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Autore: Eowhin    18/06/2008    2 recensioni
Un fior di loto appena sbocciato, una bimba che diventa grande senza rendersene conto.
L'infanzia di quegl'occhi vitrei si perde con quel primo bacio, senza la consapevolezza che ciò che è stato non tornerà. Insieme, noi due...per sempre.
- Ti amo, piccola. -
Vaghe parole riferite ad una bimba ch'ormai ha perduto la facoltà di esserlo.
Genere: Romantico, Triste, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter Two
Chi sei veramente?


Non lo aveva più visto.
Erano passate diverse settimane da quell'improbabile incontro. Entrambi non conoscevano il nome di colui o colei su cui avevano poggiato le proprie labbra. Entrambi erano consapevoli solo del sapore che possedeva l'altro.
I pensieri della quattordicenne erano annebbiati dall'immagine di quel ragazzo, di quelle sue iridi vitree e penetranti e di quel volto da cucciolo impaurito con cui esso si presentava. Ma chi era veramente? Era davvero lo stesso ragazzo che l'aveva baciata? Come desiderava rivederlo...Il semplice desiderio, man mano, si tramutò in una voglia irrefrenabile di quella pelle abbronzata, all'aroma d'un profumo che mai aveva sentito.
Ora si trovava a scuola, immersa nelle proprie riflessioni. Lo sguardo concentrato oltre la finestra, non dava segni di presenza materiale. Lei era altrove. Era in quel mondo popolato di creature silenziose che non disturbavano le sue rimembranze, e che chete si insinuavano nelle sue orecchie, sussurrando inudibili poesie.
D'un tratto, un ticchettio improvviso la destò dai suoi pensieri e la fece accorgere della presenza del signor.Williams. Ora la bacchetta che poco prima aveva sbattuto sul banco, era posta nel palmo della mano di costui, che piano la rigirava tra il pollice e l'indice.
- Signorina De Luca, può essere così gentile da ripetere ai tuoi compagni ciò che ho spiegato sul Past Simple?
L'accento tipicamente inglese del professore, rendeva la situazione ancora più imbarazzante. Già, perchè Emma non aveva ascoltato neppure un sussurro di quella lezione...
- Bene. Ringraziate la vostra compagna se per domani dovrete sapere a m-e-m-o-r-i-a tutto ciò che ho spiegato. Potete andare.
Gli sbuffi furono sprecati. Ma nessuno s'azzardò ad inviare ringhi o occhiate fameliche verso il volto innocente di Emma. Questa, invece, sentì un improvviso rimorso cominciarle ad avvolgere le ventra, mentre piano le divorava.
Prese la sua cartella e si incamminò verso l'uscita dell'aula oramai deserta. Gin, la sua amica, non l'aspettava neppure più. Ogni volta che le domandava d'uscire, ella rispondeva con qualche futile scusa. Ormai Emma era rimasta completamente sola, assieme al ricordo d'un pomeriggio passato con qualcuno che davvero apprezzava chi era. Forse. Si trascinò fino al giardino ove aveva conosciuto e baciato quel ragazzo di cui ora rimaneva il respiro nel vento. Emma inspirò più che poteva, per poterlo rendere suo.
- Ciao...
Una voce lontana le si rivolgeva. Una voce familiare, ma quasi irriconoscibile. Era Lui.
La bimba si voltò in direzione della voce, cercando con le iridi il viso del ragazzo che tanto aveva desiderato. Improvvisamente si sentì avvolgere la vita da dietro di sè. Girò un poco il volto, per ritrovarsi immersa in quei capelli corvini dominati dal Gel.
- Dove...dove sei stato?
Domandò, mentre esso le baciava teneramente il collo. La piccola avverì un vago solletico all'altezza della giugulare, ed un poco fu costretta ad inclinare la nuca.
- Volevo dimenticarti...
Sentenzò questo, infine, carezzandole le braccia candide. Emma lo guardò, spalancando lo sguardo in sua direzione.
- Ma tu...tu non sai neppure il mio nome...
- Tu sei Emma
Ora il giovane le dava le spalle, infilando lentamente le mani nelle tasche.
- E tu? Non so niente di te...
- Meglio così. Sarò l'appuntamento del dopo-scuola. Sarò colui che t'aspetterà qui, sempre. Pronto a darti l'amore che non hai avuto.
Gli occhi le si inumidirono di lacrime. Lui sapeva. Troppo. E come, poi? Come poteva conoscerla così nel profondo se l'aveva baciata una volta senza neppure presentarsi?
Le gote le si tinsero a chiazze rosse. Il pianto era imminente. Ecco che limpidi rivoli di lacrime le rigavano il volto arrossato. L'indice di lui andò ad asciugarne una, per poi carezzarle la guancia.
- Sappi solo che io ci sarò sempre per te.
Piano esso arretrò, dirigendosi verso ove era venuto. Così com'era apparso dal nulla, ora scompariva dietro la nebbia. Il maglione ch'indossava scomparve oltre la visuale della ragazza.
La bimba si sedette su di una panchina, mentre le lacrime scendevano inesorabili lungo le gote.
- Chi sei...veramente...
Parole d'aria, sussurrate al vento...chissà se giungeranno all'orecchio di colui che Non Ha Nome...
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- Vuoi fare un tiro?
Un gruppo di ragazzi l'avevano accerchiata, ed insieme la toccavano ove non avrebbero dovuto. La gonna s'alzava sotto le mani di essi, che ridevano delle sue lacrime.
Colui che doveva essere il più grande, la spinse contro un albero, gettando a terra la sigaretta che stringeva tra le labbra. Portò una mano al fianco della sua nuca, mentre con la mancina le accarezzava la fulva chioma. Ecco che le dita scivolavano nell'incavo del petto, sbottonando piano ogni singolo bottone della candida camicia. Ella non aveva forze di ribellarsi. Sentiva solo sfiorarsi in modo eccessivo. Ora il ragazzo le addentò i lobi, suscitando in lei una gran voglia di gridare. Ma l'ulro fu represso. Le mani di questo scivolarono lungo i fianchi, ove poggiava la camicia aperta, infilata nella gonna alta. I baci giunsero sul piccolo seno della ragazza, che a poco a poco cominciò a sudare.
- Ehi, guardala! Sta godendo, la tipa eh!
Gli altri membri del gruppo le stavano attorno, col desiderio ardente di poterla toccare anch'essi.
Perchè sfregiare un corpo così perfetto? Perchè violare la delicatezza d'un fiore appena sbocciato?
- Ma quando tocca a noi?
Aggiunse uno dei tizi che l'accerchiavano.
- Piano, piano...
Rispose il "capo-banda", ora intento nello slacciarsi i pantaloni.
- No! Ti prego...
Mugugnò questa, mentre le braccia le venivano fermate dagli altri.
- Ti prego! No...
Le urla si fecero acute, mentre un altro ragazzo le sfilava la gonna, soffermandosi sull'accarezzare i glutei e poi le sottili gambe.
Emma si dimenava, ma la presa era potente ed essi non erano certo decisi a mollare.
Ecco un dolore improvviso colpirle la zona lombare. Era penetrato. Sotto le urla divertite dei ragazzi. Ella non aveva più l'energia per chiamare aiuto...pian piano cominciava a provare piacere.
- Mmm... no, non va bene...In ginocchio, ragazzi!
Ordinò il tizio che le stava dinnanzi. Gli altri due che le erano alle spalle, la gettarono a terra, facendola finire in ginocchio tra le gambe di costui.
- Ti piace eh...Su, dai....prendilo!
Le lacrime ormai erano cessate. Forse erano finite del tutto. Le sacche lacrimali non riuscivano a fabbricarne altre.
- No...
Sussurrò Emma, con un fil di voce.
- Vai!

To be continued...

Bene bene. Apprezzate che io mi sia impegnata a finire questo secondo capitolo entro oggi!
Naturalmente scherzo, mi fa molto piacere dedicarvi tempo, soprattutto perchè ho visto che avete gradito il capitolo precedente. Devo ammettere che questo è un pò più spinto, ma quest'ultimo episodio inciderà molto sull'evolversi della vicenda. Spero che comunque vi piaccia, anche se non mi sono soffermata troppo sulla descrizione della piccola Emma e del ragazzo misterioroso. Ma vi prometto che presto arriveranno, dato che siete così impazienti di svelare il mistero! ^^
Concludo con la speranza d'un ennesima recensione positiva, dato che mi fanno tanto piacere! *.*

Eowhin

  
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