Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: la luna nera    18/02/2014    2 recensioni
Io non volevo combattere. Volevo essere semplicemente Urania. E basta.
Ma mi resi conto che fuggire faceva di me una codarda e quella parte di me rimasta assopita per tanti anni mi stava continuando a chiamare.
Ed io dovevo rispondere.
Estrellon, luogo al di fuori del tempo e dello spazio, era la mia casa. Lì avrei ritrovato il mio passato, la verità su me stessa e la forza per annientare quel nemico contro cui le altre essenze di stella già combattevano. Estrellon, mondo magico in cui crescono piante dagli straordianri poteri, fra le quali si nascondono i dink e si intrecciano storie, amori, passioni che una volta accarezzate non si dimenticano mai più.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Entrai rapidamente in quello che una volta era il mio mondo e rimasi senza parole nel vedere tutto quello che aveva causato la mia noncuranza.
Mi diressi verso la mia pianta: aveva un disperato bisogno di cure.
Senza di lei Urania se ne sarebbe andata per sempre.
In quel momento mi maledissi per aver lasciato decadere tutto, avevo l’istinto bestiale di prendere a calci ogni cosa che mi si parasse davanti.
A cosa sarebbe servito se non a peggiorare la situazione?
Dovevo farmi forza.
E senza perdere altro tempo prezioso.
Ogni istante che se ne andava poteva essere fatale ad Urania.
Raccolsi i miei attrezzi polverosi e pieni di ragnatele, indossai i guanti e mi misi al lavoro. Iniziai a liberare le aiuole dalle infestanti che stavano soffocando le piante stellari, alcune avevano delle spine che si conficcavano nelle mie mani. Non dovevo curarmi del dolore, non era niente in confronto a ciò che avevo provato nel mio cuore davanti al suo corpo esanime.
I piccoli dink inondavano di polvere stellare tutte le piante libere dalle erbacce che cominciavano a rialzarsi ed a tendere le loro fronde verso il cielo.
Le stelle maggiori si erano posizionate presso le loro rispettive piante che, interagendo con l’essenza della loro stella, riprendevano vigore attimo dopo attimo.
Il  magico fiore di Urania era quello che faceva più fatica a riprendersi. Era chiaro: sentiva la mancanza di lei che era parte di sé.
Ci volle quasi un giorno e mezzo perché tutto tornasse come prima, ma finalmente non c’era più l’ombra né di un parassita, né di un’erba infestante in tutto il giardino.
Adesso mancava l’ultimo passo: permettere alla mia pianta di produrre l’acqua della rinascita.
Era tutto pronto: i grappoli di scintille stavano per aprirsi e attorno alle radici avevo realizzato un muretto in pietra entro il quale raccogliere il prezioso liquido.
Mi inginocchiai davanti all’albero e tentai di portare la mia concentrazione al massimo. Richiamai tutti i poteri sperduti nelle infinità dell’universo e raccolsi nelle mie mani l’energia che le stelle vollero offrirmi. E fu allora che porsi ciò che avevo ottenuto alla pianta che se ne giovò vistosamente. Il fusto e i rami si fecero di un verde sempre più intenso e finalmente dai grappoli di luce iniziò a sgorgare l’acqua della rinascita. Non era un’acqua qualunque, emanava una luce molto particolare, simile al luccichio delle stelle quando il cielo è sereno. Era semplicemente meravigliosa.
Non dovevo cedere all’emozione. Dovevo restare lì per seguire il prodigio, anche se avrei voluto tanto precipitarmi a prendere Urania.
Man mano che i secondi passavano, attorno alle radici si iniziava a formare quel laghetto di cui mi aveva parlato Zenit. Il livello dell’acqua era prossimo al bordo: il momento che tanto attendevo era giunto.
Mi voltai per dirigermi verso il palazzo di Zenit e vidi Urania distesa su di una enorme foglia sorretta dai dink. La posarono a terra e la presi in braccio.
A quel punto tutti uscirono dal giardino e le mie piante sigillarono ogni varco di accesso all’area. Evidentemente l’operazione doveva restar lontana dal resto dell’universo.
Senza dire una sola parola mi apprestai ad entrare in quel laghetto di luce la cui acqua continuava a scendere dalle foglie formando una sorta di tenda di scintille, come se volesse proteggerci e permetterci di godere di tutta la tranquillità necessaria all’operazione.
Ci adagiammo insieme e per incanto i nostri costumi si dissolsero.
Mi distesi accanto a lei e l’abbracciai. Lasciai che la sua testa poggiasse sulla mia spalla e premetti le mie labbra sulla sua fronte.
Chiusi gli occhi per concentrarmi di nuovo sulle energie stellari che l’avrebbero riportata in vita ed invocai nella mia mente il potere della rinascita.
Percepii immediatamente che sarebbe stato un procedimento molto impegnativo.
Avrei portato a compimento la cosa a qualunque costo.
Nel momento in cui Urania avrebbe riaperto gli occhi, molto sarebbe già stato fatto; per il suo completo recupero era indispensabile ciò che fin dalla notte dei tempi ha dato origine ad ogni cosa: l’amore.
Nella mia mente ora avevo ben chiaro tutto quello che dovevo fare.
Lei ancora dormiva come un angelo sceso dal paradiso fra le mie braccia. L’accarezzavo, la baciavo, la stringevo a me e attimo dopo attimo iniziavo a percepire dei minuscoli segnali di vita provenire dal suo corpo.
Stava tornando!
“Coraggio vecchio mio, non mollare!” Mi ripetevo in continuazione.
Il tempo scorreva, scorreva come l’acqua della rinascita su di noi e attimo dopo attimo la vita tornava in lei: il suo respiro era sempre più regolare, la sua pelle stava tornando di quel tenue colore rosato e un nuovo calore andava impossessandosi del suo corpo battito dopo battito.
Portai la mia mano sinistra sulla sua nuca e presi ad accarezzarle i capelli e la testa, lasciando che il suo viso poggiasse sul mio petto. Adorava quella posizione e magari poteva aiutarla a svegliarsi prima. Chiusi gli occhi e all’improvviso sentii una mano poggiarsi sul mio ventre.
Aprii repentinamente gli occhi. No, non era un’allucinazione! Quella mano si era mossa sul serio! Scostai la testa e rivolsi gli occhi verso il suo viso: Urania aveva riaperto gli occhi.
“Amore mio…”
Le parole mi morivano in gola strozzate da un nodo che portavo da giorni, da quando l’avevo vista cadere a terra come una foglia morta.
La sua bocca si piegò in un lievissimo sorriso, ma per me era più luminoso del raggio di sole più potente.
Sentii la sua mano muoversi lentamente dal mio ventre, arrivare sul mio petto e fermarsi sul mio viso. Lo toccava come un bambino tocca ed esplora quello che ha intorno. Presi quella mano nella mia e la portai sulle labbra, imprimendole un dolcissimo bacio. “Bentornata…”
E a quel punto la baciai.
Il suo sapore mi mancava da morire. Tenevo a lei più di ogni altra cosa, ne ebbi la certezza quando avevo temuto di perderla per sempre.
Il nostro bacio colmo d’amore accelerò il miracolo della sua rinascita. Quando ci staccammo nei suoi occhi la scintilla della vita brillava più forte di prima.
Dio mio, com’era bella. I suoi lunghi capelli azzurri le scendevano lungo tutto il corpo mischiandosi con la luce dell’acqua della rinascita facendola somigliare ad un dea.
Non avevo il coraggio di sollevarla, temevo che il suo risveglio totale potesse risentirne.
Con le mani esplorava i miei capelli, le mie spalle, le mie braccia, la mia schiena. Era come se anche lei volesse sincerarsi che quello non era un sogno, era la meravigliosa realtà che stavamo vivendo insieme. Scrutò il mio corpo con gli occhi e vidi apparire un lieve rossore sul suo viso. “Siamo nudi…”
“Già.”
Non rispose ed appoggiò la testa sul mio petto all’altezza del cuore.
“Stringimi forte Heeron, ho bisogno di sentirti vicino a me.”
Non chiedevo altro.
“E’ bellissimo stare qui.”
Aveva ragione: tutto era bellissimo.
 
Restammo per un tempo imprecisato abbracciati, mentre gocce dell’acqua della rinascita scorrevano su di noi.
“Dimmi Heeron, le altre ragazze come stanno?”
“Bene, sono di nuovo fra noi. Zac ci avrebbe ammazzati se non gli riportavamo Marik sana e salva.”
Le strappai un sorriso. “Allora è tutto finito? Il nemico è sconfitto veramente?”
“Si. Ora devi solo tornare quella che eri?”
“E chi meglio di te può aiutarmi?”
Quelle parole mi riempirono il cuore di gioia. Presi di nuovo ad accarezzarla. “Zenit mi ha rivelato che i nostri destini erano da sempre collegati e benedetti dalla luce delle stelle. Ma c’è una cosa che va oltre tutto… Ed è quella forza che fin dal principio governa l’universo intero.”
“Ah si? E quale sarebbe?”
“L’amore.” Deglutii e presi coraggio senza smettere per un solo istante di guardarla negli occhi. “L’amore che ci lega va oltre le stelle, è nato in questa dimensione parallela nel bel mezzo di una battaglia difficile ed insidiosa, perché così doveva essere. Ed ora che sei di nuovo qui con me, non voglio mai più correre il rischio di perderti.”La guardai fissa negli occhi, in quegli occhi che fin dall’inizio mi avevano stregato. “ Vorrei tanto unire le nostre anime in un atto di vero amore.”
Non rispose, presa forse dallo stupore. “Tutto ciò che ci circonda esiste grazie all’amore. E’ questo il motore dell’universo  e porta in sé il completamento del potere della rinascita.”
Rimase in silenzio a riflettere per pochissimi secondi. “Amami Heeron. Tutto il resto non mi interessa. Amami solo perché anche io non desidero altro.”
Le sorrisi. Si, anch’io lo volevo.
 
In quegli istanti tutto brillava attorno a noi, non c’era nulla di più sublime nell’intero universo. Nei nostri baci, nelle nostre carezze, nei nostri abbracci c’era solo l’amore che fra noi esisteva e nient’altro. Non avevo mai provato nulla di simile. Tutte quelle magiche sensazioni andavano ben oltre ciò che si  può esprimere con le parole. Era tutto stupendo, lei era stupenda, forse anche io?
“Ti amo Heeron…”
“Ti amo Urania…”
Ci guardammo negli occhi intensamente e ripresi a baciarla. Le sue mani correvano su e giù per la mia schiena provocandomi miliardi di brividi. La sua pelle era morbida come il velluto, non mi sarei mai stancato di accarezzarla.
E l’amai.
Come nessuno aveva fatto.
Lei mi amò.
E fu indescrivibile.
Ci amammo.
E il nostro amore fu completo.
 

 
 
ESTRELLON: SOLO UN SOGNO?
 
 
“Sh!! Zitto!”
“Così la svegli!”
“Ma sono tre giorni che…”
“Ahw… Ma si può sapere cos’è tutta questa confusione?!”
“Ecco, lo sapevo! L’hai svegliata!”
Mi misi seduta sul letto stropicciandomi gli occhi. Avvertivo un leggero mal di testa. Mi guardai intorno con l’aria ancora assonnata e mi parve di riconoscere degli occhietti vivaci che mi osservavano.
“Lynn… Marija… Sonjia… Zazzà! Cosa ci fate qui?!”
“Ah ah!! Urania si è svegliata!” Sonjia mi abbracciò travolgendomi con il suo entusiasmo. Ero nella mia vecchia camera, quella della casa famiglia. Ed ero in compagnia dei bambini. Tutto ciò mi suonava strano.
“Tesoro, scusami, posso alzarmi?”
“Certo. Vieni, ti aiuto io. Ti piacciono queste pantofole? Te le abbiamo regalate noi!”
“Sono stupende.” Mi stavano facendo commuovere. Li abbracciai tutti uno ad uno prima di alzarmi da letto e vidi Toshio, il mio spasimante, con un mazzo di fiori coloratissimi in mano. Iniziarono a ricoprirmi di entusiasmo e vitalità, portandomi la testa al limite dell’esplosione. Comunque riuscii a farli uscire dalla mia camera da letto senza arrabbiarmi con loro.
Mi avvicinai allo specchio per guardare la faccia stravolta che sentivo di avere: la mia immagine era strana. C’era qualcosa di diverso in me.. i miei capelli avevano un non so che di insolito e …Erano castani! Accarezzai una ciocca: erano veri. Eppure li ricordavo di un altro colore. Ecco: erano azzurri! E quel bel costume fatto del cielo stellato dov’era finito? Avevo solo sognato?
Indossai jeans e felpa, uscii di camera e mi diressi verso la cucina. Provavo una strana sensazione: quei muri, quelle porte, quelle finestre erano come un qualcosa di familiare da cui però avevo l’impressione di essere stata distante per molto tempo. Ricordavo ogni cosa di quei luoghi, eppure tutto sembrava nuovo, c’era insomma qualcosa di diverso che mi sfuggiva.
Non ci stavo capendo nulla.
Scesi nella grande cucina: era deserta.
Mi tornò improvvisamente alla mente il ricordo della direttrice Susanne e di quel giorno in cui mi parlò dell’essenza del Cielo Stellato.
Mi sedetti tentando di mettere ordine a tutti i ricordi che si stavano riaffacciando in me.
Lei non c’era più, almeno mi sembrava di ricordare, ma la casa famiglia si. Credevo fosse crollata e che lei ne fosse rimasta vittima. Qui però sembrava tutto rimasto come un tempo. Che confusione, mi stava aumentando pure il mal di testa.
 
Uscii dall’edificio: effettivamente la struttura aveva qualcosa di diverso.
Le mie gambe mi portarono sotto il vecchio ciliegio sulla collina, come guidate da una forza misteriosa e mi sedetti. Iniziai ad osservare il cielo: mancava poco al tramonto e quell’affascinante tonalità che andava dal celeste al dorato mi sembrava sempre più familiare, come un déjà-vu.
Man mano che passavano i minuti nella mia mente si riaffacciavano brandelli di ricordi: un luogo magico chiamato Estrellon, sette meravigliose amiche, un mago, un genio attaccato al telescopio e un ragazzo stupendo che mi faceva battere forte il cuore. E poi un’epica battaglia contro un qualcosa che voleva rubare il sorriso ai bambini.
Era accaduto tutto sul serio o avevo visto un film in TV dal quale mi ero lasciata suggestionare?
Piegai le ginocchia e poggiai la fronte su di esse per tentare di far mente locale e capirci qualcosa: Estrellon era stato solo un sogno?
 
Il tempo passava e il sole stava per iniziare a scomparire sotto l’orizzonte.
Udii dei passi in avvicinamento, alzai la testa e vidi un ragazzo sedersi vicino a me.
“Ciao. Come stai?”
Lo guardai con aria interrogativa.
Carino lo era davvero, ma con tutte le idee da riordinare non riuscivo a ricordarmi di lui.
“Ehm, scusa, ci conosciamo?”
“Mi hai già dimenticato?”
Ancora buio.
“Si, ok, magari il colore naturale dei miei capelli non ti piace, ma posso sempre colorali.”
Erano castani chiari lunghi fin sotto le orecchie, ma quello che mi fece sussultare il cuore fu l’intensità del verde dei suoi occhi. “…Heeron…” Pronunciai quel nome con un filo di voce.
Il suo viso si illuminò, così come il mio.
“Heeron, sei tu?”
“Si e sono talmente felice di rivederti e soprattutto di vedere che non ti sei dimenticata di me!” Stavo per svenire. “E’ stato un ragazzino a dirmi che ti avrei trovata qui. A dire la verità non devo essergli rimasto molto simpatico…”
Mi guardai le mani. “Si, credo sia stato Toshio.” Poi tornai con gli occhi fissi su di lui: poteva significare solo una cosa. Lo guardai di nuovo e dopo una breve pausa cercai di togliermi quel dubbio.“Aspetta un attimo: se tu sei qui e… insomma, allora non è stato solo un sogno?”
“Cosa?”
“Estrellon e tutta quella storia delle stelle.”
Sorrise dolcemente. “No, è accaduto tutto sul serio: Estrellon esiste. Nessuno sa con precisione dove si trovi, ma è lassù da qualche parte nel cielo.” I nostri occhi si incrociarono. “Ed è lì che ci siamo incontrati.”
Come mi prese la mano, tutti i ricordi si impossessarono della mia mente. “Per un attimo ho creduto di aver vissuto uno strano sogno.”
“In effetti l’avventura che abbiamo vissuto è simile ad un sogno, ma abbiamo sconfitto sul serio quella stella spenta che minacciava l’universo intero. Sei stata grande.”
Ora iniziavo a ricordare tutte le nostre avventure.
“Tu mi sei sempre stato vicino, vero?”
“Oh si, molto più di quanto immagini.”
Quelle sue parole nascondevano un pizzico di malizia. E ricordai tutto, proprio tutto. Spalancai la bocca e sentii il mio viso incendiarsi. Lui aveva stampato in faccia un sorriso che lasciava pochi dubbi e molte conferme.
“Sai perché sono venuto fin qui a cercarti? Perché anche se l’avventura di Estrellon è finita, quello che provo per te non si è mai spento. Voglio vivere con te, voglio sentirti vicina in ogni battito del mio cuore, voglio stringerti al mattino quando ti svegli e regalarti il primo bacio quando apri gli occhi e…”
Non lo feci finire: gli piombai addosso e lo baciai all’istante.
Estrellon o no, il nostro amore avrebbe volato alto, oltre i confini dell’universo intero.
E non sarebbero bastati incantesimi o maledizioni scagliati dalla strega più potente per dividerci: il nostro sentimento non aveva rivali.
Io e lui eravamo di nuovo insieme. E lo saremo rimasti per l’eternità.
 
 
 
♥       ♥       ♥       ♥       ♥       ♥       ♥       ♥       ♥       ♥       ♥       ♥       ♥       ♥
 
 
 
 
E’ passato quasi un anno da quando l’avventura di Estrellon è terminata e sono io che gestisco la casa famiglia assieme ad Heeron, seppur fra mille difficoltà.
Fortunatamente era stata ricostruita a tempo di record dopo il crollo che aveva portato alla morte della direttrice Suanne, grazie alla generosità di moltissime persone.
I bambini avevano di nuovo un posto dove vivere, i loro sorrisi erano al sicuro: ditemi voi quale creatura malvagia si sarebbe azzardata ad attaccarli con noi due a far da sentinelle!
Le altre ragazze hanno ripreso le loro vite, ci sentiamo spesso e ho saputo che i loro sogni si stanno realizzando a poco a poco. Fra meno di un mese ci ritroveremo tutte per festeggiare il nostro primo anno dopo Estrellon. Non vedo l’ora di riabbracciarle! Michie porterà anche il suo adorato Harry, siamo tutte curiose di conoscerlo. Non so se Phaes verrà con Andrew, ma sicuramente Marik e Zac non mancheranno. Isette ci ha promesso una delle sue torte stratosferiche, al solo pensiero ho l’acquolina in bocca.
 
 
Un altro giorno è finito. I bambini sono già andati a dormire e sto per andarci anch’io. Heeron è già a letto che fa finta di russare, ma oramai non m’inganna.
Inizio a fargli il solletico dappertutto, lo sento ridere mentre si dimena fra le lenzuola.
E’ lì sotto che mi aspetta, sicuramente con quel sorriso stampato in faccia che mi fa impazzire.
Perciò non lo faccio attendere.
Buonanotte!
 
E a presto.
 
Un  bacio
Urania
 
 
 
 
 

 
E’ stata una storia lunga, ma finalmente sono riuscita a portarla alla conclusione.
Voglio comunque ringraziare infinitamente eppy e Change Your Life che mi hanno supportata (e sopportata) per tutta la durata della storia. Passate anche da loro se ancora non l'avete fatto. Non ve ne pentirete!

Non so se vi è piaciuta, se l’avete trovata scontata e noiosa oppure vi ha strappato qualche sorriso. Mi piacerebbe conoscere la vostra opinione, giusto due righe e niente di più. Un’ultima cosa prima di lasciarvi: avrete forse notato che ho fatto solo un accenno alle altre ragazze. Sto preparando delle brevi OneShot su ognuna di loro, cose del tipo: Michie che torna da Harry, Phaes di nuovo in pedana, Marik e Zac e la loro storia d’amore e …… Se siete curiose, fatevi avanti! Lasciate un commentino!
Grazie a tutte
Un abbraccio
La Luna Nera

 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: la luna nera