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Autore: ValeA    22/02/2014    1 recensioni
«Suppongo che mia sorella non ti abbia raccontato di Jamie Stuart...» non appena Louis completò la frase, sua sorella si alzò leggermente dal suo posto e gli diede uno schiaffo sulla nuca.
«Idiota.» lo definì. Lui in risposta ghignò.
Mi chiedevo il perché di quella reazione, in fondo Jenny mi raccontava sempre tutto. Anche di più di quello che volessi sapere. E perchè adesso non voleva che sapessi di questa "Jamie Stuart"?
«No, chi è?» domandai incuriosita.
Helen non disse nulla, partecipava poco alla conversazione ma ero sicura che stesse ascoltando. Jennifer al contrario, se avesse potuto avrebbe preso il fratello a testate.
«Nessuno.»
«Una ragazza che morì circa centocinquanta anni fa in montagna, oggi è l'anniversario della sua morte.» risposero all'unisono, confondendomi.
Ovviamente la risposta della mia amica era quella più veloce ed evasiva.
«Al riguardo c'è una leggenda, si dice che il suo fantasma vaga sulla terra senza pace e ogni trentuno ottobre di ogni anno chiunque si trovi per la sua strada viene ucciso.» Nonostante non fossi amica di Louis, mi conosceva abbastanza da sapere che mi spaventavo per le cose di questo genere.
Genere: Dark, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3. Lost in confusion

La luce del sole mi risvegliò all'improvviso.
Ero ancora sconcertata per il sogno fatto stanotte. Avevo sognato Louis, ma non era uno di quei sogni che ti rimangono impressi perchè sono fantasie che si desidera che un giorno diventino realtà. Era tutto il contrario. 
Era cattivo, non aveva nessuna buona intenzione. Ma perchè Louis avrebbe dovuto esserlo?
Perchè mai avrebbe dovuto manomettere i fili elettrici delle auto e perchè avrebbe dovuto spaventarmi dicendomi che moriremo tutti?
Mi stavo preoccupando inutilmente.
Era solo un innocuo e stupido sogno. Solo un incubo.
Uscì dalla camera di Jennifer, a quanto pare ero l'unica che stava ancora dormendo.
Scendendo le scale sentivo delle voci provenire dalla cucina.
Non si capiva di cosa stessero parlando ma i toni non erano dei più benevoli.
Entrai ma nessuno si accorse di me, troppo impegnati a litigare e a osservare il litigio. Non che volessi attenzioni, non ero quel genere di persona.
In quella stanza si respirava un'aria di eccessiva tensione.
C'erano Harry e Zayn, l'uno contro l'altro.
Qualcuno cercava di tenerli lontani per non far scoppiare una rissa da un momento all'altro.
I minuti passavano e io ancora non ero riuscita a capire il motivo della lite. Ma non mi interessava. Affari loro.
Mi avvicinai ad Amy, invece ero più interessata a sapere quando saremo tornati ognuno a casa propria, infatti fu quello che le chiesi.
Purtroppo avevo un test di storia lunedì, avrei dovuto studiare.
Lei mi guardò per un paio di secondi «Non hai capito?»
A cosa si riferiva? Perchè era preoccupata? «Non possiamo tornare.» mi spiegò, io scoppiai a ridere. Era di sicuro uno scherzo.
Forse stanotte si era messa d'accordo anche con le altre ragazze, sapeva quanto fossi credulona. Era di sicuro così. Doveva essere per forza così.
«Perchè?» domandai non appena smisi di ridere.
Jennifer e Jade si erano avvicinate ed erano proprio entrate nella parte. Erano serissime.
Potevo fare le attrici, erano molto credibili.
«Guarda tu stessa...» Jenny mi prese per il polso e mi portò alla porta, mi fece guardare all'esterno proprio di fronte a me.
Adesso stavo iniziando a spaventarmi.
Uscì fuori seguita dalle mie amiche. Quando vidi meglio così si presentava ai miei occhi, mi venne solamente voglia di piangere.
Iniziai a pensare che l'incubo di stanotte fosse la realtà.
Mi guardai per qualche secondo attorno come per cercare qualcosa, anzi qualcuno. 
Louis in cucina non c'era e neanche qui fuori.
«Louis dov è?» necessitavo di parlargli. Volevo sentirmi dire che lui non c'entrava niente, che saremo tornati presto e che quello fosse solo uno scherzo di cattivo gusto.
«Non lo so.» dagli occhi di Jenny si poteva ben capire quanto fosse preoccupata per il fratello «Nessuno di noi lo sa.»
Tipico di Louis. 
Quando voleva sapeva come far perdere le sue tracce.
«Ha discusso con Harry e poi se n'è andato furioso e ancora non è tornato.» mi informò Jade.



«Moriremo tutti.» quelle furono le ultime parole che Alex potè udire quella sera, le forze vennero sempre meno e cadde sul terreno.
Louis era ancora di fronte a lei, non sembrava in sè. Forse non lo era per davvero ma la sbornia gli sarebbe dovuta già passare da un pezzo.
Si avvicinò, sembrava che volesse prenderla e portarla dentro al caldo sopra una superfice più comoda di un umido terriccio.
Invece si accertò che non fosse sveglia e poi continuò quello che stava facendo precedentemente.
No, quello non era Louis Tomlinson.
Louis era una persona che cercava di fare sempre la cosa giusta ma in quel momento stava sbagliando tutto.
Era troppo concentrato a portare il lavoro al termine per capire quanto stesse sbagliando.
Era già quasi alla fine della sua opera di distruzione, nessuno ancora era uscito a controllare cosa fossero quei rumori all'esterno.
Alex era ancora a terra priva di sensi.
Louis sentì come una folata di vento attraversarlo.
Si guardò attorno circospetto. Qualcosa non andava. 
Lasciò perdere e si avvicinò ad Alex.
La prese in braccio e si avviò verso la casa.
In quell'istante dalla porta di ingresso uscì Harry e aveva visto più di quanto dovesse. Quello non era un bene.
«Che le è successo?» chiese vedendo la ragazza tra le braccia del suo amico.
«è svenuta.» in fondo quella era la verità.
Harry lo fece entrare mentre rifletteva a quelle parole oppure stava cercando solamente di comprendere tutta la situazione in generale.
Poi si ricordò che erano tornati tutti bagnati quella sera, toccò la fronte di Alex. Aveva indovinato.
Era svenuta per via della febbre ma sicuramente qualunque cosa gli aveva detto Louis aveva contribuito.
«Perchè?» chiese più a se stesso che all'amico ma quest'ultimo non potè fare a meno di chiedere. 
«Cosa?»
«Perchè non vuoi farci tornare domani?» mantenne il tono calmo, come sempre.
Nonostante fosse lecito che il suo tono si alzasse di qualche ottava, che iniziasse ad agitare e a inveire contro il ragazzo di fronte a lui rischiando di far svegliare tutti.
Louis adagiò Alex su un divano e poi si avvicinò cautamente a Harry.
«Lo capirai presto.» sussurrò, poi gli diede un pugno sul naso che lo fece cadere a terra e svenire. Proprio come aveva previsto.
Uscì fuori, raccolse tutto e nascose ogni traccia che facesse pensare che fosse stato lui.
Lasciò Harry inerme sul pavimento.
Al contrario prese di nuovo Alex in braccio e questa volta la portò al piano superiore, in camera con le sue amiche e sua sorella.
Sperava che non si ricordasse di nulla il giorno dopo.



Ero riuscita a sfuggire dalle grinfie di Jennifer, Jade e Amanda.
Si stavano chiedendo perchè stessi cercando Louis ed esigevano delle risposte ma prima di poterle dare a loro, avevo bisogno io di qualche chiarimento.
Camminavo per il bosco senza sapere bene dove mi trovassi, ogni tanto urlavo il nome di Louis per vedere se fosse nelle vicinanze. 
Sicuramente era già passata un mezz'oretta da quando avevo iniziato a cercarlo.
Possibilmente era anche tornato dagli altri mentre io ero qui.
"Sta' attenta!" sentì sussurare, la voce a me sconosciuta proveniva da dietro le mie spalle.
Però quando mi voltai non trovai nessuno.
Forse era stata solo una mia immaginazione. Stavo diventando abbastanza paranoica ma penso che sia anche giustificabile per una persona facilmente impressionabile, penso.
Imperterrita, continuai a camminare.
Dovevo trovare Louis o almeno dovevo trovare la strada per tornare indietro.
Sentì per una seconda volta lo stesso sussurro di prima.
Ero sicura che fosse una voce femminile.
«Chi sei?» urlai per farmi sentire senza guardare esattamente da nessuna parte, non sapevo dove fosse.
Nessuno rispose.
"Sta' attenta!" di nuovo.
Mi comparve di fronte una ragazza dai lunghi capelli ricci e biondi fin sotto le spalle, due occhi chiarissimi da sembrare bianchi e la carnagione molto pallida da sembrare il corpo di un cadavere.
Indossava una lunga camicia da notte tutta stracciata e all'altezza della pancia c'era una profonda macchia di sangue.
Appena lo realizzai, indietreggiai istintivamente. Che diavolo era?!
«Non aver paura di me...» disse con calma come se stesse per tranquillizzarmi.
«Chi sei?» il mio indietreggiare fu ostacolato da un albero dietro di me.
La mia voce sembrò quasi un sussuro per quanto piano avessi parlato.
Purtroppo l'ansia si stava prendendo gioco di me.
«Mi chiamo Jamie.» mi fissò aspettando una mia qualsiasi reazione «Jamie Stuart.»
No, non poteva essere.
Ora sì che ero davvero terrorizzata!
«No.» urlò avvicinandosi a me.
La testa iniziava a scoppiare, sentivo freddo, sarei potuta svenire da un momento all'altro.
Proprio come stanotte...
E fu proprio in quel momento che ebbi come un flashback.
Mi ricordai delle ultime parole di Louis e di esser poi caduta a terra, priva di sensi.
«Ti ho già detto che non devi aver paura di me...» mi riscosse dai miei pensieri «So che ti hanno già parlato di me o per meglio dire ti hanno raccontato una stupida leggenda che gira sul mio conto...» avrei voluto scappare ma, oltre a ritrovarmi con le gambe attaccate al suolo, volevo darle la possibilità di dirmi la sua versione dei fatti. Non so neanche con quale coraggio.
«Quello che sai tu, è tutto falso.» completò il suo discorso.
Vide però che non avevo voglia di parlare.
«Non ho mai ucciso nessuno, al contrario...» si fermò.
«Al contrario, cosa?» mi sorrise.
Non voleva che l'unica a parlare fosse solo lei.
«Cerco di proteggere le persone dal vero male.» spiegò.
Avevo tante domande da porle ma le chiesi solamente un perchè molto vago e senza neanche tanto senso.
«Non auguro a nessuno la mia stessa fine.» rispose frettolosa.
La testa non faceva altro che farmi male sempre di più.
«Lo so, lo so che fa male ma tra poco passerà.» come faceva a sapere come mi sentissi?
Ero davvero ridotta male. Così tanto da avere delle allucinazioni da credere che fossero la realtà.
Non potei farle altre domande, si scusò con «Devo farlo.»
Sentì attraversarmi da una folata di vento, una scarica elettrica pervase il mio corpo.
Il mal di testa era sparito, non sentivo più nessun dolore. Adesso stavo meglio.
Che fosse la presenza di quella -non sapevo come definirla- Jamie Stuart a rendermi debole?
Sentì ogni forza abbandonarmi per una seconda volta, l'ultima cosa che vidi fu il terreno.
Poi chiusi gli occhi.



Era a terra, inerme.
Di Jamie Stuart non c'era più nessuna traccia. 
Qualche secondo dopo fece il suo arrivo Louis, inizialmente non sembrò notare Alex. Era troppo impegnato a ritornare dagli altri senza destare sospetti e poi fare quello che doveva essere fatto.
Se ne accorse poco dopo.
Si avvicinò non appena percepì qualcosa di strano.
Il corpo della ragazza era troppo freddo, la temperatura corporea era troppo differente da quella scottante della notte precedente.
Alex aprì gli occhi ma le pupille erano visibilmente dilatate.
Non perse molto tempo prima di notare Louis a qualche passo di distanza da lei.
Fece finta di niente.
Si alzò e nessuno dei sembrava intenzionato a dire qualcosa.
Si guardarono negli occhi per un paio di minuti.
Un rumore li distrasse, proveniva da poco più lontano di loro. Era una voce furiosa.
«Io non ho fatto niente!» continuava a urlare.
Man mano che quella voce diventava sempre più nitida, capirano che era quella di Harry.
Louis era già pronto a dargli un altro gancio destro se fosse stato necessario.
Sperava anche che Alex avesse completamente rimosso qualsiasi cosa riguardasse la notte scorsa.
Poco dopo si ritrovarono il riccio di fronte.
Alex iniziò a gurardarsi le scarpe, era imbarazzata.
Ma fu costretta a rialzare lo sguardo poco dopo perchè sentì un tonfo. Harry stava attaccando Louis.
Lo stava ricoprendo di pugni e il più grande preso alla sprovvista iniziò a difendersi solo poco dopo.
Alex non sapeva come intervenire.
Se avesse provato a dividerli molto probabilmente le avrebbe prese anche lei. Fece l'unica cosa che potesse fare. Iniziò a urlare per farsi sentire da qualcuno che avrebbe potuto riuscirci a farli smettere.
In fondo Harry stava prima urlando contro qualcuno che doveva essere ancora nelle vicinanze.
Infatti dopo pochi secondi arrivarono Jennifer, Liam e Jade.
I primi due provarono a dividerli.
L'ultima invece andò vicino Alex per tranquillizarla.
Le sembrava più strana di quando si era svegliata, Inoltre era anche spaventataa.
«Che diamine state facendo?» iniziò Liam ma venne interrotto.
«è tutta colpa di questo stronzo se siamo rimasti bloccati qui. NON MIA.» pose Harry le sue accuse contro Louis.
«Non mi pare abbiano trovato me vicino la porta d'ingresso...» si difese tranquillamente quest'ultimo.
Louis era sempre stato un ottimo attore quindi gli altri come avrebbero potuto dubitare delle sue parole? Soprattutto quando a suo favore c'erano anche i fatti.
«Ieri mi hai dato un pugno perchè ti ho colto in flagrante mentre toglievi ogni prova che potesse ricondurre a te!» era diventato uno scontro a tutti gli effetti.
Sembrava una scena di un telefilm poliziesco quando arriva il momento di incriminare il colpevole.
Avrebbero pure continuato a menarsi se non fosse trattenuti.
«Diglielo Alex che ho ragione!» si rivolse alla ragazza ancora spaventata e tra le braccia di Jade.
Adesso i riflettori erano puntati solamente su di lei.
Se avesse dato ragione a Harry, forse sarebbe stato anche creduto ma se lo avesse smentito, avrebbero diffidato da lui sempre di più.
Era completamente confusa.



Cosa potevo rispondere?
Non volevo mettere nessuno nei guai per una mia risposta che sarebbe stata incerta.
Era giusto che dicessi la verità e che non fossi di parte.
Era vero che non ricordavo niente, non l'avrei detto per tirarmi fuori dai guai.
Anche io sospettavo di Louis ma prima di accusarlo non sarebbe stato più giusto parlargli in privato?
«Io...» Harry mi guardava speranzoso così come Louis «Io non lo so...» dissi velocemente quelle parole dispiaciuta verso entrambi i ragazzi.
Non potevo accusare Louis, in fondo ieri avevo la febbre che stranamente adesso non avevo più, tutto poteva essere solo frutto delle allucinazione.
Ma quante probabilità c'erano che io e Harry avessimo le stesse allucinazioni?
Poche, se non nulla.
Per adesso sia Harry che Louis avevano bisogno di calmarsi perchè prendendosi a parole e picchiandosi non sarebbero arrivati a nessuna conclusione.




 

Note dell'autrice:

Per iniziare mi scuso per l'abnorme ritardo, purtroppo non ho molto tempo per scrivere e sono molto indietro con tutte le mie storie e non so neanche come sono riuscita a finire questo capitolo che è anche un po' più lunghetto del secondo :)
Mi scuso per eventuali errori che sono sicura che ci siano, non l'ho ricontrollato... l'ho pubblicato direttamente.
Vorrei sapere cosa ne pensate, se la storia piace e ne vale la pena continuarla oppure se è meglio di no... 
Cosa pensate di Alex? Che cosa le sta succedendo?
Adesso vi lascio, un bacione e alla prossima <3
-Valentina
  
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