Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: Maty66    20/02/2014    3 recensioni
L'amicizia è un sentiero che scompare nella sabbia se non lo si rifà senza posa (proverbio africano).
E’ passato quasi un anno e mezzo da quando Ben ha lasciato il Distretto. Semir ha una nuova collega e Ben una nuova vita, lontano, lontanissimo da Colonia. Ma episodi drammatici ed inaspettati sconvolgeranno i nostri due eroi, mettendo in pericolo le loro vite e quelle di molte altre persone. Riusciranno i due amici a ricostruire il sentiero della loro amicizia per salvare il loro mondo? E quanto conteranno in questa storia antichi sentimenti mai sopiti?
Questa fan fiction costituisce il seguito di “Gioco mortale"; come sempre è consigliabile, ma non strettamente indispensabile, aver letto la prima parte.
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Storie d'amore e di amicizia'
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Tutto come prima

Laura balzò in piedi non appena vide il medico.
“Sono la sua fidanzata…” disse agitatissima mentre tutti gli altri le si facevano incontro.
Il medico guardò perplesso tutte quelle persone.
“Può parlare tranquillamente dottore, sono tutti amici intimi di Ben…”
Il medico la guardò  ancora confuso, ma poi fece un timido sorriso.
“Dunque, io sono il dottor Schimdt, il medico curante del sig. Jager.  Siamo stati fortunati, l’esposizione alle radiazioni non è stata prolungata e comunque il dosaggio assorbito è stato abbastanza basso. Il suo fidanzato avrà  un forte senso di nausea, mal di testa e vertigini per un giorno o due, ma poi tornerà a sentirsi perfettamente…”
“Ma dottore, quando l’hanno portato qui era svenuto…” obiettò Semir quasi incredulo alla bella notizia.
“Sì, ma il collasso è dipeso solo in parte dalle radiazioni. Il sig. Jager ha ricevuto anche un bel colpo in testa e quindi ha una leggera commozione celebrale; inoltre mi ha detto che non mangiava nulla da due giorni…” rispose comprensivo il medico
Tutti tirarono un respiro di sollievo.
Ma Laura era un medico e sapeva che c’era qualcos’altro.
Tirò in disparte il dottore.
 “Scusi  ma per gli effetti a lungo termine?” chiese ansiosa.
“Come ho già detto al suo fidanzato non dovrebbe correre grossi rischi. Comunque dovrà eseguire controlli accurati ogni tre-quattro mesi, così che possiamo scongiurare qualsiasi cosa appena  dovesse insorgere…” le sorrise in risposta il  sanitario prima di salutarla educatamente.
Laura si appoggiò al muro; cercò di scacciare dalla mente le tremende possibilità che le si profilavano davanti per il futuro. Ora voleva pensare solo al presente.
“Lo possiamo vedere?” chiese Semir eccitato alla infermiera che aveva accompagnato il medico.
“Certo, stanza 304” rispose sorridendo la donna.
Semir stava già per avviarsi, ma Andrea lo trattenne per un braccio.
“Fermo lì, dove vai tu… aspetta che entri prima Laura… e poi sarebbe meglio che ti cambiassi, ci  stai deliziando tutti con la vista del tuo posteriore…”
 Semir divenne rosso come un pomodoro, mentre si ricordava solo allora che il camice da ospedale che indossava era completamente aperto sul di dietro.
 

Laura entrò nella stanza silenziosa.
Ben stava dormendo tranquillo e lei non aveva alcuna intenzione di svegliarlo. Voleva godersi quell’attimo di pace. Finalmente era finita. Ripercorse tutte le angosce, le paure, i pianti e la disperazione dei mesi passati…  e non voleva pensare al futuro, ai problemi che potevano sorgere per l’esposizione alle radiazioni. Le interessava solo il presente.
Ed il presente era che Ben stava bene e presto avrebbero avuto un bambino.
Sospirando Ben si svegliò ed incontrò gli occhi azzurri della sua donna.
“L’ho detto io… mi voglio svegliare sempre così… con i tuoi bellissimi occhi che mi guardano…”
 “Come ti senti?” chiese premurosa Laura.
“Bene, solo che è come stare  su  di una nave in tempesta soffrendo il mal di mare. Attenta potrei vomitarti addosso come ho fatto prima con l’infermiera…” sorrise il ragazzo.
“Passerà entro domani” lo rassicurò Laura “  ma l a devi smettere di farmi prendere spaventi”.
“Scusa…” mormorò Ben
 “E poi mi sa che sarai tu che dovrai sopportare per un po’ me che vomito…”
Ben la guardò interdetto.   
“Ben… vuoi ancora sposarmi vero?” continuò Laura, mentre la voce iniziava a tremare
“Ma certo che lo voglio, subito, immediatamente…”
“Beh, allora forse dovremmo farlo davvero subito, altrimenti sembrerò una specie di balena  bianca panciuta…”
“Vuoi dire che….” Ben la guardò stupefatto.
Laura annuì con le lacrime agli occhi.
Ben non disse nulla. Alzò le coperte e si mise seduto sul bordo del letto,  fissando intensamente Laura.
Dopo alcuni secondi il terrore iniziò a scendere sulla ragazza
“Non dici nulla?” mormorò preoccupata, mentre mille pensieri le si agitavano in mente: non è contento, forse crede che sia di Jonas, cosa faccio se lui non vuole il bambino?
“E’ solo che stavo pensando che questo  è probabilmente il momento più bello della mia vita. Così mi voglio ricordare tutto, come sei vestita, che collana porti, il colore delle pareti di questa stanza, che ore sono… voglio fissare tutto nella mia mente ogni particolare per poi raccontarlo a nostro figlio…” fece alla fine Ben mentre una lacrima gli solcava il viso.
Laura sorrise radiosa.
Si avvicinò al suo uomo ed i  due si strinsero in un abbraccio infinito.
 

 
Semir stava pazientemente aspettando che Laura uscisse dalla stanza.
Capiva bene che lei aveva più diritto di lui a stare con Ben in quel momento, ma questo non lo rendeva meno impaziente, anche perché, passata la paura, la rabbia iniziava a salirgli e sentiva un certo prurito alle mani.
Finalmente, su sollecitazione di Andrea che voleva portarla a riposare, Laura gli  lasciò campo libero.
Cercando di calmarsi, Semir aprì la stanza e trovò Ben seduto sul bordo del letto con un sorriso ebete sul viso.
“Ciao socio..” lo salutò allegro.
Semir per un attimo  pensò solo a quanto gli era mancato negli anni passati questo saluto. Ma il ragazzo non poteva cavarsela così.
“Ciao… come stai?” chiese calmo
“Bene, benissimo anzi…” Ben continuava ad avere  un sorriso ebete sul viso.
”Sei sicuro di stare bene?” chiese ancora Semir avvicinandosi
“Certo, sicurissimo” rispose  il ragazzo
“Bene…” fece Semir subito di prima di mollargli un ceffone così forte  che gli fece girare il viso dall’altro lato
“Wow!!” esclamò Ben toccandosi la guancia
“Tu maledetto incosciente, stupido, cretino, come hai potuto farlo?? Come hai potuto lasciarmi lì legato come un salame e correre incontro a Levi?? Cosa credevi di fare eh?? Dimmi cosa credevi di fare??” Semir urlava come ossesso.
“Io…” balbettò Ben
“Io che?? Che credevi di fare? Ti volevi ammazzare eh? Questo volevi?” Semir urlava a decibel che Ben aveva sentito solo nelle sue cuffiette con la musica rock, girando nella stanza sbattendo le sedie di qua e di là.
Ben non provò neppure più a parlare sapendo che quando Semir era furioso era meglio non contraddirlo, tanto gli passava presto.
 Ed infatti dopo un po’ Semir smise di urlare, anche se continuava a girare nella stanza come una tigre dagli occhi fiammeggianti.
“Ehi Semir…” fece Ben dopo un po’
 “Che c’è?” ringhiò lui
“Hai saputo la grande notizia?”
“Sì l’ho saputa… e meno male che c’è Laura perché sinceramente non vedo come tu possa crescere un figlio, incosciente, infantile e scapestrato come sei…” fece Semir fingendosi ancora arrabbiato, anche se l’incazzatura gli era già passata.
 “Beh… per fortuna in compenso  avrà un padrino o una madrina molto responsabili come te o Andrea” sorrise il ragazzo
“Servirà solo il padrino, perché sarà maschio”
 “Veramente a pensarci bene io preferirei una femmina…”
“Al prossimo giro, perché questo sarà maschio” disse sicuro Semir   .
Ormai la tempesta era passata. Ma Semir si sedette sulla sedia accanto al letto, volutamente di spalle, fingendosi ancora arrabbiato.
“Semir…” chiamò ancora Ben
“Che c’è?”
“Perdonami dai…”
Ora il discorso si stava facendo serio.
“Io non ti devo perdonarti nulla Ben, ma quello che devi capire è che  e tu non  devi perdonare nulla a te stesso. Tutto quello che è successo in passato non è dipeso da te. Sei una parte  fondamentale della mia vita, di quella di Laura, della tua famiglia. Tu non sei la nostra maledizione, sei parte della nostra felicità”
Ben  lo stava a guardare silenziosamente, non avendo il coraggio di dire nulla.
“Su.. ora mettiti a dormire però, il medico ha detto che ti devi riposare”
Ben si stese obbediente sul letto e Semir gli rimboccò le coperte e fece per spegnere la luce sul comodino
“Semir….”
“Che c’è?”
“Resta qui ancora un po’… avete arrestato Levi?”
“Certo…la Kruger lo sta torchiando, ma lui non parla. La tua amica Nina invece è un fiume in piena, non la smette di parlare. Avevano organizzato tutto alla perfezione; approfittando del fatto che gli acquirenti per l’asta di Vaskovets sarebbero stati tutti qui a Colonia volevano far esplodere la bomba, così tutti  i sospetti sarebbero caduti su di loro, e potevano far credere ad un attentato di matrice islamica. Lo scopo della associazione che avevano creato era quello di far scoppiare  anche le altre bombe in varie città europee, Roma, Londra, Parigi. Volevano provocare una specie guerra santa. L’unica nota stonata è che purtroppo ancora non abbiamo recuperato  gli altri missili, sembrano spariti dalla faccia della terra”
Semir raccontò tutto all’amico con voce calma ma decisa, cercando di scrutare ogni minimo segno di un interesse professionale, che potesse fargli sperare che Be facesse finalmente ritorno al suo vero lavoro.
“Ben… cosa vuoi fare ora?” chiese alla fine
“Non lo so Semir, sono così confuso. L’unica cosa certa è che   voglio  che Laura mi sposi, subito, immediatamente, quindi tieniti pronto a fare il testimone e a portare le fedi…” Ben gli fece un gran sorriso.
“Certo, mi pare giusto che finalmente Laura faccia di te un uomo onesto…” sorrise a sua volta Semir
“E poi… ci devo ancora riflettere, ma forse è il tempo che io torni alla mia vera vita”
Il cuore di Semir ebbe un balzo di gioia, ma cercò di non darlo a vedere per  non influenzare troppo l’amico.
“Certo, rifletti quanto vuoi. Solo che se decidi posso dirlo io alla Kruger che deve rimettere in bilancio la voce per acquistare ogni mese una macchina di servizio nuova?”
 I due rimasero per un po’ in silenzio, sino a che Ben  con voce assonnata non richiamò l’amico.
“Semir…”
“Che c’è?”
“Mi fai vedere la cicatrice dell’operazione?”
Era un vecchio gioco che facevano sempre fra di loro, per esorcizzare la paura dopo qualche pericolo: chi aveva riportato più cicatrici o lividi in una operazione vinceva una birra.
Semir  sbuffando si alzò la maglietta.
“Wow mi sa che stavolta vinci tu…” balbettò Ben prima di cadere in braccia a Morfeo
“Sì forse è tornato tutto come prima..” pensò Semir sorridendo felice mentre usciva chiudendo piano la porta
 
 

Stasera o domani l’ultimo capitolo. Maschio o femmina?
  
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