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Autore: bluees    21/02/2014    8 recensioni
«Perché piangi?» disse istintivamente Harry, non curante di strane e possibili reazioni da parte della ragazza. Lei lo guardò serrando gli occhi, boccheggiando un po’ d’aria gelata.
«Non sto piangendo. I miei occhi mentono, hanno imparato a mentire, al contrario di molti.» parlò, squarciando quel rigido silenzio che sembrava esser durato una vita.
«Quindi non dovrei fidarmi dei tuoi occhi? Al momento sembra che dicano ‘voglio compagnia’» continuò, Harry, avvicinandosi di poco a quel marciapiede umido e sporco per via dei numerosi graffiti che c’erano dipinti sopra.
«Ti sbagli, infatti stavo proprio andando via». Detto questo si alzò afferrando la sua roba, inserendo tutto in un’enorme borsa prima di girare i tacchi, o meglio, gli anfibi, e camminare verso la strada principale.
«Comunque sono Harry!» urlò, lui, sperando che lei sentisse.
Silenzio, silenzio.
Un silenzio che sembrava interminabile dove Harry non riusciva a distinguere più neppure i battiti del suo cuore, niente, completamente niente.
Neanche il movimento dell’aria… poi un improvviso ed inaspettato urlo in risposta: «Sono Jess, ma non penso che ciò ti possa cambiare la vita, Henry».
«Mi chiamo Harry!» urlò ancora.
«Lo sapevo già, Harry.»
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Skinny

1. The Start



Jess era dietro gli studi, seduta sul solito marciapiede che ormai era diventato il suo con una delle sue numerose Camel tenuta saldamente fra le dita. Si ostinava ad avvicinarla alla bocca di tanto in tanto, ispirando per poi buttare fuori il fumo in delle piccole nuvolette che si disperdevano nell’aria gelata in pochi secondi.
La Canon era accanto a lei, così come l’accendino rosso, il pacchetto di sigarette quasi finito e l’iPod acceso con in play Demons degli Imagine Dragons.
Canticchiava quasi silenziosamente la canzone che tanto amava mentre spegneva il mozzicone sull’asfalto bagnato a causa dell’umidità per poi pestarlo con i suoi anfibi neri – sui quali inciampava sempre, aggiungerei –. Cosa ci facesse lì fuori non era ancora ben chiaro ma le piaceva stare all’aria aperta mentre ascoltava musica e si rilassava, nonostante ci fosse un freddo glaciale. Anzi, era più bello. Gli skinny jeans neri le coprivano le gambe lunghe mentre una felpa grigia la teneva abbastanza al caldo da non sentire il bisogno di indossare un eventuale giubbotto. Ripensò fiera agli scatti che aveva fatto quel pomeriggio, riguardandoli nella memoria della sua preziosa macchina fotografica rimanendone ancora più entusiasta e complimentandosi mentalmente per il bel lavoro svolto.
Era la sua passione ed amava essere fiera di ciò che faceva, anche se capitava davvero raramente. Fondamentalmente se ne stava fuori perché non aveva voglia di seguire l’intervista che stava tenendo la sua migliore amica, soprattutto se gli intervistati erano, in più, dei ragazzini montati che non riusciva completamente a sopportare.
Le erano bastati pochi secondi per cominciare a detestarli, e pensare che neanche le avevano rivolto la parola.
Sospirò pensierosa ed in parte annoiata, alzando il viso verso il cielo scuro e pieno di stelle rimanendone incantata, così si stese del tutto continuando a contemplare quella meraviglia rimanendone tanto affascinata da svuotare la mente per qualche istante.
Cosa impossibile per un tipo come Jess perennemente ansioso o che si faceva mille problemi anche per una stupidata da ragazzini, o ancora, che era totalmente lunatica e perennemente indecisa. Prese del tempo per riflettere su se stessa, cosa che odiava, e costatò di avere un miliardo di difetti e davvero pochi pregi, troppo pochi pregi.
Pensò alla sua storia d’amore finita in modo orrendo mentre un’espressione divertita e schifata si dipingeva sul suo volto da ragazzina spensierata, mentre delle dolci ed armoniose onde color cioccolato lo incorniciavano perfettamente. Gli occhi azzurri e cristallini erano spalancati ancora verso i corpi celesti sospesi in quel mare di cielo sopra il suo naso, mentre sorrideva.
Jess era strana, molto strana. Cambiava idea in pochi secondi su qualsiasi cosa ma contemporaneamente era una persona decisa ed ostinata, sorrideva e quando sorrideva il Mondo si fermava per un attimo e passava dal fumare esageratamente allo smettere quasi del tutto.
Jess era strana perché era Jess, come se ci fosse una legge scientifica che associava la parola ‘strano’ a Jess e viceversa.
Jess era da prendere a stomaco vuoto, quando nessun problema ti frulla nel cervello e quando puoi dedicarti semplicemente a lei ed al suo sorriso da bambina.
Jess era così, strana, da prendere a stomaco vuoto e da amare infinitamente.

Harry, in compenso, era per gran parte degli aspetti tutto il contrario.
Aveva stretto gli occhi quando ad intervista finita decise di prendere una boccata d’aria nel retro dell’Ufficio e si era trovato davanti una ragazza stesa sul marciapiede che canticchiava Ed Sheeran completamente immersa nel guardare le stelle.
Gli venne da ridere guardando quella scena tanto speciale e strana. Sin dal primo istante che l’aveva vista passare per il corridoio, quel sabato, si era accorto che quella ragazza non aveva tutte le rotelle al posto giusto, in senso buono, ovviamente. Rimase a scrutarla da lontano, immobile, con un bicchiere d’acqua fra le dita di una mano ed il cellulare bianco nell’altra.
Venne catturato dall’irrefrenabile voglia di cominciare a cantare quel motivetto tanto conoscente e cominciò lentamente ad intonare qualche nota di Little Bird, una delle sue canzoni preferite che sembrava gradire anche quella strana ragazza che non si era ancora accorta della sua presenza.
Non finì neanche di pensare ciò che improvvisamente la ragazza alzò la sua schiena, appoggiandola sul muretto mentre accendeva una Camel che aveva appena preso dal pacco vicino il suo corpo. Gli rivolse uno sguardo con degli occhi azzurri che, anche a così tanta distanza, Harry riuscì a veder brillare.
«Perché piangi?» disse istintivamente Harry, non curante di strane e possibili reazioni da parte della ragazza. Lei lo guardò serrando gli occhi, boccheggiando un po’ d’aria gelata.
«Non sto piangendo. I miei occhi mentono, hanno imparato a mentire, al contrario di molti.» parlò, squarciando quel rigido silenzio che sembrava esser durato una vita.
«Quindi non dovrei fidarmi dei tuoi occhi? Al momento sembra che dicano ‘voglio compagnia’» continuò, Harry, avvicinandosi di poco a quel marciapiede umido e sporco per via dei numerosi graffiti che c’erano dipinti sopra.
«Ti sbagli, infatti stavo proprio andando via». Detto questo si alzò afferrando la sua roba, inserendo tutto in un’enorme borsa prima di girare i tacchi, o meglio, gli anfibi, e camminare verso la strada principale.
«Comunque sono Harry!» urlò, lui, sperando che lei sentisse.
Silenzio, silenzio.
Un silenzio che sembrava interminabile dove Harry non riusciva a distinguere più neppure i battiti del suo cuore, niente, completamente niente.
Neanche il movimento dell’aria… poi un improvviso ed inaspettato urlo in risposta: «Sono Jess, ma non penso che ciò ti possa cambiare la vita, Henry».
«Mi chiamo Harry!» urlò ancora.
«Lo sapevo già, Harry.»



                                                                   





Salve Cupcakes! Con questa fanficiton confermo di non essere normale, in quanto l'ho scritta questa sera, l'idea mi è piaciuta ed ho voluto pubblicarla... che ne dite? spero vi piaccia! 
Alura, come vedete l'inizio non ha senso ma descrive questo 'mezzo incontro' fra i due protagonisti principali; Jess è descritta in modo confuso perché lei è una ragazza fondamentalmente confusa ed incasinata, ma non perché chissà quale problema, ha molta fantasia, molta voglia di vivere ed un caratterino davvero strano e speciale. Harry invece non è quasi descritto, ma volevo descrivere come se stesse raccontando lui il loro primo incontro. L'idea devo dire che non mi fa schifo, ma voglio il vostro parere... so, che ne pensate? ovviamente fatemelo sapere. Ringrazio tantissimo la disponibile e bravissima 'xehiistyles' per questo meraviglioso banner che io amo, credo sia stupendo. Così, grazie mille ancora!
Detto questo io mi dileguo che domani ho scuola...  come al solito potete trovarmi qui ->
 Twitter e sentitevi libere di scrivermi perché mi farebbe davvero tanto piacere. 
P.S.: Siate clementi perché è la mia prima fanfiction e ci tengo da morire. Scusatemi ancora per gli eventuali errori ma ho riletto soltanto una volta.

 
Vi adoro.
Un sacco di amore,
Ale


 
   
 
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