Capitolo 31: Rina al contrattacco…!
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oco
prima di varcare il cancello della scuola, i due giovani ex-antagonisti ebbero
la tacita e reciproca accortezza di staccarsi, ben consapevoli del polverone
sollevato se si fossero fatti vedere a braccetto da tutti i compagni!
Le
cose, tuttavia, non filarono ugualmente lisce quanto avevano sperato, dal momento
che qualcuno li vide comunque arrivare
vicini dalla finestra della loro aula e, quando giunsero alla porta della
medesima, li stava già aspettando appoggiata allo stipite con le gambe
accavallate e le braccia conserte.
“Mannaggia…!!
S’incomincia subito, stamattina!” imprecò il direttore emotivo.
*Come
se fosse una novità!* commentò fra sé il coadiutore Murdock.
“Salve”
Rina salutò la coppia con un sorriso tirato “come mai arrivate insieme…?!”
“Ti
facessi i cavoli tuoi…!” grugnì ancora Marlowe, fra i denti.
“Guarda
che questi sono anche cavoli suoi, compare!” precisò James Watson, attraverso il
comunicatore intersezionale.
“E
piantala, razza di ipocrita!” rispose per le rime il collega, facendo cenno al
suo assistente di attenuare l’adrenalina al massimo.
Il
detective si carezzo accuratamente la nuca: “Beh… sai…”
“Ci
siamo incontrati per caso!”
Con
la coda dell’occhio, Alan osservò l’espressione assolutamente tranquilla della
compagna, mentre dava alla rivale quella falsa risposta. Il suo responsabile emotivo
non poté non rallegrarsi del fatto che la sua omologa saintelliana fosse abituata
“professionalmente” a mentire.
“Vero,
Alan…?”
Seguendo
le istruzioni di Virginia Breed, Serena Seducy, la responsabile sensitiva di
Lisa, mandò un’accorata richiesta ottico-telepatica all’organismo “complice”
affinché reggesse il loro gioco. Marlowe, gestore di un perenne paladino della
verità, strinse i denti e cercò di fare del suo meglio…
“Gg…
già…! Infatti…!”
Il
tono era fermo, anche se ancora troppo basso per i gusti della Neuro
dell’ex-ladra!
“Certo,
certo… capisco…!” sospirò la biondina, scostandosi. Se non che, quando Alan le
passò accanto, ormai fiducioso di cavarsela così a buon mercato, si sentì
appoggiare una mano sulla spalla, il cui tocco gli procurò un discreto brivido lungo
la schiena.
“Posso
parlarti, Alan?” il suo sguardo aveva completamente perso la luce ironica
mostrata poco prima. Accortosi del repentino prosciugamento dell’interfaccia
nutrizionale[1], Blackie Wolfe, di sua
iniziativa, ordinò una deglutizione abbondante.
“Io…
ma… va bene… d’accordo…!” tentennò il morettino.
“Tu
permetti, vero, Lisa?”
“Ma
figurati” rispose questa, soavemente “a dopo, ragazzi!” e proseguì verso il suo
posto, ostentando il solito passo, leggero ed elegante.
Ammirando
come sempre il sangue freddo di quella ragazza eccezionale, il nostro rivolse
nuovamente l’attenzione alla tenace biondina: “Beh…?”
“Non
qui, Alan. Seguimi!” gli fece cenno colla testa.
“Ma
l’insegnante sta per arrivare!”
“Affari
suoi!”
Davanti
a una simile uscita da parte di quella che si fregiava col titolo di migliore
allieva della scuola, il detective rimase interdetto. Ma proprio
quell’atteggiamento, che derivava sicuramente dal suo particolare stato
d’animo, lo convinse che era meglio assecondarla.
Dopo
avere percorso quasi tutto il corridoio, Rina si arrestò davanti a una porta di
servizio.
“Su,
entra!” disse, dopo averla aperta.
“Nello
sgabuzzino delle scope?!” sussultò Alan, risentendo più forte il brivido di prima
“Ma che diavolo…?”
“Non
c’è tempo per tornare in giardino” taglio corto la ragazza “dai, sbrigati!”
“Ma
cosa le salta in mente?!” chiese Marlowe, in preda al panico “Non ci starà mica
provando, vero…?!!”
“Se
tergiversiamo, è capace di fare una piazzata” osservò Watson “è meglio
collaborare!”
Quel
verbo, abbastanza inopportuno, fece saltare i nervi al suo collega, già fin
troppo agitato: “Ti piacerebbe, eh…? Razza d’incosciente sabotatore!!”
“Cosa
ti prende, Phil? Temi proprio di non resistere più alle sue avances?”
“Me
ne rido, delle avances! E se gli salta addosso…??”
“Improbabile,
ma possibile” intervenne il Coordinatore “comunque, il signor Watson ha ragione:
assecondiamola, ma con prudenza! Signor Kirby: la Motoria stia pronta ad ogni eventualità!”
“Ricevuto!”
“Signor
Spade, lei stringa al massimo gli inibitori… e poi si allontani dai comandi!”
“La
sua fiducia è sempre stimolante, signore!” ribatté il responsabile genetico,
con ovvia ironia.
Con
notevole riluttanza, l’eterno segugio di Saint Tail entrò nello stretto
stanzino, dove Rina accese la luce e chiuse la porta.
“E
allora…?” chiese Alan con la voce più calma che poteva, incrociando le braccia.
La
biondina fece un respiro profondo. Poi deglutì e gli disse: “Alan, voglio la
verità…!!”
“A
che proposito?”
“Non
menare il can per l’aia: hai già scelto?”
“Ma
di cosa stai parlando…?”
Rina
strinse i pugni: “E NON FARE IL FINTO TONTO, MALEDIZIONE: HAI GIÀ DECISO DI
METTERTI CON LEI O NO…?!”
Alan
si dette mentalmente dell’idiota. Cavolo, che altro avrebbe dovuto aspettarsi?!
Come pensava che andasse a finire, arrivando a scuola insieme a Lisa, in quel
modo? Doveva ben prevedere che la nipotina del sindaco (imitata probabilmente da
miss velo da sposa) si sarebbe
piazzata di vedetta, con tanto di binocolo!
Turbata
dal silenzio del ragazzo, Rina cominciò a tremare, mentre gli occhi le si
inumidivano di già…
“Alan,
dimmelo” le scappò (o si fece scappare) un singhiozzo “credo di averlo
guadagnato, il diritto alla tua sincerità…!”
Il
detective ebbe un nuovo sussulto, capendo di trovarsi - non solo metaforicamente
- con le spalle al muro (aveva la schiena appoggiata alla porta, sulla quale
poggiavano i palmi di lei...)! Sembrava proprio giunto il momento di scoprire le carte… tuttavia, la sua
Neuro non ce la faceva ancora: 1490 punti di livello relazionale erano sempre
troppi per riuscire a spezzarle definitivamente il cuore! Oltretutto, come già
ribadito più volte, Rina Takamya non era più la ragazzina viziata, superba e
petulante, incontrata in quella sala
giochi e poi sul teatro del sesto furto di Saint Tail![2]
*E
proprio con me dovevi cambiare?!* si chiese amaramente Alan Asuka, confermando,
ancora una volta, la propria proverbiale ingenuità.
Cosa
meglio dell’amore, infatti, potrebbe indurre le persone a migliorare sé stesse…?
***
“Non
mi rispondi?!” insistette la ragazza, con il volto oramai rigato di lacrime. Quella
vista fu troppo persino per “l’haneokiano” Marlowe, che ordinò al collega Kirby
di tergergliele dolcemente.
“Stai
calma, Rina… certo che ti rispondo!”
“Allora,
dimmi: hai già scelto lei…?”
Il
ragazzo riaprì nuovamente la bocca… poi esitò. Incapace di piantarle quel
coltello nel petto, almeno finché il suo C.R. non fosse stato superato da
quello di Haneoka, Marlowe decise di prendere dell’altro tempo.
“No…!
Io… non ho ancora…”
“Non
ti credo!!” sussurrò lei, scuotendo la testa.
“E
allora cosa me lo chiedi a fare??!” alzò la voce lui, punto sul vivo.
“Ma
se siete arrivati a scuola insieme…!!” ribatté Rina, guardandolo acutamente “La
sei andata a prendere a casa, non è vero…?!”
Il
detective non rispose e, all’improvviso, sentì il bisogno di slacciarsi il nodo
della cravatta: in quel maledetto sgabuzzino faceva sempre più caldo!
“ALAN…!!!”
inveì lei, scuotendogli le spalle. Il compagno si sentì mancare il fiato…
sembrava ripetersi esattamente la scena di due giorni prima![3]
Rassegnato, abbassò gli occhi, arrossendo…
“Sì…!”
rispose, in un soffio.
“Lo
vedi?! Ti sei già messo con lei, solo che non riesci a confessarmelo! Dove sono
finiti il tuo coraggio e la tua maturità?”
Il
tono vagamente sprezzante di quella domanda gli fece rialzare il capo. La sua
dignità, a cui teneva più della vita, lo esortava a difendersi: “Aspetta: non è
affatto così!! È che io… sto solo provando a… conoscerla meglio… per…”
“Ma
se sono anni che le dai la caccia e
che ci litighi a scuola!! Cos’altro hai bisogno di conoscere…?”
Nella
sezione più bassa dell’organismo, tutti i tecnici lanciarono uno sguardo molto
significativo al loro capo… il quale, alzò le braccia e protestò: “Io non ho detto
niente!”
Il
ragazzo deglutì ancora, tergendosi la fronte sudata e balbettando: “Ecco, io…”
“Naturalmente
l’avrai anche baciata più volte, no?” chiese ancora la bionda, ritrovando il
tono ironico.
“Beh,
vedi…”
“E
quindi, a questo punto, saprai anche chi bacia meglio delle due, no?!”
*Che
sfacciata!* commentò mentalmente Marlowe.
*Che
dritta!* lo imitò Watson.
“Ma
cosa di…”
“No…?”
sussurrò lei, con voce suadente, abbracciandolo e avvicinando le sue labbra
morbide con decisione...
“Porca
miseria” mormorò Chandler, leggendo il responso degli analizzatori “questo è Vanity n° 7!”[4]
“Attenua
gli olfattivi più che puoi, Gus: per l’amor di Dio!!” gridò Marlowe.
“Ci
provo…!!” rispose il capo della Sensitiva *Ma non garantisco niente…!* pensò.
“Aspe…
Ri…” tentò di fermarla lui.
“Mmm…”
mugolò lieve la fanciulla, assaporando voluttuosamente la sensazione di quel
bacio, molto più profondo dei precedenti. Non passarono pochi secondi, che i
sensori tattili di Chandler segnalarono il contatto delle lingue…
“Accidenti”
saltò su Sam Spade, gettandosi sul comunicatore intersezionale “Centrale
Operativa da Genetica: siamo sotto attacco!! Situazione DEFCON 4…!”
“Metta
al massimo gli inibitori, Spade” rispose A1 “Kirby, cerchi di allontanarla,
anche se con delicatezza!”
Per
tutta risposta, si videro le braccia di Alan che, pur tremanti, avvolgevano dolcemente
il corpo di Rina…
“Niente
da fare, signore” rispose il capo della Motoria “abbiamo già perso il controllo
muscolare: il sistema centrale l’ha già passato a quelli di sotto!!”[5]
Lew
Harper imprecò e cambiò canale al comunicatore: “Genetica, la situazione…?”
“Siamo
a DEFCON 3. Inibitori al Massimo!”
Dopo
aver giocato a lungo con la sua lingua, la ragazzina finalmente si staccò, permettendo
ad Alan di respirare e dire: “Rina, sa… sarebbe meglio smetterla…!”
“No”
mormorò lei, di rimando, mentre lo ubriacava col suo languido sguardo “stavolta
non ti lascio scappare…!!”
“Ma
io… mmm…”
La
ragazza tornò a baciarlo… e, a un certo punto, quelli di Chandler percepirono
come una forte scossa elettrica, quando la sua piccola mano calda s’insinuò
sotto la camicia di lui…
“È
un attacco in piena regola” gridò, ormai isterico, il capo della Neuro “lo
sapevo…!! LO SAPEVO…!!!”
“Chandler:
devii più impulsi che può sugli shunter” ordinò il Coordinatore “presto…!!”
“Sono
già tutti impegnati, signore” rispose il capo della Sensitiva “ma non potranno
reggere per molto: quell’assatanata ci sta sparando una miriade di ferormoni!”[6]
“Centrale
da Genetica: siamo a DEFCON
“Ri…
Rina… ti pre… ti prego… fi… finiamola qui…!” continuava a balbettare il
ragazzo, pur non potendo evitare di ricambiare i suoi baci e le sue carezze.
“No,
Alan… ti amo…” rispose lei, ansimando.
Era già riuscita a fargli cadere per terra la giacca, gli aveva abbassato le
bretelle e ora gli stava sfilando una manica della camicia “…ti desidero…! “insisteva,
con dolce irruenza “Ti voglio…!!”
Ormai
il contatore del Coefficiente Relazionale stava per superare i 1800 punti… i
membri della Neuro erano come paralizzati dal terrore, sapendo che, se si fosse
arrivati all’amplesso, Rina Takamya avrebbe raggiunto la quota di 2290: quasi
300 punti oltre la soglia del livello passionale. A quel punto, blocco
relazionale o meno, per Lisa Haneoka, in arte Seya, non ci sarebbe stata più alcuna
speranza![7]
“4
inibitori su 5 fuori uso” annunciò ancora la voce di Spade “DEFCON 1, DEFCON 1…!!!”
“È
la fine…!” mormorò Tim Murdock, sconsolato.
Quell’annuncio,
preludio alle più serie conseguenze, fece riscuotere il suo superiore dal proprio
momentaneo shock catalettico. Da vari secondi, Marlowe stava fissando con
estremo interesse un cavo rosso che scorreva lungo la parete strumentale… era
il condotto che portava gli impulsi percettivi, provenienti dai filtri psichici
(che li avevano separati da quelli emotivi) verso l’elaboratore sensuale, atto
a pilotare gli apparati riproduttivi!
Il
terrore di sentire l’imminente annuncio di Spade “DEFCON 0: raggiunto climax!”, al quale avrebbe fatto seguito una
situazione veramente imbarazzante, fece perdere la testa al povero Marlowe che,
senza riflettere ulteriormente, si precipitò sul cavo suddetto e lo strappò dai
ritegni con tutta la forza della sua disperazione!
Il
fido Murdock ebbe appena il tempo di gridare “Signore, che cosa fa…??!!” che una
scarica di notevoli proporzioni accecò l’intero personale presente in camera di
controllo, mentre il rumore veniva parzialmente coperto dal grido di dolore del
loro disgraziato responsabile. Subito dopo gli amperometri e i manometri
presenti nella sezione di Spade si azzerarono pressoché istantaneamente, mentre
il pannello indicante il raggiunto grado di eccitazione tornava
contemporaneamente alla rassicurante posizione di “DEFCON 5”…
Mentre
Murdock, aiutato da un collega, prestava al suo capo i primi soccorsi, un terzo
assistente neurologico si preoccupava di estinguere un principio d’incendio, subito
scaturito fra i pannelli strumentali vicini al cavo tranciato.
Dopo
essersi assicurato che le condizioni di Marlowe non erano critiche, A1 si
affrettò a chiedere un rapporto a Spade: “Genetica da Centrale: quali sono le
vostre condizioni? Rispondete…!”
Dopo
alcuni istanti di teso silenzio, arrivò questo piatto messaggio: “Emissione scongiurata”
rispose il capo-sezione Spade “tutti gli apparati sul riposo!”
***
Dopo
avergli levato del tutto la camicia (Alan non usava portare la canottiera,
perché le bretelle lo infastidivano, premendo sulle spalline), Rina continuò ad
accarezzare il giovane e robusto torace del ragazzo, mentre con l’altra mano si
era sciolta il papillon, liberata della giubba dell’uniforme e ora si stava
slacciando i bottoni della camiciola… quando, ad un tratto, si accorse che le
braccia del suo bello non la stringevano più!
Abbandonò
allora le sue labbra e lo fissò con perplessa contrarietà. Sulle prime accarezzò
la speranza che la subentrata rigidità di Alan si dovesse al “timore della prima
volta”… ma poi si accorse purtroppo del suo sguardo spento e dell’assenza di ogni
tremore.
“Tesoro…”
sussurrò “…che cosa c’è…?”
Lo
dovette scuotere affettuosamente più volte, affinché ritrovasse la parola: “Rina,
io…” scosse la testa “…non posso. Mi… mi dispiace…!”
La
ragazza ebbe allora una fitta al cuore. Non tanto per essere “andata in
bianco”, quanto per aver capito, senza possibilità di appello, che la loro
storia era già finita.
Era
chiaro che Alan le voleva molto bene: glielo aveva detto e anche più volte
dimostrato… ma solamente come a una cara amica. Non avrebbe mai potuto diventare
l’uomo della sua vita, poiché la sua anima gemella portava un diverso nome:
Lisa Haneoka!
Lui
stesso ci aveva provato a corrispondere i suoi sentimenti: si poteva anche dire
che aveva fatto del suo meglio! Era stato inoltre molto bello che si fosse
sforzato di ricambiarla, in quanto sentiva che lei lo meritava… perché era
giusto premiare il suo affetto, la sua lealtà e la sua sincerità. Cessando
quell’assurda competizione con lui nel cercare di batterlo nella caccia a Seya
e mettendo così a nudo i suoi veri sentimenti, Rina Takamya era riuscita a
guadagnarsi la sua stima ed il suo affetto. Ma l’amore no… quello non sarebbe
mai riuscita a guadagnarselo. Perché, nel profondo del suo animo, Alan Daiki Asuka
desiderava, con tutto il suo essere, amare la persona che gli aveva - in tutti
i sensi - rubato il cuore!
Se
anche Rina fosse riuscita a conquistarlo con la seduzione, avrebbe commesso un
errore madornale perché, in questo modo, avrebbe sì avuto al suo fianco un uomo
gentile e devoto, ma col cuore che sarebbe sempre appartenuto a un’altra donna
e che avrebbe sempre sanguinato perché il suo proprietario non si sarebbe
trovato accanto a lei!
Sotto
quel petto, bello e sbocciante, che stava con gioia per offrire alla vista del
suo amato, la povera ragazza avvertiva uno spasimo atroce. Ma sapeva, nel
contempo, che non sarebbe stato giusto umiliare sé stessa nell’accettare un
uomo a metà. Lei meritava di averne uno intero, uno che l’avrebbe guardata senza
remore di sorta, come il giovane detective poteva guardare la ladra Saint Tail!
Un
po’ per sollievo, un po’ per vergogna, lacrime nuove solcarono il visetto grazioso
di quella fanciulla, che lentamente tornò a stringere il compagno in un tenero
abbraccio affettuoso che venne, come tale, sinceramente ricambiato.
“Perdonami,
Alan…!! Sono… sono stata una stupida… una pazza!! Ti scongiuro… perdonami…!”
Lui
scosse ancora la testa, accentuando la stretta delle sua braccia nude: “Non ho
niente da perdonarti… i sentimenti sono sacri, quando sono sinceri. E i tuoi lo
sono, Rina!”
La
giovinetta singhiozzò: “Grazie, Alan…! Io… ti voglio tanto bene! Tanto…!!”
“Anch’io,
Rina, credimi. E te ne vorrò sempre. Potrai sempre contare su di me!”
“Lo
so… l’ho sempre saputo! Scusami per quello che è successo oggi… e promettimi
che…”
“Non
temere: non uscirà da questa stanza, te lo giuro!”
“Grazie,
amore mio…!” disse lei, abbandonandosi col mento appoggiato alla sua spalla.
“Di
nulla, amica mia. E perdonami tu, se puoi…!” concluse lui, dandole infine un
bacio sulla fronte.
***
Mentre
i due ragazzi si ricomponevano in silenzio, Lew “A1” Harper poté finalmente asciugarsi
il copioso sudore che gli colava dalla fronte e cercare di spegnere la
tensione.
*Questa
è andata* pensò, soffiando come un mantice *e adesso, auguriamoci che miss velo da sposa ci faccia la grazia
di aspettare almeno lunedì, prima di sferrarci anche lei un attacco del
genere…!*
Tuttavia
il provato Coordinatore sapeva di non poterci contare più di tanto…
[1] La bocca.
[2] Cfr. il 6° capitolo del fumetto (Cherry Blossom).
[3] Vedi capitolo 25.
[4] Un profumo ancora più pericoloso di Seduzione Notturna n°3 (v. cap. 28), prodotti sicuramente entrambi dalla famiglia Takarada (cfr. il capitolo 15: Una magia di Snow Drop)!
[5] Quelli di sotto sarebbero… beh, ormai l’avrete capito!
[6] Ogni sensitiva umana dispose di un certo numero di
derivatori, in grado di trattenere una limitata
quantità di impulsi sensuali verso
[7] Ma la cosa che forse terrorizzava maggiormente il piccolo detective, era quella di entrare a far parte della famiglia Hiwatari (chiedere spiegazioni a Lord Martiya)!