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Autore: JustABitchOnAStroll    17/02/2014    3 recensioni
- Ciò non significa necessariamente che voglia parlare con te! -
- Sei proprio una bastarda -
- Sei proprio un coglione - risposi io a tono.
Dopo qualche attimo di silenzio tornò all'attacco - Come mai sei qui? -
Sbuffai - Ho ucciso un po' di gente -
Della serie " Rimaniamo sul vago "
- Ah... E ti vogliono giustiziare per così poco? -
- Sarebbe anche stato " poco " come dici tu, se non avessi ucciso anche tutti gli anziani del mio villaggio... Però è stato stranamente appagante, lo ammetto - dissi sospirando - Come ti chiami? -
- Hidan - fece una pausa - Per essere una ragazza devi aver messo su un bello spettacolo al tuo villaggio... Mi immagino tutto il sangue... - sospirò di piacere - A Jashin-sama sarebbe piaciuto -
- No, non c'è stato nessuno spargimento di sangue - commentai, parecchio scioccata dal suo commento precendente.
- COSA!? -
Rimasi convenientemente zitta.
Bhè, non è che si vedesse tutti i giorni un tizio a cui piacevano sbudellamenti e varie.
Vabbè, nel mio caso "sentisse".
Dannato Kekkei Genkai di merda.
Spero di avervi incuriosito, anche se sapete che dalla mia testolina bacata non può uscire niente di buono!!
Enjoy!
Ciauuu!
Alice_
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akatsuki, Hidan, Kakuzu, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Love is truly blind cap 26
- Quindi è questo che ti è capitato veramente, cogliona... - ridacchiò - Minchia che passato tragico -
- E' la verità, baka! - feci io, leggermente piccata, anche se sapevo che lo faceva solamente per cercare di sdrammatizzare.
Per quanto si potesse sdrammatizzare una cosa come quella.
- Cazzo, non ti offendere, cercavo di uh... Evitare l'argomento...? - fece, prendendo la boccetta di smalto verde dal comodino e svitandone il tappo.
- Lo so, lo so, ci ero arrivata - lo guardai un attimo - Sono qui da un bel pezzo e ancora non ho capito perchè mai ci dobbiamo mettere lo smalto. -
- Non lo chiedere a me, cogliona. E' una rottura di palle e basta - cacciò fuori la lingua in un'espressione concentrata, prima di passare una pennellata di smalto completamente storta - Vaffanculo -
Risi di gusto, lanciandogli un batuffolo di cotone imbevuto di acetone per pulirsi - Lascia fare a me, che è meglio -
- Bah - fece, cominciando a rimuovere lo smalto - Odio fare questa roba. Mi fa sembrare una fottutissima ragazza -
- Fa schifo pure a me. E io sono una ragazza - ridacchiai, prendendogli la mano e mettendomela in grembo per poi fulminarlo - Muoviti e sei morto -
- Non risulti molto convincente con in mano la cazzo di boccetta dello smalto - ghignò, aggiustando la sua posizione sul letto - E poi lo metto io a te, comunque -
- No no no no, non ti ricordi che è successo l'ultima volta? - inarcai le sopracciglia, cominciando a dipingergli le unghie - E non ho voglia di andare in giro con un'altra striscia verde in faccia. -
- Ma ancora non stavi con il sottoscritto - puntualizzò, - Prometto che non ti dipingerò la faccia -
- Uhm... - finii di dipingere la mano e alzai lo sguardo - E va bene. Dipingimi la faccia e ti faccio a pezzi. Sono stata chiara? -
- Cristallina, bastarda! - mi porse l'altra mano, cominciando a soffiare sull'altra 
Scossi la testa con un sorrisetto stampato in faccia mentre continuavo a mettergli lo smalto.
E questo è un perfetto esempio di frase che suona davvero malissimo.
- Ecco fatto - richiusi la boccetta e la posai sul comodino.
- Non credere di sfuggirmi, cogliona! - prese ad agitare le mani per far asciugare tutto - Adesso tu rimani lì ferma e fottutamente immobile e aspetti. - dichiarò con una specie di espressione solenne.
- Ah-a... -  mi rimisi comoda sul letto, mentre lo guardavo imprecare ogni tre secondi contro lo smalto che non si asciugava - Stai cominciando ad insultare gli oggetti inanimati... Mi dispiace per il tuo neurone, deve sentirsi solo... Poverino... - ghignai alla sua occhiataccia.
- Benvenuta nel club di quelli che insultano la mia intelligenza! - fece, guardandomi male.
- Quale intelligenza? - risi, allungando una mano per scompigliargli i capelli - Dovevi vedere la tua faccia! - riuscii a dire tra una risata e l'altra.
- Smettila di ridere, donna! - si rimise a posto - Nessuno mi tocca i capelli e vive per raccontarlo! - fece, spingendomi contro il letto senza troppa fatica e tenendomi lì con una mano sul petto.
- Ehi! - arrossii leggermente per la posizione della sua mano, ma mi ripresi quasi subito - Nemmeno chi ti ha dissotterrato, procurandosi millantasei ferite alle mani? - inarcai un sopracciglio tirando su, appunto, le mani, dove erano visibili una serie di cicatrici bianche dalle forme più strane.
- Uh... Considerando quello direi che potrei anche tollerarlo... - ghignò - Ma devi farti perdonare -
- Ahahaha, no. - incrociai le braccia sul petto con aria di sfida 
- Allora mi costringi - fece un sospirone fintissimo, prima di portarmi una mano sulla pancia.
Sgranai gli occhi non appena realizzai il suo intento - Non osare -
- Fammi smettere allora, bastarda - ghignò e cominciò a muovere le dita.
Il coglione, aveva scoperto che soffrivo il solletico e non perdeva occasione per sfruttarlo.
Cominciai a ridere come una pazza, cercando di trattenermi il più possibile - Bahahahstardo! - feci, dimenandomi in un tentativo di liberarmi del suo dolce peso - Smehehehttilahahah! -
Tempo trenta secondi e avevo già le lacrime agli occhi, avendo smesso di cercare di difendermi praticamente subito.
Sapevo che sarebbe stato inutile.
- Sei pronta a implorare perdono, cogliona? - ghignò, percorrendomi completamente con lo sguardo - Oppure devo continuare? -
- No no! Mi arrendo! - continuai a ridere anche dopo che aveva rimosso le mani, asciugandomi le lacrime che, alla fine, avevano preso a colarmi lungo le guance - Che stronzo che sei - risi
- Modestamente... - abbassò la testa, mordendomi il collo - ... Anche perchè avevo in mente un altro giochetto. -
- Hm? - inclinai la testa per fargli spazio - Sarebbe? -
- Contare le tue cicatrici - riuscii a sentirlo ghignare distintamente contro la mia guancia, mentre arrossivo violentemente per via dell'implicazione del suo " gioco ".

- Shira! Vieni subito qui! - tuonò un uomo, i capelli bianchi appiccicati alla fronte madida di sudore, passandosi una mano sul viso.
La ragazza in questione arrivò trafelata dopo pochi secondi, - Dimmi papà! - fece, con un leggero tremore alla voce che, fortunatamente, passò inosservato.
- Non posso più aspettare, è da settimane che brucio di febbre - fece, piantando i propri occhi spaiati, uno grigio e l'altro rosso, perso nella sclera nera, in quelli della figlia - Non aiuta di certo il fatto che tu l'abbia aiutata a scappare, un mese fa. - la sua espressione mutò in una di collera - Non credere che non l'abbia capito figliola - concluse
La ragazza venne percorsa da un tremito di paura, cominciando a tremare come una foglia - Ma è mia sorella... -
- Non m'importa. Ho bisogno degli occhi, e ne ho bisogno adesso -
- Ma non siamo come gli Uchiha! - protestò la corvina - Non so da dove tu abbia preso quell'occhio, probabilmente da qualche sopravvissuto al massacro, ma il tuo corpo lo rigetta! -
- Per questo ho bisogno di uno compatibile - la faccia dell'uomo si contorse in un ghigno - E qual miglior donatore che la mia stessa figlia? -
Shira boccheggiò, aprendo e chiudendo la bocca a multiple riprese, senza riuscire però ad articolare alcun suono.
- E adesso vattene, e non tornare se tu e i tuoi fratelli non l'avete presa e riportata qui. - concluse con un tono che non ammetteva repliche.
La ragazza inclinò la testa, nascondendo la sua espressione alla vista del padre - Mi rifiuto - fu la sua unica risposta, detta in un sussurro  - Mi rifiuto di portarti Haiiro! - si sollevò bruscamente, mostrando la sua espressione determinata.
- Che... Che cos'hai detto? - sibilò incredulo l'uomo, alzandosi e arrivandole pericolosamente vicino in poche e ampie falcate - Non mi pare di averti dato una scelta. -
- Il tuo corpo rigetterebbe gli occhi comunque! Te l'ho detto, papà! I Kuragari non sono come gli Uchiha! Non possono scambiarsi gli occhi... -
- Fai silenzio! - urlò, sollevando una mano e abbattendola con forza sul viso della figlia in uno schiaffo abbastanza forte da mandarla a terra - Non ti ho chiesto un parere. Mi servi solamente per il trapianto. - si girò, ritornando verso la sedia su cui era seduto in precedenza - E adesso vattene, prima che perda la pazienza sul serio. -
La corvina si tirò su con le gambe tremanti, parecchio scossa dall'accaduto mentre un'impronta violacea cominciava a delinearsi sulla sua guancia e, silenziosamente, uscì dalla stanza.

- Esattamente 60 cicatrici - riuscì a dire Hidan, tra un respiro e l'altro - Sono sicuro di averle contate tutte, cogliona -
Ridacchiai a mia volta, anche se ero praticamente senza fiato dopo il... Uhm... "Giochetto" che aveva voluto fare
- Credevo non riuscissi a contare oltre il dieci - feci, dandogli un pugno giocoso sulla spalla, mentre si portava dalla sua posizione sopra di me, ad una più comoda.
- Baaaah - fece, passandomi un braccio in vita e tirandomi a sè - Poi mi dici che sono io quello che rovina i momenti, eh? - mi morse il collo. 
Come se non lo avesse fatto abbastanza, nell'ora passata...
-La maggior parte delle volte sì, sei proprio tu - ridacchiai e tentai di rigirarmi per portare la testa sul suo petto - Ma stavolta è colpa mia , lo ammetto! - ghignai divertita e sollevai le mani a mo' di resa
Mi guardò pensieroso per un paio di minuti.
La cosa di per sè era parecchio allarmante, visto come Hidan non pensava. O per lo meno, quando lo faceva, le conseguenze erano catastrofiche.
- I tuoi capelli sono proprio bianchi, bastarda - fece, prendendone una ciocca e rigirandosela attorno alle dita.
Lo guardai con le sopracciglia inarcate, nella mia tipica espressione da " Ma che cazzo ti sei fumato per uscirtene con una cosa così?! "
- Ma davvero Hidan? Non me n'ero accorta! - replicai sarcastica
- E che cazzo, fammi finire la frase! - mi guardò male - I tuoi fratelli hanno i capelli neri. Mi domandavo come mai! Tutto qui! -
Scossi la testa. L'unico baka in tutte le grandi nazioni ninja in grado di fare certe domande dopo aver intrapreso certe... Ehrm... Attività, era lui.
Ma sarei stata altrettanto stupida ad aspettarmi una frase di senso compiuto.
Già.
- Loro assomigliano a mia madre. Io sono la copia sputata di mio padre - feci, rabbuiandomi leggermente alla sua menzione - Lei aveva i capelli neri e gli occhi azzurri, mentre mio padre... Be', guardami! - ridacchiai
- E comunque loro non hanno i tuoi occhi - fece una pausa - Strano, cazzo -
- E' la genetica, Hidan - feci spallucce - E sono stati fortunati, comunque -
- Uh... Brutto argomento... Pessimo argomento! - ridacchiò imbarazzato - Ops -
Ridacchiai - Non importa, almeno te ne sei accorto - gli baciai la punta del naso, mentre sentivo le sue mani passarmi sulla schiena in una specie di carezza confortante.
Anche se lui non era esattamente delicato.
Rimasi lì un per un po' a godermi le coccole, con gli occhi chiusi e la testa sul suo petto - Hmm... -
Lui rise e continuò - Ti sto trattando troppo bene -
- Ma vaffanculo - gli diedi un colpetto sul petto e aprii un occhio per guardarlo male - Dimmi quante volte l'hai fatto - ghignai divertita.
- Uh... Okay, mai -
- Ecco, quindi zitto e muto - riappoggiai la testa su di lui mentre lo sentivo ridere
- Come vuoi, cogliona - fece scivolare una mano tra i nostri corpi con un ghigno che non prometteva nulla di buono, prima di invertire le posizioni con un movimento preciso e ricominciare a farmi il solletico.
E senza i vestiti di mezzo era anche peggio del solito - Fahahahnculo! -

- Io non vengo. -
I due ragazzi nella stanza alzarono la testa dalla mappa che stavano esaminando, alquanto stupiti - Che cosa? - fece quello con i capelli raccolti in una coda bassa.
- No Koori... Se non riesco a convincervi, non voglio prendere parte a questa cosa... -
- Ma sorellina, che ti cambia? - cominciò l'altro, - Dopotutto Haiiro alla fine è passata dalla parte degli Akatsuki. Se la catturiamo faremmo un favore a tutti i villaggi. -
- Ma è nostra sorella! E' la più piccola! Aveva sette anni quando c'è stato il massacro! Non credete che forse è anche colpa nostra se si è unita ad Alba!? -
- Sei cieca Shira. Ha ucciso senza pietà gli anziani del villaggio. - replicò con tono piatto Koori, mentre riarrotolava la mappa che stava esaminando poco prima - E adesso fa parte di un'organizzazione criminale. Non è più nostra sorella. -
- Ma non l'avete vista?! - guardo prima uno poi l'altro - L'ultima volta... Quando l'abbiamo presa con il suo compagno... Ho sentito che cosa le diceva papà. -
- Oh Dio Shira, dimmi che non sei stata tu ad appiccare il fuoco! - fece Matsu, passandosi una mano tra i capelli, rendendoli più scompigliati di quello che non erano normalmente - Non posso crederci, l'avevamo in pugno! -
- Silenzio baka! - lo guardò con sguardo di rimprovero - Ho scoperto che papà aveva imposto una tecnica sulle sue memorie. Non ricordava niente. -
- Quindi non sapeva di avere ucciso nostra madre - Koori si portò una mano al mento - Questo già spiega più cose. - si fece pensieroso per qualche minuto - E a pensarci bene... No, non può essere... -
- Hm? - fece, interessatissima, la ragazza mentre prendeva una borsa del ghiaccio da un cassetto del pronto soccorso da mettersi sulla faccia
- Mi pareva di aver visto tra le carte di papà degli appunti riguardo una tecnica per il condizionamento della memoria... -
- Deve essere quella! - esclamò Shira - E' l'unica spiegazione. Magari c'è altro che papà vuole tenerci nascosto... -
- Ma voi due siete matti! - fece il terzo, alzando le braccia in aria - Haiiro è una criminale. Ha ucciso un botto di gente. Basta. -
- Matsu, sei davvero uno stupido se credi a tutto quello che ti viene detto. - 
- Sarai intelligente tu, Koori. - fece l'altro, incrociando le braccia sul petto -E comunque non mi fido. Devo ammettere che però anche quello che dice papà mi convince. -
- Mi inventerò una scusa e posticiperò la missione, Shira, ci stiamo fidando di te. E della nostra sorellina. - fece una pausa - Vai a prendere la pergamena, quella che aveva nostra madre. E cerca Haiiro - la guardò dritta negli occhi - Le informazioni in quella pergamena saranno sicuramente più utili a lei che ha gli occhi del clan che non a noi -
- Grazie fratelloni! - la corvina avviluppò entrambi in un poderoso abbraccio, prima di uscire di corsa e dirigersi verso la sua vecchia casa.

Erano undici anni che nessuno metteva più piede in quel luogo e Shira continuava a guardarsi attorno i muto orrore.
Le case che si ricordava ospitare numerose famiglie si presentavano cupe, annerite dalle fiamme che quella notte avevano ingoiato ogni cosa, lasciando il grigio come colore dominante. L'unica nota di colore era rappresentata da dei ciuffetti d'erba che, a testimonianza della forza della natura, facevano capolino dalla coltre di cenere che, ancora, dopo tutto quel tempo, ricopriva il suolo.
Senza soffermarsi troppo, la ragazza si diresse alla casa nel centro del complesso, appartenente al capo-clan, che era stata sua madre.
Il capo del clan Kuragari era sempre stato il possessore del kekkei-genkai che si destreggiava meglio nel suo controllo.
" La mia sorellina sarebbe il capo adesso. Oppure la zia Kima... Se è ancora viva "  pensò, mentre entrava nella sua vecchia casa, soffocando a stento i colpi di tosse per via della cenere.
Cominciò a tastare lungo le pareti, togliendo la polvere, fino a trovare un'asse che si era mantenuta stranamente bene.
- Eccoti qui... - con un calcio, l'asse cadde a terra, sollevando un nuvolone di cenere.
Si coprì la bocca, cominciando a tossire come una pazza - Brutta idea, pessima idea! -
Una volta ripresasi dall'assalto della cenere, entrò nel piccolo stanzino che si era andato a rivelare, cominciando a cercare quello per cui era andata lì in primo luogo.
Dopo una buona mezz'ora di ricerche tra vari rotoli danneggiati dall'intenso calore delle fiamme che avevano appiccato le guardie la notte del massacro, riuscì a rinvenire quello che interessava a lei.
- Finalmente... -

- Oi! Hidan dove cazzo sei finito?! Dobbiamo andare in missione! - urlai, guardando lo sguardo di Kakuzu farsi più cupo ogni minuto che passava.
- Gli avevo detto di farsi trovare pronto. - fece cupo, incrociando le braccia sul petto 
- Gli avevo ripetuto di farsi trovare pronto - replicai io.
- Arrivo! Arrivo cazzo! - si sentì una replica provenire dai meandri del covo.
E infatti, una decina di minuti dopo, arrivò.
Scoppiai a ridere talmente forte che mi piegai a metà, con le lacrime gli occhi.
- Fanculo, non ridere! - mi urlò dietro lui, puntandomi un dito contro.
- Ma come faccio a non ridere? - continuai imperterrita, osservandolo attentamente lottare con i suoi stessi capelli - Sembri un pazzo! -
- Non abbiamo il tempo per queste cose! - sbottò Kakuzu, prima di avviarsi fuori dal covo.
Lo seguii praticamente subito, continuando a ridere mentre sentivo Hidan sbraitare come un matto contro sè stesso.
Sarebbe stata una missione divertente.
Circa mezza giornata di viaggio dopo ci trovavamo in un territorio famoso per le molte bande di ninja traditori che vi si aggiravano.
Una miniera d'oro per Kakuzu, in altre parole.
Quindi immaginatevi la mia sorpresa, e di conseguenza il mio semi-infarto, quando mi vidi spuntare nel bel mezzo della strata Shira.
- Che cazzo?! - urlò Hidan, che mi camminava di fianco, impugnando la sua falce.
- Fermi! Non sono qui per farvi del male! - fece lei, mettendo in alto le mani per far vedere che era disarmata e che non stava facendo alcun sigillo - Devo solamente consegnare una cosa ad Haiiro! -
Passai in mezzo ai miei compagni di squadra - Shira? Che cazzo...? - mi vidi lanciare in mano una pergamena.
- Una cosa che ti farà parecchio comodo. E stai lontana dal villaggio, papà ti cerca -
- Che... Che ti è successo alla faccia? - la guardai, infilando nella cappa il rotolo senza prestargli particolare attenzione - E'' stato lui? -
- Mi sono rifiutata di portarti da lui... Non preoccuparti. -
- Come "non preoccuparti"?! - mossi un passo verso di lei, ma si ritrasse.
- Se non ritorno mi succederà ben di peggio... Ci si vede sorellina - sorrise dolcemente e, in un baleno si era dileguata fra gli alberi.
Quando tornammo dalla missione, un paio di settimane dopo, non mi ricordavo nemmeno più del rotolo.
Dopotutto quando si inseguivano le taglie che Kakuzu sceglieva, non c'era mai tempo per riposare.
Quindi, quando mi buttai semi-morta sul letto che oramai condividevo con Hidan e venni quasi pugnalata dal rotolo, mi ricordai finalmente della sua esistenza.
Lo tirai fuori dalla tasta e lo srotolai, leggendo il titolo:
Shikaku - Kuragari  no kekkei-genkai
____________________________________________________________________________
Ehilà gente!!
Non posso crederci, sono finalmente tornata a pubblicare!
Posso solamente scusarmi per il mio orrendo e oscenamente enorme ritardo, ma questo periodo è stato terrificante in ambito scolastico e non .-.
Quindi ci ho impiegato due mesi a scrivere solamente questo capitolo, ritagliando qualcosa come un'ora alla settimana ( troppi compiti e verifiche/interrogazioni )
Ad ogni modo, mi dispiace!
Anche perchè la mia ispirazione per un po' è proprio morta XD
Detto questo spero che il capitolo vi piaccia!
( E per quelli che mi chiedevano di inserire il combattimento a Konoha... Ci ho provato, seriamente, ma non ho mai visto gli episodi dell'anime che lo riguardano... Posso provare a scrivere qualcosa nel prossimo capitolo ^^ )
Ciauuuu!
Alice_
   
 
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