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Autore: Flami151    17/02/2014    2 recensioni
Preparatevi a leggere un'emozionante rivisitazione di "Harry Potter e il Principe Mezzosangue" da un punto di vista completamente differente.
"Lui la tirò delicatamente a sé e posò le labbra sulle sue. Hermione fu travolta da una valanga di emozioni, mise una mano sul volto di lui, ancora umido per le lacrime asciugate di corsa. Continuavano a baciarsi, spazzando via cosi ogni pensiero negativo, ogni paura, ogni incertezza. Esistevano solo loro due in quel momento, non c’era posto per altro. La sua mente ora era completamente sgombra, il suo viso stretto dalle sue mani, il suo cuore andava a mille. Nulla l’avrebbe convinta a rinunciare a quel bacio."
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Sectumsempra


Era una notte come tante a Hogwarts: le torce erano spente, il silenzio regnava sovrano e tutti gli studenti erano nel loro letto.
O quasi.
Draco e Hermione si trovavano nella Stanza delle Necessità, sfogliando l'ultimo tomo trovato in biblioteca che potesse sembrare utile. Mancavano poche pagine al termine del grande libro rilegato in pelle e quando la Grifondoro finì di sfogliarle annunciò –Niente–
Un altro buco nell'acqua.
Draco sembrava deluso, perciò aggiunse –Che ne dici se per oggi lasciassimo perdere? Domani potremmo cercare altri libri da consultare. Prendiamoci una pausa– fu fiera di sé, perché era riuscita a strappargli un sorriso.
–Si, certo! Tu che proponi? – chiese Draco.
Hermione si sdraiò sul tappeto davanti al camino: negli ultimi giorni avevano deciso di concedersi qualche comodità e si erano creati un ambiente di studio comodo e rilassante.
Draco la imitò e così adesso si trovavano l'uno accanto all'altra, ma non troppo vicini, c'era ancora un lieve imbarazzo dopo il bacio appassionato che si erano scambiati nella stessa stanza qualche sera prima.
Fu Hermione a rompere il silenzio –Perché tuo padre ha voluto tutto questo? –
Draco rabbrividì un momento, poi però rispose –La nostra é una stirpe che vanta da generazioni una discendenza nobile e gloriosa– poi scrollò le spalle –Immagino che lui non voglia essere da meno... Senza il potere che questo Marchio ci ha conferito, non valiamo più di una famiglia qualunque– fece un'altra pausa –Sono stato abituato fin da piccolo che il potere si guadagna con la fatica e con i sacrifici e che non importa sopra quante persone dovrai passare. Ciò che conta é cosa che ti presenta il futuro, non chi ti lasci alle spalle– Hermione ebbe un brivido –Esiste una regola fondamentale in casa Malfoy: non legarsi. E nonostante io abbia provato a rispettarla, a conformarmi al resto della famiglia, resto sempre l'anello debole– fece un sospiro.
Hermione soppesò un attimo le parole prima di parlare –E tua madre invece? –
Draco fece una risata di scherno –Mia madre é troppo debole per opporsi! –
Hermione non capiva –A casa mia é diverso, i miei genitori prendono le decisioni insieme e poi ne parlano con me-
–Babbani... – disse Draco con tono di disprezzo, ma non sembrava molto convinto.
Hermione però non era offesa –Non diresti così se fossi cresciuto nella mia famiglia. Noi condividiamo ogni cosa, idee, hobby... I fiori per esempio! –sorrise al ricordo di quella sera invernale.
Anche lui sorrise, ma fu sicura di intravedere un briciolo di invidia nel suo sguardo: invidia per un'infanzia mai avuta, per aver avuto tutto senza mai possedere niente.
–E tu non hai un hobby?–
Draco non ci pensò neanche un istante –Il Quidditch!–
Hermione sorrise –Deve essere bellissimo volare!–
Draco la guardò stupito –Tu non hai mai volato?–
Lei scosse la testa di rimando –Solo qualche volta e a bassa quota, ho paura...–
Lui sorrise e le strinse la mano, trascinandola fuori dalla Stanza delle Necessità e dal castello.

Si diressero al campo da Quidditch, dove erano conservate le attrezzature. Aprì un armadio e vi prese una Nimbus 2001, ormai un po' malandata. Hermione ricordava bene quella scopa e l'episodio delle lumache. Era così strano, adesso con lei non c'era più lo stesso Draco Malfoy, ma un uomo nuovo, fatto di ideali propri e non plasmati da suo padre.
Lui posò la scopa a terra e ordinò –Su! – poi le tese la mano e la aiutò a montare.
Un attimo dopo erano in aria, avvolti del vento freddo inglese. Volavano in basso, così che lei potesse abituarsi alle vertigini e al freddo. Draco si voltò un istante a guardarla e le rivolse un sorriso bellissimo, poi puntò la scopa verso l'alto. Si stavano alzando sempre di più e il mondo sotto di loro si stava riducendo a una vasta landa abbellita da lucine luminose. Hermione si strinse a Draco, un po' per il freddo, un po' per la paura e un po' per l'emozione.
Quando scesero in picchiata lei non poté fare a meno di urlare, proprio come sulle montagne russe, lui si girò ancora e rise, incurante di ciò che si trovava di fronte a lui.
Quando rimisero piede a terra Hermione era tremante –É stato... Magnifico! Ero elettrizzata Draco! Ho volato finalmente, ho...– ma lui non le fece finire la frase perché la baciò e nonostante non fosse la prima volta, lei aveva il cuore in gola.
Poi, quando il bacio terminò, lui la guardò negli occhi. Non l'aveva mai guardata in quel modo. Gli occhi gli brillavano e sorrideva come mai prima d'ora. Stava per dirle qualcosa ma le parole gli morirono in gola. Si diedero un ultimo bacio e si avviarono verso il castello.

***


–Draco é ora di cena, andiamo!– Blaise lo stava chiamando a squarciagola, ma lui non aveva voglia di cenare.
–Vai tu io ti raggiungo–
Appena fu sicuro che l'amico lo avesse lasciato solo, uscì. Aveva lo stomaco chiuso da giorni. Ormai Maggio si stava avvicinando, per molti studenti questo era sinonimo di esami o vacanze, ma non per lui.
Ora aveva qualcun'altro con cui condividere questo enorme fardello: un'alleata, un'amica, o qualcosa di più...
Ma non poteva fare a meno di sentirsi un egoista. Aveva trascinato nel suo stesso baratro la sola persona che aveva dimostrato di tenere a lui e in modo totalmente disinteressato. Ancora non capiva perché quella ragazza dall'anima nobile e pura avesse deciso di sacrificarsi per lui: un giovane capriccioso e viziato dall'animo marchiato.
Quel tornado di allegria e serenità aveva portato nella sua vita la forza di andare avanti. Un ideale da seguire con fierezza. Un'occasione per riscattarsi.
Era finita l'era di Lucius Malfoy, che era riuscito con la sua severa inflessibilità a corrompere ogni suo valore, l'era della sottomissione, l'era della paura.
Credeva che accettare quel compito disgraziato contro la sua volontà avesse segnato il confine tra giovinezza e maturità, ma solo ora capiva di essersi sbagliato. Adesso lottava col cuore per qualcosa in cui credeva, lottava per la libertà, lottava per la salvezza di molti giovani innocenti, lottava per il bene di chi aveva cercato la felicità nelle piccole cose e non nella gloria. Adesso era diventato un uomo.
Eppure c'era qualcosa che gli bruciava nel petto, un sentimento a lui sconosciuto prima d'ora, ma sapeva perfettamente di cosa si trattava.
Sono un vigliacco.
Avrebbe dovuto tenere Hermione fuori da tutto questo, avrebbe dovuto proteggerla, e invece aveva firmato la sua condanna a morte, o peggio. Nel suo cuore le diverse emozioni lottavano per avere il predominio: da una parte c'era la voglia di salvarla, dall'altra quella di tenersi vicino una presenza così rassicurante.
Sentì le lacrime amare solcargli il viso e decise quindi di uscire a prendere una boccata d'aria. Mentre vagava per i corridoi però i pensieri non smisero di tormentarlo.
Solo adesso, mentre pensava a lei, si interrogò sulla natura del loro rapporto. Cosa rappresentavano quelle parole di conforto, quelle promesse di aiuto, quelle confidenze sussurrate nella notte, quelle risate piene di gioia, quei baci teneri e pieni di calore?
Cosa era Hermione Granger, per lui?
Non era una persona qualunque, questo era certo. Non era nemmeno un'amicizia. Era forse amore quello che provava per lei? Oppure semplicemente un forte affetto?
Sarebbe stato più facile per lui capirlo se lo avesse mai conosciuto, l'amore.
Le sue gambe lo portarono fino a un bagno del sesto piano, dove entrò senza indugiare. Si precipitò su un lavandino sciacquandosi il volto dalle lacrime. Alzò il viso per guardarsi allo specchio: era pallido, più di quanto non lo fosse mai stato e i suoi occhi erano rossi e scavati. Mentre osserva il suo riflesso consumato intravide una figura dietro di lui, ebbe solo il tempo di distinguere il volto di Potter che questo gli aveva già lanciato un incantesimo silenzioso.
Si lanciò di lato, cadendo su un fianco. Ebbe solo un istante per alzarsi che un secondo incantesimo gli sfiorò l'orecchio sinistro. Estrasse la bacchetta dai pantaloni e corse a ripararsi dietro alcune toilette. Uscì allo scoperto solo per contrattaccare. Urlò –Stupeficium!– ma il prescelto fu più veloce e parò il colpo con un incantesimo di protezione.
Si sentiva come un topo in gabbia. Il ragazzo con la cicatrice era più veloce, più forte e rinvigorito dalle ore di sonno che a lui erano mancate. Sapeva di non avere possibilità, sapeva che sarebbe stato sconfitto.
Il suo istinto agì senza consultare la mente –Cruc...–
Ma non ebbe modo di terminare l'incantesimo che Potter urlò –Sectumsempra!–
Fu un attimo. L'incantesimo lo colpì in pieno petto e la sua potenza lo fece crollare a terra. Si sentì come se dieci coltelli gli si fossero scagliati addosso, trafiggendogli senza pietà il viso e il torace. Chiuse gli occhi cercando di vincere quel dolore lancinante, ma senza successo. Guardò intorno a se e tutto ciò che vide era sangue, il suo stesso sangue che tingeva ogni cosa di rosso scarlatto.
Morirò.
Poi niente fu più chiaro.
Sentì un corpo scagliarsi su di lui, scuoterlo, urlare il suo nome con paura e disperazione.
Sentì una ragazza dalla voce sconosciuta urlare. Cosa diceva? Assassino? Allora era morto davvero?
Sentì il rumore di passi veloci, il suo assalitore stava forse fuggendo?
Sentì di essere bagnato, ma di cosa? Acqua? Sangue?
Sentì il dolore delle ferite lontano e quello del suo cuore più vicino che mai.
Sentì il suono di una voce severa, una voce a lui ben nota, ma che non riusciva ad associare a nessuno in quel momento.
Sentì le sue mani contorcersi per il dolore in preda a spasmi incontrollabili.
Sentì una litania lenta, dolce. Un eco profondo e benefico che lo faceva sentire rinvigorito.
Sentì di meritarsi tutto questo. Di dover patire quella pena straziante per tutto il male che aveva causato.
Sentì i tagli sul suo corpo richiudersi lentamente.
Sentì muoversi sopra di lui le mani esperte del suo guaritore, che lo sfioravano con delicatezza e precisione.
Sentì il sangue rientrare in circolo, trasportando salute e vita.
Sentì le braccia che lo sollevarono.
Poi venne il buio.

***


Hermione stava uscendo dalla Sala Grande chiedendosi dove fosse stato Draco durante la cena quando accanto a lei passò un gruppo di ragazze di Corvonero –Mi hanno detto che é quasi morto!– disse una di queste.
–Andiamo non esagerare! Di sicuro Madama Chips lo rimetterà in sesto– aggiunse un'altra
–Può darsi, certo che non ci si può più fidare di nessuno in questa scuola!– replicò la prima
Hermione sentì la paura farsi strada dentro di lei –Ragazze scusate ma di cosa state parlando?–
–Non hai saputo?– le rispose una ragazza che finora si era limitata ad ascoltare i discorsi delle sue amiche –Draco Malfoy è stato aggredito da Harry Potter nel bagno del sesto piano. Ora si trova in infermeria in condizioni gravissime–
–Non esagerare!– la rimproverò la prima.
Ma Hermione non la ascoltò. Si precipitò alle scale diretta all'infermeria. Correva lungo i corridoi e saliva i gradini due alla volta come se da quella corsa ne dipendesse la sua stessa vita.
Perché lo stava facendo? Perché il suo cuore si stava contorcendo al solo pensiero di ciò che avrebbe trovato in uno dei lettini di Madama Chips?
Arrivò trafelata davanti la porta dell'infermeria ma quando tentò di aprirla una mano le afferrò la spalla –Mi dispiace signorina, ma Draco Malfoy non può ricevere visite. É sotto l'effetto di una potente pozione e deve ancora stabilizzarsi– l'infermiera la scrutò con sguardo severo.
Hermione era disperata –Ma io devo entrare! –
–Niente eccezioni Granger–
E così Hermione se ne andò, consolata dalla promessa che il ragazzo si sarebbe rimesso presto. Si diresse alla sua camera: voleva solo sdraiarsi sul suo letto e aspettare lì fin tanto che Draco non si fosse ripreso.
Cosa avrebbe fatto lei senza di lui? Come avrebbe affrontato il mondo, la guerra e la morte da sola? Sembrava che il coraggio dei Grifondoro l'avesse totalmente abbandonata.
No, io non sono sola, ho i miei amici.
Ma chi voleva prendere in giro? Senza di lui era persa. Un'intesa così forte non sarebbe mai potuta esistere tra lei ed Harry, o Ron. Con nessuno sarebbe mai esistita quell'intimità fatta più di sguardi che di parole. Lei voleva solo Draco.

Quando varcò la soglia della Sala Comune trovò solo Harry, Ron e Ginny che parlavano animatamente.
Lei si scagliò sul moro con una forza a lei sconosciuta –Cosa hai fatto Harry? Come ti è saltato in mente? Potevi ucciderlo!–
Harry si difese –Ho trovato l'incantesimo nel libro del Prin... –
–Lo sapevo! Sapevo che quel libro non avrebbe portato altro che guai!–
–Hermione calmati! Malfoy gli stava per scagliare addosso una Maledizione senza Perdono!– intervenne Ginny prendendo le difese del suo amico.
Hermione esitò un istante.
Una Maledizione senza Perdono?
–Non mi interessa Harry! Quel libro é pericoloso! Devi liberartene – riprese lei con più convinzione.
–Mi spieghi perché ti importa tanto di Malfoy?–
–Non mi importa di Malfoy! L'importante é sbarazzarsi di quel libro maledetto!– rispose cercando di sembrare convincente.
–Lo ha già fatto– si intromise Ron –Lo ha nascosto nella Stanza delle Necessità–
Hermione voleva solo liberarsi di loro e così con un "Bene" si dileguò.

Aspettò che il suo orologio segnasse l'una di notte per alzarsi.
Indossò la divisa, la spilla da prefetto e si incamminò verso l'infermeria.
A quell'ora Madama Chips dormiva, ma teneva la serratura chiusa in caso qualcuno volesse sgattaiolare via. Per una strega brillante come lei però non fu difficile aggirare le misure di sicurezza e in un lampo si trovò dentro.
La stanza era totalmente vuota se non fosse stato per il letto riempito da Draco. Lei corse in quella direzione attenta a fare meno rumore possibile. Si sedette sul bordo del letto e lo guardò trattenendo il respiro.
Draco era li, pallido e smunto. Vedendolo così Hermione non riuscì a trattenere le lacrime. Nonostante le rassicurazioni di Madama Chips ancora tremava all'idea che gli capitasse qualcosa.
Posò la mano sul suo viso sfiorandone ogni dettaglio. La fronte alta, il profilo del naso, la guancia liscia, le labbra perfette, storte in un leggero sorriso. Hermione non poté fare a meno di chiedersi che cosa stesse sognando. Forse il Quidditch, forse la libertà, forse lei...
A quel pensiero il suo cuore accelerò. Solo adesso si rese conto di ciò che provava davvero per Draco Malfoy. Da che cosa dipendesse quell'instancabile bisogno di lui. Cosa l'aveva spinta a sacrificare tutta se stessa per la sua causa. Il motivo per cui si trovava lì,  con le lacrime agli occhi e la paura che non si sarebbe più risvegliato.
Quindi, quando lui aprì gli occhi e posò il suo sguardo su di lei, non c'é da sorprendersi se lei non riuscì a trattenersi dal dire
–Ti amo–
 
 
 
Spazio Autore:
Sono così contenta di questo capitolo! Hermione finalmente si è resa conto dei suoi veri sentimenti ed è riuscita ad esprimerli!
Devo confessarvi che sono un po’ in ritardo con la stesura dei capitoli! Ma cercherò di fare più in fretta possibile!
Ringrazio come al solito tutti coloro che hanno recensito la mia storia  e l’ hanno catalogata tra i preferiti e invito gli altri a fare altrettanto!
Grazie ancora del vostro sostegno!
  
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