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Autore: Ginny McCartney    18/02/2014    0 recensioni
Tutta Panen è in fremito per i 74° Hunger Games che sono alle porte. Intanto, nel Distretto 13, una ragazza, Iris Anderson, è pronta a rompere la sua monotonia. Scoprirà che non è la sola ad essere pronta, non è la sola a voler sfidare Capitol City e il suo distretto che continua a nascondersi.
Scoprirà come un'idea, può essere l'inizio di una ribellione.
*Parallela alla storia - Missing Moments |Prospettiva dal Distretto 13|
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2: La mietura


C'è un motivo se mi chiamo Iris. A mia madre piace tanto questa storia e la racconta spesso, di solito quando non c'è papà.
-Sapete, vostro padre non è stato sempre così... Da giovane era un vero fuorilegge, odiava gli schemi del distretto. Portava il cibo in camera, violava il coprifuoco, sfruttava delle amicizie nelle cucine per avere pasti migliori, e scappava spesso all'aperto. C'è un bosco qui vicino, anche se non è granché viste le condizioni del terreno. Lui andava sempre lì; dice che dura più di 5 miglia e poi c'è un terreno scoperto verso quello che crede sia il distretto 12. La prima volta che mi vide io ero solo una ragazzina e aspiravo a diventare una guardia del perimetro, sognavo tanto di vedere il cielo e respirare aria pulita. Fatto sta che si innamorò di me appena i nostri giovani sguardi si incrociarono, e pensava a come parlarmi durante le sue escursioni nei boschi. Un giorno si spinse molto in là e, stanco, andò a riposarsi sotto un piccolo albero che gli offriva la sua ombra. Al suo risveglio si accorse di essere tra centinaia di fiori, vi lascio immaginare a quanto siano belli: provate a chiudere gli occhi, e quando li riaprite sognate mille colori pronti ad accogliervi. Non ci dev'essere niente di più bello. Così scelse il suo preferito e lo portò a me in dono. Poco tempo dopo, ci amavamo. Ci sposammo ed io ebbi te, Lux, poi abbandonai il mio sogno di guardia del perimetro perché era un lavoro troppo impegnativo per una mamma. Così vostro padre decise di violare un'ultima volta le regole e portarmi fuori, dritto al campo dei nostri fiori. Cercammo a lungo di capire il nome di quel fiore ma era difficile senza destare sospetti. Quando nascesti tu, invece, tuo padre non c'era. Ma appena venne e ti vide, i suoi occhi si illuminarono e non riuscì a dire nulla finchè il medico non chiese: "Allora, qual'è il nome di questa bella bambina?".
E lui rispose: "Iris, è così che si chiama il nostro fiorellino".-
Adoro questa storia, ma stanotte ho fatto un incubo. Mio padre non veniva affatto a vedermi e mi lasciava sola e senza nome. Crescevo male e giravo nei boschi cercando qualcosa disperatamente, e alla fine lo trovavo: l'iris. Lo estirpavo e lo distruggevo passandoci sopra. Poi mi ritrovavo nel Distretto 4, e venivo chiamata per gli Hunger Games ma, non sapendo il mio nome, vedevo solo la folla spingermi senza capirne il motivo.
Fine. Mi sveglio e sono pronta a soffrire alla chiamata di ciascun tributo per la mietitura.
Per oggi sono previste solo 2 ore di scuola perciò di solito io e Nate anticipiamo il nostro incontro di un'ora. Suona la campanella e corro dal prof. di matematica per chiedergli di uscire.
-Scusi professore... ma non si è mai accorto della puntualità con cui esce ogni giorno Iris? E alla mietitura si anticipa di un'ora...- Lo sapevo, Luke non perde occasione di farmi sfigurare fin dalla 5° elementare, come nella storia dei coltelli.
-Già, signorina Anderson... dov'è che scappa sempre?-
-Beh, seguo l'ordine del nostro perfetto distretto così attentamente che ormai anch'io sono un orologio!- Sapevo che il Sig. Lewis non avrebbe colto il mio sarcasmo e, essendo come mio padre un fan del 13, mi sorrise e mi lasciò andare. Tuttavia prima di chiudere la porta non persi occasione di regalare un gestaccio con la mano destra a Luke, il quale spostò lo sguardo amareggiato.
Arrivo al "Congresso", è così che chiamiamo il nostro sgabuzzino, con il sapore delle risate ancora fresco. Ma Nate è di pessimo umore e la smetto, so già il motivo: la Mietitura.
-Un altro anno: famiglie intere gettate alla deriva, 23 bambini uccisi, 1 costretto a chissà cosa, soldi spesi per "festeggiare"  questo povero ragazzo (o ragazza) invece che darli a gente che muore nei peggiori dei modi. Ma hanno il coraggio di chiamarli GIOCHI.- Di nuovo la sua risata amara, penso al fatto che non l'ho mai visto piangere. Nemmeno quando fui costretta a guardarlo mentre veniva punito da un soldato mezzo-ubriaco che ci aveva scoperti con una focaccina, eppure aveva solo 14 anni... Vorrei tanto essere come lui, che mi ha visto piagnucolare già 3 volte: quando ci siamo conosciuti, dopo la morte di un tributo dodicenne dell'8, e una volta che avevo visto mio padre piangere; non sapevo perché lo faceva, ma divenni davvero triste.
Poi ci incontriamo direttamente prima della Mietitura in diretta. Quando inizia sento crescere il bisogno di distruggere qualcosa e, quasi leggendomi il pensiero, Nate mi prende la mano tranquillizzandomi. E' la prima volta che lo fa, ma è piacevole.
Vedo una ragazza dell'1 offrirsi volontaria e fa lo stesso uno nel 2, si chiama Cato. Tra i tributi c'è ne uno di nome Lux, e vedo mio fratello andare verso il palco. Rabbrividisco.
Tutto secondo i programmi finché non si arriva al distretto più povero ed insignificante.
-Primrose Everdeen- L'annunciatrice sta sorridendo, ma quella ragazza avrà appena 12 anni... morirà subito.
Poi vedo qualcosa di straordinario: un'altra si offre volontaria al suo posto.
-Come ti chiami, cara?-
-Katniss... Katniss Everdeen-






Salve lettori! Ho scritto questo capitolo in fretta e vi chiedo di scusarmi... la prossima volta mi impegnerò di più! Giuro con le tre dita sul cuore!!
Recensite, voglio sapere che ne pensate, mi raccomando!
  
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