The Novices
Il fuoco e l'acqua
Le due
divinità erano rimaste nella città di Proviel per
un paio di
giorni, aiutando chi aveva bisogno con le proprie forze, alternando il
lavoro a
una buona dose di riposo.
Hi era sempre più entusiasta di quello che faceva, i sorrisi
dei fedeli erano
ancora più appaganti delle preghiere che lo tenevano in
vita, mentre Yoru
svolgeva tutto con una pacatezza e indifferenza che dava quasi da
pensare.
Alla fine erano ripartiti una mattina, con una borsa ciascuno piene di
cibarie
e qualche oggetto utile come qualche panno per asciugarsi dal sudore ed
erbe
medicinali che sarebbero potute servire in caso di qualche malore: non
che ne
soffrissero, ma avevano trovato il gesto molto gentile.
“Quanto pensi che manchi alla prossima
città?” domandò Hi impaziente, quasi
saltellando ad ogni passo tanto era curioso nell’incontrare
persone nuove.
“Non ne ho idea, zitto e cammina.”
Commentò laconico Yoru, cercando di
zittirlo, ma sapeva che era una speranza vana: il novizio del mattino
si era
scoperto un gran chiacchierone, sembrava una trottola impazzita, quelle
con cui
giocano i bambini di paese.
“Pensi che ci accoglieranno bene? Dovremmo riposare prima
giusto? Cosa ci aveva
consigliato il sacerdote di Proviel?” chiese ancora a
raffica, guardandolo con
la testa appena inclinata per poter vedere il suo viso sotto la frangia
dei
capelli scuri.
“Smettila! Guarda avanti!” sbottò il
novizio della sera, stringendo le mani a
pugno e trattenendosi dallo sprecare energie per mollare un pugno
dritto in
faccia al compagno, che si stava rivelando sempre più
insopportabile e
petulante.
Come aveva potuto pensare quasi bene di lui nel
paese di prima?
Doveva ritenersi fortunato di essere immortale, o lo avrebbe ucciso
ancora
prima di partire…
Hi strinse le labbra, tornando a camminare lungo la strada sterrata
senza
lasciarsi distrarre da altro, un po’ triste per la reazione
che aveva Yoru ad
ogni sua frase.
A parer suo si sarebbe dovuto dare una calmata, o forse era
perché nella sua
mente era ancora stampata l’immagine di quella
ragazza…ehm, ragazzo sorridente
che giocava con lui.
Forse era proprio per quello…ma perché smettere
di sperare?
Tenne
le
braccia molli lungo i fianchi, camminando lentamente al fianco di Yoru,
senza
proferir parola.
Sarebbe stato meglio così…
Verso sera,
raggiunsero un altro paese, molto più grande di Proviel, e
questa volta trovarono ben poca gente per strada, cosa che li
tranquillizzò un
po’, visto che la stanchezza li aveva presi a tal punto da
renderli poco
inclini alla conversazione con altre persone.
I due novizi entrarono nella prima locanda che trovarono sul loro
cammino,
guardandosi intorno e studiandone l’architettura solida,
semplice e accogliente
data dal legno di quercia.
L’uomo dietro al bancone, non molto alto, calvo e con degli
occhialetti tondi
sul naso, li raggiunse, affabile, con le mani congiunte e un sorriso
stanco sul
volto.
“Benvenuti, benvenuti! Non avete idea di quanto mi faccia
ospitare delle
divinità…” commentò
l’ometto guidandoli su una scala e poi in un lungo
corridoio pieno di camere.
Dopo aver raggiunta una stanza, che a quanto pare era una delle poche
libere,
diede loro la chiave e con una piccola riverenza sparì,
quasi saltellando da
tanto era felice.
Yoru inarcò un sopracciglio, poco convinto, studiando il
comportamento di
quella persona, mentre Hi armeggiava con la chiave e la serratura per
poterla
aprire ed entrare.
Vinta quella battaglia tintinnante, i due ragazzi raggiunsero i letti e
il
ragazzo dai capelli bianchi ci si buttò di peso, con un
verso tra lo stanco e
il gioioso, mentre il moro si sedette con più garbo e
attenzione, con la solita
aria di indifferenza sul viso.
“Buonanotte Yoruchan.” Cinguettò Hi,
ormai ad occhio chiusi, affondando e
strofinando la testa più volte nel morbido cuscino di piume,
senza nemmeno
spogliarsi o togliersi le scarpe, cosa che fece Yoru, con un
po’ di imbarazzo e
ritrosia; insomma, andava bene l’essere stanchi, ma un minimo
di decoro
dovevano averlo sempre!
Ripose la giacca su una sedia posta all’angolo e le scarpe
sotto di essa, prima
di recarsi alla finestra e fissare fuori la luna crescente, inquieto.
Non riusciva a non pensare alla frase detta dal locandiere poco prima
di
guidarli nella stanza.
Non avete idea di quanto mi faccia ospitare delle
divinità…
Non
“voi”
divinità, riferito a loro in particolare. Ma in generale.
Che ci fossero anche dei loro compagni accampati lì? No, non
era possibile.
Insomma, sarebbe stata una coincidenza incredibile, e soprattutto, come
potevano
essere stati così veloci da raggiungere quella parte di
paese?
Tutti i novizi venivano mandati in parti diverse delle varie regioni,
alcuni ci
mettevano anni per incontrarsi, e di solito avveniva al logo
d’esame, e forse
nemmeno quello.
Scosse il capo, scacciando quei pensieri e cercando invece di prendere
sonno
per riposare: l’indomani sarebbe iniziato di nuovo il lavoro
con i vari fedeli,
e doveva essere in gran forma.
Avrebbe dovuto prendere esempio da Hi. Sorrise appena nel vederlo
lì steso, a
dormire come un bambino troppo cresciuto, beato e sereno. Quasi
invidiava la
sua tranquillità…
Sospirò pesantemente, stendendosi con lentezza e
rigidità, sperando di prendere
sonno nonostante l’inquietudine…
***
La mattina era a
dir poco splendida.
Il sole sembrava ancora più luminoso, dopo una notte di buon
riposo.
Hi si stiracchiò con un sorriso, energico e pronto
all’azione, facendo un po’
stretching per poter sciogliere un po’ muscoli.
Yoru dormiva ancora, e diamine, era ancora più carino,
così innocente e
indifeso!
Si trattenne dall’andare lì vicino a baciarlo, non
poteva rischiare, e non
voleva certo spaventarlo per nulla.
Pensò invece di andare a prendere la colazione e farla
insieme lì in camera,
magari questo avrebbe aiutato a iniziare meglio la giornata.
Senza mettersi le scarpe, in punta di piedi uscì dalla
stanza cercando di fare
poco rumore, accostando la porta allo stipite con una certa attenzione.
Lentamente, si voltò, bloccandosi non appena vide una
persona uscire da una
stanza poco più avanti della loro.
Un ragazzo alto un metro e ottantacinque, piuttosto muscoloso e dai
corti
capelli che sfumavano dal biondo fino all’arancio e infine al
rosso scuro sulle
punte. Tre ciuffi sparati in alto lo rendevano decisamente particolare,
oltre
al fatto che girava con solo un asciugamano addosso.
Anche di spalle, Hi lo avrebbe riconosciuto tra mille, nessuno era come
lui.
“Ho!” esclamò, per poi tapparsi la bocca
con la mano, sperando di non aver
svegliato Yoru e di aver mandato a monte il progetto colazione.
Il ragazzo chiamato Ho si voltò, mostrando una faccia
sorpresa quanto la sua e
sorrise gioviale alla vista del compagno.
“Ehilà Hi.” Salutò sottovoce,
agitando una mano e avvicinandosi un po’. “Che ci
fai qui?” domandò, mentre il ragazzino lo guardava
con un sorriso.
“Io? Cosa ci fai tu semmai! Questa parte di paese
è la nostra, come sei
arrivato qui?”
“Io e Mizu viaggiamo in fretta, non ci perdiamo in chiacchere
come te e il tuo
compagno.” Commentò il rosso con un sorrisetto,
facendogli l’occhiolino.
Ho era uno dei suoi migliori amici, il novizio dio del fuoco.
Nell’alto dei
cieli era conosciuto per la sua spigliatezza e per la sua
abilità
nell’infrangere cuori: si vociferava che sarebbe stato il
prossimo dio del
sesso, titolo che fino a quel momento era di suo padre Hisyooziki.
Si erano allenato spesso con lui, era un ottimo combattente, e i suoi
pugni di
fuoco non erano certo carezze.
Mizu, la sua compagna, era la novizia dea dell’acqua; sua
madre era famosa per
essere anche dea della bellezza, e questo aveva contribuito a rendere
la
ragazza molto insicura e tendente a sottovalutarsi, cosa che non era
vero: Hi
sapeva per certo che lei era molto forte e anche carina, solo che era
sempre
all’ombra della genitrice.
E così, entrambi erano lì, più rapidi
ed efficienti di lui e Yoru. La cosa era
un po’ sfiancante, lo faceva sentire debole, cosa che non
era.
In lui si accese una certa rivalità, prima che il suo viso
si accendesse di
rosso, visto che al fianco di Ho apparve una ragazza bionda e
prosperosa
completamente nuda.
“Quando torni in camera?” domandò lei
dispiaciuta, accarezzando i bicipiti del
ragazzo, mentre lui sorrideva.
“Prendo la colazione con il mio amico e poi torno, che dici?
Anzi, meglio che
mi metta qualche vestito.” Si rivolse a Hi, appoggiandogli
una mano sulla
spalla: “Mi aspetti un attimo? Puoi?”
Il ragazzo dai capelli bianchi annuì più volte,
mettendo le mani dietro la
schiena mentre Ho sorrideva e rientrava in camera per potersi vestire.
Curioso di vederlo, si appoggiò allo stipite della porta,
finché il rosso non
uscì con la sua veste cerimoniale, composta da una giacca
aperta smanicata,
pantaloni lunghi fino al ginocchio e scarponcini simili a stivaletti
bassi
rosso bordeaux e dai bordi azzurro cielo.
“Andiamo!” lo esortò l’amico,
scendendo le scalette in fretta e dirigendosi nel
reparto risposto, dove c’era già qualcuno intento
a fare colazione.
Ho prese del pane con prosciutto e uova cotte al volo, mentre Hi
ordinò del
succo d’arancia, pane con marmellata e una brioche calda.
Stava giusto aspettando quest’ultima, quando vide il novizio
del fuoco mangiare
il panino in tutta fretta e dirigersi verso la porta.
“Ho-kun!” lo richiamò, usando
l’appellativo imparato da Asarika: “dove
vai?”
Non doveva tornare dalla ragazza in camera?
L’interpellato si bloccò con una gamba alzata e
un’espressione colpevole in
viso, facendo segno a Hi di zittirsi.
Ah, ma certo, ora capiva perché era tanto famoso nella sua
terra…
Se sfruttava e abbandonava i suoi amanti così, ci credeva
che lo chiamavano Infrangi
cuori…
Per lui, il solo pensiero di abbandonare Yoru gli era insopportabile,
non
riusciva a concepire un mondo dove lui non ci fosse.
Sospirante,
lo salutò con un cenno e il rosso sparì, con un
sorriso malandrino stampato in
volto.
In fondo, anche se per poco, si era come sentito di nuovo a casa e al
sicuro
nell’incontrare il suo amico, era qualcosa di familiare, un
po’ più vicino rispetto
ai cibi che sua madre gli mandava ogni sera nei templi delle
divinità in cui si
fermava.
Un fischio del cuoco lo riportò alla realtà,
prese la colazione ordinata e dopo
aver ringraziato, salì nuovamente le scale e si
recò in camera, allegro al
pensiero di fare colazione con il suo compagno di viaggio.
Sperava di trovarlo ancora addormentato, ma purtroppo Yoru era
già sveglio, già
vestito e già…arrabbiato?
La faccia rossa paonazza
non era certo
normale amministrazione.
“Yoruchan?” salutò incerto, alzando un
po’ il vassoio per mostrare il cibo, ma
il moro inveì contro di lui lo stesso.
“idiota! Sparire in questo modo…senza
avvisarmi…ma chi ti credi di essere? Hai
idea di che colpo ho preso? Qui siamo sulla Terra, tra i comuni
mortali, dove
possono anche sgozzarti nel sonno o rapirti, non nel mondo di nuvole
rosa dove
la tua mammina ti faceva dormire!” sbraitò,
ansante, le mani strette in pugni
pronti ad attaccare.
Hi si fece piccolo piccolo, ma non poté trattenersi dal
dire: “Veramente la mia
mamma mi faceva dormire nel mio letto, con le lenzuola e
tutto.”
Gli occhi di Yoru lampeggiarono d’ira, alzando una mano e
prendendo un gran
respiro, per poi chiudere lentamente gli occhi ed espirare, come a
cercare di
restare tranquillo.
No, non poteva usare e sprecare i suoi poteri su Hi, sarebbe stato
divertente
trasformarlo in qualcosa di ridicolo o addirittura sconvolgerlo
cambiandogli
sesso, ma sarebbe stato inutile.
Quella testa bacata prendeva tutto alla leggera, avrebbe dovuto
inculcargli le
regole della sicurezza in testa da solo, a parole. Purtroppo.
“La colazione! E scusami Yoruchan, non volevo farti
preoccupare.” Disse allegro
il ragazzo dai capelli bianchi, con un gran sorriso sul viso.
Yoru si era arrabbiato perché era preoccupato per lui,
questa era una bella
cosa! E soprattutto un passo avanti nel loro rapporto!
Il moro sospirò e si sedette sul letto, prendendo una
brioche e dandogli un
morso di malavoglia, il nervoso gli aveva chiuso un po’ lo
stomaco ma doveva
mettere qualcosa sotto i denti.
Hi bevve un po’ di succo d’arancia e si
avvicinò alla finestra per guardare
fuori, sbrodolandosi un po’ nel vedere una nuova figura molto
conosciuta.
Una ragazza che dimostrava circa sedici anni, dai lunghi capelli
azzurri con
una spessa frangia e due sfere trasparenti ai lati della testa, si
guardava
attorno, stringendo l’orlo del vestito smanicato senza
spalline anch’esso
azzurro, con dei bordi
rossi che la mettevano decisamente in risalto.
Strofinava la suola di uno stivale azzurro lungo fino al ginocchio,
come se
fosse stata ansiosa, mentre si guardava attorno spaesata.
Quella era Mizu, la compagna di viaggio di Ho, e probabilmente si erano
persi
di vista… oppure si erano dati appuntamento in quel luogo, e
Ho non si era
spiegato bene, lasciando la povera ragazza in mezzo a degli
sconosciuti, che
gli lanciavano sguardi lascivi e curiosi.
“Yoruchan.” Gracchiò Hi, tastando alla
cieca per poter afferrare un tovagliolo
o qualcosa senza perdere
di vista la
novizia dea.
“Io scendo un attimo, puoi aspettare qui?”
“Perché, cosa succede?”
domandò stranito il moro, fissandolo di sottecchi per
quel comportamento strano.
Gli aveva passato un fazzoletto, prima che afferrasse la manica della
sua veste
per pulirsi.
“C’è Mizu-chan qui fuori.”
Confessò, e subito il compagno corse alla finestra
con lui, guardando quella figura ben distinguibile dalla massa che
stava ferma
e in panico.
“Come è possibile? Come fa ad essere
qui?” domandò ancora, e sembrava
spaventato. Chissà cosa gli prendeva?
Non gli erano giunte voci o rancori tra Yoru e qualcun altro, era
sempre stato
attento a sentire qualunque notizia per poter ritrovare il suo amore
perduto, e
Ho e Mizu erano gente che lui aveva frequentato abitualmente quando era
nell’Alto dei cieli…
Gli appoggiò la mano sulla spalla, un po’
impensierito, mentre il moro teneva
lo sguardo fisso fuori.
Lo sentiva tremare leggermente, e proprio non riusciva a capire cosa
gli stesse
succedendo.
“Yoruchan..?” domandò, prendendolo per
le braccia e cercando di farlo sedere
sul letto, fargli bere un po’ di succo e tranquillizzarlo.
“No…non…vai fuori da lei,
vai.” lo invitò, tenendo lo sguardo vuoto verso il
basso.
Hi non era convinto, ma non poteva nemmeno lasciare Mizu là
fuori alla mercé di
tutti.
“Torno subito.” Assicurò, dirigendosi
subito fuori dalla stanza e della locanda
per poter raggiungere nella stradina al lato la ragazza dai capelli
azzurri.
“Mizu-chan!” chiamò il novizio del
mattino, alzando una mano per poter
richiamare la sua attenzione.
L’interpellata, che era di spalle, si voltò,
sorridendo per la gioia di vedere
un volto amico.
“Hi! Non ci posso credere, sei anche tu qui!”
esclamò, camminandogli incontro
per raggiungerlo subito.
“Tutto bene? Ti sei persa?” domandò il
ragazzo, mettendole una mano sulla
schiena per poterla accompagnare dentro.
“Oh, no, stavo solo aspettando Ho. Abbiamo…dormito
in posti diversi, lui con la
solita sciacquetta, è la terza da quando siamo
arrivati….”sibilò, mentre il suo
sguardo si faceva scuro e gli occhi diventavano sottili fessure.
A volte la novizia dea dell’acqua era un po’
strana. Passava da atteggiamenti
timidi e riservati a certi attacchi di violenza da paura, e quel tono
era il
campanello d’allarme.
Il ragazzo deglutì a vuoto, sperando di non incappare nella
sua furia; sapeva
che lei era innamorata cotta di Ho, era chiaro praticamente a tutti,
tranne che
al diretto interessato…
Stavano giusto per entrare, quando furono fermati proprio dal novizio
dio del
fuoco, che esordì con un “Ehi bella
gente!” e un sorriso che sembrava urlare di
prenderlo a schiaffi.
“Ecco dov’eri. Ti stavo aspettando
dall’altra parte.” Continuò,
rivolgendosi
alla ragazza, che abbassò di nuovo lo sguardo mentre
arrossiva a dismisura.
Per fortuna erano riusciti a riunirsi, anche se dovevano migliorare la
comunicazione, decisamente!
“Bene, noi andiamo Hi. Ci si becca in giro.”
Salutò il rosso, dandogli una energica
pacca sulla schiena, seguito da un saluto e un bassissimo
“grazie.”
Riconoscente da parte di Mizu.
“State attenti!” esclamò il novizio del
mattino, mentre la coppia si
allontanava da quel paese.
Era stato bello incontrarli, in fondo.
Per un attimo, si era sentito di nuovo a casa.
Note Finali: Entrano in scena ben due
nuovi personaggi, Ho il fuoco e Mizu l’acqua.
Sono due personaggi che per ora spariscono, ma torneranno, come Asarika
e gli
altri…e non avete ancora visto nulla! xD In questa storia ce
ne sono parecchi
di personaggi…forse troppi BD ma spero li
apprezziate…
(Domani metto i
disegni dei due personaggi)
Alla prossima :3