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Autore: BebaTaylor    23/02/2014    2 recensioni
Era difficile per lei non pensare a lui. Difficile come trattenere il respiro troppo a lungo. Sospirò e appoggiò la testa sulla scrivania, sopra al quadernino dalla copertina verde smeraldo che usava come diario.
Sospirò e chiuse gli occhi, lì riaprì e se ne pentì subito. Davanti a lei la foto, quella foto, quella che avevano fatto qualche anno prima.
Lui e lei, vicini, stretti in un abbraccio; sullo sfondo l'oceano Atlantico.
Alison sospirò nuovamente e alzò la testa, lo sguardo sempre fisso sulla foto, sul sorriso di lui, su quelle labbra morbide che avrebbe voluto baciare ancora, su gli occhi blu in cui avrebbe voluto perdersi nuovamente.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duncan James, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Niente di quanto narrato in questa fanfiction è reale o ha la pretesa di esserlo. È frutto della mia fantasia e non vuole assolutamente offendere la persona in questione. I personaggi originali appartengono alla sottoscritta.


Ocean, blue sky and happiness


Capitolo Nove


Oggi

Alison fissò Duncan e sospirò. «Non lo so.» disse. Il pensiero di lasciare Emily con Duncan per il pomeriggio e la sera la faceva star male. Non si era mai separata per così tanto tempo dalla sua bambina.
«Per favore!» supplicò Duncan afferrandole la mano e guardandola con occhioni da cucciolo.
«Me la riporti dopo cena?» domandò lei.
«Sì.» rispose Duncan, «Te l'ho già detto.» disse e sorrise stringendo la mano di Alison. 
«Staremo bene, vedrai.» aggiunse Duncan.
Alison lo fissò, aveva ancora qualche dubbio, e sospirò. Sapeva che Emily sarebbe stata felicissima di trascorre del tempo con lui, nelle ultime settimane l'aveva cercato spesso, arrivando a fare i capricci quando Duncan non c'era perché era in tour con i Blue; però, quando Duncan la chiamava, Emily si tranquillizzava.
Alison sospirò nuovamente. «Va bene.» acconsentì e il viso di Duncan s'illuminò. «Domani però, oggi la devo portare dalla pediatra.»
«Pediatra? Sta male?» chiese lui preoccupato.
Alison scosse la testa. «No, sta benissimo.» rispose, «È solo un controllo di routine, niente di preoccupante.»
Duncan annuì e afferrò il bicchiere d'acqua. «Va benissimo anche domani.»
«Lo dirò a Emily domani, quando esce dall'asilo, altrimenti mi stressa.» disse Alison e controllò che nessuno entrasse nel bar.
«Ti stressa?» domandò lui, «In che senso?»
«Nel senso che ha preso da te, si vede che siete uguali.» rispose lei e abbassò il viso quando si rese conto di quello che aveva detto.
Duncan sorrise. «Io ti stresso?» domandò.
«Quando ti ci metti... sì.» rispose lei, «Sono due giorni che mi parli di questa storia.»
Duncan rise, «Voglio vedere la mia bambina.» disse.
«Lo so.» mormorò lei, si voltò e in silenzio si preparò un cappuccino. 
«Credi che Emily sarà felice di vedermi?» domandò Duncan mentre Alison si voltava verso di lui.
«Sì.» mormorò lei, «Sarà felice di passare del tempo con te.» soffiò sulla bevanda calda e respirò lentamente, lo sguardo fisso sul bancone davanti a lei. 
Duncan sorrise e la guardò, «Sono felice che tu abbia detto di sì.» disse.
Alison lo guardò e rimase in silenzio; non era del tutto felice di lasciare Emily con Duncan ma sapeva che non c'era altro da fare, Duncan aveva il diritto di vedere Emily anche dopo quello che le aveva fatto. Alison ci aveva pensato a lungo, un paio di volte si era rigirata nel letto fino quasi all'alba. Ed Emily non le era d'aiuto, anzi, non faceva in tempo a uscire dal letto che la bambina iniziava a domandarle di Duncan.
“Ma oggi viene? Mi chiama? Quando esco dall'asilo lui c'è?”
Alison sospirò.
«Se vuoi posso portarla a casa prima di cena.» propose Duncan.
Alison lo fissò e stava per dire di sì quando si accorse che, anche se Duncan sorrideva mentre le faceva quella proposta, non era del tutto felice. «No, dopo cena va benissimo.» disse.
«Quando pensi di dirglielo?» domandò Duncan dopo un attimo di silenzio.
«Domani.» rispose Alison, «Duncan, ne abbiamo appena parlato, soffri di amnesia?»
«No.» esclamò Duncan, «Intendevo... quando le diciamo che sono suo padre?» 
Alison sorseggiò il cappuccino. “Mai.” avrebbe voluto rispondere. «Non lo so.» disse.
«Dovremmo dirglielo, prima o poi.»
Alison sospirò. «È ancora così piccola...» mormorò, «Non sono sicura che capirebbe tutta la situazione.» disse calcando per bene sulle ultime tre parole.
«Emily è intelligente, sono sicuro che capirà.» Duncan sorrise e sfiorò le mani di Alison.
«Ma è piccola.» mormorò lei. «Non credo che capirebbe ogni singola cosa della nostra storia.» disse sperando che Duncan capisse quello che voleva dire.
«Non dovremmo dirle tutto e subito.» esclamò Duncan.
«E come le spieghiamo che non ci siamo visti per anni?» disse Alison alzando la voce. «Già fa fatica a capire perché certe volte parti intere settimane a sa che sei solo un mio amico, figurati se le dicessi la verità!»
Duncan abbassò il viso e sospirò, «Ci penseremo dopo.» disse e strinse la mano destra di Alison fra le sue. «Non dobbiamo dirglielo né adesso né domani, lo faremo quando vorrai.»
Alison annuì lentamente, anche se non era del tutto convinta, la verità era che aveva paura che Duncan facesse soffrire Emily ed era l'ultima cosa che voleva. «Va bene.» mormorò.
Duncan lasciò andare la mano di Alison, «Che scusa useremo domani?»
Alison lo fissò sorpresa, «Non ne ho idea.» rispose, «In realtà non ci ho proprio pensato.»
«Potresti dirle che hai qualche impegno e che io sono il suo baby sitter.» propose Duncan, finì il bicchiere d'acqua e lo spinse verso Alison.
«Sembra una buona idea.» disse Alison, prese il bicchiere e lo mise nel lavello. «Credo che possa andare.»
Duncan sorrise. «Devo andare.» disse guardando l'orologio, «Ci sentiamo più tardi così ci mettiamo d'accordo per domani.»
Alison finì il cappuccino e annuì. «Va bene.» mormorò, «Ciao.» lo salutò.
Sciacquò la tazza e la lasciò nel lavello, sospirò nuovamente e posò le mani sul bordo del lavandino. Non sapeva neanche lei perché avesse accettato quella proposta, da quando era uscita dall'appartamento che divideva con Charlene si era promessa di  non aver più nessun contatto con Duncan ma, da quando si erano re-incontrati tre mesi prima, stava lentamente cominciando a cambiare idea; un po' a causa di Duncan che le stava sempre attorno con la scusa di voler parlare, spiegarsi e vedere Emily, e un po' perché, anche se non voleva ammetterlo, le mancava.
Le mancava averlo attorno, passare del tempo con lui, seduta sul divano, a non fare nulla.
Respirò a fondo e quando alzò lo sguardo e vide un gruppetto di cinque persone entrare fu felice, lavorare le avrebbe impedito, forse, di pensare a Duncan.

***


«Oggi la mamma deve andare via.» disse Alison.
«Perché?» domandò Emily alzando le braccia per farsi prendere in braccio.
«Devo fare alcune cose.» rispose Alison afferrando la bambina, la sistemò sul fianco sinistro e iniziò a camminare. «Sai con chi ti lascio?»
Emily scosse la testa e infilò il pollice in bocca.
«Indovina.» esclamò Alison.
«Miss Potter?» domandò la bimba riferendosi alla vicina di casa.
«No.» Alison scosse la testa, «Rimarrai con Duncan.» 
Emily spalancò gli occhi. «Davvero?» trillò togliendo il pollice dalla bocca.
Alison annuì,«Sì, tesoro, passerai alcune ore con lui.» rispose, «Sei contenta?»
Emily annuì, «Sì!» strillò vicino all'orecchio della madre.
Alison rise e si fermò in attesa che il semaforo pedonale diventasse verde. 
«Cosa faremo?» domandò Emily divincolandosi per scendere.
Alison la spostò da un fianco all'altro, «Non lo so.» rispose, «Andrete a casa sua, quindi non so cosa farete.»
Emily non disse nulla e posò la testa sulla spalla della madre. «Quando arriva?»
«Fra un po'.» rispose Alison attraversando la strada, «Andiamo prima a casa.»

***

«Ma quando arriva?» domandò Emily per la seconda volta in cinque minuti, si alzò in piedi sul divano e si appoggiò allo schienale.
«Presto.» rispose Alison, l'afferrò per i fianchi e la fece sedere, «Ti ho detto di stare seduta.»
Emily sbuffò e incrociò le braccia, «Ma viene sul serio?» pigolò, «Non mi hai detto una bugia?»
Alison sorrise, «Certo che viene, tesoro.» rispose, «È solo in ritardo.» spiegò e le baciò la testa. “E se non viene gli spacco la testa.” pensò, era da quando Emily era uscita dall'asilo – un'ora e mezza prima – che non faceva altro che chiedere “Ma quando arriva? Ma viene? Quanto manca?” e Alison si era stufata di sentire le stesse domande.
Il campanello suonò e Alison sobbalzò, Emily scese dal divano e corse alla porta, «È arrivato!» trillò. Alison la raggiunse e la prese in braccio, spinse il pulsante per aprire il portone e rimase in attesa.
«Stai calma.» disse alla bambina, «Sembri un'anguilla!» scherzò mentre Emily si dimenava fra le sue braccia.
«Cos'è un'anguilla?» domandò Emily.
«Un pesce.» rispose Alison e aprì la porta quando sentì bussare, si spostò e fece entrare Duncan.
«Che bella accoglienza!» disse lui.
«Sei qui!» urlò la bambina e Alison la mise per terra, Emily si avvicinò a Duncan e gli abbracciò le gambe, lui la prese in braccio e le baciò la fronte. «La mamma dice che sono un'anguilla!»
«Cosa c'entra l'anguilla?» domandò Duncan.
Alison ridacchiò, «Niente.» rispose, «Ho solo detto a Emily che assomiglia a un'anguilla perché continuava a dimenarsi.»
Duncan sorrise e scompigliò i capelli di Emily. 
Alison prese la bambina dalle braccia di Duncan e la fece sedere sul divano, le infilò la giacca. «Torno subito.» disse e andò in camera a prendere lo zainetto della bambina.
Quando fu di nuovo in salotto sorrise nel vedere Emily in braccio a Duncan che gli raccontava cosa aveva fatto all'asilo. «Qui dentro c'è un album da disegno, una scatola di pennarelli, una maglietta e dei pantaloni di ricambio.» disse dando a Duncan uno zainetto rosa.
«Vestiti di ricambio?» domandò lui perplesso, «Perché?» domandò guardando lo zainetto.
«Lo vedrai dopo che avrete finito di mangiare.» rispose Alison.
«Posso avere la pizza?» s'intromise la bambina, «Posso?» domandò guardando prima Alison poi Duncan. 
«Per me va bene, tesoro.» rispose Alison. 
«Anche per me.» disse Duncan.
Emily sorrise e scese per terra, «La voglio con le patatine!»
Duncan fissò Alison che annuì, «E patatine siano.» esclamò.
Emily, felice, saltellò sul posto.
«Andiamo?» domandò Duncan.
«Ho dimenticato Teddy!» strillò la bambina e corse in camera.
«Teddy?» domandò Duncan.
Alison afferrò la giacca che aveva lasciato sul divano, «È il suo pupazzo preferito della settimana.»
«Tu cosa farai?» chiese Duncan.
Alison alzò le spalle e sistemò le maniche della giacca. «Vado a fare un po' di spesa.» rispose, «Senza Emily sarà più facile e veloce.» sorrise e infilò le mani nelle tasche dei jeans, «Almeno torno a casa con quello che mi serve e non con mille cose in più che Emily infila a tradimento nel cestino.»
Duncan sorrise. «È una piccola peste.» disse. «Scusami per il ritardo ma Lee ha monopolizzato il bagno.»
«È sempre il solito.» disse lei, «Hai messo la macchina in garage?» 
Duncan annuì, avevano deciso – o meglio, Alison aveva deciso – di mettere la macchina in garage, così sarebbero stati sicuri che nessuno li avrebbe visti.
«Sì.» rispose Duncan, «Le chiavi te le ridò stasera?»
«Puoi tenerla per la prossima volta, è solo un doppione.» rispose Alison e  abbassò il viso sentendosi arrossire.
«La prossima volta, eh?» sorrise Duncan e Alison si limitò ad annuire e afferrò la borsa, controllò se ci fosse tutto prendendosi del tempo per non guardare Duncan dopo quello che gli aveva detto.
«Emily!» chiamò Alison voltandosi verso la porta della camera, «Vieni qui.»
La bambina trotterellò nel salotto.
«Quanti ne hai presi?» domandò Alison guardando i pupazzi che Emily stringeva. «Ne puoi portare solo uno!»
«Non so scegliere.» mormorò la bimba. 
Alison sospirò, «Porta solo Teddy.» le disse prendendole gli altri pupazzi e posandoli sul divano.
Emily spinse in fuori le labbra e annuì, Alison sorrise e le baciò la fronte. «La mia bambina.» sussurrò abbracciandola brevemente.
«Lo hai, vero?» domandò alzandosi e guardando Duncan, «Il seggiolino auto, intendo, perché in caso contrario...»
«Ce l'ho.» rispose lui. «In realtà è quello di Lee.» aggiunse e sorrise.
«Per me può essere di chiunque, basta che ci sia.» esclamò Alison. «Andiamo?» aggiunse posando le mani sulle spalle di Emily.
Uscirono dall'appartamento e scesero al piano interrato, dove c'erano i garage. «Vuoi un passaggio?» chiese Duncan.
Alison scosse la testa.«No, grazie.» rispose, «Prendo la metro, non è un problema.»
Duncan aprì la portiera posteriore dell'auto e Alison aiutò Emily a salire e le allacciò la cintura. «Fai la brava.» disse mentre le sistemava la giacca. «Ascolta Duncan e se ti dice di no è no, va bene?» le baciò la fronte e le passò una mano sui capelli.
La bambina annuì. «Sì» sussurrò.
«Sarà bravissima, vero?» disse Duncan ed Emily annuì.
«Io vado, allora.» mormorò Alison e baciò sua figlia. 
«Ci vediamo dopo.» esclamò Duncan, «Sicura di non volere un passaggio?»
Alison annuì. «Sì, grazie.» fece un gesto di saluto con la mano e tornò indietro, chiuse la porta e si appoggiò ad essa chiudendo gli occhi, respirò a fondo un paio di volte e aprì gli occhi, inspirò lentamente e si avviò lungo le scale per uscire dall'edificio, ricordando a se stessa che Emily era con Duncan e non con un estraneo.

***

«Vuoi vedere un cartone?» domandò Duncan aiutando Emily a sedersi sul divano. La bambina annuì e s'infilò il pollice destro in bocca. «Che ne dici di Lilli e il Vagabondo?»
«Sì!» strillò la bambina, gli occhi azzurri illuminati dalla gioia.
Duncan sorrise. «Stai ferma qui mentre metto su il dvd.» le disse ed Emily annuì infilandosi nuovamente il pollice in bocca e appoggiandosi ai cuscini dello schienale del divano.
Duncan infilò il dvd nel lettore e lo fece partire. «Vuoi un succo alla pesca?» domandò ed Emily annuì, gli occhi fissi sullo schermo della tv.
Pochi minuti dopo Duncan tornò in salotto con un bicchiere di succo, e trovò Emily con gli occhi spalancati mentre guardava la pubblicità di Disneyland. «Ti piace?» domandò e la bambina annuì senza staccare gli occhi dallo schermo, «Vorresti andarci?» continuò.
«Sì!» rispose Emily guardandolo e Duncan sorrise nel vedere il sorriso di sua figlia. «Mi porti?» domandò lei con il pollice in bocca.
Duncan la guardò non sapendo cosa rispondere, era sicuro che Alison si sarebbe arrabbiata qualsiasi risposta avrebbe dato alla bambina.
«Paperino!» trillò Emily indicando lo schermo, «Allora mi porti?» chiese guardando Duncan.
Lui la fissò per un attimo e sospirò, «Io... non lo so.» rispose, «Oh, sì, va bene.» disse.
«Mi porti?» chiese la bimba, «Sul serio?»
«Solo se la mamma è d'accordo, va bene?» disse lui, ma Emily lo ignorò e si allungò per prendere il bicchiere. Duncan l'aiutò, domandandosi in quale  guaio si fosse cacciato rispondendo con quel “Sì”. E non avrebbe dovuto spiegare solo quello. «Hai capito, Emily?» domandò passandole bicchiere, «Ci andiamo se la mamma dice di sì.»
Emily lo ignorò nuovamente e bevve rumorosamente il succo. «Va bene.» disse. «Quando andiamo?» domandò passando il bicchiere a Duncan. Lui la guardò e capì che la bambina
non aveva capito molto di quel discorso.
«Sta iniziando.» disse sperando di distrarla. La bambina si infilò nuovamente il pollice in bocca.
A pochi minuti dall'inizio del film  Emily strisciò sul divano e si accoccolò sulle gambe di Duncan, appoggiò la testa contro il suo torace e riprese a succhiarsi il pollice.
Duncan l'abbracciò e sorrise, le baciò la testa e sentì il cuore scoppiare dalla gioia, non si era mai sentito così felice. Sfiorò i capelli della bambina e passò il dito sopra la molletta rosa a forma di fiocco.
«Ho fame.» esclamò Emily quando Lilli fu catturata dall'accalappiacani, «Voglio la pizza.»
Duncan annuì e le baciò i capelli. «Adesso la ordino.» disse e spostò la bambina accanto a lui.
«Con le patatine.» gli ricordò Emily.
«Con le patatine.» ripeté  Duncan con un sorriso, passò il bicchiere di succo a Emily e la osservò mentre beveva, le manine strette attorno al bicchiere, sorrise e afferrò il telefono.

***


Alison fissò l'orologio, le lancette si muovevano troppo lentamente secondo lei. Sospirò e scartò il cioccolatino al latte e lo infilò in bocca, abbassò il viso e vide che si era mangiata quasi la metà dei cioccolatini presenti nella scatola. Si alzò dal divano, buttò le carte vuote nel cestino e sistemò la scatola nel mobiletto.
Due lunghissimi minuti più tardi, qualcuno bussò alla porta. Alison guardò dallo spioncino e sorrise quando vide Duncan.
«Dorme?» mormorò guardando Emily che aveva la testa posata sulla spalla di Duncan. 
«Sì, si è quasi addormentata mentre mangiavamo.» rispose Duncan e seguì Alison in camera e posò la bambina sul letto.
«Perché ha il pigiamino?» domandò Alison mentre toglieva la giacca alla bambina., «Io non te l'avevo dato.»
Duncan abbassò il viso e sorrise passandosi una mano sul retro del collo. «L'ho preso io.» rispose, «Bhe... in realtà lo ha preso mia madre, insieme a quello che c'è nel sacchetto...»
Alison respirò piano e si sedette sul letto per togliere le scarpe a Emily. «Fiona lo sa?» mormorò notando solo in quel momento un grosso sacchetto bianco.
Duncan annuì. «È mia madre, dovevo dirglielo.»
Alison annuì. «Hai ragione.» disse coprendo la bambina e scostandole i capelli dal viso. Le baciò la fronte e si rialzò.
«E cosa ha detto?» chiese.
Duncan alzò le spalle. «Ha voluto qualche spiegazione.» rispose, «E io gliele ho date. Almeno, le ho solo raccontato come sono andate in realtà le cose.»
Alison annuì in silenzio e tolse la mollettina dai capelli di Emily e la posò sul comodino.
«E vuole vedervi.» sussurrò Duncan.
«Cosa?» esclamò Alison alzandosi. «Vuole vederci?» sbottò e tornò in sala.
«Io le ho detto...» Duncan si fermò, non sapendo come continuare. «Che andava bene.» disse dopo un respiro profondo.
Alison strinse le labbra. «Quando?» domandò.
«Quando vuoi.» rispose lui. «Non sei arrabbiata?» 
Alison alzò le spalle. «Sì, un po'.» rispose, «Avrei preferito che mi parlassi prima di dare una risposta a tua madre.»
«Lo so.» sussurrò lui, «Scusa.» disse e posò una mano sulla spalla. 
«C'è dell'altro, vero?» chiese Alison scostandosi, «Sputa il rospo.»
Duncan sospirò e si sedette sul divano. «Abbiamo guardato Lilli e il Vagabondo.»
«Emily lo adora.» disse Alison.
«Ha visto la pubblicità di Disneyland... e mi ha chiesto se la porto...» mormorò Duncan guardandosi le mani.
«Non dirmi che le hai detto di sì!» esclamò Alison e Duncan annuì lentamente.
«Non ho saputo dirle di no. Mi guardava con quell'espressione da cucciola e non ho resistito.» spiegò. 
Alison sospirò e si sedette accanto a lui, si accorse che uno dei cioccolatini era rimasto sul tavolino e lo scartò velocemente.
«Le ho detto che ci possiamo andare solo se tu sei d'accordo.» disse Duncan. 
«Almeno quello.» mormorò Alison.
«Non sono sicuro che abbia capito.» continuò Duncan.
«Probabilmente no.» disse lei.
«Scusa.» disse Duncan rompendo il silenzio che durava da alcuni minuti. «È meglio che vada.» aggiunse sperando che lei dicesse che era ancora presto.
«Sì.» disse Alison. «Sono esausta.» mormorò e reclinò la testa, appoggiandola allo schienale del divano.
Duncan annuì. «Allora vado.» disse e si alzò in piedi, sperando ancora che Alison cambiasse idea, ma quando arrivò alla porta si accorse che Alison era dietro di lui che sbadigliava.
«Grazie per avermi lasciato Emily.» disse e sorrise.
«Di nulla.» mormorò lei. «È stato piacevole fare la spesa in tranquillità.» ammise con un sorriso.
«Se vuoi rifarlo... io ci sono.» disse lui fissandola e lei abbassò lo sguardo, Duncan sorrise ancora di più e le scostò una ciocca di capelli. «Scusami per mia madre e Disneyland.» aggiunse.
Alison sorrise. «Non importa.» disse.  «Ovviamente sono inclusa anche io,  vero?» domandò. «Se dico di sì a Disneyland.»
Duncan rise, «Mi sembra ovvio che tu sia inclusa.»
Alison annuì e infilò le mani nelle tasche dei jeans. «Allora...» mormorò, «Buona notte.»
Duncan la guardò in silenzio e l'abbracciò, baciandole la guancia e respirando il suo profumo. «Buona notte.» disse e uscì dall'appartamento con un sorriso sul volto.

E finalmente il penultimo capitolo è online! Quasi non ci credo!
Ringrazio le persone che leggono questa storia!
   
 
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