sguardo di ghiaccio,che a lei metteva i brividi. Accellerò il passo,entrando in un vicolo deserto,che faceva da scorciatoia per la scuola. Continuò a camminare sempre più velocemente,ma quell’angoscia persisteva.
D’improvviso sentì una voce alle sue spalle,una voce che purtroppo conosceva bene,e che le fece gelare il sangue.
”Dopo tanto tempo ci rincontriamo,mia cara Sherry.”
Volse il capo lentamente,e il suo cuore parve cessare di battere dalla paura,stretto in una morsa di terrore puro. Non poteva crederci. Davanti a lei vi era l’uomo dai suoi incubi,che la fissava con occhi colmi di bramosia,mentre le si avvicinava lentamente con un ghigno perverso.
“Gin … “
 
 
 
      
  
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