Anime & Manga > Lisa e Seya
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Autore: Andy Grim    21/06/2008    2 recensioni
Mi ero ripromesso di non pubblicare questa storia finché non ne avessi ultimato la pubblicazione su MANGANET... ma leggendo la recensione di Kitthex sulla mia one-shot "Le dimissioni di Asuka Junior" (ispirata a questa stessa serie) è scattato qualcosa che mi ha spinto ad esaudire il suo desiderio di leggere qualcos'altro di mio e dunque rieccomi qui! Può darsi che Kitthex non bramasse affatto di leggere un secondo racconto su Saint Tail e ancora meno una storia come questa! Ho già pubblicato su EFP un lavoro analogo basato su Lamù e non so se abbia incontrato molto successo (ho avuto solo 12 recensioni abbastanza lusinghiere, ma un numero di letture in calando nella sequenza dei capitoli). Per carità, il lettore è giudice e mi rendo anche conto che si tratta di un genere forse troppo originale (ho infatti già deciso di NON pubblicare altre demenzialità di questo tipo)! Chi preferisse qualcosa di più "normale", può entrare nella sezione su Candy Candy e leggersi "Un compagno per Flanny Hamilton". Per ora non vi è altro, ma spero, nel prossimo futuro, di potervi offrire altre opere (le idee non mi mancano, lo sbuzzo un po' di più)! Riguardo alla storia qui presente, si propone di illustrare le lotte interne del co-protagonista di KST nella sua perpetua caccia alla coduta ladruncola di Seika, nonché le continue schermaglie amorose con le rivali in amore di quest'ultima. Ai lettori che fossero contemporaneamente dei fan di Uruseiatsura e di Kaitou Saint Tail potrebbe interessare il confronto diretto fra le equipes organiche di due esemplari umani (Ataru Moroboshi e Alan Daiki Asuka) che più diversi di così non avrebbero potuto essere. Buon divertimento... o almeno me lo auguro!
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 32: Una nuova amicizia

Capitolo 32: Una nuova amicizia?

 

C

on passo tanto deciso quanto permeato d’ansietà, Lew A1 Harper, Organic Coordinator dell’organismo asukiano, entrò nella camera del controllo emotivo, dove trovò il capo-sezione della Sensitiva, Chandler, affiancato da alcuni suoi tecnici e altri della Neuro, mentre esaminava la condizione di alcuni apparati, sicuramente molto importanti. Mancava naturalmente il titolare, Marlowe, ancora completamente incosciente.

Lo stato degli impianti non si presentava nella maniera migliore, come testimoniavano parecchi quadranti col vetro protettivo sbriciolato e l’annerimento dei vari pannelli protettivi. Il Coordinatore rimase un istante con le mani dietro la schiena a osservare l’espressione nettamente preoccupata del responsabile sensitivo, poi si fece coraggio e gli rivolse la parola: “Coraggio, Gus: mi dica tutto!”

Il subordinato si voltò e fissò il volto del superiore: “C’è ben poco da dire… e non sono buone notizie, purtroppo!”

“Ragione di più per non farle aspettare… avanti!”

“Signorsì! In breve, l’azione del signor Marlowe (avventata quanto opportuna) nell’interrompere il canale fra Neuro e Genetica per evitare che l’organismo perdesse il controllo durante l’attacco sensuale della signorina Takamya, ha generato un ritorno d’energia impulsiva verso il sistema di filtraggio dei segnali percettivi.[1] Questo sovraccarico è stato inevitabilmente assorbito dai cross-over… e li ha messi completamente fuori uso!”

Harper squadrò il subordinato, domandandogli freddamente: “Si tratta di un danno irrimediabile…?”

“Fortunatamente no” sospirò il capo-sezione “però ci vorrà parecchio per rimettere in sesto il sistema. Nel frattempo…”

“Sì…?”

“…non potremo più incanalare nessuna informazione ai due elaboratori… e ciò significa che, né le memorie, né le percezioni di qualunque soggetto esterno saranno in grado di stimolare l’organismo. Né in modo emotivo, né in modo sensuale!”

Il Coordinatore corrugò la fronte: “L’incidente ha in qualche modo alterato i Coefficienti Relazionali, per caso?!”

“No, perché, come le ho già detto, il sovraccarico d’energia è stato completamente assorbito dal sistema di selezione e quindi non ha potuto raggiungere l’elaboratore emotivo!”

“Meno male…! Tuttavia, se ho capito bene, ora non siamo più in grado di sollecitare né l’uno, né l’altro. Giusto?”

“Beh, per ciò che riguarda quello emotivo, possiamo inserire un ponticello con le celle di memoria della Cerebrale e coi ricettori della Sensitiva!”

“Bene. E riguardo a…”

Chandler prevenne il superiore scuotendo desolatamente la testa: “Per l’elaboratore sensuale non è previsto nessun sistema di bypassaggio, signor Harper!”

“Ne è sicuro?”

“Sì, purtroppo: ragioni di sicurezza!”

“Si spieghi meglio!”

“Vede…” sospirò il capo della Sensitiva “…il sistema selettivo non esercita solo uno smistamento delle sensazioni verso i due elaboratori… ma svolge anche una funzione attenuante verso i circuiti terminali, in modo da scongiurare reazioni troppo… inconsulte: lei mi capisce!”

“Sì… credo di sì!” rispose A1 passandosi una mano sul mento, con fare imbarazzato.

“Per cui… il canale di alimentazione verso la Genetica potrà essere riaperto solamente quando avremo ripristinato del tutto il sistema di filtraggio!” concluse Chandler.

“Tradotto in parole povere… equivale a dire che, per tutta la durata delle riparazioni, il signor Alan rimarrà completamente impotente! Vero…?”

“È così, signore!” confermò l’altro, con un nuovo sospiro.

Dopo avere masticato una serie di imprecazioni, fortunatamente incomprensibili, A1 tornò a rivolgersi al capo-sezione: “Quanto vi ci vorrà per rimettere in funzione tutta la baracca?”

Chandler fece una rapida riflessione ed emise il suo verdetto: “Una quindicina di ore, più o meno!”

“COSA…?? Quindici ore?!! Gus, ma si rende conto che stasera dovevamo portare fuori la signorina Haneoka?!”

“Lo so, signore!” rispose il subordinato, tenendo gli occhi bassi.

“Ora, non dico che proprio oggi dovessimo necessariamente… concludere! Ma qualche altra A ci scapperà di sicuro… forse anche una B. E non possiamo non essere in grado di rispondere! Come lei stesso m’insegna, le Sensitive femminili, con la loro altissima percettività, non sono facilmente ingannabili! Sarebbe una vera tragedia…! Ci dovete assolutamente riuscire in meno tempo!”[2]

“Non è possibile stringere più di tanto, signore. Quei circuiti sono estremamente delicati: una piccola mossa falsa e rischieremmo di fare dei danni irreversibili!”

“Mi rendo conto, amico mio… ma la gravità della situazione m’impone ugualmente di chiederle - o meglio ordinarle - di ridurre il più possibile questo dannatissimo black-out!”

Gus Chandler tornò a sospirare. Poi rispose, tentennando: “Forse… potremmo anche farcela in dieci ore. Ma non glielo garantisco!”

“Beh, faccia del suo meglio. Ho la massima fiducia in lei, come ben sa. Anche oggi, dopo che il povero Marlowe aveva perso i sensi, ha saputo gestire i messaggi dissuasivi verso la Takamya in un modo veramente impeccabile. Ho fatto bene a passare la grana a lei, invece che a quel pragmatico di Watson!”[3]

“Grazie, capo. Sinceramente, mi stupisco di esserci riuscito: non era neanche il mio mestiere!”

“Non si sottovaluti, Gus: la sua duttilità è piuttosto nota, qui dentro! Sono sicuro che, anche per risolvere l’attuale emergenza, nessuno potrebbe farlo meglio di lei!”

“La ringrazio di nuovo, signore. Nondimeno, mi sento in dovere di ribadirle che sarebbe molto saggio rimandare l’incontro con miss Haneoka!”

“L’appuntamento non è assolutamente procrastinabile, Chandler” scosse la testa il Coordinatore “in quanto al resto… beh, stasera vedremo di limitarci alle semplici effusioni. Sicuramente, a Marlowe questa dilazione non spiacerà… ma tenga conto che le nostre simpatiche controparti potrebbero anche decidere diversamente, in proposito!”

“Oh, via, signore: stiamo parlando della signorina Lisa: una ragazzina così per bene! Non credo proprio che…”

“Ha forse dimenticato di chi si tratta? Sotto le innocenti manine di Haneoka, si nascondono pur sempre le grinfie di Saint Tail!”

Realizzando ciò che il suo capo gli stava dicendo e soprattutto ricordandosi chi c’era a dirigere la Sensitiva della controparte, Chandler rabbrividì.

“Ho capito, signore” disse, scattando sull’attenti e salutando “in questo caso, ci faremo in quattro!”

“Allora ci conto!” ribatté A1 dandogli un’amichevole pacca sulla spalla. Dopodiché, abbandonò la stanza per andare a sincerarsi delle condizioni di Marlowe.

“A noi due, Serena” esclamò il capo della Sensitiva asukiana, rimboccandosi le maniche del camice “puoi star sicura che non ci arrenderemo senza combattere: la tua assistita dovrà sudarsi anche questa vittoria. Ci puoi scommettere…!”

***

“Takamya, Asuka: perché questo ritardo…?” domandò severamente l’insegnante ai due ragazzi, non appena rientrarono in classe.

“Mi perdoni” rispose Rina, ostentando un deciso rossore in faccia “sono dovuta andare in bagno!”

“Capisco. E tu, Asuka…?”

“Io non ho scuse, madre… stavo parlando con un amico di un’altra classe… e non ho fatto caso alla campanella. Sono veramente mortificato!”

La suora sospirò, voltando gli occhi al cielo. Poi replicò, aspramente: “Bene, ma che non si ripeta più. Ai vostri posti e aprite il libro di testo!”

Una volta al banco, Alan si affrettò a lanciare uno sguardo verso Haneoka e la vide fissare la biondina con estrema attenzione. Rassicurata dall’aria tutt’altro che spavalda della rivale, la fanciulla fissò il suo ex-inseguitore con aria interrogativa (diremmo meglio inquisitoria)… Rip Kirby portò con noncuranza la mano destra del ragazzo davanti alla bocca e fece poi roteare l’indice per trasmettere il messaggio seguiranno spiegazioni… al che, la sua omologa Rosanna Speedy fece aggrottare la fronte di Lisa per trasmettere il messaggio di ritorno sarà meglio per te!

Il detective sospirò stancamente e cercò, con poco successo, di concentrarsi sulla lezione.

All’intervallo, come udì il suono della campanella, scattò in piedi fulmineo e si diresse verso i banchi dei suoi compari abituali…

“Ehi, ragazzi… andate in mensa?”

“Che ti prende, Al?” ribatté un ragazzo dai capelli castani “Stamani, le tue belle non ti hanno rifornito?”

Il tale aveva posto la domanda con marcato accento ironico. Si diceva avesse un debole per Ryoko e che temesse, prima o poi, di vedere anche costei cadere vittima del fascinoso Humprey Bogart della classe!

Lui non ci fece - o non volle - farci caso: “Negativo: forse hanno esaurito le provviste! Venite o no?”

“Beh… veramente pensavamo di mangiare in cortile!” rispose il ragazzo castano, mantenendo un’espressione impassibile.

A questo punto, più conciliante, intervenne un secondo compagno: “Però, Ken, magari si potrebbe…”

“Ok, fate come vi pare…!” taglio corto Alan, voltando loro la schiena e dirigendosi verso l’uscio. L’amico di Ken si rivolse a quest’ultimo con tono di rimprovero: “Ma che ti è preso, da trattarlo così…?”

L’altro emise uno sbuffo, poi seguito da un sospiro: “Hai ragione, Yusaku, sono stato uno stupido… è che l’altro giorno mi ha dato sui nervi: tutte le ragazze con gli occhi puntati su di lui…!”

“Non mi sembra, però, che noialtri maschi li tenessimo puntati altrove” puntualizzò ironicamente il compagno “dai, non preoccuparti: non m’è parso che lo sguardo di Ryoko fosse più intenso rispetto alle altre!”

“Che vorresti, dire…? Ti proibisco certe insinuazioni!!”

“Del tipo che saresti un po’ geloso?”

“T’ho detto di smetterla…!!”

“Okay, okay… a patto che, adesso, tu venga con me a pranzare con Alan. D’accordo?”

Ken borbottò qualcosa tra i denti e poi acconsentì. Seguendo con lo sguardo i due che uscivano dall’aula, ormai praticamente vuota, Lisa non poté trattenersi dal commentare a bassa voce: “Ragazzi… non sanno fare altro che scappare…!”

“Hai proprio ragione, sorella!”

La ragazza sussultò e volse di lato la testa, trovandosi al cospetto della Takamya.

“Rina…!! Che… che cosa vuoi…?”

“Solo darti un buon consiglio… se ti degnerai di ascoltarlo!”

Colpita da quelle inaspettate parole, Lisa fissò il volto della rivale, sorpresa di non trovarvi stampato sopra il solito sorrisetto beffardo. La compagna di classe mostrava invece un’espressione malinconica che, per strano che fosse, la rendeva decisamente più gradevole! In aggiunta, i suoi begli occhi scuri apparivano sinceri quanto tristi…

“Di… dimmi pure!” la incitò allora Lisa, dolcemente.

La biondina prese un respiro profondo: “Se vuoi veramente bene ad Alan… e voglio credere che sia così… sbrigati a prendertelo! Prima che lo faccia qualcun’altra!”

Haneoka dovette contrarre i muscoli facciali per impedire alla sua bocca di spalancarsi. Ma datosi che già era mezza aperta, si sforzò di modellarla in un sorriso.

“Qualcun’altra? Per esempio tu…?”

Dina distolse lo sguardo, spostandolo verso le finestre. Lisa rabbrividì, quando vide la sua “nemica” tergersi furtivamente una lacrima.

“Io?” rispose, con voce tremula “Io non ho più nessuna speranza… se non di averlo come amico. L’ho capito stamattina!”

Lisa ebbe un altro sussulto, stavolta ben più marcato: “Rina…!! Dove… dove l’hai portato, quando siamo arrivati a scuola?” gridò, con voce allarmata “Che cosa gli hai fatto??”

Rina tornò a guardarla con un’espressione ancora più malinconica: “Non è successo niente, Lisa… fidati! Altrimenti non sarei qui a dirti queste cose. Ti pare?”

“Ma… allora significa che… tu avresti…” chiese l’altra, con voce sempre più alterata, spalancando i suoi occhioni blu.

“Sì, ci ho provato” rispose Rina, senz’altri preamboli, appoggiando le mani sul banco di Lisa “però mi è andata male! E lo sai perché?”

“Sentiamo!!” rispose lei, stringendo i pugni e guardandola in cagnesco.

“Perché ha già scelto te, Haneoka” spiegò Rina, con gli occhi oramai lucidi “avrei dovuto forzarlo…!”

“Dì piuttosto violentarlo, dannata sgualdrinella!!!” ruggì immediatamente Virginia Breed “Signora” si rivolse alla sua Coordinatrice “desidero rispondere per le rime, a quella… quella…”

“Stia calma” la frenò, benevola, Lana Orion “non lo vede che sta piangendo?”

“E non ho voluto farlo, Lisa… perché io… io, gli voglio bene…!!” concluse la biondina, soffocando un singulto.

L’ex Ladra Saint Tail sentì svanire completamente quel poco di sdegno che aveva iniziato a crescerle dentro. Si alzò dal suo banco e, senza alcuna esitazione, abbracciò lentamente la compagna…

“Anch’io ti voglio bene, Rina…!” le sussurrò all’orecchio.

“Non è vero…!!” sussultò a sua volta la ragazza, cercando di svincolarsi “Lasciami!! Non voglio la tua pietà…!”

“Non è pietà” rispose Lisa, tenendosela stretta, suo malgrado “credimi, ti prego!”

La Takamya tornò a guardarla in volto e si commosse nel vedervi un bellissimo sorriso che, lungi dall’esprimere trionfo, era invece semplicemente affettuoso.

“Come… come posso crederti?” tentennò “Dopo tutto quello che ti ho fatto? Dopo che ho cercato di smascherarti per dividerti da Alan…?!”

“Facevi solo quello che credevi giusto… come me! E poi, anche quando hai saputo chi ero… avresti potuto farmi arrestare. E non l’hai fatto!”

“Sì, ma…”

“Sei una brava ragazza, Rina… e anche molto buona” le carezzò una guancia “e io dovrei rinunciare alla tua amicizia?” il viso della ragazza rossiccia mutò in un’espressione di sfida “Beh, puoi anche scordartelo…!”

Alla biondina scappò da ridere: “Che vorresti fare, adesso?” chiese, passandosi il dorso della mano sugli occhi “Conquistare anche me, dopo avere acchiappato Alan…?!”

“Sì, se fosse possibile! Ma dato che preferisco i ragazzi… mi accontenterò di diventare la tua amica del cuore… sempre che tu lo voglia, naturalmente!”

Rina Takamya ammutolì, guardando quella ragazzina che aveva cominciato a detestare fin da quando l’aveva conosciuta e che poi, con l’andare del tempo, dopo aver cominciato a sospettare la sua doppia identità, era quasi arrivata ad odiare e ad ammirare contemporaneamente. Mentre ora doveva finalmente convincersi di essere arrivata addirittura a volerle bene…

“Sei veramente diabolica” commentò, con tenera ironia “ottieni sempre quello che vuoi, eh?! E va bene” sospirò, infine “hai vinto tu, Seya…” le porse la mano “…amica mia…!”

Con di nuovo sulla faccia il più caldo dei sorrisi, l’altra le gettò letteralmente le braccia al collo, scoppiando poi addirittura in singhiozzi per la gioia.

“Ehi, ehi… calmati, adesso, lacrima facile” esclamò l’ex-nemica, imbarazzata “smettila, su…!”

“Rina…! Oh, Rina… grazie!! Ti voglio tanto bene, sai?”

“Lo so, lo so” rispose l’altra, con tutta sincerità, sfregandole la schiena “e anch’io te ne voglio, dannata santarellina! Ma adesso basta così… vedi di seguire il mio consiglio, piuttosto!”

“Cioè…?” chiese Lisa, perplessa.

“Ah, andiamo bene! Hai già dimenticato quello che ti avevo detto? Se ci tieni ad Alan, sbrigati a fare la tua mossa, prima che qualcun’altra lo faccia al posto tuo!”

“Ma… chi potrebbe mai…”

“Che ne so? Magari qualcuna con meno scrupoli di me, che potrebbe veramente arrivare fino in fondo…!”

Lisa fu scossa da un brivido e si affrettò a guardarsi intorno…

“Dov’è andata, Sayaka…?” esclamò, con viva preoccupazione.

Subito dopo, le due amiche si scambiarono uno sguardo di piena e reciproca condivisione mentale.

 



[1] Che alimentano contemporaneamente sia i circuiti neurologici che quelli genetici (per maggiori delucidazioni, vedasi il capitolo 19 de La storia segreta dei SISAS).

[2] Anni fa, mentre aspettavo il mio turno per una visita oculistica, lessi in una rivista (ovviamente femminile) che l’uomo, sessualmente parlando, stava alla donna quanto il fiammifero alla caldaia… avrei voluto leggermi con calma tutto l’articolo, ma purtroppo arrivò il mio turno!

[3] Come avrebbe invece prescritto il Regolamento Biologico.

  
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