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Autore: Malika    18/02/2014    2 recensioni
[Storia scritta per la challenge Chi, con chi e cosa facevano indetta sul forum di EFP]
Un crossover assolutamente assurdo, con tanto OOC (ebbene sì, in questo caso era necessario), tra Harry Potter, Dragon Ball, Le Cronache di Narnia, Hunger Games e Legend of the Seeker. Esplorate questo fantastico mondo!
Genere: Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Potter, Tom Riddle/Voldermort
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Gender Bender, Spoiler!, Triangolo | Contesto: Altro contesto
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Capitolo 1: Eroe per caso
I personaggi la osservarono straniti, non capendo in pieno quello che stava accadendo; in fondo, nessuno di loro aveva la minima idea di cosa fosse la Stanza dei Giochi di Malika, né sapevano della sua esistenza o conoscevano una ragazza con un nome tanto strano.
«Su, su, tiratevi pure in piedi, non vi mangio mica!» esclamò la ragazza, prima di aggiungere sottovoce: «Per il momento».
Pian piano i dieci nuovi arrivati si tirarono in piedi, guardandosi intorno; erano al chiuso, anche se il posto era illuminato a giorno grazie alle alte finestre presenti su un lato, le cui tende erano scostate per permettere ai raggi solari pomeridiani di passarci attraverso. Affissi alle pareti c’erano numerosi quadri, ma nessuno di loro riusciva a capire cosa rappresentassero, dato che sembravano più che altro disegni a casaccio.1 L’arredamento, per il resto, non era molto sontuoso: c’erano un tappeto e dei mobili, delle credenze per la precisione, che non erano però ricoperte di soprammobili come ci si aspetterebbe.
Una volta osservata la stanza, passarono all’osservazione l’uno dell’altro, sotto lo sguardo divertito della ragazza che, con tutta calma, si era appoggiata a una delle credenze per godersi lo spettacolo.
Naturalmente, la prima a tornare a focalizzarsi su di lei fu la giovane Bulma, i capelli blu che, racchiusi nella coda alta, si spostavano alla più piccola vibrazione; guardando prima i suoi compagni totalmente sconosciuti e poi la ragazza, la giovane Brief si rese conto che benché al di fuori ci fosse il sole, esso era troppo opaco per essere reale. «Dove siamo?» chiese, un po’ incuriosita e un po’ preoccupata; in quel modo, riuscì ad attirare sulla ragazza che li aveva accolti l’attenzione di tutti gli altri.
La giovane sorrise: «Ve l’ho già detto: siete nella Stanza dei Giochi di Malika. La mia stanza!» e tornò ad osservarli divertita.
Bulma sbuffò, mentre Peter cercò di trattenere Lucy dall’allontanarsi; la più giovane dei quattro fratelli, infatti, aveva fatto un paio di tentativi per avvicinarsi alla ragazza con i buffi capelli e a quella Malika, anche lei non troppo normale, dato che aveva un ciuffo di capelli completamente verde. I suoi fratelli, il maggiore in particolar modo, si dimostravano come al solito protettivi, ma questa volta la giovane Pevensie era decisa, tant’è che si avvicinò alle altre due. «Posso sapere per quale motivo siamo qui?» chiese con gentilezza.
Malika sorrise: «Ciao Lucy! Che piacere conoscerti di persona!» disse porgendole la mano. «Per rispondere alla tua più che giusta domanda, siete qui perché ho bisogno del vostro aiuto».
Quella frase le fece guadagnare degli sbuffi, da parte di Lord Voldemort e di Darken Rahl, e delle occhiate stranite, da parte di tutti gli altri. Sapeva cosa si stavano chiedendo: in cosa mai avrebbe potuto avere bisogno di aiuto? In fondo, non si conoscevano tra loro, bensì si incontravano quel giorno per la prima volta.
Malika stava per ricominciare a parlare, quando la giovane Bulma la interruppe: «Non hai risposto alla mia domanda! Dove siamo? Quello non mi sembra il sole!»
La giovane con il ciuffo verde sorrise: «Beh, a dire la verità, questo mondo è la mia Stanza dei Giochi, un mondo fittizio creato appositamente per ricevere il vostro aiuto; vedete, dovevo scegliere dieci personaggi e far loro affrontare delle… prove? Sfide? Beh, in qualsiasi modo vogliate chiamarle, sono trentuno e vi coinvolgeranno tutti!»
A quelle parole sorse un grande vociare: i fratelli chiacchieravano tra loro, Harry si ritrovò a discutere con Bulma, Boromir e Katniss, mentre i due cattivi mormorarono sottovoce con irritazione. Tutti loro sapevano che erano in quel luogo per una fanfiction, ma che dovessero svolgere delle prove non era scritto da nessuna parte. Insomma, loro erano personaggi letterari, come avrebbero mai potuto aiutare quella ragazza in qualcosa di cui non avevano alcuna conoscenza? Sempre che fossero prove riguardo la conoscenza e non altre cose.
Il chiacchiericcio venne fermato un paio di minuti dopo dalla loro ospite: «Signori, per favore! Non temete, non vi accorgerete neanche di compiere queste prove!» esclamò, avvicinandosi alla porta, notata da tutti solo in quel momento.
«E se non accettassimo?» chiese Lord Voldemort, facendosi largo tra la folla, sempre che tale si potesse chiamare. Gli altri, vedendo il suo viso da rettile, si allontanarono rapidamente, in parte schifati e in parte spaventati; come poteva un uomo avere delle sembianze simili, anche se Katniss ponderò che, forse, qualcuno a Capitol City poteva aver deciso di trasformarsi in un essere simile a un serpente. Che anche lui venisse dal suo mondo? Se così era, però, ancora non l’aveva conosciuto.
«Avevo dimenticato che sei ancora così…» mormorò Malika, inclinando la testa sulla spalla e osservando pensierosamente il Dark Lord. «Non sono sicura se… Oh, beh, va bene così, non ho voglia di impegnarmi troppo! Bene!» esclamò, nuovamente arzilla. «Superata questa porta troverete il salotto, dove potrete passare del tempo…»
«Hai parlato di una Stanza… non può essercene un’altra!» esclamò Susan, polemica come sempre.
Malika sbuffò: «Puntigliosa come al solito, Sue! Non temere, la mia Stanza dei Giochi corrisponde a una villa con giardino ed è circondata da una barriera particolare; perché, sì, io qui controllo il bello e il cattivo tempo!» sorrise di nuovo, facendo correre con quel sorriso sinistro un brivido lungo la schiena alla maggior parte dei presenti (naturalmente, erano esclusi Darken e Voldemort, troppo cattivi per permetterselo; insomma, avevano una certa reputazione!). «Come stavo dicendo, troverete un salotto, una sala da pranzo, una biblioteca, la cucina e due bagni agli opposti lati del piano, mentre al piano successivo troverete le camere, ciascuna con il proprio bagno»
Anche a quelle parole, i personaggi cominciarono a mormorare con le stesse dinamiche precedenti, contenti di quello che era loro raccontato, ma si fermarono quando la ragazza con il ciuffo verde si schiarì la voce per attirare nuovamente la loro attenzione: «Come stavo per dirvi, le camere sono al piano di sopra; ne troverete tre da un posto, due ne hanno due e l’ultima ne ha tre; potete disporvi come volete».
Le prime a correre su furono, come era ovvio, Lucy e Bulma, nonostante la prima fosse richiamata a gran voce dai fratelli; Malika rise, ma sapeva che i suoi ospiti non si fidavano, perché tutti, chi più chi meno, avevano avuto a che fare con la malvagità. E, si sa, la malvagità è uguale dappertutto.
Nonostante fossero ancora tutti nel corridoio, riuscivano tutti a sentire le esclamazioni di stupore delle due ragazze e, dopo qualche secondo, i primi ad avviarsi furono Darken e Tom; d’altronde, loro due erano malvagi, quindi non si preoccupavano poi troppo di quello che sarebbe potuto accadere: avrebbero reagito più che prontamente. Poi tutti gli altri le seguirono, insicuri di come comportarsi.
Nessuno di loro si accorse che Malika spariva dalla porta d’ingresso, né lei desiderava che lo notassero; la padrona di casa sorrise, tirando fuori un block notes, e si fermò appoggiandosi all’uscio, leggendo avidamente, prima di tirare fuori la penna e cancellare qualcosa con un sorriso divertito sul volto.
 
Le sistemazioni delle camere, fortunatamente, avevano occupato poco tempo. Katniss osservava il giardino dalla finestra della stanza che aveva scelto, in condivisione con Susan Pevensie; si era chiesta perché non avesse voluto stare con la sorella, ma aveva rapidamente notato che Lucy, la sorella minore di Susan, aveva legato con Bulma, nonostante avessero tre anni di differenza. Così, lei si era adattata più che volentieri, sperando che in questo modo la camera sarebbe diventata un luogo di rifugio da tutti gli altri.
Però, quegli alberi in giardino, fitti e pieni di vita, lanciavano un richiamo a cui Everdeen non riusciva a resistere; lanciando un rapido sguardo all’altra persona nella stanza, sdraiata comodamente sul suo letto, decise di uscire, per raggiungere il suo piccolo angolo di paradiso. E a chi importava, in fondo, che lei fosse appena sfuggita da un inferno del tutto simile a quello? A nessuno, quindi poteva recarcisi senza alcun problema!
Il corridoio davanti alla loro camera era pieno, illuminato dal sole che cominciava a tramontare; “Mi devo sbrigare!” si disse il giovane Tributo. “Non ho molto tempo!”. Era per questo che si avviava nell’ampio spazio davanti a una delle finestre aperte con passo rapido, il suo passo, quando un urlo la fece avvicinare al muro.
«Pista!» disse la voce di una donna e, considerando che Susan era in stanza, le possibilità erano solo due: Lucy o Bulma? In quel momento, era l’azzurra a combinar disastri: aveva scoperto di avere ancora le capsule, per cui le ci era voluto un attimo per recuperare la sua ultima invenzione, dei pattini con propulsore, e per decidere di testarli in quell’ampio corridoio. Ma, poiché era la prima volta che li indossava, non sapeva bene come utilizzarli, per cui perse rapidamente il controllo.
Aveva cercato, davvero, di schivare quella ragazza cupa e silenziosa, ma non c’era riuscita: l’aveva presa dentro a piena velocità, che si andò a sommare a quella di lei, che camminava velocemente. Katniss venne sbattuta contro la finestra e finì sul balcone che percorreva in tutta la sua lunghezza il corridoio; la ragazza, però, non riuscì a riacquistare un equilibrio e, quando sbatté contro la ringhiera, il corpo si sbilanciò all’indietro, facendola cadere di sotto sotto gli occhi inorriditi dei presenti.
Katniss lanciò un urlo e sul bancone uscirono Lucy e Edmund, che osservavano le prodezze di Brief, ma tutti furono richiamati da quel colpo. Tutti tirarono un sospiro di sollievo quando videro che la giovane era sana e salva tra le braccia di uno stupefatto Darken Rahl, che passeggiava sotto il balcone per rilassarsi un attimo e togliersi dalla testa tutto il rumore presente all’interno.
Boromir, appena raggiunto il balcone e visto lo spettacolino che gli si offriva, si girò, notando Bulma per terra intenta a togliersi i pattini, e capì immediatamente cos’era successo: «Ma vi sembra il modo di giocare in casa? Tu, poi» disse, arrabbiato, rivolgendosi a Edmund. «Dovresti avere un po’ di giudizio in più! Sei un adulto, se non sbaglio!»
Edmund lo guardò arrabbiato: «Non sei mio padre» gli disse, quasi ringhiando, ma il soldato di Gondor non lo stava più ascoltando, perché era di nuovo voltato verso i due sotto il balcone. E, nonostante il Signore del D’Hara avesse già poggiato a terra Katniss, non poté fare a meno di richiamarlo: «Ehi, Rahl! Sei proprio un eroe per caso!»
A quelle parole, Darken lanciò un’occhiata di fuoco a lui e alla povera ragazza che si chiese se non sarebbe stato meglio cadere dal balcone.


Malika's Room
Prompt: Roulette! 30) Peter Pevensie o Darken Rahl o Harry Potter diventa eroe per caso salvando la vita di Katniss Everdeen.
1 Mi riferisco ai quadri di Kandinskij. Sto male a rifermi così a quelle opere, ma nessuno di loro può riconoscerle! Forse solo Tom… ma va beh! ^^

Ed eccomi qui con il secondo capitolo di questa storia completamente pazza... sapete, non mi sembra però poi così tanto demenziale... voi che ne dite?
Beh, nel prossimo episodio, credo proprio che ne vedremo delle belle!! Volete provare a indovinare cosa accadrà? XD
Un ringraziamento a lunadistruggi per la recensione! ^^
Alla prossima!!
Bax bax, Malika.
   
 
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