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Autore: lucatrab_99    19/02/2014    1 recensioni
Jason scattò, i muscoli tesi allo spasmo, e si abbassò quel tanto che bastava per schivare un diagonale che altrimenti gli avrebbe staccato la testa di netto, poi rispose all'attacco. Si sbilanciò in avanti, e mulinò un turbine di fendenti, un assalto che sarebbe stato mortale per chiunque, ma che il suo avversario respinse con malcelata noia. Non ci vide più dalla rabbia "Al prossimo colpo sei morto" pensò.
Neanche un minuto dopo, ripose la spada ancora sanguinante nel fodero.
Genere: Azione, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Fu come risvegliarsi da un incubo, per Jason. Quella notte dormì su un comodo letto di piume, in una stanza grande quanto la sala grande di Rocca degli Orsi, con una fontana in un angolo e un terrazzo meraviglioso, che si affacciava sul mare del Sud.
Jason stava appoggiato al parapetto del terrazzo, il vento caldo che gli scompigliava i capelli, a guardare il tramonto sul mare. Un semicerchio rosso infuocava tutto l’orizzonte, a perdita d’occhio, e da lassù le navi nel porto sembravano minuscole. I grandi velieri della marina del Sud facevano vela verso posti sconosciuti. Tutto sembrava identico al giorno in cui aveva ferito sir Kevan. “Non essere sciocco – si disse – è passato un anno”
Un anno della sue giovinezza sprecato, trascorso lontano dal mondo, isolato in una buia cella. Gli mancava Rocca degli Orsi, i racconti della vecchia Helen, persino la zuppa di pesce senza pesce dei Tre Meli, la sua locanda preferita. Ma soprattutto gli mancava Anya, col suo sorriso meraviglioso. Allontanò il pensiero, maledicendosi per i suoi sentimentalismi. Un cacciatore di taglie si affeziona ai soldi, non a luoghi o persone, e di soldi lord Redrose gliene offriva molti. Troppi, in verità, più di quanto sarebbe stato in grado di spendere, e l’incarico era facile: tornare al Nord e fare il doppiogioco per Torre dei Giardini. Tradire Anya, e lord Blackbear, che gli aveva offerto il suo pane e il suo tetto. Tradire il piccolo Chris, che forse pensava ancora che suo fratello fosse a caccia nei boschi.
Ma la somma che gli veniva offerta era spropositata, oltre alla promozione al rango di cavaliere a guerra finita. “Sir Lancaster – pensò – suona bene, accidenti”. Era più di quanto avesse potuto sperare di chiedere, un misero orfano senza casa, che nella sua vita aveva vissuto di imbrogli e assassini, di sangue e di violenza, dispensata senza pensarci troppo. Farsi un esame di coscienza lo avrebbe fatto sentire ancora peggio, pensò, guardando la città che risplendeva all’ultima luce del sole. Uno spettacolo meraviglioso, dopo un anno di buia prigionia.
Il mattino dopo un servo lo svegliò, portandogli una colazione abbondante. Mangiò avidamente, dopo un anno passato a pane e acqua doveva recuperare le forze, poi si vestì con abiti comodi di cuoio e scese nel cortile del castello. L’aria fresca del mattino gli schiarì le idee, e gli ricordò che aveva promesso alla Dama di Rose un incontro nella sala grande. Quando arrivò, la sala era vuota, e la bella donna stava guardando fuori dall’immensa vetrata, rapita dal paesaggio. Jason dovette schiarirsi la voce un paio di volte, prima che lei si accorgesse della sua presenza. Si girò e gli sorrise, prendendolo sottobraccio. Camminarono così per un po’, Jason in imbarazzo mortale, lei tranquilla e sorridente.
“Cos’è che volevi sapere, Jason? – chiese melliflua lei – quanti soldati abbiamo qui a Sud? Quante scorte ci sono nei nostri magazzini? Quante navi compongono la nostra flotta? Chiedi e avrai risposta”. Sorrise, e lo strinse a sé con fare materno.
A fine giornata, Jason aveva un rapporto dettagliato sullo spiegamento di forze che Torre dei Giardini aveva intenzione di mobilitare nell’attaccare il Nord. Una domanda era ancora irrisolta, e domandò alla Dama di Rose: “Dunque siete stati voi a mandare i guerrieri incappucciati a Nord, per dividere le nostre forze!”
La bella donna parve sinceramente stupita, e rispose, corrucciata: “Non so di cosa tu stia parlando, caro”
Quella notte, steso nel suo letto,  la finestra del terrazzo spalancata per far entrare la brezza tiepida del mare, Jason rifletté su quanto avrebbe potuto fare. In particolare, le Fiamme Nere non gli davano pace: se non era stato il governo del Sud a mandarle, chi altro avrebbe potuto? E che vantaggio ne avrebbe tratto? Gli incubi affollarono i suoi sogni, e si svegliò all’alba, all’improvviso, la fronte madida di sudore.
Nel pomeriggio, prese la sua decisione: accettare l’incarico di lord Redrose, che fece un cenno col capo di burbera approvazione, e diede ordine che partisse subito per il Nord. Arrivato, avrebbe dovuto inviare un messaggio al mese, tramite un corriere che egli stesso gli avrebbe mandato ogni tanto. Era del tutto necessario che lord Blackbear non nutrisse sospetti, quindi Jason avrebbe dichiarato di essere stato catturato dai briganti sulla Via delle Lanterne. Sarebbe poi riuscito a sfuggire ai briganti, arrivando nel Sud con sei mesi di ritardo, e al ritorno avrebbe costeggiato i territori della Cava, per non imbattersi di nuovo nei fuorilegge della Via delle Lanterne.
Il viaggio di ritorno durò meno di dieci giorni, e quando Jason rivide le montagne del Nord, perennemente innevate, ebbe un tuffo al cuore. Tutto era rimasto come lo aveva lasciato. Entrò al galoppo nel cortile di Rocca degli Orsi, dove il piccolo Chris stava giocando col suo gatto. Il ragazzino abbandonò l’animale per correre incontro a Jason, che lo sollevò di peso e lo abbracciò stretto.
Quando vide Anya, dopo un anno di lontananza, quasi si mise a piangere. Stava per correrle incontro ad abbracciarla, quando al suo fianco si materializzò un giovane uomo, poco più che trentenne, e le pose una mano sulla spalla, protettivo. Anya rivolse a Jason un sorriso di circostanza, poi disse: “Jason, lui è sir Robert Deepriver, erede al trono dell’Ovest. Ed è mio marito”
Jason provò la stessa sensazione di quando sir Kevan gli aveva sferrato un calcio nello stomaco. Ci mise qualche secondo a metabolizzare l’informazione, poi tese la mano al giovane, vestito in modo impeccabile, giacca e farsetto blu bordati d’oro, che lo guardò con disprezzo.
Lord Blackbear accolse Jason calorosamente, ma lesse urgenza negli occhi del ragazzo, e quando questi gli chiese di parlare in privato, fece uscire tutti dalla sala grande. In breve, Jason raccontò di come fosse stato catturato dai soldati del Sud, e di come avesse passato un anno di prigionia, salvo poi essere liberato dalla Dama di Rose. Parlò anche della richiesta di fare il doppiogioco, e di come lui l’avesse apparentemente accettata, per poi rimanere fedele al Nord. Lord Blackbear assunse un’espressione grave quando Jason gli riferì delle armate che il Sud aveva a disposizione: quindicimila fra fanti, cavalieri e marinai, pronti a partire in qualsiasi momento. Parlarono di come fosse necessario continuare la farsa del doppio gioco, inviando come richiesto i messaggi mensili a Torre dei Giardini. Dopo due ore di pianificazione, lord Blackbear fece una cosa assai insolita per un lord della Bussola: scese con grande senso si umiltà dal suo scranno, e strinse la mano a Jason, che ricambiò la stretta e annuì deciso.
Riprese possesso della sua stanza nella torre degli ospiti, e qui Anya venne a trovarlo, un pomeriggio.
Bussò elegantemente alla porta e Jason, riconoscendo la sua voce, la fece entrare. Anya era un po’ imbarazzo, ed esordì dicendo: “Sono qui in veste non del tutto ufficiale. Mio marito non ne sarebbe felice, ma volevo parlarti, è da un anno che non ti vedo”
Si sedette su una sedia, a debita di stanza dal ragazzo, quando solitamente si sarebbe andata a sedere accanto a lui, facendosi abbracciare. Questo a Jason non sfuggì. “Matrimonio d’amore?” chiese Jason, con la chiara intenzione di fare una battuta cattiva.
Anya si incupì, poi rispose: “Già da prima che tu tornassi, mio padre credeva che il Sud sarebbe sceso in guerra. Ho sposato sir Robert per stringere alleanza con la provincia dell’Ovest. Jason, tu più di chiunque altro mi dovresti capire, non l’ho scelto io. Era – ci pensò su un attimo – era la cosa giusta da fare”
Il ragazzo annuì lentamente, conscio del fatto che Anya avesse ragione. La ragazza che lui aveva amato come una sorella uscì, salutandolo freddamente, e da allora non si parlarono più. Forse, si disse Jason, faceva ancora in tempo ad allearsi col Sud.

Salve :) rieccomi con il capitolo 6, spero che vi piaccia. Ormai ne scrivo uno al giorno, mentre ehm...studio. Grazie a chiunque volesse recensire, sia in modo positivo, sia dando un giudizio negativo (se non vi piace non avete che da dirlo lol). Ciaooo :)
- Luca

 
  
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