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Autore: Luine    23/02/2014    2 recensioni
[…] qualcosa diceva a Bloom che non era così e che la minaccia che stava incombendo su di loro non era terrestre, ma magica e non erano gli Stregoni. Qualcosa di più antico e più familiare. Non sapeva come poteva avere questa sensazione, ma preferiva scoprirlo nelle sembianze di una fata,[...]
Un nuovo nemico minaccia Alfea e la Terra, Roxy è stata attaccata e solo lo Scettro di Domino può salvarla. Cosa accadrà? E chi è il nuovo nemico delle Winx? Scopritelo leggendo!
(Ambientata tra le puntate 13 e 14 della quarta serie)
Fanfiction vincitrice dei premi Best Long Fic e Best Work-In-Progress nel Ventinovesimo Turno di Never Ending Story Awards
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Oritel, Roxy, Specialisti, Winx
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 21

Tracix



L'Owl di Fonterossa viaggiava veramente troppo lentamente per i gusti di Musa. Da quanto stavano viaggiando, un'ora, due? E da quanto tempo avevano saputo che il regno di Flabrum era in realtà il contenitore di quello che avrebbe potuto salvarli fin da subito? Re Oritel era stato chiaro in proposito: Dafne era andata su Flabrum e aveva scoperto che sotto la nebbia compatta che ricopriva il pianeta c'erano nascosti, sigillati, i Sentimenti Positivi che servivano per distruggere quelli negativi. I resoconti che il re di Domino aveva trovato nella Montagna del Rock non parlavano chiaro, però: dicevano solo qualcosa a proposito del pianeta dei Venti che avrebbe potuto aiutare a distruggere la minaccia delle Furie, senza sapere che cosa volesse dire.

«E a nessuno è mai venuto in mente di cercarli?» domandò, polemica. «Come mai Dafne non è mai andata su Flabrum prima d'ora?»

«Chi mai andava a pensare che su quel pianeta fosse celato un segreto del genere?» sospirò re Oritel. «A te sarebbe mai venuto in mente, Musa? Un pianeta così inospitale e lontano! All'inizio neanche io volevo crederci, ma in effetti ha un senso! Collimava tutto perfettamente con le storie che avevo letto su Flabrum, di cui si vocifera stia proteggendo uno oscuro segreto che poteva distruggere gli equilibri del mondo come lo conosciamo.»

«Addirittura?» domandò Aisha, sbigottita.

«Certo.» rispose Timmy, sistemandosi gli occhiali, prima di riportare la propria attenzione sulla console luminosa dei comandi. «La teoria degli equilibri è molto chiara: il bene e il male devono sempre bilanciarsi oppure sarà il caos. Troppo bene o troppo male producono lo stesso effetto: l'instabilità del mondo su cui si regge Magix.»

«Mi sembra tanto roba da romanzi fantasy.» dichiarò Roxy, stringendosi nelle spalle.

«Ti può sembrare, ma non sai quanto è vero questo principio. È il fondamento di ogni cosa. Ogni volta che il male sta per trionfare, il bene deve porre fine al suo predominio, per evitare che tutto il mondo piombi nel caos.» spiegò Timmy. «Non si sa bene cosa sia questo caos, ma... si immagina che sia qualcosa che c'era prima della creazione dell'universo di Magix da parte del fuoco del drago.»

«E' una lezione che ti verrà impartita il primo giorno, non appena entrerai ad Alfea.» Aisha consolò Roxy, posandole sulla spalla la mano libera dallo Scettro che non aveva lasciato andare neanche per un minuto.

La fata degli animali non disse niente a proposito della sua volontà di andare ad Alfea, sempre che Alfea avesse continuato ad esistere, dopo che le Furie l'avevano invasa. Avevano fatto in tempo a salire sulla navetta che quella montagna di muscoli di Codatorta era completamente impazzito, aveva provato a prendere Faragonda per il collo e Grizelda era stata costretta con una sfera di energia a scagliarlo il più lontano possibile. Aisha aveva concluso imprigionandolo nel Morphix.

«Nessun altro maschio è rimasto ad Alfea! Resistete fino a quando non avremo distrutto il Vortice dei Venti! Torneremo presto! Cercate di stare attenti alla spia!» aveva gridato la fata dei fluidi. Allora il portellone si era richiuso velocemente, mentre loro prendevano quota.

Roxy non aveva mai viaggiato in aereo in tutta la sua vita, ma sospettava che non fosse così comodo o così lontanamente simile al viaggiare in treno come sembrava con quella navicella spaziale che si chiamava Owl. Non uno sbalzo, non un vuoto d'aria. Poi si ricordò che viaggiano nello spazio e che lì non c'era aria, ma comunque rimaneva sempre più incredula dal fatto che ognuna di quelle leggi che credeva governassero l'universo da quelle parti non valessero. Poi Timmy era un pilota eccezionale e, coadiuvato da Riven e Brandon, sembrava un capitano imbattibile. Mentre re Oritel raccontava, lei si era seduta e Zephiro era rimasto poco lontano, da solo, silenzioso.

Fu lui che guardò adesso e notò che era sempre più pallido e che tremava leggermente. Era convinta che la spia gli avesse fatto qualcosa. E fu questo che la colpì: quel nemico che entrava ad Alfea non lo aveva ucciso quando avrebbe potuto. Lo aveva tenuto in vita forse perché non aveva avuto il tempo di fargli qualcosa perché era arrivata lei. Ma la cosa non la convinceva, perché, come diceva Zephiro, lei era solo l'ultima fata della Terra, una ragazzina inesperta: nessuna spia avrebbe avuto paura di lei quando non aveva avuto paura di Faragonda.

«Perché tu non sei stato contagiato?» gli chiese, costringendolo a voltarsi per guardarla. «Insomma... mi aspettavo che...»

Lui parve esitare un istante. «Io... io non lo so.» disse, infine, distogliendo lo sguardo arrossato.

«Che cosa voleva da te la spia di Alfea?» insistette la fata degli animali.

Zephiro scosse di nuovo la testa, più rassegnato che mai.

«Sapevi qualcosa che poteva aiutarla, vero?»

«Io...» ammise lui, annuendo piano. «Forse.»

«E cosa?»

«Non lo so. Non so niente!» ringhiò lui, balzando in piedi. Nessuno, a parte Roxy, parve notare quello strano comportamento.

«Che cosa starà succedendo ad Alfea?» stava, infatti, domandando Flora. Per la fata degli animali fu come venire privata di una risposta che sentiva aver avuto ad un passo da lei.

«Non lo so.» sospirò re Oritel. «Ma sono certo che non ci saranno più problemi.»

«A parte le Furie, vorrà dire. E la spia di Alfea, quella che non siamo riusciti a trovare da nessuna parte.» lo corresse Musa, che non riusciva a liberarsi del proprio cattivo umore. Era nervosa, perché avevano sempre avuto tutto a portata di mano, perché su Flabrum c'era la Furia dell'Odio, nonché zio di Zephiro, e loro, nonostante tutto, non avrebbero avuto vita facile.

Re Oritel grugnì un: «Già... la spia...»

«Chi mai potrebbe essere? Come fa a sfuggirci?» volle sapere Flora.

«La prenderemo non appena avremo finito su Flabrum.» disse Aisha, per tranquillizzarli tutti. «Anzi, sono certa che Faragonda ha già tutto sotto controllo.»

«Ah, sì? E come facciamo a distruggere il Vortice dei Venti?» domandò Musa, scuotendo la testa.

Re Oritel scosse la testa. «Non ne ho la minima idea. Entrare sul pianeta sarebbe... forse creare un reticolo di convergenza e cercare di comprimerlo sempre di più...»

«Ma ci sono gli abitanti!» esclamò Sky, inorridito. «Se si trovassero nel raggio di azione, se non bastasse distruggere il Vortice, rischieremmo di mettere tutti in pericolo, di ucciderli.»

«Appunto non si può fare.» rispose il re di Domino.

«Siamo partiti allo sbaraglio, fantastico!» replicò, acida, Musa.

«Musa, ma... che c'è?» le domandò Flora.

«C'è che questa missione è nata male fin dall'inizio! Abbiamo affrontato migliaia di pericoli! Abbiamo eliminato le Furie dalla Terra, ma adesso non sappiamo se torneremo indietro e se le Furie uccideranno tutti quanti! È... è... è orribile questa incertezza! Adesso che sappiamo che dobbiamo distruggere il Vortice dei Venti non abbiamo un metodo sicuro per farlo e non sappiamo se funzionerà davvero. Se Dafne si fosse sbagliata?»

«Musa...» Flora fece qualche passo verso di lei, con la mano tesa per poterla toccare, ma la ragazza era completamente fuori di sé. C'era una Furia che aleggiava nell'aria, la Furia della Paura e della Disperazione... era tra loro, ne sentivano quasi tutti l'odore e ne erano ancora più spaventati: se avesse preso una fata avrebbe potuto ucciderla, se avesse preso un ragazzo avrebbe potuto contagiare gli altri e uccidere comunque le fate.

Aisha la schiaffeggiò come aveva già schiaffeggiato Flora. «Smettila!» gridò. «Nessuno si è sbagliato! E, se anche la missione fallisce, dobbiamo tentare! Siamo le Winx, per la miseria! Siamo le Winx e vinceremo! Abbiamo combattuto contro le Trix innumerevoli volte, contro Valtor e lord Darkar, persino contro Bloom, per non parlare del fatto che siamo riuscite a far credere la gente in noi e a indebolire gli Stregoni del Cerchio Nero! Siamo sempre tornate vincitrici, sempre! Musa...» sospirò, addolcendo il tono di voce. «Vuoi dire che non credi più nel Winx Club?»

Musa cercò qualcosa da dire, ma si accorse che non c'era niente che potesse fare per contrastare le argomentazioni della sua amica. Chinò la testa. «No... hai... hai ragione. Ho sbagliato. Scusami.»

Sky prese la parola: «Abbiamo bisogno di un piano come diversivo. Dobbiamo fare in modo che l'attenzione di Maestral sia completamente concentrata su altro che non siano le Winx, mentre cercano di distruggere il Vortice. Per quel che riguarda il reticolo di convergenza...»

«Dobbiamo per forza costruirglielo intorno.» concluse Musa. «Non si può fare.»

«E se, invece, cercassimo l'occhio del ciclone?» propose Timmy, senza togliere gli occhi dalla loro rotta.

Le ragazze fissarono lo Specialista alla ricerca di una spiegazione. Lui si sistemò meglio gli occhiali sul naso e si girò rimanendo sulla sedia verso di loro. Posò le mani sulle ginocchia e le guardò con espressione accademica. «Come di certo saprete, c'è un punto di quiete intorno a cui si sviluppa il ciclone e lì si può di solito notare che il tempo è bello e a volte soleggiato... è un punto di quiete, che però implica l'arrivo della cosiddetta coda del ciclone. Forse... forse se voi riuscite ad interrompere il flusso generato dall'occhio, allora potrete distruggere il Vortice.»

Per un attimo rimasero tutti in silenzio, poi Aisha parlò per tutti gli astanti che erano senza parole. «Timmy, tu... tu sei un genio!»

Il ragazzo arrossì. «Beh... non... non è niente di speciale...» balbettò. «Semplice cultura atmosferica.»

«Bene. Questo potrebbe essere un punto di partenza.» approvò re Oritel, interrompendo i balbetti dello Specialista imbarazzato.

«Non è solo un punto di partenza!» esclamò Musa, improvvisamente elettrizzata. «E' tutto! Sappiamo dove dobbiamo atterrare: al centro dei Vortice e, una volta lì, dobbiamo trovare il punto di inizio e distruggerlo! Una volta che il Vortice si sia trovato senza la sua fonte di alimentazione... si disperderà.»

«Sì, ha senso! È geniale! Ah, se Tecna fosse qui!» sospirò Timmy, anche lui entusiasta.

«Anche lei la penserebbe come me, con qualche metafora in più sui computer.» scherzò Musa, strizzandogli l'occhio.

Lo Specialista rise nervosamente, mentre Riven, a cui non piacque quel gesto, si girò di nuovo offeso. La fata della musica, però, fece finta di non accorgersene. Non ne poteva più della gelosia di Riven, dopo quello che aveva combinato in quel bar e a Jason Queen.

«Bene. Dato che siamo tutti d'accordo sulla questione della distruzione del Vortice, per quel che riguarda la questione del diversivo...» disse re Oritel.

«Quale miglior diversivo di me?» domandò Zephiro. Ben presto tutti gli occhi furono puntati sul ragazzo sofferente che continuava a stropicciarsi gli occhi con foga incredibile. «Io... io devo...»

«Ma cosa vuoi fare tu?» sbottò Roxy, irritata. «Stai male... non ti reggi nemmeno in piedi e vuoi fare da diversivo?»

«E' me che Maestral vuole.» sibilò il ragazzo, senza guardare nessuno in particolare, come se stesse parlando con se stesso. «Se volete renderlo cieco a qualunque altra cosa... è me che dovete mandare a fare da diversivo! È per questo che mi avete portato. È per questo che Faragonda vi ha detto di prendermi! Perché avrete bisogno di tempo per distruggere il Vortice!»

«No, non possiamo farlo» replicò Aisha, severamente. «Faragonda non ti permetterà mai di rischiare la vita per...»

«E'...» lui gemette. «è quello che deve essere fatto. Io devo affrontare Maestral ed è meglio che lo faccia subito. Devo farlo... e devo essere io.»

Di nuovo calò il silenzio, ma non era come quello stupefatto che aveva seguito le parole di Timmy sull'occhio del ciclone. Era un silenzio angosciato, pieno di paura. Era chiaro a tutti che Zephiro non aveva la forza per affrontare una minaccia, figurarsi lo zio usurpatore che era stato contagiato dall'Odio. Eppure era ancora più chiaro che aveva ragione su tutto, che lui era l'unico che avrebbe funzionato da schermo per Maestral.

«Tu sei matto!» ribatté Roxy, veemente.

A fermarla dallo scagliargli contro un'invettiva fu la mano di re Oritel che le afferrò la spalla, stringendola in modo pacato. Lei girò lo sguardo verso di lui per chiedergli spiegazioni, ma il re di Domino guardava Zephiro che, con un enorme sforzo di volontà, aveva sollevato la testa per guardare lui. Nei suoi occhi di colore diverso c'era tanta risolutezza, tanto bisogno di compiere quella missione. Ma allora perché Roxy non si sentiva tranquilla? Perché, quando lo guardava, sentiva che c'era qualcosa che non andava?

«Verrò con te.» disse re Oritel.

Sky si fece avanti. «Sì, anch'io.»

«Due re su due?» grugnì il padre di Bloom, inarcando un sopracciglio. «Biondino, sono certo delle tue buone intenzioni, ma... come dire... c'è mia figlia, una ragazza con i capelli rossi, tanto per intendersi, che dovrebbe essere sul pianeta che stiamo per raggiungere e, dato che il suo papà non sarà lì per aiutarla... dovrebbe almeno farlo il suo ragazzo, dico bene?» e lo guardò con fare eloquente, tanto che Sky aprì la bocca e la richiuse senza protestare.

«Sì, re Oritel.» disse, dopo un po', mettendosi impettito, in posa solenne. «Troverò Bloom e la proteggerò. Può contare su di me!»

Il sovrano di Domino non disse niente, lo squadrò a lungo con l'intento di metterlo a disagio e di fargli dubitare delle sue stesse capacità, ma quando vide che non ci riuscì, almeno apparentemente, deluso, tornò a guardare Zephiro.

«Ma se non viene Sky» dichiarò Brandon. «vengo io, con lei, re Oritel.»

«E anche io.» si aggiunse Helia.

«I-io non posso venire.» disse, invece, Timmy. «Io... devo accompagnare le Winx, con l'Owl... nel Vortice.»

«No, è una pessima idea.» replicò Riven, sgarbato. «L'Owl non può entrare nel Vortice dei Venti! Altrimenti come farebbe Zephiro a raggiungere il posto dove si trova suo zio? Se non sbaglio, solo le ragazze sanno volare autonomamente. A proposito di questo... non ci hai ancora detto, ragazzino, come si fa ad entrare nel pianeta dei Venti. Forse te lo sei dimenticato, ma io no: su Flabrum non si entra come si fa da tutte le altre parti... la Dimensione Omega è addirittura più facile da raggiungere!»

Zephiro lo guardò. «Te lo spiegherò quando saremo lì vicino... prima non avrebbe senso... dovete guardare le correnti... e nello spazio non potete certo farlo.»

«Bene.» disse Sky, per stemperare un po' gli animi. «Allora è deciso, l'Owl andrà con Zephiro, ma le ragazze dovranno atterrare su Flabrum senza problemi. Quindi, re Oritel, credo che noi ragazzi dovremo accompagnare Zephiro. Tutti.»

Re Oritel grugnì, evidentemente contrariato.

Sky lo ignorò. «Come faranno a raggiungere l'occhio del ciclone? È una questione di correnti?»

Zephiro non rispose subito. Distolse lo sguardo e per un lungo momento tutti trattennero il respiro, fino a quando lui stesso non lo rilasciò e disse: «Io non lo so. Nessuno si è spinto all'interno del Vortice e quelli che l'hanno fatto non sono mai più tornati.»

Aisha scambiò un'occhiata con Flora e Musa. «Allora dovremo trovare il modo da sole. Voi ragazzi preoccupatevi solo di farci arrivare su Flabrum sani e salvi. Non appena sarà il momento, aprite il portellone e dirigetevi verso il palazzo reale. Prendete tempo con Maestral, ma non fate niente che possa nuocere a Zephiro.»

«E io che farò?» domandò Roxy.

«E' meglio che tu stia sulla navetta.» dichiarò Sky, risoluto. «Non è per cattiveria, Roxy, ma è più sicuro se non corri dei rischi inutili.»

«Inutili per chi?» ringhiò lei, stringendo i pugni, sentendosi sempre più frustrata. «Inutili per voi, che non potrete ripristinare il regno delle fate sulla Terra! Certo! È lo stesso che per Zephiro! Non volete sprecare le nostre vite per motivi del tutto egoistici! E io ne ho abbastanza di tutto questo! Non ne posso più di essere protetta e usata, non ne posso più della magia e di tutto quello che sta succedendo, non ne più di Stregoni e spiriti maligni, e non me ne starò con le mani in mano! Farò di tutto e dico proprio di tutto per impedire loro di venirmi a dare fastidio! Io verrò con voi e con Zephiro o darò una mano alle Winx. E su questo non si discute!»

«Roxy, io capisco quello che stai passando,» dichiarò Flora, posandosi una mano sul petto. «ma penso che questo modo di vedere le cose non ti porti da nessuna parte. Ascoltami, tesoro, noi ti vogliamo bene e capiamo come ti senti, davvero, sappiamo che sei confusa e... se ci fosse Bloom, qui con noi, saprebbe di certo trovare le parole giuste per non farti compiere un gesto avventato! Quello che facciamo, lo facciamo per te, perché ti vogliamo bene e non vogliamo che ti capiti niente di male!»

«Esatto!» replicò Musa, risoluta. «Noi pensiamo innanzitutto alla tua incolumità. Non c'entra niente il regno delle fate terrestri, non c'entra niente il pianeta di Flabrum. Qualunque cosa facciamo, la facciamo per il tuo bene!»

Aisha le prese le mani, prima che lei potesse mettersele sulle orecchie per non dover più ascoltare quelle parole che le suonavano così false, sebbene le Winx parlassero col cuore. «Se Bloom si è ritrovata in questo pasticcio è perché voleva arrivare in fretta su Domino e salvarti la vita e l'avrebbe fatto a costo della sua, tutto perché prova un enorme affetto per te. Pensaci, Roxy. Tu sei forte e sei una ragazza intelligente. Devi capire che...»

«Che sono una schiappa con la magia!» la rimbeccò lei.

«Che sei inesperta e che, per stavolta, dovrai solo aspettare.»

«Ma io non posso stare senza far niente! È colpa mia se Bloom è finita nei pasticci, proprio perché voleva salvarmi e non ne posso più di essere un peso! Devo fare qualcosa!»

Aisha strinse la presa. «Allora promettimi che seguirai i ragazzi e che farai tutto quello che ti dicono di fare!»

Roxy la guardò a lungo, ma alla fine annuì, spinta dai suoi occhi imploranti più che dalla vera volontà di farlo.

«Ecco! Siamo in vista di Flabrum!» gridò quasi Timmy, balzando sulla sedia. Aisha e Roxy si voltarono nella sua direzione e la prima si affrettò, insieme agli altri, a raggiungerla. Lo Specialista cominciò a digitare velocemente sulla tastiera luminosa che aveva davanti. «L'impatto con l'atmosfera avverrà tra meno di cinque minuti. Siamo appena entrati nel raggio gravitazionale del pianeta. Da qui in poi i comandi sono quasi del tutto inutili, se non per il cambio di propulsione. Zephiro, è arrivato il momento di dirci che cosa dobbiamo fare.»

Quello che avevano davanti era quanto di più spaventoso Roxy si fosse mai trovata a dover guardare era un enorme imbuto roteante di cui non si riusciva a vedere che il suo cuore, nero e profondo, che sapeva di ignoto; una quantità immane di fili di vento che si dipanavano intorno a lui, e ne fuoriuscivano e rientravano. La navetta veniva attirata lentamente, ma inesorabilmente.

«Zephiro...» gemette Timmy.

Il ragazzo barcollò verso di lui. Roxy ebbe l'irrazionale paura che lui non avrebbe detto niente, che avrebbe lasciato che tutti loro venissero inghiottiti dal vortice gigantesco. Si guardarono per un attimo, solo per un attimo, l'occhio dorato guizzò di un bagliore particolare che la mise a disagio, poi lui lo nascose di nuovo dietro la mano. Guardò la stessa scena con l'occhio blu e fece un cenno con la mano libera. Anche il suo respiro si era fatto più pesante.

«Devi... scegli una corrente che sta uscendo dal Vortice... la più vicina.»

«L-la più vicina?» balbettò Timmy, perplesso.

«Fai come ti dico oppure verrai risucchiato! Scegli la corrente più vicina! A destra! A destra!» la voce di Zephiro si fece improvvisamente stridula, isterica... spaventata, quasi. Non era escludere che lo fosse, perché tutti gli altri, le fate, gli Specialisti e anche re Oritel erano in tensione. Tutti quanti loro avevano chiara la consapevolezza di poter essere risucchiati da quell'inferno che impediva gli accessi al pianeta. Timmy batté le dita sulla tastiera con frenesia, la navetta cominciò a spostarsi lentamente sulla destra, verso la corrente indicata da Zephiro.

Il cuore batteva ferocemente a tutti, Roxy riusciva a sentire il proprio che le rimbombava nelle orecchie e non sapeva se era per la paura perché la navetta tentava un atterraggio tanto pericoloso o perché non si fidava troppo delle direttive del ragazzo.

Un attimo dopo, si sentì trasportare in avanti. Fu come essere risucchiati e la fata degli animali comprese che cosa provava l'acqua quando veniva calata dentro un imbuto e fatta passare in quel tubicino. Si sentì come se qualcosa la stesse strizzando, la navetta cominciò anche a vibrare, oscillare di qua e di là, la console mandò segnali luminosi intermittenti a velocità impazzita, Timmy – il pacatissimo Timmy – imprecava e digitava sempre più speditamente, Riven ringhiava come un animale, mentre Sky e Brandon si erano aggrappati alla sua sedia, Oritel a quella di Helia e le Winx, tenendosi per mano, a quella di Timmy.

Roxy rischiò di scivolare, ma fu Zephiro ad afferrarla prima che cadesse. Rimase stretta a lui, sentendo le guance che si incendiavano, mentre lui rimaneva con la mano artigliata alla spalla del fidanzato di Tecna ed era l'unico che sembrava avere il totale controllo di sé.

Poco dopo tutto finì, la navetta finì di vibrare e tutta la console tornò ad emettere impulsi luminosi ad intervalli regolari. Tutti i componenti dell'equipaggio sospirarono all'unisono. Solo Zephiro era rimasto completamente indifferente a tutto, come se per lui fosse del tutto normale. Guardando nel suo occhio dorato, Roxy poteva vedere tutto il gelo che c'era dentro.

«Stai bene?» gli chiese.

Lui non rispose.

Gli Specialisti, e Sky soprattutto, avevano visto quel suo sangue freddo. Il re di Eraklyon, poi, aveva intuito che stava preparandosi ad affrontare lo zio, l'usurpatore che aveva ucciso sua madre e che quell'impresa avrebbe richiesto tutta la determinazione possibile. Se fosse stato nella sua situazione, Sky era sicuro che si sarebbe comportato allo stesso modo. Roxy, però, percepiva che non tutto andava bene, che la spia di Alfea gli aveva fatto qualcosa. In quel Zephiro, del ragazzo sensibile che aveva conosciuto, non c'era più spazio. Era gelido, crudele, quasi.

«Che cosa devo fare, ora?» domandò Timmy. «Abbiamo fatto quello che ci hai detto... siamo su una corrente d'aria che ci porterà fuori dalla rotta del Vortice. Ci stiamo allontanando senza problemi e...» non finì di parlare. Un messaggio rosso cominciò a pulsare su un display in basso, alla destra dello Specialista.

«Che cos'è?» domandò Aisha.

Tutti si sporsero a guardare.

C'erano scritte due parole:


Prego, identificarsi


Riven afferrò una leva. «Credo che, se c'è un momento buono per scaricare le ragazze, è questo.» dichiarò, osservando il vetro davanti a loro, là dove si stavamo materializzando in lontananza alcune delle navette bianche e azzurre di Flabrum.

Le Winx si posizionarono vicino alle altre davanti al portellone, persino Roxy cercò di nuovo di raggiungere le amiche e fu re Oritel a posarle una mano sulla spalla, con abbastanza fermezza perché rimanesse indietro. Roxy si rassegnò subito.

Flora le sorrise, rassicurante. «Torneremo presto, vedrai.»

«Vai, Riven!» lo incitò Aisha.

Lo Specialista annuì. Gettò una breve occhiata a Musa, un'occhiata anche un po' triste, che le fece capire che quello che aveva fatto a Jason e quello che era successo sulla Terra lo faceva sentire tremendamente in colpa. Non è colpa sua, capì la fata con un moto d'affetto dovuto ai tanti anni e le tante avventure che avevano passato assieme, sono state le Furie e quelle non gli hanno lasciato molta scelta. Così, mentre lui tirava giù la leva e il portellone cominciava ad aprirsi e a lasciar entrare il vento freddo di Flabrum all'interno, gli sorrise brevemente. Era giusto che lo perdonasse, almeno per questo. Essere geloso era parte di lui, era una cosa che non sarebbe cambiata mai.

«Prendiamoci per mano.» propose Flora e tese l'una a Musa e l'altra ad Aisha. «Potremmo rischiare di perderci.»

Nessuna delle due fece obiezioni. Si strinsero le mani l'una con l'altra, mentre le loro ali cominciarono a vibrare per tenere testa al vento.

«Non potrò tenere a lungo aperto il portello o il vento ci risucchierà tutti! Reggetevi forte, ragazzi!» esclamò Riven. Aspettò ancora qualche secondo, il portellone si aprì fino a metà. «Ora, ragazze! Buona fortuna!»

«Lo stesso a voi!» gridò Aisha, prima che si lanciasse fuori insieme alle due Winx.

In un secondo, furono fuori dalla portata della loro vista. Riven tirò di nuovo la leva e il vento fu tagliato fuori con violenza. La navetta, adesso, col portellone di nuovo sbarrato si muoveva da sola, per inerzia, sulla corrente uscente dal Vortice. Intanto, alle due navicelle flabrumiane che avevano di fronte se ne aggiungevano altre due. Il loro messaggio continuava a lampeggiare sul display. Nessuno si era accorto della manovra che avveniva sul retro dell'Owl.

«Gli stiamo andando proprio incontro.» sussurrò Helia, guardando fisso di fronte a sé. «E non possiamo fermarci o cambiare rotta.»

«Bene.» disse re Oritel. Sky e Brandon estrassero le loro armi, pronti per combattere, ma il re di Domino fece un gesto blando con la mano. «No, ragazzi, non facciamoci prendere dalla sindrome dell'eroe. Quello che faremo adesso è lasciarci prendere.»

Sky e Brandon lo guardarono interdetti e non furono gli unici.

«Che cosa?!» domandò Roxy, indignata. «Farci prendere? Ma... credevo che avremmo combattuto!»

Zephiro chiuse gli occhi e, quando li riaprì, sollevò la testa per guardare re Oritel. «E' l'unico modo per prendere tempo.» spiegò, sempre con quel suo nuovo tono gelido.

«Esatto, figliolo.»

«Ma io avevo capito che non avremmo dovuto metterlo in pericolo!» sbottò Sky, furente. «Che cosa ha in mente, re Oritel? Quegli uomini lo uccideranno non appena capiranno chi è!»

Il sovrano di Domino si strinse nelle spalle. «Io dico di no. Ho una certa esperienza di reali, giovanotto, e ti posso assicurare che Zephiro non morirà, almeno finché Maestral non darà l'ordine di uccidere. Il punto è che qui, caro il mio biondino, ci sono ben due re della Dimensione Magica e non credo che Maestral sia pazzo al punto di passare sui nostri cadaveri, altrimenti sai come andrà a finire: tuo padre Erendor muoverà guerra e mia moglie farà lo stesso, a costo di dover dare fuoco e fiamme alla Dimensione Magica.» re Oritel sorrise, nel pensare a Marion. «Sono quasi certo che sai che ho ragione e che Zephiro, con noi al suo fianco, è in una botte di ferro.»

Sky parve dubbioso, ma non rispose. Quello che diceva re Oritel aveva senso, era perfettamente logico pensare che Maestral non avrebbe fatto scorrere il sangue di due dei sovrani più potenti della Dimensione Magica, ma chi poteva sapere che cosa avrebbe potuto fare un uomo catturato dalla Furia dell'Odio?

«Speriamo che lei abbia ragione, re Oritel.» grugnì Riven. «O saremo tutti spacciati.»

Mentre finiva di dirlo, le navette li avevano circondati.

«E' arrivato il tempo di aprire le danze.» sussurrò Zephiro e nella sua voce risuonò qualcosa di sinistro.


§


Aisha, Flora e Musa non si erano aspettate che il vento di Flabrum potesse essere così violento o così terribilmente potente. Flora pensò alle correnti che soffiavano sul suo pianeta, quelle che solo un paio di ali Enchantix potevano contrastare. Quello di Flabrum, però, aveva qualcosa di diverso, qualcosa di ancora più potente che non aveva mai sperimentato; era come se volesse respingere chiunque volesse avvicinarsi al Vortice, attirandolo verso di sé.

Le ali, per quanto lei e le sue amiche continuassero a muoverle e sempre con più frenesia, non le aiutavano, anzi, sembravano essere ancora più d'intralcio. Tenersi per mano era arduo e il vento frustava loro il corpo e la faccia in un modo che impediva loro di tenere gli occhi aperti o di parlare, perché le frustate di vento entravano anche in bocca. Così, con le palpebre semichiuse, continuavano a cercare un sentiero davanti a loro, ma a parte l'azzurro e il bianco di cielo e nuvole non riuscivano a distinguere niente e aprire gli occhi più di così avrebbe significato perderli. Ora so come si sente un lenzuolo steso fuori!, pensò Flora, mentre veniva sballottata insieme con le sue amiche su e giù, in avanti e indietro in quella corrente violenta. Il Vortice... ci ucciderà... Bloom, ragazze, dove siete? Come facciamo a distruggere qualcosa che ci impedisce di avvicinarci all'occhio del ciclone?

Pensò alle ali dello Zoomix e allo Speedix, ma a cosa sarebbero servite? Non avevano modo di contrastare quell'orribile malefico vento!

«Il... sento... vento...» la voce di Musa le arrivò a spezzoni nell'orecchio sinistro, il resto fu inghiottito dal furore del vento che tirava loro addosso e sulle ali, bloccandole. Andava sempre peggio. «Ca... to... ven... pite?»

«Co... mu...»

«Non vi sento!» voleva gridare Flora, ma il vento le entrò in bocca e quasi la soffocò. Sentì che la presa sulle sue amiche si stava affievolendo. Il Vortice tentava di separarle. Poi Musa – credette che fosse Musa – la strattonò verso di sé e la presa si rinsaldò.

«Tra... gica...»

Tragica? La situazione era tragica? Lo vedeva da sola! Stavano cominciando a perdere le speranze e il vento si faceva sempre più forte, le attirava verso il Vortice come una grossa mano gigante.

Musa la strattonò di nuovo. Ripeté la parola. Ora suonava diversa: «Tra... ama!»

Flora provò a riaprire gli occhi, ma non le riuscì. Allora girò la testa in modo che il vento non le colpisse la faccia. Cercò gli occhi di Musa e vide solo qualche sprazzo del completino luccicante della sua amica. «Traccia!» gridava adesso la fata della musica. «Traccia! Tra... gica.»

La traccia?

Flora non riuscì a pensare, il Vortice era sempre più vicino, era inesorabile, impetuoso e troppo forte per loro. Pensò a Faragonda, che le aveva mandate lì con lo scopo di distruggere il Vortice, a lei che aveva avuto fiducia nelle Winx, tanta da mandarle sulla Terra per ripristinare la magia, che aveva fatto tanto e insegnato loro tutto. Possibile che quella fosse la fine? E poi la voce di Faragonda, come se stessero comunicando telepaticamente, ma sapendo che era solo la propria memoria, le parlò: ci sono tre tipi di ali, per il livello Believix. Le ali de teletrasporto, della super velocità e della traccia magica. A quel punto Flora sussultò. Capì cosa voleva dire Musa. Non le aveva detto che la situazione era tragica, ma che dovevano usare le ali della traccia magica! Strinse forte la mano di Musa, due volte, sperando che capisse ciò che aveva voluto dirle e vide che la sua amica rispondeva allo stesso modo. Fece lo stesso con Aisha. Anche lei aveva capito.

Stavolta non ci pensò nemmeno. Abbandonò la paura. «Winx Tracix!» gridò con tutto il fiato che aveva in gola. Il vento le entrò in bocca e quasi ebbe il potere di soffocarlo, ma durò un istante. Poco dopo il mondo cambiò, il vento scomparve e si ritrovarono su di un terreno rigoglioso e verdeggiante di un bel color seppia.


§


Bloom si fermò in mezzo al cimitero delle navette. Il mondo era in pace con se stesso, persino lei e le sue amiche, a cui era stato dato il compito di distruggere il Vortice dei Venti sentivano che tutto sarebbe andato bene. Ma ancora non sapevano come fare per trovare quello che Auster aveva chiamato Occhio del Ciclone e questa doveva essere la loro priorità assoluta.

La regina di Flabrum le aveva seguite, insieme ai due soldati dell'Esercito del suo pianeta. Nel punto in cui si trovavano, la magia era più forte, i crateri anche più profondi che nel resto del cimitero. Tutto intorno, su quel terreno accidentato e coperto di lamiere e alcuni scheletri, infatti, ce n'erano tanti, alcuni più larghi e altri più stretti, come se vi fossero state sganciate delle bombe grosse e devastanti o fossero passati dei giganti che avevano dato dei pugni al terreno. Auster aveva detto che non sapeva cosa fossero, né come potessero esistere o chi o cosa le avesse provocate realmente. Guardando all'interno, vi si potevano vedere altre navette distrutte, oppure un abisso oscuro e senza fondo che, però, non dava nessun senso di orrore come avrebbe fatto in altri tempi. Perché lì erano tutte le cose buone, lì sembrava non esistere spazio per il disagio.

«Credo che qui vada bene.» dichiarò Tecna. «E' pregno di magia per fare quello che dobbiamo.»

«Pensate davvero che la Traccia Magica possa aiutarvi?» volle sapere Auster.

«Noi lo speriamo.» disse Bloom, piena di emozione. «Perché altrimenti non sapremmo proprio come trovare l'Occhio del Ciclone.»

«Sempre ammesso che esista.» rispose Stella, che non era riuscita a dimenticare ciò che aveva detto Auster in proposito: ogni ciclone, aveva detto, si sviluppava intorno ad un punto, dove il tempo era sempre buono, senza vento, a volte soleggiato. Quello doveva essere il punto da cui era stato formato anche il Vortice dei Venti che, essendo un costrutto magico, doveva per forza avere un punto di inizio ancora più evidente di uno normale. Forse, addirittura, il Vortice di Flabrum si evolveva verso l'alto come una spirale, ciò avrebbe dovuto permettere loro di trovare il punto di sfogo come se sopra ci fosse una X rossa, come nelle mappe del tesoro.

L'idea del tesoro era piaciuta molto a Stella, ma capiva anche che quelle di Auster erano supposizioni. Certo, aveva avuto modo di pensarci parecchio, da quando quella storia era cominciata, ma questo non le impediva di essere scettica.

«L'unico modo che abbiamo per riuscire a trovare qualcosa di concreto è la Traccia Magica.» dichiarò Bloom, parlando con Tecna.

«E allora sbrighiamoci. Comincio a non poterne più di questo pianeta dei Venti.» disse Stella, poi guardò Auster. «Senza offesa.»

La regina sorrise appena. «Non posso che darti ragione. A volte, anche io non ne posso più.»

«Allora non perdiamo altro tempo.» disse Bloom, in tono definitivo. Allungò le mani verso le sue amiche e, non appena queste le ebbero strette, liberarono il loro potere.

«Winx Tracix!»

Subito, il mondo cambiò, divenne color seppia, Auster, i soldati di Flabrum e Tony scomparvero, ma apparvero altre persone, il terreno su cui si trovavano divenne rigoglioso e verdeggiante, i crateri furono coperti dalla vegetazione e dagli alberi che erano tutto intorno a loro. Non c'erano navette distrutte, il terreno era punteggiato di migliaia di spiriti che, se non fosse stato per il color seppia, sarebbero stati di mille colori meravigliosi che variavano dal rosa all'oro e che restituivano a coloro che li guardavano, o solo sfioravano, dei Sentimenti tanto belli da far dimenticare a tutti i loro malanni. Ma c'era una donna, una fata, compresero le Winx, che piangeva in preda alla disperazione.

«Non possiamo fare a meno?» domandò, alla sua compagna. Entrambe erano vestite in modo curioso, con abiti legati ad una spalla come una toga e i loro capelli lunghi e fluenti erano tenuti su sulla nuca da un cerchietto d'oro che lasciava scivolare giù una coda lunga fino in fondo alla schiena. Capivano la loro lingua solo perché era la traccia magica a permetterlo.

«L'Equilibrio deve essere preservato.» rispose l'altra, chiudendo gli occhi asciutti.

«Lo so, ma perché così?»

«Se gli Spiriti dei Sentimenti Positivi verranno rinchiusi qui, se arrivassero i Sentimenti Negativi... quando gli uomini e le donne di Flabrum li faranno crescere al punto da renderle entità reali... gli Spiriti non saranno più liberi di catturarle e allora per il mondo sarà la catastrofe! Ho visto... ho visto cosa accadrà, se noi imprigioneremo gli Spiriti!» e si portò le mani alle tempie. «I miei poteri divinatori mi hanno permesso di vedere le brutture che seguiranno all'imprigionamento. Ma fino ad allora il mondo propenderà solo per il bene e questo farà sprofondare la Dimensione Magica nel caos. Sai che non abbiamo scelta. Quando il Fuoco del Drago è stato sigillato dentro una persona, ha lasciato il bene e il male, ma adesso il bene sta prendendo il sopravvento. Non possiamo fare altro.»

La prima donna annuì, anche se in modo dolente.

«Quando creerò la Barriera,» disse la seconda, togliendosi le mani dalle tempie. «allora nessuno potrà più entrare... se tenterà, è probabile che muoia nel tentativo e a questo punto nessuno più potrebbe distruggerla, quando la catastrofe avverrà. Nessuno, anche chi riuscisse a superare la Barriera, potrà... a meno che non ci sia qualcuno a ricordare cosa è successo!»

«Io ci sarò!» dichiarò la seconda stringendo più forte la spalla dell'amica. «Io non abbandonerò questo pianeta!»

«Ma non si potrà vivere qui sotto! Lasciare qui sotto la gente vorrà dire non poter mai più rivedere il cielo e le stelle, vorrà dire essere peggio che prigionieri e allora la gente comincerà a volere risalire e una volta che i Sentimenti Positivi verranno consumati, non ci sarà più nessuno che fermerà le Furie. Rimanere nella Barriera significa consumare i Sentimenti Positivi. E allora i Sentimenti Negativi diverrebbero troppo forti. Di nuovo, la Dimensione Magica sprofonderebbe nel caos.»

Entrambe si scrutarono a lungo. Poi la prima sospirò. «Beh, ma non succederebbe niente se... se per caso qualcuno rimanesse al di sopra della Barriera, giusto?»

L'altra ci pensò per un secondo. «No, la Barriera proteggerebbe i Sentimenti Positivi e impedirebbe di influenzare i sentimenti propri delle persone, ma... perché me lo chiedi?»

«Perché creerai un modo per penetrare la Barriera e farai in modo che chiunque tenti di farlo accidentalmente e senza la giusta motivazione ne rimanga intrappolato. La Barriera deve essere preservata a qualunque costo fino al momento in cui non servirà che vengano liberate. Ed è qui che entro in gioco io.»

«Ma... cosa... che dici?» la seconda era confusa, addolorata. «Che vuoi dire?»

«Quando arriverà il momento, la Barriera dovrà essere distrutta e solo chi conosce il segreto della Barriera potrà distruggerla, non è così?»

«Sì.»

«E allora,» negli occhi della seconda donna c'era una luce nuova e raggiante, carica di speranza che veniva più da se stessa che non dai Sentimenti Positivi. «c'è bisogno che questo pianeta sia abitato, che una fata tenga il segreto finché non sarà giunto il momento. Mi capisci? E non deve andar via dal pianeta, oppure tutti i nostri sforzi saranno vani.»

«Ma non ci sarà modo di vivere qui, dopo che avrò eretto la Barriera, e non ci sarà modo di sapere quando succederà. Se anche fossi tu quella fata, sorella, allora cosa pensi che accadrà se le Furie non dovessero presentarsi nel nostro tempo?»

«Tramanderemo la verità ad una fata. Solo ad una fata che la tramanderà alla figlia e questa alla figlia e così via. Questo pianeta sarà protetto dalle fate e perciò una piccola comunità dovrà vivere qui. Uomini e fate proteggeranno noi e il nostro segreto.»

La prima sorella parve dubbiosa. «E se non nasceranno fate?»

«Ma nasceranno maschi con sangue di fata. Saranno loro a tenere il regno finché non avranno generato una fata ed è a lei che dovranno tramandare il segreto. È così che deve andare, sorella. Dobbiamo proteggere questo pianeta e i Sentimenti Positivi.»

«Ma non hai ancora risposto all'ultima domanda. Come facciamo a far vivere qualcuno da queste parti, se il pianeta sarà completamente sigillato?»

«Così!» la seconda fata aprì le braccia e un alone di potere la avvolse.

Ammutolite, le Winx guardarono quella scena che si svolgeva prima che Flabrum diventasse il pianeta dei Venti, prima ancora che le Furie arrivassero lì, quando il segreto di cui parlavano doveva ancora venire tramandato. Bloom capì che era così che erano andate le cose: le generazioni erano passate, le tradizioni di Flabrum mantenute, ma la verità su di esse era andata persa con il tempo e l'incuria. Maestral, nella sua follia, voleva solo che quella tradizione, che la protezione del pianeta e del suo segreto, un segreto perso nella storia, non venisse divulgato. Lui agiva per i motivi sbagliati, ma faceva una cosa giusta.

Guardò la seconda sorella che sprigionava il suo potere e dopo poco la terra tremò tutto intorno a loro. Tremò a lungo e violentemente, il terreno cominciò a spaccarsi in più punti, lì dove si trovavano le Winx, e le crepe si facevano sempre più profonde e si allungavano sempre di più. Durò a lungo, forse dei giorni o forse solo delle ore, ma magari degli anni. Quando il terreno smise di tremare, zolle di terra si sollevarono. Erano grandi quanto isole e cominciarono a volare in alto contro ogni legge fisica esistente, ma Tecna non trovò niente da obiettare, perché era la magia a permettere tutto questo, una magia antica e perduta per sempre.

Le Winx guardarono a bocca aperta quei grandi pezzi di terreno mentre si sollevavano sempre più alto, ed erano tanti, tantissimi e rimanevano pur sempre distanti gli uni dagli altri. Ben presto, il cielo fu costellato di terra come di stelle. A terra erano rimasti quei crateri di cui prima non avevano compreso l'esistenza.

«Erano così potenti, un tempo.» esalò la fata della tecnologia. «Nessuno è più capace di compiere un sortilegio capace di reggere per centinaia di anni!»

«No.» confermò Bloom, allibita. «E neanche un Vortice dei Venti scommetto.»

Stella era rimasta semplicemente senza parole.

D'improvviso, la seconda sorella crollò a terra e l'altra la soccorse. «Ma cosa hai fatto?» la rimproverò, strillando appena. «Cosa... cosa hai fatto?»

«Quello che doveva essere fatto.» sospirò l'altra, stremata. E le sorrise debolmente. «Adesso tocca a te... devi costruire la tua Barriera.»

«Dovrai essere tu a tramandare il segreto.» sussurrò l'altra.

«Lo faremo insieme. Come abbiamo sempre fatto tutto.»

La prima scosse la testa e i suoi occhi erano pieni di lacrime. «Per fare quello che ho in mente... per fare quello che ho in mente... io dovrò... sacrificarmi.»

«No!» gridò la seconda, ritrovando improvvisamente le forze. Le strinse le spalle e la scosse. «No! Non puoi farlo! Non puoi morire per...»

La prima sorella stava sorridendo tra le lacrime. «E' l'unico modo, credimi.»

«E allora io...»

«No! No, tu devi vivere per proteggere Magix. E l'unico modo per farlo è dire a tua figlia che la Barriera dovrà essere distrutta quando verranno le Furie. Ricordatelo. Ricordatelo sempre! Addio, sorella mia. Addio per sempre!»

Le Winx trovarono la scena così straziante che, mentre le sorelle piangevano, piansero con loro. E si sentirono anche un po' in colpa per quello che stavano facendo: stavano origliando, spiando un momento intimo tra due sorelle e amiche che si stavano dicendo addio. Come se anche la Traccia Magica se ne fosse accorta, la scena cambiò totalmente, il luogo in cui si trovavano anche.

Adesso si trovavano su una collina, insieme con la sola prima sorella. Non c'era una lacrima o una singola esitazione sul suo viso. Adesso le sue parole non erano più distinguibili, recitava una formula magica che, come il segreto di Flabrum, si era perso nel tempo. Il vento cominciò ad avvolgerla, si concentrò ai suoi piedi e salì, salì sempre più in alto muovendo il suo abito e i suoi capelli lunghi. Da lei partì l'energia. Il tratto d'aria al di sotto delle isole a mezz'aria cominciò a scurirsi, si addensarono velocemente nuvole grigie come quelle che portavano pioggia, le stesse che Bloom e le altre avevano attraversato prima di incontrare Auster.

Poi la prima sorella sollevò un braccio e intorno ad esso cominciò a svolgersi un lungo filamento spesso di vento. Un vortice piccolo e potente che si svolse, andò verso l'alto e si nutrì del vento che vi era intorno e dell'energia della fata, ma lei continuò a rimanere ferma dove si trovava, guardò ancora il vortice che cresceva... cresceva... cresceva...

La Traccia Magica si esaurì.

Bloom, Tecna e Stella si ritrovarono a guardare il cimitero, i colori tornarono ad essere quelli della realtà. Tony, Auster, Adalhard e Terchibald le fissarono senza dire una parola. Videro sui loro volti le lacrime e quanto fossero provate in quel momento e non trovarono da dire niente, tanto erano stupiti. Fu la fata del fuoco del drago a trovare la forza per parlare. Lo doveva alle due sorelle che si erano sacrificate per quello, per un momento simile, per proteggere l'Equilibrio e la Dimensione Magica e a cui loro dovevano essere più grate che mai.

«Sappiamo dove dobbiamo andare.» disse e, liberata la mano da quella di Tecna, l'allungò verso la regina di Flabrum. Non riuscì, e non volle, liberare l'altra dalla presa di Stella che era così provata e triste che non la finiva di scuotersi in singhiozzi. «Dobbiamo andare.» le disse, allora, in tono gentile, sperando di consolarla un po'. «Useremo il teletrasporto e ho bisogno che tu sia al tuo meglio, Stella. Dov'è finita la luminosa fata del sole e della luna?»

«Si è commossa.» piagnucolò lei.

Tecna sorrise. «Lo sapevamo, dopotutto, che sei una tenerona.»

«Ah, Tecna!» sbraitò la fata del sole e della luna. E subito si fermò, quando vide che Terchibald, con fare indifferente, le picchiettava la testa con le nocche. Lei lo guardò con un misto di risentimento e sospetto. «Guarda che io sono fidanzata!» lo ammonì.

Lui le sorrise. «Non sai come mi sento fortunato. Volevo solo guardare più da vicino le macchie rosse che ti vengono sulla faccia quando piangi.»

Stella lo fulminò con un'occhiataccia.

Adalhard sospirò. «Sei un bambino, fratello.»

«Siamo pronti?» domandò Tecna, per far tornare l'ordine.

«Non mi vengono le macchie rosse, quando piango!» insistette Stella, paonazza, ma quando vide che le sue amiche non erano tanto propense a proseguire su quella linea, si schiarì la voce e si preparò a liberare il suo potere per il teletrasporto. «Attaccati, capitano dei miei stivali.»

Terchibald le posò una mano sulla spalla senza lamentarsi. Adalhard e Auster fecero lo stesso con Bloom. Tony prese la mano di Tecna. «Signorina Tecna, io ti devo dire una cosa importante!» dichiarò.

«Dopo.» tagliò corto la fata della tecnologia. «Abbiamo molto da fare.»

«Ma...»

«Sei dei nostri, Tecna?» la canzonò Stella, un po' maligna, del tutto dimentica delle sue macchie rosse. «Oppure tu e il tuo spasimante volete un po' di privacy?»

Paonazza, Tecna, per non rispondere, fu la prima a sprigionare il suo potere.

«Winx Zoomix!»



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Capitoletto triste, ma necessario a capire come effettivamente si è creato il Vortice e il perché delle strane tradizioni di Flabrum. Forse sulla prima parte è un po' palloso, ma spero che, nel complesso, sia stato di vostro gradimento. Il prossimo capitolo è il penultimo. Yeah! Grazie a tutti, come sempre. Alla prossima settimana!

  
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