Capitolo 32: Una nuova amicizia?
C |
on
passo tanto deciso quanto permeato d’ansietà, Lew A1 Harper, Organic Coordinator dell’organismo asukiano,
entrò nella camera del controllo emotivo, dove trovò il capo-sezione della
Sensitiva, Chandler, affiancato da alcuni suoi tecnici e altri della Neuro, mentre
esaminava la condizione di alcuni apparati, sicuramente molto importanti.
Mancava naturalmente il titolare, Marlowe, ancora completamente incosciente.
Lo
stato degli impianti non si presentava nella maniera migliore, come testimoniavano
parecchi quadranti col vetro protettivo sbriciolato e l’annerimento dei vari pannelli
protettivi. Il Coordinatore rimase un istante con le mani dietro la schiena a
osservare l’espressione nettamente preoccupata del responsabile sensitivo, poi
si fece coraggio e gli rivolse la parola: “Coraggio, Gus: mi dica tutto!”
Il
subordinato si voltò e fissò il volto del superiore: “C’è ben poco da dire… e
non sono buone notizie, purtroppo!”
“Ragione
di più per non farle aspettare… avanti!”
“Signorsì!
In breve, l’azione del signor Marlowe (avventata quanto opportuna) nell’interrompere
il canale fra Neuro e Genetica per evitare che l’organismo perdesse il
controllo durante l’attacco sensuale della signorina Takamya, ha generato un
ritorno d’energia impulsiva verso il sistema di filtraggio dei segnali
percettivi.[1] Questo sovraccarico è
stato inevitabilmente assorbito dai cross-over… e li ha messi completamente
fuori uso!”
Harper
squadrò il subordinato, domandandogli freddamente: “Si tratta di un danno
irrimediabile…?”
“Fortunatamente
no” sospirò il capo-sezione “però ci vorrà parecchio per rimettere in sesto il sistema.
Nel frattempo…”
“Sì…?”
“…non
potremo più incanalare nessuna informazione ai due elaboratori… e ciò significa
che, né le memorie, né le percezioni di qualunque soggetto esterno saranno in
grado di stimolare l’organismo. Né in modo emotivo, né in modo sensuale!”
Il
Coordinatore corrugò la fronte: “L’incidente ha in qualche modo alterato i Coefficienti
Relazionali, per caso?!”
“No,
perché, come le ho già detto, il sovraccarico d’energia è stato completamente
assorbito dal sistema di selezione e quindi non ha potuto raggiungere
l’elaboratore emotivo!”
“Meno
male…! Tuttavia, se ho capito bene, ora non siamo più in grado di sollecitare
né l’uno, né l’altro. Giusto?”
“Beh,
per ciò che riguarda quello emotivo, possiamo inserire un ponticello con le
celle di memoria della Cerebrale e coi ricettori della Sensitiva!”
“Bene.
E riguardo a…”
Chandler
prevenne il superiore scuotendo desolatamente la testa: “Per l’elaboratore
sensuale non è previsto nessun sistema di bypassaggio, signor Harper!”
“Ne
è sicuro?”
“Sì,
purtroppo: ragioni di sicurezza!”
“Si
spieghi meglio!”
“Vede…”
sospirò il capo della Sensitiva “…il sistema selettivo non esercita solo uno
smistamento delle sensazioni verso i due elaboratori… ma svolge anche una
funzione attenuante verso i circuiti terminali, in modo da scongiurare reazioni
troppo… inconsulte: lei mi capisce!”
“Sì…
credo di sì!” rispose A1 passandosi una mano sul mento, con fare imbarazzato.
“Per
cui… il canale di alimentazione verso la Genetica potrà essere riaperto
solamente quando avremo ripristinato del tutto il sistema di filtraggio!”
concluse Chandler.
“Tradotto
in parole povere… equivale a dire che, per tutta la durata delle riparazioni, il
signor Alan rimarrà completamente impotente! Vero…?”
“È
così, signore!” confermò l’altro, con un nuovo sospiro.
Dopo
avere masticato una serie di imprecazioni, fortunatamente incomprensibili, A1
tornò a rivolgersi al capo-sezione: “Quanto vi ci vorrà per rimettere in
funzione tutta la baracca?”
Chandler
fece una rapida riflessione ed emise il suo verdetto: “Una quindicina di ore,
più o meno!”
“COSA…??
Quindici ore?!! Gus, ma si rende conto che stasera dovevamo portare fuori la
signorina Haneoka?!”
“Lo
so, signore!” rispose il subordinato, tenendo gli occhi bassi.
“Ora,
non dico che proprio oggi dovessimo
necessariamente… concludere! Ma qualche
altra A ci scapperà di sicuro… forse anche una B. E non possiamo non essere in
grado di rispondere! Come lei stesso m’insegna, le Sensitive femminili, con la
loro altissima percettività, non sono facilmente ingannabili! Sarebbe una vera
tragedia…! Ci dovete assolutamente riuscire in meno tempo!”[2]
“Non
è possibile stringere più di tanto, signore. Quei circuiti sono estremamente
delicati: una piccola mossa falsa e rischieremmo di fare dei danni irreversibili!”
“Mi
rendo conto, amico mio… ma la gravità della situazione m’impone ugualmente di chiederle
- o meglio ordinarle - di ridurre il
più possibile questo dannatissimo black-out!”
Gus
Chandler tornò a sospirare. Poi rispose, tentennando: “Forse… potremmo anche farcela
in dieci ore. Ma non glielo garantisco!”
“Beh,
faccia del suo meglio. Ho la massima fiducia in lei, come ben sa. Anche oggi,
dopo che il povero Marlowe aveva perso i sensi, ha saputo gestire i messaggi
dissuasivi verso la Takamya in un modo veramente impeccabile. Ho fatto bene a
passare la grana a lei, invece che a quel pragmatico di Watson!”[3]
“Grazie,
capo. Sinceramente, mi stupisco di esserci riuscito: non era neanche il mio
mestiere!”
“Non
si sottovaluti, Gus: la sua duttilità è piuttosto nota, qui dentro! Sono sicuro
che, anche per risolvere l’attuale emergenza, nessuno potrebbe farlo meglio di
lei!”
“La
ringrazio di nuovo, signore. Nondimeno, mi sento in dovere di ribadirle che
sarebbe molto saggio rimandare l’incontro con miss Haneoka!”
“L’appuntamento
non è assolutamente procrastinabile, Chandler” scosse la testa il Coordinatore
“in quanto al resto… beh, stasera vedremo di limitarci alle semplici effusioni.
Sicuramente, a Marlowe questa dilazione non spiacerà… ma tenga conto che le
nostre simpatiche controparti potrebbero anche decidere diversamente, in proposito!”
“Oh,
via, signore: stiamo parlando della signorina Lisa: una ragazzina così per bene!
Non credo proprio che…”
“Ha
forse dimenticato di chi si tratta?
Sotto le innocenti manine di Haneoka, si nascondono pur sempre le grinfie di
Saint Tail!”
Realizzando
ciò che il suo capo gli stava dicendo e soprattutto ricordandosi chi c’era a dirigere
la Sensitiva della controparte, Chandler rabbrividì.
“Ho
capito, signore” disse, scattando sull’attenti e salutando “in questo caso, ci
faremo in quattro!”
“Allora
ci conto!” ribatté A1 dandogli un’amichevole pacca sulla spalla. Dopodiché,
abbandonò la stanza per andare a sincerarsi delle condizioni di Marlowe.
“A
noi due, Serena” esclamò il capo della Sensitiva asukiana, rimboccandosi le
maniche del camice “puoi star sicura che non ci arrenderemo senza combattere: la
tua assistita dovrà sudarsi anche questa vittoria. Ci puoi scommettere…!”
“Takamya,
Asuka: perché questo ritardo…?” domandò severamente l’insegnante ai due
ragazzi, non appena rientrarono in classe.
“Mi
perdoni” rispose Rina, ostentando un deciso rossore in faccia “sono dovuta
andare in bagno!”
“Capisco.
E tu, Asuka…?”
“Io
non ho scuse, madre… stavo parlando con un amico di un’altra classe… e non ho
fatto caso alla campanella. Sono veramente mortificato!”
La
suora sospirò, voltando gli occhi al cielo. Poi replicò, aspramente: “Bene, ma che
non si ripeta più. Ai vostri posti e aprite il libro di testo!”
Una
volta al banco, Alan si affrettò a lanciare uno sguardo verso Haneoka e la vide
fissare la biondina con estrema attenzione. Rassicurata dall’aria tutt’altro
che spavalda della rivale, la fanciulla fissò il suo ex-inseguitore con aria
interrogativa (diremmo meglio inquisitoria)… Rip Kirby portò con noncuranza la
mano destra del ragazzo davanti alla bocca e fece poi roteare l’indice per
trasmettere il messaggio seguiranno
spiegazioni… al che, la sua omologa Rosanna Speedy fece aggrottare la
fronte di Lisa per trasmettere il messaggio di ritorno sarà meglio per te!
Il
detective sospirò stancamente e cercò, con poco successo, di concentrarsi sulla
lezione.
All’intervallo,
come udì il suono della campanella, scattò in piedi fulmineo e si diresse verso
i banchi dei suoi compari abituali…
“Ehi,
ragazzi… andate in mensa?”
“Che
ti prende, Al?” ribatté un ragazzo dai capelli castani “Stamani, le tue belle
non ti hanno rifornito?”
Il
tale aveva posto la domanda con marcato accento ironico. Si diceva avesse un
debole per Ryoko e che temesse, prima o poi, di vedere anche costei cadere
vittima del fascinoso Humprey Bogart della classe!
Lui
non ci fece - o non volle - farci caso: “Negativo: forse hanno esaurito le
provviste! Venite o no?”
“Beh…
veramente pensavamo di mangiare in cortile!” rispose il ragazzo castano,
mantenendo un’espressione impassibile.
A
questo punto, più conciliante, intervenne un secondo compagno: “Però, Ken,
magari si potrebbe…”
“Ok,
fate come vi pare…!” taglio corto Alan, voltando loro la schiena e dirigendosi
verso l’uscio. L’amico di Ken si rivolse a quest’ultimo con tono di rimprovero:
“Ma che ti è preso, da trattarlo così…?”
L’altro
emise uno sbuffo, poi seguito da un sospiro: “Hai ragione, Yusaku, sono stato
uno stupido… è che l’altro giorno mi ha dato sui nervi: tutte le ragazze con
gli occhi puntati su di lui…!”
“Non
mi sembra, però, che noialtri maschi li tenessimo puntati altrove” puntualizzò ironicamente
il compagno “dai, non preoccuparti: non m’è parso che lo sguardo di Ryoko fosse
più intenso rispetto alle altre!”
“Che
vorresti, dire…? Ti proibisco certe insinuazioni!!”
“Del
tipo che saresti un po’ geloso?”
“T’ho
detto di smetterla…!!”
“Okay,
okay… a patto che, adesso, tu venga con me a pranzare con Alan. D’accordo?”
Ken
borbottò qualcosa tra i denti e poi acconsentì. Seguendo con lo sguardo i due
che uscivano dall’aula, ormai praticamente vuota, Lisa non poté trattenersi dal
commentare a bassa voce: “Ragazzi… non sanno fare altro che scappare…!”
“Hai
proprio ragione, sorella!”
La
ragazza sussultò e volse di lato la testa, trovandosi al cospetto della
Takamya.
“Rina…!!
Che… che cosa vuoi…?”
“Solo
darti un buon consiglio… se ti degnerai di ascoltarlo!”
Colpita
da quelle inaspettate parole, Lisa fissò il volto della rivale, sorpresa di non
trovarvi stampato sopra il solito sorrisetto beffardo. La compagna di classe mostrava
invece un’espressione malinconica che, per strano che fosse, la rendeva
decisamente più gradevole! In aggiunta, i suoi begli occhi scuri apparivano sinceri
quanto tristi…
“Di…
dimmi pure!” la incitò allora Lisa, dolcemente.
La
biondina prese un respiro profondo: “Se vuoi veramente bene ad Alan… e voglio credere che sia così… sbrigati a
prendertelo! Prima che lo faccia qualcun’altra!”
Haneoka
dovette contrarre i muscoli facciali per impedire alla sua bocca di spalancarsi.
Ma datosi che già era mezza aperta, si sforzò di modellarla in un sorriso.
“Qualcun’altra?
Per esempio tu…?”
Dina
distolse lo sguardo, spostandolo verso le finestre. Lisa rabbrividì, quando
vide la sua “nemica” tergersi furtivamente una lacrima.
“Io?”
rispose, con voce tremula “Io non ho più nessuna speranza… se non di averlo
come amico. L’ho capito stamattina!”
Lisa
ebbe un altro sussulto, stavolta ben più marcato: “Rina…!! Dove… dove l’hai
portato, quando siamo arrivati a scuola?” gridò, con voce allarmata “Che cosa
gli hai fatto??”
Rina
tornò a guardarla con un’espressione ancora più malinconica: “Non è successo
niente, Lisa… fidati! Altrimenti non sarei qui a dirti queste cose. Ti pare?”
“Ma…
allora significa che… tu avresti…” chiese l’altra, con voce sempre più alterata,
spalancando i suoi occhioni blu.
“Sì,
ci ho provato” rispose Rina, senz’altri preamboli, appoggiando le mani sul
banco di Lisa “però mi è andata male! E lo sai perché?”
“Sentiamo!!”
rispose lei, stringendo i pugni e guardandola in cagnesco.
“Perché
ha già scelto te, Haneoka” spiegò Rina, con gli occhi oramai lucidi “avrei
dovuto forzarlo…!”
“Dì
piuttosto violentarlo, dannata sgualdrinella!!!”
ruggì immediatamente Virginia Breed “Signora” si rivolse alla sua Coordinatrice
“desidero rispondere per le rime, a quella… quella…”
“Stia
calma” la frenò, benevola, Lana Orion “non lo vede che sta piangendo?”
“E
non ho voluto farlo, Lisa… perché io… io,
gli voglio bene…!!” concluse la biondina, soffocando un singulto.
L’ex
Ladra Saint Tail sentì svanire completamente quel poco di sdegno che aveva
iniziato a crescerle dentro. Si alzò dal suo banco e, senza alcuna esitazione,
abbracciò lentamente la compagna…
“Anch’io
ti voglio bene, Rina…!” le sussurrò all’orecchio.
“Non
è vero…!!” sussultò a sua volta la ragazza, cercando di svincolarsi “Lasciami!!
Non voglio la tua pietà…!”
“Non
è pietà” rispose Lisa, tenendosela stretta, suo malgrado “credimi, ti prego!”
La
Takamya tornò a guardarla in volto e si commosse nel vedervi un bellissimo
sorriso che, lungi dall’esprimere trionfo, era invece semplicemente affettuoso.
“Come…
come posso crederti?” tentennò “Dopo tutto quello che ti ho fatto? Dopo che ho
cercato di smascherarti per dividerti da Alan…?!”
“Facevi
solo quello che credevi giusto… come me! E poi, anche quando hai saputo chi
ero… avresti potuto farmi arrestare. E non l’hai fatto!”
“Sì,
ma…”
“Sei
una brava ragazza, Rina… e anche molto buona” le carezzò una guancia “e io
dovrei rinunciare alla tua amicizia?” il viso della ragazza rossiccia mutò in
un’espressione di sfida “Beh, puoi anche scordartelo…!”
Alla
biondina scappò da ridere: “Che vorresti fare, adesso?” chiese, passandosi il
dorso della mano sugli occhi “Conquistare anche me, dopo avere acchiappato Alan…?!”
“Sì,
se fosse possibile! Ma dato che preferisco i ragazzi… mi accontenterò di
diventare la tua amica del cuore… sempre che tu lo voglia, naturalmente!”
Rina
Takamya ammutolì, guardando quella ragazzina che aveva cominciato a detestare fin
da quando l’aveva conosciuta e che poi, con l’andare del tempo, dopo aver
cominciato a sospettare la sua doppia identità, era quasi arrivata ad odiare e
ad ammirare contemporaneamente. Mentre ora doveva finalmente convincersi di essere
arrivata addirittura a volerle bene…
“Sei
veramente diabolica” commentò, con tenera ironia “ottieni sempre quello che
vuoi, eh?! E va bene” sospirò, infine “hai vinto tu, Seya…” le porse la mano “…amica
mia…!”
Con
di nuovo sulla faccia il più caldo dei sorrisi, l’altra le gettò letteralmente
le braccia al collo, scoppiando poi addirittura in singhiozzi per la gioia.
“Ehi,
ehi… calmati, adesso, lacrima facile”
esclamò l’ex-nemica, imbarazzata “smettila, su…!”
“Rina…!
Oh, Rina… grazie!! Ti voglio tanto bene, sai?”
“Lo
so, lo so” rispose l’altra, con tutta sincerità, sfregandole la schiena “e
anch’io te ne voglio, dannata santarellina! Ma adesso basta così… vedi di
seguire il mio consiglio, piuttosto!”
“Cioè…?”
chiese Lisa, perplessa.
“Ah,
andiamo bene! Hai già dimenticato quello che ti avevo detto? Se ci tieni ad
Alan, sbrigati a fare la tua mossa, prima che qualcun’altra lo faccia al posto tuo!”
“Ma…
chi potrebbe mai…”
“Che
ne so? Magari qualcuna con meno scrupoli di me, che potrebbe veramente arrivare
fino in fondo…!”
Lisa
fu scossa da un brivido e si affrettò a guardarsi intorno…
“Dov’è
andata, Sayaka…?” esclamò, con viva preoccupazione.
Subito
dopo, le due amiche si scambiarono uno sguardo di piena e reciproca
condivisione mentale.
[1] Che alimentano contemporaneamente sia i circuiti neurologici che quelli genetici (per maggiori delucidazioni, vedasi il capitolo 19 de La storia segreta dei SISAS).
[2] Anni fa, mentre aspettavo il mio turno per una visita oculistica, lessi in una rivista (ovviamente femminile) che l’uomo, sessualmente parlando, stava alla donna quanto il fiammifero alla caldaia… avrei voluto leggermi con calma tutto l’articolo, ma purtroppo arrivò il mio turno!
[3] Come avrebbe invece prescritto il Regolamento Biologico.