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Autore: slytherin ele    23/02/2014    3 recensioni
Queste storie partecipano al contest a turni, indetto da Frantasy94, "Fritto di paranza".
Alec... con la sua nebbia che toglie la percezione del mondo... con la sua malignità e brutalità... in una parola solo: Alec, uno dei personaggi che preferisco di Twilight.
I: L'arma più potente (drabble) --> Alec, la gurdia de Volturi... soltanto?
II: Non sono la tua arma. (Flash-fic) --> A volte le persone che ti sono più vicine, anche i tuoi sottoposti, sono le più pericolose...
III: Premonizione e Potere: l'avvento di Alec Volturi (one-shot) --> E prima della guardia Volturi? Come nacquero i suoi poteri?
Raccolta disomogenea e slegata in sè di alcuni momenti, inventati e non, della vita di Alec...
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alec, Altro personaggio, Aro, Jane, Volturi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Storia partecipante al secondo turno di “Fritto di Paranza” (contest indetto da Frantasy94) che richiedeva di modificare il finale di un certo personaggio, per me sempre Alec, come sarà nel resto della raccolta. Spero non sia inverosimile, io ce lo vedo a compiere un atto del genere.

ciao

slytherin ele

 

 

Non sono la tua arma.

 

Aro si era arreso. La premonizione di Alice Cullen lo aveva convinto a desistere e a battere in ritirata.

La sua decisione mi aveva stupito, ma lui era il leader e io mi limitavo a eseguire gli ordini: niente di più.

 

Stavamo ritornando a Volterra, alla vita di sempre. Dove non sarei stato altro che un giustiziere per i condannati; avrei mostrato la magnanimità di Aro e dei Volturi.

La foresta ci circondava ancora e il gruppo era compatto, decine di vampiri accorsi al grido di giustizia di un pazzo; questo era Aro, in fin dei conti, con la sua mania di giustizia e il mantenimento della razza, nient’altro che un folle, ma questo suo lato non mi aveva mai infastidito.

 

Non saprei dire che cosa mi fece cambiare idea, non saprei spiegare perché non rimasi al mio posto, seguendo il capo passo dopo passo per vivere l’eternità come una semplice arma.

Forse, fu l’aria di superiorità e arroganza che mostrò Aro o la sufficienza con cui mi guardò Caius, mentre affermavano che avrebbero vinto la battaglia senza problemi, ma era stato più saggio ritirarsi.

Non era vero. Loro non sarebbero usciti vincitori da quello scontro, senza di me, senza Jane; non avrebbero superato nessuno dei combattimenti fin ora affrontati, non avrebbero ucciso un solo vampiro senza il nostro aiuto!

Avevano ancora il coraggio di affermare di essere i fautori della loro fortuna, senza noi guardie non sarebbero sopravvissuti tutti quei secoli, non sarebbero stati nulla se non dei normali vampiri, probabilmente assoggettati ad altri più forti.

 

Mi bastò lanciare uno sguardo a mia sorella, si trovava alla mia destra, le nostre mani si sfioravano quasi; lei capì immediatamente e annuì lievemente.

Si avvicinò ad Aro e Caius, che le rivolsero tutta la loro attenzione. Tutti gli altri Volturi sembrarono stupiti quanto loro e fecero un passo avanti, mentre Jane illustrava un piano fasullo e inventato per attaccare nuovamente, una strategia che non sarebbe mai stata messa in atto.

Nessuno badò a me, né alla nebbia perlacea che si spanse dalle mie mani, fino a raggiungerli. I più vicini caddero, urlando spaventati, mentre Caius si girò verso di me, infuriato. Jane fu più veloce.

“Dolore.” Quella singola parola bastò a far sì che uno dei nostri capi cadesse al suolo in preda alla sofferenza più atroce.

Aro provò a muoversi, sul suo viso, per la prima volta, potevo vedere una vera espressione di stupore.

Era tardi: nessuno dei vampiri aveva agito abbastanza in fretta e l’occhiata supplicante che lanciò a Demetri e Felix non fu d’aiuto, poiché avevano già cominciato ad uccidere i Volturi e i loro alleati.

 

L’ultimo a cadere fu Aro: non fui buono con lui, non lasciai che morisse di una morte indolore. Lo liberai dalla nebbia, poco prima che Felix lo decapitasse e gli desse fuoco.

 

Le guardie si erano rivoltate, le armi avevano attaccato i loro padroni.

Avevamo compiuto il primo passo verso una nuova era, forse una nuova supremazia, non l’avevo ancora stabilito .

L’unico fatto indiscusso era che avrei deciso del mio destino.

[510 parole]

   
 
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