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Autore: bluees    22/02/2014    3 recensioni
«Perché piangi?» disse istintivamente Harry, non curante di strane e possibili reazioni da parte della ragazza. Lei lo guardò serrando gli occhi, boccheggiando un po’ d’aria gelata.
«Non sto piangendo. I miei occhi mentono, hanno imparato a mentire, al contrario di molti.» parlò, squarciando quel rigido silenzio che sembrava esser durato una vita.
«Quindi non dovrei fidarmi dei tuoi occhi? Al momento sembra che dicano ‘voglio compagnia’» continuò, Harry, avvicinandosi di poco a quel marciapiede umido e sporco per via dei numerosi graffiti che c’erano dipinti sopra.
«Ti sbagli, infatti stavo proprio andando via». Detto questo si alzò afferrando la sua roba, inserendo tutto in un’enorme borsa prima di girare i tacchi, o meglio, gli anfibi, e camminare verso la strada principale.
«Comunque sono Harry!» urlò, lui, sperando che lei sentisse.
Silenzio, silenzio.
Un silenzio che sembrava interminabile dove Harry non riusciva a distinguere più neppure i battiti del suo cuore, niente, completamente niente.
Neanche il movimento dell’aria… poi un improvviso ed inaspettato urlo in risposta: «Sono Jess, ma non penso che ciò ti possa cambiare la vita, Henry».
«Mi chiamo Harry!» urlò ancora.
«Lo sapevo già, Harry.»
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Skinny

2. Sending



 
Stava ascoltando +, Jess, a ripetizione ormai da qualche ora mentre fra le labbra screpolate stringeva una sigaretta e nelle mani stropicciava le punte di un bigliettino decorato con una scrittura distinta dalle altre; non era molto chiara e la biro che avevano usato era blu scuro. Quel bigliettino recitava semplicissime parole, le avrebbe perfino capite un bambino che frequentava l’asilo ma per Jess erano tremendamente incomprensibili. Per questo, infatti, aveva chiesto l’aiuto del suo fidato CD di Ed Sheeran e delle sue fidate Camel che aveva sparso per la casa.
“Spero che i biglietti siano di tuo gradimento e che la nostra musica non ti faccia così tanto schifo. Spero, ancora, di rivederti durante quest’occasione e sinceramente: 1. Non accetterò un no come risposta e 2. Non riesco a capire il perché, ma non vedo l’ora.
H. Xx”
In quel momento sembrava esser tornata una bambina di tre anni che non sa leggere o una di otto che non ha voglia di fare i compiti e di sforzarsi di capire la lezione che le hanno assegnato per casa. In quel caso, però, Jess si sforzava di capire il senso di tutto quello che le stava capitando ma la sua parte ragionevole e che faceva abusi della logica e dell’ansia o ancora, del panico, era decisamente dominante rispetto la sua parte da ‘sono una ragazza e sogno storie d’amore che dureranno per sempre con personaggi famosi di calibro mondiale che mi doneranno il loro cuore e mi dedicheranno canzoni e tutto il resto’.
La verità era che al momento, nonostante lei non accettasse ciò per un motivo o per un altro, era una semplicissima adolescente come le altre che si rifiuta di prendere decisioni. Anche se possono apparentemente sembrare stupide come quella. Non si divertiva affatto a stare in quella posizione, a rimanere ferma a pensare a cosa? A come si sarebbero evolute le cose? Tanto sarebbe tutto finito prima che lei se ne rendesse conto del tutto. Bello schifo, vero Jess?
Tirò un profondo sospiro, provando ad eliminare per il momento quel piccolo problemino dalla mente e tornando a studiare biologia per portarsi avanti con i compiti del semestre successivo. Ovviamente, com’era prevedibile, fallì miseramente. Il suo cervello associava ogni singola parola che incontrava con i biglietti, con Harry Styles e tutto ciò che lo riguardava. Lui e la sua stupida fama.
Senza che se ne rendesse conto, come se il suo corpo lavorasse autonomamente, afferrò il portatile che aveva poggiato sul materasso ed entrò su Twitter; solita storia. Miliardi di retweets nella timeline, tanti tweet ed altrettante centinaia di frasi prese da Tumblr.
Non scrisse niente, perché fondamentalmente non aveva neanche la voglia di digitare un misero tasto e controllò le sue interazioni; niente di nuovo. Soltanto qualche ragazza che le chiedeva il follow back e qualche nuovo followers sconosciuto che aveva apprezzato i suoi tweet sulla drammaticità dello svegliarsi presto la mattina per seguire i corsi universitari e dover, in più, affrontare tutta la strada in metro alle sei del mattino.
A volte era divertente trovare persone, magari dell’altra parte della nazione, che condividevano i tuoi stessi impegni o i tuoi stessi interessi. Ecco perché Jess amava tanto i social network ed internet ma non fatevi strane idee, non pensate che lei fosse una specie di internet – dipendente. La serata fortunatamente sembrò volare in fretta e Jess evitò di pensare a quella così strana ed inusuale situazione.
Si rifiutava così tanto di pensare perché aveva paura che tutto sarebbe potuto finire, anche se non era neanche iniziato e lei stava pensando già al futuro – un futuro molto futuro – e si rimproverava per questo.
Odiava il fatto che la sua mente avesse così tanta fantasia e propensione nel creare film e cortometraggi mentali di ogni genere che spesso non erano molto d’aiuto. Non riusciva mai a godersi il presente perché continuava a fantasticare e fantasticare e spesso, si aspettava anche che queste cose accadessero.
Fregatura, abissale fregatura.
Per una volta provò a prendere posizione contro se stessa, provando ad eliminare quel piccolo difetto che le impediva di godersi le cose per come venivano, di godersi il presente e le cose che arrivavano improvvisamente e ci riuscì, in parte.
Girò il biglietto ed in pochi istanti digitò con il suo cellulare un messaggio che mandò al numero allegato. Ovvero, quello di Harry.
Sospirò per una volta soddisfatta, lasciandosi cadere sul divano con un sorriso da bambina stampato sulla faccia ed una pizza bruciata, che aveva dimenticato, dentro il forno a microonde.


Harry era seduto sul divano con le caviglie incrociate sopra il tavolino da caffè in legno che aveva acquistato da poco in compagnia di Zayn e Niall. Tutti e cinque i ragazzi erano rimasti a casa sua per vedere il Derby, per mangiare della pizza buonissima e per finire delle canzoni per il prossimo album già in corso. Improvvisamente il suo iPhone vibrò e provando a non perdersi nessun dettaglio della partita, sbloccò il cellulare per leggere il messaggio che gli aveva inviato un numero che non era ancora memorizzato nella sua rubrica.
“Ho ricevuto i biglietti e no, non mi fate così tanto schifo. Sarò felice di venire al vostro concerto e grazie mille per il pensiero… :) x J.”
Sorrise e rispose frettolosamente con un: “Ne ero sicuro, ci vediamo domani. Buona notte :D Xx”.


Da quel momento fu un continuo susseguirsi di messaggi stupidi. Ogni qual volta leggevano rispettivamente nei propri schermi i messaggi da parte di ‘Harry :)’ e ‘Jessssssssss’ sussultavano e probabilmente facevano a gara a chi rispondeva prima.


 





 

Buonasera cupcaaaakes!
Intanto ringrazio le ragazze che hanno recensito il capitolo precedente perché oddio, mi avete riempita di gioia. Vi giuro. Poi, passo a ringraziare 'xehiistyles' per il bellissimo banner, grazie ancora!
Adesso, passiamo al capitolo... viene descritta un'altra parte dello strano carattere di Jess e vediamo i due che conversano decentemente, anche se virtualmente, per la prima volta. Che ne pensate della sorpresa di Harry? awh
Adesso devo scappare perché sono a cena fuori, scusate gli errori e fatemi sapere che ne pensate. Come al solito :)
Un bacione enorme,

me.



 
   
 
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