Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold
Segui la storia  |       
Autore: Devon    19/02/2014    1 recensioni
Ispirata spudoratamente al film Ghost.
James Sullivan decede la notte del 28 dicembre del 2009. Il suo spirito resta sulla Terra e non riesce a darsi pace per quanto è successo. Non sopportando di vedere i suoi cari soffrire così tanto, una volta rassegnatosi al suo destino vuole mettersi in contatto con loro un'ultima volta. Girovagando per le vie di Long Beach si imbatterà in Charlotte Compton, una ragazza di ventiquattro anni che fuma e spaccia marijuana, organizza e partecipa spesso a dei rave e non pensa mai alle conseguenze delle sue azioni. Fino al giorno in cui comincia a sentire delle voci che nessun altro sembra sentire, e realizza con orrore di aver ereditato lo stesso "dono" di sua nonna, deceduta anni e anni prima: è una medium.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, The Rev, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

~
-Charlotte the Harlot show me your legs,
Charlotte the Harlot take me to bed.
Charlotte the Harlot let me see blood,
Charlotte the Harlot let me see love.
Taking so many men to your room, don't you feel no remorse?
You charge them a "fiver", It's only for starters.
And ten for the main course.
And you've got no feelings, they died long ago.
Don't you care who you let in?
And don't you know you're breaking the law with the service you're giving
.

Di nuovo! Charlotte the Harlot show me your legs...
Charlotte era sfinita. Continuava a scalciare sotto le lenzuola, la testa ficcata sotto il cuscino, sperando che quel darkettone fantasma smettesse di darle della puttana cantandole gli Iron Maiden e la lasciasse dormire. Era almeno la quindicesima volta che cantava a squarciagola senza stancarsi. In tutta la notte non era riuscita a prendere sonno nemmeno per un secondo. Non credeva di essersi mai sentita tanto disperata e frustrata in vita sua.
-Okay okay okay BASTA! Mi hai convinta. - esclamò, tirandosi su e lanciando un cuscino alla cieca.
Jimmy sorrise, soddisfatto. Funzionava sempre.
-A mali estremi, estremi rimedi. - disse, stringendo i braccioli della poltroncina.
-Ora posso dormire? - domandò lei, esasperata.
-Certo, ma se domani non mantieni la promessa renderò la tua vita un Inferno. Sai che posso farlo.
-Ti ucciderei.
-Ops, non puoi. Buonanotte, Charlotte.
-Vaffanculo, Jim.


-Coraggio - la incitò, vedendola esitare dopo averle dettato il numero di Brian -Qual è il problema?
Lei in tutta risposta abbassò lo sguardo.
-Non sono sicura di volerlo fare - confessò -Insomma, che cosa gli dovrei dire, che il suo amico morto lo sta cercando?
-Non userai esattamente quelle parole, ma sì.
-No - scosse la testa e si allontanò, iniziando a camminare avanti e indietro per tutta la stanza -Non posso farlo. è ridicolo.
Jimmy, di nuovo senza scomporsi, le si avvicinò, studiandola con un sopracciglio innalzato.
-Charlotte the Harlot sh...
Charles si sentì morire. Non poteva farle questo. Quella mattina si era svegliata con una faccia da zombie e due borse di Mary Poppins sotto gli occhi. Qualsiasi cosa, pur di non ripetere l'esperienza.
-OKAY OKAY OKAY! Scherzavo. - esclamò.
Jimmy sogghignò. Quanto gli piaceva rompere i coglioni alle persone.
-Aaaah, ecco! - fece.
-Ti odio.
-Chiama Brian.
Esasperata, Charlotte premette il tasto di chiamata.
La persona dall'altro capo del telefono rispose dopo quattro squilli.
-Pronto?
Charlie si schiarì la voce: -Salve, parlo con il signor Brian Haner?
-Junior - precisò Jimmy.
-...Junior?
-Sono io. Chi parla?
Charlotte sgranò gli occhi. E adesso?
-Coraggio, vai avanti - cercò di aiutarla Jimmy, che stava accanto a lei con l'orecchio premuto contro il telefono.
-Mi scusi per il disturbo - continuò, alla fine -Lei non mi conosce, mi chiamo Charlotte Compton e... so già che l'intera faccenda le sembrerà assurda e che mi prenderà per pazza (stento a crederci perfino io) ma chiamo per conto di James Sullivan, dice di essere un suo amico.
Silenzio dall'altro capo del telefono.
Brian Haner lasciò cadere la cornetta e si sentì trascinato nuovamente al 27 dicembre del 2009. Come avevano avuto il suo numero (privatissimo) di casa? Ma soprattutto, con che coraggio facevano questi scherzi?
Brian era stanco. Non aveva neanche voglia di arrabbiarsi. Tuttavia, non riuscì a nascondere una certa irritazione:
-Mi prende per il culo?
-Letteralmente, signore?
Jimmy si portò una mano alla fronte.
-Non l'hai detto sul serio, vero?
-Non rompere - sibilò lei, cercando di non farsi sentire.
Brian scosse la testa.
-Senta - fece -io non ho tempo da perdere. Non ho voglia di starla a sentire e invito gentilmente lei e tutti gli altri a smetterla con questi scherzi di pessimo gusto.
-Ma non è uno s...
Tu tu tu tu tu...
Charlie fu tentata di scagliare il cellulare per terra.
-Ha riattaccato! Hai visto, hai visto? Che ti dicevo?...
-Cosa aspetti, richiama! - la incalzò lui, che conosceva bene l'amico e che non si sarebbe mai perso d'animo.
-Ma lui ha... - cercò di protestare, ma fu subito interrotta.
-So che cosa ha fatto. - replicò lui bruscamente -Se permetti, però, io lo conosco un po' meglio di quanto lo conosca tu. Penso che gli faccia ancora malissimo, ed è normale. - fece una pausa -E so anche che non crede nella vita dopo la morte, né agli spiriti né a niente. Ma tu... tu puoi convincerlo... Puoi convincere tutti loro. Ti prego, permettimi di mettermi in contatto con loro solo una volta. Sono i miei migliori amici, sono ciò che ho di più prezioso al mondo, e io li ho lasciati così, da un giorno all'altro. Voglio solo chiedergli scusa.
Charlie quasi si commosse, perché lui sembrava così sincero. Non riuscì a non provare compassione per quel ragazzo, così giovane e già strappato alla vita. Pensò ai suoi amici, a come dovessero sentirsi tristi e incompleti senza di lui. Ma del resto, lei che cosa ne voleva sapere di rapporti umani? Lei tendeva a respingerle, le persone. Ad allontanarle. Non sapeva che cosa volesse dire voler bene a qualcuno. Nessuno gliel'aveva mai insegnato, no?

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold / Vai alla pagina dell'autore: Devon