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Autore: fedekost    20/06/2008    3 recensioni
Quando Jamie si svegliò quella mattina non aveva idea che la sua vita sarebbe radicalmente cambiata. L'arrivo del misterioso signor Robinson aveva scombussolato la routine quotidiana della sua famiglia, che non sarebbe mai piùritornata come prima. Seguite Jamie nelle sue avventure nel mondo di Hogwarts e (ri)scoprite con lui l'emozione di (ri)vedere tutto come se fosse la prima volta!=PAUSA ESTIVA=
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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=Nota dell'Autore=
Allora ragazzi...come promesso ho cominciato a non postare più un capitolo al giorno, ma per realizzare questo devo ammettere di essermi divertito...comunque visto che me lo chiedete in tanti questo racconto si ambienta DOPO le vicende di Harry Potter, anche se ho lasciato quà e là qualche indizio che possa dimostrarlo...comunque non fa niente...godetevi questo capitolo e ditemi che ne pensate!

CAPITOLO V
Jamie era ad Hogwarts, in un aula, con un professore vecchio e balbuziente che gli spiegava un complicato incantesimo.
Lui provava, provava e riprovava, ma proprio non riusciva ad acquisirlo e padroneggiarlo.
Gli altri ridevano, e lui era tutto solo, e diventava sempre più piccolo, fino a sparire.
Aprì gli occhi.
Davanti a lui c’era un paesaggio magnifico: erano in una grande foresta verde; ovunque c’erano alberi che disegnavano la loro ombra sul terreno erboso e il clima era fresco e salubre.
In mezzo a una radura vi era una grande casa di legno, di due piani, con un’edera rampicante che ricopriva tutta la facciata fino a nasconderne il colore. Vicino alla casa cominciava una piccola via sterrata, e Jamie si chiese dove portasse.
-Benvenuti a Routh Valley!-esordì il signor Summers rivolto alla moglie e ai tre ragazzi, che si guardarono e sorrisero.
-Che sorpresa!-esclamò Jamie estasiato, non credendo ancora ai suoi occhi. L’incubo di prima sembrava ormai essersi dileguato dalla sua mente, che era troppo occupata a meravigliarsi per pensarea qualcosa di spiacevole.
-Vogliamo entrare?-disse il signor Summers, prendendo un trolley e trascinandolo verso la casa. Arrivato, prese un folto mazzo di chiavi dalla tasca e per qualche secondo cercò la chiave giusta.
Quando l’ebbe trovata, aprì la porta lasciando intravedere l’arredamento: un divano di legno rustico con dei cuscini morbidi rossi era appoggiato fra due poltrone, e al centro vi era un tavolino di legno. Dietro questi si potevano vedere delle scale che conducevano al piano di sopra. Il singnor Summers, entrato, andò in quella direzione.
-Che aspettiamo?-disse cordialmente ai ragazzi la signora Summers, che seguì il marito all’istante.
Anche Russel e Steve fecero presto lo stesso, e Jamie stette ancora un secondo fuori prima di prendere il suo bagaglio e seguire tutti dentro la casa.
Vista dall’interno sembrava ancora più accogliente: davanti al salottino vi era un grande camino, che, anche se era estate, sarebbe stato molto bello da vedere acceso.
Dietro al salotto c’era un tavolo, anch’esso di legno come il resto della casa, e a questo erano abbinate sei sedie.
Andando oltre con lo sguardo Jamie vide due porte: una che conduceva in una piccola e accogliente cucinetta e un’altra che conduceva nel bagno.
L’undicenne salì le scale e si ritrovò al secondo piano, dove c’erano tre stanze: un bagno e due camere da letto.
Aprì la prima porta sulla destra, ma vide solamente un letto matrimoniale e quindi decise di passare oltre.
La porta seguente era un bagno, ma sentì subito le voci degli amici che discutevano su cosa fare per prima cosa e, seguendole, giunse in una cameretta con il soffitto spiovente dove c’erano un letto a castello e un letto singolo.
Russel si era sistemato su quello singolo, e vi sedeva parlando animatamente con Steve sul fatto che fosse meglio fare prima il bagno al lago invece che fare un’escursione.
Anche se non lo disse, Jamie era d’accordo con lui.
-Ragazzi, vedo che non ho molta scelta…-disse entrando Jamie facendo finta di essere offeso.
Russel lo ignorò completamente, mentre Steve gli indicò il letto di sotto con una faccia da “l’ultimo-che-arriva-male-alloggia”, e disse a Russel:
-Allora Rus, io direi che prima facciamo l’escursione, e dopo ci rinfreschiamo nel lago.-
-Io dico che è meglio chiedere a Jamie cosa ne pensa-rispose in tono di sfida, come se fosse certo della risposta dell’amico, Russel.
Jamie sentì tutti gli occhi puntanti su di sé, e per cercare di non far arrabbiare i suoi amici già il primo giorno lanciò la sfida.
-IO dico che l’ultimo che si tuffa nel lago è un piscia sotto!-e facendo l’occhiolino a tutti e due corse via come un lampo verso il lago, lasciando la maglietta e i pantaloni sul divano e tuffandosi, poco dopo, nelle acque fredde in mutande.
Poco dopo entrò anche Steve, e lui e Jamie intonarono un coro molto stonato.
-Rus piscia sotto, Rus piscia sotto!-
Poi risero e cominciarono a schizzarsi, giocando nel lago fino a sera.
Le giornate seguenti trascorsero più o meno nello stesso modo, e i tre si divertirono come matti.
Come se ci fosse un accordo non scritto, però, non parlarono mai della partenza imminente di Jamie, che invece non passava minuto che non pensasse al primo di settembre.
L’ultimo giorno di vacanza la signora Summers era tornata a casa con un pacco molto voluminoso.
I ragazzi, aspettandosi che fosse un regalo per loro, ci rimasero male quando la donna, con fare aristocratico, li liquidò dicendo:
-No ragazzi, questo è per la zia Emily!-
Jamie , nascondendo a stento la curiosità che suscitava in lui quel pacco misterioso, si sorprese quando la madre lo chiamò.
-Jamie caro! Vieni qui che ti devo chiedere un favore!-risuonò la voce della donna su per le scale, fino alla stanza dove lui ed i suoi amici stavano giocando alla Playstation.
-Si, vai giù Jamie caro!-lo sberleffò Russel, e uscendo dalla porta Jamie gli fece ungesto che è meglio non descrivere nei minimi dettagli.
Con ancora le risate degli amici nella testa, il ragazzo scese le scale e trovò la mamma occupata a tenere ferme, con entrambe le mani, due nastri rossi.
Fuori dalla sua portato, una coccarda dello stesso colore giaceva su un tavolino.
-Tesoro, mi prenderesti quel fiocco?-chiese gentilmente la signora Summers, sfoderando la sua occhiata più dolce e sbattendo le palpebre per tentare di convincere il figlio.
Ma Jamie sapeva bene che non era una domanda, quindi si diresse verso quella coccarda.
Poi, un pensiero lo folgorò: lui era un mago, e presto avrebbe frequentato una scuola di magia, quindi tanto vale provare subito a fare un incantesimo!
Sorrise: era un sorriso birichino che mostrava tutti i denti, e quando si fermò a metà strada fra la madre e il tavolo sentì la donna lamentarsi alle sue spalle:
-Lo prendi o no? Dai, che faccio fatica!-
La ignorò e concentrò tutta la sua attenzione sul fiocco rosso, immaginandolo che fluttuava nella sua direzione.
Per un attimo il fiocco si sollevò e, sotto gli occhi sbigottiti di madre e figlio, si mosse in direzione di quest’ultimo.
Ma dopo pochi centimetri cadde a terra e, nel farlo, si moltiplicò in due fiocchi identici.
-Cos’hai fatto?-parlò spaventata per prima la madre.
-Non ne ho idea, io ho solo…-ma non sapeva cosa dire. Ognuno dei due fiocchi davanti a sé aveva preso a moltiplicarsi, e presto divennero centinaia.
La signora Summers,spaventata, urlò e lasciò i nastri, che ricaddero vicino al pacco regalo, e si precipitò, sebbene non potesse fare nulla, verso quei fiocchi.
Ormai apparivano dappertutto, e Russel e Steve, colpiti dagli urli della signora Summers, scesero e videro il grande spettacolo.
Non sapevano che pensare, quindi stettero a osservare gli eventi così come si susseguivano sotto i loro occhi.
Il signor Summers, che stava lavorando, concentratissimo, sul tavolo della cucina, non sentì nulla finche non bussarono violentemente alla porta.
Quando si alzò per andare ad aprire si trovò davanti uno spettacolo esilarante e al contempo sconcertante: la moglie era in piedi sul tavolo e, con la scopa, cercava di scacciare le coccarde come se fossero topi.
Steve e Russel non sapevano se ridere o urlare, e quindi stavano in silenzio.
Jamie, invece, era concentrato in un angolino e cercava in tutti i modi di rimediare al misfatto.
Bussarono un’altra volta, e non ricevendo risposta, si sentirono prima due voci che chiacchieravano animatamente fra di loro, e poi una parola sconosciuta che fece scomparire la porta con un leggero “puff”.
Due maghi, vestiti come le persone che Jamie aveva visto a Diagon Alley, entrarono nella stanza sotto gli occhi sbalorditi di tutti i presenti, e dopo un’occhiata generale si fecero un cenno di intesa e sfoderarono le bacchette.
La signora Summers urlò:
-Chi siete voi?-
Il più alto dei maghi facendo sparire una cinquantina di coccarde alla volta, rispose fra una formula magica e l’altra:
-Siamo del Distretto per la Cancellazione della Magia Accidentale, finiremo tutto in un baleno!-
Il signor Summers vide i due amici del figlio osservare tutto con aria meravigliata, senza emettere una parola, e decise di raggiungerli e fare il vago.
-Ragazzi, ma cos’è successo?-
Non ricevette risposta, e gettò la spunga chinandosi a guardare, come tutti, lo spettacolo.
Presto i due maghi ebbero finito, e si diressero prima verso Jamie.
-Sei tu il mago che ha provocato ciò?-chiese il più basso, cordialmente.
-S-si, ma ora non mi espelleranno mica vero?-chiese timidamente l’undicenne, che fino ad allora non aveva mai nemmeno calcolato quell’eventualità.
-No, certo che no…non lo hai mica fatto apposta, no?-chiese sorridendo a Jamie come a dimostrare la verità delle sue parole.
-No-riuscì solo a dire Jamie timidamente. Poi osservò i due maghi confabulare fra di loro e avvicinarsi uno a Russel e uno a Steve. Con un nuovo cenno di intesa i maghi sussurrarono -Oblivion! e dopo alcuni secondi i due ragazzi caddero a terra, addormentati.
Poi il più alto dei due si avvicinò al signor Summers e gli disse con fare esperto:
-Allora signore, il danno è riparato e abbiamo modificato la memoria ai due ragazzi, che adesso ricorderanno solo di essersi appisolati dopo una lunga nuotata nel lago.-
Il signor Summers annuiva spaesato, guardando di tanto in tanto i due ragazzi e il figlio.
Quando i due se ne andarono, il signor e la signora Summers portarono i due ragazzi nel letto e tornarono nella stanza dove Jamie li aspettava seduto sul divano e con l sguardo perso nel vuoto.
-Che casino ho combinato…-disse alla vista dei genitori.
La madre si sedette accanto a lui e gli cinse le spalle con un braccio, mentre il padre gli diceva, affettuoso:
-Non ti preoccupare…non vediamo l’ora di vederne un’altra vera!-
Jamie sorrise e si tiròsu di morale.
-Adesso vai a svegliare i tuoi amici e fate le valige, domani si parte.-
  
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