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Autore: MimiLove    16/02/2014    6 recensioni
Sono passati ormai sette anni da quando Clara ha abbandonato la sedia a rotelle e si è ristabilita completamente. Heidi continua a vivere in montagna ma, molto spesso, le due giovani s’incontrano passando varie settimane assieme. Il nonno, dopo aver messo completamente a posto la casa in paese, vi si è trasferito definitivamente, portando con se Nebbia, a causa degli acciacchi del tempo. Peter, dopo molti sforzi, ha finalmente imparato a leggere e a scrivere correttamente ma, ovviamente, la maggior parte del suo tempo la trascorre al pascolo, su tra le montagne. Le divergenze tra lui e Clara sono ormai finite e sfociate in amicizia, grazie alla maturità che i ragazzi hanno acquistato negli anni.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heidi, Nuovo personaggio, Peter
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Dodicesimo Capitolo

Quella fu una sera di tanti cambiamenti. Heidi e Peter si fidanzarono ufficialmente, con la benedizione del nonno, di Brigida e dell’intero paesino. Clara enormemente desolata per l’accaduto si scusò infinitamente con i ragazzi e, insieme ad un Hans estremamente incollerito e frustrato, partì alla volta di Francoforte. Heidi gli spiegò, sotto lo sguardo serio e attento di Peter, che, anche se non era stato un comportamento che si sarebbe aspettata da lui e che ne era rimasta delusa, lo aveva perdonato. Stava per rinnovargli l’invito per la prossima estate, nel caso avesse voluto passare ma una colpetto al braccio da parte del suo fidanzato la fece desistere, augurando semplicemente ‘’Buon viaggio!’’
Derek e Carola si sposarono un mese dopo. Peter e Heidi testimoniarono.
Peter e Heidi si sposarono un anno dopo. Derek e Carola testimoniarono.
Fu una cerimonia semplice, piena di amore, di affetto, di gioia. Il nonno regalò ai ragazzi la baita. Qualche paesano diede in regalo alla coppia formaggi, salumi e anche alcune capre, proprio quelle che Peter era solito portare al pascolo da ragazzo. Ormai era arrivato il tempo che anche lui avesse il suo gregge. Continuò a fare il pastore.
Heidi non lo lasciava solo nemmeno un minuto, lo serviva e riveriva. Lo amava profondamente e quando glielo sussurrava dopo avergli preparato il pranzo o dopo aver ricevuto dei fiori, lui rispondeva sempre: ‘‘Io di più’’.
Andavano insieme dappertutto: al pascolo e in paese, da Brigida e dal nonno… e anche dal signor Weber, che aveva fatto così tanto per loro.
Le due amiche non si separarono mai del tutto e si visitavano spesso. Anche Clara si sposò con il suo amato Florian. Durante la prima visita di Heidi a Francoforte, accompagnata per la prima volta da Peter, la coppia li accolse con tanto calore che persino lo scettico Peter si lasciò trasportare da quella atmosfera, mettendosi un po’ più a suo agio.

Otto anni dopo


Carissimi Peter e Heidi,
è trascorso molto tempo dall’ultima missiva e desideravo tenervi al corrente delle notizie dalla città. Come sempre, Heidi, mio padre ti manda i suoi saluti ringraziandoti dell’ottimo tabacco che gli hai spedito. Mio marito ed io invece per i regali mandati alla piccola Greta: la bambola è la sua preferita, non se ne separa mai! Purtroppo è ancora a letto ma il dottore dice che guarirà presto. Inoltre, dice che una gita in montagna le farebbe bene! Attendo con ansia il momento in cui potrò di nuovo riabbracciarvi.
Hans è ancora all’estero, ma scrive spesso e nell’ultima lettera ci ha annunciato il suo  fidanzamento con una signorina dell’alta borghesia francese: a quanto scrive, sembra che lei abbia letteralmente perso la testa per lui. Si sposeranno a breve.
In aggiunta a tutto ciò vi annuncio che renderò Florian ancora una volta padre: spero che sia un bel maschietto, questa volta. Allego a questa lettera vari regali per voi: il berretto è per Peter, spero ti piaccia; Heidi, il grembiule è per te; per i bambini ci sono invece biscotti e ogni genere di ghiottoneria di città. Per favore, Heidi cara, controlla che Peter non mangi tutto.
Sempre vostri.
Florian e Clara Schmitt


Heidi era seduta al tavolo della cucina, intenta a leggere la lettera. Gliel’aveva data suo marito prima di salire al pascolo con tre ragazzini a seguito. Era sola a parte la principessina di casa che dormiva beata nella sua culla, che il nonno aveva costruito con tanto zelo. Al centro del tavolo era posato un pacco enorme, con tutti i regali che Clara aveva spedito. Si alzò e cominciò a curiosare. Il grembiule era bellissimo: bianco con i merletti blu aveva una tasca sul davanti dove la sua amica aveva ricamato un fiore azzurro, sul petto, invece, brillava la scritta ‘‘Mamma’’ che fece brillare gli occhi di Heidi.
Lo indossò subito.
Mise tutti i biscotti e i dolciumi nell’armadietto della cucina riservato ai bambini. Il berretto per Peter lo appese al muro, dov’era anche il suo cappotto.
In quegli otto anni, Peter aveva dovuto allargare molto la baita: ora avevano tre camere da letto, una cucina, un bagno, una stalla e un retro dove insegnava ai suoi bambini come maneggiare gli attrezzi da falegname, la sua occupazione invernale.
Era quasi sera e tra poco tutta la famiglia avrebbe varcato la soglia di casa con tutti gli schiamazzi e gli aneddoti della giornata, pronti per essere raccontati da tre allegri e instancabili bambini.
Heidi aveva fatto il bucato, pulito la casa, messo in ordine il retro, allattato, lavato e messa a letto Anne, aveva fatto il formaggio e preparato la cena. Era stanca ma la giornata non era ancora finita. Cominciò ad apparecchiare, certa che appena i bambini fossero entrati avrebbero reclamato cibo. In questo somigliavano totalmente al padre.
Dopo pochi minuti si sentirono delle urla seguite da alcune risate infantili mentre una voce gridava.
“Bastian, lascia stare tuo fratello!”. Era Peter.
La zuffa si spense e i bambini si calmarono: riuscivano ad essere molto mansueti quando erano sotto l’occhio attento del padre. Con la mamma invece si prendevano più libertà.
La porta si spalancò e due bambini mingherlini fecero il loro ingresso in cucina, gettandosi tra le braccia di Heidi e offrendole due piccoli mazzolini di fiori.
“Li abbiamo raccolti per te” disse il più alto dei due, offrendoglieli.
“Grazie, Bastian”. Heidi gli diede un bacio.
Il più piccolo, di soli due anni, imitò il fratello.
“Da cappo pello” disse, porgendole i fiori.
Heidi rise.
“Si, li avete colti nel campo bello, il mio preferito. E questi fiori sono meravigliosi” si alzò e li mise nel vaso sul davanzale della finestra “Forza, andiamo a lavarci prima di metterci a tavola” li esortò.
Heidi lavò prima Dano, il più piccolo. Aveva capelli talmente biondi da essere quasi bianchi e gli occhi nocciola di Peter. Il nasino all’insù era di Heidi. Era magro e abbastanza alto per la sua età. Aveva un carattere battagliero ma di indole tranquilla.
Poi arrivò il turno di Bastian. Era il secondogenito. Aveva cinque anni e Heidi riteneva che assomigliasse in tutto e per tutto a Peter. Fisicamente e caratterialmente. La mamma pensava che fosse quello che dovessero tenere maggiormente d’occhio.
Quando i piccoli furono in ordine, i tre rientrarono in cucina. La piccola si era svegliata e urlava come fosse un’aquila. Aveva quattro mesi ma era molto precoce: stava già dritta sulla schiena e osservava tutto ciò che la circondava con occhi sgranati, stupita e curiosa. Aveva occhi e capelli neri, come Heidi, ma le labbra erano di Peter. Una ‘pagnottella’, così la chiamavano i fratelli. I genitori, invece, preferivano chiamarla ‘principessa’, perché era l’unica bambina di casa.
Heidi allattò la bimba e, nell’attesa che anche Peter e Johann, il primogenito, si lavassero e si preparassero per la cena, la cambiò e lasciò che i bambini giocassero un po’ con lei sotto il suo vigile sguardo.
“Bambini, a tavola” disse dopo un po’, sentendo dei passi avvicinarsi alla porta.
Messa la bimba nella culla, addormentata (ma non per molto), Heidi cominciò a riempire i piatti di carne e formaggio, accompagnati da pane fresco di quella mattina.
Peter entrò in cucina, seguito da Johann, mentre parlavano di una speciale tecnica per rendere più preciso l’intaglio del legno.
“Quella che ti ho appena mostrato, Johann, è la migliore. So che ti sembra difficile ma appena l’avrai imparata vedrai che sarai davvero più accurato nei dettagli e le tue sculture aumenteranno di qualità e valore”
“Sicuramente, papà, mi impegnerò” disse Johann. E baciò la madre, dandole un fiore scolpito nel legno. Non era molto preciso o particolarmente bello ma a Heidi sembrò il più incantevole che avesse mai visto.
“Mamma, questo l’ho fatto per te. Non è granché… ma migliorerò!” disse.
“Oh, caro, è bellissimo. Sono sicura che ne farai ancora di più belli” rispose Heidi abbracciandolo e dandogli un bacio. Il bambino era molto rigido quando la mamma lo abbracciava o gli faceva le coccole. In lui il padre riponeva tutte le sue aspettative: gli aveva insegnato a stringere la mano agli uomini già a quattro anni, a non lamentarsi mai. Peter non voleva che Heidi lo viziasse troppo. Aveva otto anni e già si comportava come un ometto. Magro e alto come i suoi fratelli, i capelli erano corvini come quelli della mamma ma aveva negli occhi due pezzi di cielo. “Ora vai a tavola”
Fu il turno di Peter, che la baciò con trasporto.
“Bel grembiule! Quale buona nuova arriva dalla città?”
“Parliamo dopo, adesso si fredda tutto! Su, mettiti a tavola!” insistette Heidi, cercando di staccarsi dalla sua presa ferrea ai fianchi. Ma lui non la lasciò.
“Ti avevo detto di non affaticarti, perché hai pulito e ordinato anche il retro?” chiese, aggrottando le sopracciglia.
“L’ho fatto affinché voi poteste sporcare di nuovo con i vostri trucioli e perché avevo tempo” rispose “e poi una buona mogliettina fa questo per un buon marito e per dei bravi bambini”. Sorrise.
“Se pulisci un'altra volta con tutto quello che hai da fare, domani porto con me solo i piccoli, così Johann ti darà una mano” disse “Vero, Johann?”
“Si, papà”
“Assolutamente no, porta il bambino con te, non può fare lavori da donna.” Si oppose Heidi. Poi, vedendo che Peter stava per ribattere cercò di trovare un compromesso “Magari potrà rientrare un po’ prima così imparerà a fare il formaggio”
“Bene. Così sia, allora. Adesso mettiamoci a tavola”
Heidi servì la cena e, prima di mettere a letto i bambini, diede loro un biscotto ciascuno.
“Dolci sogni, bimbi miei” sussurrò sulla soglia della loro camera.
La giornata era finita. Peter aveva già acceso le due lanterne che illuminavano poco l’esterno della baita e sedeva, come ogni sera, sulla vecchia panca, accanto all’uscio della baita. E, come ogni sera, Heidi si distese supina, coprendosi con una coperta, poggiando la testa sulle ginocchia del marito, che prese ad accarezzarle i capelli.
“Allora, com’è stata la tua giornata?” domandò Heidi.
Peter guardava le luci del paesino in lontananza, nel buio della notte “Buona! Oggi abbiamo avuto un nuovo piccolino…”
Un venticello fresco soffiava accarezzandoli entrambi. In mezzo a quella pace, si sentiva ormai solo qualche debole belato in lontananza e il frinire dei grilli.
“Ricordi quando volevi far nascere Rebel?” Chiese a un tratto Peter, con una mezza risata.
Heidi rise sommessamente. “Mi sembra ieri, eppure sono passati nove anni da quel giorno…” Pausa “Da quell’estate…” Alzò lo sguardo.
Peter allora abbassò gli occhi ricambiando il suo sguardo. Cosa avrei fatto se quel benedetto signor Weber non fosse intervenuto? Cosa avrei fatto se tu fossi partita?
“Non saremmo rimasti lontani a lungo comunque” disse Heidi, rispondendo alle sue domande silenziose. Aveva imparato tante cose da quando erano sposati. Pensava di conoscerlo ma è con il matrimonio che si diventa davvero parte di una persona; che una persona diventa davvero parte dell’altra.
“Ti amavo troppo, prima o poi ti avrei riportata indietro” disse allora Peter.
“O sarei tornata io stessa” rispose lei, con sguardo tenero.
Lui rise, scuotendo la testa “Impossibile, non saresti tornata! Eri talmente incantata da… quello!” Un riflesso della rabbia di tanti anni prima gli attraversò il volto, si irrigidì.
Ancora non riusciva a pronunciare il suo nome!
“Hans” cominciò Heidi con dolcezza, sussurrando, “era un ragazzo e ha sbagliato”
I muscoli di Peter erano ancora rigidi, la mascella contratta, aveva smesso di accarezzarla. Ancora provava quella rabbia incondizionata nei confronti di quello, forse perché in quel momento, dopo quel periodo di inferno, dopo nove anni di matrimonio e dopo quattro figli, Heidi lo difendeva… Ancora!
C’era qualche lucciola danzante che spesso si confondeva con lo schermo del cielo pezzato di stelle.
Passarono pochi minuti.
Lei sospirò, si mise a sedere sulle sue ginocchia e prese il viso di Peter tra le mani.
“Se lo sto giustificando non vuol dire che io stia mostrando interesse per lui” lo ammonì dolcemente.
“Ma come fai a leggermi nella mente?” sorrise il marito, baciandola.
“I segreti di una moglie sono infiniti, caro, dovresti saperlo” scherzò “Vuoi sapere la novità? Clara aspetta un bambino!”
“Che bella notizia, tesoro” rispose lui sorpreso “E cos’altro racconta la nostra Clara?”
“Che il Signor Sesemann ha gradito molto il tabacco e la piccola Greta ha gradito ancora di più la bambola. Purtroppo è ancora ammalata ma dice il dottore che le farebbe bene una gita in montagna, quindi con la prossima lettera pensavo di invitarli qui. Tu cosa ne pensi?”
“Oh, mi farebbe piacere. Tu saresti in ottima compagnia, i bambini potrebbero rimanere giù con voi ed io, Florian  e Johann potremmo andare a caccia”
“No, Peter, i bambini a caccia no, sai che non voglio”
“Ma dovranno pur imparare un giorno! E’ necessario saperlo fare. E poi sai che non caccio mai per divertimento! E’ solo per avere selvaggina fresca per gli ospiti”
Heidi ci pensò su per un bel po’ “E va bene. Ma è solo perché ci sono ospiti”
“Bene. Altre novità?”
“Si, questa però… riguarda proprio Hans” disse lei, con voce incerta.
“Ah, allora non la voglio nemmeno ascoltare” rispose categorico Peter.
“Per favore, è una bella notizia” insistette Heidi.
“No, Heidi, già abbiamo parlato abbastanza di lui, smettila!”
“Ti prego, sarai felice per lui, te l’assicuro!”
“Ho detto di no!”
“Hans si è fidanzato”. Come al solito aveva fatto di testa sua.
Eppure Peter, più che essere felice per lui, era felice per sé stesso. Era stato come vagare nel dubbio per anni: sarebbe tornato o no?
Aveva sempre creduto che prima o poi sarebbe ritornato alla carica. E sebbene avesse fiducia in sua moglie, qualcosa lo portava a non fidarsi del tutto. Perché lei perdonava tutti. E avrebbe perdonato di certo anche lui.
Questa notizia tuttavia lo rilassò completamente.
Forse davvero non sarebbe tornato. Dopo nove anni, poi… di cosa avrebbe dovuto preoccuparsi?
Heidi parlò “Peeta, sono passati così tanti anni… pensavo…” aveva un tono non rassicurante, ma incerto, timoroso… ma di cosa, poi? Hans non sarebbe tornato e tanto bastava per essere felici una vita intera!
“Heidi, se hai paura della mia reazione sai che non dovresti preoccuparti. So che non vuoi farmi arrabbiare e non mi arrabbierò” le sorrise.
“Ecco, bene, allora… Pensavo, siccome Florian e Clara potrebbero farci visita anche il mese prossimo…”
“Anche la settimana prossima, tesoro, è sempre un piacere ospitarli”  disse Peter, sempre sorridente.
“Ah, bene, ma non volevo arrivare a quello! Io mi chiedevo se, insieme a Florian e Clara, noi avremmo potuto invitare… Hansconlasuafidanzata!” parlò velocemente, per paura di essere interrotta da Peter che sicuramente sarebbe saltato a conclusioni affrettate.
“No! Assolutamente no. Mi meraviglio che tu arrivi a chiedermi questo, Heidi! E’ una proposta assurda!”
“Ascoltami tesoro..”
“Basta, Heidi! E’ categorico. Ho detto di no. E non provare a fare di testa tua, come al solito.” Cominciava ad alzare la voce.
“Per favore Peter, hai promesso che non ti saresti arrabbiato!”
Riabbassò il tono di voce, ma il tono della frase seguente fu fermo e deciso. “Il discorso è chiuso.” Poi tacque.
Heidi pensava e ripensava alle parole giuste da dire. Voleva davvero che Hans ritornasse in montagna. Era come se avessero lasciato qualcosa in sospeso… Heidi avrebbe voluto vedere lui e suo marito parlare come buoni amici, andare a caccia insieme e alla taverna. La sua vita era sempre stata perfetta, come un cerchio, ma quel piccolo dettaglio le creava un cruccio più fastidioso di una zanzara ronzante vicino a un orecchio.
“Peter, so che non vorresti invitarlo, ma è davvero un’ottima idea! Dopo tanto tempo le cose sono cambiate anche per lui. Cosa credi che faccia una volta qui, se non passare qualche tempo all’aria aperta e fresca di montagna, con sua cugina e con noi?” Il suo sguardo era speranzoso, ma lui già scuoteva la testa, con un misto di incredulità e amarezza sul volto.
“Heidi ti ho appena detto che non voglio nemmeno parlare di lui. Perché continui? Perché insisti? Rimpiangi forse di aver scelto me? Il fascino della città all’improvviso ritorna come allora?” Continuava a farle domande sfacciate, con tono accusatorio. Heidi era incredula. Possibile che dopo nove anni di amore incondizionato aveva ancora dubbi del genere su di lei?
“Tu perdoni sempre tutti, compreso lui. Ed è una cosa che non accetto. E’ una persona spregevole e non merita di ritornare qui. Tantomeno di rivedere te perché, alla fine della fiera, Heidi, detto fra noi, verrebbe solo per questo. E tu? Tu lo accoglieresti a braccia aperte! Oh, Heidi, non lo sopporterei.. non lo sopporterei.”
Guardava verso Dorfli. Non la guardava in faccia, nonostante lei gli tenesse le mani sul viso. Le luci, da lontano, illuminavano i lineamenti duri del suo viso. Pensava ancora ad Hans.
“Peter, amore mio, marito mio, non ricordi cosa ti dissi il giorno della festa in paese?” domandò.
“Cosa?” chiese, spostando lo sguardo nei suoi occhi.
“Sono tua” disse “Sono tua e lo sarò per sempre” gli sorrise “Non avrei potuto essere più fortunata ad avere un marito come te e ringrazio Dio tutti i giorni per averti mandato da me, per aver fatto in modo che tu non mi abbandonassi tra le braccia di Hans. Perché era te che amavo, che amo e che amerò. Da sempre e per sempre. Amo solo te.”
Peter non disse niente. Era tutto quello che voleva sentirsi dire, anche se, in fondo al cuore, lo aveva sempre saputo.


Note dell'Autrice
E con questo, pensavo di concludere la storia con un epilogo, ma ho ancora così tanto da scrivere.. sarebbe bruttissimo lasciare questa storia così, in bilico... Hans, quindi, sta per ritornare alla riscossa. Cosa succederà? Non lo so nemmeno io! A presto :)
  
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