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Autore: chibimayu    21/06/2008    8 recensioni
Come vi sentireste se foste costrette ad accettare la protezione di qualcuno?e se questo qualcuno fa di nome Sousuke Sagara, di professione poliziotto?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ok, vedo che quando si alza un po’ la voce, i risultati si ottengono -__-

Ne sono contenta, comunque spero che anche se non lo faccio presente, la regola valga comunque. Questo probabilmente è l’ultimo capitolo che potrete leggere per un po’ dato che mercoledì cambio casa e non so se riuscirò a farmi mettere internet (possibilmente con l’adsl). Sperando che la rete wireless raggiunga anche quel paesino in cui incontrerò Heidi (non esagerare, cara Nd Itachi), vi auguro buona lettura.

NOTA LEGALE: i personaggi di FMP non mi appartengono

 

Capitolo 12

La festa di compleanno

 

-Vedrai tesoro, sarà una normalissima festa di compleanno senza troppe pretese… non come una di quelle che piacciono a tuo padre!-

-Ma mamma lo sai che non posso tornare a casa altrimenti lui…-

Silenzio da parte di entrambe.

-Non preoccuparti… non ci sarà perché è… via per lavoro. Saremo noi e le mie amiche, ah e ti prego di portare anche il poliziotto, come si chiama?-

-Il signor Sagara?- mormorò arrossendo lievemente

-Lui! ho un desiderio sconfinato di conoscere l’uomo che ha salvato la tua vita, bambina mia!-

-D’accordo mamma, gli chiederò se vuole accompagnarmi…-

-Benissimo, a presto tesoro!-

 

Kaname si sentì improvvisamente mancare la terra sotto i piedi mentre i suoi occhi continuavano a posarsi con insistenza sulla figura di suo padre.

Sua madre le aveva assicurato che lui non ci sarebbe stato e allora perché era presente? perchè?

-Quello sarebbe tuo padre?- chiese non senza timore Sousuke

La ragazza annuì con la testa e si voltò a guardarlo in preda al panico.

-Andiamo via… sarebbe capace di trattenermi con la forza!-

Sousuke non l’aveva mai vista tanto spaventata. Ricambiò il suo sguardo con uno molto più serio e le disse che l’avrebbe protetta .

-In fondo è il mio compito…-

Si voltarono pronti ad andarsene ma furono richiamati da una voce che si alzò sopra il brusio generale.

-Kaname! dove vai?-

La giovane non voleva fermarsi. Non voleva gettarsi di sua iniziativa fra le fauci del lupo ma fu costretta a farlo: Sousuke la stava trattenendo gentilmente per un braccio.

-Ormai ti ha vista… è inutile scappare adesso.-

Lo sguardo di triste rassegnazione che in quel momento era proprio di Kaname impietosì Sousuke.

-Non ti lascerò da sola con tuo padre, non preoccuparti. Finita la festa ce ne andremo. Non permetterò che tu rimanga qui, a meno che non sia tu a volerlo…-

Kaname chiuse gli occhi ne l tentativo di ricomporsi e quando li riaprì sembrarono, al giovane, ancora più belli e splendenti.

-Resta con me…- sussurrò

Il ragazzo sorrise poi esclamò:

-Forza!-

I due si incamminarono in direzione del signor Chidori che non capiva di cosa avessero tanto da parlare sua figlia e quel ragazzo che non aveva mai visto.

-Papà…- disse semplicemente

L’uomo rimase abbagliato dalla bellezza della figlia.

-Santo cielo! sei ancora più bella dell’ultima volta che ti ho vista tesoro!-

Normalmente una ragazza normale sarebbe arrossita di fronte a questo complimento, ma Kaname rimase impassibile. Di ghiaccio.

-Papà vorrei presentarti il signor Sousuke Sagara. Ế lui che mi ha protetta durante la rapina in negozio..-

Il padre rimase piacevolmente sorpreso nel constatare che l’uomo che aveva salvato la vita di sua figlia fosse così… giovane.

-Piacere di conoscerla signor Sagara. Purtroppo non abbiamo avuto modo di incontrarci durante quella terribile situazione ma il suo superiore mi ha raccontato cose strabilianti sul suo conto, quando ho chiesto che lei proteggesse la mia bambina da quel maniaco. Anche se ritornando a casa sono sicuro che Kaname sarebbe al sicuro da qualunque pericolo! comunque, come procedono le indagini?-

-Al momento non ci sono novità purtroppo…- ammise imbarazzato

Il signor Chidori osservò il giovane uomo che si trovava di fronte con sguardo insistente. Come a volerlo studiare in ogni minimo particolare. Inutile dire che Sousuke si sentì parecchio a disagio.

-Papà dov’è la mamma?- chiese Kaname decisa a salvare il suo angelo custode da quello spiacevole incontro

Finalmente l’uomo tolse gli occhi di dosso a Sousuke che si sentì improvvisamente più leggero.

-Nella sua stanza… doveva finire di prepararsi!-

-Bene, allora noi andiamo da lei per portarle il suo regalo. Non mi va che lo apra davanti a tutti questi estranei!-

-Beh il signor Sagara può restare qui a fare un po’ di conversazione con me tesoro e…-

-C’è tutto il tempo della festa a disposizione non preoccuparti!- esclamò con tono irritato e deciso

Senza neanche attendere la risposta del proprio genitore si voltò portando con sé Sousuke, risoluta a non passare un secondo di più in presenza del padre.

-Fiuuuuu… l’aria si stava facendo pesante!- sospirò Sousuke

-Mi dispiace che si sia comportato in maniera così… così da lui! ahhhh!!! ma adesso la mamma mi sentirà, eccome se mi sentirà!- esclamò la ragazza ritrovando improvvisamente le energie

-Non so perché ma sento che sta per arrivare un uragano!- disse con espressione sorridente-disperata

Nel frattempo al piano inferiore il padre di Kaname guardava nervosamente l’orologio. Se non si fossero dati una mossa tutti i suoi progetti sarebbero andati in fumo.

-Ma è così difficile per loro arrivare puntuali?!-

Qualche minuto dopo arrivò al suo fianco un cameriere che gli riferì che i suoi ospiti più importanti erano arrivati.

-Bene, portali da me…- esclamò con un gran sorriso

 

-Mamma voglio una spiegazione!!-

Kaname se ne stava in piedi torreggiando la figura della madre che se ne stava seduta davanti alla sua zona toeletta e che, a confronto con la figlia, sembrava molto più piccola. Sousuke se ne stava in disparte ad osservare la scena.

-Bambina mia…- iniziò la donna –Mi dispiace di averti ingannato, ma è stato tuo padre a costringermi!-

La ragazza lasciò cadere le braccia, che fino a quel momento teneva incrociate, lungo i fianchi.

-Lo sapevo!!-

La madre la guardò con aria dispiaciuta.

-Se non ti avessi convinta io a venire qui stasera… avrebbe mandato qualcuno a prenderti e tu sai che le sue maniere non sono molto appropriate in quel caso…-

-Si lo so!- esclamò con tono deciso

-Sei ancora arrabbiata con me?- chiese

Kaname sospirò, guardò la madre e il suo volto si addolcì.

-No… vorrei solo che qualche volta riuscissi a dire di no a papà!-

-Scusate…- si intromise Sousuke avvicinandosi alle due donne –Credo che abbiate molte cose di cui parlare e non è il caso che io stia ad ascoltarvi. Ti aspetto giù Kaname, signora Chidori è stato un piacere conoscerla!- disse facendo il baciamano alla donna che sorrise

Quando Sousuke fu uscito dalla camera della madre di Kaname, questa fece una confidenza alla figlia.

-Il signor Sagara sembra un uomo molto gentile…-

-Si infatti!- esclamò senza staccare gli occhi dalla porta chiusa

-Ed è anche molto affascinate!- aggiunse con tono velatamente malizioso

-Infatti… eh?che hai detto??!- disse rossa in viso

La donna scoppiò a ridere per l’espressione della sua bambina che conosceva molto bene.

-Tesoro si vede lontano un miglio che ti piace! per caso è single?-

Kaname, completamente paonazza, annuì nascondendo il viso. A lei piaceva Sousuke?

No, impossibile!!

 

Quando il padre di Kaname vide arrivare Sousuke, gli rivolse un grande sorriso e gli fece ceno di avvicinarsi. Il ragazzo, anche se leggermente intimorito, obbedì.

-Signor Sagara! venga voglio presentarle una persona..-

Al giovane per poco non venne un colpo quando vide che la persona altro non era che il capo della prefettura di Tokyo.

-Sig.Nishita le presento Sousuke Sagara: l’uomo che ha salvato la vita di mia figlia!-

-Ế-è un piacere conoscerla signor Prefetto!- esclamò con voce tesa

L’uomo lo guardò bene e si toccò il mento come intento a ricordare qualcosa.

-Sagara… si mi ricordo di te!sei il figlio minore di Keisuke Sagara il famoso avvocato!-

-Esatto!- esclamò rigido come un pezzo di legno

-Ah bene, bene. Conosco il tuo onorato padre da molto tempo, ma non avevo ancora avuto l’occasione di conoscere uno dei suoi figli! portagli i miei saluti quando lo vedi!-

-Lo farò senz’altro signor Prefetto!- si inchinò

Il padre di Kaname si intromise.

-Bene, adesso se ci vuole scusare sig. Nishita..-

-Vada pure..-

I due uomini si allontanarono e si diressero in un luogo più tranquillo dove il rumore della musica non impediva la conversazione.

-Signor Sagara lei per caso sa dov’è mia figlia?-

-Ế al piano di sopra con sua moglie, ma scenderà tra poco…-

-Mia moglie è con lei?-

Il giovane annuì.

-Allora è probabile che non le vedremo fino a domattina!- esclamò ridendo scherzosamente e guardando il suo antico orologio da taschino

Anche a Sousuke venne da ridere.

-Forse ha ragione…- rispose ridacchiando e bloccandosi improvvisamente

-Che succede?-

Il ragazzo era rimasto completamente rapito da ciò che gli si era presentato davanti agli occhi. Improvvisamente tra la folla fecero capolino le figure di due donne che parlavano tra di loro. Si vedeva lontano un miglio che erano madre e figlia ma ciò che sconcertava era la bellezza di quest’ultima.

-Kaname..-

Come è possibile che una persona appaia ancora più bella dell’ultima che si è vista? forse i suoi occhi lo stavano ingannando forse stava cominciando a perdere l’uso della ragione. O forse no.

-Eccole finalmente!-

Sousuke neanche sentì le parole dell’uomo al suo fianco, tanto era incantato vedendola avanzare nel suo magnifico abito che ne metteva in risalto la femminilità.

-Signor Sagara è ancora qui con noi?

Non più…pensò ancora imbambolato

Quando Kaname gli giunse davanti lui poté sentire il suo profumo fresco e pulito circondarlo come in un abbraccio.

-Che succede? perchè mi guardi così?- chiese lei sorridendo

-Scusa… è che sei bellissima!-

La ragazza arrossendo furiosamente disse che le sembrava strano che glielo dicesse soltanto adesso, dato che l’aveva già vista con quell’abito. Sussurrando che per lui era come se la vedesse per la prima volta, si chinò leggermente e le fece il baciamano, indugiando qualche istante di più sulla mano della giovane. Si inchinò rispettosamente davanti ai genitori di lei per poi offrirle il braccio. Sorridendo, Kaname accettò e si diressero alla terrazza.

-I miei complimenti Akira: tua figlia è veramente splendida. Se solo avessi avuto un figlio maschio!- sospirò un amico del padre di Kaname avvicinatosi a lui

-Ah si? beh sarebbe stato inutile in ogni caso: ho già in mente dei progetti per lei!-

La moglie guardò l’uomo con sguardo di totale disapprovazione ma lui fece finta di non vedere.

Intanto sulla terrazza Sousuke e Kaname stavano in silenzio ad osservare le stelle. Anche se, in verità, solo Kaname stava ammirando il cielo, poiché il ragazzo, senza farsi vedere, non aveva masi smesso di osservare lei. All’improvviso la vide rabbrividire.

-Hai freddo?-

Kaname si voltò verso di lui.

-No, sto benissimo!-

-Ma stai continuando a rabbrividire…- con gesto da vero gentiluomo si tolse la giacca e gliela adagiò sulle spalle.

-Grazie!- sussurrò imbarazzata

Sousuke continuò a fissarla estasiato.

-Sei bellissima…- mormorò rapito

Lentamente le guance di Kaname assunsero un colorito rossastro e non sapendo cosa rispondere, tornò a guardare il cielo e si strinse di più nella giacca.

Sentì il proprio cuore battere ad un ritmo forsennato, a cui non era preparata.

-Il pudore è una delle cose che più apprezzo in te..-

-Smettila…- mormorò ancora più in imbarazzo chiudendo gli occhi

Quando si sentì sfiorare la guancia sinistra li riaprì di scatto e, voltandosi, vide Sousuke accarezzarla come in trance.

-Che-che stai facendo?- chiese trattenendo il respiro

-Ti sto toccando.-

-Questo posso vederlo da sola, ma perché lo stai facendo?-

-Non lo so-

Kaname tentò di sdrammatizzare.

-Hai bevuto?- cercò di cambiare argomento

-No, sono sobrio.-

Troppo imbarazzata per l’atmosfera che si stava creando volse lo sguardo altrove.

-Forse, forse è meglio se torniamo dentro!-

-Se vuoi farlo…- smise di toccarla

Nel momento in cui lo vide allontanarsi da lei si sentì strana.

-Aspetta!-

Lo fermò e gli si parò davanti.

Si fissarono intensamente negli occhi l’un l’altra per un eternità poi lo squillo del cellulare del ragazzo li riportò bruscamente alla realtà. Entrambi decisero che fu un bene che le cose fossero andate così. Sousuke poggiò una mano sulla vita della ragazza e prese il cellulare dalla tasca della giacca.

-Dimmi Melissa..-

Sousuke ascoltò la cugina in silenzio, annuendo con il capo con un espressione seria dipinta in volto.

-Ho capito. Ne riparliamo in ufficio, buonanotte!- esclamò piuttosto freddamente

Rimase a fissare il cellulare per un paio di secondi, poi lo infilò in giacca.

-Ế successo qualcosa?-

-Lavoro. Anche se oggi è domenica per un poliziotto è sempre lunedì!-

Kaname annuì.

-Torniamo dentro?- chiese sospirando

-Si… Kaname?-

La ragazza si fermò e si voltò a guardarlo.

-Che c’è?- chiese vedendo che lui non parlava

-No, niente. Andiamo.-

Kaname si tolse la giacca dalle spalle e gliela porse.

-Grazie.-

La giovane non rispose ed aprì la porta finestra. Come lo fece furono investiti dalle note di un valzer e videro molte coppie che danzavano.

Sousuke, sorridendo maliziosamente, la invitò a ballare e Kaname divertita acconsentì.

-Sai ballare un valzer vero?-

-Sottovaluti le mie superbe doti di ballerino?-

-Non oserei mai!

Il ragazzo allora la condusse al centro della pista, dove poi cominciarono a danzare sotto gli occhi di tutta l’alta società di Tokyo.

 

-Akira, riguardo a quel ragazzo..-

-Ti riferisci al signor Sagara?-

-Lui. Non ti sembra che ci tenga un po’ troppo a tua figlia?-

-Si, è già da un pezzo che ho questa sensazione ma non c’è da preoccuparsi!-

Nel frattempo mentre Kaname volteggiava fra le braccia del suo cavaliere, guardò suo padre che conversava con due uomini con uno sguardo che lei conosceva bene.

Quando gli passò davanti e vide il suo interlocutore si sentì venire meno le forze.

Hyuga Masatami assieme al padre!

Sousuke notò lo sguardo di panico che Kaname gli stava rivolgendo e si affrettò a chiedere spiegazioni.

-Perché sembra che tu abbia appena visto un fantasma?-

-Portami via!- sussurrò tremando

-Che ti succede?- chiese allora preoccupato

-Ế qui!sapevo che avrebbe approfittato dell’occasione per ritornare alla carica!-

-Ma di cosa stai parlando?-

Kaname scandì bene le parole.

-Mio padre mi ha tenuto nascosto di aver invitato i Masatami! padre e figlio!-

-Quel Masatami?-

La giovane annuì e lo prego ancor più intensamente di portarla via da quell’assurda festa. L’uomo annuì e non appena la musica terminò i due si separarono.

-Mi scusi signor Chidori…- esclamò Sousuke arrivando alle spalle di quest’ultimo

-Si?-

-Dobbiamo abbandonare immediatamente la vostra festa. Purtroppo sua figlia si sente poco bene e vuole andarsene!-

L’uomo guardò il ragazzo accigliato.

-Non è necessario: le faccio preparare la sua vecchia camera!-

-Glielo ho detto anche io ma sua figlia è, come dire..-

-Molto testarda! ecco l’aggettivo che più le si addice! bah, e io che speravo di… lasciamo stare!-

Sousuke si inchinò e prima di andarsene gettò un’occhiata al ragazzo che in teoria avrebbe dovuto sposare Kaname. A suo parere sembrava un individuo insignificante e sicuramente era più giovane di lui!

Patetico… pensò aprendo lo sportello alla ragazza

I due entrarono nella vettura che li aveva accompagnati alla festa quando furono seduti l’autista mise in moto e partì.

La conversazione che seguì non fu delle migliori: Kaname continuava a chiedersi cosa avesse fatto di male per meritarsi un padre che non si curava minimamente dei suoi sentimenti, mentre Sousuke cercava di non pensare a quanto stava per succedere in terrazza.

Assorti com’erano nei propri pensieri non si accorsero del tempo che passava e quando se ne accorsero erano già tornati all’appartamento di lui.

Il ragazzo le consegnò le chiavi nel frattempo che lui andava a riprendere Aki dalla signora del piano di sopra, così poteva cambiarsi d’abito.

Kaname entrò in casa e senza accendere la luce si diresse nella sua stanza provvisoria – ormai conosceva bene quell’appartamento – e vi entrò.

Stava per accendere la luce quando improvvisamente due mani sbucarono dal nulla e le tapparono la bocca, impedendole di urlare…

 

   
 
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