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Autore: Andy Grim    19/06/2008    2 recensioni
Mi ero ripromesso di non pubblicare questa storia finché non ne avessi ultimato la pubblicazione su MANGANET... ma leggendo la recensione di Kitthex sulla mia one-shot "Le dimissioni di Asuka Junior" (ispirata a questa stessa serie) è scattato qualcosa che mi ha spinto ad esaudire il suo desiderio di leggere qualcos'altro di mio e dunque rieccomi qui! Può darsi che Kitthex non bramasse affatto di leggere un secondo racconto su Saint Tail e ancora meno una storia come questa! Ho già pubblicato su EFP un lavoro analogo basato su Lamù e non so se abbia incontrato molto successo (ho avuto solo 12 recensioni abbastanza lusinghiere, ma un numero di letture in calando nella sequenza dei capitoli). Per carità, il lettore è giudice e mi rendo anche conto che si tratta di un genere forse troppo originale (ho infatti già deciso di NON pubblicare altre demenzialità di questo tipo)! Chi preferisse qualcosa di più "normale", può entrare nella sezione su Candy Candy e leggersi "Un compagno per Flanny Hamilton". Per ora non vi è altro, ma spero, nel prossimo futuro, di potervi offrire altre opere (le idee non mi mancano, lo sbuzzo un po' di più)! Riguardo alla storia qui presente, si propone di illustrare le lotte interne del co-protagonista di KST nella sua perpetua caccia alla coduta ladruncola di Seika, nonché le continue schermaglie amorose con le rivali in amore di quest'ultima. Ai lettori che fossero contemporaneamente dei fan di Uruseiatsura e di Kaitou Saint Tail potrebbe interessare il confronto diretto fra le equipes organiche di due esemplari umani (Ataru Moroboshi e Alan Daiki Asuka) che più diversi di così non avrebbero potuto essere. Buon divertimento... o almeno me lo auguro!
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 31: Rina al contrattacco…

Capitolo 31: Rina al contrattacco…!

 

P

oco prima di varcare il cancello della scuola, i due giovani ex-antagonisti ebbero la tacita e reciproca accortezza di staccarsi, ben consapevoli del polverone sollevato se si fossero fatti vedere a braccetto da tutti i compagni!

Le cose, tuttavia, non filarono ugualmente lisce quanto avevano sperato, dal momento che qualcuno li vide comunque arrivare vicini dalla finestra della loro aula e, quando giunsero alla porta della medesima, li stava già aspettando appoggiata allo stipite con le gambe accavallate e le braccia conserte.

“Mannaggia…!! S’incomincia subito, stamattina!” imprecò il direttore emotivo.

*Come se fosse una novità!* commentò fra sé il coadiutore Murdock.

“Salve” Rina salutò la coppia con un sorriso tirato “come mai arrivate insieme…?!”

“Ti facessi i cavoli tuoi…!” grugnì ancora Marlowe, fra i denti.

“Guarda che questi sono anche cavoli suoi, compare!” precisò James Watson, attraverso il comunicatore intersezionale.

“E piantala, razza di ipocrita!” rispose per le rime il collega, facendo cenno al suo assistente di attenuare l’adrenalina al massimo.

Il detective si carezzo accuratamente la nuca: “Beh… sai…”

“Ci siamo incontrati per caso!”

Con la coda dell’occhio, Alan osservò l’espressione assolutamente tranquilla della compagna, mentre dava alla rivale quella falsa risposta. Il suo responsabile emotivo non poté non rallegrarsi del fatto che la sua omologa saintelliana fosse abituata “professionalmente” a mentire.

“Vero, Alan…?”

Seguendo le istruzioni di Virginia Breed, Serena Seducy, la responsabile sensitiva di Lisa, mandò un’accorata richiesta ottico-telepatica all’organismo “complice” affinché reggesse il loro gioco. Marlowe, gestore di un perenne paladino della verità, strinse i denti e cercò di fare del suo meglio…

“Gg… già…! Infatti…!”

Il tono era fermo, anche se ancora troppo basso per i gusti della Neuro dell’ex-ladra!

“Certo, certo… capisco…!” sospirò la biondina, scostandosi. Se non che, quando Alan le passò accanto, ormai fiducioso di cavarsela così a buon mercato, si sentì appoggiare una mano sulla spalla, il cui tocco gli procurò un discreto brivido lungo la schiena.

“Posso parlarti, Alan?” il suo sguardo aveva completamente perso la luce ironica mostrata poco prima. Accortosi del repentino prosciugamento dell’interfaccia nutrizionale[1], Blackie Wolfe, di sua iniziativa, ordinò una deglutizione abbondante.

“Io… ma… va bene… d’accordo…!” tentennò il morettino.

“Tu permetti, vero, Lisa?”

“Ma figurati” rispose questa, soavemente “a dopo, ragazzi!” e proseguì verso il suo posto, ostentando il solito passo, leggero ed elegante.

Ammirando come sempre il sangue freddo di quella ragazza eccezionale, il nostro rivolse nuovamente l’attenzione alla tenace biondina: “Beh…?”

“Non qui, Alan. Seguimi!” gli fece cenno colla testa.

“Ma l’insegnante sta per arrivare!”

“Affari suoi!”

Davanti a una simile uscita da parte di quella che si fregiava col titolo di migliore allieva della scuola, il detective rimase interdetto. Ma proprio quell’atteggiamento, che derivava sicuramente dal suo particolare stato d’animo, lo convinse che era meglio assecondarla.

Dopo avere percorso quasi tutto il corridoio, Rina si arrestò davanti a una porta di servizio.

“Su, entra!” disse, dopo averla aperta.

“Nello sgabuzzino delle scope?!” sussultò Alan, risentendo più forte il brivido di prima “Ma che diavolo…?”

“Non c’è tempo per tornare in giardino” taglio corto la ragazza “dai, sbrigati!”

“Ma cosa le salta in mente?!” chiese Marlowe, in preda al panico “Non ci starà mica provando, vero…?!!”

“Se tergiversiamo, è capace di fare una piazzata” osservò Watson “è meglio collaborare!”

Quel verbo, abbastanza inopportuno, fece saltare i nervi al suo collega, già fin troppo agitato: “Ti piacerebbe, eh…? Razza d’incosciente sabotatore!!”

“Cosa ti prende, Phil? Temi proprio di non resistere più alle sue avances?”

“Me ne rido, delle avances! E se gli salta addosso…??”

“Improbabile, ma possibile” intervenne il Coordinatore “comunque, il signor Watson ha ragione: assecondiamola, ma con prudenza! Signor Kirby: la Motoria stia pronta ad ogni eventualità!”

“Ricevuto!”

“Signor Spade, lei stringa al massimo gli inibitori… e poi si allontani dai comandi!”

“La sua fiducia è sempre stimolante, signore!” ribatté il responsabile genetico, con ovvia ironia.

Con notevole riluttanza, l’eterno segugio di Saint Tail entrò nello stretto stanzino, dove Rina accese la luce e chiuse la porta.

“E allora…?” chiese Alan con la voce più calma che poteva, incrociando le braccia.

La biondina fece un respiro profondo. Poi deglutì e gli disse: “Alan, voglio la verità…!!”

“A che proposito?”

“Non menare il can per l’aia: hai già scelto?”

“Ma di cosa stai parlando…?”

Rina strinse i pugni: “E NON FARE IL FINTO TONTO, MALEDIZIONE: HAI GIÀ DECISO DI METTERTI CON LEI O NO…?!”

Alan si dette mentalmente dell’idiota. Cavolo, che altro avrebbe dovuto aspettarsi?! Come pensava che andasse a finire, arrivando a scuola insieme a Lisa, in quel modo? Doveva ben prevedere che la nipotina del sindaco (imitata probabilmente da miss velo da sposa) si sarebbe piazzata di vedetta, con tanto di binocolo!

Turbata dal silenzio del ragazzo, Rina cominciò a tremare, mentre gli occhi le si inumidivano di già…

“Alan, dimmelo” le scappò (o si fece scappare) un singhiozzo “credo di averlo guadagnato, il diritto alla tua sincerità…!”

Il detective ebbe un nuovo sussulto, capendo di trovarsi - non solo metaforicamente - con le spalle al muro (aveva la schiena appoggiata alla porta, sulla quale poggiavano i palmi di lei...)! Sembrava proprio giunto il  momento di scoprire le carte… tuttavia, la sua Neuro non ce la faceva ancora: 1490 punti di livello relazionale erano sempre troppi per riuscire a spezzarle definitivamente il cuore! Oltretutto, come già ribadito più volte, Rina Takamya non era più la ragazzina viziata, superba e petulante, incontrata in  quella sala giochi e poi sul teatro del sesto furto di Saint Tail![2]

*E proprio con me dovevi cambiare?!* si chiese amaramente Alan Asuka, confermando, ancora una volta, la propria proverbiale ingenuità.

Cosa meglio dell’amore, infatti, potrebbe indurre le persone a migliorare sé stesse…?

 

***

“Non mi rispondi?!” insistette la ragazza, con il volto oramai rigato di lacrime. Quella vista fu troppo persino per “l’haneokiano” Marlowe, che ordinò al collega Kirby di tergergliele dolcemente.

“Stai calma, Rina… certo che ti rispondo!”

“Allora, dimmi: hai già scelto lei…?”

Il ragazzo riaprì nuovamente la bocca… poi esitò. Incapace di piantarle quel coltello nel petto, almeno finché il suo C.R. non fosse stato superato da quello di Haneoka, Marlowe decise di prendere dell’altro tempo.

“No…! Io… non ho ancora…”

“Non ti credo!!” sussurrò lei, scuotendo la testa.

“E allora cosa me lo chiedi a fare??!” alzò la voce lui, punto sul vivo.

“Ma se siete arrivati a scuola insieme…!!” ribatté Rina, guardandolo acutamente “La sei andata a prendere a casa, non è vero…?!”

Il detective non rispose e, all’improvviso, sentì il bisogno di slacciarsi il nodo della cravatta: in quel maledetto sgabuzzino faceva sempre più caldo!

“ALAN…!!!” inveì lei, scuotendogli le spalle. Il compagno si sentì mancare il fiato… sembrava ripetersi esattamente la scena di due giorni prima![3] Rassegnato, abbassò gli occhi, arrossendo…

“Sì…!” rispose, in un soffio.

“Lo vedi?! Ti sei già messo con lei, solo che non riesci a confessarmelo! Dove sono finiti il tuo coraggio e la tua maturità?”

Il tono vagamente sprezzante di quella domanda gli fece rialzare il capo. La sua dignità, a cui teneva più della vita, lo esortava a difendersi: “Aspetta: non è affatto così!! È che io… sto solo provando a… conoscerla meglio… per…”

“Ma se sono anni che le dai la caccia e che ci litighi a scuola!! Cos’altro hai bisogno di conoscere…?”

Nella sezione più bassa dell’organismo, tutti i tecnici lanciarono uno sguardo molto significativo al loro capo… il quale, alzò le braccia e protestò: “Io non ho detto niente!”

Il ragazzo deglutì ancora, tergendosi la fronte sudata e balbettando: “Ecco, io…”

“Naturalmente l’avrai anche baciata più volte, no?” chiese ancora la bionda, ritrovando il tono ironico.

“Beh, vedi…”

“E quindi, a questo punto, saprai anche chi bacia meglio delle due, no?!”

*Che sfacciata!* commentò mentalmente Marlowe.

*Che dritta!* lo imitò Watson.

“Ma cosa di…”

“No…?” sussurrò lei, con voce suadente, abbracciandolo e avvicinando le sue labbra morbide con decisione...

“Porca miseria” mormorò Chandler, leggendo il responso degli analizzatori “questo è Vanity n° 7!”[4]

“Attenua gli olfattivi più che puoi, Gus: per l’amor di Dio!!” gridò Marlowe.

“Ci provo…!!” rispose il capo della Sensitiva *Ma non garantisco niente…!* pensò.

“Aspe… Ri…” tentò di fermarla lui.

“Mmm…” mugolò lieve la fanciulla, assaporando voluttuosamente la sensazione di quel bacio, molto più profondo dei precedenti. Non passarono pochi secondi, che i sensori tattili di Chandler segnalarono il contatto delle lingue…

“Accidenti” saltò su Sam Spade, gettandosi sul comunicatore intersezionale “Centrale Operativa da Genetica: siamo sotto attacco!! Situazione DEFCON 4…!”

“Metta al massimo gli inibitori, Spade” rispose A1 “Kirby, cerchi di allontanarla, anche se con delicatezza!”

Per tutta risposta, si videro le braccia di Alan che, pur tremanti, avvolgevano dolcemente il corpo di Rina…

“Niente da fare, signore” rispose il capo della Motoria “abbiamo già perso il controllo muscolare: il sistema centrale l’ha già passato a quelli di sotto!!”[5]

Lew Harper imprecò e cambiò canale al comunicatore: “Genetica, la situazione…?”

“Siamo a DEFCON 3. Inibitori al Massimo!”

Dopo aver giocato a lungo con la sua lingua, la ragazzina finalmente si staccò, permettendo ad Alan di respirare e dire: “Rina, sa… sarebbe meglio smetterla…!”

“No” mormorò lei, di rimando, mentre lo ubriacava col suo languido sguardo “stavolta non ti lascio scappare…!!”

“Ma io… mmm…”

La ragazza tornò a baciarlo… e, a un certo punto, quelli di Chandler percepirono come una forte scossa elettrica, quando la sua piccola mano calda s’insinuò sotto la camicia di lui…

“È un attacco in piena regola” gridò, ormai isterico, il capo della Neuro “lo sapevo…!! LO SAPEVO…!!!”

“Chandler: devii più impulsi che può sugli shunter” ordinò il Coordinatore “presto…!!”

“Sono già tutti impegnati, signore” rispose il capo della Sensitiva “ma non potranno reggere per molto: quell’assatanata ci sta sparando una miriade di ferormoni!”[6]

“Centrale da Genetica: siamo a DEFCON 2” avvertì Spade “3 inibitori su 5 fuori uso!”

“Ri… Rina… ti pre… ti prego… fi… finiamola qui…!” continuava a balbettare il ragazzo, pur non potendo evitare di ricambiare i suoi baci e le sue carezze.

“No, Alan… ti amo…” rispose  lei, ansimando. Era già riuscita a fargli cadere per terra la giacca, gli aveva abbassato le bretelle e ora gli stava sfilando una manica della camicia “…ti desidero…! “insisteva, con dolce irruenza “Ti voglio…!!”

Ormai il contatore del Coefficiente Relazionale stava per superare i 1800 punti… i membri della Neuro erano come paralizzati dal terrore, sapendo che, se si fosse arrivati all’amplesso, Rina Takamya avrebbe raggiunto la quota di 2290: quasi 300 punti oltre la soglia del livello passionale. A quel punto, blocco relazionale o meno, per Lisa Haneoka, in arte Seya, non ci sarebbe stata più alcuna speranza![7]

“4 inibitori su 5 fuori uso” annunciò ancora la voce di Spade “DEFCON 1, DEFCON 1…!!!”

“È la fine…!” mormorò Tim Murdock, sconsolato.

Quell’annuncio, preludio alle più serie conseguenze, fece riscuotere il suo superiore dal proprio momentaneo shock catalettico. Da vari secondi, Marlowe stava fissando con estremo interesse un cavo rosso che scorreva lungo la parete strumentale… era il condotto che portava gli impulsi percettivi, provenienti dai filtri psichici (che li avevano separati da quelli emotivi) verso l’elaboratore sensuale, atto a pilotare gli apparati riproduttivi!

Il terrore di sentire l’imminente annuncio di Spade “DEFCON 0: raggiunto climax!”, al quale avrebbe fatto seguito una situazione veramente imbarazzante, fece perdere la testa al povero Marlowe che, senza riflettere ulteriormente, si precipitò sul cavo suddetto e lo strappò dai ritegni con tutta la forza della sua disperazione!

Il fido Murdock ebbe appena il tempo di gridare “Signore, che cosa fa…??!!” che una scarica di notevoli proporzioni accecò l’intero personale presente in camera di controllo, mentre il rumore veniva parzialmente coperto dal grido di dolore del loro disgraziato responsabile. Subito dopo gli amperometri e i manometri presenti nella sezione di Spade si azzerarono pressoché istantaneamente, mentre il pannello indicante il raggiunto grado di eccitazione tornava contemporaneamente alla rassicurante posizione di “DEFCON 5”…

Mentre Murdock, aiutato da un collega, prestava al suo capo i primi soccorsi, un terzo assistente neurologico si preoccupava di estinguere un principio d’incendio, subito scaturito fra i pannelli strumentali vicini al cavo tranciato.

Dopo essersi assicurato che le condizioni di Marlowe non erano critiche, A1 si affrettò a chiedere un rapporto a Spade: “Genetica da Centrale: quali sono le vostre condizioni? Rispondete…!”

Dopo alcuni istanti di teso silenzio, arrivò questo piatto messaggio: “Emissione scongiurata” rispose il capo-sezione Spade “tutti gli apparati sul riposo!”

 

***

Dopo avergli levato del tutto la camicia (Alan non usava portare la canottiera, perché le bretelle lo infastidivano, premendo sulle spalline), Rina continuò ad accarezzare il giovane e robusto torace del ragazzo, mentre con l’altra mano si era sciolta il papillon, liberata della giubba dell’uniforme e ora si stava slacciando i bottoni della camiciola… quando, ad un tratto, si accorse che le braccia del suo bello non la stringevano più!

Abbandonò allora le sue labbra e lo fissò con perplessa contrarietà. Sulle prime accarezzò la speranza che la subentrata rigidità di Alan si dovesse al “timore della prima volta”… ma poi si accorse purtroppo del suo sguardo spento e dell’assenza di ogni tremore.

“Tesoro…” sussurrò “…che cosa c’è…?”

Lo dovette scuotere affettuosamente più volte, affinché ritrovasse la parola: “Rina, io…” scosse la testa “…non posso. Mi… mi dispiace…!”

La ragazza ebbe allora una fitta al cuore. Non tanto per essere “andata in bianco”, quanto per aver capito, senza possibilità di appello, che la loro storia era già finita.

Era chiaro che Alan le voleva molto bene: glielo aveva detto e anche più volte dimostrato… ma solamente come a una cara amica. Non avrebbe mai potuto diventare l’uomo della sua vita, poiché la sua anima gemella portava un diverso nome: Lisa Haneoka!

Lui stesso ci aveva provato a corrispondere i suoi sentimenti: si poteva anche dire che aveva fatto del suo meglio! Era stato inoltre molto bello che si fosse sforzato di ricambiarla, in quanto sentiva che lei lo meritava… perché era giusto premiare il suo affetto, la sua lealtà e la sua sincerità. Cessando quell’assurda competizione con lui nel cercare di batterlo nella caccia a Seya e mettendo così a nudo i suoi veri sentimenti, Rina Takamya era riuscita a guadagnarsi la sua stima ed il suo affetto. Ma l’amore no… quello non sarebbe mai riuscita a guadagnarselo. Perché, nel profondo del suo animo, Alan Daiki Asuka desiderava, con tutto il suo essere, amare la persona che gli aveva - in tutti i sensi - rubato il cuore!

Se anche Rina fosse riuscita a conquistarlo con la seduzione, avrebbe commesso un errore madornale perché, in questo modo, avrebbe sì avuto al suo fianco un uomo gentile e devoto, ma col cuore che sarebbe sempre appartenuto a un’altra donna e che avrebbe sempre sanguinato perché il suo proprietario non si sarebbe trovato accanto a lei!

Sotto quel petto, bello e sbocciante, che stava con gioia per offrire alla vista del suo amato, la povera ragazza avvertiva uno spasimo atroce. Ma sapeva, nel contempo, che non sarebbe stato giusto umiliare sé stessa nell’accettare un uomo a metà. Lei meritava di averne uno intero, uno che l’avrebbe guardata senza remore di sorta, come il giovane detective poteva guardare la ladra Saint Tail!

Un po’ per sollievo, un po’ per vergogna, lacrime nuove solcarono il visetto grazioso di quella fanciulla, che lentamente tornò a stringere il compagno in un tenero abbraccio affettuoso che venne, come tale, sinceramente ricambiato.

“Perdonami, Alan…!! Sono… sono stata una stupida… una pazza!! Ti scongiuro… perdonami…!”

Lui scosse ancora la testa, accentuando la stretta delle sua braccia nude: “Non ho niente da perdonarti… i sentimenti sono sacri, quando sono sinceri. E i tuoi lo sono, Rina!”

La giovinetta singhiozzò: “Grazie, Alan…! Io… ti voglio tanto bene! Tanto…!!”

“Anch’io, Rina, credimi. E te ne vorrò sempre. Potrai sempre contare su di me!”

“Lo so… l’ho sempre saputo! Scusami per quello che è successo oggi… e promettimi che…”

“Non temere: non uscirà da questa stanza, te lo giuro!”

“Grazie, amore mio…!” disse lei, abbandonandosi col mento appoggiato alla sua spalla.

“Di nulla, amica mia. E perdonami tu, se puoi…!” concluse lui, dandole infine un bacio sulla fronte.

 

***

Mentre i due ragazzi si ricomponevano in silenzio, Lew “A1” Harper poté finalmente asciugarsi il copioso sudore che gli colava dalla fronte e cercare di spegnere la tensione.

*Questa è andata* pensò, soffiando come un mantice *e adesso, auguriamoci che miss velo da sposa ci faccia la grazia di aspettare almeno lunedì, prima di sferrarci anche lei un attacco del genere…!*

Tuttavia il provato Coordinatore sapeva di non poterci contare più di tanto…

 



[1] La bocca.

[2] Cfr. il 6° capitolo del fumetto (Cherry Blossom).

[3] Vedi capitolo 25.

[4] Un profumo ancora più pericoloso di Seduzione Notturna n°3 (v. cap. 28), prodotti sicuramente entrambi dalla famiglia Takarada (cfr. il capitolo 15: Una magia di Snow Drop)!

[5] Quelli di sotto sarebbero… beh, ormai l’avrete capito!

[6] Ogni sensitiva umana dispose di un certo numero di derivatori, in grado di trattenere una limitata quantità di impulsi sensuali verso la Genetica. Lo scopo è chiaramente quello di permettere alla Neuro e alla Cerebrale un controllo adeguato sulle azioni dell’organismo. A beneficio di chi ha letto La storia segreta dei SISAS, chiarirò che tali dispositivi sono in pratica degli ASD “naturali” aventi però un’efficacia molto, ma molto minore rispetto ai famigerati dispositivi creati da Jerry Humper, della Moroboshi Human Being Corp…!

[7] Ma la cosa che forse terrorizzava maggiormente il piccolo detective, era quella di entrare a far parte della famiglia Hiwatari (chiedere spiegazioni a Lord Martiya)!

  
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