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Autore: RedMarauder    17/02/2014    23 recensioni
Il suo sorriso, quel sorriso che riusciva a farla arrossire ogni volta, lo stesso sorriso che le rivolgeva ora, era spietato, disarmante...bello.
Troppo bello. Ma lei era troppo orgogliosa per ammetterlo, per mostrarsi debole. Hermione Granger doveva avere sempre il controllo della situazione. Sempre!
- Attenta a giocare con il fuoco, Granger. E' pericoloso!-
- Perché?- rispose, alzando il mento - Potrei scottarmi?-
Di nuovo quel sorriso. - Sì, ma il problema è che..potrebbe piacerti!-
Tanti cari saluti al suo controllo e alla sua tempra morale. Come poteva resistere quando quegli occhi la guardavano in quel modo? Così profondi, così intensi..così perfetti! Valeva la pena lasciarsi andare. Valeva la pena affondare le mani in quel fuoco, nel fuoco dei suoi capelli. Valeva la pena scottarsi!
Infondo, ad essere sincera, non era poi così male perdere il controllo!
Genere: Comico, Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Ginny, Weasley, Harry, Potter, Hermione, Granger, Ron, Weasley | Coppie: Angelina/George, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny, Luna/Neville
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Capitolo 28
Luce nell’Oscurità
 
 
 
 
 
 
 
Ma posso mostrartelo
Quelle parole rimasero sospese nell’aria. Un sussurro che risuonava chiaro e limpido nella sua mente. Oltre la benda, Hermione sapeva che c’erano i suoi occhi. Gli occhi di Fred, vispi, allegri e profondi. Pozzi infiniti dove pensieri ed emozioni si scontravano. Provò ad immaginarli. Provò ad immaginare i suoi occhi mentre la guardavano, mentre la spogliavano. Lo faceva spesso. La guardava così intensamente da farla sentire nuda. Era una sensazione strana, per Hermione. Era come privarsi di ogni ostacolo. Era come tornare in libertà dopo una lunga prigionia. E ora quel gioco di sguardi era stato sostituito da qualcosa di più intenso.
Privata della vista, Hermione riusciva a percepire ogni cosa come se fosse amplificata. Era come vivere in una dimensione surreale e distante dalla realtà stessa. Le girava la testa, sentiva il cuore premere con forza contro le costole. Sentiva la pelle fremere. Brividi percorsero il suo corpo, quando Fred posò le labbra sul suo collo. I suoi movimenti erano lenti, profondi e travolgenti. Le sue labbra scivolavano dolcemente sulla sua pelle. La sua lingua disegnava cerchi invisibili che rimanevano impressi come bruciature.
Fred fece scivolare le mani sulla maglietta di Hermione e poi gliela sfilò, lentamente. Hermione rilassò la testa sul materasso. Respirò l’aria pervasa dal profumo di cannella e erba fresca. Quell’odore frizzante, fresco e leggero, che la inebriava ogni volta. Con una calma esasperante, Fred sfiorò la sua clavicola con un bacio. Hermione riuscì a percepire le labbra mentre poggiavano sulla sua pelle, calde, morbide..fu così intenso, che le sembrò quasi di sentirle proprio sulle sue. Non vedere significa sentire. Non poterlo guardare, significava viverlo. Senza l’aiuto degli occhi, Hermione poteva percepire ogni cosa attraverso la sua stessa pelle, attraverso il profumo, attraverso il suo corpo, che fremeva e rabbrividiva. Non poteva esistere una sensazione migliore di quella. Era in balia di lui, completamente. Era come perdersi in un mare tempestoso in una notte senza stelle. Non c’erano direzioni in cui guardare, solo onde che si innalzavano e travolgevano ogni cosa.
Lentamente, Fred disegnò una scia di baci sulla sua pelle. Hermione respirò lentamente, mentre la sua pelle si scaldava sotto quel tocco. Lento e suadente, Fred risalì verso la sua bocca e la rapì con un bacio. Forse era solo quell’inebriante sensazione che l’avvolgeva, ma a Hermione parve quasi diverso il suo sapore. Era più intenso. Se possibile, ancora più buono. Fred sfiorò le sue labbra, mentre con le dita le accarezzava un fianco. Un brivido risalì lungo la sua spina dorsale e Hermione si morse il labbro, consapevole di quanto lo facesse impazzire quel gesto. Come rispondendo alla sua provocazione, Fred tornò a baciarla, questa volta con più passione. Il cuore di Hermione accelerò la sua corsa. Un calore si accese nel suo basso ventre e risalì, irradiandosi in tutto il suo corpo. Le parve di sentirlo fino alla punta delle dita.
Hermione afferrò i lembi della maglia di Fred e la fece sparire. Voleva sentire lui, voleva sentire quel corpo a contatto con il suo. Aveva bisogno della sua pelle, voleva accarezzarla, voleva sentirla sulla sua. Percorse la sua schiena con le dita, scivolando sulla sua pelle morbida. Quando i loro corpi si toccarono, Hermione rabbrividì, stringendosi nel suo abbraccio. Vicini. Uniti. Era il solo modo per sentirsi completi.
Fred ricominciò a giocare con la sua pelle. La passione sostituì la studiata calma. Questa volta, passò avidamente la lingua sul suo collo e strinse la sua pelle fra i denti. Con le mani le accarezzava i fianchi, mentre torturava la sua pelle sempre più calda. Persa nell’oblio dell’oscurità, con i sensi stravolti da quell’ondata di desiderio, Hermione reclinò la testa all’indietro, offrendo se stessa e la sua pelle a quella tortura. Strinse le dita attorno alla stoffa della coperta, inarcando la schiena, avvicinandosi a lui. Fred fece scivolare le mani sula sua schiena, accarezzandola e stringendola a sé. Scese lungo il suo corpo. Incendiò la sua pelle con baci sempre più passionali. La sua lingua disegnò cerchi invisibili nei punti più sensibili. Il respirò di Hermione si fermò, quando le sue labbra sfiorarono la pelle proprio sopra l’orlo dei jeans.
Si sentiva leggera, smarrita, in balia di onde che non poteva controllare, come una nave scossa da un mare tempestoso e impavido. Esisteva un’unica certezza, un’unica ancora: Fred. Era come se lui richiamasse i suoi sensi, come se scandisse tempo e spazio attraverso i suoi gesti. Come se desse senso all’oscurità che la avvolgeva. Hermione sapeva di non essere sola, né di essersi smarrita. Era fra le sue braccia. Il centro, il suo centro, il posto dove tutto era perfetto, dove ogni cosa era lontana dalla razionalità. E dietro quella nube di ombre che la benda sugli occhi le imponeva, Hermione riusciva a sentire tutto. Poteva percepire la stoffa dei jeans che le scivolava sulla pelle. Poteva sentire le mani di Fred accarezzarla, trascinarla sull’orlo della follia. Poteva cogliere lo scorrere del suo stesso sangue nelle vene, sempre più caldo, mentre invadeva il suo cuore e lo gonfiava di liquido e fuoco. Hermione si ritrovò a pensare a quanto fosse ironica quella cecità. Dove non esisteva luce, dove solo le ombre potevano prevalere, la paura incombeva. Ma non in quel caso. Non c’era niente di spaventoso in tutto quello. Al contrario, erano vittime di una tempesta di passione, amore e follia. Erano prigionieri di un fuoco che Hermione non poteva vedere, ma poteva sentire. Più volte fu tentata di liberarsi di quella benda per cercare gli occhi di Fred, per guardarlo, per incatenare lo sguardo al suo. Ma riuscì a resistere, perché sapeva che oltre quella sottile barriera, lui la stava guardando. La stava spogliando, in ogni senso possibile. Sospirava sulla sua pelle, cercava la sua bocca, si rifugiava fra le sue braccia.
Non erano più due corpi. Erano uniti. Erano loro. Cuori e corpi vicini. I respiri uniti, le mani intrecciate. Nel buio di quella cecità temporanea, Hermione ritrovò la magia, quella che la sorprendeva ogni volta. La magia che provava unendosi a lui, diventando parte stessa di quel legame. E la sentì più travolgente e dirompente che mai. Non esisteva qualcosa di più magico. Non poteva esistere niente di meglio. Il suo posto era lì, con Fred. Senza di lui, nulla avrebbe avuto senso.
Hermione strinse le dita fra i suoi capelli, saggiando solo con le mani il calore di quel rosso vivo. E capì. In quel momento realizzò la vera natura di quel gioco. L’aveva bendata. Non era solo una vendetta. Quella era solo la facciata superficiale del piano di Fred.
Con quel gesto voleva dimostrarle ben altro. Hermione sentì una lacrima scivolare sotto la stoffa, ma sorrise. Fred baciò quel sorriso, e lei capì che lui aveva appena interpretato quella lacrima e quel sorriso. Hermione aveva capito. Oltre la vendetta, oltre il loro gioco fatto di tentazioni e passione, si nascondeva la verità.
C’erano cose che il buio non poteva cancellare. C’erano sentimenti che l’oscurità non poteva celare. Era quello il messaggio. Hermione era preda delle ombre, non poteva vedere. Eppure Fred era lì. Era così presente da regalarle emozioni più intense. Lei non poteva vederlo, ma lui c’era.
Sarebbe stata quella, la sua ancora, la sua unica fonte di salvezza. Guerra, dolore, lontananza, amici che morivano...un’oscurità dove Hermione non avrebbe mai perso Fred. Perché lui c’era. Loro c’erano. Forse non potevano vedersi. Forse non potevano stringersi la mano o abbracciarsi. Ma c’erano. Ci sarebbero sempre stati, nel bene e nel male.
Hermione poteva fidarsi di lui. Poteva fidarsi a tal punto da rinunciare alla luce. Perché anche nell’ombra più tetra,sapeva che l’avrebbe trovato. Era quello il vero significato di quel gioco.
C’erano cose che il buio non poteva cancellare. C’era l’amore ad unirli, l’unica cosa che nessuno poteva strappargli dalle mani.
 
 
 
 
- Ma perché vuoi rinunciare a Cura delle Creature Magiche?- chiese Fred, sbigottito.
Hermione alzò gli occhi al cielo. – Fred, sii serio. Non posso permettermi di continuare a seguire quelle lezioni. Il sesto anno è troppo importante, devo concentrarmi sul programma dei M.A.G.O.!-
- Hai tutto il settimo anno per farlo!- protestò Fred.
- Ma perché ci tieni tanto?-
- Perché spezzerete il cuore a Hagrid!-
- Lo andremo a trovare..- mormorò Hermione, dispiaciuta.
Fred sorrise. – Forse vi perdonerà..-
- Oh sono sicura che lo farà!- tergiversò Hermione.
Ridendo, Fred riappoggiò la testa sulla sua pancia. Se ne stava lì da minuti, ore, giorni. Aveva perso la cognizione del tempo. Rilassava la guancia sulla pancia di lei e disegnava cerchi sulla pelle con l’indice. Sorrideva ogni volta che lei rabbrividiva.
La stanza del suo appartamento era così buia che Fred faticava a vedere oltre i bordi del letto. Aveva dimenticato di riaprire le imposte della finestra. Non avrebbe fatto molta differenza, comunque. Era una notte nuvolosa, e oltre quelle pareti il buio assomigliava molto a quello presente nella stanza. Fred sorrise a quel pensiero. L’aveva bendata sperando che lei cogliesse il vero segreto di quel gesto. E Hermione l’aveva capito. Incredibile. Poteva desiderare una fidanzata più intelligente? Probabilmente no. Lo conosceva, lo capiva veramente. Fred si sentiva un libro aperto, in sua presenza. Erano così uniti, così innamorati, da condividere qualcosa che andava al di là delle parole stesse.
- Possiamo dormire qui, se vuoi – disse Fred.
Hermione sospirò. – Non ho sonno..-
Fred rise e alzò gli occhi al cielo.
- Non ridere! È colpa tua!-
Fred sollevò la testa con espressione indignata. – Perché deve essere sempre colpa mia? – poi notò lo sguardo ironico di Hermione e sorrise. – Lascia perdere! Ammettilo, la mia presenza è così piacevole che preferisci non sprecare tempo a dormire!-
Hermione sospirò, sconsolata. – Ecco perché non vedo l’ora di cominciare la scuola..-
Per tutta risposta, Fred le tirò un cuscino. Ridendo, Hermione scansò un secondo colpo. Tentò di strapparglielo dalle mani, ma Fred era decisamente più forte di lei. Strattonò il cuscino e poi lo lanciò via, approfittando di quello slancio per rapire Hermione fra le sue braccia. Lei scoppiò a ridere e cercò le sue labbra.
- Ironia della sorte, Granger: mancano due mesi all’inizio della scuola!- disse, con un sorriso vispo.
Lei annuì. – Due mesi lontani, due mesi insieme..- ragionò.
- La vita a volte è curiosa!-
- La vita è sempre curiosa. Lo dimostra questo..- disse lei, ruotando l’indice e indicando entrambi.
Fred sfoderò un ghigno. – Unicorni Rosa..- mormorò.
Suo malgrado, Hermione scoppiò a ridere. – Chissà che faccia farebbe Misty StJames se scoprisse che io sono una strega..-
- Possiamo sempre andare a dirglielo!-
- No Fred!-
- Perché?- si lamentò lui, come un bambino.
Sorridendo, Hermione scosse la testa. – Ti dice niente lo Statuto Internazionale di Segretezza?-
- Granger, non importa quanto siano altolocate le regole: io non le rispetto comunque!-
- Eppure non hai mai violato la Traccia..- commentò lei.
Fred inarcò le sopracciglia. – Be’, questo perché rischiavo due punizioni, una peggio dell’altra!-
- Azkaban..-
- E mia madre!-
- E la peggiore è lei?-
Fred annuì. – I Dissennatori sembrano tenere Puffole Pigmee, in confronto!-
Ridendo, Hermione appoggiò la testa sulla sua spalla. Fred la strinse a sé e le baciò i capelli.
- Adesso hai sonno?- le chiese.
- Un po’..- mormorò lei, soffocando uno sbadiglio.
Fred scosse la testa sorridendo. – Dormi..-
- Ai suoi ordini..- borbottò lei, scocciata.
- Sarò qui, quando ti sveglierai!-
- Evviva..-
Nemmeno Fred riuscì a resistere molto. Scivolò in un sonno tranquillo, consapevole del respiro di Hermione contro il suo collo. Sentiva le braccia della ragazza attorno al suo corpo. Riusciva a percepire il battito del suo cuore. Lei era lì e non sarebbe andata via. Sorridendo, si addormentò, sapendo con assoluta certezza che la prima cosa che avrebbe visto, al suo risveglio, sarebbero stati i suoi occhi.
 
 
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
 
L’estate alla Tana procedeva nel migliore dei modi.
Hermione aveva ormai perso il conto della quantità di scherzi a cui Ron era stato sottoposto. Raramente passava la notte fuori dalla stanza di Fred, e ancor più raramente vedeva Ginny, nelle due settimane seguenti all’arrivo di Harry.
Riabbracciare il suo migliore amico era stato meraviglioso. Fu un momento molto intenso per tutti. Un momento di parole inespresse, perché nessuno osò porre domande invadenti, né commentare apertamente un certo argomento. Harry fu grato di tutto questo, anche se non ebbe bisogno di dirlo a voce alta. Il suo ritorno, comunque, rientrò nei momenti più felici di quell’estate: Ginny era finalmente felice per averlo di nuovo con sé, Ron aveva di nuovo il suo migliore amico e Hermione aveva di nuovo accanto l’unica persona che riusciva a schierarsi dalla sua parte per difendere Ron dai gemelli e da Bill.
La signora Weasley ignorava le guerriglie che si erano create in case. Circa verso la fine di luglio, Ron cominciò a rispondere a quegli attacchi. Si scatenò l’apocalisse. La Tana era stata suddivisa in territori, la famiglia in squadre. Ogni occasione era buona per colpire. Non potendo usare la magia, Harry e Ron si limitarono a secchi rovesciati dal piano superiore sulle teste dei malcapitati, corde nascoste per fare lo sgambetto e considerevoli quantità di gnomi nascosti nei vestiti o sotto le coperte.
Hermione, Ginny, Lavanda e Angelina passavano le loro giornate a sospirare e scuotere la testa. Essendo svantaggiati, Angelina dedicò un po’ del suo tempo ad aiutare Harry e Ron. Ne scaturì una guerra personale fra lei e George.
Di giorno, i gemelli lavoravano. Ma di sera recuperavano il tempo perduto e scatenavano il finimondo alla Tana.
Hermione cercava di tenersi fuori, soprattutto perché sarebbe stato difficile scegliere fra la squadra del suo ragazzo e quella dei suoi migliori amici. Ginny concordava. Lavanda squittiva parole d’amore sulla tenerezza di Ron e sul suo coraggio. Ginny fingeva di vomitare. Hermione lottava fra il desiderio di ridere e quello di sviare i tentativi di Ginny di unirsi alla guerra dalla parte dei gemelli solo per avere la possibilità di colpire Ron. O Lavanda.
L’arrivo dei risultati dei G.U.F.O. fu uno dei momenti più significativi dell’estate. La signora Weasley fu così soddisfatta dei voti del figlio, e di Harry e Hermione, da imbastire un gigantesco banchetto in onore dei tre ragazzi. Fred e George si lamentarono più volte, dicendo che per loro aveva organizzato a malapena una cena normale. Fortunatamente, lo dissero fuori dalla portata dell’orecchio di Molly.
La presenza costante di Remus aveva lasciatola possibilità a Harry di condividere con qualcuno il dolore che provava. Tutti avevano voluto bene a Sirius, ma in quella casa c’erano due persone a soffrire più delle altre: uno aveva perso il suo migliore amico, l’altro il suo padrino. Quando Remus e Harry passavano del tempo insieme, gli altri si dileguavano, per non sentirsi di troppo. Hermione sapeva quanto stesse soffrendo il suo migliore amico, ma non lo costrinse mai a parlarne. A Harry bastò un abbraccio. Con quel gesto, Hermione riuscì a trasmettergli il suo conforto e la sua presenza. Se avesse voluto parlarne, lei sarebbe stata lì al suo fianco.
Nonostante gli iniziali dissapori fra Fleur e la signora Weasley, il loro rapporto vide qualche miglioramento verso l’inizio di agosto. Molly sbuffava ancora quando sentiva troppi accenti francesi nell’aria, o quando Fleur invadeva il suo spazio personale sciorinando opinioni e commenti che nessuno aveva richiesto, ma se non altro aveva cominciato a sorridere alla ragazza e a trattarla come un qualsiasi altro membro della famiglia. Non sempre riusciva nei suoi buoni propositi, ma se non altro si impegnò per mantenerli.
Hermione e Ginny cominciavano ad abituarsi alla presenza di Fleur. Invadente, ma pur sempre parte della famiglia! Volendo essere sinceri, fu Hermione a convincere Ginny a mostrare un po’ più di tolleranza nei confronti della fidanzata di Bill. La ragazza accolse quella mozione alzando gli occhi al cielo e declassando il fratello maggiore quasi infondo alla lista dei suoi fratelli preferiti. Se non altro, non aveva superato l’avversità che provava per Percy. Era già un traguardo!
 
 
Un sole torrido arrivò con i primi giorni di agosto, ma fu quasi subito spazzato via da una serie di temporali e forti venti. Quei giorni furono piuttosto noiosi. Chiusi in casa, i ragazzi non sapevano mai cosa fare. La signora Weasley gli aveva vietato di andarsene a zonzo a Diagon Alley. La scusa? Troppo pericoloso. In parte, Hermione concordava con lei. Stavano accadendo cose terribile, fuori dalle mura protette della Tana. Diagon Alley non era più un posto sicuro. Hermione era preoccupata per Fred, anche se sapeva che il negozio era stato protetto con la stessa cura di qualsiasi altro rifugio dell’Ordine. Il fatto che bastasse aprire la porta dell’ingresso, annunciati da uno scampanellio, di sicuro rendeva le protezioni un po’ più superflue. Hermione si ripeteva continuamente che Fred e George erano maghi adulti e capaci e che non si sarebbero fatti schiacciare da un’incursione di Mangiamorte. Eppure, nonostante questo, ricominciava a respirare bene solo quando Fred varcava la porta della Tana.
Da quando condividevano la sua stanza, e, in generale, la convivenza alla Tana, Hermione aveva imparato ad osservare ogni sua piccola abitudine. Dormiva sempre con un braccio sotto il cuscino, cosa che lei aveva notato già a Hogwarts. Teneva la bacchetta sul comodino, assieme a una scatola di Polvere Buiopesto Peruviana, per ragioni a lei sconosciute. Giocava con i suoi ricci prima di addormentarsi. Sedeva sempre sul lato destro del tavolo, vicino al gemello, ma fuori portata d’azione del cucchiaio di legno di Molly. Prevenire era meglio che curare!
Non leggeva la Gazzetta del Profeta, ma drizzava le orecchie ogni volta che qualcuno nominava un articolo. Toglieva sempre la crosta bruciacchiata del pane, quando sua madre non guardava. Hermione la prendeva sospirando dal suo piatto e la mordicchiava con indifferente innocenza. Era diventato una specie di rito mattutino. Lui tagliava la crosta, lei la mangiava. La caraffa incantata versava succo di zucca nei loro bicchieri, e Fred controllava subito quale dei due fosse più pieno. Nel caso in cui fosse stato quello di Hermione, li scambiava prima ancora che lei potesse aprire bocca. In compenso, Hermione riusciva sempre a fregargli il croissant più grande da sotto il naso. Le bastava un bacio, o un sorriso, o una carezza, per distrarlo. Fred diceva sempre che fingeva solamente di cascarci, ma Hermione dubitava fortemente che fosse vero.
Le giornate scorrevano tranquille, e Hermione cominciava ad abituarsi a quella routine. Colazione tutti insieme, poi salutava Fred prima che andasse a Diagon Alley. Un bacio, un abbraccio, la promessa di stare attento. Poi Hermione passava la giornata assieme a Ginny, Harry, Ron e Lavanda. A fine giornata, Fred tornava e lei correva fra le sue braccia. Cenavano e poi passavano del tempo tutti assieme, a guardare le stelle in giardino o a giocare a Quidditch Notturno. Poi si addormentava fra le braccia di Fred, in quella che ormai era diventata anche la sua stanza.
Le sue giornate erano scandite da rituali, abitudini, imprevisti, scherzi, guerriglie, chiacchierate intime con Ginny e, sorprendentemente, Lavanda, e ultimo, ma non meno importante, dalla presenza di Fred.
Hermione si era così tanto abituata alla sua costante presenza, che fu difficile realizzare che mancasse solo un mese alla partenza per Hogwarts. Hermione soffocava quei pensieri ogni volta che quelli minacciavano di riemergere, ma questo non rendeva più semplice accettare la realtà.
Di notte, rannicchiata fra le braccia di Fred, Hermione pensava al tempo, che scorreva fin troppo velocemente, e la avvicinava sempre più alla fine dell’estate. Li aspettava una prova ben superiore a quella che avevano vissuto mesi prima: un anno intero senza vedersi. Be’, c’erano le vacanze di Natale..
Hermione si mordeva un labbro ogni volta, mentre calcolava la differenza: due settimane di vacanze erano sicuramente troppo poche! E il resto dell’anno? Doveva veramente allontanarsi da quella routine che cominciava ad amare? L’estate stava finendo. Mancava solo un mese. Non era poco, ma nemmeno tanto. Doveva goderselo, doveva gustarsi ogni attimo vissuto alla Tana con Fred. Eppure quei torbidi pensieri le impedivano di dormire sonni tranquilli. Le impedivano di godersi veramente quel tempo prezioso.
 
 
Hermione stava passando l’ennesima nottata in bianco. Dormiva poco, ultimamente. Sospirando, scivolò piano dall’abbraccio di Fred e scese dal letto. Lui dormiva così profondamente che nemmeno un colpo di cannone lo avrebbe svegliato! Sorridendo, Hermione sfiorò la sua guancia con le dita, poi uscì dalla stanza. Scese silenziosamente in cucina, prese un bicchiere d’acqua e si appollaiò sul bancone accanto al lavandino. Dalla finestra, Hermione vide nuvole cariche di pioggia ricoprire il cielo stellato.
Cosa stava succedendo? Perché il tempo cambiava così in fretta?
Sospirando, Hermione si rigirò il bicchiere fra le dita. Ripensò alle parole del signor Weasley di qualche ora prima. Se l’era lasciato sfuggire, ovviamente. L’occhiata severa di Molly era stata una conferma. Non voleva preoccupare i figli e gli amici, ma il discorso era saltato fuori fin troppo facilmente.
Quella sera avevano avuto Moody come ospite a cena. E quando il vecchio Malocchio era in giro, i discorsi allegri potevano perfettamente uscire dalla porta principale e andare a farsi un giro. Hermione ammirava il coraggio dell’Auror e, certe volte, ammirava anche i suoi modi bruschi e cinici. Ma Moody era il ritratto della realtà: fuori c’era un guerra e qualche scherzo fatto tra le sicure protezioni della Tana non avrebbe cambiato quella realtà.
Dopo cena, quella sera, erano rimasti seduti al tavolo a parlare degli ultimi avvenimenti annunciati dalla Gazzetta del Profeta. Molly aveva cercato di cambiare argomento, ma la tenacia di Harry non poteva essere sottovalutata. Messi sotto torchio, i membri dell’Ordine furono costretti a rispondere a qualche domanda. Ed era stato proprio allora che Arthur, inconsapevolmente, aveva pronunciato la frase che avrebbe tormentato i pensieri di Hermione nelle ore successive.
“Il tempo sta cambiando. Tutto sta cambiando. Arriva una tempesta, come l’ultima volta. Forse siamo pronti, forse non lo siamo abbastanza. Ma ormai non ha più senso negarlo. La guerra è..”
Poi si era zittito. Aveva incrociato lo sguardo della moglie e aveva chiuso la bocca. Hermione sapeva perfettamente cosa stesse per dire. Tutti, a quel tavolo, lo sapevano.
Nel silenzio della cucina della Tana, interrotto solo dai grilli e dal vento profumato di tempesta, Hermione mormorò: - La guerra è iniziata..-
Non ci furono risposte. I mobili rimasero in silenzio. Il bicchiere d’acqua ricambiò immobile il suo sguardo. Nessuno avrebbe osato contraddirla.  La guerra era veramente iniziata. A cosa stavano andando incontro? Cosa avrebbero dovuto affrontare, quell’anno?
Hermione sospirò e bevve un sorso, rimuginando fra i suoi pensieri. In lontananza, sentì dei passi scendere le scale. Rimase immobile, consapevole che prima o poi quel momento sarebbe arrivato. Dopo qualche istante, Hermione alzò lo sguardo e vide Fred attraversare a passo felpato la cucina. Senza dire una parola arrivò fino a lei e la abbracciò. Hermione appoggiò il bicchiere nel lavandino e posò la testa sulla spalla di Fred. Chiuse gli occhi e avvolse le braccia attorno alla sua vita.
- Sai che dormire fa bene?- chiese Fred, in un sussurro.
- Così dicono..- rispose Hermione.
- Perché non ci riesci?- chiese curioso.
Hermione scrollò le spalle. – Pensieri. Troppi. –
- Te l’ho detto un milione di volte: pensare fa male!-
- Te l’ho detto un milione di volte: parli sempre troppo!- ribatté lei, sollevando la testa.
Sorridendo, Fred le circondò la guancia con una mano e la baciò. Un po’ di pensieri si sgretolarono nella sua mente. Hermione si lasciò cullare da quel bacio tenero, sapendo che prima o poi avrebbero dovuto parlarne. Fred aveva la testa dura. Era difficile sottrarsi alle sue domande. Prima o poi, Hermione avrebbe dovuto confessare. O meglio, lui l’avrebbe fatta confessare. Perciò perché concedergli quella soddisfazione? Tanto valeva sorprenderlo!
Hermione si separò dalle sue labbra e lo guardò negli occhi.  – Tuo padre ha ragione –
- Avere ragione è un vizio di famiglia..- commentò Fred, con un sorriso.
Suo malgrado, Hermione ricambiò, felice che Fred riuscisse sempre a rendere ogni argomento difficile un po’ più leggero.
- Sii serio..- lo rimproverò con un sorriso.
- Sai che non è il mio forte!- puntualizzò lui.
Hermione annuì. – Credo di amarti proprio per questo, ma non dirlo  a nessuno –
- Il tuo segreto è al sicuro!- scherzò lui, con un occhiolino e un sorriso vispo.
Hermione alzò gli occhi al cielo. – Come farai senza di me per un anno?-
Nel silenzio, Hermione riuscì quasi a udire uno schiocco. Aveva sganciato quella bomba con naturalezza, mascherando la sua sofferenza dietro il sarcasmo e l’ironia. Aveva lanciato il sasso, senza nascondere la mano. Era stata avventata e impavida. Solo così avrebbe potuto introdurre quell’argomento che le stava logorando il sangue nelle vene.
Fred mascherò quella stessa tristezza dietro un sorriso. – Potrei chiedere a Silente di reintegrarmi per completare l’anno che ho mandato in fumo!-
Hermione inarcò le sopracciglia con aria scettica. – Torneresti a scuola?-
- Per te affronterei anche un Piton isterico in mutande, qualche problema?-
Hermione strinse le labbra per non ridere, o per non vomitare alla vista dell’immagine che si era creata nella sua mente. Scacciò il pensiero di Piton in mutande e tornò seria.
- Non devi tornare a scuola!-
- Granger, per favore: il mio cuore non è pronto a subire un attacco simile!- recitò lui, posando teatralmente una mano sul petto.
Hermione alzò gli occhi al cielo. – Ho le mie ragioni per pensarlo. George, il negozio, il lavoro, la tua famiglia! Sta per succedere qualcosa e dovrete essere qui a proteggere i vostri genitori, quando accadrà!-
Il brusco ingresso di quelle parole serie e profonde cancellò il sorriso dal volto di Fred. Lentamente, accarezzò la guancia di Hermione e sfiorò le sue labbra con un bacio.
- Crudele che io debba scegliere chi proteggere. Te o la mia famiglia!- disse.
Hermione sorrise. – Non è crudele, è solo la vita. È ingiusta. Non è una questione di scelte..-
- Lo è invece. Anche se non è esatto quello che ho detto!-
- Perché?- chiese lei confusa.
Fred sfoderò un sorriso vispo.  – Be’, ho detto che avrei dovuto scegliere fra te e la mia famiglia. Ma è sbagliato, perché tu fai parte della mia famiglia –
Quelle parole rischiarono di gonfiarle gli occhi di lacrime, ma Hermione rimase salda e continuò a respirare, mentre il cuore accelerava la sua corsa. Fred le accarezzò la guancia, consapevole del vortice di pensieri confusi che le sue parole avevano scatenato nella mente di Hermione.
- In che senso?- chiese lei, quasi tremando.
- Non credo di dovertelo spiegare!- rispose lui, con un sorriso.
Hermione accennò un piccolo sorriso, ancora preda di una strana emozione che le aveva attanagliato il cuore in una morsa tutt’altro che fastidiosa.
- Vuoi dire che è come se fossi una di famiglia?- tentò lei.
Fred sospirò. – No, tu sei una di famiglia. Sei la mia famiglia. Punto!- aggiunse, tappandole la bocca con due dita.
Hermione scacciò la sua mano con espressione offesa. – Non volevo obiettare!- protestò.
Fred la squadrò con sguardo indagatore. – E cosa volevi dire?-
- Che in ogni caso non devi sentirti in colpa!- rispose lei, un po’ sincera un po’ bugiarda.
In realtà, avrebbe voluto chiarire con Fred quel punto così scottante della conversazione: la famiglia. Ma lasciò che lui tergiversasse e che l’argomento cadesse in un torrente impetuoso di discorsi lasciti in sospeso. Prima o poi, sarebbero arrivati alla cascata che scendeva vertiginosamente verso il basso. E loro li avrebbero affrontati.
- Il punto è che io sarò al sicuro. Hogwarts è un posto sicuro..- aggiunse subito Hermione.
- Sì, certo. Il migliore del mondo. Chiedilo al Troll che ha tentato di ucciderti al primo anno, al Basilisco che ci è quasi riuscito e a quella simpatica vipera della Umbridge!- la interruppe lui, con evidente sarcasmo.
- Fred, lo sai che intendo. Abbiamo Silente!-
- Anche Voldemort ha una bacchetta. Qual è il punto?-
- Sappiamo difenderci e lo sai. Sono brava a combattere, lo dimostra ciò che è successo al..-
- No, ti prego!- sbottò Fred, alzando una mano. – Non citare il Ministero: è ancora un argomento scottante!-
Parlando di argomenti in sospeso..
Hermione, suo malgrado, sorrise. – Sarò al sicuro. Il punto è: come farai senza di me?- chiese, aggiungendo un pizzico di malizia.
Fred colse quella bandiera bianca e accettò la tregua. – No, come farai tu senza di me! È questa la vera domanda –
Hermione si morse un labbro e gli circondò il collo con le braccia. – Non so se potrò resistere..- mormorò, esagerando il tono suadente.
Sorridendo, Fred strinse le mani sui suoi fianchi. – Lo so, sarebbe strano il contrario!-
- Fred..-
- Sul serio, è risaputo che non puoi vivere senza di me!-
- Escogiterò qualcosa..c’è sempre McLaggen!-
- Molto divertente, Granger! Ma lasciamo da parte per un attimo il nostro viscido amico, o anche per sempre, ..e se ti decessi che ho un piano?-
Hermione aprì la bocca e la richiuse, cercando di capire se Fred stesse scherzando o meno. – Un piano?- chiese, dubbiosa.
Fred annuì con un sorriso Malandrino. – Un piano molto ingegnoso. Scommetto che la tua brillante testolina potrebbe arrivare a capirlo, così!- disse, enfatizzando il concetto schioccando le dita.
Hermione assottigliò lo sguardo. – Come?- chiese, curiosa e pronta a raccogliere quella sfida al tempo stesso.
Era pur sempre la brillante Hermione Granger!
Fred arricciò le labbra con finta indifferenza. – Diciamo che, nell’arco di queste settimane, è successa una cosa che potrebbe aiutarti!-
- Potresti essere un po’ più specifico?- sbottò lei.
- E’ successa a me e George – rispose lui.
Hermione si fermò un attimo per riflettere. Cos’era successo a lui e George?
Be’, avevano incendiato per sbaglio le coperte di Ginny; George era stato morso da uno gnomo che Ron gli aveva infilato nel pigiama; Fred aveva fatto esplodere un vecchio calderone senza avere la più pallida idea di come ci fosse riuscito; George si era ritrovato un serpente vero fra le coperte, una piccola vendetta di Ginny; insieme avevano discusso con la madre sul futuro del loro negozio..
Il negozio..
Qualcosa nel cervello di Hermione si accese. Il suo sguardo tornò a concentrarsi su Fred, che la guardava ancora sorridendo.
- Ha a che fare con il negozio?- chiese, tastando il terreno.
Fred nascose l’entusiasmo dietro a un’espressione impassibile. – Può darsi –
Hermione annuì. – Sì, ha che fare con il negozio. Sei un pessimo attore!-
- Inutile negarlo. Avanti, continua!-
Sospirando Hermione si passò una mano fra i capelli. – Non fai prima a dirmelo?-
- No..-
- Perché?-
- Perché mi annoio, e questo è maledettamente divertente. Forza, Granger!-
- Be’, l’unica novità sul vostro lavoro è che Zonko vi ha fatto quella proposta che..-
Ma Hermione tacque all’improvviso. Non poteva essere. O sì?
Improvvisamente, tanti puntini luminosi si collegarono nella sua mente. E lo vide. Il piano di Fred. Assurdo. Geniale. Potenzialmente pericoloso. Assolutamente folle.
- Oh, no..- mormorò Hermione.
Spostò lo sguardo su Fred e lo vide sorridere come un bambino. Quella era la conferma che la sua intuizione fosse tutt’altro che errata.
- Oh, sì!-
- No, Fred, ti prego..-
- Perché?- chiese lui spavaldo.
- Perché è pericoloso e rischierei di cacciarmi in un mare di guai!-
- Tanto per cominciare non è pericoloso: è geniale! Secondo, tu sei una calamita umana per i guai. E terzo: niente andrà storto!-
Hermione sospirò. – E’ difficile da credere..-
Fred le sorrise e le accarezzò la guancia. – Credo sia un piano davvero perfetto: uno dei migliori che ho ideato!-
- Sei sempre molto modesto – borbottò Hermione.
Fred rise piano. – Ammetterai che ho valide ragioni per esserlo!- ironizzò.
Hermione sbuffò, ma non riuscì a trovare un argomento a suo favore.
- Vuoi che ti illustri i dettagli?- chiese Fred, con un sorriso intrigante.
Hermione arricciò le labbra. – Se proprio devi..-
- D’accordo: allora, tanto per cominciare io e George saremo a Hogsmeade quasi tutti i finesettimana. So che sarà impossibile vederci proprio tutte le settimane, ma sono ottimista! Harry ti darà la Mappa. Usa il passaggio sotto Mielandia, perché è il più sicuro. Poi da lì ti aspetterò io, ma solo la prima volta, per indicarti la strada. Meglio se non ci vedono insieme, di questi tempi. C’è una casa abbandonata due vie dietro la Testa di Porco. Io e George l’abbiamo già sistemata a dovere con tutti gli incantesimi di repertorio. È perfetta. Tornerai a Hogwarts tramite il passaggio della Stamberga Strillante, perché di notte è più sicuro. E nessuno avrà notato la tua fuga. Harry e Ginny ti copriranno !-
- E Ron?- chiese Hermione perplessa.
Fred inarcò le sopracciglia in un gesto eloquente. – Vuoi seriamente affidare a Ron la buona riuscita del piano?-
Hermione si prese qualche secondo per ingannare la sicurezza di Fred, ma poi cedette: - No..- borbottò, fra i denti.
Lui le sorrise. – Esatto. Fine, Granger. Questo è quanto!-
- Non funzionerà..-
- Funzionerà, invece!-
- E se mi beccano?-
- Silente e la McGranitt chiuderanno un occhio!-
- Come fai a esserne sicuro?- sbottò lei, incrociando le braccia.
Fred alzò gli occhi al cielo e posò le mani sulle sue gambe. – Granger, sul serio, pensi che quei due butteranno fuori da Hogwarts la migliore amica del Prescelto, privandola della loro protezione e gettandola in pasto a Voldemort come esca che potrebbe usare per scatenare la furia di Harry e la conseguente guerra?-
Hermione boccheggiò, in cerca di qualcosa da dire, qualunque cosa. Ok, Fred aveva ragione, ma non poteva regalargli quella soddisfazione. Doveva controbattere, subito!
Il sorriso loquace di Fred minò il suo tentativo. – So che non sei abituata a perdere in una guerra di intelligenza, ma chiudi quella bocca!- le disse, sfiorandole il mento con le dita.
Per tutta risposta, Hermione serrò le labbra e lo colpì con un pugno sulla spalla. Ridendo, Fred avvolse le braccia attorno alla sua schiena e la baciò. Hermione impedì alle sue labbra di cedere a quella carezza e le strinse a tal punto da sentirle formicolare. Riuscì davvero a resistere..per nemmeno dieci secondi! Il calore invitante delle labbra di Fred sciolse il tentativo di resistenza di Hermione. Le sue labbra si mossero audacemente contro quelle di lui. Hermione perse il controllo del proprio corpo e della propria mente e, nel tempo di un sospiro, si ritrovò a stringere le gambe attorno a lui e ad aggrapparsi alle sue spalle, mentre quel bacio bollente diventava sempre più profondo. Le mani di Fred scivolarono sotto la sua maglietta e Hermione rabbrividì, nonostante il caldo. Stringendosi contro il suo corpo, Hermione lasciò andare via ogni pensiero. Avevano un mese? Tanto valeva goderselo davvero!
Ricambiò il bacio di Fred con passione impetuosa e insinuò le mani sotto la sua maglia, aggrappandosi alla sua schiena. La bocca di Fred scivolò sul suo collo e cominciò a torturare la sua pelle con baci sempre più roventi. Il profumo di cannella dei suoi capelli investì Hermione, travolgendo i suoi sensi. Trattenne un gemito, quando lui strinse in denti sulla sua pelle. Impaziente, Hermione sollevò gli orli della sua maglia, ma il suo gesto frenetico fu interrotto da uno schianto. Entrambi sobbalzarono spaventati. Hermione udì un grido, un lamento e una serie raccapricciante di rumori.
Qualcuno era appena caduto giù dalle scale!
Ancora terrorizzata, Hermione fece per scattare in avanti, ma Fred la tenne stretta per i fianchi, scuotendo la testa. Una voce guaì dal fondo delle scale.
- Per le mutande di Merlino..- mormorò.
Hermione drizzò la schiena. – E’ Ron?- sussurrò all’orecchio di Fred.
Lui annuì. – Mi ero scordato che George aveva piazzato una trappola per lui!- mormorò.
Hermione aprì la bocca sgomenta. – Potevo caderci io!-
- No, era riservata a lui. È una nostra nuova invenzione: è come una specie di Traccia. Interferisce solo sulla persona a cui è riservato lo scherzo!- aggiunse soddisfatto.
- Non dovremmo andare a vedere se è ferito o morto?- borbottò Hermione, severa.
Un movimento ai piedi delle scale li fece tacere. Nel buio, videro una sagoma alzarsi goffamente. Una luce si accese ai piani superiori e la voce di Molly invase le scale.
- Oh-oh.. – mormorò Fred, per poi sollevare Hermione dal bancone e girare rapidamente su se stesso.
Hermione udì uno schiocco, il solito colpo all’addome e l’aria divenne compressa e irrespirabile. Non ebbe nemmeno il tempo di entrare nel panico. Piombarono a capofitto sul letto, nella stanza di Fred. L’atterraggio sul materasso era stato sicuramente il migliore della sua lista!
- Odio quando lo fai..- mormorò lei, aspettando che la leggera nausea passasse.
- Pensa quando dovrai farlo da sola!- commentò lui, tornando ad accarezzarle la schiena.
- Potresti anche fingerti preoccupato per Ron!- sbottò Hermione.
Fred scosse la testa e passò la lingua sul collo di Hermione. – E’ in buone mani – mormorò – E poi George aveva previsto il volo dalle scale. C’era una specie di incantesimo di protezione. Era solo troppo tonto e assonnato per rialzarsi subito!- spiegò.
Quelle parole rilassarono Hermione, che realizzò solamente in quel momento la brusca interruzione provocata dalla caduta di Ron.
Con un sorriso provocatorio, sussurrò: - Non mi avevi detto che dovevo dormire?-
Fred rise sulla sua pelle. – Ormai dovresti saperlo: con me non esistono regole!-
Hermione chiuse gli occhi e si lasciò cullare da quei baci. Oh sì, lo sapeva eccome. Sapeva quante regole avessero infranto e quante ne avrebbero infrante. Era sempre stato il loro gioco: non esistevano limiti, non esistevano leggi. Potevano appellarsi solo a quell’attrazione fatale che li aveva spinti l’una verso l’altro. Potevano solo lasciarsi andare, senza opporre resistenza. Perché poi, opporsi, non aveva davvero senso.
 
 
 
 
 
 
 
- Dovrei stilare una nuova lista di regole!- esclamò Fred, dall’alto di una scala.
- Che senso avrebbe? Tanto sai che non le rispetterà!- commentò George, seduto sul pavimento con in mano una pila di fogli.
Ridendo, Fred balzò giù dalla scala e cercò lo sguardo di Hermione. – Vuoi negare?-
Per tutta risposta, lei gli lanciò un scatola vuota di Torroni Sanguinolenti.
- Dovremmo prenderci una pausa!- sbottò Hermione.
- Dovreste sposarvi!- commentò George, senza staccare gli occhi dai suoi fogli.
Questa volta la scatola colpì la sua testa.
- Ahi! Che ho detto?- si lamentò, massaggiandosi la fronte.
- La cosa sbagliata, come sempre!- rispose Angelina, sbucando dal magazzino insieme a Ginny e Harry. Erano tutti e tre carichi di scatoloni.
Ron per poco non scivolò dalla scala sulla quale era arrampicato. – Chi è che si sposa?- chiese allibito, e una scatola di Crostatine Canarine gli scivolò dalla pila che teneva fra le braccia.
Sotto di lui, Lavanda la afferrò al volo. – Fred e Hermione!- rispose.
Hermione si batté una mano sulla fronte, mentre Ginny scoppiava a ridere.
- Non lasciatevelo scappare davanti alla mamma!- commentò Ron divertito.
Hermione lo fulminò con lo sguardo. – Ronald, non ci sposiamo!-
- Secondo me dovreste..- commentò Ginny.
Hermione fulminò anche lei, ma Fred fu più veloce nel dare una risposta. – Meglio chiudere l’argomento, o lei ucciderà qualcuno!-
Poi rivolse uno sguardo tenero a Hermione, che non la ingannò nemmeno per un istante. Lei gli lanciò una scatola di Paludi Portatili che lui afferrò al volo, per poi sistemarla sullo scaffale. Hermione non riuscì comunque a trattenere un sorriso. Fred le fece un occhiolino, e lei alzò gli occhi al cielo.
- Spiegatemi una cosa – si lamentò Ron, sempre arrampicato sulla scala. – Perché dobbiamo aiutarvi a sistemare il negozio proprio di sabato sera? Alla radio trasmettevano la partita dei Cannoni di Chudley, in diretta!-
La testa di Lee sbucò da dietro un’immensa pila di scatole di Fuochi Forsennati. – Ron ha ragione!-
- Chissà chi sta vincendo!- commentò Katie, mentre suddivideva con Lavanda le Orecchie Oblunghe dai Cappelli Decapitanti.
- Perché la nostra compagnia è meglio di una partita!- rispose Fred.
Hermione sbuffò ironica.
- Qualcosa in contrario, Granger?-
- E’ una lista infinita. Da dove comincio?- rincarò lei, facendo ridere tutti.
Sorridendo, Fred si concentrò sullo scaffale che aveva davanti. George sollevò gli occhi dagli elenchi del magazzino e cercò Harry con lo sguardo.
- Servono altre due scatole di Cappelli Scudo!- esclamò.
Ginny sbuffò. – Siamo i vostri fratelli e amici, non Elfi Domestici!- protestò.
La testa di Lee riemerse di nuovo dalla sua piccola fortezza. – E questo sarebbe il mio giorno libero!-
- Tu non hai un giorno libero, Lee!- rispose George.
- Nessuno di noi, ce l’ha!- aggiunse Fred.
- E noi?- chiese Ron, allungando le braccia verso Katie, che gli stava passando altre scatole.
- Voi ci adorate talmente tanto, da esservi offerti volontari per questo lavoro!- rispose Fred.
Hermione inarcò le sopracciglia. – Non ricordo di averlo fatto!-
- Perché ti ho cancellato la memoria!-
Hermione si girò verso George. - La prossima volta fai volare lui dalle scale!-
George le rivolse un sorriso divertito. – Se si rompe qualcosa, poi ti occupi tu di lui!-
Hermione rifletté su quelle parole attentamente, e poi sorrise. – Sai che ti dico? Lascia perdere, me la cavo da sola!-
Schivò una scatola vuota che Fred le lanciò e gli rivolse un sorriso divertito, che lui non riuscì a non ricambiare.
- Siete così teneri!- cinguettò Lavanda.
Ginny nascose un sorriso dietro la mano, fingendo di grattarsi il naso. Harry tossì, mascherando una risata.
- Hai sentito, Granger?- la prese in giro Fred.
- No, Weasley, ero troppo occupata a trovare una scusa per lasciarti!-
- Non hai bisogno di pensare tanto, allora!- puntualizzò George, scatenando una serie di risate.
Fred lo colpì in testa con un tubo di plastica. – Scusa, ma tu da che parte stai?-
- Dalla parte più pericolosa, cioè lei!- rispose, indicando Hermione.
La ragazza incrociò le braccia con aria soddisfatta. – Sentito, Weasley? Sono quella più pericolosa!-
Fred si girò verso di lei e sfoderò un sorriso malizioso. – No, scusa, Granger! Ero troppo occupato a trovare un modo per tapparti la bocca!-
Hermione sgranò gli occhi indignata e arrossì, mentre il resto del gruppo soffocava le risate. Lee alzò un braccio dalla sua fortezza ed esclamò: - Dieci punti per Fred!-
- Cosa devo fare con questi?- chiese Ginny, estraendo delle confezioni sgargianti da uno scatolone.
George sollevò lo sguardo. – Secondo scaffale a destra!- rispose.
Ginny spinse con una bracciata lo scatolone ai piedi di Ron, che era appena sceso dalla scala.
- A te, fratellino!-
Ron sbuffò. – Che diamine, perché tocca sempre a me?-
- Perché il tuo equilibrio sulle scale non conosce rivali!- rispose George.
Hermione e Fred si scambiarono un’occhiata divertita. La testa di Lee spuntò da dietro le scatole. – Che intendi?- chiese, ficcando il naso come sempre.
Katie alzò gli occhi al cielo e lo colpì con una confezione di mangime per Puffole Pigmee. – Fatti gli affari tuoi, Lee!-
- Ero solo curioso!-
- Diciamo che Ron ha avuto un piccolo incidente sulle scale!- rispose Fred.
- E’ un tantino distratto, a volte!- commentò George.
- E inciampa!-
- Però l’hanno raccolto subito, tranquillo Lee!-
Ron arrossì fino alle orecchie. – Divertente George! Infatti è stata colpa tua!-
Il fratello lo fissò con finto orrore. – Come puoi dire una cosa del genere?-
Angelina sospirò esasperata e appoggiò la fronte contro uno scaffale. – A volte mi chiedo cosa ho fatto di male nella vita..- borbottò.
- E poi chi ti dice che sia stato io e non Fred?- domandò George, sfidando il fratello più piccolo a contraddirlo.
Fu Fred, però, a tradire l’alleanza. – No, mi dispiace. Non sono stato io!- disse convinto.
- Perché dovrei crederti?- chiese Ron, un po’ divertito, un po’ spavaldo.
Hermione fiutò il pericolo e drizzò la schiena, cercando di intercettare lo sguardo di Fred. Doveva fermarlo, subito! Ma il suo piano sfumò..ovviamente.
- Perché avevo di meglio da fare, in quel momento!- rispose, con un sorriso vispo.
Hermione sospirò e seppellì lo sguardo in uno scatolone pieno di confezioni di Pasticche Vomitose, sperando che la risucchiasse.
- Ah sì, e cosa stavi facendo?- chiese George, con un sorriso malizioso.
Hermione e Angelina lo colpirono contemporaneamente con due sacchetti di Api Frizzole che Lee aveva portato da Mielandia.
Ron scosse la testa sorridendo e cominciò a risalire la scala con le braccia cariche di nuove scatole.
Ridendo, Ginny si raggomitolò come un gatto su un banchetto di legno dove Harry stava smistando i Telescopi Pugno, suddividendoli per colore. Si chinò per baciarlo dolcemente e poi rivolse lo sguardo al resto del gruppo.
- Hogwarts non sarà più la stessa, senza di voi!- disse Ginny, nostalgica.
Gli sguardi di tutti caddero sui gemelli, su Lee e Angelina. Hermione sospirò davanti alla crudeltà di quelle parole. Vere, dannatamente dolorose da accettare.
- Sono stati gli anni migliori della mia vita!- commentò Lee, guardando soprattutto Katie.
Anche lei sarebbe tornata a Hogwarts senza di lui. Hermione si rese improvvisamente conto di quanto fossero simili le loro situazioni.
- Tieni alto l’onore dei Weasley!- disse George a Ginny.
- Rendici fieri!- aggiunse Fred, avvicinandosi però a Hermione e prendendole una mano.
- Ehi, perché non lo dite a me? Sono un Weasley anche io!- protestò Ron.
Quello slancio gli fece perdere l’equilibrio e prima che qualcuno potesse rispondere, Ron scivolò sul gradino e cadde dalla scala, atterrando Lee che era corso in avanti per afferrarlo. La scena fu così comica che le risate spazzarono via la malinconia di quel momento. Hermione si girò verso Fred e incontrò i suoi occhi.
- Ce la farai!- mormorò Fred, coperto dalle risate e dalle voci degli altri che erano andati a soccorrere Ron e Lee.
Hermione annuì. – Lo so. E poi abbiamo sempre il tuo piano!-
Fred sorrise e la baciò. Avevano un piano. E avrebbe funzionato.
 
 
 
 
 
 
 
Dire addio alla Tana fu doloroso. Salutare Molly e Arthur richiese molto coraggio e forza d’animo. Persino abbracciare Fleur mosse qualcosa nel cuore di Hermione.
Il saluto più doloroso, comunque, fu quello di Fred. Il bacio che si scambiarono sul binario dell’Espresso per Hogwarts, il primo settembre, fu così intenso che rischiò di mandare all’aria le sue intenzioni di continuare gli studi.
Sulla banchina affollata, genitori e figli si scambiavano abbracci con sguardi carichi di apprensione. Cosa sarebbe successo, in quei mesi di lontananza? A che punto sarebbe arrivata la guerra, prima che potessero riabbracciare i loro cari?
Hermione strinse la mano di Fred e cercò i suoi occhi.
- Ti amo – mormorò lei.
Fred le sorrise, un sorriso vero, di quelli che l’avevano sempre incantata. – Ti amo anche io –
- Stai attento!- esclamò lei, preoccupata.
- Lo farò. Puoi promettermi che farai la stessa cosa?-
- Certo!- rispose lei, con un sorriso convincente.
Fred sospirò. – Avete seguito Malfoy da Magie Sinister!-
- Shh, abbassa la voce!- mormorò lei, guardandosi intorno.
- Potresti evitare di cacciarti nei guai?-
- Ci proverò, ma tu tieni gli occhi aperti!- si raccomandò lei. – E se il pericolo è in agguato, scappa e non fare l’eroe!-
- Da che pulpito viene la predica!-
- Fred..-
- D’accordo, lo giuro!-
Sorridendo, Hermione si sollevò per baciarlo di nuovo. Abbandonata l’ascia di guerra, Fred la strinse fra le braccia per vivere quel bacio fino all’ultimo sospiro. L’unica certezza che avevano, in quel momento, era l’affidabilità del suo piano per rivedersi.
- Ci vediamo a Hogsmeade!- le sussurrò all’orecchio.
Sorridendo Hermione sfiorò la sua guancia con le labbra. – Ci vediamo a Hogsmeade!-
Il fischio del treno richiamò la loro attenzione. Molly la strappò dalle braccia di Fred, la strinse in un caloroso abbraccio stritola-ossa e la spinse verso le scalette del vagone.
Dallo scompartimento che occupavano Hermione, Harry, Ginny, Ron, Neville e Luna salutarono chi li guardava dalla banchina. Hermione incontrò gli occhi di Fred e ne memorizzò ogni sottile dettaglio. Sorrise tranquilla e lui ricambiò. Quando il treno curvò e la stazione svanì, Hermione aveva ancora l’immagine di Fred, che avvolgeva un braccio attorno alle spalle della madre, bene impressa nella mente.
Il treno prese velocità. Hermione osservò il mondo fuori dal finestrino. La campagna grigia e spenta sotto le nuvole cariche di pioggia sembrava quasi surreale. Se quello era l’inizio, allora non era un buon segno. Una mano le accarezzò la gamba e lei si girò.
Ginny le rivolse un sorriso dolce. – Conto alla rovescia?-
Hermione ricambiò il sorriso. – Conto alla rovescia!
 
 
 
 
 
 
Dice l’Autrice:
 
 
Ed eccomi qui, come promesso ho anticipato l’aggiornamento a lunedì! Spero di..ehm..essermi fatta perdonare ;) (if you know what I mean!)
Dunque: so che questo capitolo è un po’ corto! Ma volevo contenerlo un po’ a una limitata serie di vicende! Avete capito il piano di Fred, vero?!
Volevo semplicemente ringraziarvi per tutte le emozioni che mi regalate ogni volta! Grazie infinite, non esistono altre parole per dirlo! Scrivere è un’esperienza meravigliosa, soprattutto perché mi ha permesso di conoscere delle persone così fantastiche! Grazie, grazie, e ancora grazie!
Ora, lascio a voi la parola: che ne pensate di questo capitolo?
Baci di Mielandia :)
Amy 
  
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