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Autore: MIKYma    21/06/2008    0 recensioni
Lei lo verca, lo desidera lo brama...ma chi è lui? cos'è?...Hel
Genere: Dark, Drammatico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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storia

Capitolo 2_Set_

Quell’attesa le contorceva i muscoli dello stomaco come poche altre volte. Stranamente si accorse di come quella sensazione sembrasse simile alla paura delle interrogazioni, quella che l’aveva sempre accompagnata nella sua vita scolastica.

La cosa era così assurda che non riuscì a mantenere un’espressione spaventata davanti a quell’affare nero puntato su di lei.

"Che ridi?!".

La voce di quell’uomo la fece sobbalzare e abbassare velocemente gli occhi.

Come le era venuto in mente di fare una cosa del genere? Di pensare alla morte così, come una scemenza da quattro soldi?. Se fosse rimasta viva non ci avrebbe più pensato. Se fosse rimasta viva lei avrebbe...ma che stava pensando? Lei non sarebbe rimasta viva!. Quell’uomo avrebbe premuto il grilletto e lei sarebbe sparita dalla faccia della terra.

"Un’ultima cosa".

Chiese con lo sguardo puntato sul selciato, inginocchiata davanti al suo assassino.

L’uomo strinse l’impugnatura della pistola e sospirò.

"Bada bene che sia una! Non voglio più perdere tempo con te".

Sei tu che non premi il grilletto, scemo!.

"Volevo chiedere...Ari e Glorya sono ancora vive?".

L’uomo si voltò velocemente e fissò i suoi uomini.

"Loro dicono di no...certo che non sono vive! Tua sorella maggiore è stata picchiata a morte, mentre l’altra ha una pallottola conficcata in testa...come se questo non fosse abbastanza per ucciderle!".

Tini sentì distintamente una risata dietro l’uomo e Tini non poté che abbandonarsi a quel destino.

"Beh...almeno so che le raggiungerò presto. Neppure il tempo per soffrire per loro".

L’uomo non capì quelle poche parole e quando, tremante, la ragazza prese con le sue mani la canna della pistola e se l’appoggiò alla fronte, la guardò incredulo.

"Che cazzo fai?!".

"Mi deve sparare, no? Si muova!".

L’uomo vestito di nero soffiò l’aria tra i denti serrati e lasciò andare la sicura.

"Meno male che hai capito! Finalmente una vittima che collabora!".

Tini lasciò andare la canna e quella non si allontanò dalla sua fronte. Era arrivata sicuramente la sua ora, anche se non capiva perché. Di sicuro, lo sentiva a pelle, era qualcosa collegato alla mamma e papà...ma era troppo tardi per capire.

"Proprio vero...è proprio vero che la morte arriva quando meno te lo aspetti".

Chiuse gli occhi e attese il suo destino.

Sentì uno sparo.

Aveva caldo all’improvviso, ma le sembrava che il suo corpo fosse ancora integro.

Che non avesse sofferto? Che i morti sentissero solo i colpi, ma non sulla loro pelle, niente di fisico?.

Strano, veramente strano.

Avrebbe dovuto riaprire gli occhi per vedere dove si trovasse?. Forse sarebbe stato meglio.

Cercò di aprirli, ma si fermò.

Ancora spari!...e delle urla?.

Ma che cosa stava succedendo?. Era DAVVERO meglio aprire gli occhi!.

Il bagliore inaspettato del riverbero della luce sul selciato bianco le colpì gli occhi senza preavviso. Non se la ricordava come una giornata così splendida.

O che fosse il paradiso?.

Voltò gli occhi accanto a se, sentiva la mano pesante, come e ci fosse qualcosa sopra e non riusciva a muoverla.

"Cos’è?".

Bene, riusciva anche a parlare. Ora doveva soltanto vedere se sarebbe stata capace di reggersi in piedi.

Voltò lo sguardo sulla sua mano e il fiato si mozzò. Era sicura che se quello era il paradiso l’uomo in nero non avrebbe dovuto esserci...ne tanto mano quelle altre persone dietro di lui.

Erano a terra, come addormentati, ma un liquido rossastro usciva da sotto il loro corpo. Solo l’uomo in nero sembrava essere stato colpito ad una tempia.

Tini tolse la mano da sotto quel corpo ancora caldo, da dove la vita stava uscendo velocemente.

Cos’era successo? Perché erano tutti morti?...chi era stato a fare ciò?!.

Si trovava decisamente più tranquilla, ma pensandoci si rese conto delle facilità di uccidere quella gente da parte di questa persona anonima...e si chiese che pericolo fosse per lei.

"C-che...c-cazzo...hai fatto...? T-ti pare...una cosa...s-sensata?!".

Tini si voltò. Quell’uomo, quello vestito di nero, osservava il vuoto con occhi vitrei, eppure riusciva ancora a parlare. Si stava spegnendo e la rabbia era il suo ultimo sentimento.

"Ah ah...spiritoso...mi chiedi che cazzo faccio? Da quando ti chiedi queste cose? Sarà la vicinanza alla morte che ti spinge a fare ciò, Shark?".

Tini sobbalzò e si voltò dalla parte opposta, verso la stradina che aveva fatto per giungere a casa. C’era qualcuno, una voce familiare.

Set.

La ragazza lo guardò in un primo tempo sorpresa e poi passò ad osservare il suo modo di vestire...e ciò che teneva in mano.

Aveva una camicia bianca molto leggera, sbottonata all’inizio e alla fine, insomma solo due erano i bottoni allacciati, e pantaloni di un verde militare, simili a dei jeans, rattoppati più volte sulle ginocchia, slabbrati sugli orli; scarponi scuri, quasi da militare, ma simili a qualsiasi scarpa da ragazzo, le stringhe corte ed infilati dentro senza allacciatura.

Si avvicinava tranquillo, il sorriso sulle labbra, e in mano un’arma, una pistola poco più piccola di quella dell’uomo in nero da cui usciva a sbuffi del fumo grigiastro.

Tini lo osservò e senza quasi accorgersene si mosse verso di lui, alzandosi in piedi.

"Set?!".

Disse, la voce roca e spezzata dalle improvvise lacrime.

Il ragazzo la guardò, spostando per un solo istante gli occhi glaciali da quell’uomo, e aprendo un bellissimo sorriso su Tini.

"Stai tranquilla...è tutto finito".

La voce calda e rassicurante era assai differente da quella usata prima con quell’uomo, espressioni rozze e aspre.

Tini non capiva, ma era certa di essere al sicuro, se era stato Set a salvarla era tutta un’altra cosa. Attese che Set giungesse a fianco e lei e le sorridesse un’altra volta: oramai il suo cuore si era totalmente calmato.

Set si fermò, le gambe larghe davanti al corpo oramai quasi senza vita del nemico.

"Un pezzo di merda...non aspetta neppure le persone per compiere i propri compiti! E io che dovevo far parte della sua squadra".

Tini raggelò. Che aveva detto?!.

Set, accortosi che le sue parole avevano colto di sorpresa la ragazza, cercò di rimangiarsi le affermazioni.

"No...Tini, non capire male...io dovevo essere dei loro, ma poi me ne sono andato...ma ciò è successo anni fa! Tini? Tini mi stai ascoltando? Ehi?!".

La ragazza lo fissava senza fiatare.

Stava cominciando DAVVERO a non capire.

Il ragazzo cercò di calmarla, ma la ragazza, che già piangeva, sembrava non voler sentir ragioni.

"C-cosa sta succedendo qui?!...i-io cosa centro?..." fissò negli occhi Set, confusa e spaventata "...e-e...e tu...perchè vuoi uccidermi?!".

La ragazza si spostò verso il muro e lì cadde a terra, raggomitolandosi su se stessa.

"Tini..." cercò di chiamarla Set dispiaciuto e stranito.

"Eh...davvero pensavi che una ragazza del genere potesse avere una mente stabile?! Sciocco! Dovevi ucciderla! Uccidila ora!...non ti ricordi? Questo era il compito assegnato e TU l’hai fatto miseramente fallire!".

"Taci Shark" la voce di Set si era fatta un’altra volta glaciale, gli occhi puntati, come la pistola, sull’uomo in nero."Cosa ne vuoi capire, tu? Sempre dietro a quelli sciocchi!...oramai ho chiuso con voi, quindi non darmi degli ordini"

L’uomo rise, aveva ancora fiato per farlo?.

"Credi davvero che loro la lasceranno stare? Credi davvero che anche se ci sarai tu quelli non manderanno qualcuno ad ucciderla?" abbassò il tono quasi per sembrare più minaccioso "Perché tu sai che lei ha visto cose c-".

"Taci dannazione!" urlò il ragazzo sparando un colpo in aria. Subito guardò Tini, sembrava non essersi mossa.

"Inutile, Set...sai bene cosa succederà...a lei...e...ora...anche...a te che...la dif-".

Non concluse la frase che i suoi occhi vitrei persero del tutto vita e la sua mascella si bloccò in un’orribile smorfia lasciandolo cadere nel sonno eterno.

Tini non ricordava esattamente cosa fosse successo dopo.

Ricordava solo che Set l’aveva presa fra te le sue braccia robuste, l’aveva sollevata da terra e l’aveva portata dentro casa.

Non aveva osato guardare, nemmeno per un secondo, quando il ragazzo era passato sopra il cadavere della sorella.

Quella casa troppo silenziosa per i suoi gusti aveva cominciato a riempirsi di aria calda.

Le sembrava di soffocare, la testa le girava seppur fosse sdraiata sul suo letto.

"D-devo...d-devo" andarmene!.

Cercò di alzarsi, ma una mano calda appoggiata sulla sua pancia la fece ricadere sul cuscino.

Aprì gli occhi e vide Set, sul volto un’espressione dispiaciuta.

"Tini, stai giù...sei confusa e non puoi muoverti. Hai subito un grave shock...".

La ragazza scosse la testa e si rimise a piangere.

"N-no! D-devo andarmene! Se no...se no...".

Si muoveva agitata, gli occhi persi nel vuoto.

Set si avvicinò a lei per sentire cosa diceva in quello stato confuso.

"Se no cosa, Tini?".

La ragazza ad un tratto si fermò e spostò lentamente gli occhi sui suoi, si incrociarono per qualche istante e Set rabbrividì: un terrore che non aveva mai visto.

"Se no tu mi ucciderai".

Set si irrigidì, serrò la mascella per evitare di dire qualsiasi cosa, ma la rabbia continuava a salire. Chiuse gli occhi per evitare quel tormento alla dolce ragazza seduta vicino a lui.

Si allontanò e si sedette su una sedia, la testa appoggiata sulle sue mani.

"C-come puoi credere...a ciò che ha detto quello?".

Tini non rispose subito, gli occhi ancora una volta persi verso il soffitto.

"Tu hai una pistola...tu li hai uccisi...tu li conoscevi...tu di certo mi vuoi uccidere!".

Set sbatte volontariamente la testa contro la scrivania di fianco al letto.

"Dio, Tini! non ti è passato per la testa che forse sono venuto, gli ho sparato e ti ho portato in casa per PROTEGGERTI?!".

Proteggermi? Da cosa? Non capisco più nulla! fino a qualche ora prima era tutto tranquillo, tutto estremamente tranquillo! E ora sono qui, con Set, che non sembra neppure più la persona di prima...scampata miracolosamente da una sparatoria!...

"Se non vuoi uccidermi...allora spiegami almeno perché".

"Il perché di cosa?" la voce di Set arrivava stanca e bassa.

"Perché è successo ciò".

Qualche minuto di silenzio. Tini non forse le parole di Set, forse la verità non le interessava tanto, ma quando il giovane si mise a parlare le sue orecchie non attendevano altro.

"Tu non ricordi nulla della morte dei tuoi, vero?".

Tini scosse la testa. Non voleva minimamente fare congetture e lo lasciò andare avanti.

"E neppure cosa facessero di mestiere?".

"Operaio e postina".

Set rise per qualche secondo e poi scosse la testa.

"Già...alcuni di noi si inventano passatempi davvero divertenti...peccato che poi non spieghino molto il perché di tanti soldi".

Rise ancora, ma poi smise subito accorgendosi del fastidio di Tini.

"Come dicevo...non ricordi ne come i tuoi sono morti, né che lavoro facessero i tuoi...perchè l’operaio e la postina di certo non lo facevano, Tini. I tuoi erano dei sicari".

Set guardò l’effetto di quella parola sul volto di Tini: come sospettava non aveva capito.

"I tuoi genitori non erano sicari qualsiasi, non erano persone che uccidevano una volta o due all’anno per conto di un ricco boss o roba varia. I tuoi facevano parte di un organizzazione particolare...quella di cui facevo parte anche io tempo fa".

Tini sorrise leggermente.

"Tempo fa...sembra quasi che tu abbia secoli!".

Set si spostò il ciuffo di capelli rossi dal viso e sorrise anche lui.

"No, semplicemente faccio questo lavoro da quando sono nato, quasi. Ho vissuto per strada, abbandonato e solo come un cane, e all’età di cinque anni mi hanno preso dentro l’organizzazione...questa è la mia storia".

Il ragazzo si alzò dalla sedia e fece il giro del letto posizionandosi alla sua testata.

"Ma non volevi sapere qualcosa sui tuoi? La mia storia non vale nulla in confronto a quella dei tuoi genitori: erano sicari davvero ottimi, molto bravi...finché non si sposarono ed ebbero tua sorella maggiore".

Tini annuì anche se non c’era nulla a cui annuire. Il ricordo della sorella le annebbiò la vista.

"Non piangere...".

Set parlava quasi implorandola, si vedeva quanto anche lui soffriva nel raccontare tutto quello, quanto la sua voce uscisse tremante e confusa.

Tini si asciugò gli occhi.

"Parlami dei miei genitori" ora si che era sicura...voleva sapere tutta la verità.

"Quando tua madre ebbe Glorya la situazione all’interno dell’organizzazione cominciò a peggiorare. I due più grandi sicari si erano innamorati e si erano sposati...insomma, non era una buona pubblicità per il capo" alzò gli occhi verso Tini, sembrava volesse dire qualcosa, qualcosa in più rispetto a quello...ma tacque.

"Per i primi anni andò tutto bene, nacque anche Ari e sembrava davvero tranquillo, anche se nei corridoi girava già qualche voce...ma quando giunsi io nell’organizzazione, tutto era nel caos più totale".

Tini cercò di alzarsi dal letto e rimase a metà tra lo sdraiata e il seduta.

"Ricordo ancora quando sono arrivato davanti all’ufficio del capo e da lì stava uscendo tuo padre. Urlava qualcosa, non ricordo cosa, ma mi rimase in mente la sua faccia nel vedermi. Come preso da uno scatto mi prese in braccio e mi portò con se dentro l’ufficio. queste furono le sue parole. Il capo gli sorrise in faccia, un sorriso malevolo, maligno e annuì accendendosi un sigaro".

Set sorrise scuotendo la testa.

"Avresti dovuto vedere tuo padre...come una belva tirò fuori la sua pistola...ero spaventato a morte e...l’appoggiò la tavolo verso di se. ".

Tini sembrava stupita, non aveva mai visto suo padre con questo aspetto. I suoi genitori tornavano a casa alla sera tardi e come al solito non si lasciavano andare in confidenze o sorrisi. Si mangiava in silenzio senza nessun vociare e ognuno, finito di mangiare, saliva in camere propria per la notte.

Era quasi gelosa di Set. Aveva potuto vedere un lato dei suoi genitori che per lei era sconosciuto.

"Sono stato personalmente addestrato da tuo padre" disse andando avanti e cercando di lasciare poco spazio alle riflessioni e ai pianti della ragazza. "è stato favoloso...uno spasso totale! Tuo padre era davvero un genio con le armi...ovviamente tua madre non era da meno, però lei era più brava con le bombe e le mine...sinceramente un accoppiata vincente!".

A quel pensiero trattenne un sorriso.

"E alla fine dovettero ricominciare a lavorare per il capo e io a volte ho potuto vedere ciò che facevano: avevano perso vitalità e voglia di uccidere...e piano piano sono decaduti e caduti in un baratro senza fine..." alzò gli occhi verso Tini.

Lo stava fissando con il fiato sospeso, gli occhi sbarrati e la coperta stretta fra le mani.

Set si morse il labbro inferiore senza sapere bene se dirle ciò che gli passava in mente o no, poi la riguardò: doveva farlo.

"Non si trattava di un baratro fisico e che si presentò a mano a mano che lavoravano...non erano piccole informazioni dategli da qualcuno che componendole andavano a formare il grande segreto che avevano da rivelare sin dall’inizio della loro carriera, o almeno dalla carriera di tuo padre...fu in un sol giorno che scoprirono-".

Bang!

Un colpo di pistola spaccò un vetro dietro Set che riuscì a salvarsi per miracolo.

Un colpo unico, che sicuramente sarebbe andato a segno se solo Set non fosse stato così veloce.

"SET!" urlò Tini perdendo in seguito la voce: la pallottola si era conficcata a qualche centimetro dal letto, lasciandola immobile e spaventata.

"Bastardo fino in fondo! SE SOLO TI BECCO TI AMMAZZO, HAI CAPITO?!".

Tini osservò il ragazzo che era andato alla finestra, strillava contro qualcuno che neppure lui vedeva e velocemente, dopo avergli urlato dietro delle imprecazioni, si nascose lontano dalle finestre.

"Ma guarda te...non lo credevo un essere così infimo...persino sparami alle spalle...".

Tini osservò Set con gli occhi sgranati senza avere il coraggio di fissare fuori.

"D-di chi stai parlando, Set?".

Il ragazzo la guardò per un attimo senza sapere cosa dire...poi mise il broncio.

"Nulla...sto parlando di un rompiballe assurdo".

Tini chiuse la bocca senza sapere cosa dire...e cosa pensare.

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Note dell'autrice

altro capitolo finito...

Gothic_92, l'ho gia scritto, ma mi ripeto...che geni hai come amici?...no, perchè per assomigliare a Tini...va beh, evito l'argomento... devo dire che qualcosina nello scrivere è cambiato e poi mi trovo abbasta a mio agio con questi personaggi...sono abbastanza familiari visto che ci lavoro oramai da....(aspetta che conto...)...un anno! beh, con Set forse no, ma con Tini...uff...troppo tempo!.... ...ovviamente non per questa storia... ...eh eh... ...basta, basta...prima che mi gaso e poi non riesco più a scrivere!!!!!!.... ....bye bye! (p.s. ho come l'impressione che tu sappia il francese...sbaglio?)

  
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