Fumetti/Cartoni americani > TMNT / Tartarughe Ninja
Segui la storia  |       
Autore: Switch    17/02/2014    2 recensioni
*(2003 TMNT! No 2012!)*
Dalla storia:
“Sai, maestro? La verità è che ho sempre combattuto. Ho combattuto per rabbia, per paura, per vendetta, per noia, per avere dell'eccitazione, per cercare risposte, per cercare un proposito, per cercare me stesso. Per provare a me stesso che ero il migliore. Adesso è diverso. Voglio combattere solo per aiutarla a proteggersi.”
Raphael è sempre stato il più rabbioso e collerico, tra tutti i suoi fratelli. Perché si è sempre sentito diverso dal resto del mondo e vuole solo trovare il suo perché.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Nuovo personaggio, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Heart's mutation'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Dicembre, col freddo pungente e i preparativi delle feste, correva all'impazzata.
New York si era già riempita di luminarie, vetrine addobbate a festa, babbi natale ad ogni angolo della strada e persone desiderose di spendere i loro soldi in milioni di regali.

Persino Isabel sembrava essere stata contagiata dal clima festivo.

Aveva addobbato la casa con vecchie decorazioni, scoperte chissà dove in quella misteriosa casa, e un piccolo albero, riempito di luci tanto che temeva che prendesse fuoco, un giorno o l'altro. E tra esercizi, allenamenti, serate passate a chiacchierare in un assurdo e surreale clima tranquillo davanti al camino, arrivò finalmente il solstizio d'inverno.

Raph la trovò seduta nel portico, imbacuccata con cappotto, sciarpa e cuffia, tanto che si vedeva solo la punta rossa del naso, rivolta verso l'alto.

Come stai?” domandò avvicinandosi, guardando anche lui in su, per capire cosa stesse fissando. Le nuvole erano grigie e dense, ma non sembravano preannunciare pioggia.

Bene. Da oggi e per tre mesi, sono una donna libera. Mi fa strano pensarci. Negli altri anni usavo questo tempo per rimettermi dalle ferite e dalla fatica, cercando riparo dal freddo. Finalmente posso avere del tempo per me, in tranquillità. Sembra quasi un sogno. E posso di nuovo uscire” mormorò con leggerezza, assorta in un mondo tutto suo.

Cosa fai qui al freddo, allora? Festeggi?” tirò a indovinare, sedendosi al suo fianco. Lei guardava sempre verso il cielo.

Aspetto la neve” rispose lei, speranzosa, eppure eccitata all'idea come una bambina. Forse non aveva mai avuto occasione di godere delle feste natalizie, dopo la morte dei genitori; forse erano anni che non festeggiava in pace.

Chi ti dice che nevicherà?”

Nevicherà, prima o poi. E farò un pupazzo di neve, enorme” raccontò sognante.

Sai, c'è un posto dove nevica ogni anno: alla fattoria del mio amico Casey. Noi andremo lì per le feste di natale, perché non vieni con noi?” propose Raph, innocentemente, buttando la proposta come se gli fosse appena saltata alla mente; anche se in realtà aveva pensato di chiederglielo praticamente ogni giorno, da che l'amico li aveva invitati. Se fosse andato via, l'avrebbe lasciata in completa solitudine per due settimane e non voleva assolutamente che accadesse.

Isabel si voltò, puntando il naso congelato verso di lui. Poi sorrise.

No, ma grazie per averlo chiesto” rispose pacatamente, prima di alzarsi e tornare in fretta in casa.

Aveva notato che Isabel sorrideva ogni volta che doveva dire qualcosa di sgradevole o rifiutare un invito o una proposta. Quasi come se si volesse scusare di doverlo fare.

E il pensiero che avrebbe passato il natale da sola non gli piaceva.


Il sacco da boxe ricevette tutta la sua frustrazione. Quasi come ne fosse colpevole. Non aveva smesso un secondo di colpirlo, da che era arrivato; non aveva fatto altro, senza pensare, perché pensare gli faceva decisamente male e lo faceva solo più arrabbiare.

Lo colpì con un calcio troppo potente e iroso, staccandolo dalla catena, che dondolò selvaggiamente. Rimase ad osservarlo accasciarsi al suolo, la sabbia che fluiva dall'imboccatura, lentamente.

Cosa c'è, Raphie-boy? Problemi con la fidanzata?” chiese Mikey, spuntando oltre la sua spalla. Alla totale impassibilità del fratello, che continuava a fissare davanti a sé ipnotizzato, si tirò indietro, allarmato.

Sensei! Raphael non reagisce! Si è rotto!” esclamò terrorizzato; Don ridacchiò, qualche metro più in là, mentre continuava ad impacchettare gli oggetti da portare alla fattoria Jones. Il maestro si portò al fianco di Raphael, lentamente, con la sua camminata felpata.

Cosa ti disturba, figlio mio?” domandò, concentrandosi anche lui sul sacco malconcio di fronte.

Isabel, sensei. Passerà le vacanze natalizie da sola” rivelò l'altro con voce atona.

L'ho invitata alla fattoria, ma ha rifiutato.”

Perché gli dava così fastidio il suo rifiuto? Lo sapeva ancora prima di chiederglielo che non avrebbe accettato; non poteva certo dire che fosse stata una risposta inaspettata.

Non pensi che dovresti rispettare le sue scelte?” osservò Splinter, meditando sul modo migliore di parlare col più problematico dei suoi figli. Raphael stava maturando, ma c'era ancora troppa rabbia in lui, troppo senso di inadeguatezza.

Sì, forse. Ma se tu trovassi un essere solo, abbandonato, così spaventato da non avvicinarsi a nessuno per paura di star male e fare del male, cosa faresti?”

La stai descrivendo come se fosse un cucciolo randagio e maltrattato!” sbottò Mikey, incredulo, che seguiva tutta la scena pochi passi dietro di loro.

Se ti trovassi di colpo solo, sensei” continuò, ignorando il fratello, “non vorresti che qualcuno ti tendesse la mano?”

Il maestro sospirò, chiudendo gli occhi. Sapeva benissimo cosa si agitava nell'animo di Raphael, forse più del suo stesso figlio, e per la prima volta non sapeva quale consiglio dargli. Spegnere ogni illusione sul nascere o sostenerlo sempre e comunque?

Prova a tendere ancora la mano, allora. Probabilmente riceverai un morso, ma ci avrai provato” esclamò infine, guadagnandosi un sorriso da Michelangelo, per l'analogia.


La mattina del giorno prima della vigilia si recò fiducioso al villino; sarebbe stata l'ultima lezione dell'anno, dato che sarebbero partiti quella sera stessa per la fattoria Jones, per impegnare la giornata seguente a decorare e preparare la festa di natale.

Avrebbe convinto Isabel ad andare con loro. O l'avrebbe trascinata di peso. Sempre perché era preoccupato per lei, senza nessun altro fine.

Decise che avrebbe aspettato la fine della lezione, per metterla definitivamente alle strette.

Oggi partirete per la fattoria del vostro amico, vero?” chiese lei dopo le due ore di allenamento corpo a corpo, restituendogli le armi, riprendendo fiato.

Raphael annuì, contento che lei avesse iniziato l'argomento; ma prima che potesse aprire bocca, Isabel era scappata al piano di sopra, lasciandolo completamente spiazzato. Riapparve dopo pochi minuti, scendendo le scale a saltelli di due a due, con un pacchetto in mano, che gli porse.

Buone vacanze e buon natale!”

Cosa?” chiese perplesso, cercando di capire.

È il tuo regalo” disse lei, gettandoglielo tra le mani, in fretta.

Solo un pensiero” aggiunse alla vista della sua faccia preoccupata. Il pacco era leggero e morbido.

Ma io non ti ho fatto nessun regalo.”

E non ce n'è bisogno! Vieni tutti i giorni qui per insegnarmi a combattere, senza farti pagare. Voglio solo dimostrarti la mia gratitudine. Quindi accetta il regalo!” strillò fuori di sé, paonazza di imbarazzo. Poi lo gettò frettolosamente fuori di casa, rinnovando gli auguri per lui e la sua famiglia, raccomandandogli di aprirlo solo il giorno di natale.

Camminò inebetito fino a casa, piuttosto lusingato e confuso.

Per chi è quello?” chiese Don, occhieggiando il pacchetto nelle sue mani, una volta nel rifugio.

È mio? È per me, vero?” strillò Mikey entusiasta.

Il mio regalo. Da Isabel” rispose come un automa. Isabel gli aveva fatto un regalo. Perché ne era così piacevolmente colpito? E perché doveva sentirsi in colpa per esserne piacevolmente colpito?

Aprilo” esclamò il fratello, allungando una mano per tirare via la carta, con il decoro di buffi ranocchi col cappello natalizio.

No!” Lo scostò con un gesto repentino, tenendolo lontano dalle sue grinfie.

Oh, Raphie, Raphie... lo so che muori dalla voglia di sapere cosa ti abbia regalato. Ti stai tormentando l'animo” sussurrò maligno Mikey, in una fedele imitazione di un diavoletto tentatore.

Cosa potrebbe aver scelto? Poverina, non ha nemmeno molti soldi, eppure ti ha fatto un regalo. E tu vuoi sapere cosa ha scelto: perché non dare un'occhiata adesso? Aprilo, Raph, sai che vuoi aprirlo. Aprilo! Aprilo ora!”

Incredibilmente, cedette alle parole del fratello. O alla sua curiosità, che lo divorava. Lo scartò con impazienza, con un debole rumore di carta strappata in sottofondo.

Scoprì una cuffia, una sciarpa e un paio di guanti. Guanti a tre dita. Tutti rosso acceso.

Sono fatti a mano” disse Mikey, cercando di provarne uno. Si beccò uno schiaffo sulla mano da Raphael, che sequestrò i suoi regali con fare possessivo.

Un regalo piuttosto personale, da una persona che non vuole legami di nessun genere” osservò il maestro, accorso anche lui, incuriosito dal pacchetto.

Raph lo guardò, combattuto, chiedendogli mentalmente cosa dovesse fare.

Splinter ricambiò lo sguardo, sospirò e annuì.


Era la sera della vigilia.

Ormai la città era quasi deserta, mentre gli ultimi ritardatari correvano alle cene di natale, ricche e calde, accoglienti; ogni appartamento di New York era pieno di luminarie e persone, schiamazzi e musica.

Isabel sedeva nel portico del villino, guardando il cielo completamente assorta mentre canticchiava a bocca chiusa una canzoncina di natale, aspettando la neve, ben bardata con cappotto, sciarpa e guanti. Si chiese se quelli fatti per Raphael gli sarebbero piaciuti; sapeva che erano un regalo stupido da fare ad un uomo, per di più mutante e ninja. Ma con l'avvicinarsi del freddo si era chiesta se avesse dei guanti, dato che aveva tre dita e non cinque. E così aveva deciso di provvedere con le sue mani, anche se ricordando la faccia imbarazzata di lui si chiese se non avesse completamente sbagliato.

Non era un gesto per avvicinarsi, solo un modo per ringraziarlo; per fargli capire, visto che non riusciva a farlo a parole, per non esporsi e svelarsi davvero, che apprezzava ciò che stava facendo, che era grata del tempo che le dedicava, che era felice che fosse sempre lì per lei.

Un grosso faccione verde gli bloccò di colpo la visuale, oscurando il cielo e le nuvole.

Raphael?” esclamò, troppo sorpresa per ricordarsi di usare l'altra versione del suo nome. Lui si chinò velocemente, l'afferrò per la vita e la issò in spalla, iniziando a correre via, uscendo dalla barriera magica e saltando sul tetto del palazzo di fronte.

Raffaello? Cosa stai facendo?” strillò, puntellandosi con le mani per guardare dove stesse andando. “Niente abbracci, nessun contatto, ricordi?”

Non ti sto abbracciando! Il contatto è minimo. E rassicurati, non è che mi piaccia.”

Era una perfetta bugia, ma sarebbe morto piuttosto che ammettere che sollevarla e cingerla col braccio, mentre la teneva sulla spalla, gli dava delle gradevoli sensazioni.

Lasciami andare comunque! Non costringermi a fulminarti!” lo minacciò seria, nonostante i sobbalzi che lui faceva, mentre correva di tetto in tetto, rendessero la sua voce a singhiozzi.

Non lo faresti. Non mi vorrai mica uccidere a natale, porta male” si indignò lui, continuando a correre.

Mettimi giù! Cosa credi di fare? E cosa ci fai qui invece di essere alla fattoria?”

Raphael ignorò completamente le sue proteste, continuando a saltare sui tetti, le mille luci natalizie di New York come sfondo. L'aria era gelida, forse davvero annunciatrice di neve.

Ti prego, davvero, mettimi giù” supplicò per l'ennesima volta Isabel, che non riusciva a vedere davanti, ma solo le cose che si allontanavano.

Oggi farai come ti dico io. Consideralo il mio regalo.”

Te l'ho già fatto!”

È il mio per te, infatti.”

Quindi il mio regalo è essere rapita dal Grinch col guscio la vigilia di natale? Beh, scusa la franchezza, ma non lo gradisco!” replicò Isabel incredula, riuscendo a farlo ridere.

Continuò a ribellarsi per tutto il tragitto e quando Raph le chiese di chiudere gli occhi si rifiutò, tanto che dovette appoggiarla a terra e provare a bendarla con la sua maschera, con un braccio solo.

Poche storie! Posso diventare terribile se di pessimo umore!” la rimproverò all'ennesimo borbottio ottenendo infine, se non collaborazione, almeno la fine della ribellione.

Lei si lasciò andare sulla sua schiena, senza muoversi, un po' imbronciata. Aveva rinunciato ad opporsi, perché in realtà voleva sapere cosa sarebbe accaduto. Anche se non doveva concederselo.


Raphael si fermò dopo una decina di minuti, ansimante per la corsa.

Hai messo davvero su chili! Sei pesante!” la informò, beccandosi un pugno nel carapace.

E il tuo guscio è duro, ci ho sbattuto tre volte la testa contro, mi fa male” si lamentò con voce irata il suo ostaggio.

Se cercassi di non essere a peso morto! Per forza ci vai a sbattere contro. E deve essere duro, è fatto apposta” ribatté mettendola giù, tenendola per un momento sospesa per la vita e assaporando il gesto fino in fondo, mentre lei si appoggiava istintivamente contro le sue braccia. Quando i piedi di Isabel toccarono terra la lasciò andare di scatto, spostandosi.

Faceva un suono vuoto” lo punzecchiò lei puntandogli un dito, senza sapere che lui si trovasse da tutt'altra parte.

Quella era la tua testa” rispose Raphael, riprendendosi in fretta dall'assurdo circolo di pensieri nella sua.

D'un tratto ci fu uno scrosciare di risatine. Stavano dando spettacolo? Isabel tirò su la benda, scoprendo una sorta di cava, o meglio un rifugio sotterraneo, con tubi che correvano per tutto il soffitto, in diramazioni infinite; una piattaforma galleggiante dotata di ogni genere high tech, bellissima da vedersi, capeggiava al centro di una sorta di laghetto o fiume; c'erano decori natalizi ovunque, con ghirlande e festoni e un albero riempito di luminarie e ornamenti, una tavola imbandita e di fronte a lei... persone. Che li guardavano, in silenzio, forse interrotti dal loro arrivo, mentre erano intenti a chiacchierare, sorseggiare bibite o mangiucchiare distrattamente.

Era pieno di persone. C'erano i fratelli di Raphael, un grosso ratto e un enorme coccodrillo umanoidi, un robot e persino un folto numero di umani. Si sentì decisamente a disagio, come uno spettatore ignaro improvvisamente trascinato ad esibirsi in uno spettacolo, gli occhi di tutti puntati addosso. Perché era lì? Lei non c'entrava assolutamente niente con tutte quelle persone, con quella grande e bizzarra famiglia.

Buon natale” sussurrò improvvisamente Raphael al suo orecchio, mandandole dei delicati brividi. Si girò perplessa a guardarlo, scoprendo che non portava la benda, dato che in effetti l'aveva lei.

Per la prima volta poté vedere davvero i suoi occhi, dalla forma obliqua e il colore incerto: erano castano o verde scuro, non seppe dirlo con esattezza, avrebbe dovuto indagare alla luce del sole. Ma le piacquero. Erano profondi e luminosi, magnetici; in quel momento attraversati da una luce divertita.

Rimase a fissarli per qualche istante, poi sorrise.

Questa è requisita per tutte le feste” sibilò sottovoce, puntando la maschera che le cingeva la fronte. “E ti vieto di mettertene qualsiasi altra: altrimenti me ne vado.”

Se basta questo: affare fatto” assicurò lui con un cenno, sorpreso.


Fu strano sia per Isabel, essere attorniata da così tanta gente dopo molto tempo, sia per Raphael, vederla muoversi nella sua casa.

Che è successo alla tua maschera?” domandò Mikey, spiluccando noccioline.

Mi è stata requisita” rispose, puntando un dito verso Isabel, che la teneva legata al collo, impegnata a presentarsi a tutti.

Buona idea. Che ve ne fate la vigilia di natale?” si intromise April, sfilando quella di Michelangelo, passando poi a dare la caccia a Don e Leo, attirando l'attenzione generale. In breve i tre si trovarono senza, loro malgrado.

Credo che anche quelle tute siano fuori luogo” urlò Casey, che ci stava provando gusto. “Caccia alla tartaruga!” Si tuffò verso di loro, con un ghigno malvagio, sicuro di prenderli, ma all'ultimo secondo si scansarono, mandandolo a sbattere al suolo.

Perdente!” ridacchiò Raph alla sua brutta figura.

Screanzato!” strillò Mikey in una perfetta imitazione di una donzella indignata.

Figurati se mi faccio spogliare da te, Casey Jones!” lo prese in giro Don, mentre l'amico si puntellava sui gomiti per guardarli da sotto a su, imbronciato.

Avete girato per anni senza vestiti: dov'era la vostra vergogna, allora?”

Andavate in giro nudi?” esclamò attonita Isabel, accorsa attirata dalle loro risate.

Non è esatto, no” iniziò a spiegare Don. “Il guscio copre le partmf...”

Raphael gli coprì la bocca con una mano e lo trascinò via, scuotendo la testa per farlo desistere nel gettarsi in una spiegazione del genere, la notte di natale, con Isabel.

Alla fine, April li convinse a cambiarsi con abiti normali. April sapeva far fare loro qualsiasi cosa. Ma la vide cercare di coinvolgere Isabel in una discussione, senza molto successo.

La sua discepola si era presentata a tutti con titubanza, esordendo con un “Scusate se a causa mia festeggiate in un rifugio sotterraneo!”

Si teneva un po' in disparte. Aveva fatto la conoscenza di Angel, di April e Casey, della madre di lui, dello zio August, del prof. Honeycutt, di Leather Head e del maestro Splinter. Quando aveva conosciuto gli ultimi due aveva sorriso e gli aveva mandato uno sguardo trionfante, che voleva dire 'lo sapevo, te l'avevo detto! La mia teoria era giusta!'

Ma nonostante la sua cortesia, non si mischiava in alcun modo agli altri. April, che sembrava aver capito che la sua freddezza nascondeva solo paura, insisteva per coinvolgerla in piccole cose, come farsi aiutare a sistemare un piatto o una decorazione cadente, cercando di farla sentire a suo agio.

Era in gamba, April. Non aveva detto nulla né a lei, né agli altri, su Isabel, solo che era una conoscente in difficoltà; l'amica aveva sorriso, facendo intendere di aver capito tra le righe. E sembrava aver preso a cuore la cosa.

Più Isabel le sfuggiva, più April, che aveva incluso anche Angel tutt'un tratto, le dava la caccia senza sosta, trovando ogni genere di scusa perché non stesse da sola.

Era persino divertente da guardare.

Dovresti lasciarti andare e goderti la festa” le sussurrò ad un certo punto della sera, raggiungendola vicino all'albero di natale, dietro cui cercava palesemente di nascondersi.

Perché mi hai portato qui?” ribatté la ragazza, sobbalzando dalla tensione, con un filo di voce. Lo fissò un secondo poi distolse lo sguardo, arrossendo. Diamine, era forse perché non era abituata a vederlo con abiti normali? O per colpa dei suoi occhi, che le piacevano più del dovuto?

Perché è natale. Perché, come mi hai detto, è la prima volta in anni in cui puoi stare tranquilla e ti meriti di festeggiare. Non ti succederà niente!” la rassicurò, forse con un po' troppa veemenza, provando del suo meglio per farla rilassare.

April chiamò il suo nome, da qualche parte nella sala. Isabel si sporse appena oltre i rami pieni di decorazioni, guardando la donna, bellissima con quei capelli rossi e i pensierosi occhi verdi che scrutavano intorno in cerca della sua presenza.

È insistente, eh?” ridacchiò Raphael, ben conscio di averla messa lui in quella situazione.

E anche molto dolce. E gentile. E premurosa. È fantastica. Ecco perché non volevo venire. Non voglio volervi bene” mormorò tra sé, sbirciando al di là del suo riparo, assorta. Raphael le porse il bicchiere che teneva in mano, che lei prese automaticamente, poi le poggiò le mani sulle spalle, avvicinandosi pericolosamente.

Smetti di fasciarti la testa prima di avertela rotta! O te la rompo io!” la sgridò, spingendola fuori, di colpo, di modo da renderla visibile.

Isabel! Raphael! È ora di cena” chiamò April, indicando loro la lunga tavola imbandita.

L'amica requisì Isabel, facendola sedere tra lei e Angel, tagliandole ogni via di fuga. Raphael le stava di fronte, con un ghigno soddisfatto in volto.

Sulla tavola c'era un assortimento spettacolare di vivande; dal tacchino ripieno al prosciutto arrosto, purè di patate, zuppa di piselli, salsa ai mirtilli, verdure cotte e crude disposte in belle coreografie, pannocchie arrostite, tortini di carne e crumble di frutti rossi. Splinter, seduto a capotavola, ringraziò tutti quanti per essere insieme, lì, a festeggiare come una famiglia, dando il via alla cena.

Fecero onore alle portate, chiacchierando e ridendo.

Allora, Isabel, dicci com'è Raph come maestro. Non è molto paziente, vero?” chiese Angel, servendosi una generosa porzione di purè di patate. Era una bella ragazza, pressapoco della sua età, con lunghi capelli neri ravvivati da due ciocche tinte della stessa tonalità di viola della benda di Don, molto energica e sicura di sé, con un sorriso radioso.

April si interessò al loro discorso.

In realtà lo è. È un po' rude nel modo di parlare, però non è mai stato aggressivo o impaziente. È premuroso e attento, anzi” rivelò la ragazza, impacciata, dopo aver ingoiato un delizioso boccone di tacchino al forno.

Le sue vicine si osservarono incredule, guardando poi verso l'interessato, come se non l'avessero mai visto prima.

Che c'è?” chiese lui, sentendosi di colpo osservato. Le due ridacchiarono, con l'aria di saperla lunga.

Adesso voglio sapere come hai fatto ad imbatterti proprio nella più collerica e combina-guai delle tartarughe mutanti! Si potrebbe dire sfiga!” lo prese in giro Angel, stando attenta a farsi ben sentire dal diretto interessato, che le rimandò un ghigno per metà infastidito.

Oh, per farla breve: io ero nei guai, lui non ha voluto farsi gli affari suoi, è stato ferito al posto mio e così l'ho dovuto curare. E da quel giorno non abbiamo fatto altro che imbatterci l'uno nell'altra” raccontò per somme linee Isabel, evitando di guardarlo in faccia.

Oh, ma è così romantico!” chiocciarono le due donne divertite, guardando Raph con un sorriso ammiccante, certe che il ninja si sarebbe arrabbiato.

Romantico un corno! Quella pazza, lì, che avete fatto sedere in mezzo a voi, mi ha fulminato a morte la seconda volta che l'ho incontrata!” sbottò infatti Raph aggressivo, per mascherare l'imbarazzo.

Non sarebbe successo se non mi avessi afferrata all'improvviso, dal nulla!” si difese Isabel, seccata che continuasse ancora con quella storia, scatenando ancora più risolini e attirando sempre più l'attenzione. “E poi ti ho riportato subito in vita, no?”

Cadde un silenzio teso, all'improvviso, di colpo tutti consci che non fosse uno scherzo o un'esagerazione.

Vuoi dire che l'hai per davvero fulminato a morte?” esplose Leo, incredulo e anche un po' spaventato. Tutti la stavano guardando con terrore.

Ci puoi scommettere! Ho ancora la cicatrice di quando mi ha riportato in vita” disse Raph, indicando il torace all'altezza del cuore.

Isabel annuì debolmente, a testa bassa.

Io... non volevo. È un meccanismo di difesa, per quando non ho nessun'altra via di fuga” mormorò lentamente, inghiottendo silenziosamente il senso di disagio che le saliva dallo stomaco.

Il silenzio perdurò, carico di tensione, perché nessuno nella sala sapeva che fare o dire per spezzarlo. Mikey, che sembrava quello meno colpito dalla cosa, -e in effetti perché preoccuparsi visto che Raph era lì vivo e vegeto con loro?,- continuava a mangiare, incurante di essere l'unica fonte di rumore, tra masticamenti e risucchi di bibite.

Scusatemi. Vado un attimo in bagno” esclamò all'improvviso Isabel, alzandosi dal tavolo e scappando verso la porta indicatale prima, sotto lo sguardo attonito di tutti.

Raph, intanto, si passava le mani sul volto, maledicendosi interiormente per aver detto cose che avevano messo in difficoltà la sua allieva. Quanto poteva essere stupido?

Raphael?” sentì chiamare Splinter, con voce tranquilla eppure urgente.

Sì... io... non vi ho raccontato della storia della morte. Sono morto. Per un minuto, credo. Ma Isabel mi ha riportato in vita. E, davvero, non è stata colpa sua. L'ho aggredita, costringendola a difendersi e io stesso l'ho ferita seriamente quella volta, senza accorgermene” raccontò ai suoi amici, cercando di rimediare alla sua idiozia.

Ma vedeva le domande che quelli volevano fargli, scritte sui loro volti, di paura e dubbi.

Sentite: Isabel è una ragazza dolcissima. Non è pericolosa, nemmeno un po'. Adesso si è chiusa in quel bagno perché ha paura di voi, più di quanta voi ne abbiate di lei.”

Si alzò dalla tavola, preparandosi ad affrontare la sua discepola, con i sensi di colpa crescenti. Si avvicinò alla stanza da bagno, anche piuttosto in imbarazzo.

Isabel? Va tutto bene?” chiese cortesemente, con il tono più dolce che gli riuscì di fare, bussando alla porta. Gli parve di sentire un suono soffocato, come un naso soffiato. Diamine, se davvero era riuscito a farla piangere era ben più che idiota. Era salito al gradino di bastardo.

Sì, grazie. Ehm... no, in effetti. Credo che sia meglio che io ritorni a casa” rispose la voce ovattata della ragazza, piuttosto atona.

Sospirò, pronto: se l'era aspettato.

Puoi aprire un momento?” azzardò, aspettando una risposta con ansia. Isabel non rispose, ma da dentro arrivarono parecchi rumori, inclusi quelli di passi.

La porta si socchiuse piano e il viso di lei, con un velo umido negli occhi, apparve nello spiraglio, sforzando un sorriso.

Fammi entrare” disse sbrigativo, spingendo l'uscio e lei che vi si era appoggiata contro, richiudendolo poi alle sue spalle.

Tu... non puoi! Insomma, cosa penseranno fuori?” gli strillò contro, scioccata.

Leggi la labiale: chi se ne frega!” replicò seccato, ammorbidendosi però subito dopo.

Senti, Isabel, mi dispiace. Mi dispiace di averti trascinata di peso a questa festa, senza chiedere il tuo parere; di averti lasciata sola, forzandoti a socializzare; di aver detto quelle cose, mettendoti a disagio” sputò fuori, con molta fatica, poco abituato a scusarsi. Isabel, che nel frattempo si era seduta sul bordo della vasca, scosse la testa.

Non ti devi scusare. Avevi le migliori intenzioni, te lo concedo. E non hai detto nessuna bugia stasera, no? Ti ho davvero ucciso. Sono davvero una persona di cui avere paura, in fin dei conti. Non sono fatta per stare tra le persone normali. Ecco perché sto da sola” ribatté la giovane, negativamente scossa dalla serata.

No, non è vero! Andava tutto bene, finché non ho detto quelle cose. Tu, Angel e April stavate chiacchierando tranquillamente.”

Sai perché lo fanno. Sono tue amiche, cercano solo di essere gentili. Non è che io piaccia loro così, a prescindere. E quello che tutti lì fuori pensano, ora, è che sono un mostro. E hanno paura.”

Raphael rise; una risata amara, priva di allegria.

Mostro? Vuoi davvero arrogarti il diritto di usare quella parola in mia presenza? Con un vero mostro?” la canzonò, un po' furioso, sentendo parte di quella rabbia che lo infervorava da ragazzino risvegliarsi.

Tu non sei un mostro, Raffaello. Niente, in te, ti rende un mostro. Non è una cosa d'aspetto, ma qualcosa di oscuro dentro: è il portare il male ovunque tu vada, è il sapere di poter essere la causa di morte di altre persone. Quando ti ho riportato in vita, tu avevi paura di me, vero? O quando ti ho attaccato senza volere, durante l'allenamento.”

Lo stava fissando con intensità, leggendogli dentro; e non poteva negare la sensazione di panico, per quel qualcosa che non poteva combattere o capire, che lo aveva assalito in quelle occasioni.

È meglio che torni a casa, ho creato anche troppi guai” sospirò rassegnata, con uno dei suoi sorrisi di scusa, quelli che gli facevano venire voglia di picchiarla e abbracciarla allo stesso tempo.

Stava per ribattere ferocemente, e probabilmente anche in maniera poco gentile, quando la porta si aprì, su April ed Angel, che si fiondarono anche loro all'interno del bagno, senza molte cerimonie. Sperò che gli altri ospiti non avessero l'urgenza di entrare, perché stava diventando veramente stretto lì dentro.

Le due donne presero di malagrazia Raph e lo buttarono fuori, senza dargli il tempo di dire alcunché, sbattendogli la porta in faccia.

Isabel le fissò, allarmata.

Dunque, Isabel: perché ti sei rintanata in bagno? Era una tattica per stare da sola con Raph?” insinuò April, girandosi a fronteggiarla, con una luce divertita negli occhi.

Cosa? No!”

Allora spiegacelo, perché davvero non capiamo! Un attimo prima chiacchieravamo tranquillamente, quello dopo sei scappata via” incalzò Angel, le braccia conserte.

Perché mi son resa conto di avervi messo paura... e a disagio” rispose sottovoce, davvero intimorita dal carattere deciso delle due donne.

Per quello che ha detto Raph? Personalmente trovo fantastico un potere che ti permetta di difenderti, soprattutto in una città come New York!” la rassicurò April, con un gran sorriso.

E personalmente” si intromise Angel, “sono contenta che tu abbia fulminato Raph. E che tu l'abbia riportato in vita subito dopo, ovviamente. Gli ha dato una bella frenata.”

Già, adesso che lo sappiamo, in effetti, ha senso il suo carattere più pacato e tranquillo degli ultimi tempi. Un'esperienza nell'aldilà che lo ha fatto maturare?” suppose April, pensierosa.

Oppure c'è di mezzo lei” insinuò Angel, puntando Isabel con un dito e poi ridacchiando con fare civettuolo, seguita dall'amica.

Scusate... cosa...?”

Non stava capendo per niente dove il discorso delle due donne volesse andare a parare e le ultime insinuazioni erano davvero troppo.

Isabel, a noi non importa cosa sei o chi sei, perché non giudichiamo mai una persona prima di averla conosciuta. E sì, in un primo momento abbiamo avuto paura, ma solo perché sapere che un amico è morto, anche se per pochi istanti, ci ha fatto spaventare. Ma Raph è qui fuori, sano e salvo, probabilmente mentre cerca di ascoltare ciò che diciamo, e questa è l'unica cosa che conta.

Nessuno di noi crede che tu sia un mostro o qualcosa del genere, perché non ci hai dato nessun motivo per pensarlo. Sei stata cortese e gentile con noi, anche se sei stata trascinata in un posto estraneo, con gente che non conosci. Perciò vieni fuori e proseguiamo con la festa; berremo, parleremo, rideremo! E solo alla fine sapremo se ci piaci o meno!”

Aveva ascoltato April con attenzione, eppure senza riuscire a credere a ciò che sentiva. Quelle donne erano ciò che lei non sarebbe stata mai, ciò che avrebbe voluto essere: forti, determinate, sicure, decise. Con solidi principi, con un'amabilità che sapeva trasformarsi in forza se occorreva, una gentilezza genuina.

April le tese la mano, che afferrò timidamente, trascinandola fuori. Le sarebbe piaciuto stringerla con tutte le forze, quella mano, così piena di fiducia da farle paura.

Avete finito?” domandò Raph, proprio sulla soglia del bagno, studiandole tutte e tre con stizza; non gli era piaciuto essere buttato fuori e prendersi la porta in faccia.

Ehy, Raph, amico! Ti conviene lasciar perdere! Non sai che le donne vanno sempre in gruppo al bagno?”

Casey Jones e le sue battute infelici.

April scoppiò a ridere, seguita da Angel e Isabel, mentre tornavano ai posti. Riuscì solo a mandare un'occhiata rassicurante a Raph, prima di sedersi, non trovando opportuno dire nulla. Il ninja si risedette perplesso, continuando a pensare, a osservare Isabel, ancora a pensare.

Non seppe come avessero fatto, ma quando si ritrovò seduta al tavolo, l'aria era di nuovo leggera, gli ospiti chiacchieravano normalmente, nessuno la guardò con paura o ribrezzo.

Sorrise nel suo piatto, venendo poi trascinata in una conversazione con Angel, l'angoscia che via via abbandonava sempre più il suo corpo, incredula.


Dopo cena si raccontarono storie e aneddoti, si sfidarono a lotte improbabili fino a notte fonda, cantarono a squarciagola, finché tutti non crollarono addormentati, in giacigli di fortuna.

Isabel giaceva a pancia in su, con le gambe di April che bloccavano le sue per traverso e un braccio di Angel che le premeva sulla pancia. Non l'avevano lasciata un attimo da sola. Riusciva a sentire Raph che russava, qualche metro più in là, in un giaciglio dove lui, i suoi fratelli e Casey si erano addormentati mentre lottavano e scherzavano tra loro.

Non riesci a dormire? Posso offrirti una tazza di tè?” chiese una voce gentile sopra la sua testa. Spalancò gli occhi sul maestro Splinter, che le sorrideva al contrario. Si tirò via dal groviglio di persone addormentate, raggiungendo l'anziano sensei, che si era seduto ad un basso tavolino.

Non le disse nulla e lei non sentì la necessità di rompere il silenzio. Lo guardò versare con calma l'acqua nelle ciotole, sulle foglie che vorticarono con leggiadria, rimanendo poi a galleggiare pigramente sulla superficie.

Accettò la tazza che le porse, con un cenno del capo, di cortesia. Chiuse gli occhi, ascoltandosi attorno, poi la portò alle labbra, sorridendo.

Cosa ti fa sorridere?” sussurrò il saggio ratto, anche lui in meditazione.

Il respiro di chi dorme” rispose in un sibilo appena udibile. “Sa di fiducia, sa di felicità” aggiunse all'occhiata interrogativa di Splinter. Attorno a loro, i respiri lenti e cadenzati dei dormienti scandivano il tempo.

Solo quando ti fidi di chi ti sta intorno è possibile dormire in pace e tranquillità. È una piccola cosa che rende sereni.”

Il pensiero che tutti loro riuscissero a riposare tranquillamente, anche se lei era lì, senza vederla come una minaccia, come un mostro, la rendeva così felice e spaventata allo stesso tempo.

È per questo che non riesci a dormire? Non ti fidi di noi?” chiese il maestro, con quei suoi occhi penetranti e intelligenti che sapevano leggere l'anima.

Isabel scosse la testa, a disagio.

Tutt'altro. È perché tutti voi, qui, siete straordinari. È la prima volta che mi trovo circondata da persone come voi e credo di avere solo paura. Di abbassare le difese e affezionarmi” rivelò a malincuore.

Nessuno di noi farebbe fatica a ricambiare il tuo affetto” la rassicurò Splinter, con un sorriso bonario.

Isabel sorrise tristemente, finendo gli ultimi sorsi di tè.

Grazie. Ma è un fardello troppo grande da portare con me mentre scappo, in una borsa troppo piccola e logora.”

Splinter chiuse gli occhi piegando appena la testa, in segno di rispetto per quella ragazza troppo fragile eppure così forte. Isabel ricambiò l'inchino, pensando a come le sarebbe piaciuto avere per davvero la libertà di volere bene a qualcuno; sarebbe volentieri rimasta lì con loro, per sempre.

Fissò il fondo della sua tazza, sul cumulo di foglie bagnate rimaste, assorta.

Una grande foglia” mormorò tra sé, notando il simbolo in cui si erano disposte.

Suggerisce un momento di incertezza, in cui è meglio non agire per non sbagliare. E invita a riflettere su qualcosa che non si è considerato” spiegò al maestro, data la sua espressione curiosa.

Mi sembra un ottimo consiglio. Non sapevo di avere foglie così sagge” sussurrò Splinter divertito, facendola sorridere.

Isabel poggiò la tazza, cercando di non pensare all'altra forma presa dalle foglie, piccola e nel bordo, ad indicare un evento futuro: una croce, annunciatrice di sofferenze affettive, di una situazione problematica con una persona cara, di solitudine. Ma come poteva soffrire se non lasciava avvicinare nessuno? Se avesse continuato a non affezionarsi a nessuno, non avrebbe mai sofferto la solitudine. L'aveva scelta come compagna.

Con un sorriso e un inchino si congedarono l'uno dall'altra, in silenzio.





Note:

Non sapete come sia strano postare un capitolo sul natale in pieno Febbraio! O forse sì, visto che voi lo leggerete nello stesso periodo...

Comunque: finalmente è arrivato l'inverno e Isabel può stare un po' tranquilla. Adesso può nuovamente uscire. Sono già tre mesi che Raph le insegna il ninjitsu e la vicinanza tra loro si fa sentire: il mutante è un po' troppo attratto e premuroso verso la sua discepola, anche se fa gaffe, come suo solito.

Ho adorato mettere April e Angel: le adoro! Gli unici personaggi femminili della serie 2003 e sono delle badass totali. Come si fa a non amarle? Angel dovrebbe avere un anno in meno di Isabel, almeno nella mia storia. Ho sempre pensato che avesse tre, massimo quattro anni meno delle tartarughe.

Grazie ancora perché leggete la mia storia. Grazie a chi l'ha messa tra le preferite e le seguite. Grazie a LisaBelle_96 per i suoi commenti. E per la proposta da uomo d'affari! Ho riso tanto che non ne hai idea! Accetto la proposta! * Ammicca *


  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > TMNT / Tartarughe Ninja / Vai alla pagina dell'autore: Switch