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Autore: Ren_91    19/06/2008    2 recensioni
La nostra protagonista, Isabel, affronterà molte avventure che le sconvolgeranno la vita, ma che la porteranno anche ad incontrare l' amore della sua vita. [aggiorto il capitolo 3]
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Alexander, con ancora Isabel in braccio, si avviò verso i cavalli, seguito a ruota da tutti i suoi uomini. Una volta arrivati nello spiazzato in cui, in precedenza, avevano lasciato i cavalli, un soldato si avvicinò ai due.
-    Signore siamo spiacenti ma non abbiamo un cavallo anche per lui. Se vuole può affidarlo a me, potrebbe viaggiare sul mio cavallo con me!- Si offrì gentilmente l’ uomo. Ma Isabel, udite quelle parole, si rannicchiò di più fra le braccia di Alexander, stringendoglisi  meglio contro. Non sapeva perché ma riusciva a fidarsi solo di lui.
-    Non preoccuparti viaggerà con me! Sono quello meno stanco qui in mezzo! Disse avendo notato la reazione del fagotto fra le sue braccia.
-    Come vuole signore! Se cambia idea sono sempre a disposizione.
-    Va bene! Gli disse per poi salire sul cavallo, mettendosi davanti Isabel
-    Ora tutti in marcia! Ci aspetta un lungo tragitto per arrivare all’ accampamento! Ordnò poi al plotone.
-    Agli ordini capitano! Gridarono in coro i soldati.
Così dopo gli ultimi accorgimenti si misero in marcia. Isabel, attenta, guardava il paesaggio circostante, per lei sembrava tutto così interessante, anche se poteva vederne solo i contorni, di fatto tutto era avvolto dall’ oscurità, un luogo immerso nel buio perenne.
Erano ormai parecchie ore che viaggiavano, e già da un po’ erano usciti dalla foresta della notte eterna, e finalmente dopo tanti anni di oscurità, Isabel potè rivedere il sole, che con la sua luminosità irradiava l’ ambiente circostante, rendendo il tutto più colorato, e in un certo senso più vivo. Isabel si raddrizzò meglio fra le braccia di Alexander per osservare meglio, tutte le sembrava fin troppo bello per messere vero, e con tutte le sue forze sperava che questo non fosse uno di quei  sogni che si ritrovava a fare, per scappare dalla crudele realtà, quando i giorni di prigionia divenivano insopportabili.
Isabel era ancora persa nei meandri della sua fantasia, quando si accorse che si erano fermati. Vide Alexander smontare da cavallo, per poi prenderla nuovamente in braccio.
-    Uomini, ormai sta calando la notte e non è consigliabile camminare durante la notte, quindi per questa sera ci fermeremo qui! Disse perentorio ai suoi soldati
-    Mentre gli altri organizzano la sistemazione per la notte, che ne dici di provare a camminare? è da molto che non lo fai! Dovrai pur ricominciare prima o poi! Disse poi rivolto ad Isabel che si limitò, ad annuire semplicemente.
Così Alexander, gentilmente la mise a terra, e mantenendola sempre con una mano dietro la schiena, le vide fare i primi passi. Era veramente tanto che non camminava, e inizialmente le gambe le facevano male, ma poi, una volta fatta l’ abitudine, proseguì da sola senza avere più bisogno del sostegno di nessuno. Una volta ripresa confidenza con le sue gambe, per la felicità si mise a saltellare, ma purtroppo aveva fatto il passo più lungo della gamba, perché le gambe, da poco riabituate al loro dovere, non la ressero facendola cadere a terra.
Isabel, imbarazzata per la magra figura appena compita, alzò lentamente il capo, per poi specchiarsi negli occhi di Alexander che la guardavano allegri!
-    mi sa che hai un po’ esagerato! Vedi di stare più tranquillo, ti sei appena riappropriato dei tuoi arti inferiori, non vorrai perderli nuovamente. Disse porgendole una mano per aiutarla a rialzarsi.
-    Comunque nelle vicinanze ci dovrebbe essere un piccolo laghetto, potresti darti una rinfrescata! Ma mi dispiace in questo momento non abbiamo abiti puliti da darti, una volta all’ accampamento, vedrò cosa posso fare. Va bene?- le disse con un sorriso gentile sulle labbra.
Isabel, una volta capito da che parte dovesse andare, si diresse verso il lago. Quando giunse lì, davanti a lei apparve una scena fantastica, una piccola distesa d’ acqua cristallina si apriva in mezzo agli alberi, ed era irradiata dalla luce del tramonto, che dava al luogo un aspetto surreale. Isabel, incantata da quello scenario, si denudò da tutti i suoi vestiti, per poi immergersi con lentezza in acqua.
-    Ahhh! Che bella sensazioni, era da una vita che non mi facevo un bel bagno! Mi ci voleva proprio!- pensò lavandosi accuratamente il corpo, facendo ritornare la sua pelle al suo colore originale. Quando fu pienamente soddisfatta del suo operato, incominciò a rilassarsi, non accorgendosi dello scorrere del tempo.
Quando sì sentì finalmente più rilassata e soddisfatta del lavoro di pulizia, si decise ad uscire dall’ acqua, riavviandosi leggermente con le mani i lunghi capelli biondi. Isabel si diresse nel luogo dove aveva lasciato i suoi vecchi abiti, quando li vide, incominciò a guardarli leggermente schifata, non le andava di rimettersi quei vestiti sporchi, ora che finalmente dopo tanto tempo si era potuta dare una sistemata. Prese in mano gli abiti, e intanto pensava a quanto le sarebbe piaciuto avere un abito decente, non ne voleva uno dalla foggia complicata, ma semplice. Così come aveva desiderato, i suoi vecchi stracci si trasformarono in un delicato abito bianco. Mentre pensava a come fosse potuto accadere ciò, si incominciò a vestire, certo non era la prima volta che quello che voleva si avverava, come quando desiderò di avere un’ amica, e la bambolina, che aveva costruito con la paglia del suo giaciglio, aveva preso vita, ma non era solo quello, riusciva a spostare gli oggetti senza toccarli, e tante altre piccole cose che nel complesso, non facevano capire ad Isabel cosa le stesse succedendo.
Dopo essersi finalmente vestita, accantonato da una parte quei pensieri, si specchiò sulla superficie del lago, per vedere in che stato fosse, era da molto tempo che non vedeva la sua immagine, e quello che le apparve davanti agli occhi la fece rimanere a bocca aperta. L’ immagine riflessa era quella di una bella e giovane ragazza di all’ incirca vent’ anni, dai capelli biondi, che le arrivavano più in basso del fondoschiena, lisci come la seta, un viso che aveva perso ogni segno della bambina che era stata un tempo, la pelle chiara come l’ alabastro, un fisico minuto, dalle forme non esageratamente prosperose, avvolto in quel candido abito bianco, che le fasciava il seno evidenziandoglielo e che scendeva mano mano allargandosi sempre più coprendole i piedi. Ma la cosa più stupefacente erano gli occhi, la forma era un po’ più allungata di come se li ricordava, ma dello stesso stupefacente viola, capace di catturarti con uno sguardo. Dopo essersi ripresa dalla sorpresa iniziale, decise di ritornare al provvisorio accampamento, così, rimessasi il telo a dosso, tornò indietro. Era completamente immersa nei suoi pensieri che non si accorse che una figura si dirigeva dalla sua parte, così vi ci sbatté contro, finendo inesorabilmente a terra.
Isabel alzò la testa, per vedere contro che cosa era andata a sbattere, e i suoi occhi incontrarono l’ imponente figura di Alexander. Isabel incominciò ad osservarlo, era alto, molto più di lei, i capelli neri, leggermente più lunghi dietro incorniciavano un viso dai lineamenti decisi, ma al contempo delicati, il corpo ispirava forza e rispetto, le spalle larghe, il torace scolpito, avvolti da una leggera tunica nera, fermata intorno alla vita stretta, da un cinturone di pelle scura al quale era agganciata la sua fedele spada, mentre un pantalone grigio metteva in risalto le gambe muscolose, ed era infilato in stivali neri alti fino al ginocchio, per finire tutta la figura era avvolta da un lungo mantello sempre nero, che gli conferiva un non so che di misterioso. Quando si fu accontenta di squadrarlo da capo a piedi, posò i suoi occhi in quelli azzurri di lui, che la guardavano divertiti e solo allora si accorse della mano che lui le offriva. Dopo averla accettata lo sentì parlare.
- Finalmente di ritorno, mi chiedevo che fine avessi fatto! Tutto bene?- le chiese gentilmente lui
Isabel, come suo solito, non rispose ma si limitò ad annuire, ancora scossa, per le emozioni che la semplice figura di lui le aveva provocato.
-    Perché continui a portare quel telo? non ti da fastidio? – le chiese poi improvvisamente lui, curioso di sapere chi ci fosse sotto. Isabel presa alla sprovvista, non sapeva cosa fare, così alla fine decise di seguire il suggerimento di Alexander e levarsi quel panno di dosso. Quando lo fece, si ritrovò lo sguardo stupito del cavaliere a dosso.
-    Mi sa di essere stato un po’ precipitoso, ho dato per scontato che fosse un bambino, per di più maschio, e adesso davanti mi ritrovo una creatura a dir poco fantastica- pensò mentre la fissava estasiato. Poi accortosi di fissarla, e averla fatta così imbarazzare, distolse leggermente lo sguardo.
Isabel, intanto dal canto suo, si chiedeva perché l’ aveva fissata così attentamente, il suo sguardo la metteva in imbarazzo, così abbassò lo sguardo.
Ad interrompere il silenzio, che improvvisamente si era venuto a creare fra i due, fu Alexander.
-    Emh! Che ne dite di tornare dagli altri! Disse adottando il voi, com’ era consuetudine fare quando ci si rivolgeva ad un personaggio del gentil sesso. Senza aspettare risposta da Isabel si voltò e incominciò a camminare, immerso nei suoi pensieri.
-    Perchè sento questa strana morsa allo stomaco? Perché appena i miei occhi si sono posati in quelle pozze viole, ho sentito il mio cuore perdere un battito, e uno strano brivido corrermi lungo la schiena?- si domandava intanto il bel giovane, che sin dalla prima volta che l’ aveva vista raggomitolata in quel telo, aveva sentito un forte istinto di protezione per una creaturina tanto indifesa, che si era andato ad intensificare non appena l’ aveva guardata negli occhi.
Nel frattempo Isabel, che lo aveva raggiunto e affiancato, lo guardava perso in non so quali pensieri con uno sguardo molto concentrato, poi, improvvisamente lo vide fermarsi e, con uno scatto velocissimo, voltarsi verso di lei, facendola sobbalzare.
-    Scusatemi, non volevo spaventarvi! Ma mi sono appena reso conto che non so nemmeno come vi chiamate!- le disse sorridendole.
-    Isabel!- disse a voce molto bassa
-    Come prego?- disse, non avendo udito
-    Il mio nome è Isabel!- pronunciò a voce un po’ più alta, facendo così giungere chiaramente la sua dolce voce alle orecchie del cavaliere.
-    Bene Isabel, e io che credevo che non sapeste parlare! Invece avete una voce veramente bella! Comunque è meglio affrettarci, sta per calare la notte.
Così riprendendo a camminare raggiunsero l’ accampamento. I soldati appena li videro tornare, immediatamente posarono i loro occhi su Isabel, fissandola stupefatti. Isabel intimidita da tutti quegli sguardi, spesso lascivi, si strinse di più al fianco di Alexander, che vedendola spaventate per tutte quelle occhiate, prima fulminò con lo sguardo i suoi uomini, che calarono il capo tornando ai loro affari e poi strinse di più a se Isabel con un braccio, prendendola per la vita.
Per quella notte si dovettero accontentare di dormire all’ addiaccio, i due si sistemarono abbastanza vicini, e galantemente Alexander offrì ad Isabel il suo mantello per permetterle di coprirsi.
Ormai la notte era scesa, e nell’ improvvisato accampamento regnava una pace surreale, tutto taceva ed era immobile, solo un corpicino si muoveva. Isabel, di fatto appena fu accolta dalle dolci braccia di Morfeo, fu assalita da un tremendo incubo, sognò di essere ancora rinchiusa in quella torre, e che non era sola, con lei c’ era qualcuno, la cui presenza rendeva l’ atmosfera tesa e pesante. Isabel si trovava sul suo solito giaciglio di paglia, mentre terrorizzata si guardava attorno, poi improvvisamente dal nulla comparvero davanti a lei un paio di occhi rossi come tizzoni ardenti, che la fissavano in un modo strano, e una voce, che le fece accapponare la pelle, all'improvviso incominciò a parlare.
-    Mia piccola e dolce Isabel1 non credere di essere libera solo perché sei uscita dalla torre! Tu sei mia, e mia soltanto, mi appartieni e presto tornerai da me!- disse per poi scoppiare a ridere.
Isabel si svegliò gridando,e in lacrime, mentre la risata di quell’ essere aleggiava ancora nella sua mente, come il ricordo di quei terrificanti occhi rossi.
Alexander, riscosso dall’ urlo di Isabel, si precipitò da lei. Una volta appurato che non ci fosse nessun pericolo nei paraggi, si inginocchiò davanti a lei, non parlò, non si mosse si limitò semplicemente a guardarla. Isabel, quando incontrò gli occhi preoccupati di Alexander, gli si buttò fra le braccia, piangendo più forte.
-    Shhh! È solo un incubo, non preoccupatevi! Disse mentre le accarezzava i capelli, cercando di calmarla
-    Ho paura, non voglio tornare più tornare in quella torre, non voglio rivedere mai più quegli occhi! Disse spaventata, abbracciandolo più forte
-    Non preoccupatevi! Adesso ci sono io, e non permetterò mai più a nessuno di farvi del male, da oggi in poi sarò io a prendermi cura di voi! Disse mentre ancora le accarezzava la testa, per sedare i suoi singhiozzi.
Alexander rimase in quella posizione finché Isabel non si calmò, e si addormentò. Poi provò ad alzarsi, ma lei non glielo permetteva perché lo stringeva forte, così non avendo il coraggio di svegliarla con un movimento brusco, si stese anche lui facendola accoccolare meglio fra le sue braccia, scivolando, poco dopo, anche lui fra le braccia di Morfeo.
Quella sera dopo tanto, forse troppo tempo, Isabel riuscì a dormire tranquillamente, sognando di un amore che presto o tardi sarebbe sbocciato.








Finito un altro capitolo! Ringrazio di cuore tutti quelli che seguono la mia storia, ma soprattutto lisettaH e el94ever che hanno commentato, siete state veramente gentili, e lela984 per aver messo la mia storia fra i preferiti.
Bhè che altro dire! Alla prossima e commentate! Un kiss by Ren_91

Anteprima
Arrivo all’ accampamento vero e proprio
Nuove conoscenze
Entra in scena un “personaggio”  molto importante della vicenda, che è molto legato alla nostra protagonista, anche se lei non lo sa ancora.

P.S. mi scuso anticipatamente se trovate errori, ma vado abbastanza di fretta e non ho tempo di ricontrollare.
  
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