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Autore: Jane_sfairytales    21/02/2014    4 recensioni
Niall è un ragazzo con un enorme problema: riuscirà Ginevra a guarirlo? O dovrà vedere l'uomo che ama allontanarsi e distruggersi a poco a poco?
From Chapter XXIV: « Non mi interessa ragazzo. Il tuo scopo nella vita non è farti ammazzare tentando di salvare persone che spesso si mettono da sole nei guai o che comunque la polizia potrebbe tranquillamente aiutare se tu gli dessi modo di fare il suo lavoro; smettila una buona volta di fare il paladino della giustizia e fai ciò che ogni uomo come si deve dovrebbe fare: amare la donna che il Signore gli ha concesso di avere accanto e rendere felice ogni giorno della sua vita; è un compito più che onorevole ed è tuo dovere farlo bene. Non fartela scappare ragazzo perché senza di lei la tua vita non vale nulla; non te lo dimenticare mai. »
P.S.
Il titolo della Long è dato dalla canzone "Just the way you are" di Billy Joel.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note.
Consiglio "Last kiss"
Taylor Swift.



 








 
Chapter XXX – Last kiss…
 
Quella mattina Ginevra aprì gli occhi e rimase a fissare il soffitto. Non aveva proprio la forza per far nulla, men che meno affrontare l’atmosfera di ghiaccio che da qualche tempo s’era formata tra lei e Niall: aveva sempre odiato le bugie, le omissioni e le faccende irrisolte. Era così stanca e abbattuta che non si accorse neanche di avere tutto il letto per sé: sentiva l’uomo che amava così distante ormai, da non cogliere quasi più la differenza tra la sua assenza e la statua semi-muta che era diventato. Si fece una lunga doccia e si vestì con calma scendendo in cucina e sedendosi accanto ad Emily che le regalò un caldo bacio sulla guancia; questo riuscì a farla sorridere almeno un po’.
« E adesso riprendiamo con lo strano caso della belva enorme che infesta da qualche tempo il circondario. Stanotte, due drogati violenti sono stati brutalmente aggrediti. Sul terreno e  sui loro corpi, i solchi degli artigli della bestia. I due sono ora ricoverati in ospedale in condizioni per fortuna, non troppo gravi. In ospedale c’è anche la ragazza che avevano tentato di violentare. Provvedimenti penali verranno presto attuati per i due aggressori, ma purtroppo, resta aperta la caccia alla bestia. Vi preghiamo di fare molta attenzione ed evitare di girare di notte o nei dintorni dei boschi.  Per adesso è… »
Il resto la ragazza non lo sentì neppure. Era rimasta pietrificata, il volto cereo e la mano ancora a mezz’aria benché ormai il cucchiaino fosse caduto e il latte fosse sparso un po’ ovunque. Non ascoltò neanche ciò che gli dicevano gli altri, preoccupati per lei, ma prese la giacca e cominciò a correre a perdifiato verso casa dei ragazzi. Nel frattempo chiamava Niall, ma il telefono continuava imperterrito a suonare a vuoto.
 
Irruppe nell’ingresso non appena Liam le aprì e lo seguì nel salotto dove già erano riuniti tutti. Si guardò velocemente intorno e quando non scorse la familiare chioma bionda, tutta l’adrenalina che era riuscita a farla correre a perdifiato fino a lì, calò di botto provocandole un mancamento; sentì solo delle urla vaghe e lontane.
Quando rinvenne, un paio di stupendi occhioni verdi la osservavano molto da vicino, dilatati dalla preoccupazione. Il riccio tirò un sospiro di sollievo quando la vide rinvenire.
« Potevi chiamarmi, lo sai che sarei passato a prenderti. Non azzardarti mai più a correre a perdifiato di mattina e per di più in pieno inverno: potevi farti male sul serio, anche sputare sangue. » Le disse a metà tra il severo e il preoccupato.
« Non era con te stamattina vero Ginny? » Sussurrò piano Zayn, guardandola distrutto. Lei semplicemente annuì. Louis piangeva mordendosi distrattamente il labbro ormai rotto a sangue; Liam gli porse un fazzoletto e lui si asciugò le lacrime e si riscosse accorgendosi di ciò che aveva fatto; continuò a non proferir parola. Harry prese ad accarezzarle meccanicamente i capelli, quasi fosse un antistress. Il silenzio nella stanza si dilatò: tutti erano in attesa, di cosa di preciso non si sapeva, forse di Niall che spuntava dalla porta d’ingresso tutto sorridente e tranquillo? Ma il loro Niall non sarebbe tornato, almeno non così in fretta, almeno non finché la bestia che stava crescendo dentro lui non fosse stata debellata.
« E’ inutile che stiamo qui ad aspettarlo… non verrà. » Asserì glaciale la ragazza.
« E cosa dovremmo fare? Non risponde! Se lo andiamo a cercare ci eviterà comunque. »
« Forse ha bisogno di noi. E non ha il telefono con sé. » Concluse lei alzandosi di scatto e infilando il giubbino.
« Sì, però questa volta vieni in macchina con me! » Esclamò Harry seguendola.
« Andiamo nella zona dei boschi dietro casa mia, voi esaminate il circondario dell’incidente. Ci aggiorniamo. Se non lo troviamo, stasera andrò a lavorare come sempre. Se vorrà parlarmi potrà riaccompagnarmi a casa, altrimenti… » La voce le si spezzò mentre le lacrime prepotenti tentavano di colar giù. Le mani grandi e morbide dell’amico gliele asciugarono e la costrinsero ad immergersi negli occhi verdi e sinceri.
« Lo troveremo. Si risolverà tutto ok? » Ginny si ritrovò ad annuire, del resto come era possibile non credere a quelle iridi verde speranza?
 
La ragazza si incamminò afflitta lungo il marciapiede innevato. Non avevano ottenuto alcun risultato e l’ultima speranza era che lui ci tenesse almeno un po’ a lei, giusto quel tanto da accompagnarla se la avesse vista tornare a casa da sola in piena notte. Aveva già chiesto ai ragazzi di lasciare casa libera quella notte: temeva che se Niall si fosse presentato, lo avrebbe fatto per cercare una scusa per farla finita per sempre e non voleva fare scenate in casa dei suoi genitori. Aprì la porta dello Starbucks e mise su il sorriso più verosimile che conoscesse.
Chiuse la porta e salutò Josh dicendogli di non preoccuparsi, che il suo ragazzo la aspettava poco più avanti; non appena fu sola infatti, un omone incappucciato le si posizionò al fianco camminando con lei.
« Ciao. » Sussurrò impercettibilmente lui.
« Ciao… » Non ebbe neanche il coraggio di guardarlo in faccia: non voleva piangere o sbottare in mezzo alla strada, se doveva dirgli qualcosa, se doveva finire così, lui doveva ascoltarla fino in fondo, capire perché stava sbagliando.
« Com’è andata a lavoro? » Continuò con tono indifferente.
Ah, allora è questo il suo gioco: aspetta che io lo accusi per darmi della paranoica oppressiva e fregarmi con le mie stesse mani…
« Non male, ma sono molto stanca. »
« Ok. »
Rimasero in silenzio finché lei non svoltò a sinistra anziché a destra.
« Hey. » Continuò a camminare avanti senza voltarsi. « Hey Ginny dove stiamo andando? » Chiese lui un po’ preoccupato afferrandole delicatamente il polso.
Mare si sentì morire a quel contatto così vero e al sentire il suo tono sinceramente interessato dopo così tanto tempo in cui aveva ostentato solo distacco e freddezza. Si voltò lentamente a guardarlo negli occhi e finalmente vide di nuovo quel mare di emozioni che li animavano, anziché un’immota lastra di ghiaccio. Gli si avvicinò di più finché non fu ad un millimetro dal suo viso; quando si accorse che si stava irrigidendo, si bloccò.
« A casa tua amore… » Lo sentì agitarsi a disagio mentre il suo sguardo si faceva confuso.
« Ok. »
« I ragazzi? » Chiese di nuovo quando si furono fermati davanti al portone.
« Dalle fidanzate. »
« Ginevra lo sai che non possiamo stare… »
« Non voglio fare l’amore con te se è questo che pensi Niall… »
« Oh… ok. » Quella ragazza lo stava totalmente prendendo in contropiede: era così difficile fingere di non amarla con tutto se stesso, e ancora di più lo era allontanarla e così facendo, farla soffrire. Il suo piano era semplice: lui si dimostrava ancora più freddo e spaccone, lei lo assaliva e lui la faceva finita. Cosa c’era di più semplice di così? Nulla! Peccato che Ginevra non stava “rispettando” i suoi paini e lo stava trattando con una dolcezza incredibile. Sembrava così fragile e debole che avrebbe solo voluto abbracciarla e non lasciarla più sola, ma lasciarla sola era proprio ciò che doveva fare se voleva che lei fosse al sicuro.
Si sedettero sul divano a guardare la neve cadere al leggero chiaro di luna.
« Perché? » Chiese lei senza guardarlo.
« Uhm? » Era giunto il momento della spacconeria, il momento di essere odioso.
« Cos’è che ti ha fatto trasformare questa notte? » Mise su un ghigno malefico: quanto si odiava per ciò che stava facendo.
« Mbè? Meritavano una lezione quei due figli di puttana e io gliel’ho data. » Notò immediatamente come l’espressione sul volto di Mare cambiasse: i lineamenti si appesantirono e il cioccolato caldo divenne una lastra di marmo gelido.
« E quindi tu saresti il nuovo paladino della giustizia? Ti senti il nuovo eroe? Il nuovo Superman? O un dio? No perché nel caso tu non te ne fossi accorto, hai rischiato di ucciderli! » Gli urlò contro pungendolo al petto con l’indice puntato.
« Io ho salvato una ragazza da un’esperienza orribile, dovreste tutti essermi grato. »
« Ah sì? E se invece l’avessi uccisa, a lei e agli altri due? O sei diventato così bravo a controllarti da essere solo un cucciolone troppo cresciuto? No perché a me sinceramente non sembra, visto che stanotte hai perso il controllo e ti sei trasformato! »
« Ah quindi ora sono pericoloso? Non eri tu quella che diceva che non ero un mostro? Adesso lo sono diventato? Adesso hai paura eh? Bene allora… »
« No, non ho paura di te Niall! »
« Ma sono pericoloso…? »
« Sì, perché ti sei lasciato andare, perché non sei più te stesso, ti stai trasformando in qualcosa che non sei. »
« Beh sai che c’è? È questo ciò che sono io, ok! È questo ciò che sono veramente. Tu non sai un cazzo di me, da quanto mi conosci? Otto mesi? E pretendi di conoscermi davvero, di sapere tutto di me? Tu non sai niente di me, della mia infanzia, della mia vita qui, di quello che ho dovuto passare. E so perfettamente quello che faccio e non accetto che una persona come te, che non sa un cazzo di chi sia io, si permetta di giudicare le mie azioni! È stato un bel passatempo finché è durato, ma non ho intenzione di cambiare me stesso per una come te! Addio! » E così dicendo, uscì di casa come un fulmine prima che quella maschera di ferro che si era costruito crollasse; al limitare del bosco si trasformò aspettando che il buio portasse con sé anche il dolore, ma come tanti mesi prima, neanche questa volta accadde: lei gli era entrata troppo nel profondo perché potesse cancellarla così facilmente. Un ululato straziante squarciò l’aria.

Spazio d'autrice.
Ciao a tuttiiiii!
Vi comunico che la storia è agli sgoccioli: massimo altri 6 capitoli!
Spero vi stia piacendo, fatemi sapere la vostra!
Un bacio, Jane.


P.S. ho scritto una flashfic sovrannaturale, nel caso dovesse interessarvi ecco il link http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2466508&i=1 ;)





 
 
  
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