Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: Maty66    22/02/2014    2 recensioni
Cosa succede se, all'improvviso, tutta la tua vita diventa un incubo da cui non riesci a svegliarti?
Cosa puoi fare se tutti sembrano credere che tu abbia fatto l'unica cosa per te inconcepibile?
Semir si troverà ad affrontare la prova forse più difficile della sua vita... ha davvero tentato di uccidere il suo migliore amico?
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cosa è successo?
 
“Allora Semir cerchi di calmarsi e di ricordare… come siete arrivati qui?” chiese ancora una volta la Kruger cercando di attirare l’attenzione del suo ispettore, che era ancora tenuto fermo per le braccia dai due colleghi.
Ma Semir a stento la stava a sentire, la sua attenzione era completamente attratta dal lavoro dei medici, chinati poco distante, sul corpo ancora immobile di Ben.
“La prego Commissario mi faccia andare vicino a lui… non lo tocco, voglio solo vedere come sta” ormai la voce era un singhiozzo.
Kim guardò interrogativa il capo della SEC che scosse la testa duro “Non se ne parla, lui resta immobile qui, non gli do l’occasione di finire quello che ha iniziato. E’ già un  miracolo che sia ancora vivo…”
Semir sentì il sangue salirgli alla testa.
“Ma che cazzo stai dicendo? Finirlo? Ben è il mio partner da più di cinque anni.. non potrei mai fargli del male. E’ il mio migliore amico dannazione!!” urlò dimenandosi come un pazzo. I due che lo tenevano fermo colsero l’occasione  per mollargli un pugno nello stomaco.
“Stai fermo stronzo!!” sibilò il picchiatore
“Bell’amico che sei… l’hai praticamente massacrato, hai ancora le mani sporche del suo sangue e quando siamo arrivati avevi ancora in mano la sbarra. Che faccia tosta!!!. Tu resti qui fermo, altrimenti giuro che ti sparo” urlò il capo della SEC guardandolo con odio
“Signori!!! calmiamoci tutti. Semir lei resti fermo qui, vado io ad informarmi su come sta Ben. Lei cerchi di raccogliere le idee, perché ci deve qualche spiegazione” fece imperiosa la Kruger mentre si avviava verso i paramedici.
Semir  trattenne il fiato mentre da lontano  vedeva Kim parlare con il medico e si sentì il cuore stretto in una morsa gelida  a vedere il sanitario scuotere la testa serio.
La Kruger tornò verso di lui con il volto scuro.
“Come sta?” sussurrò  Semir con le lacrime agli occhi
“Non bene Semir, hanno appena chiamato  un elicottero per portarlo  in ospedale…”
“O mio Dio… no no no. Ben… Ben… sono qui non ti arrendere, vedrai che la facciamo anche stavolta…” urlò con la voce strozzata.
Prima che gli uomini della SEC  lo riprendessero a picchiare la Kruger si posizionò davanti al suo ispettore
“Semir ti devi calmare…” disse passando improvvisamente al tu “Devi ragionare e ricordare cosa è successo. Qual è l’ultima cosa che ricordi?”
“Che stavamo in macchina con gli uomini di Decker…  per lo scambio, stavamo andando al vecchio aeroporto per lo scambio della droga…” sussurrò Semir cercando di restare lucido.
“Semir questo è successo due giorni fa. Abbiamo perso le vostre tracce  due giorni fa. Cosa è successo dopo?”
“Come due giorni fa? No no, è stato oggi, dovevamo entrare nell’hangar del vecchio aeroporto per incontrare il compratore… forse ci hanno stordito e siamo rimasti qui…” sussurrò sempre più confuso Semir
“Semir non siamo a Colonia, siamo a Berlino. Come siete arrivati qui?” la voce della Kruger si fece  più dura.
Semir andò nella confusione più assoluta. Immagini sfocate, suoni e frasi si confondevano nella sua mentre.
“Io non mi ricordo nulla Commissario, solo che mi sono ritrovato qui…”
La conversazione fu interrotta dal rumore dei rotori dell’elicottero che si avvicinava.
Il gruppetto dei medici si animò improvvisamente per trasportare la barella fuori.
Nella generale confusione Semir riuscì solo a vedere che i medici avevano intubato Ben e gli avevano fasciato quasi completamente la testa. Ma le bende erano completamente macchiate di sangue.
Mentre gli uomini della SEC lo spostavano di lato per far passare la barella Semir tentò nuovamente di raggiungere l’amico, strattonando i due che lo tenevano per le braccia.
“Ben… ti prego resisti… Ben…” urlò nella vana speranza che l’amico lo potesse sentire, ma rimediò solo una  nuova scarica di pugni nello stomaco.
Ansimando non potè fare altro che stare a guardare dalla porta la barella che veniva caricata sull’elicottero che immediatamente decollò.
“Allora traditore… la galera ti aspetta!!!” fece beffardo il capo della SEC spingendo Semir fuori.
Il piccolo turco non aveva più neppure la forza di ribellarsi.
“Aspetti, Gerkan invece deve andare anche lui in ospedale… potrebbe essere sotto l’effetto di qualche droga” si oppose la Kruger.
“Le analisi le possiamo fare in carcere” rispose  l’altro poliziotto
“Ed invece le facciamo in un centro specializzato. Sono prove importanti e non ripetibili. Non vorrà   che si perdano delle prove importanti…” la Kruger sembrava una tigre dagli occhi di fuoco.
Il capo della SEC la guardò con aria di sfida, ma poi cedette.
“Ok,  ma ci va in manette all’ospedale” rispose irato mentre si avviava fuori.
“Commissario la prego io DEVO sapere come sta Ben…” singhiozzò Semir
 “Calmati, ora andiamo allo stesso ospedale… lì sapremo qualcosa”
“Grazie…” riuscì a dire Semir mentre lo ammanettavano e poi lo trascinavano in auto.


 
Semir strofinò il batuffolo di cotone nell’incavo del braccio, dopo che l’infermiera gli aveva prelevato diverse provette di sangue. Quelli della SEC lo avevano ammanettato al lettino su cui era seduto per cui non poteva muoversi e gli sembrava di impazzire a non sapere nulla di quello che stava succedendo.
Finalmente dopo vari minuti vide entrare una giovane poliziotta in camice bianco, evidentemente una della scientifica.
“Buonasera, mi dia le mani per favore…” gli disse  guardando ostinatamente a terra.
Come un automa Semir obbedì e stette buono a guardare come la ragazza gli prelevava materiale sotto le unghie e il sangue secco che aveva sulle mani, per poi metterlo su dei vetrini. Aveva visto fare queste operazioni tante volte ad Hartmut e probabilmente lo stavano facendo anche con Ben.
 Serviva a vedere se c’erano tracce di pelle o altro materiale organico, tracce che si solito restano  sempre sul colpevole nei tentativi di difesa delle vittime.
“Ora si spogli e metta tutti i vestiti in questa busta per favore….” disse ancora la ragazza porgendogli un sacco trasparente per la raccolta delle prove e una tuta con cui cambiarsi.
“Se vuole può anche fare  una rapida doccia” disse infine la ragazza, mentre un altro agente entrava nella stanza e apriva le manette, rimanendo però di guardia, con la mano  vistosamente ferma sulla fondina della pistola.
Semir andò dietro il paravento e si tolse i vestiti, passandoli alla ragazza. Le lacrime gli salirono di nuovo prepotenti mentre vedeva  il sangue di cui erano quasi interamente ricoperti. Il sangue di Ben? No no non poteva essere, non poteva essere stato lui…
Lentamente si avviò nel bagno  attiguo e  aprì la doccia. Si infilò sotto e lasciò che l’acqua calda lavasse via le macchie. Ma l’acqua non poteva portare via l’angoscia e Semir iniziò a piangere disperatamente, come non ricordava di aver mai fatto in vita sua.


 
“Semir…” si sentì chiamare appena uscito dalla doccia. Era la Kruger.
Rapidamente si asciugò e vestì. Quei bastardi gli avevano già dato la tuta che fungeva da divisa del centro di detenzione, con la scritta bella in vista.
“Allora come sta?” chiese non appena vide la Kruger.
“Deve venire con me….” rispose seria la donna
“Commissario no la prego mi dica che non è…” sussurrò terrorizzato Semir
“No no, ma dobbiamo risolvere un problema”
Semir venne di nuovo ammanettato, questa volta dietro la schiena e seguì la Kruger lungo il corridoio, seguito a sua volta dal poliziotto di guardia.
“Dottor Weiss questo è il sig. Gerkan..” disse  Kim non appena raggiunsero il reparto di neurochirurgia.
Semir fece un cenno di saluto al medico, impossibilitato a dargli la mano.
“Sig Gerkan dovrei parlarle un momento, è importante… possiamo sederci un attimo?”
“Gli tolga subito quelle manette…” sibilò Kim al poliziotto, che però rimase immobile a guardare il suo capo che aspettava poggiato al muro.
“Ho detto gli tolga le manette… me ne assumo io la responsabilità!!” sibilò di nuovo il Commissario furibondo.
Dopo un cenno di assenso del capo, il poliziotto sciolse i polsi di Semir che si sedette con il medico e Kim sulle sedie nel corridoio.
“Sig Gerkan lei è a conoscenza del fatto che il sig. Jager l’ha nominata suo tutore nel caso in cui lui o i suoi familiari fossero impossibilitati a prendere urgenti decisioni mediche?” chiese  il medico.
Semir annuì, era una prassi comune fra i compagni di pattuglia, anche lui aveva fatto lo stesso con Ben.
“Bene, il padre  e la sorella del sig. Jager stanno arrivando da New York, attualmente sono in volo, quindi non possiamo contattarli neppure via telefono e bisogna prendere una decisione urgente…”
 Semir iniziò ad ansimare.
“Attualmente il suo collega ha una massiva emorragia celebrale, dobbiamo operare e fermarla subito se vogliamo assicurargli qualche possibilità di sopravvivenza” disse serio il medico guardando la cartella clinica.
“Bene… allora operate…” sussurrò Semir
“Non è così semplice sig. Gerkan, altrimenti non sarebbe necessario il suo consenso. Il problema è che il sig. Jager ha riportato anche altre lesioni, molto serie, fra cui una contusione polmonare; attualmente il polmone sinistro è collassato, non funziona più in altre parole”
Semir era sempre più pallido ed ansimante.
“In altre condizioni avremmo aspettato che si stabilizzasse prima  di operare. Ma per come è la situazione se aspettiamo le possibilità di sopravvivenza futura si riducono drasticamente. Ma purtroppo devo anche dirle che in queste condizioni difficilmente il sig. Jager supererà l’intervento…”
Semir ascoltava tutto imbambolato. Aveva la gola secca e sentiva la testa girargli vorticosamente.
Rimase così immobile a fissare il medico fino a che questi non lo richiamò alla realtà “Sig Gerkan… ha capito?” chiese.
Semir si risvegliò dal suo torpore “Quante sono le possibilità che ce la faccia se non operate subito?” chiese con un filo di voce.
“Poche, ma  ancor meno sono le possibilità che non riporti danni permanenti. Già operando subito e ammesso che sopravviva all’intervento non sappiamo cosa succederà… potrebbe restare in coma, o avere problemi di deambulazione… “ rispose il medico
“Le lascio qualche minuto per pensarci….” disse poi mentre si alzava per andare al banco della astanteria.
Semir guardò con gli occhi pieni di lacrime Kim.
“Come faccio a decidere? Perché io? Non è proprio possibile raggiungere Konrad o Julia?” chiese disperato
Il commissario scosse la testa attonita; si vedeva che era anche lei sconvolta.

“Sinceramente le ripeto che mi sembra una assurdità questa!! L’assassino che decide del destino della sua vittima…” il capo della SEC si avvicinò al medico, che aveva  di nuovo raggiunto Semir
“Senta… tenente Koln… giusto? Le ho già spiegato che il sig. Gerkan risulta il tutore del paziente. Allo stato non è accusato ufficialmente di nulla. E fino a che un parente o un giudice non dice il contrario spetta a lui decidere…”
“Se non è ancora ufficialmente accusato del tentato omicidio è solo perché non abbiamo ancora raggiunto il giudice per l’emissione del decreto di fermo!!!”
“Bene, comunque sia allo stato questa è la situazione e io ho bisogno di una decisione immediata” sibilò il medico sempre più infastidito

“Che faccio??” chiese sempre più disperato Semir verso la Kruger
“Non lo so Semir, forse bisogna solo pensare a cosa vorrebbe fare Ben…” disse con un filo di voce Kim.
Semir rimase immobile a guardare il medico che gli porgeva i fogli per l‘autorizzazione all’intervento. Cosa vorrebbe Ben? Ben vorrebbe vivere, si disse, e soprattutto vorrebbe vivere bene, non come un vegetale o su di una sedia a rotelle.
“Ok dove devo firmare?”
Con mano tremante mise la sua sigla sulla cartellina che il medico gli porgeva, mentre una lacrima involontariamente bagnava i fogli.


Rieccomi a tormentarvi... come sempre sono graditissime le recensioni...negative, positive neutre.
Grazie ancora per le molte  letture del primo capitolo... sono lusingata ;)

 
  
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