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Autore: Maty66    16/02/2014    2 recensioni
Cosa succede se, all'improvviso, tutta la tua vita diventa un incubo da cui non riesci a svegliarti?
Cosa puoi fare se tutti sembrano credere che tu abbia fatto l'unica cosa per te inconcepibile?
Semir si troverà ad affrontare la prova forse più difficile della sua vita... ha davvero tentato di uccidere il suo migliore amico?
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rieccomi a tormentarvi con le mie storie… non è finita ancora l’ultima che già ve ne propino un’altra…
Se organizzate una petizione per cacciarmi da questo sito non posso darvi torto.
Questa non è una storia della serie “Ben e Laura”.
Ben è infatti single ( e lo resterà per tutta la storia, sempre che resti vivo).
E’ in effetti una storia un po’ cupa, basata molto sui sentimenti (di Semir soprattutto). 
L’ho pensata così e spero vi piaccia comunque.

PS non vi preoccupate, per i fans di Ben e Laura entro la settimana "il sentiero nella sabbia" sarà completata (finalmente);  poi c’è un’ultima storia in programma a coronamento della serie.

 
 
Prologo

Semir sentiva come se tutto il mondo fosse immerso in un immenso acquario.
Vedeva ciò che lo circondava  come avvolto in una nebbiolina acquosa, in cui le  cose oscillavano ed andavano e venivano, si avvicinavano e si allontanavano, roteando vorticosamente.
Luci abbaglianti ondeggiavano davanti a lui,  vedeva  figure muoversi ed udiva  voci lontane che urlavano, una specie di eco.
“Ma sono persone?” si chiese mentre barcollando cercava di andare avanti, verso di loro, ma urtava continuamente contro qualcosa che gli sembrava un muro.
“Butta quella sbarra a  terra!!” ordinò una voce, ma lui la sentiva appena, lontana e confusa.
“Buttala a terra ed allontanati da lui” fece ancora la voce, stavolta più vicina e più forte.
Istintivamente Semir aprì la mano destra e sentì un fioco rumore metallico, come di  qualcosa che cadeva in terra.
“Mani  sulla testa e in ginocchio ”  urlò ancora la voce, ma Semir non capiva cosa volesse… chi era, cosa doveva fare?
Poi si sentì improvvisamente afferrare da mani forti e buttare in terra a pancia in giù;  mani violente lo  spinsero con la guancia a terra.
Finalmente la vista iniziò a schiarirsi… e quello che vide lo gettò nell’incubo.
“NOOOOO”  Semir urlò con quanto fiato aveva in corpo, ma l’urlo gli uscì strozzato.
Accanto a  lui, in un lago di sangue, il viso ridotto ad una maschera irriconoscibile, immobile, c’era il corpo del suo migliore amico.
 
“LASCIATEMI, DEVO ANDARE DA LUI!!” Semir continuava ad urlare e a dimenarsi, ma mani ferree lo tenevano bloccato a terra.
Ora la vista di Ben gli era stata oscurata  da un gruppetto di gente che lo aveva circondato.
Solo allora Semir si rese conto che erano tutti in divisa: erano poliziotti.
Il terrore iniziò a farsi strada in lui, ma riprese ad urlare “Vi prego lasciatemi, fatemi andare da lui… Ben… Ben” provò a chiamare già sapendo che non avrebbe avuto risposta.
 “Stai zitto stronzo!!!” gli disse uno degli uomini, chinandosi fino ad entrare nel suo campo visivo.
Dai gradi  e dalla uniforme Semir capì che era uno della SEC, il capo delle operazioni probabilmente,  anche se non lo conosceva.
“Ti prego, ti prego è il mio partner, fammi andare da lui…” provò a supplicare Semir.
“Certo non ti dò l’occasione di finire il lavoro” gli rispose   irato di rimando  il poliziotto alzandosi.
Cosa voleva dire quello?? Semir iniziò a sudare freddo… no, non potevano davvero credere una cosa del genere.
“Allora dove cazzo è questa ambulanza?  Non resterà vivo per molto se non arriva entro pochi minuti”  chiese concitato uno degli uomini che era chino su Ben.
“Ora mi sveglio  e mi accorgo che è  un incubo, deve essere un incubo” pensò freneticamente Semir mentre cercava di capire almeno dove si trovava.
Un magazzino, ma Semir non ricordava come ci era arrivato.
Finalmente fece irruzione nel locale un gruppo di paramedici con  grossi borsoni ed una barella..
Semir cercava disperatamente di vedere cosa stesse succedendo, ma la vista di Ben gli era completamente impedita.
“Ben… mi senti? Sono qui…. resisti  andrà tutto bene” urlò nel disperato tentativo di incoraggiarlo anche da lontano.
“Ti ho detto di stare zitto stronzo, certo che hai una bella faccia tosta…” fece ancora il capo della SEC tirandolo in piedi in malo modo.
“Ehi!! non c’è bisogno di usare questi modi” Semir sentì la voce della Kruger e mai come  allora provò sollievo nell’udirla.
“O mio Dio…” mormorò inorridita Kim nel vedere  Ben a terra.
Poi si voltò verso Semir, che era tenuto fermo da due agenti.
“Semir ma che è successo???” chiese con gli occhi sbarrati.
“Non lo so commissario lo giuro, non lo so, non mi ricordo nulla, ma vi prego fatemi andare da  Ben, sta male, devo stare con lui…”
Semir ormai era praticamente in lacrime.
Ma lo sguardo atterrito della Kruger su di lui gli gelò il cuore.
Semir abbassò  gli occhi e solo allora se ne accorse.
Aveva tutti gli abiti e le mani coperte di sangue.
Il sangue di Ben.
 
  
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