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Autore: TeenSpiritWho_    23/02/2014    3 recensioni
Il futuro può essere cambiato anche solo dal più piccolo errore, e Duncan lo scoprirà presto. Verrà trascinato in un luogo sconosciuto e dovrà lottare contro chi amava per salvare chi ama. Perché non sempre le persone di cui ti fidi si conoscono del tutto...
Genere: Azione, Guerra, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Geoff, Gwen, Un po' tutti | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Una sensazione di gelo improvvisa mi fece risvegliare dallo stato di torpore in cui mi trovavo. Annaspai, spalancando gli occhi. Cercai senza risultati di mettere a fuoco la persona che mi aveva gettato quella secchiata di acqua gelida in pieno viso, ma la testa mi faceva molto male. Ad ogni modo l'aria fredda e il venticello che mi scompigliava i capelli indicavano che mi trovavo all'aperto. La domanda era: dove?

Cercai di alzare una mano per toccarmi la testa dove immaginavo fossi ferito, ma mi accorsi che non ci riuscivo. Qualcuno mi aveva legato le braccia dietro la schiena, impedendomi di muoverle, ed ero seduto a terra, appoggiato con la schiena contro una superficie ruvida. Cercai di alzarmi in piedi, ma la testa mi girava e persi l'equilibrio, ricadendo a terra in ginocchio.

-Ehi, cosa credi di fare?- disse una voce maschile. Immediatamente dopo qualcuno mi spinse nuovamente indietro con un calcio, e la mia schiena urtò di nuovo quella superficie ruvida, forse un albero.

Questa volta mi sforzai maggiormente di mettere a fuoco la persona che mi stava davanti. Era un ragazzino, a malapena maggiorenne, dalla pelle olivastra e capelli neri sparati in aria.

-Cosa... dove sono?- mormorai.

-Non ti è dato saperlo.- il ragazzino mi voltò le spalle e tornò a sedersi davanti al fuoco, qualche metro più avanti.

Avrei potuto provare a rialzarmi e correre via, ma sapevo che le gambe non mi avrebbero retto e un terribile dolore alle costole mi impediva di tenere la schiena dritta. Improvvisamente mi ricordai di quello che era successo prima che svenissi, di quei due tizi che mi avevano rapito, Lightning e Ezekiel. Dov'erano finiti? E il ragazzo con i capelli neri da dov'era sbucato?

Guardai in alto e osservai il cielo scuro, puntellato di brillanti stelle. Doveva essere passata solo qualche ora da quando ero svenuto.

Rivolsi nuovamente lo sguardo sul ragazzo, che stava ravvivando il fuoco con un rametto.

-Sei qui per farmi la guardia?-

-Non posso parlarti.-

-Gli altri due dove sono andati?-

-Sei sordo? Ho detto che non posso parlarti.-

Rimasi in silenzio qualche secondo, osservando la sua reazione. Sembrava piuttosto nervoso, come se mi stesse tenendo prigioniero contro la sua volontà.

-Mi consegnerete ai Grigi?-

-Eh? Chi sono “i Grigi”?-

-La polizia, i robot, come preferisci.-

-Ah, loro... non posso dirtelo.-

Sollevai un sopracciglio -Ma è così che andrà, vero? Mi consegnerete a loro e intascherete la ricompensa.-

-Chiudi il becco, altrimenti mi metti nei guai.-

-Pensi veramente che divideranno la ricompensa con te? E' una bella sommetta, ma quel Lightning mi sembra un po' troppo sveglio... probabilmente appena avrà ottenuto quello che vuole si libererà di te e di quell'altro idiota.-

Il ragazzo aveva iniziato a sudare e si allentò il colletto della maglietta, fissandomi con occhi stralunati -M-ma che stai dicendo?-

Alzai le spalle -Semplicemente quello che penso.-

-Cazzate.- si voltò nuovamente verso il fuoco, cercando di ignorarmi, ma era evidente che lo avevo turbato.

-Non la penserai così quando quella specie di armadio a due ante ti farà fuori con le sue mani.-

Il ragazzo scatto in piedi e si fiondò su di me. Cercai di evitarlo, sorpreso, ma lui mi prese per la gola con una mano, bloccandomi il respiro.

-Sentimi bene, merdina, se non chiudi quella bocca adesso ci penso io a farti stare zitto.-

Lo fissai negli occhi: non erano più i due occhi spaventati e nervosi del ragazzino che tentavo di spaventare poco prima, erano gli occhi rabbiosi e pieni di odio di uno psicopatico che è pronto a uccidere.

Mossi la testa su e giù per mostrargli che avevo capito, mentre cercavo disperatamente di respirare.

-Ehi, Mike, che diavolo stai facendo?!- urlò Lightning, spuntando dal bosco.

Il ragazzo tolse immediatamente le mani dal mio collo. Scosse la testa confuso, poi mi guardò sbalordito.

-Io... io non...-

Lightning alzò gli occhi al cielo, sospirando -Fammi indovinare, era diventato di nuovo Vito.-

-Ti giuro, Lightning, mi dispiace, non so come sia potuto accadere!-

-Si, beh, vedi di non ammazzarlo. Se lo portiamo da loro vivo la ricompensa sarà maggiore.-

Lightning si avvicinò al fuoco ridacchiando, e si scaldò le mani accanto alla fiamma. Ezekiel arrivò poco dopo trasportando sulle spalle un paio di animali morti.

-Mmh, che cenetta invitante.- mormorai, con una smorfia.

Ezekiel emise una risatina stridula -Oh, non preoccuparti, tu non l'assaggerai nemmeno!-

Lightning gli lanciò un'occhiataccia -Chiudi quella bocca Zeke.-

Per tutta risposta il mio stomaco brontolò rumorosamente. Quanti giorni erano che non mangiavo, due?

Il ragazzo con i capelli neri, Mike, si sedette accanto agli altri due, prendendo a scaldarsi a sua volta e continuando a lanciare sguardi preoccupati a Lightning.

Finalmente parlò -Ehi, ehm... Lightning?-

Lui si voltò a guardarlo, mentre addentava un pezzo di carne -Cosa?-

-Noi... voglio dire, quando sarà tutto finito... divideremo la ricompensa, giusto?-

Sollevò un sopracciglio -E' quello che ho detto. Ne abbiamo già parlato.-

-Certo, certo, era solo per...-

Lightning gli sorrise bonariamente e gli appoggiò una mano sulla spalla con fare paterno, poi sussurrò a denti stretti -Non ti devi preoccupare.- Detto questo si alzò in piedi, entrando nella tenda poco lontano.

Mike rimase a fissare il fuoco, poco convinto, mentre io gli rivolgevo un ghigno soddisfatto.

 

Non riuscivo a prendere sonno in quella scomoda posizione, e in più il freddo cominciava a farsi pungente e tremavo come una foglia. Mike e Zeke erano andati a dormire nelle loro tende, mentre Lightning, che avrebbe dovuto farmi la guardia, si era appisolato davanti al fuoco ormai quasi spento.

Cercai nuovamente di alzarmi, ma una fitta di dolore alla gamba mi fece ricadere a terra.

Probabilmente è rotta, pensai, mordendomi il labbro inferiore per non urlare.

Appoggiai la testa contro l'albero e guardai il cielo.

Chissà se anche Gwen sta guardando le stelle in questo momento...

Stavolta la fitta di dolore non arrivò dalla gamba, ma dal cuore. Le parole di Heather continuavano a tormentarmi. Gwen non mi aveva mai amato e i Ribelli mi avevano usato, mandandomi in una missione suicida solo per intascare la ricompensa per la mia cattura. Mi sentivo così stupido per non essermi accorto di niente, ma l'amicizia di DJ, Bridgette e tutti gli altri mi era sembrata così sincera, e l'amore di Gwen ancora di più. Tutto quello che avevamo passato, come poteva essere solo finzione?

Chiusi gli occhi. Mi mancava la mia vita, la mia vita normale nel 2013, i miei amici, mia sorella, per l'amor di Dio, persino Geoff, anche se non riuscivo ancora a capire se fosse dalla mia parte o con i Ribelli.

Voglio andare a casa...

Cosa avrei fatto ora? Sarei morto probabilmente. Courtney non sarebbe stata molto clemente con me, e chissà in quale agonizzate maniera mi avrebbe ucciso. Avrei fatto meglio a buttarmi da quella scogliera quando ne avevo l'occasione. Anzi, avrei fatto ancora meglio a lasciarmi morire con quelle pillole, al Rifugio, un'infinità di tempo prima. Mi sarei risparmiato parecchio dolore.

Una folata di vento mosse le fronde, che produssero un suono rilassante. Aprii gli occhi un'ultima volta, poi la stanchezza ebbe il sopravvento e le palpebre si fecero pesanti, sempre di più...

Ma il rumore di un ramo spezzato mi fece spalancare nuovamente gli occhi.

Rilassati Duncan, sarà stato il vento, pensai, ma un brutto presentimento mi impediva di riaddormentarmi.

Vidi qualcosa muoversi dietro agli alberi.

Un animale, sarà solo un animale. Non preoccuparti.

Con i nervi a fior di pelle, mi sporsi in avanti per scrutare nel buio. Non c'era niente, naturalmente.

Poi di nuovo un rumore, questa volta più vicino.

Oh, mi sto veramente stancando degli agguati notturni. Speriamo almeno che questa volta non sia una famiglia di cannibali, pensai, e dovetti trattenere una risata isterica.

Vidi un altro movimento tra i cespugli, e cercai, senza molti risultati, di convincermi che fosse ancora un animale. Lightning si rigirò nel sonno, senza però svegliarsi, cominciando anzi a russare rumorosamente.

Cristo santo, se non avessi una gamba rotta potrei tranquillamente scappare senza che si accorgano di nulla.

Un'ombra si avvicinò furtiva al fuoco, e di sicuro non era un animale. Sembrava una donna, non particolarmente alta e abbastanza formosa, ma comunque silenziosa come un gatto. Il respirò mi si bloccò e mi immobilizzai. Chi era? Era venuta per me? Poteva essere un altro gruppo di banditi che era venuto a cercarmi per riscuotere la ricompensa.

La donna si avvicinò a Lightning e, quando fu a pochi centimetri da lui, gli passò un fazzoletto sul naso. Doveva essere imbevuto di sonnifero per fare in modo che non si svegliasse.

A quel punto fece un gesto, e un'altra ombra uscì dal bosco per poi dirigersi verso di me. Il buio era fitto, ma questo mi sembrava un uomo, più o meno della mia statura. Non sarebbe stato difficile difendersi da lui, ma nelle condizioni in cui mi trovavo non sarei riuscito a fargli un graffio.

-Ehi, chi siete? Cosa volete?-

Il ragazzo si portò un dito alla bocca, intimandomi di fare silenzio. Tirò fuori una torcia e me la puntò dritta in viso.

Sbattei le palpebre, accecato, e mi voltai dall'altra parte -Ma che cazz...-

La ragazza mi si fiondò addosso. Mi ritrassi, pensando che volesse colpirmi, ma lei si limitò a mettermi una mano sulla bocca, per farmi tacere.

-Chiudi il becco, dolcezza, siamo qui per aiutarti.- sussurrò.

Dolcezza?, provai a mormorare, confuso, ma il suono fu attutito dalla sua mano.

-Si, Leshawna, è lui. Ora sbrighiamoci ad andarcene da qui.- sussurrò l'altro, spegnendo la torcia.

-Fermi, fermi, dove mi volete portare?- dissi, mentre Leshawna mi slegava i polsi.

-Al sicuro. E ora smetti di parlare, dobbiamo fare silenzio.- disse il ragazzo. Cercò di aiutarmi ad alzarmi, ma con un gemito mi accasciai di nuovo a terra.

-La gamba. Penso sia rotta.- mormorai a denti stretti, cominciando a sudare freddo per il dolore.

Il ragazzo ringhiò, scocciato, e lanciò uno sguardo a Leshawna. Lei annuì. I due mi presero per le braccia e mi tirarono su di scatto, mettendomi poi le braccia intorno alle loro spalle, in modo che potessi appoggiarmi a loro e camminare solo sulla gamba buona.

Finalmente fummo fuori dallo spiazzo dove si trovava l'accampamento. Cominciammo a camminare con difficoltà tra arbusti e radici che sporgevano dalla terra e io mi facevo sempre più debole. Avrei voluto fargli delle domande, chiedere chi fossero, ma ero troppo preso dal dolore. Il mondo intorno a me girava vorticosamente, e non sarei riuscito a stare in piedi ancora per molto. Il bosco finì e arrivammo a un largo sentiero sterrato. Ferma lì in mezzo c'era un'automobile, un fuoristrada verde militare, la prima auto funzionante che vedevo da mesi. Dentro l'auto c'era qualcuno. Anche se il buio non mi permetteva di vederlo bene mi sembrava familiare, ma non ci feci caso. Ad ogni modo, ero sollevato di sapere che non avrei più dovuto camminare. Speravo solo che quei due dicessero la verità e volessero aiutarmi. L'unica cosa che potevo fare era fidarmi, non avevo alternative.

Eravamo quasi arrivati allo sportello, quando sentii qualcosa uscire dal bosco. Tutti e tre ci voltammo, di scatto.

Zeke era sul limitare del bosco, con una pistola stretta in mano. Doveva averci seguiti fino a quel momento.

-Non fate un passo.- disse con voce tremante.

Prima che Leshawna o Scott potessero fare qualcosa, sfilai il pugnale che la ragazza teneva nella cintura e, cercando di sopportare il dolore, corsi verso Zeke.

Lui sparò, ma non doveva essere molto pratico di armi, perché mi bastò abbassarmi un pelo per evitare la pallottola. Sparò altre due, tre volte, ma era troppo lento e con una pessima mira. Prima che potesse rendersene conto ero davanti a lui, mentre tremava come una foglia. Lo disarmai con uno scatto della mano e gli piantai il pugnale tra gli occhi. Zeke mi lanciò un ultimo sguardo spaventato, poi gli occhi si appannarono e un piccolo rivolo di sangue gli uscì dalle labbra semiaperte.

Staccai con uno scatto il pugnale dalla sua fronte e lui cadde a terra, morto. Ansimante, mi voltai verso Leshawna e Scott, che mi fissavano a bocca aperta.

-Wow, dolcezza, ci sai fare.- commentò lei.

Feci un passo verso di loro, ma quell'ultimo movimento mi provocò una fitta più forte delle altre e caddi a terra in ginocchio, con un grido di dolore.

Sentii che stavo per perdere di nuovo i sensi, ma riuscii a vedere i due ragazzi che correvano verso di me per soccorrermi. A sua volta anche l'uomo dentro la macchina era sceso e si stava precipitando da me. La luce della luna illuminò per un momento il suo volto preoccupato, i capelli brizzolati e gli occhi azzurri. In quel momento lo riconobbi e capii perché mi era sembrato così familiare.

Incredulo, mormorai -P-papà?-


 

*tossicchia imbarazzata*
Quanto tempo è passato dall'ultimo capitolo? Taaanto. TROOOOPPO.
Anyway, I'm back! :3
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. E sopratutto spero di avervi incuriosito, eheh.
Spero che per il prossimo capitolo ci vorrà meno tempo, ma la scuola me ne lascia ben poco, purtroppo. :c
Un ringraziamento speciale a tutti quelli che continuano a seguire la mia storiella nonostante i miei clamorosi ritardi!
A presto! (si spera)

  
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