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Autore: redbullholic    17/02/2014    2 recensioni
They tell us everything’s alright
and we just go along.
How can we fall asleep at night
when something’s clearly wrong?

E se... Kelly fosse sopravvissuta?
Genere: Azione, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kelly Gibbs, Leroy Jethro Gibbs, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'The Girl Who Lived'
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Dopo cena Tony propose di vedere un film, e Kelly accettò di buon grado, nonostante non fosse dell’umore giusto per fare niente in quel momento.
Mentre Tony sceglieva accuratamente il film da uno scaffale strapieno di DVD, Kelly si chiuse in bagno con l’intento di cambiarsi e mettersi qualcosa di più comodo. Si legò i capelli e si sferzò il viso con l’acqua fredda, sperando che l’aiutasse a ragionare un po’ più lucidamente. Mentre si tamponava con l’asciugamano si guardò allo specchio e quasi non si riconobbe. Quella giornata l’aveva stremata, aveva bisogno di riposo, ma sapeva già che con quei pensieri che la tormentavano non avrebbe chiuso occhio.
In quel momento il cellulare prese a vibrare nella tasca dei suoi pantaloni. Quando lesse il nome sul display si sentì mancare e dovette aggrapparsi al lavandino per evitare di cadere. Fece un respiro profondo e rispose.
-Michael- sibilò velenosa.
-Gibbs, che piacere risentirti- rispose l'uomo dall'altra parte. Kelly stentò a riconoscere la voce di quello che era stato il suo collega e amico. Era carica di odio e rabbia, gli stessi sentimenti che provava lei in quel momento.
-Se hai fatto del male a mio padre giuro che ti uccido con le mie stesse mani...- ringhiò, con le mani che le tremavano.
-Con calma Gibbs, tuo padre sta bene, e se fai esattamente come ti dico lo rivedrai tra poco- sogghignò Michael.
Kelly deglutì rumorosamente. Sapeva che dargli retta era l'ultima cosa da fare, ma l'istinto in quel momento le gridava di correre a cercare Gibbs. E lei era sempre stata terribilmente istintiva.
-Che devo fare?- sospirò.
-Bene, vedo che capisci. Per prima cosa, devi uscire da quella casa senza farti seguire e procurarti un mezzo di trasporto, poi aspettare ulteriori indicazioni- disse Michael -Ah, ti avverto che sono in zona, quindi se ti vedo uscire con qualcuno le conseguenze non piaceranno né a te né all'agente speciale Gibbs...- così dicendo riattaccò senza dare a Kelly il tempo di replicare.
Kelly si rimise il telefono in tasca e si sforzò di pensare lucidamente. Doveva uscire da lì, senza farsi notare da Tony. Era chiaro che non poteva farlo dalla porta. Si affacciò alla finestra del bagno e notò che le scale antincendio del condominio passavano proprio lì accanto.
L'aria fuori era gelida, ma non poteva pensare di andare in soggiorno a recuperare il giaccone e poi tornare in bagno. Stava per scavalcare il davanzale quando le venne in mente che in qualche modo doveva avvertire almeno Tony. Non poteva dirglielo in quel momento o non l'avrebbe mai lasciata andare, o avrebbe insistito per seguirla, mettendo in pericolo sia loro che Gibbs.
Il suo sguardo cadde quasi per caso sul tubetto del dentifricio sul lavandino. Lo prese e se ne mise un po' sull'indice destro, che poi usò per scrivere un messaggio sullo specchio. Dopodiché spalancò la finestra, scavalcò il davanzale e si aggrappò al corrimano della scala antincendio. Tremando di freddo scese fino all'ultimo piano e fece il giro del condominio fino al parcehggio. Pregando che Tony non si affacciasse alla finestra, raggiunse la sua auto. Non aveva le chiavi ma sapeva bene come scassinare la serratura. Una volta dentro armeggiò qualche minuto con i cavi sotto al cruscotto, finché non sentì il motore avviarsi. Accese il riscaldamento al massimo e si allontanò velocemente da quel parcheggio. Arrivata alla fine della strada accostò, aspettando altre indicazioni. Non passò molto infatti che il suo cellulare tornò a vibrare.
 
-Aha!- esclamò Tony trionfante, brandendo il DVD del suo film di spionaggio preferito. Stava per inserirlo nel lettore quando si accorse che era passato un bel po' di tempo da quando Kelly era entrata in bagno.
Posò il DVD e si avvicinò alla porta del bagno. Bussò un paio di volte, ma non ottenne risposta.
-Kelly? Tutto bene?- domandò, mentre una bruttissima sensazione iniziava a farsi strada dentro di lui. Ancora nessuna risposta.
Sforzandosi di non farsi prendere dal panico, mise una mano tremante sulla maniglia. Contò fino a tre poi spalancò la porta. Fu subito travolto da una ventata d'aria gelida, proveniente dalla finestra aperta. Di Kelly neanche l'ombra. Imprecò, sbattendo sul bordo del lavello la mano ferita, che riprese a pulsare dolorosamente. Era già con il telefono in mano pronto a chiamare gli altri quando alzò gli occhi sullo specchio.
Insieme al suo riflesso vide alcune parole scritte probabilmente con il suo dentifricio. Un messaggio.
'Rintraccia il mio cellulare'.
Senza perdere altro tempo compose il numero di McGee mentre recuperava pistola e giacca e si fiondava fuori di casa.
 
Michael non le diede neanche il tempo di rispondere e iniziò a descriverle la strada da prendere. La guidò attraverso la città, poi sulla superstrada; infine, le fece imboccare una stradina secondaria sterrata. Non appena si fu lasciata alle spalle il caos della città, individuò il furgone nero che aveva visto quella mattina allontanarsi a tutta velocità dalla sede dell'NCIS che la seguiva a pochi metri di distanza.
Dopo aver guidato per quasi tre quarti d'ora, Michael le disse di accostare. Si trovavano ancora sulla stradina sterrata che le aveva fatto imboccare per allontanarsi il più possibile dal centro abitato. Il furgone si fermò dietro di lei. Dallo specchietto retrovisore, Kelly vide una figura scendere dal mezzo e avvicinarsi alla sua auto.
Istintivamente aprì il vano portaoggetti sul cruscotto e fortunatamente trovò quello che cercava: una pistola e un coltello, probabilmente le armi di riserva di Tony. Il più velocemente possibile si assicurò il coltello alla caviglia destra e la pistola alla cintura, pur consapevole che le sarebbe stata tolta subito.
Fece appena in tempo a nascondere il coltello con i pantaloni che lo sportello si aprì e una mano le afferrò saldamente il braccio, costringendola a uscire dall'auto. La ragazza si trovò faccia a faccia con Michael, e dovette lottare contro la voglia di prendere la pistola e sparargli in fronte. La sua prontezza di riflessi non avrebbe lasciato scampo all'ex collega, ma se lo avesse ucciso avrebbe perso la sua unica possibilità di ritrovare suo padre.
-Buonasera, Gibbs- ghignò l'uomo, avvicinando il suo volto a quello di Kelly, che per tutta risposta gli sputò in faccia.
-Sei un maledetto...- fece Kelly, ma ricevette un ceffone in pieno viso che le impedì di terminare la frase.
-E tu un'ingrata, ti sto accompagnando da papà- disse Michael, senza togliersi l'odioso ghigno dal volto.
-Sarà meglio per te che non gli sia capitato niente...-.
Michael scoppiò a ridere -Non sei esattamente nella posizione di minacciare. Sei sola, perché se hai provato a chiamare qualcuno tu e tuo padre farete una brutta fine... Sei disarmata...- così dicendo, come prevedibile, le sfilò la pistola, lanciandola nel buio, in mezzo alla neve -Non puoi in alcun modo chiamare aiuto...- le prese anche il cellulare, lo fece cadere a terra e lo pestò, distruggendolo -E adesso vieni con me- la trascinò fino al furgone e aprì il portellone posteriore. Prese una fascetta di plastica e le legò i polsi tanto stretti da farle male, prima di costringerla a entrare.
-Non fare quella faccia- la canzonò -Stai per riabbracciare tuo padre!- esclamò poi, prima di chiudere il portellone, lasciandola nell'oscurità più totale.
Kelly strisciò fino a una delle pareti del mezzo e vi si appoggiò, tremando di freddo e un po' anche di paura. Le parole di Michael l'avevano terrorizzata ancora di più; sicuramente era vero che di lì a poco avrebbe rivisto suo padre, era certa che la stessero portando nello stesso luogo dove tenevano prigioniero lui. Ma era altrettanto certa che ciò che sarebbe accaduto dopo non sarebbe stato per niente piacevole.
   
 
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