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Autore: lidy88    19/06/2008    3 recensioni
Il titolo della fan fiction è tratto dall'omonima poesia di Jacques Prevert.I protagonisti hanno 25 anni;Rossana è una star internazionale e Heric è un campione di karate di fama mondiale.Le loro vite sembrano apparentemente perfette, ma come si sa le apparenze il più delle volte ingannano... Il cielo e la terra, il sole e la luna,l'acqua e il fuoco, il bianco e il nero sono considerati tradizionalmente antitetici tra loro.Eppure è proprio ogni opposto a dare il senso al suo contrario.Anche Sana ed Heric sono estremamente diversi eppure così bisognosi l'uno dell'altra.E' possibile che due anime visceralmente legate possano restare separate?Oppure alla fine, nonostante tutte le avversità torneranno a ricongiungersi? Una storia agrodolce che spero riuscirà a commuovervi!Mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate!AGGIUNTO CAPITOLO FINALE!!!!
Genere: Romantico, Triste, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Altro Personaggio, Naozumi Kamura/Charles Lones, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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180 secondi…niente, poco, troppo.

 

E’ assurdo pensare come la percezione del tempo possa essere maledettamente diversa a seconda della persone,delle situazioni, del tempo che ancora ci resta per realizzare i nostri sogni, per innamorarci, per sbagliare, illuderci, soffrire e ricominciare…

Il tempo è come una molla che si allunga o si accorcia a seconda delle nostre esigenze e dei nostri desideri, perchè quello che conta davvero, non è il tempo impiegato dalla lancetta dell’orologio per coprire un certo spazio del quadrante, ma il tempo interiore.

E’ il tempo dell’esperienza vissuta, della memoria.E noi siamo tempo, proprio perché siamo memoria, che è l’accumulo incessante del passato sul presente, come una palla di neve  che si ingrandisce costantemente, rotolando lungo il pendio.

Noi siamo il nostro passato accumulato nella memoria,  che diventa ineluttabilmente una parte di noi, che contribuisce a farci diventare le persone che siamo, nel bene e nel male.

180 secondi… un’eternità se si è lontani dalla persona che si ama,un tempo straordinariamente lungo, se pensi che il volto che hai tanto amato, il volto impresso nella tua mente come un marchio indelebile,non lo rivedrai mai più.

 

Rossana aprì gli occhi lentamente, la testa le doleva tremendamente e cosa che più di tutto la preoccupava erano le fitte dolorose che avvertiva al basso ventre.Cercò di alzarsi ma si accorse subito che qualcosa glielo impediva, così provò a voltarsi e vide che si trovava distesa sotto il peso di un’enorme tegola di legno che le comprimeva il ventre e le gambe, fino alle caviglie.

Ma cosa diavolo era successo?Poi improvvisamente ricordò quello che era accaduto poco fa…

 

180 secondi:la durata di una scossa di terremoto che avrebbe cambiato per sempre la vita di tutti…

 

-Maledizione!-imprecò Heric che era finito per terra.Nonostante dolori vari a gambe e braccia, riuscì a mettersi seduto e notò che dei dieci uomini che c’erano prima intorno a lui ne erano rimasti solo tre, di cui 2 con evidenti ferite alle tempie che continuavano a restare distesi,probabilmente svenuti,e un altro che si era già alzato e lo stava scrutando.

-Vedi di restare bene in vista e non fare scherzi.-disse lui con tono di minaccia.

Improvvisamente Heric balzò in piedi.-Oh mio Dio, Sana!

-Fermati!-gli ordinò perentorio.

-Levati dai piedi.

-Forse non mi sono spiegato:ho detto che devi restare qui.-continuò l’uomo puntandogli contro la pistola.

-Senti stronzo se tu non te ne fossi reso conto c’è stata una violenta scossa di terremoto per cui devo andare a vedere cosa è successo a Sana.

-Non preoccuparti gli altri uomini che erano prima con me sono già dentro proprio per controllare come stanno Reed e la signorina.

-Ma io devo andare, non posso stare qui!

-Ti ho detto di…

Ma l’uomo non riuscì a terminare la frase perché cadde a terra privo di sensi.

-Heric!

Il giovane atleta si voltò nella direzione di quella voce a lui ben nota e quasi non credette ai proprio occhi.Sarah aveva colpito lo scagnozzo di Reed alla nuca ,con il manico di ferro della pistola.

-Sarah!Charles!Ma come avete fatto a trovarmi?

-E’ una lunga storia e ora credo sia meglio andare a recuperare Sana.-disse la poliziotta con un sorriso.

-E dobbiamo anche sbrigarci visto che Reed ha messo una bomba dentro la chiesa che esploderà tra meno di un’ora.-puntualizzò Heric per sottolineare che avevano realmente i minuti contati.

-Una bomba?-ripetè Charles attonito.-Allora bisogna far presto.

-Io vado dentro.-concluse Heric cominciando ad avviarsi verso ciò che rimaneva dell’entrata principale.

-Fermati Heric!-esclamò Sarah trattenendolo per un braccio.

-E perché?Ma non hai capito che sta per saltare tutto in aria?

-Heric ascoltami.La scossa di terremoto può aver danneggiato l’ordigno, che a conti fatti potrebbe esplodere da un momento all’altro.

-Che cosa?

-Sarebbe imprudente entrare adesso, è meglio avvertire i vigili del fuoco e l’unità di ricerca e recupero che sono specializzati proprio per casi del genere.

-Ma non possiamo aspettare ,ci metterebbero troppo tempo e come hai detto tu l’esplosione potrebbe verificarsi a breve.

-Heric aspetta, devi ragionare:se entri lì dentro potresti finire intrappolato anche tu.-Charles lo prese per le spalle scuotendolo.

-No non aspetterò, non mi importa di quello che potrebbe succedermi.-confermò lui testardo.

 

 

Sana non sapeva quanto tempo fosse passato, potevano essere trascorsi secondi, minuti, ore.Il dolore alla gambe  aumentava sempre di più e inoltre la posizione prona in cui si trovava, faceva comprimere il ventre ormai molto prominente sul pavimento, procurandole fitte di dolore molto intenso.

-Aiuto!-cominciò a gridare.-Vi prego aiutatemi.-anche se lei stessa sapeva che c’erano ben poche speranze che potessero udirla.Mentre era lì distesa in preda alla disperazione, udì dei rumori e poi una sorta di mugugno indistinto.

-Chi c’è?C’è qualcuno?Vi prego aiutatemi sono intrappolata qui, non riesco a muovermi!-ma Sana non ebbe nessuna risposta, così provò lentamente a voltarsi e quello che vide la lasciò veramente di stucco.

-David!

 

 

La chiesa era crollata quasi totalmente, e lo spazio per poter camminare era veramente minimo, senza contare che la scossa e il crollo delle impalcature, avevano fatto disperdere tutti i materiali, provocando un vero disastro.

-Mio Dio!Ma come faremo ad orientarci qui dentro?Sembra di essere in un uno scavo archeologico.-concluse Charles cercando di illuminare il più possibile il percorso grazie a una torcia che aveva trovato lì intorno.-Sana potrebbe essere ovunque.

-Ragazzi non abbiamo molto tempo visto che ciò che ancora sta in piedi potrebbe cadere oppure saltare in aria, per cui è meglio dividersi.Heric, tu e Charles cercate Sana e portatela fuori di qui io cercherò l’ordigno e proverò a disattivarlo.

-Non se ne parla neanche Sarah!Vorresti giocare al piccolo chimico proprio ora?E se la bomba ti esplodesse tra le mani?-chiese il giovane attore visibilmente preoccupato.

-Non abbiamo altra scelta Charles e comunque starò attenta, e poi non è la prima volta che ho a che fare con aggeggi simili.

-No Sarah ti prego non andare-la stava quasi implorando.

-Purtroppo non c’è altro da fare.-concluse lei seria guardandolo dritto negli occhi.-Ho il cellulare con me e se ci saranno novità provvederò subito ad avvisarvi.

 

 

-Oh  santo cielo!-esclamò Sana nel vedere quella scena.David era completamente schiacciato da un’ enorme colonna di cemento che  oltre ad avergli deturpato il volto, ormai tumefatto e pieno di escoriazioni, premeva su gran aprte degli organi vitali.Sembrava appena uscito da un film di Hitchcock.

-Sana!

-Jacky sei tu?-chiese la ragazza senza voltarsi.

-Sono io!-esclamò la giovane donna cercando di avvicinarsi il più possibile all’amica, facendosi strada tra le macerie-Cercherò di tirarti immediatamente fuori.

Così Jacky dopo aver spostato amassi di cemento e materiali vari, provò a sollevare la tegola che stava schiacciando Sana, ma poi improvvisamente si bloccò.

-Cosa c’è?-chiese Sana.-Perché ti sei fermata?

 

 

 

Nello stesso momento Heric e Charles continuavano a camminare cercando di non inciampare e di aprirsi un varco per poter passare.

-Sana dove sei?Sana rispondimi!-cominciò a urlare Heric.

-Cazzo!Perchè quando serve il cellulare non funziona mai?-imprecò Charles in preda all’istinto di distruggere l’oggetto in questione.

Heric non aveva mai sentito il suo “amico” dire parolacce o cose sconvenienti,ma anzi gli era sempre sembrato il suo opposto:una persona pacata, ragionevole e molto, forse troppo, calma.In questo momento però gli pareva di avere davanti un uomo completamente diverso,che stava chiaramente morendo di preoccupazione per la sua donna.

-Perché diavolo non mi rispondi Sarah!-Charles aveva per l’ennesima volta provato a ricomporre il numero della ragazza senza però ottenere risposta.-Perché non telefoni, perché non rispondi?

-Non c’è campo Charles, ragiona, c’è appena stato un terremoto e siamo immersi nelle macerie, come fai a pensare che il cellulare prenda qui dentro?Non puoi perdere il controllo proprio ora, non è affatto il momento!-sbottò Heric con un tono che lasciava trasparire sicuramente la rabbia, ma che cercava di riportarlo a ragionare un po’più lucidamente, anche se la situazione non era certamente delle migliori.

-Proprio tu mi dici che non devo perdere il controllo?E mi spieghi come faccio?La donna che amo ha un esplosivo tra le mani, capisci?Una bomba che potrebbe ucciderla all’istante, che me la porterebbe via per sempre prima di aver avuto modo di parlarle e dirle quanto la amo e quanto sia stato un idiota ad allontanarla!Non posso perderla così, non posso!-Charles, che aveva gli occhi lucidi, espresse tutta la sua disperazione con questo sfogo, con queste parole che troppo a lungo aveva soffocato dentro di sé.

Heric gli tirò un pugno nello stomaco ben assestato ma non molto forte.Questo era infatti l’unico modo che Heric conosceva per far rinsavire le persone.Certo un modo non molto delicato ma, comunque efficace.

-Anch’io sto soffrendo cosa credi?Sana è qui dentro chissà dove, è incinta e sarà sicuramente molto spaventata, ti posso assicurare che io sono sconvolto almeno quanto te, ma ora non possiamo assolutamente mollare perché così rischieremo davvero di perdere tutto.E questo non deve accadere  in nessun modo perché siamo arrivti alla resa dei conti.

-Grazie Heric.-esclamò il giovane attore rivolgendogli uno sguardo di riconoscenza verso quel ragazzo certo burbero e introverso, ma che in fondo sapeva anche essere sensibile e generoso.E per la prima volta da quando lo conosceva, capì che cosa Rossana avesse visto di buono in lui.

-Forza continuiamo a cercare.

 

 

Jacky non sapeva davvero cosa fare, perché nel provare a spostare la tegola di legno che schiacciava la sua amica si accorse che c’era molto sangue.

-Jacky ti prego tirami fuori di qui, non resisto più.-disse Sana implorante.

-Mi dispiace ma non posso farlo.

-Ma che stai dicendo?

-Sana, è la tegola che blocca l’emorragia e ho paura che se la sollevassi potresti perdere troppo sangue e danneggiare irrimediabilmente il feto.-disse lei tutto d’un fiato.

-Ma è assurdo!Jacky, non posso continuare a restare in questa posizione!

-Si lo so, ma io non sono un medico e probabilemente peggiorerei solo la situazione.

-Aiuto!-si sentì improvvisamente questa voce provenire dietro un cumulo di macerie.

-Ma chi c’è?-chiese Jacky guardandosi intorno.

-E’ David, è rimasto intrappolato anche lui da quella colonna di cemento.-rispose Sana con voce sempre più flebile.

-Che cosa?-Jacky non poteva credere alle sue orecchie:l’uomo che era stata la fonte di tutti i suoi problemi si trovava a pochi metri da lei schiacciato dalla sua stessa crudeltà.Non potè fare a meno di avvicinarsi a lui e di guardarlo con disprezzo, dimenticandosi completamente di Rossana che in quel momento aveva bisogno di lei.

-Jacky sto per…-sussurrò Rossana prima di perdere conoscenza.

-E’ questa la fine che ti meriti brutto figlio di puttana!-c’era tanta amarezza nelle sue parole, ciascuna delle quali suonava come una condanna alle orecchie di David Reed, ricchissimo imprenditore nonché capo di una delle organizzazioni di attività e traffici illeciti più potenti del mondo.

-Jacky non lasciarmi morire…ti scongiuro.Farò tutto ciò che mi chiederai, ma ti prego fammi uscire di qui.Non…non voglio morire.-mormorò David mestamente.

Ora quell’essere spregevole appariva semplicemente come un uomo che fino a qualche ora fa si sentiva invincibile e intoccabile e che ora invece era assalito dalla paura più grande che accompagna gli uomini:la morte.

-Non voglio niente da te Reed, tu hai lasciato morire mio fratello come un cane.

David emise un mormorio indistinto.-Tom Harper ti dice qualcosa?-Jacky fece una pausa per vedere la reazione del suo interlocutore, il cui sguardo appariva quasi del tutto assente, segno evidente che le forze lo stavano abbandonando.-No, vero?A David Reed non importano i dettagli, come li chiami tu, a lui importa solo il profitto, il potere, i tuoi schifosissimi soldi.Ma della vita degli altri non te ne è mai fregato niente!Ti morivano sotto il naso come mosche, ammazzati da altri esseri perfidi come te, oppure si lasciavano morire di droga, di alcool e di sensi di colpi dovuti allo sporco lavoro che gli facevi svolgere al posto tuo.-urlò lei con tutta la rabbia e la frustrazione che aveva in corpo.Jacky si avvicinò ancora di più a lui.-Voglio guardarti in faccia stronzo!Voglio farti soffrire le pene dell’inferno, come tu hai fatto con me!Me lo hai portato via per sempre e non ti lascerò morire qui in questo modo, perché sarebbe una punizione troppo misera.Ti porterò fuori e ti giuro che sarà io stessa a darti quello che ti meriti!

Le urla di Jacky avevano attirato Charles e Heric che erano subito accorsi.

-Sana!-gridò Heric vedendolo a terra sanguinante e priva di sensi.-Mio Dio Charles aiutami dobbiamo sollevarla.

-No fermatevi!-gridò Jacky, che per un attimo aveva interrotto la sua sfuriata ricordandosi delle drammatihe condizioni della sua amica.-Non toccatela se solleviamo la tegola morirà dissanguata.

-E allora che dobbiamo fare?-chiese Charles.

-Avete chiamato i soccorsi?-chiese Jacky.

-Certo che l’abbiamo fatto, ma se aspettiamo ancora, Sana non ce la farà.Qui c’è sangue dappertutto.-ammise il giovane atleta col volto sempre più teso e il respiro affannoso dovuto allo stress di quella giornata che non voleva proprio saperne di finire.

-Si Heric ma noi con una mossa maldestra potremmo peggiorare le sue condizioni, non lo capisci?

Il cellulare di Charles cominciò a suonare e il giovane attore prontamente sollevò lo sportellino-Pronto Sarah sei tu?Stai bene?Si certo adesso metto il vivavoce.-Charles premette il tasto corrispondente sul cellulare, e la voce di Sarah si diffuse nell’ambiente.-L’ordigno dovrebbe essere disattivato, o comunque credo di aver ritardato il processo di esplosione e guadagnato così un po’ di tempo.I soccorsi saranno arrivati, compresa l’unità di ricerca e recupero,ma sarà meglio che qualcuno di noi esca per segnalare la posizione esatta, altrimenti impiegheranno ore per trovarci.

Non appena Sarah terminò le sue parole una nuova terribile scossa di terremoto contribuì a peggiorare ulteriormente la situazione…

 

Ciao a tutti!!Ormai sarete abituati alle mie patetiche scuse sul rirardo, così almeno in occasione del penultimo capitolo della mia storia non ve le farò!Mi rendo conto però che l’ansia vi starà divorando e quindi solennemente mi impegno ad aggiornare per sabato 28 giugno…avete capito bene!Sabato 28 leggerete il tanto sopirato ultimo capitolo…

Devo ammettere che un po’ mi dispiace, mi ero affezionata ai personaggi e alla storia…ma non temete perché anche dopo quest’ultima fatica ricomincerò a tormentarvi con alre appassionanti fan fcition!

Vabbè come al solito non sono riuscita a non dire cavolate…ma dopo tutto questo tempo avrete imparato a conoscermi!Un bacio e un ringraziamente a tutti! A presto…stavolta è vero!

 

  
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