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Autore: scrittrice in canna    19/02/2014    3 recensioni
Un caso e la squadra Kidon, del Mossad.
Stesso caso e la squadra di Gibbs, dell'NCIS.
Le sorti del nostro team sono in pericolo e nelle mani di Ziva e della squadra.
Un ricongiungimento brutale.
Un misterioso interesse da parte di Orli.
Una Ziva che vuole ritrovare sè stessa e si ritroverà a lottare per le persone che ama.
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti, Ziva David
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Tiva everywhere.'
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Il suono insistente della penna di Tony sbattuta sulla scrivania era l’unica cosa che produceva rumore in ufficio, che era deserto, nessuno era arrivato così presto: era mattina, ma la luce della luna, che piano spariva, illuminava l’ufficio, sullo schermo la foto di Parsa, l’unica che avevano, e un dubbio scritto su un post-it da Ellie, la sera prima, che recitava: “CHI È IL PROSSIMO?”. Lui era rimasto in ufficio tutta la notte dopo l’intervista della ZNN, di tornare a casa non se ne palava, non voleva lasciarci le penne, l’avevano già colpito una volta. Mentre continuava a mettere insieme i pezzi del puzzle, il direttore Vance uscì dall’ascensore e salutò Tony con la mano libera dalla ventiquattr’ore: “Sei tornato a casa, ieri sera?” chiese vedendolo sciupato, lui rispose senza alzare lo sguardo: “No, direttore.” L’altro si avvicinò, guardò la foto sullo schermo grande e fece due più due, poi disse: “Forse dovresti sapere che la squadra Kidon, del Mossad, arriverà in giornata per collaborare al caso.” Concluse indicando l’immagine del terrorista, poi si allontanò e andò verso il suo ufficio senza aspettare reazioni.
 
Rientrare al Mossad era come riaprire vecchie ferite risanatesi da poco con una tenaglia, nonché ammettere la sconfitta: tornare lì non l’aveva fatta cambiare, anzi, l’aveva fatta tornare alle origini, ma se serviva quello per salvarli, l’avrebbe fatto.
“Bentornata! Vieni, incontrerai i ragazzi della squadra.” Orli la aspettava proprio davanti alle porte dell’agenzia, l’accompagnò fino alla zona centrale dell’edifico dove tre ragazzi stavano giochicchiando con i loro coltelli, quando le due arrivarono quasi tutti si misero a fissare la donna accanto ad Orli in maniera indiscreta, non è una cosa di tutti i giorni vedere l’unica David ancora in vita, la prima a dire qualcosa fu la direttrice del Mossad che fece le presentazioni: “Ragazzi, lei è Ziva David, ex agente del Mossad. Ziva, loro sono Karim, Christian e conosci già Liat.” Le due ragazze si avvicinarono e si strinsero le mani, Liat sorrise: “È un piacere rivederti.”
“Cos’è successo al tuo partner?” chiese Ziva, fredda. Il sorriso sulla faccia della ragazza sparì.
“Morto. Un’imboscata nel Kuwait.” L’avrebbe dovuto immaginare, lei aveva una cicatrice sulla fronte, sicuramente un proiettile preso di striscio, le sue capacità investigative erano offuscate, le lasciò la mano e salutò gli latri con un cenno della testa, Orli diede delle rapide istruzioni alla squadra: “Sappiamo che Parsa si sposta spesso, un po’ in Medio Oriente, un po’ in Europa e spesso in America. Dobbiamo prenderlo quando pensa di non essere osservato, ho più di una squadra sparpagliata in tutta l’Europa, voi dovete andare in America, dove lo dirà Ziva. Conosce l’America molto meglio di tutti noi, tieni il fascicolo, studialo. Partirete stasera stessa.” Detto questo andò via, quando si fu allontanata abbastanza, Ziva cominciò a sfogliare il fascicolo e notò che quasi tutti i fascicoli erano scritti da Ellie Bishop, la stessa persona che aveva visto nell’intervista, guardò le persone che stavano davanti a lei, non poteva fidarsi di loro, non avrebbe dato nelle mani di nessuno di loro la vita delle persone a cui teneva di più: “Karim, tu andrai a Los Angeles. Christian, Nebraska. Liat, Canada. Ho bisogno di qualcuno che mi accompagni.” Non appena Ziva finì di dire così, nel salone entrò Monique: “vengo io con te, David.” Le due ragazze si sorrisero. “Partiamo stasera, non tardare.” Aggiunse Ziva allegra.

Le due amiche si ritrovarono su un volo che partiva da Gerusalemme ed arrivava all'aeroporto La Guardia di New York, mentre Ziva osservava il via vai di gente Monique la osservava a sua volta, dopo un po' chiese curiosa: "Ziva, perché hai accettato questa missione?" L'latra sorrise e rispose: "Sto facendo quello che mi ha detto un gande uomo: seguo il mio cuore."
 
Parsa prese una foto dalla parete lasciandone un pezzo attaccato alla puntina, la guardò bene e la mise in valigia, spense tutte le luci e, preso il trolley, si diresse in macchina, qualche minuto dopo si trovava in aeroporto, si sentì la voce di un’hostess che annunciava che il volo per New York da Gerusallemme sarebbe partito a breve e pregava i passeggeri di imbarcarsi.




 
scrittrice in canna's corner
Ok, dopo che mi avete tartassata e dato che vi avevo lasciati con un piccolo prologo aggiorno già oggi,
così invece di un prologo avete un prologo e un piccolo capitoletto. Sì, so che i capitoli sono corti, ma voglio far andare questa prima parte della storia piano piano, 
prometto che già dal prossimo capitolo comincierà la parte interessante della storia! ditemi se va tutto bene o se volete che cambi qualcosa, non so... 
le parti finali in ci si vede Parsa o qualunque altra cosa voglio che questa storia venga benissimo! (per quanto io possa farla venire bene, ovvio)
vostra
scrittrice in canna
   
 
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