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Autore: Alaska Shine    20/02/2014    5 recensioni
Io non amo il tuo lavoro, la tua famiglia o la tua vita…Io amo te e basta! Io amo Emiliano, quello che mi ha accompagnato a fare benzina “ lo vidi sorridere probabilmente a causa del ricordo “ quello che non mi voleva fare il tatuaggio, quello che mi ha disinfettato, quello che mi ha ordinato di andarmene quando ferito perché spaventato all’idea che potessero ritornare e fare del male a me, quello che ha provato di tutto per allontanarmi e proteggermi, quello che quando orami tutto sembrava perduto e corso fuori a baciarmi…E poi si amo anche l’Emiliano serio, di poche parole, quello che pur di proteggermi arriva anche a mentirmi, ma non ci posso fare niente "
Dal capitolo 1
Ecco qua una fan fiction tutta su: Annuccia e Emiliano!!!!
Non so voi ma io ho adorato questa coppia e quindi ho deciso di scrivere una ficcy che parlasse unicamente del loro amore e dei risvolti che la loro relazione potrebbe prendere.
Ecco qua uan ficcy a base di tanto ma tanto romantcismo per vie di Roma!!
Questa ficcy è nata come shot, ma vorrebbe tanto continuare come long, fatemi sapere voi cosa fare...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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IL TATUAGGIO SUL MIO CUORE RECITAVA “ TI AMO “

-Capitolo 7–

Risposte alle recensioni domani nel pomeriggio (:

BUONA LETTURA!

 

POV EMILIANO

“ Allora Lupi ti sei proprio innamorato “ esclamò Luca mentre mi dava una scherzosa pacca sulla spalla, io annui semplicemente con l’espressione del volto più convinta che mai… Avevo appena finito di raccontare a Luca come avevo conosciuto Anna e quanto , soprattutto,  avevamo dovuto combattere per essere finalmente felici.

“ Ti sei ammanettato da solo “ esclamò all’improvviso con voce fin troppo alta, alcuni dei clienti del piccolo bar nel quale ci trovavamo si voltarono in nostra direzione, mentre in modo teatrale incrociava tra di loro i polsi come a volere imitare un carcerato.

“ Mi spiace dirtelo, ma prima o poi ti ammanetterai anche tu “ risposi sorridendo davanti alla piccola scenetta che Luca aveva appena messo in atto “ nah, la ragazza fissa non fa per me…troppe responsabilità, e poi non credo di essere portato per la vita di coppia “ mi sembrava di sentire parlare me stesso fino a qualche mese fa, fino a quando non avevo conosciuto Anna.

“Anch’io dicevo così, e poi…” lasciai la frase in sospeso, come per intendere che la parte seguente era talmente drammatica da non poterne nemmeno parlare ad alta voce.

La faccia di Luca si andò a contrarre in una smorfia di terrore “ tu me la stai tirando “ esclamò quasi urlando puntandomi un dito contro come a volermi indicare colpevole di qualcosa, la gente vicino a noi si rivoltò in nostra direzione sbuffando sonoramente, mentre io non potei fare altro che sorridere un’altra volta…

Luca era sempre stato così: ci conoscevamo praticamente da quando eravamo nati, esattamente come me anche lui veniva da Gualdo Teverino e praticamente eravamo cresciuti insieme...

Era sempre stato il mio compagno di avventura, se così si poteva definire.

Con lui avevo giocato le prime partite di calcio, avevo detto le prime piccole bugie, avevo partecipato alle prime feste, avevo passato le prime serate fuori casa senza genitori, avevo fatto i primi tiri di sigaretta e mi ero confidato sulle prime ragazze.

Lui era originario di Milano, ma i suoi genitori, quando lui aveva appena due anni, si erano trasferiti a Gualdo Teverino per motivi di lavoro...

Suo padre aveva il sogno di aprire una propria concessionaria d’auto e riuscire così a non far mancare mai niente alla sua famiglia e in particolar modo a suo figlio.

Per quanto amici potessimo essere c’era anche da dire quanto in verità fossimo agli antipodi: Lui biondo, io castano, lui con gli occhi color verde smeraldo, io color nocciola, lui con pantaloni e camicie perfettamente stirati, io con canotte e jeans, lui con una famiglia unita alle spalle, io sempre solo contro tutto e tutti, lui scherzoso e impertinente, io serio e impassibile.

Quando mi ero trasferito a Roma, all’epoca avevo solo diciassette anni, avevo perso quasi del tutto i rapporti con Luca, ma una mattina, di ormai due anni fa, me lo ero ritrovato appoggiato allo stipite della porta del negozio mentre mi salutava con un semplice “ allora Lupi oggi la birra me la paghi te “…

- Molto nel suo stile come entrata -  avevo pensato tra me e me prima di andargli incontro.

Negli anni precedenti avevo fatto di tutto per tenerlo il più lontano possibile dalle cattive compagnie, era di qualche anno più piccolo di me e in qualche modo mi sentivo quasi in dovere di proteggerlo, ed ero stato felice di vedere che, a distanza di qualche anno, i miei sforzi avevano portato ai risultati sperati…

Pur essendo stato fin da bambino un tipo agitato, anche se di fondamento era un bravissimo ragazzo, non si era mai messo in nessun guaio, mentre io, di natura più calma rispetto a lui, mi ero ritrovato fin da piccolo in situazioni che lui non aveva mai visto neanche lontano.

La sera del mio compleanno, ormai era già passata una settimana, vedendo Anna vicina a Luca mi ero addirittura ritrovato a pensare a quanto lui sarebbe stato più giusto per lei rispetto a me.

Forse sarebbe stato tutto più facile per Anna: lui aveva all’incirca la sua età, un viso pulito e da bravo ragazzo, una famiglia numerosa e accogliente e un passato praticamente perfetto alle spalle.

“ Alla fine come è andata ieri sera? “ mi chiese all’improvviso Luca “ bene, sicuramente meglio di quanto pensassi “ risposi sincero mentre,  al solo ricordo della serata passata in casa Martini, sul mio volto appariva un sorriso appena percettibile.

“ Il padre ha dato la sua benedizione? “ chiese di nuovo Luca questa volta con tono quasi canzonatorio, anche se dovevo ammettere che sentire parlare di benedizione era cosa alquanto bizzarra nel ventunesimo secolo.

 “ L’ha presa abbastanza bene, anche se all’inizio mi ha fatto un interrogatorio abbastanza lungo…alla fine è normale, è un padre geloso, anch’io se un giorno avrò una figlia credo…” non riuscii a finire la frase che Luca mi interruppe prima.

 “ Stop, stop…Cosa hai detto? Figlia? Ma sei completamente fuori di testa? Ma da quando pensi già ai bambini? Che schifo Lupi, poi sono tutti ruttini e pannoloni sporchi…Ricordati che ha solo sedici anni, ok? Non voglio mica venirti a tirare fuori di prigione…Sono troppo figo per diventare zio “ alla fine del suo strano monologo non potei fare a meno di scoppiare in una fragorosa risata.

“ Non sto per diventare padre rilassati “ risposi mentre cercavo di calmarmi dalle risate e riprendere un po’ di respiro “ era così tanto per dire, non ho intenzione di avere figli per ora, e poi Anna,  come hai detto tu, ha solo sedici anni “ .

Non avevo mai pensato seriamente a dei figli, anche se, da quando stavo con Anna l’idea mi aveva più volte sfiorato la mente: mi sarebbe sembrato in qualche modo giusto, la mia vita in fin dei conti la riuscivo ad immaginare solo con lei al mio fianco e l’immaginarmi una bambina dai lunghi capelli color castano chiaro e dai grandi occhi verdi non mi dispiaceva più di tanto…

Mi rendevo conto anche da solo che era davvero troppo presto, io ed Anna stavamo insieme da solo due mesi, e lei era veramente troppo giovane, ma tra qualche anno molto probabilmente avrei cominciato a pensarci seriamente.

Quegli ultimi miei pensieri decisi di lasciarli per me, non volevo allarmare Luca più di quanto già non fosse.

“ E perché tu saresti l’ipotetico zio della mia ipotetica figlia? “ gli chiesi sorridendo e ricordando le parole che aveva usato “ perché oltre a una figura paterna nella sua vita avrà bisogno anche di una figura maschile bella, simpatica, intelligente…” lo interruppi “ e modesta? “ conclusi io al suo posto con un chiara nota d’ironia nella voce “ e modesta “ concluse Luca annuendo energicamente.

-          Tra lui e una  bambina di cinque mesi è più probabile che sia lei ad essere la figura matura – pensai tra me e me senza però esternare i miei pensieri.

Improvvisamente il volto di Luca, però, cambio espressione, come se all’improvviso si fosse ricordato di qualcosa veramente importante…Questa volta non stava fingendo, lo vedevo dal suo sguardo che c’era qualcosa che non andava davvero.

“ Emi probabilmente questi non sono affari miei, lo so…” finalmente si era deciso a parlare “ dimmi tutto “ dissi tranquillo non conoscendo ancora la natura del discorso che avremmo intrapreso da lì a poco “ ti senti ancora con David? “ dritto al punto e senza troppi giri di parole.

Quanto tempo era che mi sforzavo per non pensarci? Un solo nome, era un solo e semplice stramaledettisimo nome, eppure ogni singola volta che lo sentivo era una fitta dritta al cuore…

Rappresentava la parte più buia del mio passato, quella di cui mi vergognavo perfino davanti a Anna stessa e quella da cui cercavo di scappare il più lontano possibile.

Non potevo permettergli in alcun modo di riavvicinarsi a me e alla mia nuova vita, ormai era lontano, non mi avrebbe fatto nulla, non avrebbe fatto nulla ad An…Non continuai quel pensiero neanche nella mia mente, non ci sarei riuscito nemmeno volendo il contrario.

“ Ho chiuso del tutto “ dissi con tono apatico sperando con tutto me stesso che quel discorso finisse al più presto “ da quanto? “ evidentemente le mie preghiere non erano state ascolte “ due mesi ormai “dissi sempre con lo stesso tono che avevo usato anche precedentemente “ da quando hai conosciuto Anna cioè? “ ricaricò ancora la dose Luca “ esattamente “dissi mentre annuivo appena sensibilmente con la testa.

“ Ne hai già parlato con Anna? “ ed ecco arrivare anche la domanda che più temevo in quel momento, l’espressione sul mio volto cambiò visibilmente e ciò sicuramente non passò inosservato a Luca “ dalla tua faccia credo che la risposta sia no “ la sua voce questa volta conteneva un chiaro rimprovero, mi sentii quasi in dovere di giustificare quella mia scelta, benché sapessi io per primo quanto fosse sbagliata.

 “ Cosa le potrei dire? Non ho altra scelta Luca, scapperebbe il più lontana possibile da me…Anna conosce ogni mio difetto, ogni mia cazzata, ma credo che questo sarebbe troppo anche per lei. Mi ama, me lo dimostra sempre, a partire dal più semplice gesto, ma credo che se gli parlassi anche di David e di quel periodo della mia vita la perderei per sempre “ conclusi, sperai che Luca capisse e che non ponesse più alcuna domanda.

“ Ed è proprio perché ti ama che gli devi dire tutto, non sono esperto in materia di relazioni, ma so per certo che ogni rapporto si deve basare sulla sincerità “ sapevo che Luca aveva ragione, ma non riuscivo neanche ad immaginare le parole che avrei potuto usare per dirle finalmente tutto “ ho paura Luca, ho paura di perderla “ gli dissi sincero “ non accadrà “ mi rispose semplicemente lui guardandomi fisso negli occhi.

“ Ha sedici anni Luca…certe volte non mi capacito nemmeno di come lei possa amarmi davvero, dovrebbe avere una storia più facile, un ragazzo più semplice e invece si ritrova me. Lei si meriterebbe tutto e a me sembra di non darle niente…è già tanto che non mi ha lasciato dopo la mia festa di compleanno “ sperai che questa volta avesse capito il mio punto di vista “ tu stai delirando “ concluse Luca.

“ Ieri sera l’ho sentita parlare al telefono con una sua amica “ cominciai a dire “ l’avevano invitata in un pub, o almeno così mi sembra di aver capito, e lei ha rifiutato perché non c’ero anch’io “ Luca mi interruppe “ beh fin qua mi sembra tutto normale, alcune cose le preferisce fare solo se c’è anche il suo ragazzo con lei, mi sembra anche giusto “ continuai a parlare “ allora la sua amica le ha detto che se volevo potevo benissimo andare anch’io, e lo sai cosa ha risposto Anna? Che io il mattino dovevo lavorare…Con un ragazzo della sua età non ci sarebbe mai stato questo problema. Io ci provo a darle una relazione normale, ma poi succedono queste piccole cose e mi accorgo che siamo sempre al punto di partenza “ .

Quella volta Luca sembrò capire “ ho capito quello che stai dicendo, ma secondo me stai sbagliando comunque e ti incolpi inutilmente “ “ in che senso? “ chiesi curioso non avendo capito a pieno il senso della sue precedenti parole “ hai mai pensato che magari è proprio questo che Anna vuole? Non la conosco bene, l’ho vista una sola volta, ma mi è sembrata una ragazza davvero matura per la sua età…Forse a lei di andare a ballare il sabato sera non gliene frega niente, o no? Magari inconsciamente già da prima di conoscerti stava cercando di qualcuno simile a te, qualcuno con cui poter parlare di tutto e che non fosse un bambino….Secondo me la differenza d’età crea più problemi a te che a lei, anche se poi in fin dei conti sei anni non sono nemmeno così tanti “  concluse fiero Luca con la faccia più intelligente che gli avessi mai visto addosso.

Il ragionamento di Luca, benché non facesse una piega, non mi aveva ancora tranquillizzato a pieno, ma almeno mi faceva sperare che in effetti ad Anna la situazione non pesasse poi così tanto.

“ Sai che sei molto più intelligente di quello che sembri? “ chiesi sorridendo cercando anche di riportare un clima più spensierato “ sai che invece tu sembri molto più stupido di quello che sembri? “ ed ecco che ritornava il vecchio Luca “ credo che ho parlato troppo presto “ lui si limitò a riprendere in mano la sua birra e a finire di bere le ultime due dita di liquido che erano rimaste sul fondo del bicchiere.

“ Prima che me ne dimentichi ti devo parlare di un'altra cosa “ iniziò Luca quando appoggiò di nuovo sul bancone il bicchiere ormai vuoto “ dimmi tutto “ dissi curioso di sapere cosa mi dovesse dire a quel punto “ sai che mio padre ti vuole bene quasi come se fossi un suo secondo figlio “ annuii leggermente, in verità credo che mi fosse più riconoscente…secondo lui ero stato io a portare suo figlio sulla retta via, o almeno queste erano sempre state le sue parole.

“ L’altro giorno parlando di te è saltato fuori che hai dovuto vendere l’auto qualche mese fa per il negozio e dal momento che ha una macchina, che ormai non riesce più a vendere, ferma in concessionaria ha pensato di regalartela “ al suono di quelle parole rimasi quasi sbigottito.

“ Non posso accettare Luca “ dissi semplicemente una volta che mi fui ricomposto “ ma perché no? “ mi chiese ingenuamente lui “ perché è troppo e  mi sentirei a disagio “ gli spiegai sinceramente il mio punto di vista “ senti Lupi a mio padre fa piacere,  e poi lo sai che per noi i soldi non sono mai stati un grande problema “.

Quella era vero: sebbene Luca si comportasse come un ragazzo qualunque dal punto di vista economico era sempre stato abbastanza agiato, probabilmente molto grazie alla concessionaria di suo padre, che sebbene fosse piccola era anche l’unica nei dintorni di Gualdo Teverino.

“ Un auto è sempre un auto, veramente non posso accettarla così come se fosse un regalo “ mi avrebbe fatto comodo avere un’auto, il mio adorato motorino quando pioveva non era sicuramente il massimo, ma non mi sembrava giusto, mi sarebbe sembrato di approfittare di Luca e di suo padre.

“ è una semplice Fiat e c’è l’ha ferma da anni…Non ha nessun senso tenerla lì ad aspettare che si rovini; Facciamo così se proprio non la vuoi accettare come regalo mi dai due mila euro e siamo a posto così…eh prima che inizi a rompermi le scatole ti avviso già che non ti alzo il prezzo di un solo centesimo “ .

Per un auto nuova, mai stata guidata, sapevo benissimo che come prezzo era veramente basso, ma sicuramente era meglio che accettarla come un regalo.

Luca mi stava già porgendo la mano, ma io ero ancora molto indeciso, mi sembrava ancora troppo poco.

Luca probabilmente scorse sul mio volto l’indecisione che provavo in quel momento “ anche per Anna sarebbe molto più sicura una macchina rispetto a un motorino “ sul suo volto comparve un sorrisetto fin troppo furbo per i miei gusti “ questo è giocare sporco “ dissi sorridendo, anche se ormai avevo preso la mia decisione “ diciamo che conosco i tuoi punti deboli “ e mentre diceva quelle parole ci stringevamo le mani, consapevoli entrambi dell’accordo che stava stringendo.

Anna il mio punto debole? Avevo sempre pensato a lei come al mio punto forte…Lei era il mio scricciolo, che seppure tanto piccola all’apparenza mi aveva salvato dalla mia stessa vita; La definizione di Anna come mio punto debole non era esatta, lei era sicuramente il punto forte della mia vita.

In amore, però, il tuo punto forte può diventare fin troppo velocemente, e senza che tu te ne accorga neanche, anche il tuo punto debole…ben presto l’avrei capito sulla mia stessa pelle.

Io e Luca ci stavamo per salutare, ormai erano le due del pomeriggio ed io dovevo ritornare al negozio mentre lui…sinceramente non so bene come passasse le sue giornate…quando mi pose l’ultima domanda che da uno come lui mi potessi aspettare.

“ Lupi non è che mi puoi passare il numero della tua amichetta in rosa? “ il volto era leggermente abbassato e per la prima volta da quando lo conoscevo non mi guardava dritto negli occhi “ Alyssa? “ pensavo di aver capito male “ si “ mi disse solamente alzando finalmente lo sguardo.

Sul mio volto comparve un sorrisetto malizioso “ non farti strane idee…L’altra sera si è rifiutata di uscire con me e nessuna dice di no a Luca Maestri “ si sbrigò a giustificarsi “ se lo dici te “ nella mia voce si poteva chiaramente sentire una chiara nota di ironia.

“ Allora me lo dai si o no questo numero? “ se era veramente come pensavo non dovevo cedere e dargli il numero…quella volta avrebbe dovuto lavorare un po’ anche lui.

 “ Passa in negozio, sono sicuro che la mia assistente sarà felice di farti compagnia mentre lavoro “ e facendogli l’occhiolino mi voltai diretto verso il mio negozio.

“ Lupi “ mi rivoltai in sua direzione.

“ Devi dire la verità ad Anna se no rischi di perderla o “

Il suo volto era straordinariamente serio.

POV ANNA

“ Mi dici dove stiamo andando? “ chiesi curiosa mentre alzavo leggermente la voce per riuscire a farmi sentire nonostante il casco che indossavo “ è una sorpresa scricciolo “ mi rispose Emiliano alzando anche lui leggermente la voce probabilmente per il mio stesso motivo “ ma io sono curiosa “ dissi con un tono che ricordava terribilmente quello di una bambina piccola, di tutta risposta sentii il petto di Emiliano gonfiarsi, conoscendolo in quel momento sul suo volto si era andato a dipingere un sorriso.

Quello stesso pomeriggio quando avevo chiamato Emiliano per sapere dove saremmo andati, più che altro per sapere come vestirmi, avevo detto, anche se di fondamento ero solo curiosa, lui mi aveva semplicemente risposto che un semplice jeans e una maglietta sarebbero andati più che bene.

Alla fine avevo optato per un semplice vestito color rosa pallido, per quel vestito color rosa pallido, quello del nostro primo bacio…

Era incredibile che mi ricordassi ancora come fossi vestita quel giorno, di sicuro avevo avuto molto di meglio a cui pensare, eppure quando l’avevo visto perfettamente sistemato nel mio armadio non avevo potuto fare a meno di sorridere tra me e me.

Anche Emiliano, quando ero uscita dalla piccola porta di casa Martini, aveva sorriso: Non aveva detto nulla, ma io sapevo, me lo sentivo, che anche lui si era ricordato di quel pomeriggio di ormai due mesi fa.

Quel pomeriggio non era cambiata una parte della mia adolescenza a cui un giorno avrei pensato sorridendo e magari ridendo, ma quel pomeriggio avevo scritto un pezzo della mia vita.

Gli adulti e i miei amici dicevano che era una cotta, un primo amore, che ci erano passati mille e altre mille volte anche loro, ma io sapevo che non era così: Emiliano non era una cotta, un amore di passaggio, lui era una parte ormai significativa della mia vita e, anche se, un giorno ci saremmo lasciati non sarei mai più stata l’Anna che ero prima di incontrarlo.

Emiliano era come un tatuaggio, mi piaceva quella similitudine se si parlava di lui, che in qualsiasi modo sarebbe rimasto impresso per sempre sulla mia pelle e soprattutto sul mio cuore.

Indelebile, incancellabile, indimenticabile.

Un giorno, magari ai novant’anni, quando i miei nipoti mi avessero chiesto – ti ricordi il tuo primo vero amore? -  io avrei semplicemente risposto – si, Emiliano – poco importava se era o non era loro nonno, avrei semplicemente detto la verità.

“ Scricciolo, guarda che siamo arrivati, ora puoi scendere “ la voce di Emiliano mi riportò al mondo reale, eravamo già fermi in un piccolo parcheggio…chissà da quanto eravamo già arrivati?

“ Si, scusa, mi ero distratta “ risposi sperando con tutta me stessa che non mi chiedesse a cosa stavo pensando, decisi di sviare prima il discorso.

 “ Dove siamo? “ chiesi mentre mi guardavo in giro per trovare un qualsiasi tipo di segnale che potesse aiutarmi a capire meglio dove ci trovassimo.

In lontananza un insegna illuminata attirò la mia attenzione.

“ Pizza? “ chiesi sorridendo ricordandomi che quella a cui eravamo davanti era una delle pizzerie più rinomate della zona “ ho pensato che non avevamo mai preso una pizza insieme che non fosse d’asporto “ Emiliano si strinse nelle spalle.

Sorrisi tra me e me nella mia mente, mi piaceva l’idea di me ed Emiliano davanti a una pizza in un semplice ristorarantino…

Le mie amiche mi raccontavano sempre dei sabato sera con i loro ragazzi e dei loro appuntamenti.

Era molto carina come pizzeria: Le pareti erano di un color rosso scuro e il fuoco scoppiettante del forno a legna rendeva quel piccolo ambiente ancora più intimo.

“ Vi fermate qua o volete una pizza da portar via? “ una voce stridula, e alquanto da oca, ci accolse non appena entrammo…Era una ragazza giovane, avrà avuto all’incirca vent’anni, ma il trucco volgare ed assolutamente eccessivo le conferivano tranquillamente molti più anni in più di quelli che avesse in realtà.

Indossava una mini, la quale era davvero mini, gonna di jeans a balze color nero, una canotta fin troppo scollata color rosso accesso e ai piedi calzava un paio di scarpe con il tacco sempre color rosso fuoco…Mi chiesi come avevano potuto assumere una ragazza del genere, di sicuro non faceva fare bella figura al locale.

La guardai finalmente con attenzione in volto e quello che vidi non fece altro che aumentare ancora di più la già bassa considerazione che avevo di lei: dopo aver fulminato me con uno sguardo, infatti, si era voltata verso Emiliano e ora era intenta a fargli un sorriso che, a mio parere, di professionale non aveva proprio niente.

“ Nono ci fermiamo “ rispose Emiliano prima che potessi intervenire io, la ragazza per tutta risposta gli rivolse ancora un volta fin troppo smagliante e ci disse, o meglio gli disse, di seguirla.

La sua gonna vista da dietro, se possibile, era ancora più corta ed a ogni suo passo sembrava lasciare sempre più pelle scoperta.

Era volgare, antipatica, eccessiva…e soprattutto ci stava provando spudoratamente con Emiliano proprio davanti a me: L’avevo intuito già dal modo in cui gli aveva languidamente sorriso non appena eravamo entrati dalla porta d’ingresso, e poi ne avevo avuto successivamente conferma vedendo che molto spesso si voltava in sua direzione facendo sbattere più e più volte le sue lunghissime e folte ciglia che gli incorniciavano gli occhi color nero intenso.

Ma non si vergognava? Non si vergognava di guardare in quel modo un uomo? Non si vergognava di guardare in quel modo un uomo nonostante fosse chiaramente in compagnia della sua ragazza? Cominciai a sentire un modo di rabbia partire proprio dal centro dello stomaco…La prossima volta avrei scelto io il ristorante, poco ma sicuro.

“ Ti piace? “ chiesi leggermente alterata, e soprattutto molto ironica, quando ormai ci eravamo comodamente seduti al nostro tavolo e quell’oca era tornata nella cucine, o forse nel suo caso, nel pollaio.

“ Come? “ mi chiese Emiliano aggrottando di poco le sopracciglia “ ti piace? “ ripetei ancora con lo stesso tono che avevo utilizzato prima, Emiliano sembrava ancora più confuso.

“ Ma chi? “ lo vidi sgranare leggermente gli occhi e vedendogli fare quell’espressione non potei non sorridere…era troppo buffo visto così.

“ La cameriera “ dissi con fare ovvio cercando di apparire la più seria e impassibile possibile , dal canto suo Emiliano sorrise semplicemente “ sei gelosa? “ mi chiese con una chiara punta di orgoglio nella voce “ io? Di te? Assolutamente no “ risposi prontamente, il suo ego certe volte era già abbastanza grande senza bisogno di nessun’altro contributo.

“ Ha solo una gonna davvero interessante “ il suo sorriso era diventato orami malizioso…

Bene, questa volta se la era cercata…

“ Vuoi vedere che l’ultimo giorno di scuola ci vado anch’io con una gonna così interessante? Magari posso andare a chiederle dove l’ha comprata… “ risposi con un’espressione quasi angelica, mentre sul volto di Emiliano il sorriso si andò sempre di più a sfumare fino a diventare una smorfia “ vuoi vedere che non ti faccio mettere piede fuori dal negozio? “ la sua faccia in quel momento meritava quasi una foto.

-          Il mio gelosone – pensai sorridendo tra me e me.

“ Vuoi vedere che sei geloso? “ cominciava a piacermi quella sorta di conversazione che ormai sembrava basarsi tutta sulla frase – vuoi vedere che…? –

“ Certo che si “ la risposta di Emiliano mi lasciò per qualche secondo del tutto incredula…

Emiliano non era un tipo che esternava molto facilmente i suoi sentimenti, e la gelosia era forse una delle emozioni che più difficilmente riuscivi a coglierli sul volto, figuriamo farglielo ammettere ad alta voce, eppure quella volta….Quella volta non aveva avuto alcuna esitazione.

Quella volta fu il mio ego che si gonfiò a dismisura.

La nostra conversazione fu nuovamente interrotta da quella sottospecie di gallina.

“ Allora cosa desideri? “ chiese ad Emiliano unicamente tagliandomi così chiaramente fuori dalla conversazione, decisi di provare a stare calma ancora per un po’.

“ Una pizza prosciutto e funghi “ rispose semplicemente Emiliano senza metterci nessuna particolare enfasi o doppio senso, la cosa probabilmente dispiacque parecchio alla ragazza vista la piccola smorfia che le si andò a dipingere sul viso.

“Qualunque cosa voglia posso fartela avere “ come non detto, ora non stavo per niente calma...sperai quasi per la sua incolumità che se ne andasse via al più presto possibile, perché cominciavo seriamente a pensare che per lei la serata non sarebbe andata molto bene.

-          Sei ben diventata violenta Anna…che fine ha fatto Annuccia? “- la mia solita vocina interiore provò a distrarmi dai miei pensieri omicidi, ma molto probabilmente non ci  fu l’effetto sperato.

-          La piccola Annuccia ora si sta facendo una vacanza ed è molto lontana – dovevo seriamente smetterla di parlare da sola, la cosa cominciava a preoccuparmi.

“ Invece la sua sorellina cosa vuole? “ aveva deciso di morire.

Basta! Ora mi aveva seriamente dato fastidio…Sua sorella? Eravamo arrivati mano nella mano, ed anche in quel momento ci stavamo tendendo la mano…A meno che lei non avesse un rapporto di tipo incestuoso con suo fratello dubitavo fortemente che lei lo tenesse per mano nel bel mezzo di un ristorante.

Ma poi non ci somigliavamo neppure, eravamo praticamente gli opposti in tutto.

“ Prendo quello che ha preso il mio ragazzo “ decisi di intervenire, inutile dire che nella seconda parte della frase ci mi particolare enfasi.

Vidi chiaramente Emiliano nascondere un sorriso compiaciuto.

La ragazza, dopo avermi concesso pochi secondi della sua attenzione, si voltò nuovamente verso Emiliano “ beh se vuoi cambiare fammi sapere “ e dicendo quelle parole si allontanò finalmente dal nostro tavolo.

“ Io la sciolgo nel acido “ dissi semplicemente con gli occhi ancora leggermente sbarrati, per tutta risposta Emiliano scoppiò in una fragorosa risata.

“ Scricciolo…” lo interruppi prima “ scricciolo un corno, non dirmi di stare calma, perché quella mi ha deliberatamente istigata….Hai sentito cosa ti diceva? Era un doppio senso unico “ sperai con tutto il mio cuore di non vederla mai più “ diciamo che ho sempre avuto un certo fascino “ mi rispose semplicemente Emiliano sorridendo.

Il mio volto probabilmente parlò da solo dal momento che Emiliano scoppiò in una fragorosa risata.

 La mia espressione si fece ancora più cupa “ stavo scherzando “ alzò le mani in segno di resa, il mio volto probabilmente non cambiò neanche di una virgola.

“ Scricciolo, ho un idea “ e mentre diceva quelle parole mi invitò ad alzarmi dalla sedia offrendomi la mano, mi feci guidare fino alla cassa, dove un uomo, più o meno sulla cinquantina, ci sorrise amichevolmente…sicuramente era molto più simpatico della gallina-ruba-ragazzi.

“Io e la mia ragazza avremmo cambiato idea…è possibile portarle via le pizze? “ chiese Emiliano, io dal canto mio, al suono di quelle parole, non potei fare altro che sorridere tra me e me.

 “ certo, ve le faccio portare “ rispose prontamente il signore “ non siete la prima coppia che cambia idea dopo aver conosciuto mia nipote…Mio fratello dice che se non lavora qua non troverà posto da nessuna altra parte, e come dargli torto? Davvero scusatemi “ ecco spiegato come aveva fatto quell’arpia a trovare il lavoro.

Io e Emiliano quella sera cenammo su una panchina, illuminata dalla semplice luce fioca di un lampione lì vicino, nella zona storica di Roma.

Le stelle sopra di noi brillavano alte nel cielo e la luna piena, che si vedeva in lontananza, rendeva quella sera ancora più magica.

Io ero semidistesa sulla panchina, le mie gambe erano comodamente distese su quelle di Emiliano, mentre lui era semplicemente seduto con il volto e lo sguardo rivolti sempre verso di me.

Durante quella nostra strana cena improvvisata erano passate tante persone diverse, da delle piccole famiglie a delle coppiette di anziani, ma tutti, anche se solo per pochi secondi, si erano soffermati con lo sguardo su di noi…

I giovani speravano di trovare un giorno qualcuno che gli guardasse come Emiliano guardava me e viceversa, e le coppie ormai più anziane non potevano non rivedersi in quella ragazza dai lunghi capelli biondi e in quel tatuatore dai capelli color castano.

Sapevamo di essere fortunati, il nostro era un amore profondo, quasi viscerale, che per quanto tutti desiderassero trovarlo pochi alla fine lo trovavano veramente.

“ Grazie Emi “  dissi sincera quando ormai avevamo finito le nostre pizze e mi trovavo distesa con la mia testa sulle sue gambe…

Sentivo che giocava con le ciocche dei miei capelli, mi rilassava quel semplice gesto.

“ Per cosa? “ mi chiese non avendo capito a cosa mi riferissi di preciso “ per prima…” inizia a spiegare “ …perché non ti sei arrabbiato, nonostante la mai quasi scenata, perché hai deciso di andare via, per avermi fatto passare questa serata, per pensare sempre prima a me, anche quando forse non me lo merito fino in fondo “ dissi sincera guardandolo negli occhi.

“ Sai perché ho voluto fare questa serata? “ chiese Emiliano, io mi limitai a scuotere leggermente la testa “ ieri sera ti ho sentita parlare al telefono con Giulia…” improvvisamente la telefonata della serata precedente mi tornò alla mente, mi sentii quasi in obbligo di intervenire ed interromperlo fin da subito “ Emi guarda che non devi pensare che io…” come io avevo fatto precedentemente anche lui mi interruppe prima.

“ Ieri ti ho sentita parlare con Giulia: Dicevi che non potevi andare con lei  perché io il giorno dopo dovevo lavorare, dicevi che io non potevo venire perché la mattina dopo mi dovevo svegliare presto, dicevi che non ti sarebbe sembrato giusto nei miei confronti.

Stiamo insieme da quasi due mesi e solo ieri mi sono reso conto che non avevamo mai avuto un appuntamento, che non avevamo mai fatto nulla di normale e tranquillo...Non eravamo mai andati a cenare insieme, e visto l’esito di questa prima volta non era stata nemmeno male come scelta…” dette quelle parole sui nostri visi si andarono a dipingere dei sorrisi, molto probabilmente a causa dei ricordi ancora vividi della serata “…non avevamo mai camminato mano nella mano mentre camminavamo, non ci eravamo mai seduti su una panchina…” il suo volto si era leggermente rattristato.

“ Emi a me tutte queste cose non hanno mai dato fastidio “ dissi sincera sperando anche di rallegrarlo un poco “ ma a me si “ rispose lui questa volta risoluto alzando la testa.

“ A me invece hanno dato fastidio, perché mi sono accorto di non averti mai dato un po’ di normalità…Tu hai sedici anni ed io ne ho ventuno e, per quante ne possiamo avere già passate, è giusto che ricordiamo a noi stessi che non siamo ancora persone adulte: Siamo ancora dei ragazzi, siamo ancora dei giovani che devono pensare anche a vivere la loro vita tranquillamente e serenamente facendo cose normali…Non è giusto che il mio lavoro o la mia vita ci limitino.

Quindi mi sono detto che per questa sera avrei fatto le cose per bene: Avrei portato la mia ragazza a mangiare una pizza, le avrei offerto la cena, poi l’avrei portata al cinema e infine l’avrei lasciata sull’uscio della porta di casa sua non prima di averla baciata…Non ho mai fatto una cosa simile, per nessuna delle mi ex, non sono molto preparato su queste cose, ma più o meno è giusto, vero? “ io annui semplicemente con il sorriso sulle labbra.

“ Ora la cena non è andata proprio come speravo, ma l’ho fatto con il cuore Anna, questa serata era ed è solo per te, non volevo che una semplice ragazza rovinasse tutto questo…e alla fine devo ammettere che la cena sulla panchina si è rivelata molto più romantica di quanto pensassi “ concluse soddisfatto del suo semi-discorso con il sorriso sulle labbra.

Ora toccava me dire qualcosa.

“ Non devi pensare neanche per un secondo che tu mi abbia limitata. Con te sto bene così, come ti avevo già detto quella sera al tuo appartamento, io amo tutto di te e non c’è nulla che cambierei…

Certo, qualche volta il tuo lavoro ci limita un po’ il tempo nel quale possiamo vederci, ma a me va bene. Mi rendo conto anche da sola che la mai relazione è in qualche modo più adulta rispetto a quella delle mie coetanee, ma credo che alla lunga questo sarà anche il nostro punto di forza.

 Ieri non ho non accettato non perché non mi sembrava giusto nei tuoi confronti, ma perché non ci saresti potuto essere e queste cose le voglio condividere solo con te“ dissi sincera guardandolo negli occhi, vedevo che quelle poche parole l’avevano reso felice e orgoglioso.

“ Però devi promettermi una cosa “ questa volta era ritornato serio “ dimmi “ ora ero leggermente preoccupata.

“ Devi promettermi che quando qualcuno dei tuoi amici ti rinviterà fuori ad uscire prima di pensare a me penserai i a te stessa…Orami è estate, il lavoro la maggior parte delle volte mi impedirà di venire con te a qualche festa, ma se tu vuoi ci devi andare.

Mi fido di te e non voglio in alcun modo condizionarti o cambiarti la vita…Probabilmente morirò dalla gelosia pensando a tutti quei ragazzi che avranno la fortuna di vederti, ma non sono mai stato uno di quei ragazzi che pretende che la propria ragazza stia solo con lui “.

Quelle parole dette da Emiliano, ad essere del tutto sincera, non me le sarei mai aspettate…Emiliano era sempre stato un tipo molto protettivo nei miei confronti, e vedere quanto si fidasse di me non poté fare altro rendermi felice.

Il mio cuore ebbe un sussulto nel petto, forse era egoistico, ma era bello sapere che esisteva qualcuno al di fuori della tua famiglia che metteva la tua felicità al primo posto.

Finalmente dopo tutte quelle parole le nostre labbra si era di nuovo unite.

Nel mio cuore c’era ancora un terremoto di emozioni.

“ Scricciolo posso chiederti una cosa? “ mi chiese Emiliano all’improvviso, ormai erano dieci minuti che eravamo in un silenzio quasi sacro, gli unici rumori che si sentivano erano quelli della auto che passavano a gran velocità sulla strada e dei nostri respiri.

 Mi voltai verso di lui, il suo volto era leggermente imbarazzato “ dimmi “ chiesi incuriosita dal suo strano comportamento.

“ Ti da molto fastidio se fumo una sigaretta? “  dovetti riflettere qualche secondo sul significato di quelle parole:

 Avevo visto Emiliano fumare solamente due volte, una durante il nostro primo incontro, quando ormai, già sul mio motorino diretta verso casa, mi ero voltata per due secondi ad osservare di nuovo quello che all’epoca era ancora un semi conoscente, e una volta quando l’avevo osservato di nascosto da dietro l’angolo della via che si affacciava sul suo negozio…

Insomma lo sapevo benissimo, l’avevo visto con i miei occhi, ma prima di allora non ci avevo mai pensato.

“ Ok, per me non ci sono problemi “ dissi cercando di mostrarmi il più tranquilla possibile “ non ti da fastidio? “ mi chiese di nuovo quasi per averne un’ulteriore conferma “ sono circondata da amici che fumano, non mi da fastidio…” lasciai la frase in sospeso, forse era meglio interrompere lì quel discorso “ ma? “ Emiliano come al solito mi capiva fin troppo bene ed anche quelle volta aveva capito che c’era qualcosa in me che non andava del tutto “ ma credo che dovresti smetterla per te stesso “ gli dissi sincera dando finalmente così voce ai miei pensieri.

Emiliano ormai si era accesso la sigaretta.

“ Ci ho provato un paio di volte, ma alla fine mi piace quindi non sono durato tanto“ disse tranquillamente.

Il modo in cui si portava la sigaretta alla bocca, il modo in cui ispirava dal filtro, il modo in cui il fumo gli andava ad incorniciare il volto…se possibile quell’aria da bello e dannato, che aveva assunto in quel momento, ai miei occhi lo rese particolarmente sexy.

-          Ed ecco la tua vena pervertita, eh Anna? – quella fastidiosa vocina non sembrava volermi abbandonare, ma non me ne curai più di tanto, avevo solo detto, o meglio pensato, la verità.

Cercai qualcosa da dire prima che Emiliano si accorgesse della faccia da ebete che dovevo avere in quel momento e che mi chiedesse a cosa stessi pensando…sarebbe stata davvero imbarazzante come cosa.

“ Anch’io una volta ci ho provato, è stato uno schifo “ dissi all’improvviso ricordandomi di quella serata in discoteca di ormai un anno fa.

Dire che il volto di Emiliano era sorpreso sarebbe stato un eufemismo in quel momento “ davvero? “ sembrava quasi non credere alle mie parole “ davvero ” risposi sorridendo per poi continuare “ ti giuro un vero schifo, il sapore era orribile e poi mi sono ritrovata a tossire come una deficiente “ al ricordo di quella serata non potei fare altro che sorridere, mentre Emiliano, dal canto suo, scoppiò in una fragorosa risata.

Lo guardai storto “ scusa scricciolo, ma da te non me lo sarei proprio aspettato “ mi spiegò sincero.

Decisi di ricaricare la dose “ e una volta mi sono anche ubriacata, non da stare male certo, ma abbastanza da andare in giro ad abbracciare tutti gli sconosciuti che incontravo“ questa volta il volto di Emiliano si era fatto più serio “ mi stai prendendo in giro? “ mi chiese ancora con voce leggermente incredula “ mai stata più sincera “ dissi cercando di nascondere una risata che minacciava di uscire da un momento all’altro…la situazione che si stava venendo a creare era quasi comica.

“ Perché ti sembra così strano? “ chiesi sincera non capendo davvero il motivo della sua reazione “ è che sembra impossibile…Voglio dire da uno come me solamente guardandomi te lo puoi benissimo immaginare, ma te...” si vedeva che era in difficoltà a trovare le parole giuste, ma il concetto in generale l’avevo compreso “ ho capito quello che intendi, ma alla fine sono una ragazza normale che aveva ed ha voglia di fare le cose normali…poi se non mi piacciano le lascio semplicemente perdere “ spiegai sincera.

“ Hai capito il mio scricciolo, sembra tanto un angioletto, ma poi…” e quasi senza che me ne accorgessi mi ritrovai proprio aggrappata alla sua schiena.

Ormai aveva finito la sua sigaretta, e ora mi stava portando in giro per il parco sulle sue spalle…

Dovevo ammettere che tutto ciò era molto romantico: Più e più volte, nel corso della mia vita, mi ero ritrovata a sospirare davanti a delle scene simili nei film, pensando però che a me una cosa simile, purtroppo, non sarebbe mai potuta accadere, eppure ora ero lì, in mezzo a un parco e soprattutto sulle spalle del ragazzo che amavo con tutta me stessa.

Appoggiai la mia testa nell’incavo del suo collo, potevo sentire il fruscio dell’acqua della fontana lì vicina da quanto c’era silenzio.

Il profumo dolce di Emiliano mi inebriava le narici.

Chiusi gli occhi assaporandomi il più possibile quel momento.

Un musichetta, proveniente da pochi metri lontana da noi, attirò la mai attenzione: Una piccola giostra, più precisamente quella delle tazzine giranti come la chiamavo io, era messa in evidenza in mezzo al buio del parco dalle luci sgargianti che la illuminavano.

Era del tutto vuota, sembrava essere quasi unna giostra abbandonata, ma la signora sulla settantina che si trovava proprio dietro alla cassa smentiva all’istante quell’idea.

L’immagine di me e Emiliano in una di quelle piccole tazzine mi fece immediatamente sorridere, ma sapevo che per convincerlo a salire probabilmente avrei dovuto utilizzare tutte le mie carte segrete.

“ Emi? “ lo richiamai con voce flebile, molto simile a quella di una bambina “ no, Anna “ mi rispose immediatamente…Non avevo ancora aperto bocca, come diamine faceva a sapere già cosa volessi chiedergli?

“ Non ti ho ancora chiesto nulla “ dissi con voce fintamente capricciosa “ ma ti conosco, e la risposta è no “ cercava di essere serio, ma io sentivo benissimo che in verità stava cercando di nascondere un sorriso…praticamente avevo già vinto.

“ Solo un giro “per tutta risposta scosse la testa vigorosamente “ un giretto piccolo piccolo “ gli sussurrai all’orecchio “ nono “ rispose voltandosi con la testa verso di me e depositandomi un piccolo bacio sulla punta del naso.

“ Ma perché? “ provai a sfoderare gli occhi da cucciolo “ perché ho ventun’anni e se un mio cliente, o peggio Luca, mi vedesse probabilmente mi prenderebbe in giro per il resto della mia vita…Poi dai non mi ci vedo molto sulla giostra delle tazzine “ in effetti l’immagine di Emiliano dentro a una di quelle tazzine con il codino che gli penzolava sopra la testa era abbastanza comica.

“ Ma tu gli dirai che avevi solo accompagnato la tua adorata ragazza “ provai ad intensificare il mio sguardo da cucciolo bastonato “ basta con gli occhioni, oggi non ci riuscirai “ più che dare una notizia a me sembrava volere convincere se stesso.

Se non funzionavano gli occhio ci sarei andata giù più pesante…

Gli depositai un bacio sul collo, sentii chiaramente Emi irrigidirsi momentaneamente per la sorpresa, probabilmente non si aspettava nulla di tutto ciò.

“ Amore mi porti sulla giostra, vero? “ gli avevo sussurrato con voce leggera e flebile proprio vicino al lobo dell’orecchio, in quel preciso momento avrei tanto voluto vedere l’espressione sul suo volto, ma era voltato.

“ Questo è giocare sporco “ mi sussurrò con voce di chi sa già di aver perso“ allora andiamo? “ chiesi tutta felice allontanandomi di scatto dal suo orecchio e alzando di nuovo la voce “ un giro solo Anna “ ormai ero già scesa dalle sue spalle “ certo, lo giuro “ esclamai.

“ Ti amo “ gli dissi mentre gli scoccavo un sonoro bacio sulla guancia per poi dirigermi a passo svelto verso la cassa “ solo per questo mi ami? “ sentii chiedermi da dietro “ certamente “ risposi prontamente…Non ebbi alcuna risposta, ma solo una chiara, sonora, e ormai tanto amata risata.

“ Ho preso cinque giri “ esclamai felice facendo vedere ad Emi i gettoni che avevo appena comprato, il volto di Emiliano si andò a contrarre in una finta smorfia di dissenso…Il suo incubo stava per iniziare.

Quella sera non ci fermammo a solamente cinque giri, ma andammo avanti quasi per tutta la serata.

Quella sera continuammo a girare, vagare e a perderci nel nostro amore.

La mia vita non era mai stata più bella di così.

Quella sera fummo normalmente e semplicemente noi.

 

Un uomo, che osservava la scena da lontano, non poteva fare a meno di sorridere guardando quella piccola scena…era felice, aveva trovato l’amore

 

 

 

Buonasera scriccioli!!!!!

Eccomi qua con un nuovissimo capitolo, confronto ai miei precedenti sono migliorata, vero? (:

Voi come state? Tutto bene? Vi state preparando a rivedere Anna e Emi? Io non resisto più sinceramente.

Allora cosa ne pensate di questo capitolo? Vi è piaciuto? Cosa ne pensate? Fatemi sapere che sono troppo curiosa <3

Dopo questo capitolo è ufficiale: IO AMO LUCA!!! Voi invece cosa ne pensate di questo nuovo personaggio?

Chi stava osservando alla fine del capitolo i nostri scriccioli? Si aprono le scommesse!!

Come molte di voi avranno notato in questo capitolo ho cercato di approfondire sempre di più il passato di Emiliano, e sono felice di annunciare che nel prossimo finalmente scopriremo tutto.

AVVISO IMPORTANTE: Questa fan fiction è nata in contemporanea a un medico 8 e perciò, anche per rimanere in linea con la mia idea originale, non terrà conto degli sviluppi della nona stagione. Spero che questa mia scelta sarà capita e ben accolta.

Per chi interessasse, invece, magari anche per voi lettori non iscritti al sito, volevo avvisare che ho aperto una pagina Facebook:

Il nome è “ Alaska Shine EFP “ e l’immagine del profilo sono i nostri due scriccioli che si baciano ( amo quella foto, che posso dire? ) .

Con questa pagina potrete contattarmi ventiquattro ore su ventiquattro e sarà sempre aggiornata con curiosità (per esempio la foto di come m’immagino Sofia e Luca), informazioni relative agli aggiornamenti e piccole anticipazioni qualche settimana prima della pubblicazione del capitolo originale concluso…Insomma qualcosa per rimanere sempre in contatto con “ il tatuaggio sul mio cuore recitava ti amo “…

ALASKA SHINE

 

 

PS: Ancora mille e mille grazie per il sostegno che mi dimostrate sempre, senza di voi questa fiction probabilmente nemmeno esisterebbe….SIETE FANTASTICI!!!!!

   
 
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