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Autore: Ellenw    16/02/2014    1 recensioni
"I vostri figli non sono figli vostri. Sono figli e figlie della sete che la vita ha di sé stessa.
Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi, e benché vivano con voi non vi appartengono.
Voi siete gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono scoccate in avanti.
Affidatevi con gioia alla mano dell'Arciere; poiché come ama il volo della freccia così ama la fermezza dell'arco."
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: L, Nuovo personaggio, Ryuuk, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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~~12 Giugno 2010

L'aria della cella è tersa di silenzio e muffa, e non un filo di luce attraversa le sbarre.
Ma colei che è imprigionata sembra non notare affatto l'evidente desolazione intorno a lei; in realtà, sembra non accorgersi nemmeno che qualcuno la sta guardando, da dietro una telecamera. La coperta striminzita che avvolge il corpo della ragazza non nasconde la prominenza del suo ventre, ed è difficile credere che in questa desolazione stia crescendo una vita dentro di lei. Ai suoi polsi sono attaccati dei tubi e delle flebo, mentre un monitor riprende il costante suono dei battiti del feto. Nonostante Misa sia ridotta pelle e ossa, un flebile sorriso non accenna a scomparirle dalle labbra.
L non riesce del tutto a comprendere il significato di quel sorriso, e osserva la modella mordicchiandosi l'unghia del pollice. Dietro di lui, gli agenti stanno animatamente dibattendo sulla situazione.
- Continuo a chiedermi per quale motivo non l'abbiamo convinta ad interrompere la gravidanza.-
- È illegale costringere qualcuno contro la sua volontà, Aizawa.-
- E non è forse illegale uccidere migliaia di persone per arresto cardiaco?!-
- Sicuramente verrà processata per quello che ha fatto, ma quel bambino non ha nessuna colpa!-
- Che importa? Non crederà mica che la libereremo per compassione!-
- A Misa non importa di essere liberata, ha intenzione di morire dopo aver partorito il figlio!-
- E che ne sarà del bambino?! Sarebbe stato meglio non proseguire la gravidanza, a questo punto -
- Ma ti stai ascoltando, Aizawa?! Abbiamo ucciso Kira perchè giustiziava i criminali e ora vorresti uccidere un bambino? - sbotta Matsuda, irritato.
- Non ho detto questo, Matsuda. Ho detto che non potrà avere un futuro lieto, da orfano.-
- Ci sono migliaia di orfani felici, in questo mondo. Ci rivolgeremo a qualche ente di adozioni.-
- Non credo ce ne sarà bisogno. Dopotutto la madre e la sorella di Light potrebbero occuparsene..-
Nel pronunciare quel nome il poliziotto esita, e tutti i presenti si zittiscono.
Matsuda sembra il più impressionato da quella vicenda: penso che considerasse Light come un amico, o in ogni caso come una bella persona. Ma da un giorno all'altro le sue certezze hanno perso l'equilibrio.
Con l'angoscia dipinta sul volto, si rivolge al detective. - Tu che ne pensi, Ryuuzaki?-
Dall'estremità della sua sedia, L scuote impassibilmente la testa; poi si alza in piedi e si allontana passando di fianco agli agenti. - Penso che parlerò con Amane-
Con un passo lento e trascinato, scompare dietro la porta.

Nell'udire l'avvicinarsi dei passi inquieti del detective, Misa inclina il capo verso di lui.
Appena lo riconosce, però, torna immobile a guardare il soffitto. Nessuna emozione se non l'indifferenza.
Ormai la ragazza appare indefferente ad ogni cosa, ad eccezione del bambino che porta in grembo: a volte vorrebbe riscaldarlo cingendolo con le sue braccia, ma i polsi e le caviglie sono serramente incatenati al letto.
Il cigolio delle sbarre della cella sembra riscuoterla dall'oblio.
- Ciao, Misa.-
L è in piedi di fianco al letto, ricurvo come suo solito ad osservarla, ma la sua voce atona non la sorprende.
- Che vuoi, Ryuuzaki?- risponde neutra.
 Lui si porta il dito alle labbra, riflessivo. E per qualche minuto entrambi restano in silenzio.
- Se sei qui per interrogarmi di persona, falla breve.-
- Non sono qui per questo. Ma deduco che tu ce l'abbia con me per aver ucciso il tuo amato.-
Nel sentire quelle parole, gli occhi di Misa si riempiono di lacrime.
Serra le labbra, ma non riesce a trattenere una goccia solitaria, che le scende lungo la guancia.
- Vattene.- sussurra a denti stretti.
Lui allora compie un gesto assolutamente inaspettato: esitante solleva la mano pallida, mentre con un dito asciuga delicatamente la lacrima trasparente sul volto della modella.
Lei chiude gli occhi, voltando la testa dalla parte opposta a quella del detective.
- Sai, credo che dopotutto tu sia solo una vittima. Le tue azioni erano finalizzate ad ottenere il suo amore - dice, abbassando lo sguardo. - Ma sei comunque colpevole, e sconterai la tua condanna.-
Misa lo guarda dritto negli occhi, e questa volta non tenta più di frenare le lacrime.
- Si, stare accanto a lui era l'unica cosa che volevo! E si, non mi è mai importato nulla del significato delle mie azioni! Io non sono mai stata come Light, non amavo la giustizia. Ma amavo lui; e, dopo i miei genitori, il mondo ha voluto portarmi via anche questo... quindi condannatemi pure, uccidetemi! Se sono ancora qui è solo perchè una parte di Light è qui dentro di me.- urla, senza fiato.
Ma ormai tutto il dolore soffocato sente il bisogno di fuoriuscire, e lei continua:
- Non mi importa se dovessi passare tutta la vita in questa cella, non mi pento di una sola cosa di quello che ho fatto, perchè non avrei mai potuto incontrare Light se non l'avessi fatta!-
Di fronte al delirio della ragazza, l'espressione di L si incupisce, e fa per allontanarsi.
- Aspetta -
Misa è ormai isterica, ma ritrova la lucidità nel pronunciare le seguenti parole al moro.
- Che ne sarà del mio bambino? - chiede, ed è evidente la disperazione nella sua voce.
Intuendo l'implicita richiesta appena rivoltagli, lui si arresta, ormai all'uscita della cella.
Senza voltarsi, risponde: - Io non ti devo niente, Misa.-
E, a quel punto, il singhiozzo di lei riprende a dominare il silenzio.
Tuttavia, mentre si allontana, giurerei di vedere una lucida lacrima scivolare lungo il viso del detective.

Che farai, L?

  
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