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Autore: Mirchino94    18/02/2014    5 recensioni
Quello è stato il giorno più bello di tutti.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2

EXPECTATIONS


Louis

You can't go to bed without a cup of tea

and maybe that's the reason that you talk in your sleep


Harry mi sta guardando. Socchiude leggermente gli occhi, abbassa la schiena e accenna un sorriso compiaciuto, uno di quei sorrisi così sinceri e naturali che non vedi a tutti. Anzi quel sorriso ce l'ha solo Harry. Anche a me viene da ridere. Ma non volto lo sguardo verso di lui, perché so che se lo facessi mi farebbe una delle sue solite facce stupide.


And all those conversations are the secrest that I keep

and it makes non sense to me


Le prove prima del concerto sono sempre le peggiori. Ho sempre l'impressione che stonerò ogni nota, mi assale sempre il brutto pensiero di scordarmi le parole. Poi tanto va tutto bene, poi alla fine spacchiamo. Cantare quella parte della canzone mi fa sempre uno strano effetto. So che Harry mi sta guardando da dietro o da qualsiasi parte si trovi. So che quelle parole non sono messe a caso, so che quelle parole sono lì per noi, ciasuna al posto giusto, ciascuna che parla di noi.


I know you never love the sound of your voice on tape

you never want to know how much you weigh


Fa sempre lo scemo. E' impossibile pensare che ad ogni prova che facciamo prima del concerto Harry non si comporti da idiota. Stona tutte le note, cambia la voce, e mi guarda. Forse è per quello che non riesce mai a essere concentrato.

Quando canta batte sempre il piede a ritmo e guarda in basso, alza la testa solo quando ci sono le note più alte. Si aggiusta i capelli, ora a sinistra, ora verso destra. Altre volte li scuote del tutto. Lo fa apposta. Lo fa per me, perché sa quanto tutto ciò mi faccia incredibilmente impazzire.


You still love to squeeze into your jeans

but you're perfect to me


Tanto ormai lo so che i jeans di cui parla sono i miei. Mi giro allora in quel momento verso di lui e mi fa una linguaccia, tirando fuori tutta la lingua e aggrottando le sopracciglia. Poi scoppia a ridere assieme a tutti gli altri.


I'm in love with Lou

and all his little things


Quanto è stupido e quanto mi fa impazzire.


"Ragazzi, volete vedere lo stadio?" sopraggiunge Paul con un registro in mano e l'auricolare nell'orecchio

"Paul, l'abbiamo visto anche ieri sera. Sarà lo stesso, no?" rispondo io facendo l'occhiolino

"Più o meno. Ma ricordatevi che ogni serata è unica"


Entra Zayn in mutande, senza maglia e senza pantaloni. E' arrabbiato. Liam gli ha nascosto i vestiti.

"Liam, porca troia, manca meno di un'ora all'inizio dello spettacolo!"

"Eccomi tesoro. Arrivo"

Scoppiamo tutti a ridere. Harry mi passa da destra e mi prende il braccio. Si gira verso di me soltando per mezzo secondo, infila la lingua tra i denti con lo sguardo a terra. Poi lascia la presa e si dirige verso l'altra stanza. Vuole che lo segua.


"Dovresti andare Louis" inizia a prendermi in giro Niall, mentre Liam e Zayn si lanciano un'occhiata d'approvazione. Non so cosa mi voglia dire Harry. L'altra sera, finito lo spettacolo, era strano. E io so perché. Era in macchina insieme a Niall e a Liam. Io ero invece con Zayn. So che voleva stare con me. Non voleva assolutamente fare niente, solo starmi accanto. Ma non era stata colpa mia. Avrei voluto stare in macchina insieme a lui, perlò mi hanno subito portato fuori e condotto alla vettura, e in meno di un secondo di tempo siamo partiti. Solo dopo ch'eravamo a cinquanta metri dallo stadio a una velocità di 100 all'ora ho realizzato di essere insieme a Zayn. Avevamo deciso diversamente. Ma come al solito va sempre tutto diversamente. All'albergo si è rifugiato in camera come un cane bastonato. Solo verso le tre di notte mi manda un messaggio.


Apri la porta.


Avevo paura ad aprire quella porta. Non per i paparazzi, non per ciò che avrebbero potuto pensare di noi. Avevo paura a ciò che Harry avrebbe fatto. E abbiamo fatto ciò che temevo di più. L'amore.

Si è slanciato dentro la stanza come un toro infuriato che ha appena visto un mantello rosso. Mi ha preso con tutta la forza che potesse avere e con un calcio deciso e puntuale ha chiuso la porta dietro di sé. Immediatamente mi ha infilato la lingua dentro la bocca e con la mano mi ha preso i capelli. Li tirava, mi teneva la testa stretta tra le mani. E mi faceva male. Mi mordeva le labbra e poi mi graffiava la schiena da sotto la maglietta. Scendeva verso il collo e risaliva in modo repentino verso le labbra; non si fermava, continuava sempre più forte, mentre io mi sono lasciato scappare un urlo. Un urlo di piacere, un urlo che diceva 'smetti' e allo stesso tempo 'continua'. Ma i baci sul collo erano la mia morte. Ogni mia inibizione era andata a farsi fottere. Ero suo.

L'ho afferrato con forza ai fianchi e spinto verso la parete. Lui ha capito il mio gioco e io l'ho guardato per vedere i suoi occhi. Avrei voluto sorridere o forse parlare, ma non ho fatto niente. Lui era come un cane affamato, la sua fame doveva essere saziata. Io ero il suo unico modo per fargli andar via quella bava dalla bocca.

Gli ho slacciato la cintura, gli ho abbasso i pantaloni. Lui ha alzato subito la testa verso il soffitto e chiuso gli occhi.

Quando facciamo l'amore è sempre così: coltellate e ferite. Ferite che non si sanano mai. Ferite che il giorno dopo fanno male sulla pelle e torna la voglia, torna il desiderio, torna la rabbia.


Harry

Era sempre una guerra.

Ogni volta che facevamo l'amore era guerra.

Nel momento stesso ciascuno dei due mostrava ciò che sapeva fare meglio, colpiva l'avversario con i colpi più potenti, non alzava bandiera bianca fino alla fine.

Era dopo aver finito la battaglia che entrambi ci sentivamo due perdenti, due vinti, due prigionieri.

Faceva male fare l'amore con Louis, solo per il fatto che nel momento in cui sentivo la sua carne contro la mia avrei potuto distruggere il mondo in un istante, ma nel momento in cui tutto ciò finiva, era il mondo che annientava me, mi demoliva, mi scaraventava a terra. E rimanevo inerme.


Ero stanco la scorsa notte. E non appena mi sono gettato sul letto mi sono addormentato. Non so cosa abbia fatto Louis, non so davvero se sia rimasto a guardarmi, se si sia addormentato pure lui, se sia messo a fumare guardando fuori dalla finestra. Io ero troppo stanco per fare qualsiasi cosa.

Mi sono svegliato verso le sei. Louis dormiva accanto a me, sentivo le sue mani sulla pancia e il suo corpo farmi caldo alla schiena. Sentivo il suo respiro posato, quel respiro leggero e profumato.

Togliendo delicatamente le sua braccia dal mio corpo, mi sono alzato dal letto cercando di non svegliarlo. Non volevo che mi vedesse mentre me ne sarei andato. Faceva male a me e faceva male a lui.

La tenue luce dell'alba si insinuava in tutta la sua luminosità tra i buchi delle imposte. Quel sole che dava vita, per me e per noi era solo morte, solo un altro giorni di bugie e di cazzate.


Sto appoggiato al banco del camerino con le luci accese. So che Louis entrerà prima o poi in quella porta.

Ed eccolo che entra, con lo sguardo interrogativo, con la faccia piena di terrore, piena di paura, paura che possa ritornargli in un attimo la voglia di riavermi.

"Dimmi Harold"

Sorrido guardando la fila delle scarpe appoggiate alla parete. Le converse di Liam, le sue vans, i miei stivaletti chelsea, le adidas di Niall, le dr martens di Zayn. Stringo i pugni.

"Grande concerto ieri sera. Stasera sento che andrà ancora meglio"

Che cazzo sto dicendo? Sto parlando del concerto. Dai Harry, digli cosa gli vuoi dire.

"Abbiamo spaccato e spaccheremo anche stasera. Siamo grandi"

Siamo grandi. Quella frase rimbombava nella mia testa come i colpi di un martello. Perché gli One Direction erano dei grandi, e Louis ed Harry erano una nullità? Un errore di questo mondo? Un meccanismo sbagliato e incorreggibile che doveva essere nascosto?

Noi due insieme non siamo altro che amore e guerra. Guerra e amore. Ferite dopo ferite, che ci lecchiamo il giorno dopo, con la speranza che risargiscano, con la speranza che un giorno non avremmo più il bisogno di nascoderle sotto i vestiti.


"Chissà se stasera potrò avere l'onore di salire in macchina con Louis Tomlinson..."

Il suo falso sorriso si muta subito in un'espressione seria e allo stesso tempo perplessa.

"Harry, se fosse stato per me..."

Mi chiama Harry quando è arrabbiato con me. Lo so. Io lo interrompo subito

"Tu non riesci a dirgli di no? Non riesci ad importi davanti a loro? Devo essere sempre io quello che devo rimetterci?"

"Harry..."

"E loro? E quei tre che stanno di là a fare le prove non dicono niente, vero? Anche loro pensano che siamo un errore della natura?"

"Harry perfavore"

"Che cosa cazzo costa a loro farci stare cinque minuti in macchina insieme? Cosa pensano di fare? Che così facendo noi smetteremo di scopare?

"HARRY BASTA!"

Urla con tutta la forza che ha nel petto, spalancando gli occhi e stringendo i pugni.

Sbuffando mi giro verso le luci del camerino accese. Mi lascio cadere sulla sedia, così posso vedere quella faccia di merda allo specchio e magari ho la speranza di vedere anche la sua. Di vedere i suoi occhi azzurri, la sua lieve barba, il suo volto angelico.

Si avvicina alla sedia. So che divento rosso, impallidisco e abbasso la testa.

Mi mette le mani sulle spalle, con delicatezza, ma stringe forte la pelle. Non mi guarda, non ci pensa neanche per un secondo. Quelle mani, quelle dita. Louis togli quelle dita o non so cosa ti farò.


"Non puoi rifartela con loro, Hazza. Loro non hanno mai detto ciò che hai appena detto tu. E so che non lo farebbero mai"

Ha ragione. Né Niall, né Liam, nemmeno Zayn avevano mai detto cose del genere. Mai ci avevano offeso, ma si erano permessi di scherzare su di noi.

Non so perché ho messo di mezzo loro, quando non c'entrano proprio niente. La mia è solo rabbia.

Voltando il viso verso il pavimento lascio andare un sospiro e gli dico:

"Hai ragione Lou. Scusami"


Mi parla dolcemente, con parole melliflue, con un tono così sottile che è impossibile contraddirlo.

"Non pensare nemmeno per un secondo che tu sia l'unico a soffrire per questa cosa. Levatelo dalla testa"

"Non volevo dire questo. Intendevo..."

"Non m'importa, Haz. Stasera spacchiamo e basta. Dimentichiamoci di tutto. Godiamoci il momento"

"Non sarà molto diversa da ieri sera suppongo" mi dice con sufficienza

"Sbagliato. Ogni serata è unica" mi risponde con le medesime parole di Paul. Fa per andarsene e lo fermo per il braccio.

"Aspetta Lou. Stasera voglio stare in macchina con te"

"Harry, ma hai capito quello che ti ho detto? Harry..."

"Non mi importa di cosa penseranno i manager. I ragazzi si organizzeranno. Senti, è tutto molto semplice. Non c'è niente che possa andare storto. Stasera ci sono tre macchine: una è al lato nord e due sono al lato sud. Le ho viste io e poi ho sentito Paul parlare al telefono. Noi andiamo verso quella del lato nord, saliamo in fretta. L'autista non può esitare a partire e i ragazzi non potranno dire di no"

Mi guarda con aria interrogativa, con fare sospettoso. Non è convinto.

"Lou. Fidati. Io e te"

Prendo il pennarello indelebile sul banco, gli tolgo il tappo e inizio a scrivere sul suo braccio. Louis sorride, gli sto facendo il solletico, o forse è solo curioso di sapere cosa mai gli possa scrivere.


You and I


"You and I" ripete a voce alta scandendo bene le tre parole

"Esatto. Lo vedi, Lou. Io e te"

"Va bene, Haz" cede a queste parole. Sapevo che avrebbe ceduto.

Non ho guardato l'orologio. Sono le dieci.

Merda.

Non c'è tempo di dire ai ragazzi il "piano d'uscita". Proprio quando il manager entra all'improvviso nel camerino e urla 'meno cinque', ci guardiamo, spaventati. Il cuore ci batte all'impazzata. Lo sguardo di Paul si fa truce e cupo. Io e Lou ci guardiamo e sospiriamo aprendo del tutto i polmoni.

"Paul, siamo pronti"

So che Louis vorrebbe dirmi di rinunciare a quella cazzata, ma sono sicuro che nella sua mente si starà dicendo: 'Louis, sai bene che Harry non viene mai meno alla sua parola'.

Fisso Paul preoccupato per ciò che avrà da dirci. Sempre le stesse cazzate, immagino, sempre le stesse inutilità.


Niall

"Passa Liam"

Faccio sempre due tiri a calcio con i ragazzi prima dello spettacolo. Mi rilassa. Mi tiene in forma. Non mi fa perdere le forze. E' un modo per esortarmi a dare il meglio di me.

"Bel tiro, bro!"

Faccio due palleggi sul posto, mentre Liam aspetta la palla. Vedo che sta arrivando Zayn.

"Sono sempre là dentro, Louis e Harry?"

"Sì" risponde Liam con una voce tutt'altro che rilassata

Lascio cadere il pallone a terra perché mi sono appena accorto dell'ora fattasi. Tra meno di un quarto d'ora inizia il secondo concerto a San Siro.

Questa sera mi sento veramente potente. Sono sicuro che sarà una serata unica e irripetibile. Un concerto indimenticabile. Mi sentivo salire il brio lungo le vene su tutto il mio corpo. Avrei dato tutto per tutto.

"Sapete cosa voleva Harry da Louis?" chiede Zayn perplesso

"Ieri sera in macchina non ha detto una parola" risponde Liam mentre si sta infilando le scarpe

"Ultimamente non vanno d'accordo..." dico ciò per vedere cosa ne pensano loro

"Ultimamente non si sa né cosa pensa Harry, né cosa pensa Louis. Ultimamente quando siamo insieme hanno delle facce tristi e pensierose, poi scompaiono, e alla fine ritornano con le stesse espressioni di prima" dice Zayn grattandosi il braccio

"Non ne ho idea, Zay" risponde Liam accennando un'espressione di dubbioù

"Pensate che dovremmo fare qualcosa?" suggerisco senza pensarci troppo

"Ma cosa Niall?" interviene Zayn

"Non so, tipo parlarne. Cercare di risolvere la situazione" e accenno un sguardo ammiccante e del tutto complice nel dire la parola 'situazione'.

"Non so cosa fare. Ma non voglio che credano che noi siamo contro di loro. Cioè..." mi guarda Liam con fare interrogativo.

"Non lo credono, Liam" dico seriamente con convizione

"Certo che no" se ne esce Zayn sorseggiando un bicchere d'acqua "fatto sta che dovremmo fare qualcosa per, come dire, farci uniti come prima"

"Forse anche più di prima. Insomma per il bene della band" sorrido io dando il pugno a Zayn.

Liam si gira da quell'altra parte e guarda per terra con un'aria scettica. Fa un'espressione alquanto strana, come se voglia dire: 'quale band?' Io e Zayn ci guardiamo di scatto.

"Liam? Abbiamo detto qualcosa che non va?" gli dico socchiudendo le palpebre e grattandomi la nuca

Dopo aver sentito queste parole, si gira di scatto verso di noi con un chiaro pallore in faccia. Come se colpito in un punto debole, come se noi avessimo toccato una suo tasto difficile. Ma quale?

"Niente ragazzi. Cosa c'è? Perché dovreste aver detto qualcosa di sbagliato?" Tutte queste domande insieme, una dopo l'altra, sono assai strane per Liam. Sembra quasi che cerchi di nascondere il rossore sul viso e lo sguardo scettico che ha fatto pochi minuti fa.

"No, nulla. Hai fatto una faccia!" risponde Zayn neutro

"Ragazzi, sono soltanto nervoso per stasera" se ne esce subito aprendo le mani come se questa sia una risposta retorica e siamo noi ad aver pensato male.

"Siamo tutti..."

Gli squilla il cellulare.

Io e Zayn ci guardiamo perplessi e ancora più dubbiosi di prima.

"Scusate" e così dicendo esce dalla stanze per rispondere.

"Sarà sua madre" mi sussurra Zayn

"Non è mai andato via tutte le volte che ha risposto a sua madre" gli dico io un po' preoccupato

"Magari, Niall, è importante"

Rifletto per un attimo. Cerco di scacciare tutti quegli strani pensieri che mi affollano la mente in pochissimo tempo. Faccio un 'no' deciso con la testa e mi convinco che è davvero sua madre.

"Sì, sarà importante"


"Ragazzi, mancano cinque minuti. Siete pronti?" entra Paul nel camerino con i microfoni in mano.

"Pronti!" diciamo insieme io e Zayn

"Bene bro. Mettetevi gli auticolari e l'attacco alla cintura" ci consegna gli strumenti, poi si accorge che siamo solamente in due

"Posso sapere dove sono quegli altri tre coglioni?"

"Liam è appena andato fuori. Louis e Harry sono nel camerino..." Zayn mi colpisce la gamba con un calcio. Mi tappo la bocca e non finisco la frase. Serro velocemente infilandomi la lingua tra i denti. Cristo!

Paul fa un'espressione corrucciata, sbuffa ed esce dalla stanza.

Guardo Zay con un'aria abbastanza preoccupata. La sera prima, quando ha trovato Louis e Harry nel ripostiglio insieme, per poco non li ha presi per le orecchie.

Zayn si sistema l'auricolare e poi, facendo per uscire dalla stanza, si scontra con Liam.

"Tieni, centralino, mettiti gli auricolari ché partiamo tra cinque minuti"

Liam gli lancia una linguaccia e si mette accanto a me.

Ho la strana sensazione che stasera sia una serata diversa, una serata del tutto diversa. Non so perché. Ma questo presentimento mi fa trasalire ancora di più, mi fa tremare le gambe il doppio della scorsa sera. Devo stare tranquillo. Niente può andare storto. Niente mi potrà far odiare questa serata.


Zayn

Esco dal camerino per fumarmi una sigaretta prima di iniziare il concerto. Mi aiuta un sacco. Delle volte anche solo un tiro mi dà una carica enorme. Mi piace isolarmi dal mondo, magari con le cuffie nelle orecchie, guardare il cielo stellato, pensare. E stasera il cielo è strano, sicuramente stellato e limpido, ma qualcosa nell'aria è diversa. Non voglio affacciarmi per vedere lo stadio, per vedere i fan e tutto il casino. Ho già sentito abbastanza urla e canzoni cantate in coro. Mi fanno venire i brividi. Ancora una volta su questo palco, ancora una volta in Italia, ancora una volta pronto per raccontare un sogno a tutti quei ragazzi che hanno appena realizzato il proprio. In fondo tutti e due abbiamo realizzato il proprio sogno. Io sono qua, a cantare per la seconda volta, davanti a ottantamila persone nello stadio più grande d'Italia; e sono qua anche loro, con le magliette stampate, con le fasce colorate, con il cuore che sta per espodere. In fondo non siamo poi tanto diversi.

Mi vibra il telefono. E' Perrie.


Un bacio grande al mio amore. P.


Perrie. Da quanto non ti vedo! Da quando è iniziato il tour ci saremo visti due volte. Ma che dico? Una volta. E magari in fretta e furia, senza togliersi nemmeno i cappotti, senza posare borse e valigie. Anche ieri sera mi ha mandato un messaggio e io subito dopo l'ho chiamata.


"Ciao sole splendente"

"Ciao tesoro mio"

"Vorrei che stasera tu fossi qua con me"

"Zay. Non sai quanto lo vorre anch'io. Raccontami. Com'è?"

"Non puoi immaginarti. San Siro. L'Italia. I fan italiani sono i più scatenati. Penso di amarli uno ad uno. Sono i migliori fan del mondo. Dopo la mia Perrie"

"Dolce. Sono sicura che darai il massimo"

"Non sarà mai il massimo senza di te"

"Non fare così, altrimenti prendo il primo aereo e vengo a Milano"

"Mi mancherai amore"

"Un bacio"


La chiamo anche stasera, ho deciso. Faccio per cliccare il numero nei preferiti, quando sento una voce urlare dietro di me. Mi volto immediatamente per capire chi sia. Una figura grossa sta uscendo da uno dei camerini.

Paul.

Louis.

Harry.

"...piuttosto preparatevi. Questi sono gli auricolari e questi gli attacchi. Ascoltatemi bene, non voglio ripetervelo ancora"

Louis e Harry si guardano e fanno un cenno affermativo con la testa.

Solo dopo che Paul si è girato per andarsene, Harry gli corre incontro a corsa.


Harry

"Paul, devo dirti una cosa..."

"Non è il momento Harry. Tra due minuti siete su quel palco"

"E' solo una sciocchezza..."

"Non c'è tempo!"

Già, il tempo. Quello che non abbiamo mai avuto.

Mi giro verso di Louis che mi guarda scoraggiato stringendo le labbra. Non mi importa niente. Proprio niente. Noi stasera andremo in quella macchina, solo noi.

"Noi stasera saremo in quella macchina da soli. Crolli il mondo, ma noi saremo lì"

Passandomi davanti e senza rivolgermi il minimo sguardo mi dice scuotendo la testa:

"Perché, Harold, devi complicarti la vita per cazzate?"

"Tu, Louis, non sei affatto una cazzata"


Sento le note della canzone partire. La melodia da bassa diviene alta, sempre più cadenzata. Inizia la batteria e sento il suono delle chitarre elettriche. Tutto in un'unica armonia. Tutto in un'unica canzone. Buonasera San Siro. Benvenuto 29 giugno.


If this room was burnin'

I wouldn't even notice

'cause you've been taking up my mind

with your little white lies

little white lies


In meno di due secondi mi trovo davanti allo stesso stadio davanti al quale ho cantato ieri sera. Ma è tutto diverso, i fan sono tutti diversi, anch'io sono un'altra persona rispetto a ieri sera. Sono pronto a dimostrare ciò a cui tengo veramente. Il resto a fanculo.


And I will hold you closer

Hope your heart is strong enough

When the night is coming down on you

we will find a way

through the dark


Questa era davvero la nostra canzone.

Quando la notte scenderà su di te, noi troveremo una via attraverso il buio.

Louis. Louis. Louis.


And I remember you laughing

so let's just laugh again


Mi guarda sorridendo, mentre canta quel dannato pezzo di quella dannata canzone. E' sempre così. Tra noi è sempre amore e guerra. Guerra e amore. Una coltellata e cento ferite.

Louis, stasera niente ci impedirà di andare in quella macchina insieme. Promesso.


Mi viene naturale guardarlo mentre canto le mie frasi. Perché parlano di lui e, anche se non dicono il nome Louis, io so che dentro quelle parole c'è scritto il suo nome. Lo so e basta. Lo guardo e lui sa che lo guarderò. E' come un'empatia indistruttibile, un'alchimia che ci ha rapiti e liberato allo stesso tempo. Non so spiegare che cosa siamo noi.

Noi siamo amore e guerra. Guerra e amore.


I'm sorry if I say I need you

but I don't care I'm not scared of love

Cause when I'm not with you I'm weaker

Is that so wrong? Is it so wrong?

That you make me strong


So che quella canzone è il mio tallone di Achille.

Quando è iniziato il tour, lui è venuto da me quella sera. Abbiamo dormito insieme, abbiamo graffiato le nostre pelli e messo in confusione i nostri capelli. E tutto questo ascoltando Strong.

E quando arrivava quel maledetto ritornello, gli prendevo le mani da sopra la sua schiena e le spingevo con violenza sul materasso, gli mordevo il lobo dell'orecchio e sentivo il profumo dei suoi capelli. Sentivo tremare la mia pelle e anche la sua.

Quella canzone è stata la nostra fine e il nostro inizio. La nostra pace e la nostra guerra.


People always trying to escape it

Move on to stop their heart breaking

But there's nothing I'm running from


Louis! Tutti ci guardano con gli occhi di rabbia, come se noi siamo un pericolo imminente che deve essere subito domato, sconfitto, eliminato. Un qualcosa da tenere sotto controllo, qualcosa che, se uscito fuori, finirebbe il mondo. Succederebbe un putiferio.

Ma è davvero così l'amore? Amarsi davvero significa scatenare una terza guerra mondiale?

Ma noi non fuggiamo da niente, noi facciamo ciò che ci dicono di fare. Per il bene di tutta la band. Ma per noi cosa facciamo? Eh Louis? Cosa facciamo, Louis, per me e per te?


You make me strong


Sono davvero i tuoi occhi che mi danno la forza di continuare a lottare. Forse è una lotta inutile, forse il nostro amore è solo un'utopia in un mondo di sogno infranti. Ma Louis, quando alzi il microfono e lo avvicini alla bocca, quando socchiudi gli occhi per fare le note più acute, quando ti volti verso di me sapendo che già ti sto guardando, io non posso fare a meno di continuare a combattere.


Guardo per l'ennesima volta verso quella miriade di fan che stanno affollando lo stadio: il prato pieno, affollatissimo, proprio come ieri sera. Le gradinate sugli anelli altrettanto. Forse è l'aria ad essere diversa, ma nemmeno. C'è qualcosa che fa questa serata completamente differente dalla precedente. Io sono diverso. E' forse brutto da dire, ma non vedo l'ora che questo spettacolo finisca e possa stare in macchina con Louis.

Sono fatto così. Non riesco mai a godermi il momento al centopercento. Penso proprio che non ci sia mai stato un momento, fino ad adesso, in cui abbia vissuto unicamente ciò che stava succedendo senza avere la minima preoccupazione per il futuro. Louis è l'opposto di me. Io faccio sempre mille progetti, mi programmo la giornata minuto per minuto. Lui è spensierato, non porta mai un'agenda - o un diario - nella sua giacca; vive il momento nella sua unicità e irripetibilità, senza farsi troppi pensieri. E' proprio per questo che penso di amarlo così tanto.


Baby you light up my world like nobody else


Ed è finito. Ciao Italia. Ciao San Siro. Ciao a tutti i fan italiani.

Ed è proprio in questo momento che penso di aver sbagliato ad essere preoccupato per ciò che succederà dopo, che avrei fatto meglio ad assaporare quel momento che non tornerà più.

Ma io sono Harry Style, un testardo cocciuto che ha perso la testa per Louis Tomlinson.


Non appena usciamo dal palco le urla si fanno ancora più forti.

Sono pronto.

Prendo Louis per un braccio e ci dirigiamo correndo verso l'ala destra, verso il lato nord. I ragazzi sono rimasti indietro, non sanno che noi ci siamo già avviati verso la macchina.

"Forse abbiamo sbagliato a non avvertire nessuno, Haz"

"Forse" gli rispondo emozionato e allo stesso tempo nervoso. Attraversiamo il corridoio a tutta corsa, con il sudore del concerto appena finito, con i capelli e le mani bagnate.

Apro la porta.

Il caos.

Come possono essere centinaia di fan di già fuori dallo stadio di fronte alla macchina. Le transenne li trattengono, i bodyguard premono la loro possente schiena contro la loro forza pulsante. I flash vengono verso di noi da ogni parte. Saliamo subito in macchina tra le urla e gli strilli.

"Che ci fate qui?"

"Parti cazzo. Non abbiamo tempo" gli rispondo trasalendo

"Voi non dovreste essere qui. Questa è la macchina per Paul. Le vostre sono al lato sud" la sua aria è alquanto scocciata. Noi ci guardiamo con le iridi spalancate e le bocce aperte.

Louis si gira dalla parte opposta alla mia sbuffando. So che è arrabbiato.

La macchina parte mentre l'autista chiama Paul. Non voglio sentire nessuna parola di quella assurda conversazione. Mi giro anch'io dalla parte opposta a Louis. Ancora una volta ho sbagliato tutto.


Niall

"Dove sono Louis e Harry?" con il fiatone e il sudore che cola lungo le tempio chiedo ai ragazzi che mi sono dietro

"Erano davanti" risponde Liam

"Dobbiamo andare Niall. Non abbiamo più tempo cazzo" urla Zayn mentre si dirige verso il lato sud

Lo seguiamo anche noi preoccupati.

Intravedo Paul che sbuca dal corridoio laterale.

"Paul..." mi interrompe asciugandosi la fronte con un diavolo per capello

"Quei due coglioni hanno preso la mia auto. Mi ha appena contattato l'autista. Se non vi sbrigate non potremo più uscire dallo stadio. Forza forza!"

Entriamo nell'androne più grande dove sono parcheggiate le due vetture.

Io entro nella seconda dientro insieme a Paul, mentre Zayn e Liam vanno nella prima.

E' una corsa contro il tempo, anche dentro la macchina sento le urla dei fan fuori dal portone che si aprirà a momenti. Abbiamo poco tempo. Ma che cavolo hanno fatto Harry e Louis? Perché sono andati a sud?

Vedo Paul accanto a me che sta cercando di chiamare qualcuno, ma non c'è campo.

"Porca troia" se ne esce lanciando il telefono sul sedile mentre io mi irrigidisco del tutto

Si aprono le porte. L'auto di Zayn e di Liam parte immediatamente.

Il nostro autista gira la chiave, preme l'acceleratore.

L'auto inizia a sobbalzare ripetutamente su se stessa finché il motore non si spegne.

Paul non può far altro che trasalire al pensiero.

Le porte sono aperte, la macchina di Liam è già partita.

No siamo ancora fermi.

"Proca di quella troia. RIPROVA!" urla Paul al conducente che intanto sta sudando tutto ciò che ha addosso. Io mi blocco su me stesso. Non vedo l'ora che questa serata finisca il più presto possibile.

L'autista rigira la chiave per la seconda volta, quindi spinge il piede sull'acceleratore.


Marco

Luisa. Oddio Luisa. Come ti hanno ridotta!

Era colpa mia. Solo colpa mia.

Salgo sull'ambulanza e la vedo sulla barella conla flebo attaccata al braccio. Alcuni infermieri la stanno visitando, altri stanno regolando la quantità di sostanze da iniettarle.

"Vi prego... ditemi qualcosa" non c'è risposta alla mia domanda

Guardo agitato prima gli infermieri che ho davanti, subito dopo quelli a destra.

"QUALCUNO MI PUO' DIRE QUALCOSA, CAZZO?!" urlo con le lacrime agli occhi

"Cerchi di stare calmo. Noi..." una giovane ragazzina alza leggermente il viso dal suo registro e mi sussurra dolcemente abbassandosi gli occhiali lungo il naso.

Entra immediatamente l'autista dell'ambulanza. Mi sembra un tipo alquando trasandato e arriva fino a me l'odore di fumo. Non ho la forza di dire nulla. Sento solo il mio respiro affannoso.

"Le auto dei cantanti sono già uscite. Possiamo tagliare di qua"

Mette in moto, preme l'acceleratore, l'ambulanza parte.


Niall

L'auto parte. Usciamo con un accelerazione esagerata. I fan che sono prossimi alla transenna devono essere stati portati via dall folata. Abbasso la testa e non faccio in tempo a rialzarla, che un ondata di clacson mi riempie la testa e una colpo di dimensioni incredibili mi fa andare in avanti con il viso dritto sul sedile dell'autista.

Sento un atroce dolore alla testa, seguito da una strana sirena e dall'avvicinarsi di mille urla di fan indemoniati.

Riesco solo ad alzare appena gli occhi verso il vetro davanti e mi accorgo che la vettura ha picchiato con un'ambulanza.


Salve a tutti i miei lettori.

Ecco a voi il secondo capitolo di questa lunga storia. CHANGE.

Nel primo capitolo non ho scritto questo resoconto alla fine perché volevo farvi rimanere sulle spine. Avete visto che Luisa è rimasta gravemente ferita perché pestata dalla folla in delirio. Marco, dopo vari e faticosi tentativi, l'ha portata fuori dallo stadio e per fortuna la ragazza viene soccorso da un'ambulanza. Ma... Il capitolo finisce con la perdita di sensi da parte di Marco causata dall'incidente dell'ambulanza con una vettura.

Secondo capitolo. Beh. Signori e signore. Larry. I nostri Louis e Harry sono ostacolati da tutti e da tutti. Harry ha avuto una idea del tutto sbagliata e affrettata. Non ha parlato di nessuno di questo suo piano e soprattutto non sapeva che la macchina sul lato nord era di Paul. E i ragazzi? Zayn e Perrie più dolci che mai. Ma cosa nasconde Liam? Perché è così strano quasi parla di 'band'? E soprattutto con chi parlava al telefono? Il capitolo si conclude rivelando di chi fosse la macchina che cozza con l'ambulanza. E' proprio la macchina che porta dentro Niall (e Paul). Cosa succederà? Luisa? e Marco?

Non vi anticipo niente e vi prometto che molto presto pubblicherò il terzo capitolo.


Un bacio MIRCO


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