Una piccolo dedica per una grande
autrice e un’affettuosa amica, ringostarrismybeatle.
Two of us
Capitolo 17: “Spooning”
Paul non riesce a dormire stanotte.
Fa
così freddo in questa minuscola stanzetta ad Amburgo.
Sta congelando. Neanche il caldo piumone, né il corpo di
Linda riescono a infondergli tepore.
Vorrebbe
tanto una coperta in più, solo una, pensa mentre continua a rigirarsi nel
letto, altrimenti congelerà, dalla testa ai piedi e domani non potrà suonare.
Paul scende in salotto, non vuole disturbare il sonno di
sua moglie. Si siede sul divano e si rannicchia per non disperdere calore.
È
la prima volta al Top Ten. Deve fare bella figura. Come farà a suonare bene con
dei ghiaccioli al posto delle dita?
Paul prende un cuscino, lo stringe a sé, mentre poche
parole, quelle che sente ormai da giorni, rimbombano ancora nella sua testa: “John
è morto.”
“Oh,
va bene, Paul.” sospira una voce nel buio.
John è morto, non c’è più. Se Paul partisse ora, per New
York, per qualunque altra parte del mondo, non lo troverebbe.
Paul
sbatte le palpebre, e mentre si rende conto che quella voce appartiene a John,
sente dei passi, un movimento del materasso e un po’ di calore che lo avvolge.
E il mondo è così freddo senza John, Paul sente sempre
freddo senza John.
“Cosa
stai facendo?” domanda Paul, mentre John lo abbraccia da dietro.
Non c’è modo di cambiare le cose, non c’è modo di trovare
del calore in questo mondo triste, o forse sì, ma ormai non è più possibile.
John
ride, nascondendo il naso nel suo collo, “Scusa, non eri forse tu che
continuavi a ripetere: ‘Oh, John, ti prego, sento freddo, vieni qui, oh,
John’…”
John non può aiutarlo stavolta, non può sgattaiolare
vicino a lui e abbracciarlo, per confortarlo, per riscaldarlo, o solo perché è
quello che desidera.
“No,
ti sbagli.” afferma Paul, sorridendo e percependo il calore del corpo di John
accarezzare e portare sollievo al suo.
Fuori imperversa un violento temporale e un brivido
percorre il corpo di Paul.
“Allora
deve essere stato George-” inizia a dire John, ma Paul lo ferma subito,
trattenendolo lì, con una mano sul suo braccio.
Forse è John, quel temporale, John che si dispera perché
non ha potuto dire addio a Paul, John che non può essere lì con lui ora, ad
allontanare il freddo con il tepore del suo abbraccio.
“No,
resta. Forse non l’ho detto ad alta voce, ma lo stavo pensando.”
Il freddo entra con gli spifferi dalla finestra, Paul si alza
e la chiude bene.
“Ah,
è così? Sei proprio uno stronzetto, sai?” dice.
Così lo sente, il vento che ulula, John e il suo dolore,
lo stesso di Paul. E lui vorrebbe solo dirgli di non preoccuparsi, di stare
tranquillo, perché starà bene.
Paul
ride e John gli tappa la bocca, “Ora dormi però, prima che tu faccia svegliare
gli altri.”
Ma Paul sa che non è la verità, e che non starà mai bene,
che sarà sempre solo ora, che avrà sempre freddo senza John. Perciò può solo
dirgli…
“Buonanotte, John.”
“Addio, John.”
(500
parole)
Note
dell’autrice: un altro esperimento. Due scene diverse in un’unica
flash. Desideravo farlo da un sacco di tempo e mi sembrava adatto al tema del
dormire abbracciati.
Sostanzialmente è una angst, ma
non ce la faccio a lasciar perdere il mio adorato fluff.
Spero che sia piaciuta.
Grazie a kiki per la correzione
e chiunque segua questa raccolta.
La prossima arriverà sabato, invece che domenica, e sarà “Doing something together”, ma cosa faranno insieme?
A presto
Kia85